ACCORDO IN MATERIA DI SICUREZZA URBANA TRA IL MINISTERO DELL INTERNO E LA GIUNTA DELLA EMILIA-ROMAGNA

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1 ACCORDO IN MATERIA DI SICUREZZA URBANA TRA IL MINISTERO DELL INTERNO E LA GIUNTA DELLA EMILIA-ROMAGNA VISTA la legge 1 aprile 1981 n. 121; VISTA la legge 15 marzo 1997 n. 59; VISTO il decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 112; VISTO il decreto legislativo 3 febbraio 1993 n. 29; VISTA la legge della Regione Emilia-Romagna 26 aprile 1999 n.3 VISTO l art. 7 del DCPM 12 settembre 2000 di cui alla G.U. del 30 dicembre 2000 VISTA RILEVATO l Intesa Istituzionale di Programma stipulata il 22 marzo 2000 tra il Governo della Repubblica e la regione Emilia-Romagna; che la predetta Intesa Istituzionale di Programma costituisce il quadro di riferimento degli atti di programmazione negoziata che hanno luogo nell Emilia-Romagna e lo strumento con il quale sono stati stabiliti gli obiettivi da conseguire per i quali è indispensabile l azione coordinata dal Governo della Repubblica e della Giunta della regione Emilia-Romagna; che l Intesa Istituzionale di Programma prevede, tra l altro, la definizione di un accordo in materia di sicurezza urbana diretto a perfezionare la collaborazione e le sinergie di sicurezza tra Istituzioni dello Stato responsabili dell ordine e della sicurezza pubblica e Comuni, Province e Regioni, nell ambito delle rispettive attribuzioni; che l Intesa Istituzionale di Programma ha individuato i settori di concertazione: nella promozione di una più intensa collaborazione tra i sistemi informativi dell Autorità di Pubblica Sicurezza sistemi informativi delle Autorità regionali, Provinciali e Comunali, nel miglioramento del coordinamento fra le sale operative delle Forze di polizia e dei Corpi di Polizia municipale, nella collaborazione per migliorare la formazione e l aggiornamento professionale del personale delle Forze di polizia, dei Corpi di Polizia Municipale e di 151

2 altri operatori della sicurezza, e, infine, nella promozione e realizzazione, con il concorso finanziario della Regione, di progetti pilota volti al miglioramento di rilevanti problemi di sicurezza, o finalizzati alla valutazione dell impatto in termini di sicurezza di grandi interventi infrastrutturali; RITENUTO di dover dare attuazione all Intesa Istituzionale di Programma in materia di sicurezza urbana con l individuazione dei progetti e delle iniziative e delle risorse necessarie per darvi seguito, che dovranno essere avviate negli ambiti individuati con il coinvolgimento delle parti contraenti e degli enti locali interessati, ciascuno nei limiti delle proprie attribuzioni delineate dalle normative vigenti; che il Ministero dell Interno e per esso l Amministrazione della Pubblica Sicurezza, consapevoli del loro ruolo istituzionale sono impegnati a cogliere le nuove istanze di sicurezza provenienti dalla società civile, con l adeguamento costante delle strategie, delle metodologie operative, delle soluzioni organizzative e gestionali, e con il consolidamento della cooperazione con tutti gli organismi istituzionali interessati, compresi in particolare la Amministrazione locale e la Polizia Municipale; che la Regione Emilia-Romagna si è posta l obiettivo di promuovere un sistema integrato di sicurezza delle città e del territorio regionale, anche attraverso la disciplina del servizio di polizia regionale e locale; Tutto ciò premesso e considerato si stipula il presente: ACCORDO IN MATERIA DI SICUREZZA URBANA Tra il Ministro dell Interno e il Presidente della Giunta Regionale dell Emilia-Romagna. Articolo 1 (Oggetto dell Accordo) 1. Oggetto dell Accordo è l individuazione dei progetti che il Ministero dell Interno e la Regione Emilia-Romagna si impegnano a realizzare nei limiti delle proprie attribuzioni, con la compartecipazione anche degli Enti locali interessati, nel settore della sicurezza urbana. 152

3 Articolo 2 (Efficacia delle premesse) 1. Le premesse costituiscono parte sostanziale ed integrante del presente accordo. Articolo 3 (Sistemi informativi) 1. Il Ministero dell Interno e la Regione Emilia-Romagna convengono sull utilità di avviare, a partire dal 1 luglio 2001, e per la durata massima di un biennio, la sperimentazione di un sistema di rilevazione dei fenomeni di criminalità e disordine urbano diffuso che si verificano nell Emilia-Romagna. 2. Per la realizzazione di tale sistema sperimentale, che dovrà consentire una rappresentazione anche su cartografia digitalizzata dei fenomeni di criminalità e disordine urbano diffuso, le parti contraenti costituiscono, in tempo utile per l avvio della sperimentazione, presso la sede della Prefettura di Bologna un Laboratorio informatico in cui far confluire le informazioni sintetiche e analitiche, rese anonime, sulla delittuosità delle Province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Rimini in possesso del CED del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e quelle disponibili da parte delle Polizie Municipali sugli episodi di inciviltà e degrado urbano. 3. Per le modalità di costituzione e di funzionamento del Laboratorio si rinvia alle intese tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell Interno e la Regione Emilia-Romagna. La scelta dei contenuti informativi da privilegiare e il programma di attività del Laboratorio saranno definiti semestralmente dai responsabili di progetto d intesa con le rispettive Amministrazioni. 4. Il Laboratorio avrà sede in locali appositamente attrezzati dalla Prefettura di Bologna e sarà dotato di risorse hardware e software, commisurate alla fase sperimentale dell iniziativa, messe a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna. Ciascuna Amministrazione si farà inoltre carico delle spese relative al personale tecnico - operativo di competenza, assegnato al laboratorio secondo le intese di cui al punto 3. del presente articolo. 5. La sperimentazione si concluderà entro il 30 giugno del 2003 o anticipatamente su proposta dei responsabili di progetto. 6. Entro tre mesi dalla conclusione della sperimentazione viene predisposta, a cura dei responsabili di progetto, una relazione sui risultati raggiunti nel periodo di sperimentazione, sulla base della quale il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell Interno e la Regione Emilia- 153

4 Romagna ricercheranno le necessarie intese in ordine alla configurazione e gestione a regime del laboratorio, e alla estensione del progetto, con le stesse modalità, alle altre Province della Regione. 7. Verrà, inoltre, costituito, entro due mesi dalla stipula dell Accordo, un gruppo di studio congiunto tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero Interno e la Regione Emilia- Romagna per la soluzione di problematiche che riguardano il miglioramento delle forme di collaborazione in tema di sistemi informativi e delle possibilità di accesso alle banche dati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Articolo 4 (Sale operative delle Forze di Polizia e dei Corpi di Polizia Municipale) 1. Le parti concordano sull opportunità di creare i presupposti tecnologici che consentano lo sviluppo di future sinergie operative tra le Sale Operative delle Forze di Polizia e quelle dei Corpi di Polizia Municipale al fine di migliorare l impiego delle risorse sul territorio. 2. In una prima fase, saranno realizzati, per iniziativa del Dipartimento della pubblica sicurezza e delle Amministrazioni locali interessate, sistemi di comunicazioni bidirezionali tra le Sale Operative della Polizia di Stato, dell Arma dei Carabinieri e dei Corpi di Polizia Municipale o- peranti in Emilia-Romagna attraverso derivazioni telefoniche dirette per i Comuni capoluoghi di Provincia e ricercando idonee soluzioni per gli altri Comuni. 3. In una seconda fase sarà previsto - per i Comuni di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Rimini - lo sviluppo di più idonei sistemi di comunicazione tra le summenzionate Sale Operative, ricorrendo all adozione di sistemi di interconnessione e radiolocalizzazione delle forze impiegate sul territorio. 4. Il programma di attività volto alla realizzazione di quanto previsto ai punti 2. e 3. sarà definito semestralmente dai responsabili di progetto d intesa con le rispettive Amministrazioni. A tal fine il Dipartimento della pubblica sicurezza renderà disponibili alla Regione Emilia-Romagna i risultati delle sperimentazioni attualmente in corso e le specifiche dei diversi sistemi di comunicazione, radiolocalizzazione e gestione delle sale operative, da esso man mano adottate, al fine di sviluppare funzionalità compatibili anche presso le sale operative dei Corpi di polizia municipale. 5. Le parti convengono di perfezionare le installazioni tecnologiche nei comuni di Bologna, Modena, Rimini e Reggio Emilia entro l anno 2002, sulla base di intese da definirsi tra il Dipartimento della pubblica sicurezza e la Regione Emilia-Romagna. 6. A decorrere dal 1 gennaio 2002, compatibilmente con il perfezionamento delle installazioni di cui al punto 5., e per la durata di un anno, sarà avviata una fase di sperimentazione, finalizzata a disciplinare - nei limiti delle rispettive attribuzioni - i livelli di integrazione tra le Sale Operative 154

5 delle Forze di Polizia e dei Corpi di Polizia Municipale mediante l adozione, in sede locale, di protocolli operativi di impiego delle risorse. 7. Entro il 30 settembre 2003, il Dipartimento della Pubblica sicurezza e la Regione Emilia- Romagna, sulla base di una relazione sui risultati raggiunti dalla sperimentazione predisposta dai responsabili di progetto, esamineranno la possibilità di pervenire ad una pianificazione che riguarderà l estensione del sistema in argomento al restante territorio regionale. 8. La Regione Emilia-Romagna, si impegna a verificare la disponibilità da parte di Agenzie private di sicurezza, operanti in una delle quattro città oggetto di sperimentazione, a dotarsi di tecnologie di comunicazione e radiolocalizzazione delle proprie unità operative compatibili con quelle adottate dalle sale operative delle Forze di Polizia nazionali e dai Corpi di polizia municipale, al fine di individuare, d intesa con le Autorità provinciali di pubblica sicurezza, forme di integrazione tra i compiti di istituto propri delle Forze di polizia nazionali e dei Corpi di polizia municipale e l attività complementare che può essere utilmente svolta dalle Agenzie private. Articolo 5 (Formazione e aggiornamento professionale) 1. Le parti concordano sull opportunità di sviluppare iniziative in tema di formazione congiunta del personale delle Forze di polizia, dei Corpi di Polizia Municipale e di altri operatori della sicurezza, in grado di migliorare il livello di professionalità, nonché di integrazione tra gli operatori, nel quadro delle iniziative in tema di sicurezza diffusa, previste, peraltro, anche dai protocolli di sicurezza urbana stipulati in sede locale. 2. Sono individuate due principali aree di interesse: la prima, riguardante la formazione congiunta da sviluppare a supporto dei futuri modelli operativi comuni alle Forze di polizia nazionali e alle Polizie municipali (si citano, ad esempio, la polizia di prossimità, la gestione del controllo del territorio, l integrazione delle Sale Operative); la seconda, relativa all aggiornamento professionale degli operatori nelle materie e nelle problematiche di comune interesse (si citano, ad esempio, le violenze e le molestie sessuali, la violenza famigliare, lo sfruttamento e la violenza sui minori, la prostituzione coatta, le violenze e le discriminazioni su base xenofoba o razzista, i conflitti culturali ed etnici, le tossicodipendenze, i fenomeni di truffa ed usura). 3. A tal fine le parti costituiscono, entro il 30 giugno 2001, un Comitato tecnico - scientifico composto dai responsabili di progetto e da due membri, ciascuno, prescelti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell Interno e dalla Regione Emilia-Romagna, con il compito di definire la programmazione operativa su base annuale dell attività di formazione, nonché i contenuti e le modalità di realizzazione dei singoli progetti formativi. 155

6 4. Una prima programmazione di attività, mediante almeno un seminario di aggiornamento congiunto per ciascuna Provincia, compatibilmente con le esigenze delle Scuole di Polizia interessate, sarà sviluppata entro il 30 giugno 2001 in relazione all anno formativo settembre giugno Relativamente a quanto previsto al punto 4., i costi di partecipazione ai corsi e alle iniziative di aggiornamento professionale sono a carico, per i rispettivi ambiti di competenza, del Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell Interno e delle Amministrazioni locali invianti. I costi di organizzazione e docenza sono sostenuti dalle parti prendendo a riferimento il numero dei rispettivi frequentatori. 6. Le parti concordano di regolare, entro un mese dalla stipula del presente accordo, con specifica convenzione tra la Direzione Centrale per gli Istituti d Istruzione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e la scuola regionale specializzata di polizia locale, i rapporti di collaborazione per la reciproca disponibilità delle strutture ordinarie e specializzate operanti in regione per la formazione degli operatori di polizia. 7. Entro il 30 maggio 2002 viene predisposta, a cura dei responsabili di progetto, una relazione sui risultati, anche parziali, della prima fase di attività formativa, al fine di sviluppare la programmazione delle attività future. Articolo 6 (Nomina e compiti dei responsabili) 1. Il Dipartimento della pubblica sicurezza e la Regione Emilia - Romagna individueranno, entro 30 giorni dalla firma della convenzione, un responsabile per parte, per ciascuno dei progetti previsti dagli articoli 3.,4. e 5. di cui sopra, e un responsabile per parte delle attività generali di coordinamento e di attuazione dei programmi e degli impegni assunti con il presente Accordo, ai quali ultimi compete: a) la promozione di verifiche periodiche volte all attuazione della convenzione a alla soluzione dei problemi emersi; b) la riprogrammazione dei tempi di realizzazione delle diverse attività, nell ambito delle scadenze ultime definite per ciascuna area di collaborazione; c) la facoltà di proporre al Dipartimento della Pubblica Sicurezza e alla Regione Emilia-Romagna l adozione delle decisioni necessarie allo sviluppo dei contenuti del presente Accordo; d) la facoltà di proporre alle parti le modifiche o le integrazioni al presente Accordo che si rendessero necessarie; 156

7 Articolo 7 (Rapporti con la Prefettura di Bologna) 1. Dell attuazione dei programmi previsti dal presente Accordo dovrà essere informato il Prefetto del capoluogo della Regione Emilia-Romagna per il necessario raccordo ed ogni utile contributo. Articolo 8 (Durata) 1. Il presente accordo ha durata quinquennale a decorrere dalla data di inizio della sua efficacia. 2. Le parti si impegnano fin d ora ad incontrarsi un anno prima della scadenza del presente Accordo per discutere l eventuale rinnovo dello stesso. Articolo 9 (Disciplinare) 1. Le parti potranno concordemente decidere di modificare in qualunque momento e per tutta la durata i contenuti del presente Accordo. Articolo 10 (Interpretazione dell Accordo) 1. Per l interpretazione e l esecuzione del presente Accordo, i rapporti si svolgeranno tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell Interno e la regione Emilia-Romagna. Il Ministro dell Interno Enzo Bianco Il Presidente della Giunta della regione Emilia-Romagna Vasco Errani Roma, 2 Maggio

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