Unione Energetica Lente sull UE n. 31
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- Raimonda Poli
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1 Unione Energetica Lente sull UE n. 31 M arzo 2015
2 Il 25 febbraio la Commissione Europea ha presentato il Pacchetto di proposte sull Unione Energetica, come richiesto dal Consiglio Europeo del giugno 2014 nell Agenda strategica per l'unione in una fase di cambiamento e poi confermato dai Capi di Stato e di Governo lo scorso dicembre. Il Pacchetto, che definisce la strategia a lungo termine dell Unione Europea e le misure normative che dovranno accompagnarla, comprende tre documenti: - Una Comunicazione sull Unione Energetica - Una Comunicazione sul negoziato internazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi nel mese di dicembre: Il Protocollo di Parigi un piano generale per affrontare i cambiamenti climatici dopo il Una Comunicazione sull obiettivo di interconnessione della rete elettrica: Raggiungere l obiettivo del 10% di interconnessioni: rendere la rete elettrica europea pronta per il 2020 Una strategia quadro per una Unione Energetica resiliente con una politica sul cambiamento climatico proiettata al futuro La Comunicazione sull Unione Energetica affianca ai tre pilastri della politica energetica europea (sostenibilità, sicurezza e competitività), cinque dimensioni strettamente integrate: - Sicurezza energetica, solidarietà e fiducia - Un mercato dell energia completamente integrato - L efficienza energetica come strumento di moderazione della domanda - La decarbonizzazione dell economia - Ricerca, innovazione e competitività 1) Sicurezza energetica, solidarietà e fiducia La prima dimensione presuppone una maggiore diversificazione delle rotte di approvvigionamento, ad esempio attraverso la promozione del Corridoio Sud e dell Hub Mediteranneo del gas. Le misure predisposte per il raggiungimento di tale obiettivo prevedono maggiori investimenti in infrastrutture (gasdotti, oleodotti, terminal per il Gas Naturale Liquefatto), una reale solidarietà tra gli Stati Membri e una maggiore trasparenza negli accordi bilaterali sulle forniture di gas con i 1
3 paesi terzi, oltre ad un più incisivo utilizzo degli strumenti di politica estera in ambito energetico. La cosiddetta Diplomazia Energetica sottintende la costruzione di partenariati strategici con i paesi produttori e di transito, l inclusione di capitoli energetici negli accordi commerciali e uno sforzo significativo nella direzione di un meccanismo globale di governance energetica. A tale scopo, il Servizio Europeo di Azione Esterna pubblicherà una comunicazione sulle relazioni energetiche tra l UE e i paesi terzi, che affronterà il tema dei partenariati strategici con i futuri fornitori e i paesi di transito, come Azerbaijan e Turchia, oltreché con i potenziali fornitori come Iran e Turkmenistan. Le fonti fossili non convenzionali vengono menzionate come un opzione per gli Stati Membri che fossero interessati. 2) Un mercato dell energia completamente integrato L UE non è riuscita a completare il Mercato Interno dell Energia entro il 2014, come prestabilito dai Capi di Stato e di Governo in più occasioni. La seconda dimensione si concentra quindi sulle costruzione delle infrastrutture necessarie ad integrare i mercati energetici nazionali, a collegare le isole energetiche e ad attuare la legislazione relativa al completamento del mercato interno. A tal proposito, l Agenzia per la Cooperazione fra i Regolatori dell Energia (ACER) e la Rete Europea dei Gestori di Rete dei Sistemi di Trasmissione (ENTSO-E/G) verranno potenziate per assicurare una migliore attuazione della legislazione rilevante ai fini del mercato interno dell energia. La Commissione Europea pubblicherà una Strategia sullo stoccaggio e l uso efficiente del Gas Naturale Liquefatto e presenterà nuove proposte legislative per ridisegnare il mercato dell elettricità in modo da porre rimedio alle distorsioni generate dagli interventi non coordinati a livello nazionale. Infine, i consumatori giocheranno un ruolo di primo piano partecipando attivamente al mercato e definendo in maniera consapevole il proprio consumo energetico, anche grazie allo sviluppo delle tecnologie intelligenti. 3) L efficienza energetica come strumento di moderazione della domanda 2
4 Il settore dei trasporti e quello residenziale sono stati identificati dalla Commissione Europea come quelli con maggiore potenzialità di risparmio in termini di efficienza energetica. Dal punto di vista sostanziale, l esecutivo UE si limita ad incoraggiare un azione più incisiva a livello di Stati Membri, attraverso un più facile accesso ai finanziamenti, la promozione dell efficienza energetica nei fora internazionali, lo sviluppo di modalità di trasporto a basse emissioni di CO2 e di schemi di tassazione della rete stradale. La Commissione sostiene anche l utilizzo di combustibili alternativi e lo sviluppo delle relative infrastrutture di rifornimento, oltre alla promozione dei meccanismi di finanziamento intelligente per le smart cities. 4) La decarbonizzazione dell economia Il pilastro di maggiore interesse per il sistema produttivo è sicuramente quello legato alla decarbonizzazione, basato sugli obiettivi stabiliti dal Consiglio Europeo dello scorso ottobre di riduzione domestica delle emissioni di gas ad effetto serra del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del Il sistema di Emissions Trading rimane il pilastro delle politiche climatiche ed energetiche dell UE e sarà riformato nel corso del 2015 attraverso la revisione della Direttiva ETS, attesa dopo la finalizzazione dell attuale negoziato in corso tra Parlamento e Consiglio sull istituzione di una Riserva di Stabilità del Mercato. La Commissione conferma quanto riportato nelle linee guida presentate dal Presidente Juncker all inizio del proprio mandato, rispetto all obiettivo di diventare leader mondiale nella produzione di fonti di energia rinnovabile, attraverso un meccanismo di mercato che comprenda un sistema di sussidi armonizzato a livello UE. 5) Ricerca, innovazione e competitività L ultima dimensione si concentra sulle modalità di finanziamento alla ricerca nel campo delle fonti rinnovabili e dell efficienza energetica. La Commissione Europea si impegna a favorire una maggiore sinergia tra gli sforzi profusi a livello nazionale in Ricerca & Sviluppo e la piattaforma europea SET-Plan (Strategic Energy Technology Plan). La Commissione propone anche un nuovo modello di monitoraggio e governance, il cui primo passo consiste in un rapporto annuale sui progressi dell Unione Energetica, l Energy State of the Union. 3
5 La seguente tabella riporta una sintesi dei principali provvedimenti di carattere legislativo e non legislativo che verrà presentata nei prossimi anni: Calendario Unione Energetica Principali provvedimenti di carattere legislativo Principali provvedimenti di carattere non legislativo Revisione del Sistema di Emissions Trading per il periodo (2015) Iniziativa sul market design e i mercati elettrici regionali ( ) Revisione della Decisione sull Effort Sharing e inclusione del LULUCF nel Pacchetto Clima-Energia 2030 (2016) Strategia per lo stoccaggio del Gas Naturale Liquefatto ( ) Revisione del Regolamento sulla sicurezza delle forniture di gas ( ) Strategia UE per il riscaldamento e il raffreddamento (2015) Revisione della Direttiva sulla sicurezza delle forniture di energia elettrica (2016) Nuovo approccio europeo alla Ricerca & Sviluppo in ambito energetico e SET-Plan ( ) Revisione delle Direttive sull Ecodesign e sull Etichettatura Energetica (2015) Rafforzamento degli strumenti finanziari a sostegno degli investimenti nell efficienza energetica (2015) Revisione della Strategia sull Efficienza Energetica (2016) Comunicazione sull utilizzo dei rifiuti a scopi energetici (2016) Pacchetto Energie Rinnovabili, che comprende la Direttiva sulle Rapporto sulla Strategia Europea per la Sicurezza Energetica (2015-4
6 Energie Rinnovabili al 2030 ( ) 2016) Revisione della Direttiva sulla performance energetica degli edifici (2016) Analisi dei prezzi e dei costi dell energia (2016) Revisione della Decisione sullo scambio di informazioni relativo agli accordi internazionali tra Stati Membri e paesi terzi in ambito energetico (2016) Piano per lo sviluppo di sistemi di trasporto intelligenti (2016) Revisione Linee Guida sugli aiuti di stato in materia di energia e protezione ambientale ( ) Stabilimento di un sistema di monitoraggio e reporting per mezzi pesanti ( ) Revisione della Direttiva Eurovignette (2016) Comunicazione sulla decarbonizzazione del settore dei trasporti (2017) Revisione del Regolamento che stabilisce gli standard sulle performance delle emissioni per gli obiettivi post 2020 per automobili e furgoni ( ) Revisione delle regole di accesso al mercato per il trasporto su strada allo scopo di migliorare l efficienza energetica (2016) Revisione della Direttiva sulla promozione dei veicoli da trasporto stradale efficienti e puliti (2017) 5
7 Raggiungere l obiettivo del 10% di interconnessioni: rendere la rete elettrica europea pronta per il 2020 La Comunicazione sulle interconnessioni della rete elettrica è il primo passo concreto verso l attuazione delle conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre, che richiedono l urgente messa in atto di misure per raggiungere almeno il 10% di interconnessioni della capacità produttiva elettrica installata per ogni Stato Membro, con l obiettivo del 15% entro il Una rete elettrica integrata si riflette in una maggiore sicurezza delle forniture e in prezzi dell energia più favorevoli all interno del mercato interno, con risparmi per i consumatori finali che vanno dai 12 ai 40 miliardi su base annua entro il Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni da numerosi Stati Membri, alcuni paesi non hanno ancora raggiunto l obiettivo del 10% - tra questi l Italia che nel 2014 si è assestata sul 7%. Il principale strumento per raggiungere l obiettivo rimane quello dei Progetti di Interesse Comune (PCI), 52 progetti legati alle interconnessioni approvati dall Unione per la prima volta nel Alcuni di questi interessano l Italia, in particolar modo per quanto riguarda i collegamenti con la Francia, la Svizzera e l Austria, e dovrebbero migliorare la capacità di interconnessione del nostro paese del 12% entro il Il quadro normativo è altrettanto fondamentale per il raggiungimento dell obiettivo. A tal proposito, rimane prioritaria da parte degli Stati Membri la piena attuazione del Regolamento sulle Linee Guida per le Infrastrutture Energetiche trans-europee (TEN-E), che prevede tra le altre cose una maggiore cooperazione a livello regionale nell implementazione dei PCI. Per quanto concerne il finanziamento dei progetti infrastrutturali, un ruolo fondamentale sarà giocato dagli strumenti già operativi, come il Connceting Europe Facility, che contribuisce per il 3% agli investimenti necessari fino al 2020, e lo European Structural and Investment Funds, ma anche da quelli in corso di definizione, come lo European Fund for Strategic Investment, da cui la Commissione Europea si aspetta una mobilitazione di 315 miliardi in finanziamenti pubblici e privati. 6
8 Il Protocollo di Parigi un piano generale per affrontare i cambiamenti climatici dopo il 2020 La Comunicazione Il Protocollo di Parigi delinea la strategia dell Unione Europea in vista del negoziato internazionale che si terrà a Parigi il prossimo dicembre. Lo scopo del summit ONU è quello di raggiungere un accordo di natura vincolante che eviti lo scenario previsto di aumento della temperatura globale di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali. A tal proposito, l ambizione di lungo periodo è quella di ridurre le emissioni globali del 60% al 2050 rispetto ai livelli del Lo scorso dicembre, la Conferenza delle Parti dell' UNFCCC che si è tenuta a Lima, pur con qualche progresso, ha dimostrato che la strada verso un accordo globale è ancora in salita. Le decisioni prese a Lima confermano che l accordo, se approvato da tutte le Parti del negoziato, sarà un insieme eterogeneo di piani nazionali sul clima. Ancora una volta il successo del negoziato globale dipenderà dalla volontà degli Stati, che decideranno in piena autonomia l'entità del proprio contributo alla riduzione di gas ad effetto serra. In questo contesto, l'unione Europea ha confermato il proprio obiettivo vincolante al 2030 di ridurre le emissioni di GHG del 40% rispetto ai livelli del 1990, che per i settori industriali sottoposti all Emissions Trading (ETS) significherà una riduzione del 43% rispetto ai livelli del Inoltre, il conseguimento dell obiettivo di riduzione di emissione europeo, richiederà agli Stati Membri uno sforzo considerevole anche nei settori non compresi nell ETS e sarà proporzionato ai rispettivi livelli di PIL sulla media europea. L accordo dovrà conseguentemente coprire tutti settori dell economia, vincolando all obiettivo di riduzione delle emissioni anche l agricoltura, l aviazione, il trasporto marittimo, la silvicoltura. Dal punto di vista della governance, i Ministri degli Esteri dell Unione Europea hanno approvato il Piano d Azione per la Diplomazia Climatica, che mira a potenziare l attività dell UE tramite una maggiore cooperazione delle diplomazie nazionali e un rafforzamento del ruolo del Servizio Europeo di Azione Esterna. Il Piano non è orientato solamente agli sforzi dedicati al negoziato di Parigi, ma mira anche all integrazione degli obiettivi climatici nei futuri accordi commerciali promossi dall Unione. Nelle intenzioni dell Unione Europea, il Protocollo dovrebbe entrare in vigore una volta ratificato dai paesi che rappresentano collettivamente l 80% delle emissioni globali, mentre i contributi dei singoli Stati dovrebbero essere rivisti ogni 5 anni a partire dal 2020 in base ai progressi scientifici e tecnologici. 7
9 La visione dell industria sull Unione Energetica L Unione Energetica dovrà costituire lo strumento di lungo periodo per risolvere alcuni dei maggiori problemi legati alla competitività globale dell industria europea, in particolare per quanto riguarda i costi dell energia elettrica, che in Europa sono il doppio rispetto a quelli degli Sati Uniti e il 20% superiori a quelli della Cina. Un Unione Energetica efficace dovrà costituire il framework per monitorare costantemente gli impatti dovuti ai costi cumulativi della legislazione europea in materia di energia e lotta ai cambiamenti climatici. Le priorità per garantire che ciò avvenga sono: - L effettiva implementazione del Terzo Pacchetto Energia da parte di tutti gli Stati Membri - La diversificazione delle rotte energetiche per garantire una fornitura sicura a prezzi competitivi - La necessità per l Unione Europea di parlare con una sola voce nei contesti legati alla dimensione esterna della politica energetica e climatica, in particolar modo alla luce dei recenti stravolgimenti di natura geopolitica che hanno interessato i suoi confini - La promozione di fonti innovative di energia rinnovabile, da svilupparsi attraverso meccanismi efficienti dal punto di vista dei costi e coordinati a livello europeo, così da evitare oneri aggiuntivi per le imprese e distorsioni del mercato interno - Le potenzialità offerte dall efficienza energetica nel settore dei trasporti e del residenziale - Il rafforzamento delle infrastrutture energetiche e delle interconnessioni - Interventi non eccessivamente invasivi del regolatore nella definizione del mercato del gas e della produzione di elettricità Infine, il Sistema di Emissions Trading deve rimanere il principale strumento per il raggiungimento dell obiettivo di decarbonizzazione dell economia europea. A tal proposito, per affrontare la sfida climatica e rafforzare al contempo la sua economia, l Unione Europea deve riuscire a convincere con tutti gli strumenti di cui dispone - diplomatici, economici, politici - i suoi principali competitor (USA, Cina, India in primis) a sottoscrivere un accordo vincolante che implichi la misurazione, il monitoraggio, il controllo e la riduzione delle emissione di GHG a livello globale. In attesa di un accordo di questo tipo, che ristabilisca un level playing field su scala globale, è necessario che l Unione Europea continui a prevedere misure efficaci per ridurre i costi diretti e indiretti dell Emissions Trading per i settori energivori e contrastare il conseguente rischio di delocalizzazione (carbon leakage). 8
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