Storia della stampa e dell editoria

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1 Storia della stampa e dell editoria Lezione di Lodovica Braida, appunti di Margherita A. Terrasi Primo semestre B-Notes Blog:

2 Storia della stampa e dell editoria Lezione 1 lunedì 26 settembre 2016 Introduzione L obiettivo è quello di affrontare un tema che va dal libro alla stampa, all ebook, la trasmissione elettronica dei testi. Ci occuperemo dell età moderna, dal 1400 fino alla fine del Prima della stampa a caratteri mobili c erano stati solo testi manoscritti. In società è introdotto un sistema nuovo, di progettazione culturale. Cercheremo di capire come il libro-stampa cambi la cultura europea. I cambiamenti nei mestieri del libro, quali conseguenze hanno questi ultimi. Sarà importante avere uno sguardo europeo, perché la stampa comincia in Germania e la tecnica del torchio si diffonde gradualmente in Germania per poi passare in ogni paese europeo. Il libro ha un adeguamento al tessuto sociale diverso a seconda del tipo di diffusione. Ciò servirà anche a capire e collocare la cultura italiana. Quando arriva la stampa in Italia, 1460 circa, vedremo come si evolverà la diffusione del libro. I cambiamenti dell editoria, quali sono gli elementi di continuità e le trasformazioni fino all editoria moderna. Come cambiano i mestieri del libro. Per lavorarci sono necessarie competenze diverse: un lavoro che ha l obbiettivo di analizzare queste trasformazioni ha bisogno di competenze storiche come letterarie, antropologiche, economiche. Sguardi che ci consentono di porre domande diverse di quelle che si porrebbe uno storico. È necessaria una competenza istituzionale: quali istituzioni consentono ai libri di avere un certo sviluppo. Gli stati, i parlamenti, le istituzioni ecclesiastiche. Per istituzione di intende coloro che hanno sostenuto un certo tipo di distribuzione, quindi ci sarà anche da discutere riguardo alla censura. Il nostro punto di vista cambierà a seconda delle fonti che analizzeremo. Per correttezza e metodo, un lavoro ad ampio, medio, piccolo raggio non ha senso per me se non c è attenzione alla fonte. Noi certe risposte non le possiamo dare perché le fonti non ci sono. Esempio è il rapporto tra manoscritto e libro-stampa. Migliaia di manoscritti sono andati perduti, non sono stati più riprodotti. Quando Gutenberg comincia a stampare con i caratteri mobili si ha una più ampia distribuzione di testi che in precedenza non sarebbero stati più copiati. Intere biblioteche sono andate distrutte, moltissimi libri a stampa sono andati distrutti, ma la differenza sta nel fatto che gli stampatori stampavano centinaia di copie di un libro, o anche mille, duemila copie a seconda dell andamento del libro. La probabilità di conservazione è quindi maggiore. Abbiamo anche un altro punto di osservazione, delle descrizioni di libri che non ci sono più ma delle quali troviamo una descrizione in repertori antichi e quindi siamo in grado di ricostruire quello che è giunto fino a noi. La storia del libro va fatta su più livelli, con più fonti, oggi è anche più facile, perché è possibile fare una ricerca sui libri antichi sui siti internet delle biblioteche di tutta Europa. Trenta anni fa era molto più difficile, perché per sapere se un libro era in una biblioteca bisognava andare lì. 1. Attenzione alla fonte: le fonti sono diverse a seconda dell editore e dell istituzione, bisogna anche conoscere le varie leggi sulla censura. Il libro a stampa nasce per imitazione totale del libro manoscritto. Nei formati, nel tipo di carattere. Il libro a stampa si sfogliava esattamente come un libro a stampa. Uno studioso di storia del libro, Chartier, ha detto che la lettura/fruizione di oggi è più simile alla lettura sui volumi/rotoli/papiri che non a quella del manoscritto o del libro a stampa. Gli uomini e le donne 1

3 che vivono il passaggio alla metà del Quattrocento vivono una rivoluzione tecnologica. Il materiale di cui sono fatti i libri e i manoscritti poteva essere lo stesso. Lavorando su queste grandi trasformazioni le domande sono legate alla trasformazione scritta: quand è che si è passato dal volume al quaderno? Tutti passaggi epocali. Se avessi chiesto 30 anni fa qual è stata l invenzione più importante per la trasmissione della cultura tutti avrebbero detto L invenzione di Gutenberg. Oggi avremmo dei dubbi a rispondere così, oggi parleremmo dei computer. Le risposte a seconda dei momenti storici cambiano. Oggi accanto alla stampa siamo obbligati ad aggiungere altre invenzioni, trasformazioni nell ambito della produzione scritta. La storia della cultura era ampiamente diseguale, ineguaglianza legata al fatto che chi non sapeva scrivere non ha lasciato tracce ed è sparito dalla storia. Ci sono studi importanti fatti sul rapporto tra oralità e scrittura. Libri scolastici e per bambini sono ad ampia circolazione (sbagliato oggi definirli libri popolari ). I libri di una stagione precisa della nostra vita spesso non li conserviamo. I testi di questi autori si sono conservati e riprodotti per moltissimi secoli. Ci sono degli elementi e tipologie diverse di libri che sono simili a quelle che abbiamo oggi: i libri scolastici degli anni 40/50/60 se vengono ricercati non si troveranno più, perché i libri scolastici vengono sempre aggiornati. Non si hanno quindi fonti dei libri che si vorrebbe studiare. Come studiare quindi i libri di grandissima diffusione ma non conservati? Nel momento in cui un autore cedeva un manoscritto, se era famoso gli si dava un compenso, se no non gli si dava nulla se non qualche copia del libro stampato. Adesso si è proprietari della propria opera, non si perde la proprietà una volta che si ha ceduto il manoscritto, perciò si ha il diritto ad una percentuale del guadagno. Il diritto d autore ha cambiato i rapporti tra autori ed editori, la storia della cultura. Accanto alla storia del libro, oggi si fa anche storia della lettura: disciplina nata da pochi anni. Fino agli anni Novanta si intendeva unicamente la storia degli editori, adesso l attenzione vien data anche ai lettori, chi acquista il libro, chi lo prende in prestito in biblioteca. Di tutte le storie culturali questa è la più difficile. Gli storici troveranno difficile ricostruire il quadro dei lettori, contando i libri che una persona ha, il campo della ricerca più avanzato, ma anche il più complicato. Tante scienze oggi lavorano su questi ambiti, anche sulle deficienze della vista, le dislessie e le difficoltà a leggere. Modelli non solo tradizionali, ma anche incroci con le scienze. Nell ambito della lettura per bambini è tanto il lavoro degli psicologi. Altro elemento è il problema del tempo, inteso come cronologia, perché a seconda di come noi guardiamo un fenomeno, a secondo del tempo, dell arco cronologico, vari il punto di vista. C è stata una rivoluzione nel passaggio dal manoscritto al libro-stampa? No. I due hanno continuato a convivere tra il 1400 e il Chi osserva un breve periodo di tempo nota che la sostituzione non c è stata, nei primi 50 anni si registra una forte vitalità del manoscritto, nonostante il libro-stampa. Questo perché il sistema operativo di entrambi i prodotti è attivo. Dipende anche dalla situazione economica. Ci sono dei centri culturali vivacissimi che della stampa non se ne fanno nulla, come le grandi università europee: Bologna, Parigi (abbiamo su questi centri moltissimi studi), Siviglia, ecc. In queste città si vede che le università fanno a meno della stampa, perché attorno ci sono dei grandi centri di copiatura. I professori universitari davano una copia del loro corso ai centri di copiatura e in questi centri gli studenti potevano copiarsi gli esemplari, oppure pagare un copista che copiasse per loro il manoscritto. Ogni esemplare era fatto di uno, due, tre fascicoli, quindi 2

4 andavano pagati a fascicoli. Lione e Venezia, città commerciali, sono state molto più attive nella produzione di libri-stampa. Studiando il caso italiano, noi troviamo città italiane attivissime all innovazione, mentre altre ove la stampa non riesce a decollare, nonostante ci sia la presenza del libro. Se si studia quanto facesse guadagnare la copiatura dell università di Bologna, si capisce benissimo quale fosse il vantaggio economico. Venezia divenne il centro europeo più importante per la produzione editoriale, perché aveva una rete molto vivace, non soltanto con l Italia, ma con tutto il Mediterraneo, la ex Jugoslavia, con il Sud dell Europa, questi canali facilitano la produzione del libro e della sua circolazione, perché i libri venivano caricati sulle navi. Una città che oggi è per antonomasia la città della diffusione culturale è Firenze, se la osserviamo negli stessi anni in cui osserviamo Venezia, ci lascia molto delusi, perché è una città in cui fa fatica a decollare il libro a stampa. Firenze aveva un altissima produzione di libri manoscritti di lusso per tutta Europa. Il libro manoscritto era un oggetto d arte, personalizzato. Chiunque poteva decidere come fare il proprio libro, il tipo di inchiostro, le miniature, le finiture raffinate. L idea che il libro fosse qualcosa di prezioso e di personale è un idea che abbiamo ormai perduto. Adesso i libri-stampa sono tutti uguali. In precedenza addirittura i libri-stampa erano più personalizzati, avevano un legame con la personalizzazione dei manoscritti. Gli umanisti preferivano farseli da soli: copiare Virgilio e farsi il proprio manoscritto. L idea del libro era personale, il lettore sceglie come comporlo, o farlo. Ciò esisteva per il manoscritto ed anche per i primi libri a stampa. Scritto a mano, nel 1400, voleva dire leggibile (non illeggibile), per quello era meglio che fosse fatto così. Era un mondo fatto di abitudini. Le scritture erano diverse a seconda degli uomini. La difficoltà degli studiosi è il ritrovare dei caratteri diversi a seconda delle scritture locali. Ciò ci dà l idea dell importanza di avere competenze anche paleografiche. Saper dire quale tipo di scrittura imita lo stampatore, altrimenti non capisco se uno stampatore italiano imita la scrittura di Petrarca, o di qualcun altro. L invenzione della stampa nasce dalla necessità di avere più rapidamente dei libri, per ragioni culturali. Le invenzioni sono spesso frutto di una società che richieda un sistema produttivo più rapido. (I libri nel programma si trovano, alcuni non è sicuro che ci siano ma si trovano in biblioteca). 3

5 Storia della stampa e dell editoria Lezione 2 martedì 27 settembre 2016 I cartolai Possiamo parlare di cambiamenti significativi solo nel lungo periodo, siccome la produzione di manoscritti e di libri-stampa è continuata fino ai primi cinquant anni dall invenzione della stampa a caratteri mobili. Incunabolo: libro in culla, i primi libri a stampa. Si intendono tutti i libri stampati in Europa dalla metà del Quattrocento (nel XV secolo). L incunabolistica è nata per studiare proprio i primi libri a stampa. Cosa era successo perché gli uomini del 400 cercassero una tecnica nuova per copiare un libro? In alcune città europee si sono diffuse le università (tra fine 200 e fine metà 400): Parigi, Oxford, Cambridge, Bologna, Napoli, Salamanca, Valentia, ecc. Gli studenti avevano due possibilità per ottenere i testi: prendere gli appunti, oppure avere un testo scritto (in certi casi era fondamentale perché gli appunti non bastavano). Il libro a stampa non c era, quindi dovevano affidarsi a dei copisti, persone che lavoravano per conto dell università e che si preoccupavano di procurare i testi manoscritti agli studenti. Questo provoca che accanto alle università fioriscono dei centri di produzione dei manoscritti. Siccome era potenzialmente pericoloso affidare il testo di professore universitario ad uno scriba, perché poteva sbagliare, i docenti universitari pretendevano di controllare questi centri. Questi centri si chiamavano stazionariati. Il testo che i professori usano a lezione viene depositato negli stazionariati, che in due o tre giorni sarebbero stati in grado di copiare il manoscritto. Ogni qual volta che il professore aggiungeva dei commenti doveva fornire l exemplar allo stazionariato. I copisti non erano pagati a ore, ma a fascicolo. Se un libro era composto di due o tre fascicoli, lo studente pagava il copista un tot per ogni fascicolo. Erano una sorta di catena di montaggio, organizzati per un sistema universitario. L aumento della produzione era legato al fatto che fosse aumentata la domanda di copie. I monaci benedettini facevano delle bellissime copie di manoscritti, miniate, dipinte con colori diversi, con dei capolettera molto grandi e decorati. Nei casi più preziosi il miniatore usava delle lamine d oro. Il prezzo del manoscritto variava in base alla sua decorazione. Il libro antico non è standardizzato, ma personalizzato. Si chiedeva semplicemente, per spendere poco, di rubricare, ossia scrivere in rosso le lettere iniziali del manoscritto. Libro delle ore del duca di Berry, inizio XV secolo (un libro di preghiere). Pagina dedicata al mese di giugno. Ogni mese è decorato da una miniatura. Libri come veri oggetti d arte. Il libro antico era uno status symbol. I duchi volevano biblioteche con dei codici belli, quindi erano disposti ad ordinare manoscritti che erano delle vere e proprie opere d arte. Manoscritto Carolingio, Francia, VII-X secolo. I manoscritti non erano tutti così, dipendeva dalla spesa dell acquirente. Gli studenti universitari chiedevano semplicemente quello di cui avevano bisogno per preparare l esame. Il libro antico è personalizzato perché è il cliente che va dallo stazionario, o dal monastero, e in base a quello che vuole spendere gli sarà prodotto un tipo di libro. I centri di produzione potevano avere a loro richiesta anche degli artisti. Il manoscritto era uno degli ambiti in cui un artista poteva trovare lavoro. Nelle città c erano delle botteghe di cartolai (cartolaio: libraio e copista) che vendevano dei libri manoscritti e che avevano a disposizione dei rubricatori, chiamati a seconda di quello che serviva- 4

6 Il mestiere del libro è tenuto dai cartolai. Normalmente i cartolai non producevano tanti manoscritti, perché avevano paura di non venderli. È il cliente che decide come deve essere il prodotto e nella bottega del cartolaio si decide anche il tipo di copertura. La copertina è decisa dal lettore. Il più povero chiede una legatura in cartone, chi più ricco in pelle, o addirittura con rilegatura in pelle e oro. Era un sistema produttivo che funzionava, che aveva già una sua ricchezza e varietà di proposte. Prima dell invenzione del libro a stampa c era già la possibilità di trovare i libri, comprarli e copiarli. Il mestiere del cartolaio era un mestiere fondamentale, perché erano in grado di capire il gusto del pubblico e saranno anche quelli che quando arriverà il libro a stampa venderanno anche quel tipo di libro. Un prodotto nuovo, ma che verrà venduto attraverso la rete di cartolai che vendevano e riproducevano i manoscritti. Qui vediamo la continuità di questo mestiere. Grazie alla rete capillare di cartolai nelle città europee il libro a stampa troverà la sua linea commerciale. Dal 200 fino alla metà 400 vediamo un aumento dei centri dove si possono comprare dei libri manoscritti. Il mercato si adegua. Più centri ove si producono e vendono manoscritti e comincia anche ad esserci più specializzazione. Abbiamo un Europa in cui sta aumentando la richiesta di libri manoscritti. Comincia a diffondersi il mulino da carta, portati dagli arabi in Europa, in Spagna. Dei mulini in cui si lavorano gli stracci, dai quali si ottiene la carta. Questo fatto diventa dal punto di vista economico un elemento fondamentale. Ci sono molti studi sulla diffusione dei mulini da carta. Fabriano è una delle marche che ancora oggi producono carta. Non è accettata subito, come tutte le cose nuove. Le cancellerie e burocrazie degli stati europei avevano degli uffici in cui si producevano documenti, tutta questa documentazione veniva sempre fatta sulle pergamene. La pergamena aveva un origine animale, era pelle che veniva conciata, sbiancata, ecc. Era il supporto naturale più duraturo che si potesse immaginare. Questa cancellerie quindi continuarono ad utilizzare la pergamena, che costava moltissimo, perché aveva un processo di lavorazione molto più lungo di quello della carta e necessitava competenze complesse. La carta invece aveva trovato un suo ritmo nella produzione. Gli stracci di lino erano utilizzati per fare la carta. Il tessuto di ogni materiale era considerato materiale preziosissimo. Nasce il mestiere dei raccoglitori di stracci. La carta di stracci è una carta fortissima, perché i fili del tessuto garantiscono una base molto solida. Sono libri che se non vengono intaccati dai tarli o dai funghi della carta e se sono in condizioni ottimali, non umide, resistono per secoli. Nonostante fosse più facile produrre la carta in certi ambiti ci vuole molto tempo perché la carta venisse accettata. Ci fu sempre una sorta di diffidenza, soprattutto nei primi tempi. Il principe, o il vescovo, o il cardinale, che ordinava un manoscritto di lusso pretendeva un manoscritto in pergamena, perché c era la paura che in carta durasse di meno. Gli stazionari non usano la carta inizialmente, ma se lo studente vuole la carta, la carta gradualmente arriva. L abitudine alla lettura per noi è fondamentale, qualsiasi dispositivo utilizziamo, ci risulta semplice la lettura. Noi spesso non accettiamo una certa cosa che ci arriva nuova, perché non abbiamo ancora una preparazione mentale per poterla accettare. Certi stampatori, particolarmente raffinati, fanno una tiratura su carta ed una su pergamena, per accontentare coloro che volevano dei codici di lusso. C è un legame forte tra il libro status symbol e un gioiello di alto livello. Quando arriva la stampa a Firenze, i Medici non ne volevano sapere di ordinare dei libri a stampa, ma solo dei manoscritti. Le élite politiche faranno fatica ad 5

7 accettare dei prodotti standardizzati. La standardizzazione chiama in causa la mentalità, siccome il codice aveva qualcosa di personale, come già detto. Alcune Bibbie manoscritte valevano quanto un grande appezzamento di terra. Erano un investimento. Noi quando parliamo di libri pensiamo ai libri come testo, come oggetto su cui sono scritte delle parole. Il libro non era solo quello, era anche materialità, una materia a scelta da chi comprava il libro. Studiare i testi non basta per studiare i libri, ma anche come questi testi prendono forma e corpo. Gli autori non scrivono libri, ma scrivono testi che diventano dei libri, grazie agli scribi, come oggi alle competenze degli editori. Spesso abbiamo nella storia della letteratura dei testi scritti, ad esempio, da Leopardi, come se quel testo fosse rimasto così nei secoli. Se io leggo Leopardi in un modo o nell altro ne ho una ricezione diversa. Pubblicare Dante online piuttosto che sulla carta non sarebbe la stessa cosa. La mediazione editoriale è fondamentale, perché un bravo editore può darci quel testo oppure fornirci una mediazione corretta di quel testo. Se leggo un edizione teatrale di una pièce di Moliere, che magari è stata copiata e modificata da quella dell autore non è la stessa cosa. Libro o ebook non fa differenza, ma il testo non è immateriale, ha una sua incarnazione su un supporto materiale. Donald Mc Canzie è uno studioso di bibliografia, il suo libro, Bibliografia e sociologia dei testi, ci dice proprio questo: il testo ha a che fare con un sistema simbolico che noi condividiamo, quindi può anche essere veicolato dalla voce. Noi lo capiamo perché siamo parte di una cultura che ha prodotto questo tipo di immagine; così come il tatuaggio, perché è riferito ad un senso gerarchicosociale, perciò è come un testo per via del riferimento simbolico. 6

8 Storia della stampa e dell editoria Lezione 3 giovedì 29 settembre 2016 Le fonti Come nel manoscritto lo spazio iniziale era tenuto in bianco in attesa del miniatore, nel libro a stampa il capolettera era fatto a mano e anche i disegni e le cornici figurative. Gli scribi spesso lavorano anche negli uffici, nella burocrazia di Stato. I mestieri attivi nel mondo del manoscritto sono diversi. Per fare un buon manoscritto serviva una competenza nella scrittura, il copista, un rubricatore o un miniatore, ma soprattutto il cartolaio. I cartolai, o librai, sono l ossatura attraverso cui il commercio del manoscritto si irradia in tutta Europa. Essi non si limitavano a vendere i manoscritti ma raccoglievano la richiesta dei clienti. Il cliente sceglieva un tipo di decorazione e in quel momento il cartolaio prendeva l ordine. Il cliente allo stesso modo decideva il tipo di rilegatura per il suo libro. Se analizziamo i manoscritti nelle nostre biblioteche troviamo una grandissima varietà di scritture e di decorazione. Le scritture saranno alla base dei caratteri tipografici, siccome i tipografi dovevano imitare le scritture manoscritte più in voga in quella zona. Il libro a stampa farà di tutto per imitare i manoscritti. Un altro elemento fondamentale è che i libri a stampa saranno venduti negli stessi canali di vendita che già vendevano i libri manoscritti. C era anche un tipo di manoscritto che è fatto dall autore stesso, dal lettore. I lettori si aiutavano fra di loro, si prestavano i manoscritti e si copiavano i manoscritti da soli. Chi aveva delle competenze in questo ambito si produceva da solo il suo manoscritto. Vediamo un manoscritto di età Carolingia con degli stemmi famigliari. Una volta che commissionavano un manoscritto miniato aggiungevano anche gli stemmi delle loro casate. Che cosa servono queste decorazioni? Per studiare chi ha commissionato il manoscritto/libro, ma anche per studiare quelle famiglie che hanno creduto nel nuovo modo di fare libri tanto da commissionarli con decorazioni ricchissime. La città che da subito credette nel nuovo metodo di produzione è stata Venezia. Se noi analizziamo gli incunaboli, vediamo moltissimi esemplari con l inserimento della famiglia patrizia che li ha ordinati. Molto spesso sono gli stessi artisti a fare questi libri, perciò possiamo studiare quella che era stata la loro attività. Il Quattrocento è il momento più difficile da studiare, siccome è un momento di transizione, che presenta molte difficoltà. Abbiamo tipologie di prodotti diversi, sistemi di produzione diversi, accettazione e non accettazione del prodotto a seconda delle città in cui ci troviamo. In piena età della stampa gli autori, come Machiavelli, prima di dare alle stampe il libro faceva fare un esemplare manoscritto da regalare al suo dedicatario. Sull invenzione della stampa abbiamo fonti di due tipi: le lettere degli umanisti ed uomini di cultura, che se ne scrivono tra di loro molte (la lettera è uno spazio molto importante per uno studioso, perché vi troviamo i pensieri veri), l altra fonte importantissima sono le dichiarazioni degli stampatori. Nei primi incunaboli non troviamo alla fine del libro il colophon (le ultime righe con cui si conclude un libro). Esso contiene la dichiarazione di come, dove e quando è stato stampato il libro, una sorta di firma dello stampatore. Non c è ancora questa abitudine nei primi anni della stampa. Quindi: lettere manoscritte e colophon. La percezione che hanno gli umanisti negli anni Settanta ed Ottanta è positiva, essi sono entusiasti di poter trovare più facilmente i libri, perché spesso dovevano rivolgersi ad amici dalla parte opposta dell Europa. Essi possono avere più facilmente un testo di cui hanno bisogno. Ci 7

9 troviamo quindi di fronte a delle motivazioni: la rapidità alcuni dicono di essere interessati alla stampa per la celerità di produzione ed una la quantità tante copie dello stesso testo si possono produrre. I tipografi, nel colophon, dicono questo libro è stato stampato il giorno, il mese, l anno e le lettere sono come se fossero state scritte a mano. Essi si vantano che questo nuovo modo di fare i libri garantisse che le lettere fossero belle come fatte a mano, perché la massima garanzia di leggibilità era quella, per via delle abitudini ai manoscritti. La nostra percezione della leggibilità adesso passa attraverso alla scrittura meccanizzata, l esatto contrario. Ciò è comprensibile perché i lettori dei libri-stampa erano gli stessi che fino a quel giorno avevano comprato libri manoscritti (gli ebook reader, allo stesso modo, si cerca di produrli con effetti simili a quelli dei libri cartacei). Tornando al colophon, si tratta dell unico spazio nel quale i tipografi ci dicono chi sono e dove hanno stampato e con cosa. Ci dicono anche chi ha finanziato la stampa. Molto spesso i tipografi hanno bisogno di un finanziatore, molto spesso un cartolaio, perché, come vedremo, era molto costoso per un tipografo dotarsi delle macchine da stampa. La cosa più costosa era la carta, quindi le associazioni di tipografi e cartolai erano fondamentali, perché il cartolaio doveva dare la materia prima allo stampatore, lo stampatore faceva il suo lavoro e poi si dividevano le copie. Le nostre fonti sono il manufatto e gli atti notarili, che ci danno tantissime informazioni. L archivio notarile è uno delle più grandi riserve di informazioni di uomini e donne del passato. Il notaio è un mestiere molto importante, la documentazione è stata conservata a meno che non ci siano stati incendi negli archivi. Troviamo acquisti e vendite, cessioni di attività, inizia di attività, ogni qual volta una società si costituisce o si scioglie si va dal notaio. Noi riusciamo quindi a mappare come si sono comportati coloro che lavorano ad un certo mestiere. Lavorare su questi termini è complicato perché bisogna mettere insieme delle competenze diverse. In molti casi nella loro attività sono gli stessi cartolai, danno ospitalità ad un tipografo e gli chiedono di mettere su nella sua bottega di cartolaio anche una piccola stamperia, lavorando su commissione quindi il cartolaio è in grado di vendere libri-stampa e manoscritti. In alcuni casi, proprio nei libri stampati a Napoli succede che il tipografo tedesco metta nel colophon che il libro è stato stampato a spese di e poi il nome del cartolaio. In altri casi, abbiamo le lettere dedicate. I libri a stampa avevano una dedica, rivolta a colui che aveva protetto l autore, perché gli aveva pagato le spese di produzione o perché l aveva sostenuto economicamente. Gradualmente vediamo gli spazi all interno del libro in cui troviamo delle informazioni. Se noi guardiamo un repertorio dei manoscritti europei, vediamo che l unico modo per descrivere un manoscritto è con le prime righe di testo nel frontespizio: l incipit. L explicit sono le ultime righe di testo con cui è descritto il manoscritto. Gli incunaboli non hanno il frontespizio, perché imitano i manoscritti ed i lettori non erano abituati ad avere il frontespizio. L incunabolistica è quasi una scienza a sé. Si descrivono le prime righe del testo (incipit) e si danno le ultime righe del testo (explicit) e anche il colophon, quando c è. Se io voglio trovare un determinato manoscritto che so che è attribuito ad un determinato autore lo cerco in meno tempo, ma se l attribuzione non è mai stata fatta l unico modo è indicare come inizia o finisce il testo. Poi va descritto il carattere, che imitava perfettamente la scrittura dei luoghi in cui comparivano. La difficoltà per gli incunabolisti è mappare tutte le tipologie di carattere, ossia mappare gli uomini che facevano quel tipo di carattere. I caratteri migravano, siccome gli uomini 8

10 che imparavano a stampare non trovavano molto lavoro nella stessa città, si spostavano da una città all altra. Nel breve periodo le storie di successo sono dovute all intuizione: mantenere un piede nel vecchio ambito e uno in quello nuovo. I rischi sono molto forti soprattutto all inizio dell attività, perché spesso si va in una città e ci si rende conto dopo aver affittato un locale e stampano un libro solo. Coloro che pensano di avere tanti clienti nelle città universitarie sbagliano. Hanno più successo quelli che vanno a finire nei centri commerciali: Venezia ne è un esempio. Avere l intuizione di cercare luoghi commerciali sono quelli che ce la fanno più di altri. I primi tipografi sono tutti tedeschi, si formano con Gutenberg, una piccola macchia d olio che si estende sempre di più. Non tutti quelli che arrivano nelle città ci rimangono, di solito rimangono pochi mesi e poi cambiano città. C era un legame molto forte con la forma di un libro: i libri di diritto, che servivano per formare i giuristi, nella partizione manoscritta erano grandi, perché era tradizione giuridica, il testo stampato al centro e tutt intorno il testo delle glosse (commenti che quella legge aveva avuto dai diversi giuristi della storia). Quella era l idea del libro di diritto. Succede che ogni tanto uno stampatore cerca di stampare un libro di diritto nel formato più piccolo (A4) e nessuno lo compra, siccome si considera poco affidabile. I primi tipografi italiani sono due monaci tedeschi: arrivano vicino a Roma in un abbazia benedettina e cominciano a stampare. Fanno l errore di portare in Italia la tradizione dei codici manoscritti tedeschi. Il codice umanistico tedesco era un codice di formato molto più grande di quello italiano. Perciò stamparono in un formato più grande di quello che gli umanisti italiani si aspettavano, avendo quindi poco successo. Le indicazioni del colophon sono preziose anche per conoscere il numero di copie fatte. In una sola edizione si potevano fare 100 copie. Bisognava avere contatti con chi in una città aveva le biblioteche, perché come faceva un tipografo a stampare libri se non aveva una base? Avere qualcuno che prestasse i manoscritti da copiare a stampa era fondamentale, siccome gli stampatori non facevano mai dei libri nuovi. Era fondamentale avere dei legami forti con le famiglie patrizie, che avevano biblioteche importanti per i prestiti dei codici. Noi siamo abituati che il libro è un mercato nazionale: italiani in Italia, francesi in Francia, ecc. Non era così nel Quattrocento, ove la lingua più studiata era il latino e il momento in cui Venezia si specializza nei classici latini, questi sono venduti in tutta Europa. Era un mercato internazionale. La Spagna, che parte più tardi rispetto all Italia, dovrà comprare i classici latini da Venezia, facendola arricchire moltissimo. Le cose cambieranno moltissimo quando nasceranno le lingue nazionali e il latino perderà terreno. Il libro latino ha resistito a lungo nell ambito della scienza, perché il latino garantiva la comunicazione e la comprensione in tutta Europa a chi lo aveva studiato. Gli scienziati si scrivono tra di loro in latino. Importante è la competenza linguistica, siccome si studia mediante il libro la storia delle lingue, a partire dalle prime edizioni di Dante nel Quattrocento. Perché vengono codificate le regole della lingua. Le regole nel primo Quattrocento non ci sono. 9

11 Storia della stampa e dell editoria Lezione 4 lunedì 3 ottobre 2016 Gutenberg Sull inventore Gutenberg abbiamo pochissime informazioni. Quello che è certo è che fosse aumentata la domanda di libri, che ci fossero cartolai a rispondere alle richieste, ciò ci fa pensare che ci fossero persone che avessero la necessità di una produzione più rapida e con più copie. È stato scritto moltissimo in proposito, con prospettive diverse. Al centro c è la stessa domanda: l invenzione di Gutenberg ha rappresentato o no una rivoluzione? A questa domanda ho già risposto che dipende dalla prospettiva cronologica che si analizza. Senza la stampa Lutero non avrebbe avuto la stessa diffusione. La verità è mobile, ci sono elementi di verità nell una e nell altra prospettiva. Il mestiere di Gutenberg non aveva nulla a che fare con quello del copista. Gli uomini tra stavano lavorando in diverse città europee ad una invenzione che si sarebbe rivelata fondamentale. Questi uomini venivano dal mondo della lavorazione dei metalli, infatti la storia di Gutenberg ci dice proprio questo: egli aveva avuto una formazione nel mondo della lavorazione di metalli, veniva da una famiglia di orafi e si era formato nella bottega del padre. Ciò è molto importante, perché i mestieri erano organizzati in corporazioni, che raggruppavano i mestieri e davano le regole nelle diverse città su quante persone potessero accedere a quel mestiere. Un orafo doveva superare un esame per diventarlo ufficialmente, se non lo passava doveva ricominciare daccapo tutto l apprendistato. Sappiamo che in tante città europee esisteva la xilografia: tecnica di incisione di una lastra di legno (xylos: legno); quando la tecnica si è raffinata arrivavano ad incidere anche delle immagini, come le carte da gioco, i calendari, gli abecedari, ecc. Essa non aveva legami con l invenzione della stampa, gli xilografi venivano dalla lavorazione del legno, non del metallo, ma è anche vero che si era comunque diffusa l idea che si potessero fare oggetti scritti in un modo diverso dal metodo manoscritto: le tavolette di legno erano inchiostrate e stampate sulla pergamena (o carta). Recto, pagina anteriore, e verso, pagina a retro. Possiamo trovare prima della stampa delle composizioni di fogli piegati e impressi con l inchiostro. Si chiamavano libri tabellari, stampati da una matrice xilografica. Il falegname prendeva l incisore di una lastra di legno, la incideva e la usava per imprimere l inchiostro. Esistevano xilografie che potevano essere utilizzate nei manoscritti. Poi saranno usate nei libri a stampa per fare le illustrazioni. Tornando a Johann Gutenberg (nato tra ), abbiamo una xilografia considerata un suo ritratto. Nato a Magonza (Germania), il padre aveva un importante oreficeria. Magonza era una città piccolina, aveva un arcivescovo, Johann II, uno dei grandi accoliti dell imperatore. Gutenberg aveva studiato parecchio, doveva sapere molto bene il latino ed avere un ottima cultura di base. Sappiamo anche qui che la famiglia di Gutenberg non poté restare a lungo lì, perché il padre fu esiliato dalla città per contrasti politici e si trasferì a Strasburgo (ne abbiamo una xilografia) nel Abbiamo due atti processuali come documentazioni storiche. Questo tipo di documenti ci da molte informazioni sui conflitti del tempo. Sappiamo che negli stessi anni altri personaggi stavano facendo più o meno le stesse cose che stava cercando di fare Gutenberg, una maniera rapida per produrre libri. 10

12 Un certo Val Foghel stava cercando uno strumento per questo lavoro, sappiamo che egli cercava di incidere il metallo, ma non sappiamo se fosse inciso carattere per carattere o se facesse dei tabellari. Non si descrive quasi mai nei dettagli il tipo di modalità che si usa per fare i libri, ma si una il termine modus artificiale et scribendi, oppure scrittura con calamo e penna. Anche stampando un libro avevano cercato di imitare in ogni modo la scrittura con la penna. Questo modo di dichiararsi è molto importante. I cinesi avevano già sperimentato questo tipo di stampa, le attestazioni però riguardano una tecnica a blocchi di ceramica sui quali erano incisi uno o più ideogrammi, usati perlopiù per le stoffe, ma anche per dei testi. Quello che si faceva in oriente non ebbe alcuna ripercussione su quello che si faceva in occidente. Gutenberg al massimo avrà visto delle xilografie tedesche, ma non ne era stato particolarmente influenzato. A Strasburgo egli comincia a lavorare nell ambito d orafo. Egli è messo sotto processo, per una denuncia. Il processo è fatto in questa città, siccome egli era entrato in società con due fratelli, Dritzen. Spesso chi viene da un altra città e si trasferisce in un altra cerca di mettersi in società con qualcuno del posto. A questa società si associano altre persone. Questi personaggi lavoravano nel mondo della produzione della lana. Essi si associano a Gutenberg per imparare qualche cosa di nuovo. Essi mettono il denaro nella società, perché serviva a Gutenberg per fare un investimento ed egli insegnava loro una tecnica nuova, non si danno delle indicazioni più precise. Gli fanno causa perché nel tempo questi signori si rendono conto di essere stati presi in giro, siccome hanno speso soldi, ma non hanno imparato nulla. Nell atto processuale si dice che la società era stata fatta tra Delle tecniche segrete, dice il documento, egli avrebbe dovuto insegnare a i due a levigare le pietre, a fabbricare gli specchi e un arte fatta di forma di piombo (arte nuova che prevedeva l utilizzo di un torchio e di pezzi, che fa pensare ai caratteri, fatti di pezzettini e strumenti relativi all azione di pressare). I termini con cui sono segnati gli oggetti sono vaghi, c era un aura di mistero intorno a quest arte. Non si è mai trovato nulla. Sappiamo che il primo libro a stampa di Strasburgo è del 1460, quindi non c entra più nulla con Gutenberg che se ne andrà dalla città. Non ci sono libri stampati prima di quest anno, probabilmente egli perfezionò la sua tecnica altrove. Tra gli anni noi non sappiamo dove fosse finito. Abbiamo un documento successivo che ci fa capire che egli è tornato a Magonza, ciò ce lo racconta un altro processo. Probabilmente non era chiaro con i suoi soci, lasciandoli sempre insoddisfatti. Fa un altra società, che funziona tra il 48-54, ma la fa con due persone autorevoli, un banchiere Wurst, che gli dà i soldi, e Peter Schaefer, un grande copista di questa città, ha una bottega da cartolaio con bellissimi manoscritti di lusso. Egli è molto intelligente che ha capito che se qualcuno sta cercando un modo nuovo per produrre libri è meglio non lasciarselo scappare. Tra l altro Schaefer aveva sposato la figlia di Wurst. Serviva per l opera dei libri, cita il documento, perciò ci è confermato il tipo di ricerca di Gutenberg. Noi sappiamo che qualche cosa è stato prodotto, hanno fatto dei testi brevi: il carattere D-K il primo fatto da Gutenberg, stando alle analisi chimiche sull inchiostro utilizzato. Queste sono le prime opere a stampa, delle prove (Donatus et Kalender Grammatica latina e un calendario). Questo carattere è un indizio, dopo che si è sciolta la società questo stesso carattere lo ritroveremo in una Bibbia stampata, probabilmente dallo stesso Gutenberg. Egli stava affinando la tecnica e sappiamo che oltre a queste prove aveva fatto anche un altro carattere: quello gotico, più raffinato (la Bibbia a 42 linee). Quindi Gutenberg imitava le scritture gotiche del suo tempo. Si dice che i contendenti si dividono i materiali, l attrezzatura ed i caratteri finiscono a Wurst e Schaefer. Questo 11

13 continueranno a stampare i libri dopo la chiusura della società con Gutenberg e continuano ad usare questo carattere. La Bibbia a 42 linee imitava così bene la scrittura manoscritta, che un cardinale nei pressi di Francoforte vede alcuni fascicoli di questa Bibbia e non si accorge che era stata fatta a stampa, egli scrive ad un suo amico quanto fosse chiara la scrittura, senza alcun errore. Quest uomo era un umanista che era lì per servizio diplomatico da parte del papa, egli in futuro sarebbe diventato il nuovo papa. L imitazione quindi era perfetta. Di questa Bibbia ne sono rimasti solo due esemplari, a Magonza c è il Museo della Stampa nel quale troviamo uno dei due esemplari. Vediamo nella prima riga un inchiostro rosso, che continua anche nella seconda riga, questo perché la tecnica di Gutenberg non era ancora raffinata. Stampare col rosso e col nero era molto lento, bisognava mettere tutto il testo completo ed inchiostrare solo la prima riga, passare sotto il torchio con l inchiostro rosso, poi aspettare che il rosso fosse asciutto e ripassare il torchio con l inchiostro nero. Si rendono conto che l inchiostro era un problema e via via smettono di utilizzare il rosso, perché troppo lunga la procedura. Sono rimasti pochi esemplari e noi sappiamo che quello della Bibbia a 42 linee è stato venduto, perché è stato decorato e la decorazione la decideva l acquirente. Vediamo la lettera capitale decorata. Nella maggior parte troviamo dei libri invenduti e lo capiamo dal fatto che non sono stati né decorati, né rilegati, ma semplicemente chiusi nel cartone. Il processo di Magonza è annotato nel 1444, perché quest opera dei libri non è finita bene, perché secondo loro ha stampato pochi libri, rispetto a quello che era stato il loro investimento. Nessuno del D-K è arrivato fino a noi tranne questa Bibbia. Per tutto il resto possiamo fare solo delle supposizioni. La storia di Gutenberg è fatta per indizi, quello che sappiamo dopo è quello che ci aiuta a capire quello che viene prima. Wurst e Schaefer avevano il carattere D-K, che ci fa intuire il loro rapporto con l orefice. L attrezzatura era l unica esistente allora. Man mano che questa Bibbia si è diffusa, questo carattere è stato quello più imitato. I tipografi volevano che il testo fosse più leggibile possibile, quindi distanziarono le linee e si resero conto che c era troppo testo per un solo foglio, così progressivamente cominciarono a mettere 41 linee e poi 42 linee. Se noi analizziamo la Bibbia e la studiamo nei particolari riusciamo a vedere l avanzamento del lavoro, se metto più righe in un foglio ci metto di meno a stamparlo. Questo è il libro simbolicamente più importante nella storia del libro, perché ha lasciato una traccia più marcata della società Gutenberg-Wurst/Schaefer. Sul seguito della sua vita non sappiamo niente, sappiamo dei due soci, ma non sappiamo più niente di Gutenberg. 12

14 Storia della stampa e dell editoria Lezione 5 lunedì 4 ottobre 2016 Il torchio tipografico Aggiunto libro a scelta dopo la scorsa lezione M. B: Bechtel, Gutenberg, Torino, Sei, 1995 (racconta la storia di Gutenberg nel miglior modo possibile) dicembre convegno nazionale sulla lettura in Europa. Haarlem, città olandese, è la prima città ove sia stato stampato un libro. Si diceva che fosse un certo Koster l inventore di questa nuova tecnica. Negli stessi anni dell invenzione della stampa di Gutenberg anche altri uomini stavano cercando una modalità di produzione nuova. La Bibbia a 42 linee non poteva essere il primo libro stampato, perché era troppo complesso e grande, perciò in precedenza si erano fatte delle prove. Un carattere gotico perché è più bello e meno rozzo. La Bibbia era uno dei libri più letti, un genere importante per i tipografi. Schaefer e Gutenberg sapevano che cosa volevano i lettori, conoscevano ciò che il mercato richiedeva. Stampare la Bibbia era una garanzia in più. Il processo di Magonza parla della costituzione della società nel 1448, quindi noi abbiamo un vuoto tra Almeno dal 48 in poi Gutenberg si trovava a Magonza ed aveva cominciato a perfezionare la sua tecnica. Altro indizio importante è che i due soci pensano che questa produzione possa essere vantaggiosa economicamente. Sono state fatte molte ipotesi: strano che questa idea fosse venuta ad un uomo come Schaefer che faceva manoscritti di lusso, ma è anche vero che avrebbe potuto avere dei problemi a stare dietro alla richiesta di copie. Nel processo si parla di attrezzatura per l opera dei libri. Abbiamo poche indicazioni, ma si fa riferimento ad un torchio (nella parte piatta è inserita la forma di componimento del testo, poi il foglio di carta e si preme con la parte superiore). Questo ambito richiedeva competenze molto diverse da quelle dei copisti. I principali mestieri sono: il compositore, colui che compone la forma di stampa prendendo dai cassettini i caratteri e mettendoli uno dietro l altro, il compositoio è portato dagli inchiostratori, che mettono il testo sotto il torchio e c è un torcoliere che aziona la leva. È un luogo malsano, si dice che i tipografi si ammalassero facilmente, siccome l inchiostro conteneva degli elementi dannosi da respirare. I primi lavoratori che scioperano nella storia del lavoro sono gli stampatori, perché sono dei colti. Il compositore aveva un apprendistato di 5 anni, doveva saper leggere benissimo e conoscere il latino e il greco antico, questo perché nelle stamperie si stampavano soprattutto libri in latino e in greco. Erano le maestranze più preparate e più colte. Il torcoliere, quando era preparata la forma di stampa, dava un occhiata alla forma, se vedeva degli errori lo segnalava al compositore. I torcolieri avevano un apprendistato di 3 anni. Coloro che facevano l apprendistato non venivano pagati. Erano reclutati e tenuti per anni, il datore di lavoro aveva l obbligo di dargli vitto e alloggio. I più bravi venivano assunti, gli altri potevano andar via e andare a lavorare in un altra tipografia. Le competenze tecniche sono diverse da quelle del libro manoscritto. Una buona parte degli incunaboli non sono stati conservati, soprattutto i cosiddetti popolari, come i calendari, perché questi erano stampati su un foglio unico attaccato al muro. Era un foglio solo grande con tutti i mesi dell anno, un foglio volante. Questo è un genere che ha lasciato poche tracce di sé. 13

15 La Bibbia a 42 linee si dice anche Mazzarina, perché ritrovata nella biblioteca del cardinale Mazzarino. Ce ne sono rimasti alcuni esemplari. Gli esemplari sopravvissuti ci mostrano che Gutenberg non aveva ancora la competenza necessaria per stampare un libro così complicato. I primi fogli di stampa, siccome egli voleva fare un libro bello, contengono solo 40 linee. Mentre stampa si accorge che 40 linee sono troppo poche e che consuma troppa carta, in corso d opera quindi deve aumentarle a 41 e ad un certo punto si assesta con 42. Un altra difficoltà era stata la stampa in rosso e nero: man mano che va avanti con la stampa si rende conto della difficoltà data dalla stampa a due colori e decide di continuare solo in nero. I fogli erano appesi per asciugare e una volta fatto essiccare l inchiostro si rimetteva sul torchio nella posizione corretta in modo che le forme nere non sporcassero il rosso. Era difficile anche stampare un testo con un illustrazione. Succedeva spesso che il rilievo del carattere era o più basso o più alto del rilievo del legno, la pressione avveniva, ma la parte più bassa prendeva più inchiostro di quella più alta, perciò troviamo dei libri male illustrati del 400. Questa Bibbia non ha un colophon: chi, dove, quando il libro è stato stampato e chi ha pagato la stampa. Noi sappiamo più o meno quando è stata stampata la Bibbia grazie alla lettera del cardinale. Wurst non è contento del risultato, perché Gutenberg ci ha messo troppo tempo a stampare la Bibbia. Si fa l ipotesi che da questa produzione siano state tirate 200 copie e che siano state messe in vendita. La fiera di Francoforte nel 1400 era importante, per i libri e per tantissimi altri mestieri. Nessuno sapeva nel 55 chi fosse Gutenberg. Tornando alla lettera del cardinale umanista, Enea Silvio Piccolomini, del 12 marzo 1455: egli in quegli anni era in visita in Germania come diplomatico del papa e passando da Francoforte andò alla fiera a cercare dei libri. Un cardinale spagnolo gli aveva chiesto di cercare delle bibbie manoscritte. Egli gli scrive nella lettera di non aver visto bibbie complete, ma di aver trovato un manoscritto senza errori e con scrittura chiara. Questa storia è tipica di tanti libri stampati dopo il 55, fino alla fine del Abbiamo la possibilità di individuare una data per questa, mentre per altri incunaboli non ne abbiamo. Altro elemento importante è il fatto che egli scrisse: Scritte in modo castigato e claro ; Gutenberg pensava al suo carattere pensando alla scrittura manoscritta, tanto che nemmeno il cardinale se ne accorge. Quando la stampa si diffonderà i compiti che inizialmente adempieva solo Gutenberg si divideranno, formando i diversi mestieri sopra elencati. Coloro che fonderanno i caratteri li venderanno ai tipografi, quindi non saranno più i tipografi stessi. Il processo produttivo prende delle diramazioni quindi. Per D-K intendiamo il primo carattere fuso da Gutenberg. Nella Bibbia a 42 linee troviamo il secondo carattere. Noi capiamo da quello che avviene dopo che il carattere della Bibbia a 42 linee se lo prende Schaefer, che continuerà a stampare anche dopo la rottura della società con Gutenberg. Il primo libro con colophon che conosciamo è del 77, un salterio. 14

16 Storia della stampa e dell editoria Lezione 6 giovedì 6 ottobre 2016 La geografia del libro Come il libro si diffonde in Europa nel Sono stati studiati i modelli di questa diffusione. Il mondo del libro a stampa presuppone mestieri completamente diversi, però abbiamo visto che sin dall inizio ci sono uomini che provengono dal libro manoscritto e uomini che continuano a produrre questo tipo di libri. Sono pochi nella storia del libro i copisti che investono nel libro a stampa. Antoine Verard ha una storia simile a quella di Schaefer: è un famosissimo cartolaio che fa codici di lusso per le famiglie importanti. Quando arriva la stampa anch egli fa venire all officina uno stampatore, con un torchio, per accontentare la clientela. Nella sua bottega i libri erano sempre miniati, perché erano richiesti libri a stampa che fossero personalizzati. Questo è il problema dei tipografi, ossia trasformare un prodotto standardizzato, gli esemplari erano uguali, in un prodotto personalizzato. Era difficile che la clientela accettasse questo tipo di libro. Quando Verard decide di stampare anziché fare un libro manoscritto lo fa su una pergamena, che era il materiale più accettato da chi passa dal manoscritto al libro-stampa. Noi troviamo molti incunaboli stampati sia sulla pergamena, che sulla carta. Nelle produzioni italiane del 400 la pergamena ha ancora un ruolo molto importante. L investimento era importante siccome le macchine e il personale costavano molto, soprattutto se il tipografo aveva a che fare con dei professionisti. I primi tempi i tipografi hanno da investire soprattutto in macchinari, perché la manodopera degli apprendisti costava ancora poco. Si formano delle corporazioni molto combattive in cui il personale spesso si metteva contro i proprietari delle stamperie, perché non facevano concludere l apprendistato a nessuno. L apprendistato garantiva il lavoro gratuito al proprietario della stamperia, causando dissapori tra i lavoranti. I lavoratori tedeschi si spostano in altre città, man mano che si aprono delle tipografie, i tipografi sono disposti ad emigrare, in particolar modo in Italia: questo spiega perché i proto-tipografi sono tutti tedeschi. Il primo tipografo di Venezia è tedesco. Anche a Parigi i primi tipografi sono delle stesse origini. Dal 55 al 65 la stampa si diffonde in tutti gli altri paesi europei. Questa geografia del libro non è uguale in tutti gli spazi europea, perché in alcune città italiane troviamo una certa diffusione, mentre in Francia e in Inghilterra è distribuita solo in due o una città. In Olanda sono numerosi i tipografi nel 400. I modelli di diffusione sono tre: a larga diffusione abbiamo la Germania, l Italia che ha un modello diverso perché a Venezia vi è il 50% della distribuzione, in Olanda ad Anversa e in tante città dei Paesi Bassi). in Francia si hanno due città con modelli tipografici diversi: Parigi ha una produzione alta, soprattutto libri in latino; a Lione si pubblicano invece più libri in francese (Lione è verso il Sud, in Francia si parlavano due dialetti francesi diversi, fa la scelta di parlare il francese provenzale, ma si stampa nel francese che si stampa a Parigi, così divengono concorrenti con Parigi, i libri si vendevano quindi in tutti i paesi in cui si parlava francese). Non fu così per la Germania, in cui i grandi stampatori stampavano principalmente in latino, poi quando la stampa si diffuse si cominciò anche a stampare in volgare, i tedeschi stampano il volgare in relazione al luogo. I tipografi giuravano come apprendisti di non divulgare l attività, di non insegnarla a nessuno. Un segreto che non era mantenuto per forza quando uscivano dalla bottega ed aprivano una propria stamperia. Per molto tempo l attività tipografica non è stata divulgata attraverso i libri, solamente nel 1700 accadrà, attraverso dei manuali, ne circolavano molti manoscritti. I tipografi 15

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