L'Astronomia dei Romani. Stefano Spagocci GACB

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Michelina Manzoni
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1 L'Astronomia dei Romani Stefano Spagocci GACB

2 Introduzione L'astronomia romana aveva scopi eminentemente pratici, almeno in epoca repubblicana ed imperiale. Tuttavia vi sono indicazioni del fatto che, per eredità delle civiltà orientali, i sacerdoti della Roma arcaica avessero raffinate conoscenze astronomiche o almeno le tramandassero.

3 Divisione del Tempo I Romani dividevano il giorno in 24 ore, di cui 12 diurne e 12 notturne. Il periodo di buio doveva sempre essere diviso in 12 ore, così come il periodo di luce. Di conseguenza, la durata di un'ora variava tra i 45 ed i 75 minuti, a seconda delle stagioni.

4 Divisione del Tempo Di giorno, il tempo era scandito da clessidre e meridiane. Di notte, oltre alle clessidre, si usava il moto apparente delle costellazioni.

5 Il Calendario Civile I Romani avevano un calendario civile lunisolare che richiedeva quindi giorni intercalari. Per lungo tempo, come ci informa Macrobio (IV/V sec. d.c.), non fu un calendario scritto. Col tempo, l'intercalazione fu fatta in maniera del tutto arbitraria.

6 Il Calendario Civile Di conseguenza, si ebbe uno sfasamento di tre mesi tra l'anno convenzionale e quello vero. I parapegmata erano calendari, esposti nelle strade, che costituivano una sorta di effemeridi per determinare il tempo. Si ebbe quindi la riforma di Cesare (46 a.c.) col calendario giuliano, ideato dall'astronomo alessandrino Sosigene. Per un millennio e mezzo esso rimase il calendario dell'occidente.

7 Il Calendario Agricolo Per la sostanziale convenzionalità del calendario pre-giuliano, esso non era appropriato per i lavori agricoli. Per i lavori agricoli si usava un calendario basato sulle levate eliache e sui tramonti acronici. Levata eliaca di un astro = levata dell'astro poco prima che sorga il Sole.

8 Il Calendario Agricolo Tramonto acronico di un astro = tramonto dell'astro poco prima che sorga il Sole. Tale calendario è stato ricostruito nei dettagli da Cernuti. Levata delle Pleiadi = inizio dell'estate. Tramonto delle Pleiadi = inizio dell'inverno. Levata di Sirio = arrivo della canicola. Tramonto di Orione = arrivo delle piogge.

9 Numa Pompilio Magini ha studiato la struttura del calendario arcaico di re Numa Pompilio (VII-VI sec. a.c.) e sostiene che in tale calendario sono codificate raffinate conoscenze astronomiche, poi dimenticate, probabilmente di origine mesopotamica.

10 Numa Pompilio L'anno aveva una durata di 355 giorni, cui ad anni alterni si aggiungeva un mese intercalare (struttura 0/22/0/23). Ciò per 16 anni, poi dall'anno 16 al 24 la struttura era 0/0/22/0/0/22/0/22. Si aveva quindi un ciclo di 24 anni, con tre sottocicli di 8 anni l'uno.

11 Numa Pompilio Un ciclo accomodava quasi esattamente un numero intero di periodi sinodici (stessa fase) e siderali (stessa posizione rispetto alle stelle) della Luna e di Venere. Se si guarda al giorno in cui terminava un ciclo di Saros (ciclo delle eclissi di 19 anni), esso cadeva nella festa di Anna Perenna che ne celebrava il concepimento.

12 Numa Pompilio L'anno numano iniziava il primo marzo, concepimento di Romolo. Un'eclisse rappresenta l'unione di un elemento femminile (la Luna) ed uno maschile (il Sole) ed è quindi analoga al concepimento. Se si riportano le eclissi di un ciclo di Saros, fatto iniziare il primo marzo, la maggior parte cade nello stesso giorno o ad un giorno di distanza da feste del calendario romano (ben più di quanto previsto dalla casualità).

13 Numa Pompilio Se si considera il ciclo di 18.6 anni della linea dei nodi (nodo = intersezione tra l'orbita della Terra e quella della Luna), supposto iniziare il primo marzo, tale ciclo terminava alla festa di October Equus, nella quale ad un cavallo erano tagliate testa e coda. Ma i nodi sono detti Testa e Coda del Drago.

14 Numa Pompilio Se si considera il passaggio dei nodi al punto γ e si suppone che il nodo discendente (quando la Luna passa da sopra a sotto l'orbita terrestre) passi in tale punto il primo marzo, 9 anni più tardi il nodo ascendente passa al punto γ. Immediatamente dopo tale evento, la Luna ha una spettacolare caduta in declinazione di ben 57 gradi in mezzo mese!

15 Numa Pompilio Il giorno di transito al punto γ del nodo ascendente è la festa di Summanus, un dio arcaico di cui si diceva che un fulmine lo avesse sbalzato dalla sua posizione nel Tempio di Giove Capitolino. Tutte queste è ben difficile che siano coincidenze, per cui il calendario numano codifica conoscenze astronomiche.

16 Struttura di un Castrum L'asse principale del Castrum era quello est/ovest. Dalla Porta Pretoria (fausta) uscivano i soldati che andavano alla guerra. Dalla Porta Decumana (infausta) uscivano i condannati a morte.

17 Un gromaticus traccia le direzioni fondamentali usando la groma.

18 Orientamenti Secondo la concezione tradizionale, Roma avrebbe tratto dall'orientazione meridiana delle città etrusche l'esempio per la struttura del castrum (accampamento militare), poi per la centuriazione (suddivisione del terreno agricolo) e per le città. Marzabotto è, in effetti, perfettamente allineata est/ovest ma ciò non si verifica con tutte le città etrusche. Forse l'allineamento meridiano in Etruria è piuttosto tardo.

19 Orientamenti Nel mondo romano la struttura cardo/decumano è sempre rispettata ma, come mostrato prima da Castellani e poi da Gaspani, a volte l'allineamento non è esattamente nord/sud ed est/ovest. Spesso si mantengono orientazioni preromane, cui si sovrappone la struttura romana.

20 A Lomello (PV), anche all'interno del nemeton celtico, vi è traccia della centuriazione, orientata solstizialmente.

21 Conclusioni L'astronomia romana è debitrice di Etruschi e Babilonesi. In epoca arcaica si tramandano conoscenze astronomiche piuttosto raffinate. Poi, però, tali conoscenze sono dimenticate e l'astronomia ha un fine eminentemente pratico e civile.

22 Conclusioni Spesso la struttura cardo/decumano ricalca orientazioni preromane. Come per gli Etruschi, non si ha un'astronomia legata al rapporto uomo/natura e nemmeno speculativa. D'altronde, si ha una civiltà urbana, ben diversa dalle civiltà che Roma disse barbariche.

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