Stato di attuazione dei piani di azione, di risanamento e contenimento del rumore in Italia

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1 Stato di attuazione dei piani di azione, di risanamento e contenimento del rumore in Italia State of art relating to Action Plans and Noise Reduction and Abatement Plans in Italy Salvatore Curcuruto, Delio Atzori, Enrico Lanciotti, Giuseppe Marsico, Francesca Sacchetti, Rosalba Silvaggio (1) (1) ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Abstract State of art concerning Noise Action Plans in Italy and Noise Reduction Plans e- stablished by the Italian national law have been analysed, evaluating collected data. The harmonization of the acts introduced by the European Noise Directive and the tools defined by the Italian national law has been carried on. Particularly, the relationship between the Action Plan and the Noise Reduction Plans adopted in Italy, must be defined. 1. PIANI DI AZIONE E STRUMENTI DEDICATI AL RISANAMENTO Strategie per la riduzione e il controllo del rumore nelle città Gli strumenti di pianificazione, di gestione e di risanamento dedicati alla tematica dell inquinamento a- custico, in ambito nazionale e comunitario, sono numerosi e definiscono ambiti complessi, capaci di generare sinergie o conflitti nelle applicazioni ai vari livelli. Riguardo il tema del risanamento acustico, inteso quale insieme di azioni finalizzate alla bonifica di aree o situazioni territoriali caratterizzate dalla presenza di criticità, tali da rendere necessarie azioni di ripristino delle condizioni di ambiente acustico rispondente a requisiti prestabiliti, molti sono gli strumenti dedicati, a diversi livelli di competenze e di intervento, che consentono differenti caratterizzazioni. Le azioni di bonifica sono perseguibili mediante strumenti legislativi, provvedimenti amministrativi, politiche di pianificazione e gestione, fino a confluire negli aspetti prettamente tecnici e progettuali degli interventi sul territorio. La legislazione nazionale, definita dalla Legge Quadro sull inquinamento acustico n. 447/95 e relativi decreti attuativi, struttura gli strumenti dedicati al risanamento per vari livelli di competenza, attribuiti a soggetti pubblici e privati e distinti per sorgenti di rumore: Piano Regionale Triennale di intervento per la bonifica dall inquinamento acustico, da predisporre a cura delle Regioni, Piano di Risanamento Acustico Comunale, Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore, elaborati dalle società e dagli enti gestori dei servizi di trasporto pubblico (strade, ferrovie, aeroporti), Piani di risanamento predisposti dalle Imprese. L attuale periodo è caratterizzato dalla presenza di strumenti e disposizioni introdotti dalla Direttiva END 2002/49/CE relativa alla determinazione e gestione del rumore ambientale, recepita con D.Lgs 194/2005, e dai disposti legislativi nazionali, con l avvio del processo di armonizzazione delle due strutture normative e degli strumenti predisposti. In particolare, l introduzione del Piano di azione, finalizzato alla gestione dei problemi derivanti dall inquinamento acustico e degli effetti conseguenti, compresa, dove necessaria, la riduzione del rumore, induce una riflessione sulla natura ed identità del piano e sul ruolo che assume in rapporto agli strumenti vigenti in ambito nazionale. In assenza del decreto attuativo dedicato al Piano di Azione e di linee guida od indirizzi di natura istituzionale emanati in ambito nazionale, i chiarimenti e le distinzioni nel rapporto tra il Piano di Azione e gli strumenti dedicati al risanamento acustico vigenti appaiono necessari per l armonizzazione delle attività previste. Le immediate distinzioni riguardano la definizione e l individuazione delle aree critiche caratterizzate dal superamento di valori limite e la gestione e pianificazione degli interventi volti al ripristino, elementi caratterizzanti le attività di risanamento, mentre il Piano di azione si configura quale documento strategico, che consente azioni di mitigazione dei valori di inquinamento acustico, introduce la tutela delle aree che presentano una buona qualità dell ambiente acustico, il monitoraggio costante dell entità della popolazione esposta al rumore e la consultazione e partecipazione dei cittadini. La scadenza prevista per i soggetti individuati nella prima fase 1, riguardante la redazione del Piano di A- zione, è stata fissata per il 18 gennaio In questa sede sono riportate le prime osservazioni in merito ai Piani di Azione consegnati al Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), unitamente allo stato di attuazione degli strumenti di risanamento sopra menzionati. 1 Gli agglomerati con popolazione superiore a abitanti, gli assi stradali principali su cui transitano più di di veicoli all'anno, gli assi ferroviari principali su cui transitano più di convogli all'anno e gli aeroporti principali 1

2 2. STATO DI ATTUAZIONE DEI PIANI movimenti/anno; la seconda fase iniziata il 30 novembre 2008 riguarda invece gli agglomerati con più di 100 DI AZIONE mila abitanti, le infrastrutture di trasporto stradali con più di 3 milioni di veicoli/anno, ferroviarie con più di Il D.Lgs 19 agosto 2005, n. 194 Attuazione della 30 mila convogli/anno e gli altri eventuali aeroporti direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale è stato predisposto principali. La prima fase si sta avviando a conclusione, infatti in attuazione della delega prevista all articolo 1 della sarebbero dovuti arrivare entro il 18 ottobre 2008 i Piani d azione e le sintesi di cui all allegato 6. Legge 31 ottobre 2003, n. 306, con la quale il Governo italiano è stato autorizzato a recepire la Direttiva Ad oggi, si sta provvedendo alla verifica dei dati 2002/49/CE, relativa alla determinazione ed alla gestione del rumore ambientale, e ad operare, nel con- pervenuti relativi ai Piani d Azione per il successivo inoltro alla Commissione Europea, secondo il format tempo, il necessario riordino e coordinamento delle disposizioni vigenti in materia di tutela unificato (Reporting Mechanism) per la trasmissione dei dati richiesti predisposto dalla Commissione stessa dall inquinamento acustico. e reperibile sul sito: Con la Direttiva 2002/49/CE si attua di fatto l intendimento delle Commissione Europea di fornire rary. una prima base per lo sviluppo di strumenti atti alla Tale comunicazione doveva essere ultimata entro il determinazione e alla gestione del rumore ambientale. 18 gennaio 2009, ma la notevole mole di dati e la complessità delle informazioni che devono essere predisposte dai vari attori hanno ritardato tutte le procedure. Gli obiettivi principali della Direttiva sono descritti all art. 1 e definiscono un approccio comune volto ad Nella tabella seguente è riportato a confronto il evitare, prevenire o ridurre, secondo le rispettive priorità, gli effetti nocivi, compreso il fastidio, numero di agglomerati e di infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie e aeroporti) che hanno provveduto a dell esposizione al rumore ambientale. A tal fine è prevista la progressiva attuazione delle seguenti azioni: notificarsi e successivamente ad elaborare e trasmettere le Mappature Acustiche, le Mappe Acustiche Strategiche ed i Piani d Azione. Le tre colonne non possono a) determinazione dell esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica realizzata sulla base di metodi di determinazione essere messe in relazione in quanto molti soggetti non si sono notificati ma hanno comunque provveduto agli comuni agli Stati membri; adempimenti successivi, mentre molti altri si sono notificati ma non hanno ancora prodotto quanto richiesto b) informazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti; per il completamento della prima fase. c) adozione da parte degli Stati membri di piani d azione, in base ai risultati della mappatura acustica, allo scopo di evitare e ridurre il rumore ambientale laddove necessario e, in particolare, Tabella 1 Stato di attuazione del D.Lgs 194/2005 allorché i livelli di esposizione pos- Mappature sono avere effetti nocivi per la salute umana, acustiche nonché di conservare la qualità acustica Piani Fase 1 Notifiche Mappe dell ambiente quando questa è buona. d'azione Acustiche La Direttiva ha introdotto numerosi ed importanti strategiche elementi di novità nella legislazione italiana: Agglomerati l obbligo di utilizzare descrittori acustici armonizzati diversi da quelli previsti dal diritto Strade interno, i descrittori L den e L night, che rappresentano Ferrovie gli indicatori, rispettivamente, del fa- Aeroporti stidio globale e dei disturbi del sonno; Fonte: Dati a disposizione del MATTM 2. l obbligo di effettuare, utilizzando i nuovi descrittori del rumore ambientale, una mappatura I Piani d Azione, richiesti dalla Direttiva e dal conseguente D.Lgs 194/2005 di recepimento della stessa, acustica, articolata in due fasi, degli agglomerati urbani e delle principali infrastrutture di sono volti ad evitare ed a ridurre il rumore ambientale trasporto per permettere di determinare laddove necessario, nonché ad evitare incrementi del l esposizione globale al rumore delle zone e- rumore nelle zone ritenute silenziose, quando i livelli di sposte a varie sorgenti e di definire prescrizioni generali; esposizione possono avere effetti nocivi per la salute umana. 3. l obbligo di elaborare ed adottare piani di a- Questi devono essere predisposti in conformità ai zione per la gestione dei problemi connessi requisiti minimi stabiliti all allegato 5 del D.Lgs all inquinamento acustico ed ai suoi effetti. 194/2005, nonché ai criteri che saranno stabiliti con decreto del MATTM, e devono contenere almeno i se- Per gli obblighi relativi ai punti 2 e 3 sono previste due fasi, la prima iniziata il 30 settembre 2005, relativa guenti elementi: agli agglomerati con più di 250 mila abitanti, alle infrastrutture stradali con più di 6 milioni di veicoli/anno, - valutazione del numero stimato di persone genericamente esposte al rumore; alle infrastrutture ferroviarie con più di 60 mila convogli/anno e agli aeroporti principali con più di 50 mila 2 European strategies for noise reduction and management in the cities

3 - individuazione dei problemi e delle situazioni da migliorare; - misure antirumore già in atto e progetti in preparazione; - interventi pianificati dalle autorità competenti; - strategie di lungo termine; - valutazione dell attuazione e dei risultati del piano d azione. La Direttiva, parimenti alla Legge 447/1995 indica gli strumenti dei quali avvalersi allo scopo di mitigare gli effetti negativi del rumore sull ambiente antropizzato, ovverosia: - pianificazione del traffico, - pianificazione territoriale, - accorgimenti tecnici a livello delle sorgenti, - scelta di sorgenti più silenziose, - riduzione della trasmissione del suono, - misure di regolamentazione o misure economiche o incentivi. La mancata emanazione dei decreti attuativi previsti agli art. 3 e 4 del D.Lgs 194/2005, riguardanti le modalità di redazione delle mappature acustiche, delle mappe strategiche e dei piani di azione, non pregiudica o impedisce la completa attuazione del decreto stesso e soprattutto, non deroga dal rispetto degli adempimenti nella tempistica prevista. Il D.Lgs stesso, negli allegati 4 Requisiti minimi per la mappatura acustica e per le mappe acustiche strategiche, 5 Requisiti minimi dei piani d azione e 6 Dati da trasmettere alla Commissione, indica chiaramente gli elementi necessari al loro calcolo ed i loro contenuti minimi. La Commissione Europea ha inoltre definito le indicazioni necessarie a produrre l insieme minimo di dati da fornire, attraverso apposite linee guida predisposte e divulgate dal WG AEN, disponibili sul sito della Commissione Europea, e mediante la predisposizione del già menzionato Reporting Mechanism. Un ulteriore aiuto verrà dato dal risultato del gruppo di lavoro UNI che sta predisponendo una proposta di rapporto tecnico volto a definire i Criteri per la predisposizione dei piani d azione destinati a gestire i problemi di inquinamento acustico ed i relativi effetti. Abbiamo detto già che il D.Lgs 194/2005 prevedeva la predisposizione di una serie di decreti attuativi, tra i quali è stato ad oggi emanato solamente quello di istituzione del Comitato di Coordinamento di cui all art. 10, comma 1, che si è riunito recentemente ed è in attesa dell aggiornamento di alcune nomine. I rimanenti decreti sono riportati in Tabella 2. Strategie per la riduzione e il controllo del rumore nelle città Tabella 2 - Decreti attuativi previsti dal D.Lgs 194/2005 Tipologia Argomento Riferimento DPCM DM DM DM DM DPR DM Determinazione dei criteri e degli algoritmi per la conversione dei valori limite secondo i descrittori acustici Lden e Lnight Metodi di determinazione dei valori limite Criteri per l'elaborazione delle mappe acustiche strategiche e delle mappature acustiche Criteri per l'elaborazione dei piani d'azione Modifiche necessarie a coordinare il D. Lgs con la normativa vigente adottata ai sensi dell'art. 3 comma 1 della 447/1995 Modifiche necessarie a coordinare il D. Lgs con la normativa vigente adottata ai sensi dell'art. 11 della legge 447/1995 Modifica degli allegati art. 5, comma 2 art. 6, comma 1 art. 3, comma 5 art. 4, comma 5 art. 10, comma 3 art. 10, comma 4 art. 9, comma 1 Entro mesi da entrata in vigore del D. Lgs. 194/2005 Il D.Lgs 194/2005 all art.4, comma 8, stabilisce che i Piani d Azione debbano recepire e aggiornare i Piani di Contenimento e di Abbattimento del Rumore (PCAR), prodotto dall esercizio dei servizi pubblici di trasporto, i Piani di Risanamento Acustico Comunale (PRAC), i Piani Regionali Triennali di intervento per la bonifica dall inquinamento acustico. Se per certi aspetti si può ritenere che sussistano forti elementi di analogia fra gli adempimenti della normativa comunitaria e nazionale, per altri esiste però una sostanziale differenza tra i concetti di mappe e di pianificazione acustica, sia in termini di indicatori utilizzati, modalità di rilievo e determinazione, sia per finalità ed obiettivi della pianificazione stessa. Come precedentemente indicato, la Direttiva introduce nuovi indicatori (livello day-evening-night e livel

4 lo night), differenti da quelli utilizzati nell ambito della Legge 447/95 (livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata A) e determinati considerando l arco temporale di un anno, l effetto su base statistica delle condizioni meteorologiche, l assenza delle riflessioni delle facciate degli edifici e posizioni di misura differenti. Inoltre, la Direttiva va ad operare esclusivamente sugli agglomerati con oltre abitanti e sulle infrastrutture di trasporto principali, mentre la Legge 447/1995 prende in considerazione il singolo ricettore esposto a livelli ritenuti disturbanti, fastidiosi o dannosi. 3. PROCEDURE E CRITERI ATTUATIVI DEI PIANI DI RISANAMENTO NELLA LEGISLAZIONE REGIONALE A più di 13 anni dall emanazione della Legge Quadro sono ancora cinque le regioni che non si sono dotate di una legge regionale in materia di inquinamento acustico: Molise, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. In Campania, Calabria e Sicilia sono state emanate disposizioni riguardo singoli atti procedurali (linee guida per la redazione della Classificazione acustica, procedure di riconoscimento della figura di tecnico competente, ecc.), mentre in Sardegna, nelle more dell approvazione di una legge organica in materia di inquinamento acustico, con l emanazione della Delib. G.R. 8 luglio 2005, n.30/9, si è provveduto a rielaborare tutte le direttive finora emanate dalla giunta regionale, apportandovi le necessarie modifiche e integrazioni. La Provincia Autonoma di Bolzano è l ultima, in termini temporali, ad avere emanato, una norma (D.P.P. 5 agosto 2008, n.39) che modifica la regolamentazione dell inquinamento acustico sul territorio precedente all emanazione della Legge Quadro. Le regioni che si sono dotate di un apposita legge hanno generalmente regolamentato in maniera completa il tema del risanamento; nell articolato delle leggi è infatti sempre presente il tema del risanamento acustico del territorio, nelle forme di risanamento comunale e aziendale, e l indicazione dell esigenza di armonizzare il risanamento comunale con quello delle infrastrutture di trasporto che insistono sul territorio. Considerando in maniera specifica la tematica del risanamento acustico comunale, è opportuno sottolineare che nelle leggi regionali ad oggi emanate vengono sempre richiamati, anche laddove l esplicitazione di criteri e procedure per la pianificazione del risanamento acustico è affidata a successive regolamentazioni regionali, i contenuti fondamentali del risanamento definiti dall art. 7 della Legge Quadro. Le leggi regionali inoltre provvedono a disciplinare i tempi di approvazione dei Piani di risanamento comunale, rispetto generalmente all approvazione della Classificazioni acustica - atto di pianificazione propedeutico a qualsiasi azione di risanamento sul territorio e indicano gli enti competenti e interessati dall iter procedurale di approvazione dei Piani (comune, provincia, ARPA/APPA, regione), vincolando alla redazione degli stessi il Tecnico competente in acustica ambientale e richiamando chiaramente l importanza dell integrazione nel Piano di risanamento comunale di tutti gli altri strumenti di pianificazione territoriale vigenti (Piani di risanamento delle infrastrutture di trasporto, Piano di risanamento aziendale, Piano Urbano del Traffico, Regolamento di Igiene, Regolamento edilizio, ecc.). In alcune leggi regionali, come già accennato, si rimanda a successive disposizioni normative la definizione di procedure e di eventuali ulteriori criteri, oltre a quelli di cui alla Legge Quadro, per la predisposizione e l adozione da parte dei comuni dei Piani di risanamento acustico; questo è il caso delle leggi regionali di Valle d Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Abruzzo. La legge regionale del Lazio, oltre a richiamare i criteri generali per la predisposizione dei Piani comunali di risanamento acustico, definisce anche i contenuti e le procedure di adozione degli stessi e riporta in allegato i criteri per la rappresentazione grafica delle zone di rumore nelle mappe acustiche e la metodologia di calcolo per la valutazione delle priorità di intervento. Attualmente solo le Regioni Valle d Aosta (Delib.G.R. 10 novembre 2006, n.3355), Liguria (Delib.G.R. 23 dicembre 1999, n.1585), Toscana (Delib.C.R. 22 febbraio 2000, n.77), Umbria (Reg. 13 agosto 2004, n.1) e Marche (Delib.G.R. 24 giugno 2003, n.896) hanno emanato le disposizioni regionali previste. Nelle deliberazioni di Valle d Aosta e Toscana viene inoltre introdotto il Piano comunale di miglioramento acustico, predisposto al fine di conseguire i valori di qualità (art. 2, comma 1, lett. h) della L. 447/95, art. 7 del DPCM 14/11/1997) e redatto secondo i criteri definiti per il Piano di risanamento. Diverso è il caso della Regione Sardegna, che, in assenza di una legge organica in materia di inquinamento acustico, con la Delib.G.R. 8 luglio 2005, n.30/9, ha disciplinato, tra gli altri, i criteri e le procedure che i comuni devono applicare per la Classificazione acustica del territorio e per la predisposizione e l adozione dei Piani di risanamento acustico delle imprese e dei comuni. Da un analisi delle norme in materia di risanamento acustico comunale emanate dalle regioni Valle d Aosta, Liguria, Toscana e Marche, è possibile individuare alcuni aspetti procedurali e di analisi che rappresentano punti di contatto normativo tra le diverse realtà regionali. La fase conoscitiva dello stato acustico del territorio comunale, propedeutica alla valutazione dei livelli di rumorosità ambientale, risulta sempre preliminare alla predisposizione di un Piano di risanamento e si realizza sia attraverso l acquisizione dei livelli sonori mediante rilievi strumentali, sia attraverso l utilizzo di modelli matematici previsionali. La rappresentazione grafica dello stato acustico, mappatura acustica, distinta nei due tempi di riferimento (diurno e notturno), deve generalmente rispettare definiti criteri grafici attraverso i quali si identificano su cartografia aree acusticamente omogenee del territorio comunale a diverso livello di rumorosità. Solo il confronto tra la mappatura acustica e la classificazione acustica del territorio me- 4 European strategies for noise reduction and management in the cities

5 desimo consente di valutare i livelli di rumorosità ambientale e di individuare le situazioni di criticità, le sorgenti implicate e le aree/ricettori su cui intervenire. Alla fase conoscitiva segue quindi la fase propositiva, con la progettazione degli interventi di natura tecnica, amministrativa, costruttiva e gestionale, finalizzati alla bonifica acustica delle aree critiche e di cui è opportuno valutare fattibilità, efficacia e costi, e l individuazione dei soggetti a cui compete la realizzazione degli stessi. Poiché nei Piani di risanamento comunale gli interventi da realizzare possono essere molteplici, differiti nel tempo o relativi a piccole porzioni di territorio, le norme forniscono anche i criteri, generalmente di tipo parametrico, per valutare le priorità temporali degli interventi progettati. Infine è prevista, a seguito della realizzazione degli interventi, la fase di collaudo, per verificare sul territorio la rispondenza dell opera a quanto definito dal progetto acustico. stico su 2811 comuni che hanno approvato la Classificazione acustica del territorio comunale. 4. STATO DI ATTUAZIONE DEI PIANI DI RISANAMENTO ACUSTICO COMUNALE La Legge Quadro prevede l adozione e approvazione dei piani di risanamento acustico comunali nel caso in cui risultino superati i valori di attenzione 2 definiti nel DPCM 14/11/97, oppure in caso di contatto di aree territoriali, anche appartenenti a comuni confinanti, i cui valori si discostino in misura superiore a 5 db(a). I contenuti del piano sono introdotti nell art. 7 e riguardano l individuazione della tipologia ed entità dei rumori presenti, dei soggetti a cui compete l intervento, l indicazione delle priorità, delle modalità e dei tempi, la stima degli oneri finanziari e dei mezzi necessari, le eventuali misure cautelari a carattere di emergenza a tutela della salute pubblica e dell ambiente, definendo l identità del piano quale strumento di bonifica, di ripristino di aree che presentano situazioni critiche. Atto consecutivo all adozione della classificazione, la redazione del piano deve assicurare il coordinamento con il Piano Urbano del Traffico e i piani previsti dalla legislazione vigente in materia ambientale. Deve inoltre essere assicurato il recepimento dei contenuti dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore predisposti dalle società e dagli enti gestori delle infrastrutture di trasporto pubblico, insistenti sul territorio comunale. Dai dati in possesso, al 31 dicembre 2007, sugli 8101 Comuni italiani, 2811 risultano aver approvato la classificazione acustica del territorio, pari al 34,7%, con una percentuale complessiva di popolazione residente in comuni zonizzati pari al 46,4% (Fig. 1). L utilizzo dell atto conseguente all approvazione della Classificazione acustica, il Piano di risanamento, è rimasto disatteso: la lettura dei dati, aggiornati a dicembre 2007 e riportati in Tabella 3, individua 47 comuni con approvazione del Piano di risanamento acu- Figura 1 Percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato la classificazione acustica sul totale della popolazione di ogni regione/provincia autonoma 3 Dei 47 comuni che hanno approvato il Piano di risanamento, 38 sono in Toscana, 4 in Emilia Romagna ed 1 ciascuno nelle seguenti Regioni: Valle d Aosta, Liguria, Umbria, Marche e Provincia Autonoma di Trento. Tabella 3 Numero dei Comuni, suddivisi per regione, che hanno approvato il Piano di risanamento acustico, aggiornato al 31/12/2007 Regione/ Provincia autonoma N. Comuni con Classificazione acustica approvata N. Comuni con Piano di risanamento acustico approvato Piemonte Valle d Aosta 2 1 Lombardia Trentino Alto Adige 90 1 Bolzano 0 0 Trento 90 1 Veneto 370 a n.d. Friuli Venezia Giulia 0 0 Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Valori di rumore, relativi al tempo a lungo termine, che segnalano la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per Dati 2007, elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA, Regione 3 l ambiente Lazio, ISTAT Strategie per la riduzione e il controllo del rumore nelle città 5

6 Regione/ Provincia autonoma N. Comuni con Classificazione acustica approvata N. Comuni con Piano di risanamento acustico approvato Marche Lazio 75 b n.d. Abruzzo 6 n.d. Molise n.d n.d Campania 173 c n.d Puglia 18 0 Basilicata n.d n.d Calabria n.d n.d Sicilia 4 n.d Sardegna 12 0 ITALIA Fonte: Annuario dei Dati Ambientali ISPRA Database degli Indicatori ambientali. Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA a Non disponibili le informazioni della provincia di Verona b Aggiornamento dei dati al 31/12/2006; fonte Regione c Aggiornamento dei dati al 31/12/2003 L adozione del Piano risulta non diffusa a livello territoriale, con la presenza di elevati scostamenti nelle diverse regioni; in 5 di esse infatti si ha la presenza di un solo comune con piano di risanamento adottato: Aosta, Trento, Perugia, in Liguria il solo Comune di Celle Ligure e nella Regione Marche il comune di Filottrano. Regioni, inoltre, con un alto numero di comuni dotati di classificazione acustica, quali il Piemonte, con 831 comuni, e la Lombardia, con 385, non presentano alcun comune che abbia approvato il piano di risanamento. A fronte di 47 Comuni che risultano aver approvato il Piano di risanamento acustico comunale, 1218 risultano interessati dal PCAR redatto da RFI, gestore della rete ferroviaria nazionale, un determinato numero di comuni saranno interessati dai PCAR delle infrastrutture stradali ed i Comuni interessati dalla presenza di aeroporti devono considerare la caratterizzazione a- custica degli intorni aeroportuali, rendendo necessario un coordinamento ed una gestione accurata degli interventi insistenti sul territorio e delle interazioni configurate. Le procedure ed i criteri attuativi in materia di inquinamento acustico predisposti dalle regioni mediante apposite leggi ed i vincoli temporali che legano la redazione del piano all approvazione della classificazione acustica appaiono non efficaci. La regione nella quale è presente il maggior numero di comuni, 38, che hanno approvato il piano, è la Toscana, che ha adottato il Piano Regionale di bonifica acustica ed i programmi di intervento finanziario, consentendo l attuazione degli interventi definiti ed evidenziando il ruolo del sostegno finanziario. Appare evidente la necessità di una più attenta analisi della mancata attuazione, insieme alla valutazione della natura complessa del piano, per il quale è necessaria l interazione tra provvedimenti di varia natura, legislativi, amministrativi, tecnici, gestionali, di pianificazione, anche in relazione della definizione dei ruoli dei vari strumenti, comunitari e nazionali, vigenti ed in vista del coordinamento delle varie attività che interessano il territorio. 5. STATO DI ATTUAZIONE DEI PIANI DEGLI INTERVENTI DI CONTENIMENTO E ABBATTIMENTO DEL RUMORE AI SENSI DEL D.M. 29/11/2000 La legge Quadro ha sancito che le società e gli enti gestori di servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, comprese le autostrade, nel caso di superamento dei valori limite, hanno l obbligo di predisporre e presentare alle regioni e ai comuni i PCAR, secondo quanto richiesto dal D.M. 29/11/2000. Nell ambito di detto decreto vengono individuati, fra l altro, fasi e tempi di lavoro per la predisposizione dei Piani e inoltre viene richiesta l indicazione in merito ai tempi di adeguamento, modalità realizzative, costi e priorità degli interventi. Per quanto riguarda i Piani di risanamento relativi a infrastrutture di interesse nazionale o di più regioni, la competenza in merito alla loro approvazione spetta al Ministro dell Ambiente, d intesa con la Conferenza Unificata. Il MATTM si è avvalso dell ISPRA per la predisposizione delle istruttorie e valutazione tecnica degli elaborati. Nelle note seguenti si riporta una riepilogo sintetico in merito allo stato di applicazione del D.M. 29/11/ Lo stato di applicazione del risanamento acustico per le infrastrutture autostradali in concessione I PCAR fino ad ora predisposti secondo le indicazioni del D.M. 29/11/2000 riguardano soprattutto le infrastrutture della rete autostradale in concessione. I gestori delle infrastrutture autostradali, con un rimando di 4 anni, hanno iniziato a trasmettere i Piani di loro competenza a partire da giugno In particolare, allo stato attuale, 18 sono quelli che hanno inviato i PCAR al MATTM e alle regioni/comuni interessati; 3 gestori non hanno presentato i PCAR avendo dichiarato che le loro tratte in concessione, rispettando i valori limite vigenti, non necessitano di nuovi interventi; infine, un solo gestore deve ancora presentare il PCAR di propria competenza. ISPRA ha svolto le istruttorie tecniche complessivamente per 44 infrastrutture autostradali gestite in concessione, pari a uno sviluppo complessivo di circa km di rete che rappresentano il 94,7% dell estensione autostradale soggetta alla presentazione del PCAR. Contestualmente all attività di ISPRA, ha avuto i- nizio, con il coinvolgimento di tutte le regioni interessate, la fase di istruttoria tecnica dei PCAR, propedeu- 6 European strategies for noise reduction and management in the cities

7 tica alla riunione di Conferenza Unificata, prevista dall art. 5, comma 2, del D.M. 29/11/2000, che ha permesso di predisporre dei contributi specifici di carattere tecnico allo schema di determinazione da sottoporre ad approvazione della Conferenza stessa. Tale iter è stato già portato a termine per 10 gestori; per altri 3, a valle dell esame congiunto con le regioni interessate, è stato richiesto di fornire ulteriori integrazioni; infine, per altri 3 gestori, per i quali ISPRA ha già concluso il suo esame tecnico, non si è ancora svolta la fase di istruttoria tecnica con le relative regioni. Tabella 4 - Piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore prodotto da infrastrutture di trasporto veicolare di interesse nazionale o di più regioni ai sensi del D.M. 29 novembre 2000: situazione relativa alle Infrastrutture Autostradali in Concessione Gestore Sigla Km PCAR Stato Istruttoria A1 803,50 A4 93,50 A7 50,00 A8/A9 101,70 A10 45,50 A11 81,70 A12 48,70 Autostrade A12 65,40 per l'italia A13 127,30 SI RI A14 781,40 A16 172,30 A23 101,20 A26 244,90 A27 82,20 A30 55,30 SISTRAB T2 5,80 RAV A5 20,00 SITAF T4 6,80 A32 74,00 S.A.V. A5 58,50 SI A5 51,20 A.T.I.V.A. A4/A5 23,60 SI S.T.T. 77,90 S.A.T.A.P. A4 127,00 A21 164,90 SI ATS A6 132,30 SI A50 31,50 Autostrada A51 30,80 Milano A52 12,90 Serravalle Milano A54 8,40 Tangenziale A53 9,10 SI A7 86,30 Autostrade CentroPadane A21 88,60 SI Autostrada A4 146,10 BS-VR-VI-PD A31 36,40 SI Θ Gestore Sigla Km PCAR Stato Istruttoria Autostrade A4 23,30 di Venezia e A57 9,10 SI Θ Padova RTM 9,40 Autostrada del Brennero A22 314,00 SI A4 125,90 Autovie A23 18,50 Venete A28 31,10 SI Θ Autostrada dei Fiori A10 113,20 SI Autocamionale A15 101,00 SI Cisa S.A.L.T. A12 154,90 SI RI S.A.T. A12 36,60 SI RI SARA A24 166,50 ANAS A25 114,90 SI Tangenziale Napoli A56 20,20 SI IC SAM A3 51,60 SI IC A20 131,60 CAS A18 76,80 NO A18 9,60 Gestori che non hanno presentato il Piano in quanto hanno dichiarato che la propria infrastruttura, rispettando i valori limite vigenti, non necessita di nuovi interventi Piani per i quali l iter istruttorio preliminare alla Conferenza Unificata è stato completato IC Piani con istruttoria in corso RI Piani per i quali l istruttoria si è conclusa con richieste di integrazioni Θ Piani per i quali ISPRA ha completato l istruttoria, ed è stato avviato l iter di verifica con le Regioni interessate preliminare alla Conferenza Unificata Tabella 5 - Presentazione dei PCAR da parte dei Gestori PCAR km % Presentati 5.230,30 94,2 Da presentare 218,00 3,9 Dichiarati non necessari dal Gestore 106,60 1,9 Totale 5.554, Tabella 6 - Istruttorie svolte da ISPRA Istruttorie ISPRA km % Completate 5.158,50 95,1 In corso 71,80 1,3 In attesa di integrazioni 191,50 3,5 Totale 5.421, Strategie per la riduzione e il controllo del rumore nelle città 7

8 Tabella 7 - Istruttorie congiunte ISPRA/Regioni Istruttorie ISPRA/Regioni km % Completate 1.712,60 34,5 Da completare 3.254,40 65,5 Totale 4.967, Infrastrutture ferroviarie Il D.P.R. 18/11/1998, n. 459, regolamenta i limiti massimi del rumore prodotto dall infrastruttura ferroviaria all interno delle fasce acustica di pertinenza, in deroga ai valori fissati, per la generalità delle sorgenti sonore, dal D.P.C.M. 14/11/1997. RFI, gestore della rete ferroviaria italiana, ha presentato il suo PCAR già nel 2003 secondo le scadenze previste; tale Piano è stato approvato nel 2004, relativamente ai primi quattro anni. Sono previsti 8843 interventi in tutta Italia su 1218 comuni, da realizzarsi nell arco dei 15 anni per un costo complessivo di Nonostante l iter di approvazione della prima fase sia terminato da tempo, i lavori, con l eccezione di alcun casi specifici, sono ancora in forte ritardo; ad oggi si è anche in attesa della presentazione da parte del gestore del Piano relativo ai successivi 4 anni. La distribuzione degli interventi su base regionale è riportata nella seguente tabella. Tabella 8 - Numero di interventi, suddivisi per regione, previsti in 15 anni da RFI Regione Comuni interessati Interventi Costo ( x 1000) Abruzzo Basilicata Calabria Campania Emilia Romagna Friuli Venezia Giulia Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino Alto Adige Umbria Regione Comuni interessati Interventi Costo ( x 1000) Valle d'aosta Veneto Riepilogo Dai dati disponibili dall Annuario APAT, edizione 2005, si evince che, su un estensione della rete ferroviaria pari a km, per circa il 47% (8.151 km) è stato riscontrato il superamento dei limiti in fascia A, e per circa il 17% (2.874 km) si è anche in presenza di ricettori; inoltre, si hanno 86 km totali di rete con presenza di ricettori sensibili. In merito agli interventi diretti sulla sorgente, pur rappresentando la priorità più alta ed essendo in corso progetti internazionali, RFI ha ritenuto che, allo stato attuale, anche le tecnologie più efficaci siano ancora in fase di sperimentazione, escludendo, pertanto, il ricorso a tale tipologia nell ambito della stesura del Piano. Degli 8843 interventi previsti, ben 5515 sono interventi che vedono la realizzazione di barriere antirumore mentre i restanti 3328 sono interventi diretti sui ricettori. Tenendo conto di precedenti esperienze maturate, basate su interventi prototipali realizzati lungo la linea ferroviaria, e avvalendosi anche degli studi più aggiornati, è stata definita una soluzione standardizzata, riponendo particolare attenzione sia agli aspetti relativi al posizionamento delle barriere rispetto al binario, sia alla scelta dei materiali, al fine di ottimizzare l efficacia acustica, la durabilità delle opere e l inserimento ambientale. 5.3 Infrastrutture aeroportuali Il contenimento del rumore prodotto dagli aeromobili è disciplinato dal D.M. 31/10/1997 e da decreti successivi, relativi ad aspetti specifici quali le procedure antirumore, il sistema di monitoraggio del rumore, i voli notturni. Tale normativa prevede per ciascun aeroporto l istituzione di una Commissione (art. 5 del D.M. 31/10/97). Tra i compiti della Commissione sono ricompresi la definizione delle procedure antirumore, ovvero delle operazioni che minimizzano l impronta acustica del rumore al suolo, l individuazione delle aree A, B e C, che definiscono l intorno aeroportuale e che ne vincolano le destinazioni d uso e la classificazione dell aeroporto, in base ai tre indici Ia, Ib e Ic, che permette di valutare l impatto sul territorio dell infrastruttura aeroportuale. Sono presenti sul territorio nazionale più di cento tra aeroporti ed aviosuperfici, per i quali risultano istituite solamente 39 Commissioni aeroportuali, che comunque ricoprono la quasi totalità del traffico aereo presente. Per un riepilogo sintetico dello stato di avanzamento dei lavori delle Commissioni si rimanda alla Tabella seguente. 8 European strategies for noise reduction and management in the cities

9 Tabella 9 Stato di attuazione della normativa nei maggiori aeroporti italiani: approvazione delle procedure antirumore, dell Intorno Aeroportuale (I.A.) e presenza del sistema di monitoraggio Aeroporto Pescara Procedure Antirumore I. A. approvato Lamezia Terme Sistema di Monitoraggio Reggio Calabria Napoli - Capodichino Bologna - Borgo Panigale Forlì Parma Rimini - Miramare Trieste - Ronchi dei Legionari Roma - Ciampino Roma - Fiumicino Genova - Sestri Brescia - Montichiari Bergamo - Orio al Serio Milano - Linate Milano - Malpensa Ancona Falconara Cuneo - Levaldigi Torino - Caselle Bari - Palese Brindisi Foggia Taranto Alghero - Fertilia Cagliari - Elmas Olbia - Costa Smeralda Catania - Fontanarossa Lampedusa Palermo - Punta Raisi Pantelleria Trapani Birgi Pisa - San Giusto Siena - Ampugnano Aeroporto Firenze - Peretola Bolzano Procedure Antirumore I. A. approvato Sistema di Monitoraggio Perugia - Sant Egidio Treviso - Sant'Angelo Venezia - Tessera Verona - Villafranca Totale La normativa attribuisce alla società di gestione il compito di realizzare e gestire un sistema di monitoraggio del rumore atto a rilevare in continuo il clima acustico esistente nell intorno aeroportuale. Il MATTM ha finanziato 11 interventi relativi alla realizzazione di altrettanti sistemi di monitoraggio per gli aeroporti di Ancona, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Ciampino, Firenze, Napoli, Palermo, Pisa e Torino; questi sistemi sono già tutti ultimati e quasi tutti collaudati. Dai dati riportati in tabella si evidenzia che soltanto una piccola percentuale delle Commissioni aeroportuali attive ha terminato i lavori di approvazione delle procedure antirumore e di definizione dell intorno aeroportuale. Leggermente migliore è la situazione del monitoraggio del rumore aeroportuale: infatti, grazie anche ai finanziamenti del Ministero, ad oggi i più importanti aeroporti presenti sul territorio nazionale sono dotati dei suddetti sistemi. Molte Commissioni, non avendo ancora definito le zone di rispetto, non hanno potuto procedere alla predisposizione dei PCAR di cui al D.M. 29/11/2000. Le Commissioni che possono essere considerate apripista per tutte le altre realtà sono quelle degli aeroporti di Napoli e Firenze. Napoli ha dimostrato una efficace gestione delle violazioni delle procedure antirumore: infatti, nell arco di un anno, si è riusciti a portare la percentuale di rispetto delle stesse dal 26% del 2006, al 97% del Questo importante risultato è stato raggiunto non solo sanzionando i voli che non rispettano le procedure, ma anche coinvolgendo, con un azione di sensibilizzazione, anche i piloti. Firenze, invece, sta predisponendo il PCAR individuando i ricettori esposti al rumore aeroportuale e predisponendo campagne di monitoraggio mirate. Per quanto riguarda l attuazione del D.Lgs 194/2005 di recepimento della Direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione ed alla gestione del rumore ambientale, la tabella di seguito riportata riassume lo stato di avanzamento delle attività per gli aeroporti principali presenti sul territorio nazionale. Strategie per la riduzione e il controllo del rumore nelle città 9

10 Aeroporto Principale Tabella 10 Stato di attuazione del D.Lgs 194/2005 per gli aeroporti principali Codice ICAO Movimenti annui Mappatura Acustica Bergamo LIME Si Bologna LIPE Catania LICC Milano Linate Milano Malpensa LIML Si LIMC Si Napoli LIRN Si Roma Fiumicino LIRF Si Torino LIMF Si Venezia LIPZ CONCLUSIONI Piani d Azione Si (in valutazione) Si (in valutazione) Si (in valutazione) Si (in valutazione) [2] APAT, CTN-AGF, Revisione delle Linee Guida per i Piani comunali di risanamento acustico, [3] S. Curcuruto, D.Atzori, G. Marsico, F. Sacchetti, R.Silvaggio, M. Stortini Il risanamento acustico in Italia: interventi, strategie, novità, AIA, Associazione Italiana di Acustica, 35 Convegno Nazionale, Milano, giugno, [4] S. Curcuruto, D. Atzori, E. Lanciotti, G. Marsico, F. Sacchetti, R. Silvaggio. Lo stato di attuazione della Normativa sul risanamento acustico a livello regionale. Seminario Il risanamento acustico delle aree urbane, Vercelli, Marzo [5] L. Lombardi, E. Guastadisegni, E. Lanciotti, L. De Rinaldis Il Risanamento Acustico delle Aree Urbane nella Legislazione Nazionale Il risanamento acustico delle aree urbane Vercelli, Marzo [6] Piano di Risanamento Acustico del Comune di Bologna. Comune di Bologna Settore Territorio e Riqualificazione Urbana Unità Ambiente. [7] Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore ai sensi del DMA 29/11/2000, Pianificazione degli interventi, RFI, [8] Trento, Piano Comunale di Risanamento acustico, Relazione Generale, Dall analisi dello stato di attuazione degli strumenti di risanamento nazionale, è evidente la presenza di disomogeneità riguardo le diverse tipologie di strumenti considerati. Se da un lato, infatti, potrebbe ritenersi soddisfacente lo stato di avanzamento della redazione dei PCAR relativi alle infrastrutture di trasporto (soprattutto RFI e autostrade in concessione), dall altro si registra un forte ritardo per tutte le attività che riguardano gran parte delle infrastrutture aeroportuali. Un discorso diverso, inoltre, riguarda la pianificazione a livello comunale, dove una scarsa applicazione del Piano di risanamento indica una situazione anomala che richiede una più attenta riflessione in merito alla natura e ai contenuti del Piano e all applicazione dello stesso. Per quanto riguarda infine i Piani di Azione, nonostante il ritardo nell emanazione dei decreti di armonizzazione e di coordinamento tra la normativa comunitaria e quella nazionale, si è riscontrato un sufficiente stato di attuazione da parte dei gestori delle principali infrastrutture di trasporto, dovuto probabilmente all introduzione del regime sanzionatorio previsto dal Decreto di recepimento della Direttiva comunitaria. A riprova di ciò, non essendo previsto un analogo regime sanzionatorio anche per gli agglomerati, per questi ultimi non si è ancora provveduto al pari degli altri soggetti all ottemperanza delle citate disposizioni. 7. BIBLIOGRAFIA [1] ANNUARIO ISPRA, Capitolo Rumore, 10 European strategies for noise reduction and management in the cities

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