RITIRI VICARIALI DI AVVENTO 2012 Servizio di Pastorale Giovanile e Caritas Diocesana
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- Dorotea Bellini
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1 RITIRI VICARIALI DI AVVENTO 2012 Servizio di Pastorale Giovanile e Caritas Diocesana Il Servizio per la Pastorale Giovanile e la Caritas Reggiana propongono per l avvento 2012 una traccia di ritiro per ragazzi dai 14 ai 18 anni. La proposta è ispirata ai temi che SPG e Caritas hanno indicato per il periodo in preparazione al Natale, rispettivamente: La terra che tu vedi, io la darò a te (secondo periodo del sussidio di pastorale giovanile I passi di Abramo 1 ) e Gli si fece vicino (tema dell Avvento Caritas 2012 sulla prossimità). La traccia offre alcune riflessioni e materiali utili con cui organizzare i ritiri nelle realtà o parrocchie. I ritiri di Avvento possono essere l occasione per organizzare la proposta a livello vicariale o zonale, in modo da offrire un momento di riflessione spirituale e un opportunità di conoscenza tra i ragazzi. Focus del ritiro: la fede come esperienza di fiducia e di prossimità La storia di Abramo è la storia di un uomo che incontra Dio nella sua vita e con grande atto di fede decide di seguirlo. Dio chiede ad Abramo di abbandonare la sua vita quotidiana, fatta di certezze e abitudini consolidate (la casa, la terra, i parenti), per mettersi in cammino verso un futuro la cui unica garanzia è la Parola di Dio. Abramo è chiamato ad un cambiamento radicale di esistenza, una conversione totale della sua vita e della sua fede. Egli non sa con esattezza cosa accadrà e cosa dovrà fare, ma crede con fiducia alla promessa di Dio. La fede di ogni uomo, come quella di Abramo, ci chiama a seguire un progetto che guarda oltre il presente e le nostre certezze, guarda a un futuro sconosciuto e incerto ma che porta la promessa di una vita piena e felice. Il Dio di Abramo è un Dio che va alla ricerca dell uomo e lo chiama personalmente a stabilire con lui un patto, un alleanza. La chiamata di Abramo è simbolicamente la chiamata di ogni cristiano ad accogliere la Parola di Dio e costruire con il Signore una relazione di fiducia. Mettersi in relazione è farsi prossimo all altro, accostarsi a lui e accompagnarlo nel suo cammino di vita. Come accade nella storia di Abramo, anche Dio si rivela all uomo per accompagnarlo e guidarlo nel cammino della vita. Prossimità è incontrare l altro nella sua umanità, è sentire e comprendere empaticamente i suoi vissuti, è riconoscere di essere uomini e fratelli che vivono un cammino di ricerca della verità. Se andiamo al cuore dell esperienza di prossimità, troviamo che essa è compatire, sentire insieme; è confidare, riporre la propria fiducia; è accogliersi, togliere i muri dell indifferenza e ospitare l altro dentro di noi. Il ritiro può diventare occasione per riflettere con i ragazzi sul tema della fede, come apertura fiduciosa alla relazione con Dio e come capacità di farsi prossimi ai nostri fratelli. 1 Il sussidio è disponibile presso l ufficio di SPG o sul sito 1
2 La traccia proposta è articolata in tre momenti: Testimonianza: è pensato come momento di riflessione personale. Consiste in un racconto diretto di un testimone o una visita ad una realtà. Esperienza di gruppo: momento esperienziale personale e di gruppo. si propone un attività dinamica e di riflessione per i ragazzi; Alle fonti della parola: momento di approfondimento introspettivo. Suggeriamo alcuni brani biblici da accompagnare ad una riflessione spirituale. TESTIMONIANZA La fede cristiana è un fatto che non può essere spiegato né insegnato: può essere solo raccontato, testimoniato. La testimonianza acquista ancora più valore se la si va ad ascoltare nel luogo di vita/lavoro/servizio in cui è inserito il testimone (o i testimoni). L essere in un luogo significativo può aiutare i ragazzi a capire meglio anche il tema della prossimità, del farsi vicini, perché in questo modo si possono fare vicini a una realtà diversa, magari che non sapevano esistesse o che non avevano mai toccato con mano. In più, l andare, l uscire dai luoghi d incontro abituali, aiuta i ragazzi a distaccarsi dalla propria quotidianità e dal rischio dell autoreferenzialità. Questo momento ha l obiettivo di offrire ai ragazzi un occasione per ascoltare la testimonianza di una persona che ha fatto esperienza di un incontro di fede e di prossimità, di accoglienza dell altro. Ad esempio famiglie affidatarie o che accolgono persone in difficoltà, famiglie che hanno fatto scelte radicali di vita e di fede, cooperative sociali, case di carità, persone che hanno esperienze missionarie (brevi o lunghe) queste sono solo alcune indicazioni ma ci possono essere altre possibilità di cui siete a conoscenza. La forza che risiede in un racconto o in una testimonianza sta nella capacità di farci vivere (o rivivere) situazioni e vissuti della nostra vita che, ritornando alla emnte, possiamo rielaborare sotto la luce di una nuova consapevolezza. Il focus della testimonianza dovrebbe essere quello di una fede vissuta in un incontro particolare, che ha cambiato la nostra vita dal momento in cui abbiamo accolto l altro nella sua umanità e singolarità. Consigliamo di cercare un testimone della propria realtà o vicariato. Nel caso non sia possibile la Caritas diocesana è disponibile ad indicare alcune persone o realtà significative. Qualche suggerimento per la preparazione: La testimonianza dovrebbe essere vissuta in un clima coinvolgente e familiare, per evitare di essere percepita come una lezione. Possibilmente, preparare una stanza accogliente e abbastanza grande per tutti (se i giovani sono molti si possono pensare più testimoni e la divisione in gruppi). Al termine della testimonianza si può prevedere un momento di confronto e di domande aperte. 2
3 ESPERIENZA PERSONALE Questo momento vuole offrire uno spazio dove riflettere, in modo dinamico, sull esperienza dei ragazzi, creando un momento di condivisione e scambio. Proponiamo due metodologie, un attività di gruppo e un cineforum, che possono essere adattati e modificati in base alle necessità. Il SPG rimane a disposizione per approfondimenti o chiarimenti. ATTIVITÀ DINAMICA DI GRUPPO Mi rivelo Obiettivo: offrire ai ragazzi l opportunità di rivelare qualcosa di sé, senza sentirsi costretti. Facilitare la comprensione del proprio livello di fiducia negli altri. Si dividono i ragazzi in gruppi da Se ci sono ragazzi di diverse età, si possono dividere ulteriormente dividere per età e svolgere l attività internamente nei gruppi così ottenuti. Ogni gruppo è guidato da un conduttore che spiega l attività e aiuta la riflessione finale. Si distribuisce a ciascuno un foglio A4 piegato in due parti, in modo da avere quattro facciate. Su ogni facciata, i ragazzi riportano lo schema sottostante completandolo con ciò che ritengono importante per raccontare se stessi: Prima facciata: nome Seconda facciata: 1. un luogo, un momento o un attività in cui mi sento bene 2. un luogo, un momento o un attività in cui non mi sento bene 3. un desiderio personale che non ho ancora realizzato Terza facciata: 1. un tratto del mio carattere che trovo positivo 2. un tratto del mio carattere che trovo negativo 3. una cosa che non so fare e che mi piacerebbe imparare 4. un oggetto che ho fabbricato con le mie mani e di cui vado fiero Quarta facciata 1. un azione, un comportamento, un gesto che possono fare gli altri e che mi mette a mio agio 2. un azione, un comportamento, un gesto che mi imbarazza o mi infastidisce 3. una relazione importante 4. un gruppo in cui mi sento bene Ciascuno completa il proprio foglio e terminato, si comincia a camminare per la stanza. Quando si incontra un altra persona, la si guarda e tocca su una spalla per fermarla. I due cominciano così a conoscersi tramite le cose scritte. Chi ha fermato si rivela leggendo ciò che ha scritto. L altro può a sua volta rivelarsi raccontando qualcosa di sé, ciò che sceglie di condividere. Finito il confronto, si riprende a camminare e si sceglie nuovamente un compagno da conoscere. Le regole da seguire sono: 1. ci si conosce condividendo ciò che si ritiene opportuno, senza fare un interrogazione; 2. quando si ascolta l altro lo si fa in maniera silenziosa seguendo le indicazioni dell ascolto attivo : non si può intervenire, non si può commentare o dare giudizi. L attività si può concludere dopo un certo tempo o quando tutti si sono confrontati tra loro. 3
4 Ci si ritrova poi a grande gruppo e si discute insieme dell attività. Chi vuole può anche condividere quello che ha scritto sul foglio. Alcuni spunti utili per indirizzare la discussione possono essere i seguenti: - è stato facile o difficile compilare il proprio foglio? - Parlare di sé agli altri, soprattutto agli sconosciuti, è stato facile o difficile? Perché? - Possiamo conoscerci a livello superficiale o più personale: cosa mettiamo in gioco nelle due situazioni? - Rivelarsi agli altri è mostrare la nostra parte più intima e privata. A volte può essere difficile perché abbiamo il timore di essere più vulnerabili. Quali sono le paure e i timori che proviamo? - Confidare deriva dal latino confido, che significa avere fiducia: con chi ci riveliamo più facilmente? Con quali atteggiamenti possiamo costruire relazioni basate sulla fiducia e la sincerità? Per una provocazione ulteriore, si può leggere questo breve testo e avviare una discussione: Tratto dalla rivista Dimensioni nuove, dossier Alla ricerca della felicità, giugno Gira un po la testa. Su dai non stare lì fermo. Guardati attorno! Cosa vedi? Gente. Persone. Umani. Sei in classe? Vedi dei compagni. Con loro trascorri una parte importante della tua vita. nelle stanze accanto alla tua ci sono i tuoi genitori, forse tuo fratello o tua sorella. Non devi fare molti sforzi per renderti conto che c è sempre qualcuno accanto a te. Noi infatti, possiamo essere definiti come animali sociali. Viviamo attorniati dagli altri per una semplice ragione: noi abbiamo bisogno degli altri. abbiamo bisogno degli altri perché noi da soli non saremmo capaci di soddisfare tutti i nostri bisogni: cibo, cure, vestiti. Ma soprattutto perché è con loro che noi stabiliamo le relazioni basate sull affetto e sull amore. Ma non siamo solo noi che abbiamo bisogno degli altri. sono anche gli altri che hanno bisogno di noi. Prova ad esempio, a prendere in considerazione quello che fanno per te e digli: grazie o fai loro un complimento. E guarda come reagiscono. Saranno sorpresi perchè non se l aspettavano ma in fondo lo desiderano. CINEFORUM QUASI AMICI - INTOUCHABLES, Francia 2011, 112 minuti Trama del film: Il ricco e aristocratico Philippe è divenuto paraplegico a seguito di un incidente di parapendio e ha bisogno di una persona che si prenda cura di lui. La scelta cade su Driss, un ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione e, forse, la persona meno adatta per questo tipo incarico. I due opposti universi entreranno ben presto in rotta di collisione, ma prima dello scontro finale troveranno un punto d'incontro che sfocerà in un'amicizia profonda, quanto inaspettata... (valutazione ACEC - Commissione nazionale valutazione film della CEI: consigliabile/semplice). Se si ha il tempo necessario si può vedere insieme tutto il film, sennò proponiamo la visione dal 11 minuto al 25 minuto. I ragazzi verranno poi divisi in gruppi da In ogni gruppo un educatore per prima cosa distribuisce a ciascun ragazzo un foglio con alcune domande. Si danno ai ragazzi minuti per rispondere a livello personale (e scritto) alle domande. Li si invita a mantenere un clima di silenzio e di riflessione. Qualche spunto per la riflessione: - Da quale ambiente proviene Philippe e da quale ambiente proviene Driss? - Quali sono le principali differenze tra i due protagonisti? - Quali sono i punti in comune tra i due protagonisti? 4
5 - Come cambia il rapporto tra i due protagonisti dall inizio alla fine del film/filmato? - Quali sono gli elementi che facilitano il cambiare del rapporto tra i protagonisti? - Come Driss va incontro a Philippe e viceversa? Con quali gesti? Quali attenzioni? Quali atteggiamenti? Al termine della riflessione personale si condividono assieme, facilitati dall educatore, le riflessioni scaturite dalla visione del film. ALLE FONTI DELLA PAROLA Questo momento vuole essere uno spazio per una riflessione spirituale alla luce della Parola. Può essere un momento personale o una riflessione guidata da un sacerdote o un educatore, così come può essere organizzato a grande o piccolo gruppo seguito da un educatore. Indichiamo due brani del Vangelo, che possono essere arricchiti o modificati a seconda delle esigenze. Suggeriamo anche di concludere (o iniziare) il ritiro con una celebrazione eucaristica. Matteo 5, Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Luca 10, Ma egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s'imbatté nei briganti che lo spogliarono, lo ferirono e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada; e lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Così pure un Levita, giunto in quel luogo, lo vide, ma passò oltre dal lato opposto. Ma un samaritano che era in viaggio, passandogli accanto, lo vide e ne ebbe pietà; avvicinatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo condusse a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno dopo, presi due denari, li diede all'oste e gli disse: "Prenditi cura di lui; e tutto ciò che spenderai di più, te lo rimborserò al mio ritorno". Quale di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che s'imbatté nei ladroni?» Quegli rispose: «Colui che gli usò misericordia». Gesù gli disse: «Va', e fa' anche tu la stessa cosa». Per ulteriori informazioni o per richiedere un aiuto organizzativo: Servizio Pastorale Giovanile: Monica tel monica.salsi@pastoralegiovani.re.it Caritas reggiana: Valentina e Matteo tel valentina@caritasreggiana.it matteo@caritasreggiana.it 5
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