L antico Monastero Cluniacense dei SS. Pietro e Paolo di Castelletto Cervo

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1 L antico Monastero Cluniacense dei SS. Pietro e Paolo di Castelletto Cervo Delegazione di Biella MEMORIE DA SALVARE

2 L antico Monastero Cluniacense dei SS. Pietro e Paolo di Castelletto Cervo MEMORIE DA SALVARE EDIZIONI IERI E OGGI BIELLA

3 2010 Edizioni IERI E OGGI Via Italia, Biella Tel ierieoggi@tiscalinet.it

4 Questa piccola pubblicazione nasce da un progetto di collaborazione tra diversi ordini di formazione: la Scuola Superiore e l Università, precisamente l ITIS Quintino Sella di Biella e l Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro facoltà di Lettere e Filosofia che, grazie alla Delegazione di Biella del FAI (Fondo Ambiente Italiano), hanno avuto modo di incontrarsi e lavorare insieme. Gli alunni delle classi quarta A e D del Liceo Scientifico Tecnologico sono stati guidati in un percorso di scoperta, conoscenza ed approfondimento di un monumento di importanza storica del territorio biellese, l antico monastero cluniacense dei SS. Pietro e Paolo di Castelletto Cervo. Per approfondire lo studio, i dottori Eleonora Destefanis e Gabriele Ardizio, con la collaborazione della tirocinante Elettra Bertaglia, hanno tenuto lezione, sia in aula, sia in loco, agli alunni della Scuola Superiore, i quali, a loro volta, guidati dai loro insegnanti (prof.ssa Clara Dadda, prof.ssa Elisa Tarabbo e prof. Marco Zerbola) hanno prodotto questa pubblicazione. Il percorso di conoscenza si conclude con la presentazione del monumento in occasione delle Giornate di Primavera del FAI (27/28 marzo 2010), infatti i ragazzi, faranno da Ciceroni ai visitatori e, alla luce di quanto appreso, sapranno illustrare gli aspetti storici ed artistici di questo antico monastero. Quello degli APPRENDISTI CICERONI è un progetto caro al FAI, che da anni lo ripropone in occasione della Giornata FAI di Primavera, trovando sempre maggiore entusiasmo e partecipazione da parte degli studenti in tutto il territorio nazionale. I giovani si avvicinano in modo attivo e perciò più coinvolgente alla storia, al grande patrimonio artistico, talora dimenticato, del nostro paese. Grazie a questa esperienza può crescere in loro il senso di responsabilità e di rispetto di quei valori, nei quali noi crediamo: potranno allora DARE UN FUTURO AL NOSTRO PASSATO. Si ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che, nella persona del suo presidente, avvocato Luigi Squillario, ha creduto in questo progetto ed ha contribuito alla realizzazione della pubblicazione. Si ringraziano l Università del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro facoltà di Lettere e Filosofia con il Preside prof. Giacomo Ferrari, il Preside dell ITIS Quintino Sella, ing. Franco Rigola, il sindaco di Castelletto Cervo, sig. Giordano Montini, la Pro loco di Castelletto Cervo, il Parroco di Castelletto Cervo, don Paolo Perrone, l Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero Arcidiocesi di Vercelli e la Comunità Educativa Missionaria San Nicolao di Curino, che hanno collaborato con noi nel rendere possibile questa esperienza così strettamente legata alla missione del FAI di educazione, tutela e salvaguardia del patrimonio storico artistico. Delegazione FAI di Biella 3

5 4 L iniziativa che si concretizza in questo contributo muove da una collaborazione fra la Delegazione FAI di Biella e la Facoltà di Lettere e Filosofia dell Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, tesa alla valorizzazione dell importante sito di Castelletto Monastero, sede nel medioevo di uno dei priorati più rappresentativi (e meglio conservati) dell abbazia di Cluny in Piemonte. Questo lavoro rappresenta pertanto una occasione molto significativa di divulgazione dei risultati della ricerca che l Università (Dipartimento di Studi Umanistici) ormai da anni conduce sull antico centro monastico; gli studi su questo tema hanno visto una molteplicità di percorsi, dalla ricognizione dei documenti d archivio alla più ampia indagine sul contesto territoriale circostante e delle sue trasformazioni nel corso dei secoli, dall analisi delle fasi architettoniche e dei materiali costruttivi allo scavo archeologico vero e proprio. L attività scientifica ha inoltre comportato e comporterà nei prossimi sviluppi del progetto una puntuale attenzione agli aspetti didattici, con il coinvolgimento diretto di numerosi studenti della Facoltà, dalla partecipazione allo scavo nell ambito del cantiere-scuola organizzato sul sito, all elaborazione dei dati, anche mediante seminari e tesi di laurea. In questo quadro e nello spirito di costante attenzione al territorio e alla comunicazione dei risultati che accompagna la ricerca nella nostra Istituzione, ha trovato pieno accoglimento la proposta di collaborazione avanzata dal FAI in vista dell organizzazione delle Giornate di Primavera, alle quali la Facoltà offre il proprio contributo sul piano del coordinamento scientifico. Tale sinergia, articolata in vari momenti, si è tradotta anche nell attivazione di un tirocinio finalizzato alla formazione dei giovani Ciceroni dell ITIS Quintino Sella di Biella, guidati nel loro percorso di studio e approfondimento del sito dalla sig.na Elettra Bertaglia, studentessa presso questa Facoltà. Un esperienza, quindi, che nasce come importante momento di raccordo tra la didattica universitaria e l istruzione secondaria superiore, e soprattutto diventa occasione di apertura e coinvolgimento verso un pubblico che è il destinatario finale della ricerca scientifica. L iniziativa si pone come contributo di assoluto rilievo ad una fondamentale azione di conoscenza e di sensibilizzazione verso il patrimonio culturale del territorio, premessa indispensabile per la sua conservazione. Gabriele Ardizio e Eleonora Destefanis Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro

6 CENNI STORICI Il priorato cluniacense dei SS. Pietro e Paolo di Castelletto Cervo L antico monastero, situato in posizione panoramica a ridosso del margine ovest dell altopiano alluvionale della Baraggia, osserva, con la sua ampia facciata, l arroccarsi del paese di Castelletto Cervo sulla sommità di un colle che domina un importante guado sul torrente Cervo, porta di accesso ai territori del basso biellese in epoca medievale e ragione principale della costruzione del castello, che ancora oggi sopravvive accanto alla parrocchia di S. Tommaso, anch essa di origine medievale ma fortemente modificata dal passare dei secoli. Ancora ad ovest del monastero, calato nel fondo dell omonima valle, scorre il torrente Cervo, che, per la sua intera lunghezza, ha occupato fin dall età romana il ruolo fondamentale di guida dei tracciati stradali che dalla pianura vercellese conducono alle montagne biellesi. È in questo contesto territoriale che nasce, nel corso dell XI secolo, l istituzione monastica ad opera di monaci appartenenti all ordo cluniacense, in se - guito ad una prima importante donazione di terre avvenuta nell anno 1083 da parte del conte Guido II di Pombia a vantaggio, appunto, dell abbazia borgogna di Cluny. L istituzione si configura come un priorato, cioè un nucleo monastico retto da un priore che risponde direttamente alla casa madre francese. Esso è certamente in vita nell anno 1092, quando compare nei documenti per la prima volta un attestazione precisa della sua esistenza, definendolo come monasterium Sancti Petri de Castelleto. Nel corso del secolo successivo il priorato consolida una posizione di notevole prestigio e ricchezza patrimoniale, documentata da cospicue donazioni da parte della classe aristocratica locale e dalle conferme papali e imperiali che si succedono in modo ricorrente. Numerose sono anche le obbedienze e le ecclesiae che ad esso rispondono, ubicate in tutto il Piemonte orientale e che confermano quindi un ruolo che va al di là dell ambito strettamente locale. Si tratta quindi di un monastero ampio e strutturato, che richiama a tratti alcuni elementi dell abbazia di Cluny dalla quale dipende e che ancora oggi sono in parte visibili. Un alternanza continua tra eventi bellici e periodi di pace, causa dell indebolimento dell istituzione monastica e della distruzione o della pesante modifica di parte degli edifici, è testimoniata anch essa da documenti, relativi ai secoli successivi il XII, fino a giungere all anno 1593, quando un decreto del vescovo di Vercelli attesta la trasformazione della chiesa in parrocchia. 5

7 6 Ciò che oggi possiamo osservare dell antico monastero cluniacense sono talvolta piccoli, talvolta più importanti brani sopravvissuti all interno dell intero complesso di edifici, molti dei quali risultano essere il frutto del passaggio degli eventi e delle epoche della storia locale. L antica facciata romanica, in corsi di ciottoli di fiume disposti a tratti a spina di pesce, le sue due pregevoli monofore e l originario portale con lunetta affrescata e iscrizione dipinta, risultano oggi celati alla vista a causa dell addossarsi, in epoca di poco successiva, di un grande avancorpo ascrivibile, almeno nella sua parte inferiore, ancora nell ambito del XII secolo. Ne sono testimoni le quattro eleganti bifore, di cui solo tre superstiti, che inquadrano i resti di un portale a tutto sesto posto al centro. Da ricondurre alla fase più antica dell edificio è anche la piccola porta situata nei pressi della base del campanile, accuratamente decorata con elementi di reimpiego, un tempo utilizzata per il trasferimento dei monaci dalla sala del capitolo alla chiesa passando per il chiostro, oggi non più praticabile in quanto occlusa. Sopra ad essa la torre campanaria svetta oltre le coperture indicando, con la sua mole massiccia e le sue ariose trifore, una chiara origine romanica. Un piccolo vano, posto a sud-est della chiesa principale, è di particolare interesse se ricollegato all appartenenza del complesso all ordine cluniacense: una seconda chiesa ad uso esclusivo dei monaci era presente a Cluny proprio nella stessa posizione. Questo ed altri importanti indizi possono riportare quest area alla stessa funzione e ad una datazione al periodo romanico. Pesanti modifiche ha subito invece la chiesa principale, più volte trasformata nel corso dei secoli, ma ancora intatta nel suo impianto medievale a tre navate con pilastri ed archi a tutto sesto. Le decorazioni e gli arredi del presbiterio sono in parte da riportare al periodo barocco, in parte ad epoche successive. Di notevole interesse storico artistico è invece il particolare affresco tardoquattrocentesco posto in un locale adiacente il presbiterio, la cosiddetta Trinità Eucaristica (di rara diffusione), accanto alla quale trovano spazio San Giacomo e il suo miracolo di San Domingo de la Calzada, un interessante richiamo al pellegrinaggio a Compostela.

8 Veduta del complesso monastico da ovest e planimetria delle strutture oggi esistenti. 7

9 8 Particolari dell antico paramento murario sul fianco sud della chiesa. L attuale cortile, sul quale si affaccia il fianco sud della chiesa principale, ospitava, verosimilmente, il chiostro medievale. L area è attualmente oggetto di scavo archeologico dell Università del Piemonte Orientale. Veduta del complesso da nord ovest. Si noti l ampio avancorpo che si addossa alla chiesa, qui riconoscibile dalla diversa altezza delle coperture.

10 L antica porta romanica, sul fianco sud della chiesa principale, decorata con materiale di reimpiego, permetteva l ingresso dei monaci alla chiesa in un punto prossimo alla sala del capitolo percorrendo un tratto del chiostro. 9 L interno della chiesa principale visto dall attuale ingresso. Il pilastro, in primo piano, mostra alla base tracce della muratura romanica.

11 10 L avancorpo occidentale è formato da due settori orizzontali chiaramente distinguibili. Quello inferiore (XII secolo), formato in prevalenza da laterizi, ospita i resti di due antichi portali e di quattro bifore. Quello superiore è ascrivibile, verosimilmente, al XV secolo. L interno del settore inferiore, suddiviso in cinque campate voltate a crociera di cui solo quattro superstiti, è oggi in attesa dell imminente lavoro di restauro.

12 Particolare di un capitello, con pulvino scolpito, della trifora ovest. Il campanile visto da sud (in alto) e da est (in basso). 11 È visibile la tessitura muraria, parte in ciottoli di fiume, parte in laterizi, ascrivibile ad una delle fasi più antiche del complesso. Le trifore della cella campanaria e gli archetti pensili rimandano al linguaggio dell architettura romanica.

13 L edificio posto a sud est della chiesa principale e parallelo ad essa è verosimilmente una seconda chiesa ad uso esclusivo dei monaci; si tratta di una componente ricorrente nell architettura cluniacense. Il perimetrale sud, qui visibile, mostra evidenti tracce di muratura medievale. 12 Il portale d ingresso all edificio con arco a tutto sesto bardellonato in laterizi e stipiti in pietra è databile al periodo romanico.

14 La presenza di due lesene sulla parete sud, qui visibile, suggerisce una suddivisione interna della seconda chiesa in tre campate. La pianta ad aula unica in origine, probabilmente, era absidata. 13 Il portale interno presente sulla parete ovest conduceva, verosimilmente, nella sala del capitolo.

15 14 L affresco tardoquattrocentesco di autore ignoto raffigura sulla destra la cosiddetta Trinità Eucaristica, dove il Cristo viene ripetuto tre volte con accanto i simboli dell Eucarestia, mentre sulla sinistra l immagine di San Giacomo richiama il pellegrinaggio a Santiago de Compostela. La vasca di fontana del XII secolo utilizzata come bacile per l acqua santa, probabilmente già con funzioni liturgiche in età medievale, era decorata da motivi geometrici e da figure di animali fantastici e portava inciso il nome del suo scultore. È stata trafugata all inizio degli anni ottanta del Novecento.

16 Interno della chiesa principale a tre navate, veduta d insieme. Le decorazioni risalgono al XVII XVIII secolo. 15 Al di sotto dell intonaco si conservano i conci lapidei costituenti gli archi divisori delle navate. Si tratta di un elemento risalente alla fase romanica dell edificio.

17 16 Il presbiterio fu ampliato e trasformato in periodo barocco; le absidi laterali, invece, erano già state eliminate alla fine del medioevo. Gli arredi e le decorazioni oggi presenti si possono datare tra il XVII e il XVIII secolo, con attardamenti al XIX. La cupola soprastante il presbiterio.

18 La vista orientale del complesso. In primo piano l abside della chiesa principale e il corpo longitudinale della seconda chiesa. 17 I Ciceroni del monastero nelle Giornate FAI di Primavera 2010.

19 CREDITI ICONOGRAFICI Foto e pianta del complesso Ing. G. Viazzo - Vercelli 18 Foto Università degli Studi del Piemonte Orientale (Dipartimento Studi Umanistici) Foto Archivio Parrocchiale di Castelletto Cervo Foto ITIS Quintino Sella di Biella

20 Testi a cura di Elettra Bertaglia (Facoltà di Lettere e Filosofia dell Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro ) e degli alunni delle classi quarta A e D del Liceo Scientifico Tecnologico dell ITIS Quintino Sella di Biella

21 Finito di stampare presso l Arte della Stampa di Gaglianico nel mese di marzo 2010

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23 Con il contributo della Comune Castelletto Cervo Pro Loco Castelletto Cervo

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