INTRODUZIONE 7. Prologo
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- Gustavo Catalano
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1 INTRODUZIONE 7 Prologo Tanti anni fa vivevano un re e una regina che non permettevano ai loro sudditi di imparare a leggere e a scrivere. «Più sono ignoranti», si dicevano, «e più sono facili da governare». Così misero in tutto il regno dei cartelli che dicevano: «Attenti al terribile cantastorie!». In quei tempi i cantastorie regalavano idee a chi li ascoltava, e il re e la regina sapevano che le idee fanno pensare e che le persone che pensano possono avere delle opinioni proprie e che possono quindi desiderare di imparare a leggere e a scrivere e perfino di mettere in pratica le loro idee per governarsi da sole. Perciò il re e la regina si affrettarono a spargere brutte voci sul conto dei cantastorie, dicendo che confondevano la gente e che facevano perdere il lume della ragione. Il popolo ebbe così tanta paura che fu facile per il re e la regina convincere i loro sudditi a dar loro del denaro in cambio di protezione per costruire un enorme fortezza fatta di paglia, legno e mattoni, così che si potessero difendere dai feroci cantastorie. La fortezza era così grande che poteva ospitare tutti i sudditi del regno e ogni volta che all orizzonte si vedeva comparire un cantastorie, il re suonava una campana dalla torre per dare l allarme e tutti i sudditi scappavano in fretta e furia dalle strade e dai campi per mettersi in salvo. È difficile che i cantastorie vadano nei posti in cui non sono benvenuti, per cui smisero di fare visita a questo regno. Finché un giorno un grande cantastorie molto curioso si perse e arrivò proprio lì. Quando il re, con il suo cannocchiale, lo vide arrivare, diede l allarme e tutti ebbero timore per la propria vita e si rifugiarono nella grande fortezza. Quando furono tutti dentro, il re e la regina sprangarono la porta proprio in faccia al cantastorie. Questi bussò e il re chiese: «Chi è?».
2 8 INVENTARE E RACCONTARE STORIE «Sono solo io», disse il cantastorie, «lasciatemi entrare». «Neanche per i peli della tua barba barbosa!», gridò la regina e ordinò al popolo di ripetere. «Neanche per i peli della tua barba barbosa!» «Bene allora», disse il cantastorie, «sbufferò e soffierò e farò cadere la vostra casa. E poi vi racconterò una storia per distruggere questa prigione. E quando finito avrò, vi dirò ciao e me ne andrò». Così il cantastorie sbuffò e soffiò e raccontò una bellissima storia che riempì la mente del popolo di idee magnifiche e ne accese l immaginazione. Quando ebbe finito, la fortezza crollò facendo un gran rumore e un gran polverone. Il re e la regina erano così spaventati che fuggirono e non tornarono più. La gente, invece, fu sorpresa di vedere che il cantastorie non le aveva fatto niente di male e che non era affatto malvagio come le avevano detto. E per la gioia di tutti cominciò a raccontare altre storie, che piacquero così tanto a quella gente che le tramandò ai figli e poi ai figli dei figli e così sono arrivate fino ai nostri tempi. Ed è per questo, amici miei, che ora siamo così saggi.
3 IL PRIMO INCONTRO 27 1 Il primo incontro Cappuccetto Rosso Inizio tutti i miei programmi con Cappuccetto Rosso, sia perché è una fiaba nota in tutto il mondo sia perché propone ai bambini e agli adulti numerose questioni che richiedono immediatamente attenzione. Di fatto, ritengo che sia tutt oggi popolare perché il conflitto che è al centro della storia è ancora rilevante e irrisolto: l «antico» racconto di Charles Perrault del 1697 narra di uno stupro in cui la ragazza è ritenuta responsabile della morte sua e di quella della nonna. Vediamo qual era la versione letteraria del 1697 di Perrault, il primo modello di molti racconti simili che la avrebbero seguita (compreso Cappuccetto Rosso, scritto molto più tardi, nel 1812, dai fratelli Grimm). Cappuccetto Rosso C era una volta una fanciulla che viveva in un villaggio. Era la bambina più graziosa del circondario; sua mamma la adorava e sua nonna ancora di più. Questa brava donna le aveva fatto un cappuccetto rosso che le stava così bene che tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso. Un giorno la mamma di Cappuccetto Rosso preparò dei biscotti e poi disse alla figlia: «Va a vedere come sta la nonna. Ho sentito che è ammalata. Portale dei biscotti e una ciotola di burro».
4 28 INVENTARE E RACCONTARE STORIE Cappuccetto Rosso partì subito per andare dalla nonna, che viveva in un altro villaggio. Passando per il bosco incontrò il Vecchio Lupo, che aveva molta voglia di mangiarla ma non ne aveva il coraggio perché nella foresta c erano dei boscaioli. Le chiese dove stesse andando e la povera bambina, che non sapeva che fosse pericoloso fermarsi ad ascoltare un lupo, gli disse: «Sto andando dalla nonna e le porto dei biscotti e del burro che mi ha dato la mia mamma». «Abita lontano da qui?», chiese il lupo. «Oh sì», disse Cappuccetto Rosso. «Devi passare per il mulino, che è proprio lì, e la sua casa è la prima del villaggio.» «Bene allora», disse il lupo, «andrò anch io a trovarla. Tu prendi questo sentiero e io prenderò l altro: vediamo chi arriva per primo». Il lupo prese il sentiero più breve e corse più in fretta che poteva, mentre la bambina prese il sentiero più lungo. Lungo la strada si divertì a raccogliere noci, a rincorrere le farfalle e a fare mazzetti di fiori. In poco tempo il lupo arrivò alla casa della nonna e bussò alla porta. «Toc toc.» «Chi è?» «Sono la tua nipotina, Cappuccetto Rosso», disse il lupo alterando la voce. «Ti ho portato dei biscotti e una ciotola di burro che ti manda la mamma.» La buona nonna, che era a letto perché non stava bene, gridò: «Tira il pomello, e il chiavistello si aprirà». Il lupo tirò il pomello e la porta si aprì. Balzò sulla povera donna e la divorò in un boccone, perché non mangiava già da tre giorni. Dopodiché chiuse la porta e si mise nel letto della nonna aspettando Cappuccetto Rosso, che poco dopo venne a bussare alla porta. «Toc toc.» «Chi è?» Quando sentì la voce roca del lupo, Cappuccetto Rosso ebbe un po di paura, ma poi pensò che la nonna avesse il raffreddore e rispose: «Sono la tua nipotina, Cappuccetto Rosso. Ti ho portato dei biscotti e una ciotola di burro che ti manda la mamma». Il lupo addolcì la voce e le gridò: «Tira il pomello, e il chiavistello si aprirà». Cappuccetto Rosso tirò il pomello e la porta si aprì. Quando la vide entrare, il lupo si nascose sotto le coperte e le disse: «Metti i biscotti e il burro sulla credenza e vieni a sdraiarti vicino a me».
5 IL PRIMO INCONTRO 29 Cappuccetto Rosso si spogliò e andò nel letto, dove fu sorpresa di vedere come la nonna si era messa la camicia da notte. «Che braccia grandi hai, nonna!» «Per coccolarti meglio, piccola mia.» «Che gambe grandi hai, nonna!» «Per rincorrerti meglio, piccola mia.» «Che orecchie grandi hai, nonna!» «Per sentirti meglio, piccola mia.» «Che occhi grandi hai, nonna!» «Per vederti meglio, piccola mia.» «Che denti grandi hai, nonna!» «Per mangiarti meglio!» E, dette queste parole, il lupo cattivo si avventò su Cappuccetto Rosso e la mangiò. Morale La storia insegna che i bambini tutti, e soprattutto le bimbe dolci e fresche come frutti, dovrebbero a certi signori fare attenzione, per non finire mangiati in un sol boccone. Non tutti gli uomini son lupi cattivi, tanti sono buoni, cortesi e inoffensivi; ce ne sono di belli e di brutti, di astuti e di stolti, e altri che hanno mille e più volti. Certi, però, dan la caccia alle bimbette, inseguendole fin dentro le loro camerette. Ahimè per quelle che fan come lo struzzo, perché la lingua più dolce ha il dente più aguzzo. Spesso dimentichiamo che, secondo Perrault, una ragazza che fosse tanto sprovveduta e ingenua se non proprio stupida da cadere in questi tranelli era responsabile del comportamento del lupo e quindi causa del suo stesso stupro. Molti, inoltre, ignorano il fatto che Perrault abbia scritto Cappuccetto Rosso prendendo e modificando radicalmente un racconto popolare orale che a quell epoca era diffuso nel Sud della Francia. Secondo il folklorista francese Paul Delarue, che compose una versione eterogenea di Cappuccetto Rosso basata su fonti orali, 1 la forma originale del racconto era probabilmente quella che segue. 1 Per una storia completa del racconto di Cappuccetto Rosso si veda il mio libro The trials and tribulations of Little Red Riding Hood, New York, Routledge, 1993, 2 a ed.
6 30 INVENTARE E RACCONTARE STORIE La storia della nonna C era una volta una donna che preparò del pane e disse alla figlia: «Va a portare questa pagnotta calda e del latte alla nonna». Così la fanciulla partì. Al crocicchio incontrò il lupo mannaro, che le disse: «Dove stai andando?» «Sto portando questa pagnotta calda e una bottiglia di latte alla mia nonna.» «Che sentiero prendi», chiese il lupo mannaro, «il sentiero degli aghi o quello degli spilli?». «Il sentiero degli aghi,» disse la fanciulla. «Bene, allora io prenderò il sentiero degli spilli.» Per strada la fanciulla si dilettò a raccogliere aghi. Nel frattempo il lupo mannaro arrivò alla casa della nonna, la uccise e mise parte delle sue carni nella credenza e una bottiglia del suo sangue sullo scaffale. La fanciulla arrivò e bussò alla porta. «Spingi!», disse il lupo, «La porta è sbarrata da una paglia bagnata». «Buongiorno nonna. Ti ho portato una pagnotta calda e una bottiglia di latte.» «Mettile nella credenza, piccola mia. Prendi un po della carne che c è dentro e la bottiglia di vino sullo scaffale.» Dopo che la ragazza ebbe mangiato, un gattino disse: «Puah! È una sgualdrina di donna quella che mangia la carne e beve il sangue di sua nonna». «Spogliati, piccola mia», disse il lupo, «e vieni a sdraiarti accanto a me». «E dove metto il mio grembiule?» «Buttalo nel fuoco, piccola mia, non ti servirà più.» E ogni volta che gli chiedeva dove potesse mettere i vestiti il corpetto, l abito, la sottoveste, le calze il lupo rispondeva: «Buttali nel fuoco, piccola mia, non ti serviranno più». Quando si sdraiò nel letto, la fanciulla disse: «Oh nonna, come sei pelosa!» «Per riscaldarmi meglio, piccola mia!» «Oh nonna, che unghie lunghe hai!» «Per grattarmi meglio, piccola mia!» «Oh nonna, che spalle larghe hai!» «Per portare meglio la legna per il fuoco, piccola mia!»
7 IL PRIMO INCONTRO 31 «Oh nonna, che orecchie grandi hai!» «Per sentirti meglio, piccola mia!» «Oh nonna, che narici grandi hai!» «Per fiutare meglio il tabacco, piccola mia!» «Oh nonna, che bocca grande hai!» «Per mangiarti meglio, piccola mia!» «Oh nonna, mi scappa proprio tanto, non ce la faccio più. Fammi uscire.» «Falla nel letto, piccola mia!» «Oh no nonna, voglio andare fuori.» «Va bene, ma fa in fretta.» Il lupo le legò un filo di lana alla caviglia e la lasciò uscire. Quando la fanciulla fu nel cortile, legò l estremità del filo di lana a un prugno. Dopo un po il lupo si spazientì e disse: «Ma ne stai facendo una montagna là fuori? Ehi, ne stai facendo una montagna?». Quando si accorse che nessuno rispondeva saltò fuori dal letto e vide che la fanciulla era scappata. La inseguì, ma arrivò a casa sua proprio mentre lei stava entrando. 2 Se confrontiamo i due racconti vediamo che Perrault trasformò una giovane popolana, coraggiosa e che usa la sua intelligenza per mettere nel sacco un maschio predatore, in una viziata borghese che, a suo parere, meritava di essere punita per il suo comportamento ingenuo e malizioso con un lupo. La sua storia, in cui alla fine Cappuccetto Rosso muore, doveva servire da ammonimento per le donne, giovani e meno giovani, perché facessero attenzione a come si comportavano e reprimessero i loro spiriti avventurosi. Diversamente, il racconto popolare, che può essere collegato alle comunità di sarte del Sud della Francia e del Nord Italia, parla dell iniziazione di una ragazza che, preferendo gli aghi agli spilli, dimostra di essere pronta a diventare una sarta e a prendere il posto della nonna. Ritorna dal suo viaggio sana e salva senza bisogno dell aiuto di alcun uomo; la figura del soccorritore fu infatti aggiunta dai fratelli Grimm nella loro versione del 1812 perché ritenevano che una donna non fosse in grado di difendersi da sola ma dovesse essere salvata dai guai in cui si metteva da una specie di arbitro o poliziotto. In ogni caso, il racconto popolare originale celebra l acquisizione, da parte di una ragazza intelligente e coraggiosa, di quanto le spetta di diritto. 2 J. Zipes, The trials and tribulations of Little Red Riding Hood, New York, Routledge, 1993, 2 a ed.
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