Francesco Marsico CARITAS ITALIANA Alleanza contro la povertà in Italia POLITICHE E MODELLI DI LOTTA ALLA POVERTÀ
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- Marcellino Valsecchi
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1 Francesco Marsico CARITAS ITALIANA Alleanza contro la povertà in Italia POLITICHE E MODELLI DI LOTTA ALLA POVERTÀ Fondazione Ebbene Roma, 4 NOVEMBRE 2015
2 I contenuti della presentazione La normalità della povertà L anomalia del welfare italiano Le recenti scelte del Governo Il futuro e il presente
3 La normalità della povertà Diffusione della povertà assoluta in Italia ANNO % , , ,8 Fonte: Istat
4 La trasversalità della povertà PRIMA DELLA CRISI OGGI E DOMANI Questione meridionale Questione meridionale + questione settentrionale Un problema per lo più degli anziani Riguarda chi ha almeno 3 figli minori Non tocca chi ha un lavoro Un problema dei giovani e degli anziani Riguarda chi ha almeno 1 figlio minore Tocca anche chi ha un lavoro
5 L anomalia del welfare italiano Spesa per la protezione sociale nei paesi UE (euro per abitante, 2012) Fonte: Eurostat; NB: in Italia la spesa sociale rapportata al PIL è inferiore alla media dei paesi dell area euro dell 80% (0,1% vs 0,5%).
6 I fondi nazionali per le politiche sociali negli anni 3500, , , , , , ,00 500,00 0, , ,00 540,44 229, ,70 766,78 984, Fonte: nostra elaborazione su dati Cisl
7 Spesa pro-capite per interventi e servizi sociali dei comuni 180,0 160,0 140,0 120,0 100,0 80,0 115, ,0 40,0 20,0 0,0 Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole ITALIA Fonte: Istat
8 Spesa per interventi e servizi sulla povertà (2012)
9 L intro duzione nei paesi UE15 di una misura nazionale contro la povertà
10 Le scelte di politica sociale ed economica del Governo nell ultimo anno Interventi di sostegno al reddito Bonus dipendenti (80 euro) Assegno di disoccupazione Bonus bebè Carta acquisti e Sia Bonus famiglie numerose
11 La Carta Acquisti
12 Dalla Carta Acquisti al SIA Localizzazione Caratteristica delle famiglie beneficiarie Carta Acquisti Tutto il territorio nazionale Famiglie in povertà con bambini al di sotto dei 3 anni o adulti di almeno 65 anni SIA I dodici comuni con oltre 250mila abitanti Famiglie in grave povertà (ISEE<3000) ed in disagio lavorativo con almeno un figlio minorenne Contributo economico previsto 40 mensili Importo variabile in base alla dimensione familiare (231 mensili per due componenti; 281 per tre; 331 per quattro; 404 per 5 o più componenti) Collegamento con servizi alla persona No Sì (sociali,educativi, formativi, per l impiego)
13 Confronto fra destinatari, richiedenti e beneficiari effettivi NB: Totale beneficiari (il 68% dei potenziali)
14 Novità positive e criticità del SIA Aspetti positivi La consistenza del sostegno economico L importanza dei percorsi di reinserimento sociale L attenzione alla povertà delle famiglie con minori Il ruolo cruciale dei comuni nell affrontare la multidimensionalità della povertà Criticità Il ritardo nell attuazione del SIA L attribuzione tramite bando La compresenza di requisiti economici con Isee e requisiti lavorativi (che ha ridotto la platea dei beneficiari)
15 FAMIGLIE BENEFICIARIE DEL BONUS DIPENDENTI E DESTINAZIONE DELLA SPESA % di famiglie che ottengono il bonus in ciascun gruppo Spesa totale per il bonus che va a ciascun gruppo di famiglie Famiglie in povertà assoluta 13.5% (242mila) 186 milioni (2.0%) Famiglie in povertà relativa 26.7% (1.3 milioni) 1.02 miliardi (10.8%) Tutte le famiglie italiane 35.7% (9.2 milioni) 9.4 miliardi (100%) Variazione % del reddito disponibile equivalente per ciascun 5% delle famiglie
16 FAMIGLIE BENEFICIARIE DEL BONUS BEBE E RIPARTIZIONE DELLA SPESA % di famiglie che ottengono il bonus in ciascun gruppo Spesa totale per il bonus che va a ciascun gruppo di famiglie Famiglie in povertà assoluta 9.1% (163mila) 311 milioni (17.2%) Famiglie in povertà relativa 7.6% (378 mila) 654 milioni (36.2%) Tutte le famiglie italiane 5.6% (1.44 milioni) 1.8 miliardi (100%) Variazione % del reddito disponibile equivalente per ciascun 5% delle famiglie
17 FAMIGLIE BENEFICIARIE DELL ASDI E DESTINAZIONE DELLA SPESA % di famiglie che ottengono l Asdi in ciascun gruppo Spesa totale per l Asdi che va a ciascun gruppo di famiglie Famiglie in povertà assoluta 3.1% (55mila) 176 milioni (84%) Famiglie in povertà relativa 1.3% (65mila) 205 milioni (98%) Tutte le famiglie italiane 0.3% (66mila) 210 milioni (100%) Variazione % del reddito disponibile equivalente per ciascun 5% delle famiglie
18 UNA VISIONE COMPLESSIVA Il 22,3% delle famiglie in povertà assoluta ottiene almeno uno dei tre trasferimenti Il 5,9% della spesa totale per i tre trasferimenti va a famiglie in povertà assoluta 100mila nuclei in povertà assoluta escono dalla condizione di povertà Per tutti i nuclei in povertà assoluta si hae un incremento medio del reddito equivalente del 5,7% NB: Secondo le stime condotte per il Reis per essere efficace una misura dovrebbe comportare per i nuclei poveri assoluti un aumento dell 80-90% del reddito
19 UNA SINTESI DEI PRINCIPALI EFFETTI DELLE MISURE (Simulazioni: bonus dipendenti + bonus bebé + Asdi + Tasi) Bonus dipendenti Bonus bebè Asdi Tasi prima casa Totale Spesa totale 9.4 miliardi 1.8 miliardi 210 milioni 3.4 miliardi 14.8 miliardi % spesa totale che va a famiglie povere assolute 2% 17.2% 84% 2.8% 5.2% Concentrazione della spesa a favore delle fam. povere Bassa Alta Molto alta Molto bassa Bassa % di famiglie povere assolute coinvolte Variazione numero famiglie povere assolute Variazione % reddito famiglie povere assolute 13.5% 9.1% 3.1% 35.2% 53.2% -60mila -40mila -20mila -4mila -110mila +1.7% +2.6% +1.6% +1.2% +7%
20 La sostanziale continuità del Governo Renzi Le scelte di politica economica Sostegno al reddito delle famiglie (una priorità del Governo), ma le famiglie povere non sono un target Le scelte di politica sociale Nessun intervento specifico sul target della povertà e sulle categorie fragili in generale Riduzione delle imposte (scarso impatto sui poveri) Interventi temporanei e frammentari
21 Qualcosa non è meglio di niente Rischio di categorializzazione degli interventi La funzione politica La pluralizzazione degli interventi Le difficoltà gestionali per operatori e beneficiari Sprechi e inefficienze
22 Dopo la crisi costruire il welfare No a interventi categoriali Tutti i poveri No a interventi temporanei Misure strutturali e incrementali nel tempo e rispetto all impiego delle risorse No a misure sganciate dal livello locale Lo stato deve sostenere e valorizzare i soggetti impegnati sui territori (una infrastruttura nazionale per il welfare locale) No a misure che non siano accompagnate dalla precisa definizione delle modalità di attuazione Definire il percorso attuativo
23 Il REIS Promosso dall Alleanza contro la povertà Si inserisce in un Piano nazionale contro la povertà (in 4 anni) Reddito di inclusio ne sociale È rivolto a tutti i poveri assoluti (nel primo anno 1,4 milioni di persone) La regia ai Comuni con il coinvolgimento del Terzo Settore, dei Centri per l impiego e degli altri soggetti del welfare locale sotto la supervisione dello Stato Spesa progressivamente crescente nei 4 anni (nel primo anno 1,7 miliardi; a regime 7,1 miliardi) Consiste in un contributo economico pari alla differenza tra il reddito della famiglia e la soglia di povertà assoluta e in percorsi di inserimento sociale e/o occupazionale
24 Stanziamenti totali per il 2016 Asdi Sia Carta Acquisti Fondo per la povertà educativa Incrementi/Stanziamenti legge di stabilità 2016 Asdi 220 milioni Sia 380 milioni Fondo povertà 100 milioni educativa 700 milioni Asdi Misura strutturale Carta Acquisti Misura strutturale Sia 1 miliardo e 700 milioni Stanziamenti esistenti 380 milioni 250 milioni 320 milioni 600 milioni 800 milioni 200 milioni 100 milioni 1 miliardo Indennità cocopro (abolita) 54 milioni
25 Stanziamenti totali per il miliardo e 500 milioni Stanziamento strutturale da legge di stabilità 2016 Stanziamenti strutturali già previsti Asdi 200 milioni 1 miliardo Carta Acquisti 250 milioni 500 milioni Indennità cocopro 54 milioni
26 Un primo bilancio 1) Risorse ancora inadeguate 2) Conseguente categorialità 3) Finanziamenti degli interventi non con la fiscalità generale ma con le risorse della sussidiarietà 1) Misura strutturale e superamento logica bonus una tantum 2) Incrementalità (ma in progress)
27 Se interviene solo con famiglie con minori Stime Istat: circa 600 mila nuclei 5 miliardi circa per colmare il divario tra povertà assoluta e spese delle famiglie povere Se dividiamo gli 800 milioni del Sia per il target si tratta di un intervento di euro all anno Si tratta quindi di definire il target, per evitare un intervento che rischia di una portata molto limitata
28 Se fosse una misura Categoriale e/o non universalistica e on una incrementalità non definita A limitato impatto sul reddito Senza raccordi con le politiche settoriali Priva di risorse per il rafforzamento dei servizi territoriali
29 si rischierà di produrre una più raffinata misura categoriale non incrementale rafforzare le disparità territoriali aumentare la pressione sui servizi territoriali ridurre la qualità degli interventi
30 Alcuni auspici Un ammontare di risorse meno inadeguato Un iter di costruzione dei provvedimenti concertato Un raccordo crescente con le politiche settoriali (istruzione, casa, salute, ) e i servizi territoriali Un processo applicativo valutato e partecipato Un impianto effettivamente sussidiario
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