Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Fiora
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1 Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Fiora DELIBERA N. 3 del 22/04/2002 OGGETTO : Adozione degli obiettivi e priorità degli interventi cui deve attenersi il Piano di Tutela delle Acque. Allegati: obiettivi e priorità degli interventi cui deve attenersi il Piano di Tutela delle Acque. Assunta nella seduta del Comitato Istituzionale del 22/04/2002. Alla seduta sono: presente assente X Tommaso Franci (Presidente) Ass. Ambiente Regione Toscana (Delegato) X Marco Verzaschi Ass. Ambiente Regione Lazio (Delegato) X Francesco Battistoni Ass. Ambiente A.P. Viterbo. (Delegato) X Giancarlo Bastianini Vice Pres. A.P. Grosseto (Delegato) X Filippo Peroni Sindaco di Ischia di Castro X Francesco G. Bozzini Presidente Comunità Montana Zona S Presiede il Presidente Tommaso Franci. Assiste con funzioni di Segretario il Segretario Generale Dott. Ing. Francesco Pistone. IL COMITATO ISTITUZIONALE Visto: - la legge 18 maggio 1989 n. 183 recante Norme per il riassetto organizzativo e funzionale per la difesa del suolo ; - l art. 15 della legge 18 maggio 1989, n. 183, che istituisce il territorio del Bacino del fiume Fiora come Bacino di rilievo Interregionale; - l intesa tra la Regione Toscana e la Regione Lazio per la costituzione dell'autorità del Bacino del fiume Fiora e per disciplinare lo svolgimento delle funzioni amministrative relative al bacino stesso, approvata, ai sensi dello stesso art.15 della L. 183/89, con Delibera C.R. della Toscana n. 74/99 e Delibera G.R. del Lazio n. 2057/99; - il Decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 2000 Delimitazione del bacino idrografico del fiume Fiora ; - il D. Lgs n. 152 del 11 maggio 1999, aggiornato con le modifiche del D. Lgs. n. 258 del 18 agosto 2000 recante Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/Cee concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/Cee relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole ; Considerato: 1
2 - che, in base al comma 2 art. 44 del D. Lgs. 152/99, entro il 31 dicembre 2001 le Autorità di Bacino di rilievo nazionale ed interregionale, sentite le Province e le autorità d'ambito, definiscono gli obiettivi su scala di Bacino, cui devono attenersi i piani di tutela delle acque, nonché le priorità degli interventi; - che, ai sensi del comma 1 art. 44 del D. Lgs. 152/99, il Piano di tutela delle acque costituisce un piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi dell'articolo 17, comma 6 ter, della legge 18 maggio 1989, n. 183; Richiamata: - la Delibera del Comitato Istituzionale di questa Autorità di Bacino n. 2 del 02/02/2001, avente ad oggetto Adozione del Progetto di Piano Stralcio di Bacino Tutela delle risorse idriche superficiali soggette a derivazioni ai sensi dell Art. 17, comma 6-ter della L. 183/89 ; Preso atto: - dei contenuti dei piani di tutela delle acque, di cui all allegato 4 del D. Lgs. 152/99, sostituito dall'articolo 25 del D.lgs 18 agosto 2000, n. 258; - del documento predisposto dal Comitato Tecnico e approvato nella seduta del 15/03/2002; - del fatto che nel processo di stesura del documento in argomento sono stati interessati le Province di Grosseto, Viterbo e Siena e gli ATO 6 ed 1; DELIBERA è approvato il documento Obiettivi e priorità degli interventi cui deve attenersi il Piano di Tutela delle Acque (Allegato A), facente parte integrante e sostanziale della presente deliberazione; di dare mandato al Segretario Generale di trasmettere alla Regione Toscana e alla Regione Lazio il documento oggetto della presente deliberazione. Il Segretario Generale (Dott. Ing. Francesco Pistone) Il Presidente (Ass. Tommaso Franci) 2
3 ALLEGATO A Art. 44 comma 2 D.Lgs. 152/99: obiettivi e priorità degli interventi cui deve attenersi il Piano di tutela delle acque. A seguito dell attività conoscitiva svolta dalla Segreteria Tecnica, attraverso l analisi dei dati disponibili all interno della struttura, è emerso che all interno del Bacino Interregionale del Fiume Fiora non sussistono particolari elementi di criticità inerentemente alla risorsa idrica. Gli obiettivi che si propongono nel presente paragrafo si configurano secondo quanto previsto all art. 44 del D. Lgs. 152/99 e si riferiscono, prevalentemente, a porre l accento su alcuni punti già considerati nei contenuti del Piano di tutela delle acque, di cui all Allegato 4 del D. Lgs. 152/99 (sostituito dall'articolo 25 del D. Lgs 18 agosto 2000, n 258). In particolare, si sottolinea l importanza dell aspetto conoscitivo del sistema delle acque superficiali e sotterranee teso a definire i principali aspetti geologici, morfologici ed idrogeologici, attraverso la raccolta, l omogeneizzazione e l archiviazione sistemica degli studi e dei dati di base; identificazione della situazione di zero, intesa come lo stato di fatto attuale degli aspetti riguardanti il chimismo, l eventuale carico inquinante, le pressioni sullo stato quantitativo in funzione della disponibilità definita dal bilancio idrogeologico ed individuazione delle azioni e degli interventi con sequenza temporale in funzione delle eventuali situazioni critiche individuate in questa fase. Qualora il quadro conoscitivo risulti inadeguato e/o incompleto, il Piano dovrà prevedere ulteriori ricerche mirate alla copertura delle lacune così individuate. Conseguentemente a quanto sopra, altro punto su cui si vuole incentrare l attenzione è la rete di monitoraggio e la sua gestione, che rappresentano il punto fondamentale per la gestione della risorsa idrica. Questa, definita secondo le caratteristiche dettate nell Allegato 1 del D. Lgs. 152/99 (sostituito dall'articolo 25 del D. Lgs 18 agosto 2000, n 258), deve essere riferita anche ai corpi i- drici significativi, così come definiti per il Bacino. La ricostruzione dell aspetto conoscitivo permetterà l individuazione degli eventuali punti di crisi; anche in funzione di ciò, dovrà essere redatta una prima normativa di gestione della risorsa idrica, sia volta al risparmio idrico e relativa alle utilizzazioni in atto, sia finalizzata alla regolamentazione dei nuovi prelievi, così come previsto dalle leggi vigenti. Come priorità di intervento si segnala la salvaguardia della risorsa idrica del M. Amiata in riferimento all uso prioritario di tipo potabile dell acqua, di cui all art. 2 comma 1 della L. 36/94, raggiungibile attraverso scelte politiche sulla gestione della risorsa idrica. Il Monte Amiata rappresenta il più importante serbatoio idrico della Toscana Meridionale; vari studi identificano una generale tendenza alla diminuzione dei valori di risorsa erogata dall acquifero. In particolare, la sorgente Ermicciolo, situata nei pressi di Vivo d Orcia (Comune di Castiglione d Orcia), della quale esistono misure continuative di portata, mostra una continua diminuzione delle portate erogate per complessivi 96 l/s, pari ad una riduzione di circa il 58% nell ultimo trentennio. A questo proposito si ricorda l esistenza di un Protocollo d intesa tra la Regione Toscana, il Bacino Regionale Ombrone, il Bacino Nazionale Tevere ed il Bacino Interregionale Fiora finalizzato alla definizione del bilancio idrico dell acquifero del M. Amiata. Il piano di lavoro, ratificato dalla commissione tecnica in data 27/11/2001, è stato redatto anche attraverso l esame bibliografico di tutti i lavori di interesse, tenendo conto delle informazioni affluenti dai vari Enti che hanno operato od operano a vario titolo sul vulcano Amiata. Lo studio prevede il miglioramento dei bilanci idrici fin qui svolti, attraverso il superamento delle incertezze legate soprattutto alla mancanza di dati puntuali idonei. A tal fine il piano di lavoro prevede la realizzazione di una rete di monitoraggio in continuo delle entrate e delle uscite, analisi di dettaglio con particolare riferimento al rilievo geostrutturale delle fratturazioni, fattore 3
4 che sembra condizionare in maniera preponderante la circolazione idrica, la realizzazione del SIT, l elaborazione del modello idrogeologico e la modellazione idrodinamica dell acquifero. La salvaguardia del Monte Amiata è inserita come priorità di intervento non in relazione ad una effettiva situazione di pericolo relativamente alla risorsa in esso contenuta, ma in funzione di un potenziale danno causato da una drastica riduzione delle quantità d acqua di questo acquifero, utilizzata per l approvvigionamento idrico di molti comuni, non solo del Bacino Interregionale del Fiume Fiora. Relativamente all inquinamento delle acque, si ricorda che è in corso uno studio sulla valutazione della vulnerabilità dell acquifero del Monte Amiata, proposto dall Amministrazione Provinciale di Grosseto e finalizzato alla difesa del territorio e alla disciplinata gestione delle risorse idriche. Sempre in relazione all uso potabile della risorsa, il Piano dovrà prevedere l attuazione dell art. 21 D.Lgs. 152/99 e art. 24 L. 36/94 per l individuazione e la gestione delle aree di salvaguardia (intese come zona di tutela assoluta, zone di rispetto e zone di protezione) per il mantenimento ed il miglioramento delle caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. Riguardo questo aspetto, si riporta in allegato l elenco dei corpi e bacini idrici di interesse per l uso potabile, redatto dall Acquedotto del Fiora S.p.A. Gli stessi rappresentano elementi di particolare interesse in quanto in essi trova origine una risorsa idrica destinata ad uso potabile ed a servizio di intere zone urbane e/o rurali. Altresì, sono stati indicati anche elementi sui quali sono in corso o stanno per iniziare approfondimenti tecnici mirati ad un migliore utilizzo della risorsa, sempre ad uso potabile. L elenco delle acque sotterranee è costituito da acquiferi sensu lato, cioè sia da zone nelle quali il contesto idrogeologico consente l accumulo della risorsa, sia da zone di alimentazione e ricarica; per le acque superficiali occorre considerare quei bacini idrografici interessati da previsioni di realizzazione di laghetti collinari, anche in derivazione, a fini idropotabili, come risulta dal PTC della Provincia di Grosseto. Inoltre, sarà di fondamentale importanza il recepimento del Piano stralcio di tutela delle risorse idriche superficiali soggette a derivazioni, redatto da questa Autorità di Bacino ed adottato con Delibera n 2 del Comitato Istituzionale nella seduta del 02/02/2001. Per consentire l affinamento del Piano stralcio di cui sopra dovrà essere eventualmente rielaborato ed attivato il progetto di potenziamento del sistema di controllo delle acque superficiali e sotterranee con particolare riferimento alle portate di magra, facente parte del piano stesso come allegato alla relazione generale. 4
5 Elenco dei corpi e bacini idrici di interesse per l uso potabile (ALLEGATO - Acquedotto del Fiora S.p.A.) Acque sotterranee M. Calvo - Selva Si tratta di un piccolo ma significativo nucleo di arenaria Pietraforte caratterizzato da una tettonica piuttosto complessa che ne determina una suddivisione in due strutture con significato idrogeologico profondamente differente: una si presenta come una sinforme galleggiante sulle altre formazioni impermeabili liguri; l altra, invece, costituisce un embrice in comunicazione con l acquifero profondo carbonatico (nonché geotermico) di cui ne rappresenta un importante zona di alimentazione. Ripa di Cellena - Catabbio Questa zona costituisce una dorsale geologicamente composita ( serie toscana + unità subliguri), caratterizzata da corpi calcarei sovrapposti a formazioni impermeabili nei quali trovano origine numerose piccole sorgenti capaci di soddisfare le esigenze idropotabili di alcuni centri rurali. Probabilmente, l utilizzo della risorsa corrisponde alla quasi totalità delle potenzialità, ma piccoli incrementi possono apportare grandi benefici all intera zona. Dorsale Selvena - Elmo Si tratta di una tipica dorsale carbonatica impostata sui termini mesozoici della Serie toscana, il cui lato occidentale è rialzato per faglia rispetto ai terreni impermeabili liguri e subliguri. In tale posizione sono ubicate alcune sorgenti per limite di permeabilità nell ambito di percorsi carsici e subcarsici piuttosto superficiali. La risorsa è qualitativamente ottima, quantitativamente ridotta ma sufficiente per le richieste di gran parte dell anno; anche in questo caso l utilizzo è circa pari alla disponibilità, ma sono possibili alcuni incrementi i cui benefici potrebbero migliorare l approvvigionamento delle frazioni rurali. Acquifero delle Vulcaniti A testimoniare l importanza di questo acquifero basta citare la sorgente de La Nova, che, peraltro, rappresenta uno degli elementi fondamentali del Piano d Ambito dell AATO 6 Ombrone per sopperire alla carenza di risorsa idrica del settore meridionale della provincia di Grosseto. Tuttavia, il quadro conoscitivo appare ancora lacunoso e tale da escludere, al momento, una ulteriore suddivisione in sottobacini che, invece, costituirebbe un importante elemento funzionale alla corretta gestione dell acquifero, senza pregiudicare oltremodo sfruttamenti (sostenibili) diversi da quello potabile. 5
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