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1 materiali per la storia del 900,/ *(12&,',2 $50(12 (a cura di Gianni Cimalando) Nell aprile del 1915, Il Governo ottomano scatenò lo sterminio programmato della popolazione civile armena. Le persecuzioni proseguirono con intensità variabile fino al 1923, data in cui l Impero ottomano si disintegrò, sostituito dalla Repubblica di Turchia. Nel 1915, approssimativamente, all interno dell Impero ottomano, vi erano due milioni di Armeni. Tre anni dopo, circa un milione di loro era stato sterminato ed i rifugiati e gli apolidi si contavano a centinaia di migliaia. Nel 1923 la quasi totalità degli Armeni dell Anatolia era stata eliminata. L Impero ottomano era governato dai Turchi, musulmani di cultura guerriera, che avevano conquistato vasti territori che si estendevano in Asia occidentale, nell Africa del Nord e nell Europa sud orientale. Da Istanbul (Costantinopoli), il sultano regnava in modo assolutistico. Gli Armeni, minoranza cristiana, avevano uno statuto di cittadini di seconda classe e subivano leggi che li privavano di numerosi diritti. La loro vita ed i loro beni potevano essere minacciati in qualsiasi momento e, in quanto non musulmani, erano sottomessi a imposte discriminanti; la partecipazione al governo era loro proibita. Sparpagliata per tutto l Impero la comunità era ulteriormente indebolita dal fatto che una parte dell Armenia storica era sotto il dominio russo, l altra in territorio ottomano. Il XVI secolo fu un periodo di prosperità sia per l Impero nel suo complesso sia per le sue minoranze. Ma nel XIX secolo l Impero era in declino. Nel 1914 aveva perso quasi tutti i suoi possedimenti in Europa ed in Africa. Questo declino fu contrassegnato da forti tensioni politiche ed economiche, con un netto acuirsi delle tensioni interetniche. L aspirazione della comunità armena a vedersi rappresentata nel Governo del paese suscitava la diffidenza dei turchi che non avevano mai diviso il potere con alcuna minoranza e che non dimenticavano che nei Balcani le rivendicazioni nazionalistiche erano sfociate nella secessione dagli antichi territori ottomani. Quando le organizzazioni armene rivendicarono riforme amministrative nelle province abitate dagli Armeni ed una maggior protezione da parte della polizia nei confronti delle incursioni dei nomadi Curdi, non ottennero per tutta risposta che una dura repressione. Il Governo non aveva affatto l intenzione di modificare l amministrazione tradizionale per risolvere quella che veniva indicata come la Questione armena. Una serie di massacri caratterizzò pertanto il regime del sultano ABDÜLHAMID II (1876/1909): lo scopo era quello di intimidire gli Armeni e di mettere a tacere le loro rivendicazioni: persone persero la vita e la maggioranza degli Armeni conobbe enormi perdite materiali. La crisi dell Impero ottomano sfociò nella rivoluzione del 1918, nel corso della quale il movimento dei Giovani Turchi sconfisse il vecchio regime.
2 Nel 1913 la Comunità Unione e Potere (CUP), dalla quale proverranno gli esponenti dei Giovani Turchi, si impadronì del potere a seguito di un putsch, dando vita ad un triumvirato composto dal ministro della Guerra (Enner), dal ministro della Marina (Djemal), dal Ministro dell Interno, o gran visir (Talaat). Il CUP professava una ideologia ultranazionalista che preconizzava la creazione di uno stato esclusivamente turco, con una spinta espansionistica verso le regioni dell est, abitate da altre popolazioni turche che si trovavano sotto la dominazione della Russia zarista. Il CUP riallaccerà le relazioni diplomatiche e militari con la Germania e, quando scoppiò la 1^ Guerra Mondiale nel 1914, l Impero ottomano entrò nella Triplice Alleanza a fianco della Germania e dell Austria-Ungheria, contro la Russia e i suoi alleati occidentali, la Francia e la Gran Bretagna. Le armate ottomane conobbero fin dall inizio del conflitto una serie di rovesci, ma poco tempo dopo la capitolazione degli Imperi centrali, nel 1918, riportarono numerose vittorie militari nel Caucaso. Nel corso delle sue ritirate così come nelle avanzate, l esercito ottomano si caratterizzò per azioni di violenza e di massacri contro la popolazione civile armena. Queste misure facevano parte di un programma di sterminio elaborato in segreto dal CUP e attuato sotto il paravento della guerra, e faceva riferimento ad un progetto più vasto che mirava a estirpare gli Armeni dalla Turchia e dai paesi vicini, con lo scopo di creare un impero panturco. Nel corso di tutta la primavera e l estate del 1915, le popolazioni armene (decine di migliaia di uomini, donne e bambini) residenti nelle zone non coinvolte dai combattimenti furono deportate verso il deserto siriano, distante svariate centinaia di chilometri.
3 Ufficialmente questa deportazione fu presentata come un piano di ripopolamento, ma il trattamento inumano inflitto ai deportati, la maggior parte dei quali si vide costretta a percorrere la distanza a piedi, fece in poco tempo comprendere che queste deportazioni non erano altro che marce forzate verso la morte. Inoltre essa rappresentava un modo chirurgico di operare il trasferimento della comunità armena lasciando intatti i suoi beni. Questo metodo permise quindi parallelamente anche una confisca e un espropriazione altrettanto massicce. Kharpout Nella notte del 23 giugno 1915, diverse centinaia di Armeni che erano stati imprigionati furono condotti, su carri trainati da buoi, verso una destinazione sconosciuta. Tra di loro si trovava il vescovo della Chiesa gregoriana, la maggior parte degli insegnanti del collegio Eufrate e un gran numero di mercanti e di notabili di Kharpout e Mamouret-ul-Aziz. Nessuno di questi uomini è sopravvissuto. Si è a lungo ignorato che fine avessero fatto. Ho immediatamente inviato un messaggio in codice all ambasciata, avendo i rastrellamenti assunto dimensioni tali da non poter essere ignorati, tanto più che delle organizzazioni americane ne denunciavano le conseguenze. E solo più tardi che siamo venuti a conoscenza del fatto che tutti quegli uomini erano stati massacrati in prossimità di Arghana Madem a metà strada tra Kharpout e Diarbekir. (da un rapporto ufficiale di Lesile A. Davis, console americano a Kharpout, Turchia). I massacri che accompagnarono la deportazione offrono una prova supplementare in merito alle intenzioni del CUP. I soldati Armeni si erano viste confiscare le loro armi, quelli che non erano stati sommariamente eliminati a piccoli gruppi morirono all interno di squadre destinate ai lavori forzati. Privata dei suoi uomini validi, la comunità armena fu ancor più facilmente preda della deportazione. I convogli erano attaccati da bande di assassini che avevano il compito di sgozzare gli Armeni. Questi macellai, perché non vi è altro termine per descriverli, erano per lo più dei criminali che erano stati liberati per integrare le unità di quella che, pudicamente era chiamata l Organizzazione speciale, Teskilâti Mahsusa. Questa organizzazione segreta era diretta da fanatici del CUP, che si assunsero l incarico di eseguire gli ordini del governo centrale attraverso istruzioni segrete ricevute dai loro dirigenti. E così che un numero considerevole di deportati, tra i quali donne e bambini, fu massacrato lungo le vie della deportazione. Tra le pratiche barbare adottate figurava come una delle più frequenti il ricorso alla spada, il ché dava luogo a scene atroci. Vedere i propri amici e parenti morire in quel modo, insieme a tutti quegli altri esseri innocenti e senza difesa, fu per i sopravvissuti un esperienza profondamente traumatizzante. Giovani donne ed orfani furono allevati come schiavi al servizio dei Turchi, aggiungendo così allo choc creato dalla scomparsa dei loro parenti, quello della perdita di qualunque identità. Senza poter esternare la propria sofferenza, queste donne e questi bambini lavoravano senza ricevere alcun salario e si videro costretti ad apprendere la lingua dei loro aguzzini e a convertirsi all Islam.
4 Gli Armeni che sopravvissero non lo dovettero ad atti di resistenza, ma grazie all intervento umanitario dell ambasciatore americano Henry Morgenthau. Gli Alleati avevano espressamente messo in guardia l Impero ottomano contro i rischi della sua politica sterminazionista, ma è soprattutto grazie all impegno di Morgenthau se il destino tragico degli Armeni venne conosciuto negli Stati Uniti. Il Congresso americano autorizzò la creazione di un Comitato di sostegno (Aiuto per il Vicino Oriente) che raccolse fondi per nutrire gli Armeni che muoiono di fame. Questo Comitato salvò decine di migliaia di vite; dopo la guerra inoltre egli operò energicamente per reinserire i sopravvissuti, la maggior parte dei quali era rimasta abbandonata nei luoghi di deportazione. Grazie alla creazione di campi profughi, di orfanotrofi, di centri medici, di scuole, l associazione permise ai sopravvissuti di riprendere a vivere. Dopo la guerra più di 400 responsabili del CUP implicati nelle atrocità commesse contro gli Armeni furono arrestati. Furono istituiti dei tribunali militari turchi. I capi di imputazione erano molteplici: conquista anticostituzionale del potere, abbattimento del governo costituzionale, guerra di aggressione, cospirazione finalizzata allo sterminio del popolo armeno,... Furono inoltre richieste delle condanne a morte per i massacri perpetrati. Alcuni accusati vennero giudicati colpevoli per diversi capi di imputazione. Il triumvirato al potere fu condannato a morte, ma i suoi membri riuscirono a sottrarsi alla giustizia fuggendo all estero. Un gruppo clandestino di sopravvissuti iniziò a questo punto ad organizzare attentati nei confronti dei principali accusati scampati alla condanna. Talaat, lo stratega principale del genocidio armeno, fu assassinato nel 1921 a Berlino, dove si era rifugiato. Il suo uccisore fu arrestato e giudicato da un tribunale tedesco che lo assolse.
5 Quasi tutti coloro che erano stati implicati in crimini di guerra sfuggirono comunque alla giustizia: la maggior parte di loro aderì al movimento nazionalista turco di Mustafa Kemal, le cui truppe perseguirono l eliminazione degli Armeni attraverso una nuova serie di massacri e di espulsioni: nell Armenia russa nel 1920; nei confronti dei rifugiati Armeni che 1921 erano ritornati in Cilicia, nel sud della Turchia; contro l armata greca che aveva occupato Smirne, dove sopravviveva ancora, nel 1921, l ultima comunità armena integra dell Anatolia. Quando la Turchia proclamò la repubblica nel 1923 e questa venne riconosciuta a livello internazionale, il genocidio armeno ed il problema del reinserimento e delle riparazioni furono accantonate e, ben presto, dimenticate. In totale, un milione e mezzo di Armeni era morto per mano dei militari e dei paramilitari ottomani e turchi che si erano dati come scopo quello di eliminare ogni traccia di questa comunità sul suolo turco. Effettivamente la popolazione dell Armenia storica, ad est dell Anatolia, è stata cancellata. Dopo 3000 anni di esistenza sulle montagne dell Armenia, un popolo antico è strato cacciato dalla sua patria storica e condannato all esilio, ad una nuova diaspora. I sopravvissuti si sono dispersi per il mondo, in una dozzina di Paesi sparsi in tutti i continenti. Avendo avuto successo nel proprio progetto di sterminio e non dovendo assumersi il compito di indennizzare le vittime, la Repubblica turca ha di fatto avuto buon gioco nel negare le accuse di genocidio e di eliminazione intenzionale degli Armeni attraverso la violenza e la deportazione. Nel 1920, gli Armeni che si trovavano sul suolo sovietico, occupavano un territorio che costituiva 1/10 della loro area storica di insediamento. Il 24 aprile di ciascun anno, gli Armeni commemorano il genocidio riunendosi intorno a monumenti eretti per far sopravvivere la memoria dei loro dispersi appartenenti a ciascuna delle comunità della diaspora.
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