Piano di sorveglianza regionale della mastite da Streptococcus agalactiae: situazione nelle ex-province di Lodi e Cremona

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1 Corso di aggiornamento Veterinari Ordine di Lodi Dr Maisano Antonio Marco Piano di sorveglianza regionale della mastite da Streptococcus agalactiae: situazione nelle ex-province di Lodi e Cremona

2 Lo Streptococcus agalactiae è davvero un problema per la Sanità Pubblica?

3 Streptococcus agalactiae Cocco Gram + Cat Ox Agente potenzialmente zoonosico (pielonefriti setticemiche, polmoniti, endocarditi, endometriti, infezioni di ferite, otiti medie, meningiti e artriti settiche) forme più gravi di malattia sono descritte nei neonati con esiti di setticemia e meningite (Poli et al. 2005)

4 Streptococcus agalactiae: agente eziologico di mastite Agente di mastite catarrale CONTAGIOSA tipicamente subclinica, tendente alla cronicizzazione anche se alcune volte si presenta in forma clinica Lo S. agalactiae è il 2 più isolato tra i contagiosi (Bertocchi et al. 2012; Zanardi et al.2014) Diminuisce le produzioni e altera la qualità del latte e SCC sul latte di massa generalmente pari o > cell/ml per allevamenti fortemente infetti (Keefe 1997; Reyes et al. 2015) Una singola bovina infetta può eliminare più di 100 milioni di batteri/ml, la SCC è generalmente superiore a SCC/ml (Keefe 2012).

5 Mastite da S. agalactiae Ambiente- Management Animale Patogeno

6 Mastite da S. agalactiae: le cause Le cause primarie sono riconducibili a scorrette pratiche di gestione delle operazioni di mungitura e del management aziendale (Keefe 1997 e 2012; Reyes et al. 2015) Un altra via d infezione riguarda i vitelli e il destino delle future manzette (Pankey et al. 1991; Petzer et al. 2013) BIOSICUREZZA e QUARANTENA!

7 Indicatori SCC Latte «sano» < cell/ml Latte «anomalo» > cell/ml (Dohoo 1982) Esame batteriologico Latte di massa Latte di pool dei 4 quarti Latte di singolo quarto

8 Terapia Lo S. agalactiae è un microorganismo sensibile a varie classi di antibiotici, tra le quali le penicilline risultano le molecole più efficaci (NMC; Keefe 1997 e 2012; Reyes et al. 2015). Tuttavia alcuni studi riportano delle resistenze alla penicillina e alle tetracicline (Keefe 1997). Antibiotica alla messa in asciutta Antibiotica in lattazione Rischio di cura 90% (Tyler et al., 1992) Recenti studi hanno dimostrato una miglior efficacia del trattamento antibiotico (su infezioni recenti) a base di β- lattamici per via intrammammaria (82,4%1 T 90,4%rTot) rispetto alla via intramuscolare (65,8%1 T 82,9% rtot); nelle recidive la percentuale di cura decresce (circa 52%) (Reyes et al. 2015)

9 Strategia: Controllo ed Eradicazione Tutta la bibliografia, sia recente che datata, è concorde nell affermare che l eradicazione da S. agalactiae è possibile ed economicamente sostenibile (Keefe 1997 e 2012; Reyes et al. 2015; NMC). Miglioramenti gestionali e ambientali Gestione corretta delle procedure, tempi e sala di mungitura Post-dipping Latte di scarto eliminato non somministrare ai vitelli Pastorizzare ugualmente il latte e il colostro destinato ai vitelli Separazione e gestione dei gruppi Sane-Dubbie-Infette Riforma delle croniche Esame batteriologico di pool dei quattro quarti su terreno selettivo e differenziale ripetuto al fine di identificare le bovine infette (almeno 3 controlli a distanza di 2 settimane) Esame batteriologico sulle primipare e sulle fresche (3 controlli a distanza di 7-10gg) Esame batteriologico sul latte di massa delle negative ripetuto ogni mese Terapia sotto stretto controllo del Veterinario Buona risposta in lattazione Buona risposta alla messa in asciutta (Via intramammaria + Via intramuscolare) Andare avanti finche l ultima vitella che ha bevuto latte-colostro non pastorizzato entra in lattazione (almeno 2 anni)

10 Mastite da S. agalactiae Il reservoir primario è la mammella delle bovine infette La trasmissione avviene DURANTE LA MUNGITURA Perdite produttive gravi e persistenti Buone prassi di mungitura e buona risposta antibiotica Biosicurezza e Quarantena!

11 S. agalactiae: Problema Zoonosico? I tipi capsulari (Ia,Ib, II-IX), i geni codificanti i fattori di virulenza (cps, scpb, hly, rib, bca and bac) e gli elementi genici mobili (IS1548 and GBSi1) (Emaneini et al. 2016) I Sequence Tipe prevalenti all indagine MLST risultano i ST1 e ST23 sia in isolati bovini che umani in Danimarca (Mahmmod et al. 2015) Il tipo capsulare III è il più diffuso sia a livello umano (53,9%) che bovino (78,2%). Tuttavia i ceppi umani hanno dimostrato una maggiore eterogeneità dei profili di virulenza rispetto ai ceppi bovini e questi profili sono completamente differenti; nel bovino i profili maggiormente isolati sono: rib (89%) e rib IS1548 (5%), mentre nell uomo sono presenti profili ben più articolati con più fattori di virulenza (Emaneini et al. 2016) Anche se sono presenti differenze genotipiche il potenziale zoonosico persiste, in particolar modo a livello di latte crudo, non trattato termicamente e di cagliata fino a 24 ore dopo (Dolci et al. 2010).

12 Piano di Sorveglianza PCR e RT-PCR ok (Keefe 1997 e 2012; Zanardi et al.2014) Il piano di controllo è partito nel 2012 e nell arco temporale di vigenza del piano ( ), è stato analizzato il latte di massa di tutte le aziende attive o in occasione dell esame previsto dal piano di controllo sulla brucellosi o mediante controlli ad hoc. Il metodo analitico utilizzato È L ESAME BATTERIOLOGICO CON SEMINA SU TERRENO CULTURALE SELETTIVO (TKT). Il progetto poi è stato ripresentato nel Piano Regionale Integrato della sanità Pubblica Veterinaria e verrà mantenuto con l obiettivo di garantire le qualifiche raggiunte dagli allevamenti lombardi. Normativa di riferimento: Attività di Controllo Ufficiale (Reg.(CE) 852/04 Reg.(CE) 853/04 - D.lgs 193/07) onaleintegrato2015/dettagliopiano NazionaleIntegrato2015.jsp?cap=a ppendice&sez=pni-appendicelombardia&id=320 Prove di conferma: CAMP Test Prove biochimiche Coltura su TKT

13 Le qualifiche Allevamento negativo: allevamento da riproduzione latte con tre prelievi negativi sul latte di massa per Streptococcus agalactiae. I prelievi devono essere consecutivi ed effettuati a distanza di almeno tre mesi. Allevamento indenne: allevamento riproduzione latte con sei campioni negativi, effettuati sul latte di massa almeno a distanza di tre mesi. E controllo finale (con esito negativo) sul latte dei singoli capi in lattazione (quattro quarti) presenti in azienda. Allevamento positivo allevamento riproduzione latte con un prelievo sul latte di massa con esito positivo. Allevamento stato sanitario non disponibile: allevamento senza analisi effettuate sul latte di massa nei confronti dello Streptococcus agalactiae. tolo1&sez=ra15-1-sanimale&id=848

14 Attività svolta in Lombardia 12% tolo1&sez=ra15-1-sanimale&id=848

15 Considerazioni L esame dei dati relativi ai controlli effettuati rileva che la percentuale delle aziende positive è stabile e decresce molto lentamente. Si tratta di aziende dove il livello manageriale è basso e scarsa è la propensione ad interventi di tipo igienico-sanitari. Spesso tali allevamenti sono anche interessati da restrizioni relative alla commercializzazione del latte per il superamento dei tenori previsti dal Reg. (Ce) 853/04 per carica batterica e cellule somatiche. Le aziende positive sono state oggetto di attività di formazione e richiesto il coinvolgimento del veterinario libero professionista per la definizione del piano sanitario di controllo atto a debellare l infezione. Particolare attenzione è stata posta alle aziende negative ribadendo l importanza di adozione di norme di biosicurezza atte ad impedire l ingresso in stalla dell agente patogeno. tolo1&sez=ra15-1-sanimale&id=848

16 Considerazioni I dati raccolti testimoniano che nonostante gli interventi adottati la prevalenza dell infezione non tende a diminuire e ormai il numero delle aziende positive è stabile. L analisi dei dati rileva inoltre che l età media dei conduttori di tali aziende è sopra la media e la loro collocazione è in aree montane dove il pascolo e l alpeggio costituiscono fattori di rischio nella diffusone e mantenimento dell infezione. Di fatto ci troviamo di fronte a realtà produttive che pur rispettando i requisiti minimi previste dal reg. CE 853/2004 hanno scarso interesse ad un corretto management e ad una buona conduzione aziendale Tali realtà avranno scarsa possibilità di rimanere sul mercato nazionale ed europeo, ma, con l obiettivo di mantenere un presidio nelle aree di montagna, una continua attività di informazione e formazione verrà mantenuta, coinvolgendo gli allevatori, tramite le associazioni di categoria. Inoltre la stampa sul modello 4 della qualifica dell allevamento nei confronti dello Streptococcus agalactiae fornirà le informazioni necessarie a quegli allevatori hanno compreso l importanza della salute della mammella degli animali sia per i risvolti sanitari che per quelli produttivi. tolo1&sez=ra15-1-sanimale&id=848

17 Lodi-Cremona ALLEVAMENTI POSITIVI Lodi Cremona Positivi Positivi media Circa 8% Circa 6% Dati stimati indicativi

18 Lodi Perpetuarsi di allevamenti positivi in aumento Allevamenti vecchi positivi ritornano a essere positivi I nuovi positivi sono costanti

19 Progetto Autofinanziato IZSLER Lodi Stalle positive, prevalenza tendenzialmente alta anche in discrete situazioni gestionali Insistere sul Post-dipping e sull eliminazione del Latte di scarto e sulla pastorizzazione del latte destinato ai vitelli/e

20 GRAZIE PER L ATTENZIONE! antoniomarco.maisano@izsler.it

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