POLITECNICO DI TARANTO, ATTIVI UNITARI CGIL CISL UIL

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1 POLITECNICO DI TARANTO, ATTIVI UNITARI CGIL CISL UIL Parlare di Scuola all indomani dell approvazione del Disegno di Legge di stabilità da parte dell Esecutivo Letta è un po come vedere il remake di un vecchio film, l ennesima promessa non mantenuta. I Lavoratori, dunque! Dopo le tiepide speranze suscitate dal D.L.104/13, che si è contraddistinto positivamente per una politica di sostanziale continuità in materia di assunzioni di personale docente e ATA, è arrivata la doccia fredda di un altra reiterazione: il blocco dei contratti pubblici. Penalizzazione doppia: retribuzioni congelate sino a tutto il 2014, ma anche blocco degli aumenti per le anzianità previsti dal contratto in vigore. Il budget di spesa per questa finalità, 300 milioni di euro, sono stati prelevati dal comparto per finanziare altre spese. Decisioni temute, per certi versi annunziate, e vanamente scongiurate. Risibili, quasi impercettibili i provvedimenti in materia di trattamento fiscale sulle retribuzioni. In sostanza una manovra dai tratti pericolosamente recessivi, che non rilancia i consumi interni, che ritratta le politiche di contenimento della spesa pubblica (azioni di spending rewiev) e che, nei proclami, avrebbero dovuto ridare fiato alle smagrite finanze dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. La Scuola Il 23 aprile 2013 il Presidente del Consiglio nel discorso programmatico tenuto alla Camera dei Deputati ebbe a dichiarare: La società della conoscenza e dell integrazione si costituisce sui banchi di scuola e nelle università. Dobbiamo ridare entusiasmo e mezzi idonei agli educatori 1

2 che in tante classi volgono il disagio in speranza e dobbiamo ridurre il ritardo rispetto all Europa nelle percentuali di laureati e nella dispersione scolastica. Intenti assolutamente condivisibili, ma che richiederebbero investimenti di dimensioni davvero ragguardevoli per colmare un gap rilevante, prossimo a divenire strutturale, che ci separa dai paesi UE. In proposito: - Quota di ricchezza nazionale (PIL) che i paesi UE riservano all Istruzione A fronte di un valore medio del 5,44%, l Italia ne dedica il 4,70%. Siamo quint ultimi, seguiti soltanto da Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania e Slovacchia. - Spesa per l Istruzione sul totale della spesa pubblica La media UE è al 10,84%, l Italia è al 9,05%. Ultimi nell Europa a 27. La strada da percorrere è davvero tanta, soprattutto perché siamo di fronte all ennesima falsa partenza! il Territorio, infine Taranto e le sue criticità hanno monopolizzato l attenzione dell intero Paese, fornendo l immagine di un territorio degradato, assunto a simbolo dell incapacità di coniugare la produzione con il rispetto della salute e dell ambiente. Dopo i drammatici accadimenti dell estate del 2012, i reiterati provvedimenti legislativi, dispiegati prima dall Esecutivo Monti e, poi, da quello Letta, hanno tracciato, pur tra mille difficoltà ed in clima di altissima conflittualità, una exit - strategy che imponesse limiti precisi al modo di fare impresa, con specifico riguardo a quelle a più alto impatto ambientale. I prossimi mesi ci diranno se i rimedi azionati saranno in grado di stabilire un nuovo equilibrio e, soprattutto, se l imponente polo industriale ionico, rispettando gli standard europei, potrà continuare a costituire uno dei punti cruciali del sistema manifatturiero dell intero Paese. 2

3 Quanto, poi, agli aspetti afferenti allo sviluppo, appare del tutto evidente come le politiche siano state pensate e realizzate al di fuori di ogni coinvolgimento del territorio. Questo è stato inteso come una sorta di scenario di sfondo su cui realizzare questo o quel progetto. In ogni caso, comunque, occorrerà ricostruire il tessuto sociale prima ancora di quello economico.. Occorre ripartire da qui! In questo l intero mondo della formazione deve voltare pagina, divenendo uno dei protagonisti, se non il principale, assecondando i processi di crescita civile, culturale ed economica di una comunità troppo spesso abulica e distratta. Fino ad ora il governo delle emergenze ha riguardato: gli aspetti della produzione (Autorizzazione Integrata Ambientale); in modo marginale le bonifiche necessarie a rimuovere i sedimenti prodotti nel tempo dai grandi insediamenti industriali; il miglioramento delle condizioni sanitarie (presidi scientifici). Nulla è stato concesso al miglioramento del sistema formativo! Non è stata risparmiata nemmeno una scuola, non è stato assegnato un insegnante in più, non un collaboratore scolastico aggiuntivo in quelle realtà a più alto rischio ambientale. Poco più di alunni si distribuiscono in 98 scuole. Dei 28 comuni di cui si compone la provincia di Taranto solo 12 dispongono di tutti i gradi di scuola; tutti gli Istituti Superiori del Comune capoluogo si concentrano nelle aree del centro cittadino, tagliando fuori tutte le zone periferiche. La scomparsa ormai certa delle province determinerà l esigenza di costituire un nuovo organismo di programmazione. La nostra in questo, in assoluta solitudine, decide finanche dove si può fare scuola. 3

4 In un arco temporale esteso (14 anni scolastici) si mantengono stabili i valori riferiti alla frequenza della secondaria di 1 grado, quelli della secondaria di 2 grado, al contrario sono in flessione, e toccano livelli preoccupanti. Dati complessivamente allarmanti che ci allontanano, anche in questo caso, dalla media dei Paesi UE e dagli obiettivi programmati per il La scuola, ancora una volta, non è stata posizionata al centro delle strategie complessive dello sviluppo della provincia. Il ridimensionamento del Polo Universitario ionico ne è la sconsolante conferma. Quello che vi ho appena esposto non è altro che la rappresentazione tangibile di come questo Paese vorrebbe investire nei settori della conoscenza, ma lo fa solo a parole. Vanamente abbiamo invocato un sistema di deroghe alle regole o, in alternativa, di finanziamenti ad hoc. Chiudere la filiera scuola formazione lavoro, significa dare una prospettiva seria di futuro alla comunità a cui si appartiene. Dopo anni di intensa attività sindacale anche Taranto si appresta a dotarsi di un ITS (Istituto Tecnico Superiore), che impreziosirà il novero degli strumenti formativi a cui i nostri ragazzi potranno attingere. Il settore privilegiato, quello della logistica, può diventare la nuova frontiera che è in grado di portare sviluppo, lavoro e, conseguentemente, ricchezza, superando non solo la logica della monocultura siderurgica, ma creando in loco quelle figure professionali di cui necessita il mercato del lavoro. Investire nella scuola diventa un obbligo per non perdere ulteriormente terreno. La provincia di Taranto a tutt oggi vanta un numero complessivo tra disoccupati e inoccupati (neet) che supera il 45% dei soggetti in età lavorativa. Se non è emergenza questa! Saverio Miro Dirigente UIL Scuola Taranto 4

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