di MARIO GIANFRATE Novembre 1862

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1 di MARIO GIANFRATE Novembre 1862 Per fronteggiare il fenomeno del brigantaggio, il Governo del neo-stato risorgimentale adottò misure repressive tese non soltanto a sollecitare provvedimenti armati nei confronti delle bande brigantesche, ma anche a colpire i loro sostenitori, i ceti contadini e borghesi, che, nella lotta contro lo Stato unitario, intravedevano un movimento di opposizione all istituzione di nuove tasse e alla leva militare obbligatoria, ma anche alcuni strati della borghesia che speravano d imporsi come classe dominante nell assetto politico-sociale al quale si era pervenuti dopo il compimento dell unità d Italia. In definitiva, obiettivo delle autorità militari, nelle cui mani si cumulavano poteri speciali nella 1 / 6

2 lotta al brigantaggio, era quello di fare terra bruciata attorno ai ribelli che trovavano terreno fertile nella protesta antigovernativa legata allo stato di estrema indigenza delle classi contadine, ma anche nelle tendenze filo-borboniche mai sopite. Che l azione brigantesca trovasse adesione all interno delle comunità è confermato dall attacco portato dalla banda guidata dal sergente Romano, alle città di Grottaglie e di Carovigno, nel novembre del Proprio per le ragioni espresse prima, l invasione di Grottaglie, avvenuta il giorno 17 l 11 secondo lo storico Antonio Lucarelli -, trova accoglienza tra i legittimisti del paese dove nei giorni seguenti avrebbe dovuto aver luogo il sorteggio per le reclute e si trasforma in una vera e propria vendetta nei riguardi degli esponenti liberali. I briganti agli ordini del capobanda Pizzichicchio al secolo, Cosimo Mazzeo -, entrarono in Grottaglie da Porta Sant Angelo, al grido di Viva Francesco II e Abbasso Vittorio Emanuele, senza incontrare la benché minima resistenza, neppure da parte della Guardia Nazionale, nell occasione latitante, e tra manifestazioni di giubilo. Abbattuto lo stemma sabaudo che campeggiava sulla parete del Municipio, fatta razzia delle armi e liberati i detenuti, i briganti assaltarono negozi e case dei liberali, incendiandole e depredandole e compiendo azioni di violenza nei loro riguardi. 2 / 6

3 Il torbido intreccio tra amministratori locali, Guardie Nazionali e preti, è messo in evidenza nella cronaca sul Cittadino Leccese del 22 novembre. I parlamentari Giuseppe Massari e Stefano Castagnola, che fecero parte della Commissione d inchiesta sulle gesta del sergente Pasquale Romano nel Meridione, sostengono addirittura che, nel caso di Grottaglie, i briganti furono invitati a invadere il paese da un comitato di galantuomini e artigiani. Naturalmente nei giorni seguenti le truppe piemontesi eseguirono una serie di arresti, tra i quali, come si evidenzia nel telegramma, quello dello stesso Sindaco, mentre fu di 264 il numero degli imputati, sospettati di collusione con i briganti, Sugli avvenimenti relativi ai fatti di Grottaglie, esiste un telegramma inviato dalla Puglia dal deputato Castromediano. Il documento viene letto in Parlamento: Briganti entrati a Grottaglie commettendo soliti danni. Paese retrivo li ha ricevuti con luminarie. Sindaco ed assessori conniventi, guardia nazionale pure. Il caso è grave. Sindaco e assessori arrestati. Il Consiglio Comunale apertamente ostile. Indispensabile immediato scioglimento e destinare all amministrazione commissario provvisorio. 3 / 6

4 Identico copione nell invasione di Carovigno: qui l attacco si sviluppò alle prime luci dell alba. Un drappello di una dozzina di uomini fece irruzione nella caserma del corpo di guardia, disarmarono i militi presenti e consentirono alla banda di entrare a cavallo nella cittadina, sparando colpi di archibugio e spronando gli abitanti, che accorsero con fiaccole per illuminare le strade osannando gli assalitori, a seguirli nelle loro scorribande. In seguito a tali episodi di solidarietà e di adesione sostanziale delle popolazioni alle imprese brigantesche, i Consigli Comunali di Grottaglie e Carovigno saranno effettivamente sciolti d autorità, per la loro connivenza con i briganti. Casi come quelli di Grottaglie, di Carovigno, di San Marco in Lamia si legge nella relazione della Commissione d inchiesta sul brigantaggio nelle provincie napoletane non possono succedere senza la complicità operata o tacita, sempre colpevole, della maggioranza degli abitanti ( ) Affidando durante la sospensione la gestione delle faccende municipali ad uomini di sperimentata probità e fama liberale, scelti nel paese medesimo, il Governo, oltre a fare atto di forza, dimostrerebbe alle popolazioni che le persone obbedienti alle leggi e morali riscuotono tutta la sua fiducia. La privazione temporanea della prerogativa, anziché scemare il prestigio dei liberi istituti e renderli meno cari alle popolazioni, sortirebbe l effetto emiliano: il prestigio crescerebbe, i vantaggi sarebbero meglio estimati, e il desiderio di riavere il bene perduto sarebbe stimolo irresistibile a buone opere e a civili virtù. Giorni dopo, in Grottaglie, ci sarà anche la fucilazione del brigante Nicola de Morni. 4 / 6

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