MASARYKOVA UNIVERZITA Filozofická fakulta MAGISTERSKÁ DIPLOMOVÁ PRÁCE

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1 MASARYKOVA UNIVERZITA Filozofická fakulta MAGISTERSKÁ DIPLOMOVÁ PRÁCE Brno 2011 Beáta Bogdánová 1

2 Beáta Bogdánová La concezione della donna nei romanzi di Elsa Morante Vedoucí diplomové práce: Mgr. Zuzana Šebelová, Ph.D. Masarykova univerzita Filozofická fakulta Brno

3 Prohlašuji, že jsem bakalářskou diplomovou práci vypracovala samostatně a že jsem uvedla všechny prameny, jichž jsem použila. Dále prohlašuji, že elektronická verze je totožná s verzí tištěnou. V Brně dne: Podpis 3

4 Děkuji Mgr. Zuzaně Šebelové, Ph.D., za cenné rady a připomínky a všestrannou pomoc při vypracování této magisterské práce. 4

5 «E così in eterno ogni perla del mare ricopia la prima perla, e ogni rosa ricopia la prima rosa.» Elsa Morante (L Isola di Arturo) 5

6 Indice 1. Introduzione La vita di Elsa Morante L infanzia La vita personale L attività letteraria Menzogna e sortilegio La trama I personaggi femminili Cesira Anna Concetta Rosaria Elisa L Isola di Arturo La trama Nunziata La Storia La trama Ida Aracoeli La trama Aracoeli I temi e i motivi L amore Il rapporto tra la madre e il figlio La maternità La problematica femminile Conclusione Bibliografia

7 1. Introduzione Lo scopo della presente tesi è di presentare la vita e l opera di una delle più grandi scrittrici del Novecento, Elsa Morante. La maggior attenzione però viene prestata all analisi di quattro romanzi della scrittrice Menzogna e sortilegio, L Isola di Arturo, La Storia e Aracoeli, e soprattutto ai personaggi femminili di queste opere, attraverso l analisi dei quali la tesi cerca di capire qual è la concezione della donna nell opera della Morante. Il capitolo seguente è dedicato alla sua vita, alla sua infanzia trascorsa nel quartiere popolare di Roma, che sicuramente ha influenzato la sua opera. Parlerò anche della vita personale della scrittrice, dei suoi rapporti abbastanza problematici con gli uomini, tra cui anche il marito Alberto Moravia, e anche degli altri drammi che hanno per conseguenza le crisi psicologiche della scrittrice, piene di angoscia e inquietudine, le quali si rispecchiano anche nella sua opera. Gli ultimi anni della scrittrice sono contrassegnati dal profondo pessimismo di cui sono testimoni i suoi ultimi romanzi La Storia e Aracoeli. Il secondo capitolo è dedicato all attività letteraria di Elsa Morante. La Morante già nell infanzia compone poesiole e racconti che pubblica sulle pagine dei diversi giornali per i bambini e già in quel tempo si può osservare una certa originalità dello stile della scrittrice, il quale si sviluppa pienamente nei suoi romanzi Menzogna e sortilegio, L Isola di Arturo, La Storia e Aracoeli. Ai quattro romanzi menzionati presterò attenzione più dettagliata nei capitoli successivi. Ogni romanzo di Elsa Morante è assai originale e ben diverso dagli altri, e quindi cercherò di indicare in che cosa consiste la singolarità di ogni romanzo, attenendomi anche alla trama. I romanzi della Morante potrebbero essere analizzati da diversi punti di vista ma io, nella presente tesi, vorrei dedicarmi soprattutto alla psicologia dei personaggi femminili. Ci sono due motivi di questa scelta. Il primo è che la presente tesi cerca di capire la concezione della donna e della femminilità nelle opere della Morante. Il secondo motivo è che i temi cardinali dell opera morantina come l amore, il rapporto madre-figlio e la maternità, di cui parlerò nel ottavo capitolo, sono inseparabilmente connessi con i personaggi femminili e quindi creano un legame tra i quattro romanzi tanto diversi e del tutto singolari. In connessione con la concezione della donna nell opera di Elsa Morante vorrei menzionare, nell ultimo capitolo, anche qual è l opinione personale della scrittrice sulle donne e spiegare i motivi per cui la sua opera viene spesso definita come antifemminile o perfino misogina. 7

8 2. La vita di Elsa Morante L infanzia La scrittrice nasce a Roma il 18 agosto del 1912 come secondogenita, dopo il fratello Mario, morto poco dopo il parto, da una relazione extraconiugale della madre, Irma Poggibonsi, ebrea di Modena e maestra elementare, con Francesco Lo Monaco. Seguiranno Aldo, Marcello e Maria: tutti figli di Francesco Lo Monaco. Crescono tuttavia in casa del padre anagrafico il marito di Irma, Augusto Morante, istitutore in un riformatorio per minorenni. Poco dopo la nascita di Elsa, la famiglia si trasferisce al quartiere popolare Testaccio. Secondo Carlo Sgorlon, il fatto di essere vissuta in un quartiere popolare «può fornire una prima, provvisoria spiegazione dell amore spiccato della Morante per tutto ciò che è popolare, e quindi autentico e non guastato dalla mentalità artefatta della società borghese e piccolo-borghese.» 2 Non frequenta la scuola elementare, studia da sé e quasi subito dopo aver imparato a leggere e scrivere, comincia a inventare fiabe e poesie del genere fantastico, e poco più tardi, verso i tredici anni, questi suoi componimenti sono pubblicati su diversi giornaletti per bambini e gliele anche pagano regolarmente. All età di sei anni lascia la casa dei genitori e viene ospitata in una villa del quartiere Nomentano dalla sua madrina di battesimo, donna Maria Guerrieri Gonzaga. La stessa scrittrice ricorda questo momento nel suo testo autobiografico databile al 1958 circa: «Ero una bambina anemica; la mia faccia, fra i riccioli color ala di corvo, era pallida come quella di una bambola lavata, e i miei occhi celesti erano cerchiati di nero. Venne un giorno una lontana parente che aveva per sua sorte favolosa sposato un conte ricchissimo. Ella mi guardò con pietà e disse: La porto a vivere con me, nel mio giardino.» 3 Per la piccola Elsa questo salto sociale, dall ambiente del quartiere popolare del Testaccio a quello di una famiglia ricca, ha un grande impatto sulla personalità e più tardi anche sulla sua opera 1 Informazioni sulla vita della scrittrice tratte da: Carlo Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, Mursia, Milano, 1988, pp et Elsa Morante, Opere, Prefazione e Cronologia, vol.1a cura di C. Cecchi e C. Garboli, Mondadori, Milano, 1988, pp. X-XC et Elsa Morante, La Storia, Cronologia della vita e delle opere, Einaudi, Torino, 2005, pp et Jiří Pelán, Slovník italských spisovatelů, Libri, Praha, 2004, pp C. Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, op. cit, p E. Morante, Dal testo autobiografico intitolato Elsa Morante, Cronologia, In: E. Morante, Opere vol. 1, op.cit., p. XXII. 8

9 di scrittrice. Proprio in questo periodo nasce in lei il fascino equivoco, l odio-attrazione per ciò che è aristocratico, lussuoso e feudale, che agisce su quasi tutti i personaggi di Menzogna e sortilegio. 4 Nel 1922 ritorna nella propria famiglia, che nel frattempo si era trasferita nel quartiere Monteverde Nuovo, dove Elsa s iscrive dapprima al ginnasio, poi al liceo La vita personale Nel 1930, dopo aver terminato gli studi liceali, per curiosità della vita 5, lascia per sempre la sua famiglia e va a vivere per conto proprio. In quel tempo Elsa Morante ha solo diciotto anni e presto capisce che sono cominciati tempi abbastanza difficili per lei. Per la mancanza di mezzi economici abbandona l università (facoltà di lettere), a cui da poco si era iscritta, e si mantiene dando lezioni private d italiano e latino, guadagna anche aiutando gli studenti a compilare le loro tesi. Le porte dell ambiente letterario, allora, non si aprono facilmente a una donna giovane e anticonformista come lei, ma Elsa Morante supera anche queste difficoltà e dopo varie sistemazioni provvisorie, affitta un appartamento e comincia a collaborare al Corriere dei Piccoli e a I Diritti della scuola, su cui nel 1936 esce a puntate anche il suo racconto intitolato Qualcuno ha bussato alle porte. Nel 1936, in una birreria a Roma, incontra tramite il pittore Capogrossi 6, Alberto Moravia 7 con il quale inizia di lì a un anno, dopo che Moravia ritorna dalla Cina, una relazione amorosa. Moravia stesso si ricorda del loro incontro nel libro dedicato a lui scritto da Enzo Siciliano con seguenti parole: «Quando l ho conosciuta, Elsa abitava in un piccolo appartamento molto carino a corso Umberto. Non aveva letteralmente di che mangiare. Viveva compilando tesi universitarie.» 8 Al periodo dell inizio della relazione con Moravia risale anche il diario personale di Elsa, intitolato Lettere ad Antonio, che rappresenta uno dei suoi documenti intimi più importanti. È un 4 Cfr. C. Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, op. cit., p E. Morante, Testo autobiografico In: E. Morante, Opere vol.1, op. cit., p. XXVII. 6 Giuseppe Capogrossi, , un pittore romano proveniente da una famiglia nobile. Tra le sue opere più famose ricordiamo I Canottieri, Piena sul Tevere e Ballo sul fiume. 7 Alberto Moravia, , prosatore, drammatico e saggista, uno dei più importanti romanzieri italiani del Novecento. Da bambino viene colpito da una forma di tubercolosi ossea che lo costringe a letto per cinque anni a casa e più tardi presso un sanatorio. Questo periodo passato tra i muri della casa fa nascere in lui un alienazione e senso dell anormalità che diventano i temi più importanti della sua opera. Tra i sui romanzi più famosi ci sono Gli Indifferenti (1929), La Romana (1947), La Ciociara (1957) e La Noia (1960). Cfr. J. Pelán, Slovník italských spisovatelů, op. cit., pp Enzo Siciliano, Alberto Moravia, Bompiani, Milano, 1982, p

10 mischio di fatti reali, del racconto e dell analisi dei propri sogni. Questo diario è anche una testimonianza della relazione assai difficile tra Moravia e la Morante, la quale sin dall inizio non è priva di problemi, litigi e separazioni temporanee. Dai numerosissimi riferimenti alla relazione con Moravia scelgo uno dei più urgenti, datato il 28 febbraio 1938: «So che oggi A. non mi vuol bene. Forse la colpa è mia. Ma non riesco a nascondere del tutto queste difficoltà spaventose in cui mi dibatto, ogni tanto la mia passeggera indignazione per il suo ceco egoismo trasparisce il mio malgrado. E oggi soffro ha detto che è infelice io dunque malgrado i miei sforzi non gli servo a niente a niente. Sono sola tutti mi lasciano sola. Io stessa me ne allontano dal resto.» 9 Gli anni a cui risale il diario si possono definire come un periodo di una grande crisi psicologica della scrittrice poiché essa in numerosissime pagine esprime non solo le sofferenze causate dalla relazione con Moravia, ma anche la sua paura e l angoscia della morte. Malgrado tutti i problemi e contrattempi tra i due scrittori, nel 1941 si sposano con rito cattolico, senza quello civile, come vuole la scrittrice. Dopo le nozze Elsa rifiuta di vivere nella casa dei genitori di Moravia e quindi i giovani sposi si stabiliscono in un appartamento in via Sgambati, dove abitano, salvo gli spostamenti durante la guerra, fino al Ma prima di questa sistemazione Elsa e Alberto vivono per qualche tempo ad Anacapri. Grazie al matrimonio con Moravia, il quale in quel tempo è già uno scrittore abbastanza conosciuto e grazie all uscita del primo libro della Morante, Il gioco segreto, è migliorata anche la situazione economica della scrittrice. Dopo l 8 settembre nel 1943 Moravia è accusato d attività antifascista e la coppia si sposta verso Sud, stabilendosi a Fondi, un paese di montagna della Ciociaria, in attesa della liberazione. Anche se devono accontentarsi di poco, Albero Moravia parla di questo periodo come degli anni più belli della sua vita: «È stata un esperienza piuttosto bella: con tutte le paure che avevamo, quello fu uno dei momenti più felici della mia vita. Ero sposato da poco: avevo in tasca ottantamila lire, con quelle abbiamo vissuto quasi per un anno. [...] I contadini mi consideravano un riccone.» 10 In questi luoghi la Morante ottiene anche la prima esperienza con il Sud, il che è un avvenimento abbastanza importante poiché l interesse per la mentalità del Mezzogiorno nelle sue 9 E. Morante, Lettere ad Antonio, In: Opere vol. 2 a cura di C. Cecchi e C. Garboli, Milano, Mondadori, 1988, p A. è Alberto Moravia. 10 E. Siciliano, Alberto Moravia, op. cit., p

11 varie forme, «dalle più affettuose e nostalgiche, a quelle più superstiziose, barbariche e deformate dai pregiudizi di casta» 11, è una delle caratteristiche più specifiche della sua narrativa. Dopo la liberazione, la coppia torna a Roma ed Elsa si dedica per alcuni anni alla stesura del romanzo Menzogna e sortilegio. Nel 1949 le viene proposto dalla RAI di fare una rubrica settimanale di critica cinematografica intitolata Cronache del cinema. La collaborazione però viene disdetta dopo due anni da parte della scrittrice, la quale lascia la rubrica, delusa dall impossibilità di esprimere liberalmente le proprie opinioni. Gli anni del dopoguerra sono abbastanza difficili per quel che riguarda lo stato d animo dell autrice, la quale entra in un altra crisi, questa volta però ancora più profonda, e spesso minaccia anche il suicidio: «O signore, dammi un segno favorevole non tutti i contrari altrimenti crederò che tu stesso voglia quella cosa. Di momento in momento sono spinta a farlo, allora cerco dei rimedi, qualche legame, qualcosa che mi trattenga è curioso, niente riesce si direbbe che così deve essere.» 12 Il 20 settembre 1952 affida alle pagine del suo diario che in lei cresce la sua intolleranza esteriore verso la maggioranza della gente (infatti, i suoi migliori compagni sono i gatti), comunque ammette che questa intolleranza, addirittura fisica, non è dovuta a un giudizio della gente, ma solo alla sua eterna e crescente difficoltà di comunicare con gli altri e ad una specie di avarizia di lei. Dice che la maggioranza delle persone la ferisce, però sente che la colpa è assolutamente sua. 13 Nonostante questo fatto, Elsa ha molti amici, tra cui anche Pier Paolo Pasolini 14, Umberto Saba 15 e Dario Bellezza 16, i quali la ricordano severa, ma con modi carini, e allegra. 11 C. Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, op. cit., p E. Morante, Opere vol. 1, op. cit., p. XLIX. 13 Cfr. Ivi, p. LXIV. 14 Pier Paolo Pasolini, , poeta, prosatore, saggista, regista e sceneggiatore. Dopo gli studi all università di Bologna lavora come l insegnante ma per la sua omosessualità viene licenziato e infine deve abbandonare il partito comunista. Vive in cattive condizioni nelle borgate romane, dove ha situato anche alcuni dei suoi romanzi come Ragazzi di vita (1955), Una vita violenta (1959) o il film Accattone (1960). Viene ucciso in maniera brutale nel Le circostanze della morte di Pasolini non sono ad oggi ancora state chiarite. Cfr. Jiří Pelán, Slovník italských spisovatelů, op.cit., pp Umberto Saba, , poeta e scrittore. Provenne da una famiglia per metà ebrea, trascorse un infanzia difficile senza il padre. Venne allevato da una balia slovena. Frequentò l università di Pisa e seguì i corsi di archeologia, tedesco e latino. Collaborò alla rivista La Voce. Tutta la vita soffrì di gravi depressioni. La sua poesia è semplice e chiara, i temi della sua poesia sono la città natale Trieste, il suo rapporto con la moglie e la figlia, l infanzia e il rapporto con la natura. La sua opera più celebre è Il Canzoniere (1921), dall altre scelgo Poesie (1911) o Scorciatoie (1946). Cfr. Ivi, p Dario Bellezza, , narratore e poeta; La sua opera si è spesso ispirata a temi autobiografici, tra cui anche l omosessualità. Le sue opere maggiori sono: Invettive e licenze (1971), Lettere di Sodoma (1972) o Morte segreta (1976). Bellezza è anche autore di un appassionata ricostruzione della morte di Pasolini Morte di Pasolini (1981). Cfr. Ivi, p

12 Dal 1949 Elsa ha una relazione con il regista Luchino Visconti, che dura un anno e che viene descritto dalla scrittrice come «un amore, impossibile, doloroso e pazzo» 17. La storia con Visconti è per Elsa un esperienza molto forte fino al punto da lasciare tracce evidenti nel romanzo L Isola di Arturo. Si fa visibile soprattutto nel rapporto di amore-adorazione e orgogliosa soggezione di Arturo nei confronti del padre. 18 Il matrimonio con Moravia comunque continua. Nel 1957 esce da Einaudi il romanzo L Isola di Arturo, l anno successivo viene pubblicata la raccolta delle poesie Alibi. Elsa Morante gode il successo e compie i viaggi verso l Unione Sovietica e la Cina. Dopo il ritorno in Italia, comincia a scrivere il romanzo intitolato Senza i conforti della religione, il quale però interrompe nel 1961 e il quale, per motivi di cui parlerò più avanti, non finisce mai. Nel settembre del 1959 Elsa parte per New York e Washington, dove incontra Bill Morrow, un giovane pittore newyorkese, con il quale comincia una relazione intensa e drammatica. Qualche tempo dopo Morrow lascia gli Stati Uniti per trasferirsi a Roma. Elsa, nel frattempo, pur non abbandonando la residenza coniugale, si trasferisce in una nuova casa tutta per sé in via del Babuino. Nel mese di luglio, invitata al congresso internazionale del Pen Club 19, parte assieme al marito per il Brasile. Nel gennaio 1961 si reca in India, dove la attendono Moravia e l amico Pier Paolo Pasolini. I due anni successivi passa in compagnia del ventitreenne Bill Morrow: insieme trascorrono le vacanze estive a Ischia e le feste natalizie a Sils Maria e a Venezia. La Morante partecipa anche alle sue mostre a Parigi e a Roma. In aprile, ritornato a New York, Bill Morrow muore tragicamente precipitando da un grattacielo. La morte del carissimo Bill colpisce Elsa profondamente, ma al dolore e alla tragedia si unisce ancora un altra infelicità. Come ho menzionato già sopra, il rapporto con Moravia negli anni 1961 e 1962 va molto male e nel 1963 si rompe completamente. Moravia abbandona la residenza coniugale e passa a convivere con un altra donna, più giovane, la scrittrice Dacia Maraini 20. Moravia e la Morante quindi vivono separati dal 1962, ma non divorzieranno mai. 17 E. Morante, Opere vol. 1, op. cit., p. LXIII. 18 Cfr. Cesare Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, Adelphi, Milano,1995, p Il PEN club è un organizzazione internazionale con i centri in vari paesi del mondo. Riunisce letterati di tutto il mondo Dacia Maraini, 1936, scrittrice. Con suo padre, etnologo Fosco Maraini trascorre la sua infanzia in Giappone. A venti anni fonda la rivista Tempo di lettura. Lotta per i diritti delle donne e alla fine degli anni sessanta diventa portavoce del movimento femminile. Tra le sue opere ci sono La vacanza (1962), L età del malessere (1963), A memoria (1967) o Bagheria (1993). Cfr. J. Pelán, Slovník italských spisovatelů, op. cit., p

13 Dopo la morte di Morrow e la separazione dal marito, Elsa interrompe tutti i progetti, la stesura del romanzo Senza i conforti della religione è abbandonata. A chi le fa domande sulla sua attività, dichiara di scrivere pochissimo. 21 Cerca di distrarsi viaggiando in Grecia e in Spagna ma il dolore dalla tragedia di Bill Morrow è così forte che non passa neanche dopo due anni: «Due anni da quel 30 aprile. E io continuo a vivere come se fossi viva. In certi momenti io stessa dimentico l orrore. Una consolazione arriva, come se io ti ritrovassi in altre cose. Ma l urto si riavverte d improvviso. Anche le altre morti adesso sono la morte. Prima di te non era così. Quanti anni ancora dovrò trascinare: venti, trenta? L unico rimedio per arrivare alla fine umanamente è non essere io, ma tutti gli altri tutto il resto. Non separare. Essere tutti gli altri passati presenti futuri vivi e morti. Così posso essere anche te.» 22 Nell autunno del 1965 viaggia per la seconda volta negli Stati Uniti trascorrendoci il Natale e di lì raggiunge il Messico, dove va a trovare suo fratello Aldo, dirigente della Banca Commerciale, poi si sposta nello Yucatán. La Morante ricorda questo periodo come uno dei più felici della sua vita. Dopo il ritorno a Roma, ricomincia a scrivere. Compone i poemi e le canzoni che andranno a formare Il mondo salvato dai ragazzini, edito da Einaudi nel Verso la fine del 1970 Elsa comincia a formulare l idea de La Storia, la stesura del romanzo la impegnerà fino al In questo periodo si può osservare un cambio rilevante dello stile della Morante. Dopo la morte di Morrow e la separazione da Moravia non è più capace di entrare nel mondo dell illusione e del sortilegio, è cambiato pure il suo linguaggio che non è più così metaforico e appassionato come quello di Menzogna e sortilegio o L Isola di Arturo. Per la prima volta la Morante esce dal suo mondo delle fantasie e si rende conto della realtà. 23 Nel 1975 trascorre qualche settimana a Procida e questo è l ultimo soggiorno della scrittrice nell isola di Arturo. In agosto comincia a scrivere un romanzo dal titolo Superman ma il progetto viene subito abbandonato. L anno successivo comincia la stesura di Aracoeli che la terrà impegnata per cinque anni. Nel 1980, a sessantotto anni, Elsa Morante è già molto miope e malferma sulle gambe. In marzo le accade un incidente banale che le amareggia il resto della vita. In un ristorante non vede i gradini, cade e si rompe il femore. Viene ricoverata e operata alla clinica Quisisana. Torna a casa in aprile. Nel dicembre del 1981 Aracoeli è interamente battuto a macchina. Appena compiuto il 21 Cfr. E. Morante, Opere vol. 1, op. cit., p. LXXVI. 22 Ivi, pp. LXXVII-LXXVIII 23 Cfr. C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., pp

14 lavoro, la assalgono forti dolori alla gamba che la costringono a restare immobile a letto e a farsi ricoverare in una clinica di Zurigo. Come peggiora la sua malattia, peggiora anche il suo stato d animo. È infelice, ammalata e disperata. La stesura di Aracoeli la tiene a casa, immobile, al tavolo, senza uscire, e la Morante, che, come dice lei, a sessanta anni ne dimostrava trentacinque, diventa vecchia di colpo. 24 La vecchiaia la colpisce molto e insieme alla malattia grave la volge ad un pessimismo pesante. La vita nell appartamento di via dell Oca, senza nessuna assistenza, diventa per lei intollerabile e improlungabile e così decide di togliersi la vita aprendo i rubinetti del gas. Viene trovata priva di sensi dalla domestica e trasportata in ospedale dove le diagnosticano un idroencefalia. È sottoposta a un intervento chirurgico. L operazione non dà tuttavia i risultati sperati ed Elsa non lascerà più la clinica. Il 25 novembre 1985 Elsa Morante muore d infarto. 24 Cfr. Jean Noël Schifano, Barbara e divina In: L Espresso, il 2 dicembre Disponibile su: 14

15 3. L attività letteraria Elsa Morante, uno dei pochi veri narratori della letteratura italiana del Novecento, 25 si dedica alla letteratura tutta la sua vita. La sua eredità letteraria offre quattro grandi romanzi, e alcuni racconti, poesie, saggi e articoli giornalistici. Secondo Cesare Garboli l attività letteraria di Elsa Morante si può dividere in due fasi cronologiche, ciascuna delle quali contrassegnata da un diverso ritmo di produzione e da un diverso rapporto ideologico con la letteratura. 26 Come ho già menzionato, Elsa comincia a scrivere già da bambina, quasi subito dopo aver imparato a leggere e scrivere. Scrive fiabe e poesiole che pubblica sui giornaletti per bambini e che illustra da sé. Dopo aver lasciato la casa dei genitori, negli anni trenta, non ancora ventenne, la letteratura diventa per lei una professione obbligata, e quindi comincia a collaborare ai vari giornali e riviste tra cui Corriere dei Piccoli, I Diritti della scuola, Il Meridiano di Roma o Oggi, dove escono regolarmente suoi racconti e novelle, qualche volta anche a puntate. Tra il settembre 1935 e l agosto 1936 esce sui Diritti della scuola il romanzo a puntate Qualcuno ha bussato alla porta. Già in questo tempo si può osservare una certa originalità dello stile della giovane scrittrice. Un giornalista della rivista I Diritti della scuola scrive dei primi racconti della Morante: «Più che racconti, erano favole, di un incantato mondo di fate e di regine, e rivelavano una ferace inventiva, una visione poetica e trasfiguratrice delle cose. Non ci voleva molto a scorgere la sicura promessa che era in quelle prime prove.» 27 Quando, nel 1941, le esce il primo libro di racconti Il gioco segreto, è Giacomo Debenedetti, uno dei maggiori critici italiani, il primo a notare che la Morante non assomiglia a nessuno, che non «lascia intravedere modelli» 28. La sua scrittura è lontana da ogni regola e ogni corrente letteraria riconosciuta nel Novecento. Ovviamente si tiene lontana dalla cultura fascista, ufficiale in quel tempo, ma non è influenzata né dalla prosa d arte, né dall ermetismo o dal realismo magico di Massimo Bontempelli 29, né dal neorealismo. La formazione letteraria della Morante si attua sui 25 Cfr. C. Sgorlon, Invito alla letteratura di Elsa Morante, op. cit., p Cfr. C. Garboli, Prefazione, In: Elsa Morante, Opere vol. 1, op. cit., p. XI. 27 E. Morante, Opere, vol. 1, op. cit., p. XXVI. 28 C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., p Massimo Bontempelli, , narratore, autore di teatro, saggista, critico letterario; Bontempelli era una delle più importanti persone della letteratura postmoderna in Italia. È considerato il teorizzatore del cosiddetto realismo magico. Insieme a Malaparte fondò la rivista 900. Collaborò a vari giornali e riviste: Il Marzocco, La Nazione, Il 15

16 modelli di una tradizione più lontana nel tempo. Sono i libri che legge nell infanzia e nell adolescenza, storie fantastiche, cavalleresche e avventure esotiche, libri ottocenteschi o ancora più antichi. La stessa Morante dichiara le sue simpatie per il Don Chisciotte di Cervantes, Melville, Stendhal, Rimbaud, Saba e Penna. 30 Cesare Garboli, nella prefazione di Opere vol. 1, menziona le caratteristiche più evidenti della scrittura della Morante che la distinguono dagli altri scrittori del Novecento: «Fantasia, stile, taglio, costruzione del racconto, immaginazione psicologica e romanzesca, ambienti e situazioni denunciano una grande familiarità con le letterature classiche, con l epica, con favole, e soprattutto col grande romanzo popolare e psicologico dell Ottocento.» 31 Garboli anche afferma che proprio con Il gioco segreto e con il secondo libro della scrittrice, Le bellissime avventure della Caterì della trecciolina, uscito nel 1942, si conclude la prima fase del percorso morantiano. Non sente più il bisogno pratico di scrivere e di raccontare favole e storie, e così smette di collaborare ai giornali e alle riviste. Conquista la sua personalità e con essa anche il suo stile che si rivela pienamente nel suo primo romanzo Menzogna e sortilegio. Gli anni dell apprendistato narrativo possono dirsi compiuti. La stessa autrice, dopo alcuni anni, non apprezza molto le sue prime prove e cerca di cancellare le tracce della produzione a metà tra il feuilleton, il servizio giornalistico e la favoletta per ragazzi, che precede la stesura del suo primo romanzo. 32 Disapprova perfino il suo libro d esordio, Il gioco segreto, di cui nel 1959 dice: «È una raccolta di racconti, alcuni dei quali, al mio giudizio di oggi, appaiono decisamente brutti, altri invece, io li considero validi ancora oggi. [...] Le mie immaginazioni giovanili - riconoscibili nei racconti del Gioco segreto furono stravolte dalla guerra, sopravvenuta in quel tempo. Il passaggio dalla fantasia alla coscienza (dalla giovinezza alla maturità) significa per tutti un esperienza tragica e fondamentale. Per me, tale esperienza è stata anticipata e rappresentata dalla guerra: è lì che, precocemente e con violenza rovinosa, io ho incontrato la maturità. Tutto questo, io l ho detto nel mio romanzo Menzogna e sortilegio anche se della guerra, nel romanzo, non si parla affatto. Menzogna e sortilegio [...] rimane per me, il libro più notevole che io ho scritto fino a oggi.» 33 Menzogna e sortilegio esce nel 1948 e subito suscita critiche diverse però poche. Si potrebbe dire che la singolarità del romanzo lasci alcuni dei critici leggermente perplessi. Una delle critiche Messaggero, L Italia letteraria ecc. Tra le sue opere maggiori ricordiamo: La vita intensa (1920), Eva utlima (1923), Nostra dea (1925) e Giro del sole (1941). Cfr. Enrico Ghidetti, Luti Giorgio, Dizionario critico della letteratura italiana del Novecento, Editori riuniti di Sisifo, Roma, 1997, pp Cfr. C. Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, op. cit., p C. Garboli, Prefazione, In: Opere vol. 1, op. cit., p. XII. 32 Cfr. C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., p E. Morante, Opere vol. 1, op. cit., p. XLIV. 16

17 più favorevoli su questo romanzo familiare, metà vero e metà inventato, arriva molti anni dopo da György Lukács, che considera Menzogna e sortilegio il più grande romanzo italiano moderno e la stessa Elsa uno dei massimi talenti di scrittore che lui conosca. 34 Al romanzo Menzogna e sortilegio insieme agli altri tre romanzi della Morante: L Isola di Arturo, La Storia e Aracoeli, presterò attenzione più dettagliata nei capitoli più avanti nella tesi e quindi in questo capitolo vorrei dedicare maggior attenzione ad altre opere della scrittrice. Nel 1957 esce il secondo romanzo della Morante, L Isola di Arturo, e cinque anni dopo l uscita del libro, il regista Damiano Damiani ne trae un film omonimo. Come ho già menzionato, Elsa Morante non si dedica solo alla prosa ma è anche l autrice di alcune poesie. La sua prima raccolta poetica intitolata Alibi viene pubblicata dalla casa editrice Longanesi nel Le poesie autobiografiche sono scritte tra la stesura di Menzogna e sortilegio e L Isola di Arturo e documentano la situazione mentale in cui si trovava la scrittrice quando componeva i due libri. Tutte le poesie di Alibi sono poesie d amore, ma l amore qui è trattato come un male, come una malattia di quello che ama, perché, secondo lei, l amore non può essere mai corrisposto, perché è solo lo specchio di se stessi. Non è un caso singolare nella sua opera, questa «sindrome degli amori morantiani», 35 come l ha chiamata Cesare Garboli, appare in tutti i libri della scrittrice. C è, in Alibi, una coppia di poesie contigue: Avventura, che parla dell amore doloroso per Luchino Visconti, e Alibi, la misteriosa poesia indirizzata a un figlio immaginario, e questa coppia di poesie costituisce la connessione centrale di tutto il libro. C è pure un filo che unisce le due poesie: la massima che apre Alibi, «Solo chi ama conosce». Questa massima proviene dal diario della Morante scritto nell estate del 1952, quando parla della storia con Visconti: «Nessuno conosce veramente un altro, se non lo ama». 36 Allora la conclusione di Avventura e l incipit di Alibi sono connessi, ma mentre nella prima poesia si racconta di una schiavitù d amore, in Alibi si assiste a un ritrovamento della propria identità. Questo passaggio tra Avventura e Alibi si potrebbe quindi definire come una metamorfosi e forse anche come un rinsavimento della stessa scrittrice. Garboli afferma che interpretare il rapporto madre-figlio, presente in Alibi, come un allegoria della creazione letteraria è facile, però si pone la domanda fino a che punto la creazione letteraria fosse sentita dalla Morante come l alibi di una maternità rinnegata. 37 Propone anche un ipotesi: «Se è un bisogno di maternità a creare oggetti-figli dove si esalti la contemplazione di sé e il narcisismo trionfi, è anche un demone masochista, incistato nel narcisismo, a esercitare continuamente il bisogno di maternità 34 Cfr. E. Morante, Opere vol. 2, op. cit., p C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., p E. Morante, Opere vol. 1, op. cit., p. LXIII. 37 Cfr. C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., pp

18 e a rinnegarlo. [...] Presa dentro questo circolo, la vita diventa un inferno, e il bisogno di scrivere una condanna, una maledizione, o, nel migliore dei casi, un alibi. Se l ipotesi è giusta, la poesia che dà il titolo a questo volume andrebbe letta come la chiave di volta di tutto l universo morantiano.» 38 Per quel che riguarda la questione della maternità, Elsa Morante dichiara in un intervista del 1984 che non ha potuto mai avere dei bambini ma che le sarebbe molto piaciuto. 39 Quindi ha dedicato la vita ai suoi libri che amava e difendeva (tranne le sue prime prove che rifiutava), con l ossessione e la passione materna, come se fossero i suoi propri figli. Nel 1963, nel momento più drammatico di tutta la sua vita, Elsa Morante decide di riapparire in pubblico con un nuovo libro. Raccoglie alcuni racconti scritti nella sua gioventù, molti di essi sono tolti dal libro d esordio Il gioco segreto, e li aggiunge ad altri tre più recenti, scritti tra il dopoguerra e i primi anni Cinquanta. Tra questi anche Lo scialle andaluso che dà il titolo al volume. Elsa non pubblica già da molto tempo, dopo la morte di Bill Morrow non ha molta voglia di lavorare, la stesura del romanzo Senza i conforti della religione viene abbandonata. Compie vari viaggi e si lascia vivere. Pubblicare Lo scialle andaluso è per lei piuttosto un atto di sopravvivenza. Il tema del racconto Lo scialle andaluso è costituito da uno strano rapporto tra madre e figlio. La madre Giuditta, vedova siciliana, danzatrice all Opera di Roma ha due figli. Uno di loro, Andrea è geloso dell amore materno per il teatro e per scappare da questo sentimento si fa seminarista. Dopo alcuni anni, dopo aver abbandonato il seminario, Andrea va a vedere il teatro di sua madre. Giuditta è ormai invecchiata e non abbastanza attraente per il teatro ed è fischiata e derisa. Decide quindi di abbandonare il teatro e dedicarsi esclusivamente ai figli. Andrea è dapprima felice ed euforico pensando che la madre abbia lasciato il teatro per lui, ma presto capisce che non è stato l amore a ridargli la madre, ma il fallimento delle sue ambizioni. Sembra che proprio nel periodo (gli anni Cinquanta) in cui nasce la poesia Alibi, il romanzo L Isola d Arturo e anche il racconto Lo scialle andaluso, il tema della maternità e il rapporto madre-figlio siano i maggiori interessi della scrittrice, e la loro esplosione, in termini ancora più drammatici, si può vedere più tardi ne La Storia e in Aracoeli. 40 Nel 1968 la Morante pubblica Il Mondo salvato dai ragazzini, che contiene canzoni e poesie e l unica commedia della scrittrice. La raccolta si divide in tre parti. La prima contiene la poesia Addio composta per la morte di Bill Morrow, segue La commedia chimica, la cui terza parte, intitolata Serata a Colono, è una parodia dell Edipo a Colono e anche una risposta al film 38 Ivi, p Cfr. J. N. Schifano, Barbara e divina, op. cit. 40 Cfr. C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., pp

19 dell amico Pier Paolo Pasolini Edipo re. La maggior attenzione però la attirano due canzoni che creano la terza parte: La canzone dei F.P. e degli I.M. e Il Mondo salvato dai ragazzini. Come ho già scritto, in quel periodo Elsa Morante si trova nel momento della consapevolezza del proprio ruolo nel mondo e ubbidisce a un richiamo sociale e politico che a quel tempo è una ragione di vita per tutti. Ne Il Mondo salvato dai ragazzini la Morante esprime la sua solitudine, la sua coscienza del dolore del mondo e la sua ideologia anarchica. L unico rifugio per lei rappresenta il mondo di ragazzini ossia dei puri e poveri di spirito, perché questi sono gli unici che s interessano delle cose veramente importanti. Nella Canzone dei Felici Pochi e degli Infelici Molti la Morante esprime il suo concetto di felicità. I suoi «Felici Pochi» sono creature privilegiate, dotate di una strana bellezza e felicità che l altra gente non vede. Sono poveri, muoiono giovani, sono istintivamente ribelli, anche se tranquilli, e perciò sospettati dalle autorità. Si trovano nei manicomi, nei carceri, negli ospizi per vecchi e in altri posti, dove finiscono quelli che, per una ragione o per l altra, sono rifiutati dalla società. In questa canzone si celebra l anarchia. Gli «Infelici Molti» sono troppo occupati a lavorare, a organizzare e a raggiungere la felicità attraverso i consumi che non si accorgono che l infelicità dei poveri «Felici Pochi» è molto più beata della loro conformistica felicità. Il non conformismo dei «Felici Pochi» è considerato dagli «Infelici Molti» un pericolo per la società e così essi vengono uccisi nei ghetti, nei Lager e sulla sedia elettrica. Sembra che solo nel Terzo mondo i «Felici Pochi» abbiano una vita più facile, poiché da quelle parti non c è l abitudine di uccidere i profeti e i poeti. 41 Nel 1974 esce La Storia e subito ottiene un grosso successo. Nel 1986 viene registrato il film omonimo diretto da Luigi Comencini ed interpretato da Claudia Cardinale nel ruolo di Ida. Al tempo della stesura dell ultimo romanzo morantiano, intitolato Aracoeli, la scrittrice già lotta contro la grave malattia che la volge ad un pessimismo profondo e il suo ultimo libro ne dà testimonianza. Elsa Morante muore il 25 novembre del 1985 dopo una lunga malattia. Dopo Aracoeli non ha pubblicato più niente, ma alcune sue opere sono pubblicate postume. Nel 1987, due anni dopo la morte della scrittrice, esce presso la casa editrice Adelphi la raccolta di saggi intitolata Pro o contro la bomba atomica e altri saggi. Si tratta di vari saggi e articoli pubblicati dalla Morante su diversi giornali. Elsa Morante ha dedicato la sua vita alla letteratura. Cesare Garboli nel suo libro Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante accentua la capacità di trasformazione della Morante, la 41 Cfr. C. Sgorlon, Invito alla lettura di Elsa Morante, op. cit., p

20 capacità di apparire diversa a ogni appuntamento ed è vero che nessun libro di Elsa Morante assomiglia agli altri della famiglia Cfr. C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., p

21 4. Menzogna e sortilegio Il primo romanzo di Elsa Morante, intitolato Menzogna e sortilegio, è scritto alla fine della seconda guerra mondiale tra il 1944 e il La Morante ha allora trent anni e vive con il marito, Alberto Moravia, in un appartamento di due stanze in via Sgambati. Il matrimonio con Moravia è per lei, che ha trascorso la giovinezza in dure ristrettezze, un grande sollievo economico e quindi Elsa si può finalmente dedicare pienamente allo scrivere. Alla fine del 1941 esce il suo primo libro, la raccolta di racconti Il gioco segreto e nel 1943 comincia la prima stesura di Menzogna e sortilego con il titolo Vita di mia nonna. Ma la stesura è interrotta quando la coppia deve abbandonare Roma e rifugiarsi a Fondi. Nell estate del 1944 la Morante ritorna nella capitale e riprende il lavoro. Finito il romanzo, Elsa decide di mandarlo alla casa editrice Einaudi tramite Natalia Ginzburg, la quale, molti anni dopo, nel 1985, scrive: «Nel 48 credo nell inverno, mi arrivò una lettera di Elsa Morante. Mi diceva che aveva appena finito un romanzo e mi chiedeva se me lo poteva mandare. Io abitavo allora a Torino e lavoravo nella casa editrice Einaudi. [...] Così ebbi il dattiloscritto di Menzogna e sortilegio: lo ricevetti per posta. [...] Ricordo con quanto stupore lessi i titoli dei capitoli, perché mi parve un romanzo d un altra epoca. [...] Lessi Menzogna e sortilegio d un fiato e lo amai immensamente: però non so dire se ne capii chiaramente, allora, l importanza e la grandezza. Sapevo soltanto che lo amavo e che da lungo tempo non avevo letto nulla che mi desse tanta vita e felicità. [...] Lavoravo in quella casa editrice da non molto e non avevo certo l autorità necessaria per decidere, da sola, della pubblicazione d un libro; mi consigliai con Pavese; mi sembra che lui non lo lesse allora, in dattiloscritto; ma trovò giusto di pubblicarlo.» 43 Il libro esce da Einaudi nel 1948 e nello stesso anno vince anche il premio Viareggio. Ma tranne il premio e alcune critiche positive il libro viene accolto con freddezza e perplessità. I critici non sanno dove collocare il romanzo perché esso sta fuori del contesto letterario di quell epoca. Uscito nel 1948, il romanzo ignora la tragedia della guerra finita poco prima e si distanzia dalla contemporanea letteratura neorealista. E mentre tutti affrontano la realtà e si girano verso il futuro, lo sguardo della Morante si distrae dal presente e si volge su uno scenario spettrale e lontano. 44 Menzogna e sortilegio è un romanzo che sembra nato nell Ottocento, si vedono anche ispirazioni anteriori all Ottocento. Nel 1968 Elsa Morante in un intervista per Le Monde spiega che con Menzogna e sortilegio voleva scrivere l ultimo romanzo possibile e così uccidere il genere: 43 Natalia Ginzburg, Menzogna e sortilegio, Dedicato a Elsa Morante, In: Reporter, 7-8 dicembre, Disponibile su: 44 Cfr. C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., p

22 «Non ho il coraggio di dirlo, perché potrei sembrare una megalomane. Ma ero molto giovane. Ero convinta che il romanzo, come lo si intendeva nell Ottocento (per la verità la nozione di romanzo, per me, è molto più vasta: l Iliade e la Bhagavad-Gita sono dei romanzi) era in agonia. Allora, io ho voluto fare quello che per i poemi cavallereschi ha fatto Ariosto: scrivere l ultimo e uccidere il genere. Io volevo scrivere l ultimo romanzo possibile, l ultimo romanzo della terra, e, naturalmente, anche il mio ultimo romanzo. Volevo mettere nel romanzo tutto quello che allora mi tormentava, tutta la mia vita, che era una giovane vita, ma una vita intimamente drammatica. Volevo anche che il romanzo contenesse tutto ciò che era la sostanza del romanzo dell Ottocento: i parenti poveri e quelli ricchi, le orfanelle, le prostitute dal cuore generoso.» 45 Anche se della guerra, nel romanzo, non si parla affatto, e in più la sua vicenda è così lontana dal presente e dalla realtà, Menzogna e sortilegio ha per Elsa Morante un significato simbolico che è connesso con la guerra. In un testo autobiografico del 1959, il quale ho già citato, Elsa dichiara che con la guerra ha, precocemente e con violenza rovinosa, incontrato la maturità, e con la maturità intende il passaggio dalle fantasie giovanili alla coscienza, e proprio di questo passaggio si parla anche nel romanzo. Quasi tutti i protagonisti vivono nel loro mondo pieno di fantasie e di sogni, e quando alla fine si scontrano con la dura e crudele realtà, impazziscono e muoiono. Elsa Morante afferma nell intervista per Le Monde che da un avvenimento della guerra nasce anche l idea di tutto il romanzo: «Sentii di una vecchia signora cieca a cui avevano ucciso il figlio in guerra (in Etiopia?) e a cui i famigliari nascondevano la verità. Le leggevano delle lettere facendole credere che fossero del figlio. Tutto il romanzo è nato da qui.» 46 Però, come ho già menzionato, della guerra nel romanzo non si parla e la sua vicenda si svolge in un ambiente e in un tempo imprecisato, e proprio quest ambiguità infastidisce i critici e recensori di quell epoca. Il tempo e il luogo del romanzo sembrano inventati, ma come dice Cesare Garboli, sono precisissimi. La Morante non dice esplicitamente in quale epoca si svolge la vicenda, ma da alcuni fatti (c è il telegrafo, il grammofono, ci sono i treni, non ci sono automobili) si capisce che Menzogna e sortilegio racconta la storia di tre generazioni vissute tra gli ultimi decenni dell Ottocento e il primo del Novecento. L azione si svolge in Sicilia prima della guerra 14-18, mentre gli antefatti risalgono a molto più indietro. In due parole, si tratta della belle-époque ma una belle-époque distorta, vista da un altro angolo visuale, dall angolo di poveri contadini, cortigiane, impiegati di Stato e di piccolo-borghesi decaduti. Non è uno sguardo non realistico ma piuttosto irriconoscibile perché la belle-époque viene sempre descritta come un periodo di benessere e progresso. L ambiguità del romanzo quindi non consiste nel tempo e nell ambiente ma piuttosto 45 E. Morante, Opere vol. 1, op. cit., p. LVII. 46 Ibidem. 22

23 nello stile in cui il mondo di Menzogna e sortilegio viene rappresentato. La Morante usa un effetto stilistico particolare che Garboli chiama retrodatazione di un tempo relativamente recente. Sebbene l epoca dei fatti non sia lontana, i personaggi si muovono in un atmosfera remotissima. Siamo in Sicilia, in una società arcaica che si è conservata tal quale da secoli, caratterizzata dalla superstiziosità e la megalomania. Il mondo di Menzogna e sortilegio è diviso secondo delle regole antiche in ricchi e poveri e in belli e brutti, e sono proprio le abitudini e le superstizioni che trascinano l intreccio lontano nel tempo. 47 Può sembrare strano che in un romanzo, in cui il fantastico occupa tanto spazio, l attenzione della Morante sia prestata ai fatti e soprattutto alle contraddizioni sociali, ma anche se la scrittrice si serve di fiabe e del linguaggio e del tono fiabesco, respinge un interpretazione in chiave mitico-fantastica della sua opera dicendo che i suoi personaggi hanno una psicologia realistica. Sostiene che è lecito inventare qualsiasi cosa in un romanzo, fuorché la psicologia, perché ogni dramma umano è reale e ogni romanzo che rappresenti questo dramma secondo la verità è un romanzo realista. La psicologia per lei è quindi l unica, assoluta legge del realismo nel romanzo. 48 In Menzogna e sortilegio Elsa Morante ha preso un reale dramma umano e l ha ambientato in un mondo metà vero, metà favoloso, e in più ha scelto uno stile che rievoca i grandi romanzi ottocenteschi o ancora più antichi, nel periodo in cui tutti si occupavano del presente. Tutte queste caratteristiche hanno dato origine agli equivoci e alle incomprensioni che tuttora accompagnano il romanzo. 47 Cfr. C. Garboli, Il gioco segreto. Nove immagini di Elsa Morante, op. cit., pp Cfr. Elsa Morante, Sul romanzo, In: Pro o contro la bomba atomica, Adelphi, Milano,1987, pp

24 4.1 La trama Menzogna e sortilegio è una saga familiare attraverso tre generazioni raccontata da Elisa De Salvi, la quale ormai sola al mondo, si rinchiude nella sua stanza per narrare la storia della propria famiglia. Nelle prime quattro parti del romanzo Elisa cerca di ricostruire la storia, da quello che le hanno detto quando era piccola e soprattutto attraverso le finte lettere scritte da Anna, sua madre, al cugino Edoardo, mentre i fatti raccontati nelle due ultime parti provengono dai suoi ricordi diretti. Elisa nel raccontare il dramma familiare parte da Cesira, sua nonna, maestra di paese che viveva in attesa della propria elevazione sociale e si è sposata con un anziano e decaduto nobiluomo, Teodoro Massia di Corullo. Ma dopo le nozze tutti i sogni di Cesira svaniscono davanti alla miseria materiale del marito. Dal loro matrimonio nasce Anna, la quale trascorre la sua fanciullezza sognando il cugino Edoardo, figlio della sua ricca zia Concetta. Nel frattempo, Nicola Monaco, disonesto amministratore dei Cerentano, convince Teodoro a compiere nei confronti di Concetta un atto che romperà i rapporti tra le due famiglie e causa la rovina totale dei Massia. Dopo la morte di Teodoro, Cesira va a casa di Concetta per chiederle aiuto. Concetta gliela concede ma a patto che lei e sua figlia Anna scompaiano dalla sua vita. Passano degli anni, Anna ed Edoardo si rivedono e subito nasce tra loro un amore intenso ma corrotto. Anna è ossessa dalla relazione con Edoardo e lui la maltratta e umilia. La loro relazione finisce quando Edoardo si ammala e respinge la cugina senza spiegazioni. Edoardo inizia un amicizia con Francesco De Salvi, figlio di contadini che si fa credere un barone e il cui padre illegittimo è l amministratore dei Cerentano, Nicola Monaco. Francesco è fidanzato con la giovane prostituta Rosaria, la quale però non riesce a rinunciare ai regali di Edoardo e diventa sua amante. Dopo che Francesco rivela il tradimento di Rosaria senza sapere chi sia stato quell altro, s innamora di Anna. Edoardo si ammala di tisi e parte per una clinica. Anna, disperata, decide di sposare Francesco per sottrarsi alla miseria. Francesco, per poter provvedere ai bisogni della famiglia, abbandona gli studi universitari e comincia a lavorare come impiegato delle poste. Nasce Elisa. Un giorno Francesco ed Elisa, girando per la città, incontrano Rosaria e da quel momento passano le domeniche da lei. Dopo alcuni viaggi all estero Edoardo muore di tisi e sua madre, Concetta, diventa pazza. Un giorno Anna l incontra e finge di avere una corrispondenza con Edoardo e da quel giorno va spesso nel palazzo dei Cerentano a leggerle le lettere. Ambedue le donne finiscono per convincersi che Edoardo non sia morto, così che egli diventa per loro un fantasma. Francesco muore in un incidente banale sul treno postale, dove fa servizio. Dopo alcuni giorni muore di follia anche Anna, ed Elisa è adottata da 24

25 Rosaria, la quale la porta con sé a Roma. Quando muore anche Rosaria, Elisa, ormai adulta, si chiude nella stanza e comincia a scrivere la storia della sua famiglia I personaggi femminili Il romanzo Menzogna e sortilegio è pieno di personaggi femminili, ma nel presente capitolo vorrei dedicarmi solo all analisi di quelli più importanti, cioè Cesira, Anna, Concetta, Rosaria ed Elisa. Tutti i personaggi di Menzogna e sortilegio (non solo quelli femminili), tranne Rosaria, esprimono il disgusto della Morante per la società borghese. Tutti sono corrotti nello stesso modo, bramosi della ricchezza, dell elevazione sociale, sono pazzi e malvagi, e si abbandonano a sogni irrealizzabili. Ma non è completamente colpa loro, a snaturarli sono le idee distorte del mondo in cui vivono e le quali loro accettano inconsciamente. Menzogna e sortilegio parla della crisi dell uomo e della società contemporanea, in cui gli individui si sentono persi e sono incapaci di sopportare la propria condizione terrestre e quindi si abbandonano ai sogni e alle fantasie, i quali però non riescono ad attuare e i quali alla fine li porteranno all autodistruzione. Le donne non riescono ad essere vere madri, o non si occupano dei propri figli o il rapporto tra di loro assume tratti perversi. Si sottomettono agli uomini e sono deboli di carattere. Soltanto Rosaria, poiché proviene dall ambiente popolare, riesce a sottrarsi ai pregiudizi e alle idee false della società piccolo-borghese Cesira Elsa Morante afferma in un intervista che nessuno dei suoi personaggi è preso direttamente dalla sua famiglia, salvo Cesira che è per esattezza la sua nonna materna. La Morante la ricorda attraverso la voce narrante di Menzogna e sortilegio, Elisa, come una donna ormai vecchia e senile che non chiedeva mai nient altro che del pane e un po d acqua, e la quale per lei è stata un personaggio trascurabile poiché è morta presto e neppure durante la vita ha fatto notare molto la sua presenza. 49 Elisa nel raccontare la sua vicenda parte dalla nascita nella nonna. Cesira nasce la terza di tre sorelle e sin dall infanzia è scontrosa, maligna, superba e vanitosa, considerandosi la più bella delle sorelle. Dopo la morte dei genitori deve guadagnarsi la vita e lavora come maestra in piccole scuole di paese. Sdegna, però, la rozza società che la circonda e in cui è costretta a vivere, considerandosi superiore a tutti, così che rifiuta ogni offerta di sistemazione. Le aspirazioni di Cesira sono altrove, 49 Cfr. J. N. Schifano, Barbara e divina, op. cit. 25

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