PIANO DI RISCHIO INTEGRATO AREA DI BERGAMO CAPITOLO 4. RISULTATI E CONCLUSIONI

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1 PIANO DI RISCHIO INTEGRATO AREA DI BERGAMO CAPITOLO 4. RISULTATI E CONCLUSIONI Emis.N. Data Descrizione Redatto Verificato Approvato 01 Agosto 2011 Prima Emissione GR GP Commessa: File: Cap 4_Risultati-01.doc T R R S.r.l. Tecnologia Ricerca Rischi Via Saore, Osio Sotto (BG) Il Direttore Generale Ing. Alfredo Romano

2 INDICE 4. RISULTATI E CONCLUSIONI RISCHI DI TIPO TECNOLOGICO (INDUSTRIALE, MERCI PERICOLOSE E INCIDENTI STRADALI) RISCHIO INDUSTRIALE Rischio per la Popolazione (o Sociale) Rischio Individuale RISCHIO MERCI PERICOLOSE Rischio per la Popolazione (o Sociale) Rischio Individuale RISCHIO INCIDENTI STRADALI Rischio per la Popolazione (o Sociale) Rischio Individuale RISCHIO IDROGEOLOGICO CADUTA MASSI Applicazione del modello Fattori per il calcolo del rischio Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale RISCHIO IDROGEOLOGICO FRANE SUPERFICIALI Applicazione del modello Fattori per il calcolo del rischio Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale RISCHIO IDROGEOLOGICO FRANE PROFONDE Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale RISCHIO IDROGEOLOGICO DEBRIS FLOW Applicazione del modello Fattori per il calcolo del rischio Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale RISCHIO IDROGEOLOGICO ALLUVIONI IN CONOIDE Applicazione del modello Fattori per il calcolo del rischio Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 2

3 4.10 RISCHIO IDROGEOLOGICO ALLUVIONI IN FONDOVALLE Fattori per il calcolo del rischio Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale RISCHIO IDROGEOLOGICO COLLASSO DIGHE Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale RISCHIO SISMICO Analisi del rischio sociale Analisi del rischio individuale Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 3

4 4. RISULTATI E CONCLUSIONI In questo capitolo sono mostrati i risultati dell applicazione della metodologia di lavoro (Capitolo 2) e dell intensa fase di raccolta dei dati (Capitolo 3), necessari all utilizzo dei modelli di calcolo e stima dei rischi, che hanno consentito di elaborare una serie di mappe qui presentate. Le mappe di rischio risultano essere solo l ultima fase (grafica) del lavoro; in ciascuna mappa sono infatti sintetizzati i risultati della combinazione di tutti i parametri considerati nell analisi. Ripercorrendo l approccio metodologico, nella prima parte del presente capitolo sono mostrati i risultati del rischio cosiddetto tecnologico, ossia formato dall insieme del rischio industriale (a sua volta composto dalla componente di Aziende a rischio di incidente rilevante, dalla Aziende soggette a Certificato di Prevenzione Incendi e Aziende Gas Tossici), del rischio derivante dal trasporto di merci pericolose e dal rischio derivante dall incidentalità stradale. Nella seconda sezione sono invece presentati i risultati relativi al calcolo del rischi naturali Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 4

5 4.1 RISCHI DI TIPO TECNOLOGICO (INDUSTRIALE, MERCI PERICOLOSE E INCIDENTI STRADALI) Nel seguito sono forniti i dettagli dei risultati relativi alle tre componenti del rischio tecnologico, ossia: - rischio industriale (a sua volta composto dalla componente di Aziende a rischio di incidente rilevante, dalla Aziende soggette a Certificato di Prevenzione Incendi e Aziende Gas Tossici); - rischio trasporto merci pericolose; - rischio incidenti stradali. Viene confermato, per quanto riguarda il rischio industriale, la criticità legata alle aree industriali Comun Nuovo-Levate-Treviglio, e l area industriale di Filago. In entrambe le aree insistono attività a rischio di incidente rilevante (D.Lgs. 334/99 e s.m.i), mentre per i Comuni successivamente elencati come critici risulta presente la componente di rischio legata ad Aziende non a rischio di incidente rilevante. Per quanto riguarda il trasporto di merci pericolose e l incidentalità stradale, l asse Dalmine-Bergamo risulta essere il più critico in termini di popolazione esposta. Rischio industriale Nella Tabella seguente è riportato l elenco (primi 12 comuni sui 90 circa oggetto di studio) con il maggior numero di colpiti/anno stimati dall analisi di rischio industriale. ELENCO COMUNI Rischio Industriale Sociale Componente Aziende a rischio di incidente rilevante Componente Aziende gas tossici e CPI (colpiti/anno) 1. LALLIO COMUN NUOVO LEVATE TREVIGLIO GORLAGO ALBANO SANT`ALESSANDRO BERGAMO SAN PAOLO D`ARGON CASNIGO PEDRENGO VILLONGO FILAGO Tabella 1 - Elenco dei Comuni esposti ai maggiori valori di rischio industriale Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 5

6 Nel seguito sono riportate le mappe di dettaglio per ciascun Comune sopra elencato. Figura 1 Distribuzione rischio industriale Comuni Lallio e Dalmine Figura 2 - Distribuzione rischio industriale Comuni Levate e Comun Nuovo Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 6

7 Figura 3 - Distribuzione rischio industriale Comune Filago Figura 4 - Distribuzione rischio industriale Comuni Pedrengo e Albano S. Alessandro Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 7

8 Figura 5 - Distribuzione rischio industriale Comune Treviglio Figura 6 - Distribuzione rischio industriale Comune Bergamo Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 8

9 Figura 7 - Distribuzione rischio industriale Comune Villongo Figura 8 - Distribuzione rischio industriale Comune Casnigo Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 9

10 Rischio trasporti merci pericolose Nella Tabella seguente è riportato l elenco (primi 10 comuni sui 90 circa oggetto di studio) con il maggior numero di colpiti/anno stimati dall analisi di rischio industriale. ELENCO COMUNI ESPOSTI AI MAGGIORI VALORI DI RISCHIO DERIVANTE DA TRASPORTO MERCI PERICOLOSE RISCHIO TRASPORTI MERCI PERICOLOSE (colpiti/anno) 1. BERGAMO DALMINE OSIO SOTTO OSIO SOPRA TREVIGLIO BREMBATE GRASSOBIO PALAZZOLO SULL`OGLIO STEZZANO AZZANO SAN PAOLO Tabella 2 - Elenco Comuni esposti ai maggiori valori di rischio derivante da trasporto merci pericolose Nel seguito sono riportate le mappe di dettaglio per ciascun Comune. Figura 9 Distribuzione rischio ADR Comune Bergamo Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 10

11 Figura 10 - Distribuzione rischio ADR Comuni Dalmine Osio Sotto Figura 11 - Distribuzione rischio ADR Comune Treviglio Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 11

12 Figura 12 - Distribuzione rischio ADR Comuni Azzano S. Paolo, Stezzano e Grassobbio Figura 13 - Distribuzione rischio ADR Comune Palazzolo Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 12

13 Rischio incidenti stradali Nella Tabella seguente è riportato l elenco (primi 10 comuni sui 90 circa oggetto di studio) con il maggior numero di colpiti/anno stimati dall analisi di rischio industriale. ELENCO COMUNI ESPOSTI AI MAGGIORI VALORI DI RISCHIO DERIVANTE DA INCIDENTI STRADALI RISCHIO INCIDENTI STRADALI (colpiti/anno) 1. DALMINE BERGAMO OSIO SOTTO OSIO SOPRA PALAZZOLO SULL`OGLIO BAGNATICA TREVIGLIO STEZZANO BOLGARE GRASSOBIO 8.8 Tabella 3 - Elenco Comuni esposti ai maggiori valori di rischio derivante da incidenti stradali Figura 14 Distribuzione rischio incidenti stradale- Asse Bergamo Seriate Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 13

14 Figura 15 - Distribuzione rischio incidenti stradale Comune Treviglio Figura 16 - Distribuzione rischio incidenti stradale Comune Palazzolo Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 14

15 4.2 RISCHIO INDUSTRIALE Sono riportati in questa sezione i risultati della metodologia per il rischio derivante dalle attività industriali considerate nel rischio industriale (Aziende Seveso, Aziende CPI e Aziende Gas Tossici). Gli indicatori utilizzati sono il Rischio per la Popolazione e il Rischio Individuale; il significato di tali indicatori è una stima del rischio per la popolazione circostante (Rischio popolazione) e a prescindere dalla densità abitativa (Rischio Individuale). I risultati sono forniti sotto forma di rappresentazioni grafiche (mappe), che sintetizza l intenso lavoro di cui alle precedenti fasi (metodologia e raccolta dati) Rischio per la Popolazione (o Sociale) Nella Figura sottostante è riportato il risultato dell applicazione della metodologia di analisi del rischio sociale industriale (Aziende Seveso, Aziende CPI e Aziende Gas Tossici) sull intera area di studio. Per una maggiore risoluzione della mappa si rimanda all Allegato D. del presente studio. Figura 17 Rischio sociale industriale dell area di studio Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 15

16 4.2.2 Rischio Individuale Nella Figura sottostante è riportato il risultato dell applicazione della metodologia di analisi del rischio individuale ndustriale (Aziende Seveso, Aziende CPI e Aziende Gas Tossici) sull intera area di studio. Per una maggiore risoluzione della mappa si rimanda all Allegato E. del presente studio. Figura 18 Rischio individuale industriale dell area di studio Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 16

17 4.3 RISCHIO MERCI PERICOLOSE Sono riportati in questa sezione i risultati della metodologia per il rischio derivante dal trasporto di merci pericolose dell area in esame. Gli indicatori utilizzati sono il Rischio per la Popolazione e il Rischio Individuale; il significato di tali indicatori è una stima del rischio per la popolazione circostante (Rischio popolazione) e a prescindere dalla densità abitativa (Rischio Individuale). I risultati sono forniti sotto forma di rappresentazioni grafiche (mappe), che sintetizza l intenso lavoro di cui alle precedenti fasi (metodologia e raccolta dati) Rischio per la Popolazione (o Sociale) Nella Figura sottostante è riportato il risultato dell applicazione della metodologia di analisi del trasporto di merci pericolose (ADR) sull intera area di studio. Per una maggiore risoluzione della mappa si rimanda all Allegato F. del presente studio. Figura 19 Rischio sociale trasporto ADR Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 17

18 4.3.2 Rischio Individuale Nella Figura sottostante è riportato il risultato dell applicazione della metodologia di analisi del trasporto di merci pericolose (ADR) sull intera area di studio. Per una maggiore risoluzione della mappa si rimanda all Allegato G. del presente studio. Figura 20 Rischio individuale trasporto ADR Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 18

19 4.4 RISCHIO INCIDENTI STRADALI Sono riportati in questa sezione i risultati della metodologia per il rischio di incidenti stradali dell area in esame. Gli indicatori utilizzati sono il Rischio per la Popolazione e il Rischio Individuale; il significato di tali indicatori è una stima del rischio per la popolazione circostante (Rischio popolazione) e a prescindere dalla densità abitativa (Rischio Individuale). I risultati sono forniti sotto forma di rappresentazioni grafiche (mappe), che sintetizza l intenso lavoro di cui alle precedenti fasi (metodologia e raccolta dati) Rischio per la Popolazione (o Sociale) Nella Figura sottostante è riportato il risultato dell applicazione della metodologia di analisi del trasporto di merci pericolose (ADR) sull intera area di studio. Per una maggiore risoluzione della mappa si rimanda all Allegato H. del presente studio. Figura 21 Rischio sociale incidenti stradali Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 19

20 4.4.2 Rischio Individuale Nella Figura sottostante è riportato il risultato dell applicazione della metodologia di analisi del trasporto di merci pericolose (ADR) sull intera area di studio. Per una maggiore risoluzione della mappa si rimanda all Allegato I. del presente studio. Figura 22 - Rischio sociale incidenti stradali Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 20

21 4.5 RISCHIO IDROGEOLOGICO CADUTA MASSI Per l analisi del rischio relativo alla caduta massi è stata effettuata una modellazione utilizzando il modello matematico CONEFALL (Jaboyedoff e Labiouse, 2003) in grado di individuare le aree potenzialmente impattate da caduta massi a partire da aree sorgenti preventivamente identificate Applicazione del modello La simulazione è stata effettuata a partire dalle aree sorgenti con pendenza >40 precedentemente descritte. I dati di ingresso necessari alle simulazioni sono stati elaborati tramite l utilizzo di GIS. Essi sono stati prodotti in formato raster. Come Modello Digitale del Terreno è stato utilizzato il DEM delle Regione Lombardia derivato dall interpolazione delle curve di livello della Carta Tecnica Regionale. La dimensione della cella elementare è di 20 x 20 m. Sono stati realizzati diversi modelli caratterizzati da diversi angoli della linea di energia. Da un confronto con le aree indicate come zone a franosità da crollo nel database GeoIFFI, si è scelto di considerare il modello con angolo di 33. In generale comunque, l applicazione del modello in letteratura prevede l utilizzo di angoli compresi tra i 27 ed i 37. CONEFALL fornisce innanzitutto il numero di massi transitati (counter): il numero di passaggi rappresenta il numero di traiettorie che attraversa ogni cella. Gli effetti topografici comportano una deviazione delle traiettorie verso zone di convergenza, causando un aumento della frequenza di passaggi. In generale, il numero di passaggi può essere utilizzato come proxy della probabilità che un blocco raggiunga una certa porzione del territorio Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 21

22 Figura 23 - Numero di traiettorie per ogni cella Velocità dei blocchi: Le velocità minima, media e massima sono statistiche delle velocità di tutti i blocchi che attraversano ogni singola cella, volando o rotolando. Anche in questo caso il valore più importante è la velocità massima, che può essere utilizzata nella progettazione delle opere di difesa o nell analisi del rischio. Nel caso di simulazione cinematica, questo parametro è l unico che permette di esprimere, indirettamente, l energia cinetica dai blocchi. Nel caso di simulazione ibrida o dinamica, questo parametro può essere sostituito dall energia cinetica direttamente Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 22

23 4.5.2 Fattori per il calcolo del rischio La frequenza è scomposta in due frequenze: frequenza di distacco e frequenza di transito in ogni pixel. La frequenza di transito è rappresentata dal rapporto tra il numero di traiettorie per ogni pixel, ottenuto attraverso CONEFALL come descritto sopra, e il numero totale di traiettorie calcolate dal software sull intera area di studio. La frequenza di distacco è stata invece stimata sulla base dei dati del database della Regione Lombardia, che riporta 55 eventi di crollo negli ultimi 50 anni nell area di studio. Considerato che 43,231 pixel sono stati individuati come aree sorgenti, la frequenza/pixel/anno risulta essere di 0, eventi/pixel/anno. Per il calcolo della frequenza di accadimento f in ogni pixel, la frequenza di distacco è stata moltiplicata per la frequenza di transito. f = freq/pixel/anno * counter f Figura 24 - Carte delle frequenze di accadimento per gli eventi di crollo Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 23

24 Si ricorda comunque che la frequenza di distacco è stata considerata omogenea su tutte le aree sorgenti; quest ultima assunzione è evidentemente una costrizione semplificativa di una realtà di fatto più complessa, in cui l innesco dei crolli è regolato dalle condizioni geologiche, geomorfologiche e idrologiche locali. Inoltre, essendo l ampiezza dell area di studio considerevolmente ampia, non è stato tenuto conto della eventuale presenza di strutture di contenimento (reti, rilevati, valli, etc.) Analisi del rischio sociale La carta del rischio da caduta massi mostra valori di rischio per cella (400 km 2 ) compresi tra 0 e 1, vittime/anno. Sommando il rischio sociale di tutte le celle analizzate si ottiene una frequenza complessiva di 1, vittime/anno. Si tratta di valori di rischio estremamente bassi, localizzati perlopiù ai piedi dei versanti ripidi. Le aree affette dalla caduta massi, collocate sui versanti, risultano essere prevalentemente disabitate. Pertanto, il rischio per le persone in queste zone è nullo. Figura 25 - Rischio sociale derivante dalla caduta massi Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 24

25 4.5.4 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti, ed è rappresentato nella figura che segue. Il rischio individuale assume valori compresi tra 0 e Figura 26 - Rischio individuale derivante dalla caduta massi Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 25

26 4.6 RISCHIO IDROGEOLOGICO FRANE SUPERFICIALI Applicazione del modello La parametrizzazione di input necessaria al funzionamento del software SINMAP e al calcolo dell indice di stabilità è stata realizzata sulla base di considerazioni riguardanti la natura dei depositi presenti, la presenza e tipologia di copertura vegetale: in particolare sono stati riconosciuti nell area di interesse, oltre alla presenza di roccia affiorante e subaffiorante, depositi di natura detritica, alluvionale, colluviale e glaciale, ciascuno dei quali caratterizzabile ulteriormente dalla eventuale presenza di prati, boschi o arbusti. In totale sono state prese in considerazione le associazioni sotto riportate: depositi colluviali privi di copertura vegetale; depositi colluviali boscati; depositi colluviali ad arbusti; depositi colluviali a prati; depositi glaciali privi di copertura vegetale; depositi glaciali boscati; depositi glaciali a arbusti; depositi glaciali a prati depositi detritici privi di copertura vegetale; depositi detritici boscati; depositi detritici a arbusti; depositi detritici a prati; depositi colluviali subaffioranti boscati; depositi colluviali subaffioranti a arbusti; depositi colluviali subaffioranti a prati; depositi colluviali privi di copertura vegetale; depositi alluvionali; roccia affiorante. Le tipologie di superficie sono state individuate incrociando la carta dei depositi superficiali e la carta dell uso del suolo, opportunamente riclassificate Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 26

27 Figura 27 - Carta dei depositi superficiali, utilizzata per la definizione di aree omogenee a cui attribuire parametri di restituzione e di attrito Sulla base dati forniti da diversi autori in letteratura e di considerazioni di natura idrologica, sono stati utilizzati i seguenti parametri di input per il modello SINMAP relativamente ai diversi tipi di depositi riconosciuti nell area di studio Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 27

28 UNIC T/RMIN T/RMAX K(m/h)min K(m/h)max T(m2/h)min T(m2/h)max R(m/h) PHIMIN PHIMAX DENSITY Crmin Crmax Csmin Csmax H CMIN CMAX cl_ar E E E E E cl_bo E E E E E cl_nu E E E E E cl_pr E E E E E dt_ar E E E E E dt_bo E E E E E dt_nu E E E E E dt_pr E E E E E gl_ar E E E E E gl_bo E E E E E gl_nu E E E E E gl_pr E E E E E cl_ar_s E E E E E cl_bo_s E E E E E cl_pr_s E E E E E Tabella 4 - Parametri utilizzati per la modellazione con il software SINMAP, da dati di letteratura Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 28

29 Dalla procedura di mappatura dell indice di stabilità, in base alle diverse regioni di calibrazione riconosciute, è stato ottenuto un aster che associa ad ogni pixel dell area considerata un valore di SI. Sono state selezionate unicamente le aree con indice di stabilità appartenente all intervallo di valori compreso tra 0 ed 1 e si è deciso di rielaborare tale intervallo dei valori in modo tale da ottenerne i seguenti cinque intervalli: In realtà valori di SI=0 non sono stati considerati, perché pixel caratterizzati da un indice di stabilità nullo sono rientrano nella categoria defended. Ad ogni classe di SI considerata è stato infine associato il valore di probabilità di rottura. Sono state infine individuate le seguenti aree sorgenti potenziali: Figura 28 - Sorgenti di frane superficiali individuate attraverso il modello SINMAP Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 29

30 4.6.2 Fattori per il calcolo del rischio Si è deciso di valutazione la frequenza delle frane superficiali non considerando la relazione intensità-frequenza, essendo le frane superficiali per definizione di limitate dimensioni e caratterizzate da una variabilità di intensità abbastanza limitata. La frequenza di accadimento attesa è stata calcolata a partire dai valori di frequenza di attivazione reali e pesati, stimati per ogni area sorgente determinata a mezzo del software SINMAP, in funzione della probabilità di rottura e in relazione all indice di stabilità caratteristico. Come numero di frane osservate si è scelto di utilizzare quello dei debris flow in considerazione del frequente evolversi delle frane superficiali in questa tipologia di fenomeni. Come dato di partenza è stata utilizzata la seguente correlazione indice di stabilità e probabilità di rottura: STABILITY INDEX PROBABILITA' DI ROTTURA N eventi da catalogo N anni osservaz. Tabella 5 Correlazione indice di stabilità e probabilità di rottura Si è proceduto calcolando la somma pesata del numero di sorgenti, relativamente ad un peso pari alla corrispettiva probabilità di rottura. La somma pesata così ottenuta viene usata come denominatore rispetto alla frequenza di innesco dell area totale, ricavando in questo modo un fattore di adeguamento, che moltiplicato per il numero di sorgenti appartenenti ad ogni gruppo di stability index consente di ricavare la reale frequenza di innesco per ogni area sorgente. freq.innesco area tot (catalogo) n eventi/ /n anni osservazione Tot. aree sorgenti SINMAP freq apparente d'innesco x OGNI area freq.innesco area tot (catalogo)/ sorgenti SINMAP ,00026 SI Prob. rottura (peso) N frane osservate f(si) N frane * peso somma pesata fattore di adeguamento freq. innesco area tot/ somma pesata frequenza reale per ogni area fattore adeguamento + peso , , , , , , , ,00016 Tabella 6 - Calcolo della frequenza di innesco pesata sulla base della probabilità di rottura Come descritto nella sezione metodologica il fattore di esposizione e ed il fattore di gravità g sono costanti su tutta l area ed assumono i valori di e 0.1, rispettivamente Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 30

31 4.6.3 Analisi del rischio sociale Combinando frequenza, esposizione, gravità e popolazione equivalente è stata ottenuta la mappa del rischio per la popolazione da frane superficiali. Figura 29 - Rischio sociale da scivolamenti superficiali La carta del rischio per frane superficiali per l area di studio mostra valori di rischio per cella (400 m 2 ) compresi tra 0 e vittime/anno/cella. Sull intera area, il valore di rischio raggiunge le vittime/anno. Le frane superficiali diffuse si sviluppano soprattutto lungo versanti scarsamente vegetati di alta montagna, di fatto scarsamente abitati, e lungo le scarpate degli alvei. È doveroso sottolineare che nel modello utilizzato per l analisi non è stato fatto riferimento all eventuale opere di messa in sicurezza posizionate Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 31

32 4.6.4 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti, ed è rappresentato nella figura che segue. Il rischio individuale assume valori compresi tra 0 e per cella. Figura 30 - Rischio individuale da scivolamenti superficiali Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 32

33 4.7 RISCHIO IDROGEOLOGICO FRANE PROFONDE Analisi del rischio sociale La frequenza di accadimento totale è stata stimata sulla base dello stato di attività e come descritto nella sezione metodologica. Il fattore di esposizione e ed il fattore di gravità g sono costanti su tutta l area ed assumono i valori di e 0.1, rispettivamente. Combinando frequenza, esposizione, gravità e popolazione equivalente è stata ottenuta la mappa del rischio per la popolazione da frane profonde. Figura 31 - Rischio sociale per frane profonde La carta del rischio per frane profonde per l area di studio mostra valori di rischio per cella (400 m 2 ) compresi tra 0 e vittime/cella/anno. Sommando il rischio di tutte le celle analizzate si ottiene una frequenza complessiva di vittime/anno Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 33

34 4.7.2 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti, ed è rappresentato nella figura che segue. Figura 32 - Rischio individuale per frane profonde Il rischio individuale massimo stimato è pari a per cella, in particolare presso i comuni di Sant Omobono Terme, Roncola, e Capizzone Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 34

35 4.8 RISCHIO IDROGEOLOGICO DEBRIS FLOW Per l analisi del rischio relativo ai debris flow è stata effettuata una modellazione utilizzando un modello semi-empirico, Flow-R (Horton et al, 2004) in grado di definire la probabilità di impatto, la massima energia cinetica e la massima estensione di propagazione delle colate a partire da aree sorgenti preventivamente identificate. Il modello consente una libera scelta dell algoritmo e una personalizzazione del metodo Applicazione del modello Per calibrare il modello dei debris flows è stato necessario effettuare vari tentativi modificando di volta in volta i parametri di controllo. Dopo vari tentativi sono stati selezionati alcuni modelli calibrati in base ai debris attivi ed inattivi mappati utilizzando il geo-database IFFI della Regione Lombardia. Tra questi modelli si è deciso di adottare il seguente, essendo quello che meglio rappresenta il caso reale: PARAMETRI CONSIDERATI VALORE Flow accumulation (m 2 ) Buffer (m) 1000 Direction Algorithm Holmgren exp_10 Inertial Algorithm Weights (default) Friction loss function cts_loss_to 25deg Limiting Kinetic Energy 30_mps Tabella 7 Valori per i parametri assunti nell analisi di rischio debris-flow Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 35

36 Figura 33 - Frequenza di transito per i debris flow, Flow-R Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 36

37 4.8.2 Fattori per il calcolo del rischio La frequenza di innesco è stata calcolata, come descritto nel capitolo metodologico, sulla base del numero di eventi storici occorsi nell area. N eventi N anni di osservazione freq.innesco = n eventi/n anni osservazione aree sorgenti SINMAP freq apparente d'innesco Tabella 8 Parametri assunti per il calcolo del rischio da debris-flow La frequenza di accadimento totale per ogni pixel del versante è data dalla frequenza di innesco della singola area sorgente moltiplicata per la frequenza di propagazione. Come descritto nella sezione metodologica. Il fattore di esposizione e ed il fattore di gravità g sono costanti su tutta l area ed assumono i valori di e 0.75, rispettivamente. Combinando frequenza, esposizione, gravità e popolazione equivalente è stata ottenuta la mappa del rischio sociale da frane superficiali Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 37

38 4.8.3 Analisi del rischio sociale La carta del rischio per debris flow mostra valori di rischio per cella (400 km 2 ) compresi tra 0 e vittime/cella/anno, con valore massimo registrato ad Albino. Sommando il rischio di tutte le celle analizzate si ottiene una frequenza complessiva di vittime/anno. Figura 34 - Rischio sociale per debris flows Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 38

39 4.8.4 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti, ed è rappresentato nella figura che segue. Il rischio individuale assume valori compresi tra 0 e ed il valore massimo è stimato presso Casnigo. Figura 35 - Rischio individuale per debris flows Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 39

40 4.9 RISCHIO IDROGEOLOGICO ALLUVIONI IN CONOIDE Applicazione del modello Similmente a quanto descritto per il calcolo del rischio da debris flows, anche per il rischio da eventi alluvionali in conoide si è utilizzato il modello semi empirico Flow-R (Horton et al., 2004). Per calibrare il modello è stato necessario effettuare vari tentativi, come per il caso dei debris flows. Si è scelto di utilizzare la seguente parametrizzazione, che risultava essere quella in grado di fittare meglio le perimetrazioni dei dati storici: PARAMETRI CONSIDERATI VALORE ASSUNTO Flow accumulation (m2) Buffer (m) 200 Direction Algorithm Holmgren exp_5 Inertial Algorithm Weights (default) Friction loss function cts_loss_to 5deg Limiting Kinetic Energy Inf_to_10_mps Tabella 9 Parametri considerati nell analisi di rischio da alluvioni in conoide Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 40

41 4.9.2 Fattori per il calcolo del rischio La frequenza di accadimento è stata calcolata combinando la frequenza di eventi di alluvioni in conoide con la propagazione degli eventi pixel per pixel. La frequenza di evento è calcolata per ogni conoide utilizzando i cataloghi storici. Per i conoidi senza riattivazione storiche, e considerati relitti, si è deciso di adottare un valore di frequenza pari a 0.005, corrispettivo di un tempo di ritorno di 200 anni. Ai conoidi considerati quiescenti è stata attribuita una frequenza pari a 0.01, considerando plausibile una riattivazione ogni 100 anni; infine ai conoidi attivi è stato associato una f=0.02 relativamente ad un tempo di ritorno pari a 50 anni. Figura 36 - Frequenza di accadimento perle alluvioni in conoide, ottenuta a partire dalla frequenza di transito, calcolata con Flow-R, e dalla frequenza di innesco per ogni conoide Moltiplicando la frequenza per il fattore di esposizione (e=0.05), di gravità (g=0.5) e il numero di abitanti equivalenti si ottiene il rischio fisico per la popolazione Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 41

42 4.9.3 Analisi del rischio sociale Il rischio fisico diretto per gli eventi alluvionali in conoide tende a concentrarsi chiaramente nei conoidi attivi, dove si sono registrati il maggior di eventi; il valore di massimo di vittime/anno/cella si raggiunge presso l abitato di Vertova, ma il rischio sociale risulta ad ogni modo presente per tutti quei comuni che sorgono su antiche conoidi (es. Albino, Nembro, Colzate, Gandino). Sommando il rischio di tutte le celle analizzate si ottiene una frequenza complessiva di vittime/anno. Figura 37 - Rischio sociale per alluvioni in conoide Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 42

43 4.9.4 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti, ed è rappresentato nella figura che segue. Il rischio individuale assume valori compresi tra 0 e Figura 38 - Rischio individuale per alluvioni in conoide Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 43

44 4.10 RISCHIO IDROGEOLOGICO ALLUVIONI IN FONDOVALLE Fattori per il calcolo del rischio Per l analisi del rischio relativo alle alluvioni in fondovalle sono state utilizzate le perimetrazioni delle fasce PAI relative ai fiumi Grembo, Serio e Oglio (database Regione Lombardia). La frequenza di piena per i diversi scenari delle fasce PAI è 0.1 per la fascia A (vedi metodologia), per la fascia B e per la fascia C, ed è costante per tutto il territorio. Per il calcolo della gravità è stato necessario stimare con un approccio semplificato il tirante idraulico, onde valutare la vulnerabilità. In particolare sono stati generati 6 scenari di piena, secondo la matrice mostrata di seguito. Frequenza Gravità g Fascia A Fascia B Fascia C Tabella 10 - Rischio economico da alluvione in conoide Combinando i rischi dei diversi scenari analizzati e è stato possibile realizzare la mappa del rischio fisico per la popolazione da alluvione Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 44

45 Analisi del rischio sociale La carta del rischio sociale per l area di Bergamo mostra valori di rischio per cella (400 km 2 ) compresi tra 0 e vittime/anno. Sommando il rischio di tutte le celle analizzate si ottiene una frequenza complessiva pari a 0.8 vittime/anno. Il rischio sociale massimo è atteso presso i comuni di Seriate, Villa d Almè e Alzano Lombardo. Figura 39 - Rischio sociale da alluvioni in fondovalle Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 45

46 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti, ed è rappresentato nella figura che segue. Il rischio individuale assume valori compresi tra 0 e ; il massimo valore si registra presso i comuni di Villa D Almè, Seriate e Alzano Lombardo. Figura 40 - Rischio individuale da alluvioni in fondovalle Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 46

47 4.11 RISCHIO IDROGEOLOGICO COLLASSO DIGHE Analisi del rischio sociale Per l analisi del rischio relativo al collasso di dighe sono state utilizzati i modelli idraulici realizzati dai gestori delle dighe in accordo con la Circ. LL.PP.1125/1986, 352/1987 e Circ. P.C.M /95. Come riportato nella relazione metodologica, la frequenza associata ad ogni scenario è I valori di rischio sono compresi tra 0 e vittime/cella/anno, per un valore complessivo per l area di studio di vittime/anno. Figura 41 - Rischio sociale per collasso dighe Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 47

48 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti. Il rischio individuale assume valori compresi tra 0 e di Figura 42 - Rischio individuale per collasso dighe Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 48

49 4.12 RISCHIO SISMICO Analisi del rischio sociale L analisi del rischio sismico è stata effettuata per 5 diversi scenari di probabilità di eccedenza annua: Tempo di ritorno (anni) Probabilità di eccedenza - Pex T72 0, T140 0, T475 0, T975 0, T2500 0, Tabella 11 Parametri assunti nell analisi del rischio sismico Figura 43 - Rischio sociale stimato per sismi con TR = Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 49

50 Figura 44 - rischio fisico diretto stimato per sismi con tr = 140 Figura 45 - Rischio fisico diretto stimato per sismi con TR = 475 anni Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 50

51 Figura 46 - Rischio fisico diretto stimato per sismi con TR = 975 anni Figura 47 - Rischio fisico diretto stimato per sismi con TR = 2500 anni Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 51

52 La carta del rischio sismico per l area di studio mostra che per quanto riguarda sismi con tempi di ritorno di 72 anni si hanno valori per cella compresi tra 0 e vittime/anno; per sismi con tempi di ritorno di 140 anni si hanno valori compresi tra 0 e vittime/anno; per sismi con tempi di ritorno di 475 anni si hanno valori compresi tra 0 e vittime/anno; per sismi con tempi di ritorno di 975 anni si hanno valori compresi tra 0 e vittime/anno ed infine per sismi con tempo di ritorno di 2500 anni sono stati stimati valori di rischio sociale compresi tra 0 e vittime/anno. Il rischio atteso totale assume valori tra 0 e ; la frequenza complessiva risulta essere di 11.7 vittime/annuo ed è ottenuta combinando con le curve FN il rischio atteso di sismi con tutti e cinque i tempi di ritorno. Le aree maggiormente a rischio sono quelle a maggior densità abitativa, e dove si riscontra la presenza di un maggior numero di edifici antichi e alti. Figura 48 - Rischio sociale sismico Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 52

53 Analisi del rischio individuale Nell approccio che si è deciso di adottare il rischio individuale risulta dal rapporto tra rischio per la popolazione e abitanti equivalenti, ed è rappresentato nella figura che segue. Il rischio individuale assume valori compresi tra 0 e , e si concentra principalmente nelle città delle zona di pianura, con massimi valori nella città di Bergamo, dove le tipologie di edifici presenti (alti, in mattoni) subiscono i danni maggiori. Figura 49 - Rischio individuale sismico Cap 4_Risultati-01.doc - Pag. 53

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