Contatti. Chi siamo? Dario Mazza - Sebastiano Merlino -

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1 Lezione Uno: Startup Contatti Chi siamo? Dario Mazza - dariomzz@gmail.com Sebastiano Merlino - etr@pensieroartificiale.com Sito di riferimento - Sezione Linux Forum per richieste e chiarimenti 4 / 25

2 Lezione Uno: Startup Il Software Libero Il Software Libero L espressione Software libero si riferisce alla libertà dell utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Richard M. Stallman Il software libero: software rilasciato con una licenza che permette a chiunque di utilizzarlo e che ne incoraggia lo studio, le modifiche e la redistribuzione; per le sue caratteristiche, si contrappone al software proprietario ed è differente dalla concezione open source, incentrandosi sulla libertà dell utente e non solo sull apertura del codice sorgente. Figura: Richard Stallman enuncia le 4 libertà al convegno Wikimania / 25

3 Lezione Uno: Startup Il Software Libero Il Software Libero Parlando di software libero ci riferiamo a quattro tipi di libertà per gli utenti dello stesso: Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo (libertà 0). Libertà di studiare come funziona il programma, e adattarlo alle proprie necessità (libertà 1). Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo (libertà 2). Libertà di migliorare il programma, e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). L accesso al sorgente è un prerequisito delle libertà 1 e 3. 6 / 25

4 Lezione Uno: Startup Classificazione del Software Classificazione del Software È possibile individuare le seguenti tipologie di software: 1 Software semilibero: il software semilibero è software non libero in quanto distribuito col permesso di essere usato, copiato, distribuito e modificato(incluse le versioni distribuite con modifiche) senza scopo di lucro, solo dai privati. 2 Software proprietario: il software proprietario è quello che non è libero o semilibero. Il suo utilizzo, la ridistribuzione o la modifica sono proibiti, oppure richiedono un permesso, o sono sottoposti a vincoli. 3 Software Open Source: il termine open source software è usato da alcuni più o meno con lo stesso significato di software libero. In realtà si tratta di software libero sviluppato secondo le idee del movimento dell Open Source (ben distinto dal movimento del software libero). 7 / 25

5 Lezione Uno: Startup Classificazione del Software Classificazione del Software 4 Software di pubblico dominio: il software di pubblico dominio è software privo di copyright. È un caso speciale: si tratta di software libero senza permesso d autore. Questo implica la possibilità che alcune copie o versioni modificate non siano affatto libere. 8 / 25 5 Software con permesso d autore (copyright): il software con permesso d autore è software libero le cui modifiche possono essere distribuite solo con la stessa licenza del software originale. Questo significa che ogni copia del software, anche se modificata, deve essere software libero.

6 Lezione Uno: Startup Classificazione del Software Classificazione del Software 6 Software con licenza GPL: la GPL (General Public License) è una licenza di software libero con permesso d autore. La FSF (Free Software Foundation) la utilizza come licenza per la maggior parte del software GNU. 7 Software Freeware : il termine freeware non ha una definizione comunemente accettata, ma viene spesso utilizzato per pacchetti software che possono essere ridistribuiti ma non modificati (il loro codice sorgente non è disponibile). Non sono un esempio di software libero. 8 Software Shareware: lo shareware è software che dà la possibilità di ridistribuire copie, ma impone a chiunque continui ad usarne una copia di pagarne la licenza d uso. 9 Software Commerciale: il software commerciale è software sviluppato allo scopo di guadagnare dal suo uso. 9 / 25

7 Il Progetto GNU Il progetto GNU (Gnu's Not Unix) nasce nel 1984 da un idea di Richard Stallman. Egli iniziò la sua carriera al MIT, dove lavorava in un gruppo che utilizzava esclusivamente software libero. In quel periodo, accadeva già che le società di computer distribuissero software libero e i programmatori erano liberi di cooperare per lo sviluppo di nuovo software. Entro gli anni '80, però, quasi tutto il software divenne proprietario, e questo impedì la cooperazione degli utenti. Stallman allora diede vita al progetto GNU (scrivendo manifesto GNU) per rendere possibile la libera cooperazione nella comunità informatica, rimuovendo gli ostacoli imposti dall uso del software proprietario. Obiettivo del progetto è lo sviluppo di un sistema di software libero compatibile con Unix. Mazza Dario Merlino Sebastiano 8

8 Lezione Uno: Startup Il Progetto GNU Il Progetto GNU A supporto del Progetto GNU fu creata la Free Software Foundation (FSF). Essa opera promovendo lo sviluppo e l uso del software libero in tutte le aree dell informatica. La Free Software Foundation si concentra sullo sviluppo di nuovo software libero, inserendolo in un sistema coerente che possa eliminare il bisogno di utilizzare software proprietario. Così come un insegnante non deve pagare per spiegare il teorema di Pitagora, alla stessa maniera non pagherà uno studente che vorrà utilizzarlo. 10 / 25

9 Lezione Uno: Startup Il Progetto GNU Il Progetto GNU Estratto dal saggio Verso un etica del Software apparso su Il Giornale dell Ingegnere Come ciascuno può leggere quello che da altri è stato scritto e rielaborare le idee ivi contenute, come ciascuno può utilizzare le dimostrazioni di matematica e le teorie di fisica per i propri scopi, allo stesso modo ognuno dovrebbe essere autorizzato a leggere e rielaborare i programmi esistenti, perché il patrimonio culturale informatico possa accrescersi a beneficio di tutti gli utenti di calcolatori e, più in generale, per un utilizzo proficuo della tecnologia attuale. 11 / 25

10 Lezione Uno: Startup Perché è meglio pensare Open Source? Perché è meglio pensare Open Source? Quando si discute di applicabilità del free software alla didattica e del suo uso nel mondo della scuola è utile distinguere due aspetti, ovvero l uso del free software per insegnare informatica e l uso dello stesso come piattaforma per l insegnamento di altre discipline. Nel primo caso l esistenza di sistemi software di base di cui si possa analizzare e modificare il sorgente è sicuramente molto utile a chi voglia insegnare gli aspetti più tecnici dell informatica. Nel secondo caso la situazione è molto diversa, si potrebbero non trovare sostanziali differenze sul software, ma vi sono altri aspetti da tenere in considerazione. 12 / 25

11 Lezione Uno: Startup Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Didattici Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Didattici Lo studente è più consapevole di ciò che fa, di quali sono le modalità di funzionamento di comandi e procedure, di qual è la struttura del software. La disponibilità del sorgente e le quattro libertà permettono al docente ed allo studente di metterci le mani, apportando modifiche funzionali alle proprie esigenze. Favorisce la crescita autonoma dellallievo. Gli studenti possono portare lo strumento a casa. La documentazione è ricca e facilmente reperibile. Considerando l utilizzo di un sistema Linux, esso dispone sia di interfaccia grafica che è utile per utenti non professionali (basso livello di alfabetizzazione informatica) che di interfaccia a carattere, più funzionale per utenti professionali (alto livello di alfabetizzazione informatica). 13 / 25

12 Lezione Uno: Startup Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Economici Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Economici Il costo rilevante delle licenze d uso di software proprietario. La scarsità (sopratutto nel nostro Stato) di fondi per la scuola e per l istruzione in generale. Utilizzo di macchine datate o obsolete. Lascia a noi la possibilità di decidere il momento in cui cambieremo il nostro hardware, rendendoci indipendenti dalle imposizioni indirette dei produttori di software proprietario. Assistenza tecnica pressoché gratuita ottenibile attraverso Internet. Ogni problema può essere risolto chiedendo aiuto sul Web. 14 / 25

13 Lezione Uno: Startup Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Etici Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Economici Educazione alla legalità. Esso educa infatti alla conoscenza ed al rispetto delle licenze combattendo l abitudine assunta da molti utenti di violare le leggi sul copyright. Libertà economica che influisce sul punto precedente abbassando (o annullando) il costo delle licenze. Libertà di insegnamento ed autonomia didattica ripulendo almeno l ambiente scolastico dal monopolio software di alcune case produttrici. Rispetto di criteri di uguaglianza ed equità. Qualunque utente, su qualunque piattaforma hardware e appartenente a qualunque strato della società, potrà avere accesso al software. 15 / 25

14 Lezione Uno: Startup Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Tecnici Perché è meglio pensare Open Source? Motivi Tecnici Affidabilità. Sicurezza. Rapido sviluppo di nuove soluzioni. Varietà di sviluppi. Produzione di esperienze. Tutti dipendenti dalla possibilità di osservare e studiare il software, caratteristica che permette di scoprire facilmente bugs o fori nella sicurezza. Una tale libertà aiuta, inoltre, a sviluppare rapidamente nuovi sistemi per la risoluzione dei problemi essendo possibile l osservazione del sorgente da molti programmatori in giro per il mondo che potrebbero anche pervenire a soluzioni differenti. La possibilità di osservare il codice, sprona anche gli utenti a sperimentare permettendo lo sviluppo attivo di potenziali programmatori. 16 / 25

15 Lezione Uno: Startup L Open Source in Italia e nel Mondo L Open Source in Italia e nel Mondo Il software libero e molto piu diffuso di quanto la gente pensi, solo che non se ne puo parlare. Il 70% dei server web nel mondo sono di tipo LAMP, ossia utilizzano software quali: Linux, Apache, MySQL ed un linguaggio di scripting fra PHP, Perl e Python; tutti Open Source. L Italia è il quarto paese al mondo (seguendo Francia, Germania e Stati Uniti) come numero di sviluppatori di Software libero. In proporzione alla popolazione abbiamo molti più sviluppatori degli Stati Uniti. L Europa risulta all avanguardia, in questo senso, rispetto agli Stati Uniti; in Europa (al CERN) è nato il Web ed in Finlandia fu inventato Linux. 17 / 25

16 Lezione Uno: Startup L Open Source in Italia e nel Mondo L Open Source in Italia e nel Mondo In qualche modo, tutti siamo utenti Linux e Open Source. Secondo Jim Zemlin, a capo della Linux Foundation, nel mondo moderno ogni singola persona, ogni giorno usa software Open Source. Chiunque faccia ricerca attraverso Google, telefoni, utilizzi infrastrutture per la telecomunicazione, nuovi televisori, nuove macchine digitali, telefoni attraverso cellulari moderni, entri in Facebook, compri un netbook, prelevi attraverso uno sportello ATM, giochi con la PlayStation 3 utilizza sistemi Open Source e soprattutto Linux (e la lista potrebbe continuare). Sarebbe opportuno chiedersi chi non sia utente GNU/Linux. 18 / 25

17 Lezione Uno: Startup Le Licenze d Uso Le Licenze d Uso La licenza in ambito informatico è l insieme delle condizioni che può accompagnare un prodotto software. Tale documento specifica le modalità con cui l utente può usare tale prodotto, garantendo dei diritti ed imponendo obblighi. Ritroviamo vari tipi di licenza: Licenze FSF: Licenza GPL Licenza LGPL Licenza FDL Licenze OSI: Licenza Open Source Licenza libera Licenze Closed Source: EULA La licenza è imposta da chi detiene il copyright sul software e la sua validità è limitata dal diritto d autore. Un singolo software può essere rilasciato con più licenze differenti. I modi di accettazione di una licenza sono molteplici: Implicito nell utilizzo del software. Durante l installazione. Prima di scaricare il programma. All apertura del supporto fisico. 19 / 25

18 Lezione Uno: Startup Le Licenze d Uso Licenze FSF Licenze FSF Quelle contenute in questo paragrafo sono le licenze ideate e promosse dalla Free Software Foundation (FSF) società promotrice del progetto GNU. Sua più importante licenza è, sicuramente, la GPL. Le posizioni integraliste della FSF sono spesso non condivise dal resto della comunità software ed infatti nascono spesso contrasti fra le posizioni (forse più integraliste) di Richard Stallman e quelle più morbide della comunità Linux. 20 / 25 Non è la GPL ad aver reso famoso GNU/Linux, ma è Linux ad aver reso presentabile la GPL, essendo dannatamente meno integralista di quello che la FSF vuole. Linus Torvalds

19 Lezione Uno: Startup Le Licenze d Uso Licenze FSF Licenze FSF La GPL (General Public License), oggi alla sua terza versione, fu scritta da Richard Stallman ed Eben Moglen per distribuire i programmi creati nell ambito del Progetto GNU. La GPL assicura all utente libertà di utilizzo, copia, modifica e distribuzione. La GPL ha incontrato un gran successo fra gli autori di software sin dalla sua creazione, ed è oggi la più diffusa licenza per il software libero. La GPL è persistente e propagativa. È persistente inquanto impone che con la redistribuzione vengano allegati la GPL stessa e il codice sorgente del software (copyleft). È propagativa poiché la distribuzione di software nato dall unione di programmi con licenze GPL e non GPL avviene attraverso licenza GPL o non avviene affatto (strong copyleft). 21 / 25

20 Lezione Uno: Startup Le Licenze d Uso Licenze FSF Licenze FSF LGPL Lesser General Public Licence, studiata come compromesso tra la licenza GPL ed altre licenze non copyleft. Ha lo scopo di risultare appetibile alle aziende tutelando, però, la comunità del software libero. Stabilisce il copyleft sul singolo file sorgente e non sull intero software, rendendo, così, possibile l inclusione di librerie sotto licenza LGPL all interno di software proprietario. 22 / 25 FDL Free Documentation License, è stata creata per distribuire la documentazione di software e materiale didattico. Stabilisce che ogni copia del materiale, anche se modificata, deve essere distribuita con la stessa licenza. Tali copie possono essere vendute e, se riprodotte in gran quantità, devono essere rese disponibili anche in un formato che faciliti successive modifiche. Wikipedia è la più grande raccolta di documentazione che utilizza questo tipo di licenza.

21 Lezione Uno: Startup Le Licenze d Uso Licenze OSI Licenze OSI 23 / 25 Risultano essere definizioni di licenza prodotte dalla fondazione Open Source Initiative e basate sulle indicazioni date dal progetto Debian. Open Source Una licenza open source autorizza chiunque ad usare, modificare, integrare, riprodurre, duplicare e distribuire un programma (o qualsiasi lavoro tutelato dalle norme sul diritto d autore), anche a scopi commerciali. Il codice sorgente deve essere disponibile anche in una forma leggibile e comprensibile all uomo. Non ha scopo principale nella gratuità del software e per questo di discosta dall intransigenza della GPL. Licenza Libera È una licenza concessa dal detentore di un diritto d autore, con possibilità di ripubblicazione o riutilizzo dell opera, poste alcune condizioni. Presuppone la gratuità del riutilizzo ma non la gratuità al consumatore finale. Comprende sia la GPL che le licenza Open Source.

22 Lezione Uno: Startup Le Licenze d Uso Licenze OSI Licenze OSI Open Source Definition L Open Source Definition stabilisce i criteri percui una licenza sia dichiarata Open Source. Ridistribuzione libera. Codice sorgente incluso nel software licenziato. Concessione di modifica alle opere derivate. Integrità del codice sorgente. Nessuna discriminazione contro persone o gruppi. Nessuna discriminazione di settori della società e dello sviluppo. Distribuzione della licenza a tutti i destinatari della stessa. La licenza non dev essere specifica di un prodotto. La licenza non deve contaminare altro software. La licenza deve essere indipendente dalla tecnologia. 24 / 25

23 Lezione Uno: Startup Le Licenze d Uso Licenze Closed Source Licenze Closed Source EULA End User License Agreement è il contratto tra il fornitore di un programma software e l utente finale. Tale contratto assegna la licenza d uso del programma all utente nei termini stabiliti dal contratto stesso. Si sottolinea che licenza è appunto una licenza d uso e non una licenza di possesso del software stesso. La EULA in generale comprende la concessione di licenza, le limitazioni d uso, la limitazione di garanzia, la limitazione di responsabilità, le restrizioni all esportazione. L utente finale in genere prende visione dell EULA all apertura della confezione del software o all atto dell installazione. L impossibilità da parte dell utente finale di leggere le condizioni dell EULA prima dell acquisto del software ha posto le basi per la nascita di proteste di grande rilevanza. 25 / 25

24 Lezione Uno: Supporto Pratico Lezione Uno: Supporto Pratico Dario Mazza - Sebastiano Merlino Università degli Studi di Catania - Facoltà di Ingegneria 19 Aprile / 16

25 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione All avvio del Computer inserite il cdrom di installazione. La prima schermata che vedrete sarà quella in figura; da quello che potete vedere vi si proporrà la scelta della lingua. Scegliamo italiano (usando le frecce da tastiera) e facciamo Invio. 2 / 16

26 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Si presenta ora un menu che ci permette di scegliere fra varie opzioni; essendo la nostra intenzione quella di installare il sistema, selezioniamo la voce Installa Ubuntu e facciamo invio. 3 / 16

27 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Vi si presenterà a questo punto una nuove finestra che permette la scelta della lingua; la lingua italiana, avendola già scelta prima sarà preselezionata. Basterà far click su Avanti per continuare l installazione. 4 / 16

28 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione La finestra che ci si presenta permette di scegliere il fuso orario di riferimento per il sistema. Trovandoci noi in Italia, scegliamo come regione Europe e come città di riferimento Rome. A questo punto facciamo click su avanti. 5 / 16

29 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione La scheda che vediamo a questo punto ci permette di scegliere la disposizione di tasti della tastiera che più si adatta al nostro sistema. Quella predefinita dovrebbe andare bene (potete provare i tasti nello spazio bianco). Scelta la disposizione più adatta, facciamo click su avanti. 6 / 16

30 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Si avvierà, a questo punto, il programma di partizionamento dei dischi che ci permetterà di scegliere quanto spazio sul disco assegnare ad Ubuntu. 7 / 16

31 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione A questo punto si è avviato il programma di partizionamento del disco. Supponendo che abbiate un sistema Windows preinstallato e non vogliate eliminarlo, fate click sull opzione Installare assieme agli altri sistemi operativi, scegliendo all avvio e poi su Avanti. Nel caso in cui vogliate usare l intero disco (se non avete Windows o volete eliminarlo) scegliete l opzione Usare il disco intero e poi Avanti. 8 / 16

32 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Il programma di partizionamento ci chiederà, a questo punto, se vogliamo confermare le modifiche; dobbiamo, ovviamente, fare click su Continua per fare in modo di rendere definitive le modifiche apportate. 9 / 16

33 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Così il programma di partizionamento si metterà all opera in modo da apportare al disco le modifiche da noi specificate. 10 / 16

34 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione A questo punto daremo al sistema gli ultimi ritocchi per l installazione. Ci verrà presentato un modulo da compilare nel quale inseriremo il nostro vero nome, il nome che useremo per l accesso al sistema, la password associata al nome d accesso ed infine il nome per la nostra macchina. L ultimo punto permette di specificare se si vuole che il sistema richieda l autenticazione all accesso oppure no. 11 / 16

35 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Il sistema di installazione riesce inoltre ad importare i dati da eventuali sistemi preinstallati (come, per esempio, Windows). In questa maniera, al termine dell installazione potremo trovare un sistema a noi più familiare con preinseriti i nostri documenti, i nostri contatti di posta e persino il nostro sfondo sul desktop. 12 / 16

36 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Ci si presenta, a questo punto, un sommario delle nostre scelte. Potremo confermare ed installare il sistema facendo click su Installa altrimenti, se vogliamo correggere qualcosa potremo tornare sui nostri passi facendo click su Indietro. 13 / 16

37 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Installazione Abbiamo terminato il nostro processo di installazione; a questo punto, il sistema di installazione lavorerà per noi copiando i dati nelle apposite cartelle. Una tale operazione potrebbe richiedere un po di tempo. Abbiamo finito e buona fortuna con il vostro nuovo Ubuntu! 14 / 16

38 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Note sul Partizionamento Installazione Note sul Partizionamento 15 / 16 Un Hard Disk può essere suddiviso in un certo numero di dischi logici (ossia non esistenti nella realtà ma percepiti dal sistema operativo) che prendono il nome di partizioni. Tale divisione verrà descritta nella Tabella delle Partizioni che si ritrova nell area iniziale del disco. Le partizioni sono caratterizzate dalla politica di gestione dei file adottata al loro interno definita appunto File System. Il file system usato dai sistemi Linux è Ext4 che presenta numerosecaratteristiche che lo rendono superiore, per qualità, ad un file system di tipo NTFS. Linux ha bisogno di almeno una partizione ove essere installato e ove salvare quindi tutti i suoi file. È inoltre utile per il sistema la presenza di una partizione cosiddetta di SWAP che funge da estensione della RAM e quindi memorizza temporaneamente dati (indispensabile per l utilizzo di funzioni di ibernazione). La SWAP è usualmente di dimensione doppia rispetto alla RAM, sebbene, al crescere delle dimensioni della memoria, questa regola viene meno sempre più spesso.

39 Lezione Uno: Supporto Pratico Installazione Note sul Partizionamento Installazione Note sul Partizionamento Le partizioni possono essere Primarie ossia sono ottenute mediante partizionamento diretto del disco oppure possono essere Secondarie (o Logiche) nel caso in cui si sia suddivisa una partizione in più sottopartizioni. Una partizione Primaria suddivisa in più partizioni Logiche è detta Estesa. 16 / 16

40 Lezione Due: Linux Using Lezione Due: Linux Using Dario Mazza - Sebastiano Merlino Università degli Studi di Catania - Facoltà di Ingegneria 22 Aprile / 18

41 Lezione Due: Linux Using Sei fortunato a non essere un mio studente. Non prenderesti un buon voto per un tale progetto. Andrew S. Tanenbaum parlando a Linus Torvalds e riferendosi al suo progetto: Linux 2 / 18

42 Lezione Due: Linux Using Il Sistema Operativo Sistemi Operativi Il sistema operativo è quel componente software responsabile del controllo e della gestione dell hardware del computer e dei programmi che su questo vengono eseguiti. Il sistema operativo fornisce un astrazione della macchina sottostante ossia fornisce un interfaccia software (generalmente grafica) per accedere alle risorse del sistema (come dischi, schermo, tastiera ecc) Il compito principale del sistema operativo è quello di permettere all utente di interagire con la macchina. 3 / 18

43 Lezione Due: Linux Using Il Sistema Operativo Componenti Principali di un Sistema Operativo Kernel Il kernel è il cuore di un sistema operativo e fornisce ai componenti del sistema operativo e ai programmi le funzioni fondamentali per un accesso controllato all hardware (evitandogli dettagli sulla sua gestione). File System Il file system definisce come i file vengono immagazzinati e organizzati su un dispositivo di archiviazione (hard disk, CD, ecc). Vi sono diversi tipi di file system che si differenziano sulla politica di gestione dei file. I principali tipi di file system sono Ext4 (usato dai sistemi Linux), HFS (usato dai sistemi Mac OS), NTFS e FAT32 (usati dai sistemi Windows). Interfaccia Grafica Permette agli essere umani di interagire con il sistema. 4 / 18

44 Lezione Due: Linux Using Il Sistema Operativo Mac OS X Mac OS X è un sistema operativo sviluppato dalla Apple Inc. Questo sistema operativo non è semplicemente la decima versione di Mac OS ( in uso sui computer Macintosh dal 1984) ma è un sistema completamente nuovo che unisce il nucleo Darwin, di derivazione Unix (FreeBSD) e rilasciato sotto licenza open source, ad un interfaccia grafica all avanguardia chiamata Acqua. Mac OS X è in grado di eseguire anche programmi GNU/Linux previa compilazione. Le maggiori caratteristiche di Mac OS X sono legate ad Aqua: Exposè (miniaturizza sullo schermo tutte le finestre), Spaces (per generare desktop virtuali), Dashboard (per piccole applicazioni richiamabili con un tasto) e molto altro. 5 / 18

45 Lezione Due: Linux Using Il Sistema Operativo Solaris & OpenSolaris Solaris è un sistema operativo per computer Sun Microsystems (anche se ora può essere utilizzato anche su altri computer) ed è certificato come versione di Unix. Si tratta di un sistema operativo proprietario quindi a codice chiuso, ma dall inizio del 2005 alcuni componenti vengono rilasciati sotto licenza open source (CDDL) all interno del progetto OpenSolaris. OpenSolaris è basato in gran parte sul codice sorgente di Solaris ma tenta di venire incontro agli utenti Linux fornendogli strumenti a loro familiari a partire dall interfaccia grafica e dalla shell dei comandi. Tutto il codice sorgente di OpenSolaris è rilasciato sotto licenza open source CDDL. 6 / 18

46 Lezione Due: Linux Using Il Sistema Operativo FreeBSD FreeBSD è un sistema operativo libero di tipo Unix derivato dallo Unix dell Università di Berkley (California). È stata la prima distribuzione ad uscire su CD-ROM nel FreeBSD è particolarmente utilizzato nei server per la sua stabilità e sicurezza ma è anche usato per PC. Una sua particolarità è il sistema dei Port. Per utilizzare un programma si scarica il codice sorgente del programma stesso e di altri programmi da questo dipende ed in seguito i sorgenti vengono compilati per generare l eseguibile del programma. I port sono organizzati in una struttura ad albero per mettere in evidenza le dipendenze tra i vari programmi. Questo sistema è stato superato dal sistema dei pacchetti introdotto da Debian e ripreso da Ubuntu (in quanto derivata da Debian). 7 / 18

47 Lezione Due: Linux Using Linux Linux & GNU/Linux Linux è il nome del kernel sviluppato dal Linus Torvalds a partire dal Il sistema operativo su cui si basano tutte le distribuzioni è detto GNU/Linux in quanto si tratta dell integrazione del kernel Linux con software del sistema GNU e altro software rilasciato sotto licenza GNU GPL. Inizialmente il sistema fondava l interazione con l utente sulla shell dei comandi ma con il passare del tempo è divenuta sempre più evidente la necessità di un interfaccia grafica basata sulle finestre (come quella usata da Windows). Il nome Linux, a dispetto dell evidente assonanza con il nome del suo principale sviluppatore (LINUs unix), è da attribuire al nome della cartella in cui era contenuta la prima versione scaricabile del server. Il nome scelto da Linus Torvalds per la sua creatura era Freax. In compenso è quasi sicuro che il nome della mascotte sia dovuto allo sviluppatore TUX=Torvalds UniX. 8 / 18

48 Lezione Due: Linux Using Linux Storia di Linux Il giovane programmatore Linus Torvalds non era soddisfatto del sistema operativo Minix, sviluppato dal prof. Andrew Tanenbaum a fini didattici. Torvalds inizio a sviluppare del software per meglio comprendere il funzionamento del suo computer. Ogni volta che si rendeva necessaria l aggiunta di una nuova funzionalità questa veniva sviluppata: alla fine di questo processo Torvalds ottenne un intero kernel capace di supportare un sistema operativo. Inizialmente Linux si basava su alcuni componenti di Minix ma Torvalds non era soddisfatto della licenza di quest ultimi che li rendeva disponibili esclusivamente per usi didatti. Così le parti Minix furono sostituite da componenti software GNU e Linux passò sotto la licenza GPL. Non passo molto tempo prima che il sistema GNU/Linux superasse in funzionalità Minix. Ad oggi Linus Torvalds dirige ancora la sviluppo del kernel Linux ma gli altri componenti sono sviluppati separatamente. Il compito di rilasciare un sistema integrato, che unisca il kernel e gli strumenti di base con l interfaccia grafica e i software applicativi, è delegato alle distribuzioni. 9 / 18

49 Lezione Due: Linux Using Distribuzioni Distribuzione Linux Una distribuzione Linux, detta anche distro, è una collezione di programmi rilasciati come un unico pacchetto che include il kernel Linux e un insieme di strumenti e programmi. Società come Red Hat, Novel (con SUSE) e Canonical (con Ubuntu) e progetti come Debian, Slackware e Gentoo assemblano e testano i vari componenti e periodicamente rilasciano, la maggior parte delle volte gratuitamente, la distribuzione. Il successo delle distribuzioni è dovuto alla semplicità con cui permettono di istallare sul proprio computer un sistema operativo funzionante. In questo momento si contano più di 300 distribuzioni attive. Questo proliferare di distribuzioni è basato sul fenomeno delle fork, ossia distribuzioni basate in gran parte su altre e che si limitano ad estenderne o modificarne il contenuto. Ubuntu è una fork di Debian ma ormai si è affrancata da ogni vincolo di dipendenza dalla distribuzione madre. La più vecchia distribuzione attiva è Slackware seguita subito da Debian: la prima è stata fondata nel luglio 1993 mentre la seconda nell agosto / 18

50 Lezione Due: Linux Using Distribuzioni Debian Debian è una distribuzione Linux largamente usate e composta esclusivamente da Software Libero. Ogni componente è sviluppato da una comunità di volontari sparsi in tutto il mondo. Lo slogan ufficiale della distribuzione è Debian: the Universal Operating System. Il progetto Debian è stato fondato da Ian Murdok nel 1993 che insoddisfatto della distribuzione SLS tentò all inizio di modificarla ma poi decise di creare una nuova distribuzione da zero. La prima versione stabile risale al Debian è conosciuta per la sua aderenza alle filosofie di GNU e software libero, per le rigide politiche sulla qualità dei pacchetti rilasciati, il modo aperto di sviluppare e testare il software ma soprattutto per la libertà di scelta lasciata all utente. L ultima release di Debian contava circa pacchetti software contenuti nei 5 DVD scaricabili gratuitamente dal sito 11 / 18

51 Ubuntu Debian Gentoo Red Hat Slackware Fedora SUSE OpenSUSE Mazza Dario Merlino Sebastiano 11

52 Lezione Due: Linux Using Distribuzioni APT e pacchetti deb Debian è anche conosciuta per il suo sistema di gestione dei pacchetti e di APT (Advanced Packaging Tool). Questo programma integra un sistema di risoluzione delle dipendenze (ossia pacchetti necessari all istallazione) con la possibilità di eseguire aggiornamenti e di istallare pacchetti di versioni differenti. Questo sistema, oltre a permettere all utente di creare un sistema ibrido, rende il processo di istallazione, aggiornamento e rimozione dei software molto semplice ed intuitivo (e richiede raramente il riavvio del computer). I pacchetti sono riuniti in archivi detti repository che possono essere online oppure offline (ad esempio i CD e i DVD di distribuzione). 12 / 18

53 Lezione Due: Linux Using Distribuzioni Ubuntu Ubuntu è una distribuzione basata su Debian e finanziata dalla Canonical. Tutto il sistema è rilasciato sotto licenza GNU GPL. Il nome della distribuzione deriva da un antico vocabolo zulu che significa io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti : un inno alla filosofia open source. Come si evince già dal motto Linux per gli esseri umani, Ubuntu mira moltissimo sulla semplicità di utilizzo, l ottimo riconoscimento e supporto dell hardware. 13 / 18 Inoltre può vantare un vasto parco software costantemente aggiornato tramite APT ed una notevole quantità di sistemi di gestione basati su interfaccia grafica che sollevano l utente dall utilizzo della shell. La versione desktop è stata realizzata per rispondere alle più frequenti necessità dell utente medio.

54 Lezione Due: Linux Using Distribuzioni Ubuntu Ubuntu è una fork di Debian ed applica anche lei la filosofia del software libero fornendo solo pacchetti di questo tipo. Generalmente i pacchetti che si trovano in Ubuntu derivano dal ramo instabile di Debian in modo da bypassare il lungo iter di stabilizzazione del pacchetto tipico della distribuzione madre. Ubuntu e Debian collaborano attivamente per lo sviluppo e la risoluzione dei bug. Inoltre Ubuntu deriva integralmente da Debian il sistema dei pacchetti, l APT e la sua interfaccia grafica, il Synaptic. Ubuntu ha delle sotto distribuzioni come Kubuntu (con l ambiente desktop KDE), Edubuntu (dedicata all apprendimento e ai bambini), Ubuntu Mobile/Server/Netbook (versioni ottimizzate per supporti diversi dal PC desktop). 14 / 18 Microsoft ha la fetta più grossa del mercato dei nuovi PC desktop. Questo è un bug, e Ubuntu è concepito per risolverlo. Mark Shuttleworth, ideatore di Ubuntu

55 Lezione Due: Linux Using Usare Linux Perché usare Linux? I motivi per cui usare un sistema GNU/Linux sono molteplici e generalmente sono molto personali ma si possono identificare 3 punti principali. Stabilità del Sistema Supporto della Comunità Motivazioni Etiche 15 / 18

56 Lezione Due: Linux Using Usare Linux Stabilità del Sistema Generalmente un sistema GNU/Linux risulta essere più stabile: i crash di sistema sono praticamente inesistenti ed i crash delle applicazioni sono isolati. Inoltre la frequenza dei crash dipende da che tipo di pacchetto e che distribuzione si utilizza: un pacchetto un po meno aggiornato ma ampiamente testato assicura una maggiore stabilità. Il sistema GNU/Linux inoltre ha delle performance stabili cioè non subisce pesantemente il passare del tempo come succedeva con Windows: possiamo istallare e rimuovere pacchetti quante volte vogliamo senza rallentare il sistema, possiamo muovere quanti dati vogliamo senza dover deframmentare il disco ecc. Inoltre il sistema GNU/Linux è quasi immune al problema virus. Infatti il sistema di sicurezza multi-utente rende più difficile accedere a parti vitali del sistema operativo. Non essendo un sistema operativo molto usato GNU/Linux non è stato oggetto di interesse ed inoltre ogni bug critico di sicurezza in questi sistemi viene risolto in tempi brevissimi (a differenza di quanto accade con Windows). 16 / 18

57 Lezione Due: Linux Using Usare Linux Supporto della Comunità La comunità GNU/Linux e Open Source è estremamente attiva e presente. Ogni problema un utente riscontri sicuramente è stato già affrontato, e possibilmente risolto, da altri utenti della comunità. Inoltre tramite un servizio di Bug-Report è possibile comunicare direttamente con gli sviluppatori. La possibilità di poter leggere il codice permette di chiedere consigli anche ad esperti esterni allo sviluppo del programma per risolvere eventuali problemi. Il 90% dei problemi riscontrati su un sistema GNU/Linux viene risolto da una semplice ricerca su internet, consultando i Forum, i Blog e le pagine tenute da sviluppatori o utenti GNU/Linux. 17 / 18

58 Lezione Due: Linux Using Usare Linux Motivazioni Etiche Le motivazioni etiche sono le stesse che ci spingono ad usare il software libero e con codice sorgente aperto. Il prodotto software, come ogni prodotto, deve essere intellettualmente proprietà di tutti: non deve succedere che una conoscenza non venga condivisa con gli altri. Ogni riga di codice scritta viene condivisa con la comunità per accrescerne la conoscenza ma anche per ottenere un aiuto dalla comunità stessa: l appartenenza alla comunità richiede la condivisione della conoscenza ma ci permette di sfruttare la conoscenza di tutti gli altri membri. Utilizzare sistemi GNU/Linux toglie potere ai colossi dell informatica che si possono permettere qualsiasi cosa perché hanno un monopolio: far vedere che una comunità può tranquillamente sviluppare software migliore di quello prodotto dalle grandi software house ci permetterà di ridimensionare i rapporti con queste ultime. 18 / 18

59 Desktop Environmet Con il nome Desktop Environmet, o anche Ambiente Desktop, è l'interfaccia grafica che permette l'utilizzo di un computer attraverso oggetti grafici, come icone e finestre. I sistemi operativi proprietari generalmente utilizzano un solo Desktop Environment e vengono spesso identificati con il sistema operativo stesso. I sistemi basati su X Window System (il motore grafico dei sistemi Unix, compreso Linux) permettono di cambiare desktop environment ma anche di mischiarli per ottenere un sistema unico. Questo è possibile perché questo tipo di desktop environment sono composti da un window manager e di altri componenti software ( come applicazioni e librerie) per la gestione del desktop. Gli ambienti Desktop più diffusi sono i seguenti: GNOME KDE Xfce Mazza Dario Merlino Sebastiano 20

60 GNOME GNOME (GNU Network Object Model Environment) è un desktop environment creato inizialmente con l'obiettivo di un ambiente desktop e di sviluppo libero per il sistema GNU/Linux. Per l'ottima qualità del lavoro è diventato l'ambiente desktop ufficiale del progetto GNU. Gnome è al momento alla versione 2 e offre un'enorme quantità di librerie e di applicazioni per semplificare la gestione del sistema operativo. GNOME è stato criticato da Linus Torvalds perchè la sua struttura è unicamente orientata alla semplicità d'uso a scapito dell'effettiva possibilità di interagire con il sistema operativo. È da notare comunque che questa polemica è da sempre viva nella comunità open source divisa tra chi vuole sacrificare la configurabilità del software per renderlo più usabile e chi vuol aumentare la configurabilità rendendo il software molto poco usabile. Mazza Dario Merlino Sebastiano 21

61 KDE KDE (K Desktop Environment) è un ambiente desktop grafico per postazioni Unix. KDE è molto ricco di effetti grafici ed è caratterizzato da un aspetto molto accattivante e da un elevato grado di personalizzazione. KDE e GNOME sono i due principali ambienti desktop e sono in diretta concorrenza tra di loro. KDE funziona sulla maggior parte dei sistemi di GNU/Linux ma esiste anche una versione per Microsoft Windows. KDE viene concepito come un desktop environment orientato prevalentemente ad utenti medio-avanzati, per via dell'alta configurabilità dell'ambiente e dei suoi programmi(motivo per cui è molto apprezzato da Linus Torvalds). Tuttavia, grazie alla notevole facilità d'uso e alla sua ottima usabilità, KDE è istallato di base da alcuni sistemi operativi come SUSE e Kubuntu. Konqui, mascotte KDE Mazza Dario Merlino Sebastiano 22

62 Xfce Xfce è un ambiente desktop per i sistemi GNU/Linux e FreeBSD che richiede meno risorse dei più noti GNOME e KDE e può quindi rivelarsi un compromesso tra leggerezza e funzionalità. È abbastanza difficile trovare Xfce istallato di base in una distribuzione ma vi sono rari casi come Xubuntu. Mazza Dario Merlino Sebastiano 23

63 Window Manager Un window manager è un componente software che controlla la posizione e l'aspetto delle finestre in un interfaccia grafica. Generalmente è un componente di un desktop environment e lavora a stretto contatto con il Window System, che si occupa di dialogare con la scheda grafica e lo schermo. Gli elementi associati generalmente con un window manager sono legate all'apertura, chiusura, allargamento, riduzione ad icona, spostamento e ridimensionamento delle finestre e al mantenimento di una traccia per ognuna di queste finestre. I compositing window manager, come Compiz, consentono di creare e disegnare le finestre come oggetti separati per poi riunirli: grazie a questo possiamo ottenere effetti 2D e 3D molto avanzati. Importanti window manager sono: Metacity Fluxbox Kwin Blackbox Compiz Window Maker Mazza Dario Merlino Sebastiano 24

64 Metacity-Kwin-Compiz Metacity è il window manager di base di GNOME ma non è necessario per il funzionamento di GNOME (in quanto possiamo usare altri window manager). Metacity è fornito di poche opzioni di configurazione ed è considerato da molti troppo semplicistico: per questo motivo la sua scelta come window manager di base per GNOME non è ben vista da tutti. Kwin è il window manager di KDE, è integrato in questo desktop environment ed è ampiamente personalizzabile. Le ultime versioni di Kwin si sforzano di rendere il sistema meno pesante dal punto di vista delle prestazioni. Sia Metacity che Kwin possono essere usati indipendentemente dai loro desktop environment. Compiz è un compositing window manager e non è incluso in nessun desktop environment ma può essere inserito in tutti. É stato il primo a permettere di sfruttare tutta la potenza delle schede video moderne per realizzare effetti visivi molto suggestivi. Mazza Dario Merlino Sebastiano 25

65 Window Maker-Blackbox Window Maker, o più semplicemente Wmaker, è un window manager molto essenziale ma al contempo efficace, veloce ed efficiente. È spesso usato in computer datati. Blackbox è un window manager veloce e leggero con un'impostazione grafica simile a Window Maker. Blackbox è molto semplicistico ma anche molto flessibile e personalizzabile; si limita a gestire le finestre mentre icone e altri strumenti sono delegate a terze parti. Blackbox si basa su tre punti: Fare una cosa e farla bene: gestire le finestre Mantenere tutto di dimensioni ridotte, semplice e veloce Seguire gli standard e utilizzare solo software che li seguano anch'essi. Un desktop con WMaker Mazza Dario Merlino Sebastiano Un desktop con Blackbox 26

66 Fluxbox Fluxbox è un window manager basato su Blackbox ma con un grado di personalizzabilità ancora più alto e funzionalità aggiuntive. La caratteristica principale di Fluxbox è la sua leggerezza e la sua buona performance (così come per Blackbox) ma questo si paga in termini di poche funzionalità disponibili al momento dell'istallazione; per risolvere questo problema sono disponibili tanti pacchetti satellite che rendono disponibili funzioni come le icone sul desktop. Il menù di sistema è interamente personalizzabile, così come tutto il sistema, agendo su semplici file di testo (anche se è disponibile FluxConf, un'interfaccia grafica per la configurazione). Mazza Dario Merlino Sebastiano 27

67 Lezione Due: Supporto Pratico Lezione Due: Supporto Pratico Dario Mazza - Sebastiano Merlino Università degli Studi di Catania - Facoltà di Ingegneria 22 Aprile / 35

68 Lezione Due: Supporto Pratico Accesso al Sistema Accesso al Sistema L accesso al sistema risulta molto semplice. Vi sarà richiesto in modo grafico di inserire il nome utente prescelto durante la fase di installazione e la relativa password. Dal pannello opzioni in basso sarà possibile effettuare svariate altre azioni. 2 / 35

69 Lezione Due: Supporto Pratico Desktop Desktop 3 / 35

70 Lezione Due: Supporto Pratico I Pannelli I Pannelli Già all avvio del sistema saranno presenti sul vostro desktop due pannelli; uno in alto e l altro in basso. Il primo conterrà il menu di sistema, qualche icona di programma, l orologio di sistema, il controllo audio, il controllo di rete, un identificativo dell utente e il pulsante di arresto/riavvio. Il pannello in basso invece presenta il bottone Mostra Desktop, la lista dei desktop ed il collegamento al cestino. 4 / 35 Facendo click con il tasto destro su un pannello si potranno effettuare varie azioni. Si potranno aggiungere altri oggetti al pannello e modificarne l aspetto grafico. Sarà possibile, inoltre, eliminare il pannello o crearne uno nuovo da disporre in altre parti del desktop.

71 Lezione Due: Supporto Pratico I Pannelli Aggiunta al Pannello Facendo click sulla voce Aggiungi al pannello si aprirà una finestra che permette di aggiungere i più svariati oggetti al pannello selezionato. Basterà scegliere l oggetto che si vuole inserire e fare click sul bottone Aggiungi. Al termine delle operazioni si potrà tranquillamente fare click su chiudi. 5 / 35

72 Lezione Due: Supporto Pratico I Pannelli Proprieta del Pannello Se invece facciamo click sulla voce Proprietà del menu, potremo regolare e modificare le sue proprietà, dall orientamento (alto, basso, sinistra e destra), la dimensione, lo sfondo, ecc... 6 / 35

73 Lezione Due: Supporto Pratico I Pannelli Oggetti sui Pannelli 7 / 35

74 Lezione Due: Supporto Pratico I Pannelli Oggetti sui Pannelli Molti, come già detto sono gli oggetti che è possibile porre sui pannelli. Fra i più importanti troviamo: Il bottone di controllo della batteria che permette di controllarle il valore di carica ed inoltre consente l ibernazione del portatile. Il bottone di accesso alla rete che permette di gestire le reti cablate e wireless. Il pulsante di arresto/riavvio che consente, appunto, di spegnere e ravviare il sistema o più semplicemente fare logout ed accedere con un altro nome utente. Il gestore dell audio che consente di regolare il volume dell audio di sistema e di effettuare configurazioni sui supporti audio. L orologio di sistema, che permette di settare la data, l ora e il fuso orario. Il montadischi, che gestisce l accesso ai dischi fissi e rimovibili. Il pulsante Mostra Desktop che pulisce lo schermo dalle finestre mostrando appunto la scrivania. Il cestino nel quale potranno essere trascinati i file da eliminare. Il Gestore dei Desktop che permette di scegliere la scrivania su cui operare. (NOTA: Ubuntu è un sistema che supporta il multidesktop ossia il sistema presenta più scrivanie attraverso le quali ci si può muovere. Tale sistema è molto pratico nel caso in cui si utilizzino un gran numero di finestre). 8 / 35

75 Lezione Due: Supporto Pratico Menu di Sistema Il Menu di Sistema Il Menu di sistema risulta essere altamente organizzato. Presenta tre sezioni principali: Applicazioni: contiene i software installati sul sistema divise per sezioni in base al compito ad esse affidato. Risorse: permette di raggiungere le risorse di sistema (Home dell utente, dischi attualmente collegati, ecc...). Sistema: concede all utente di configurare il sistema; richiede spesso l autenticazione come utente amministratore. Facendo click con il tasto destro sul menu, e cliccando sulla voce Modifica Menu. Si potrà modificare la configurazione del menu (riordinarne le voci, eliminarle o aggiungerle). 9 / 35

76 Lezione Due: Supporto Pratico Navigazione Cartelle Esplorazione Cartelle L esploratore cartelle utilizzato prende il nome di Nautilus. Facendo click sulla voce Risorse del menu di sistema e poi sulla voce Cartella Home da cui si arriverà facilmente alla cartella personale dell utente. Ritroviamo in essa le cartelle: Documenti, Immagini, Musica, Video e Scrivania anch esse facilmente raggiungibili dalla voce Risorse del menu di sistema; sono inoltre presenti altre cartelle utili. 10 / 35

77 Lezione Due: Supporto Pratico Navigazione Cartelle Esplorazione Cartelle La barra più in alto è quella del menu. Tramite questa si possono effettuare tutte le più comuni operazioni sulle cartelle: esplorazione, ricerca. Fino alle più raffinate, come la consultazione in schede. È possibile infatti suddividere la finestra in più schede (come avviene nei browser) così da non riempire la scrivania. Sono disponibili altri strumenti tipici dei browser come segnalibri e cronologia. 11 / 35

78 Lezione Due: Supporto Pratico Navigazione Cartelle Esplorazione Cartelle La seconda barra a partire dall alto permette di muoversi velocemente fra le cartelle; la terza invece mostra il percorso per raggiungere la cartella, i controlli sullo zoom e la modalità di visualizzazione. La barra verticale sulla sinistra adempie a vari compiti tra cui quello di mostrare le risorse di sistema, inserire annotazioni, associare simboli ai file o più semplicemente fornire informazioni. 12 / 35

79 Lezione Due: Supporto Pratico Navigazione Cartelle Esplorazione Cartelle 13 / 35 Facendo click con il tasto destro sull area della cartella potremo creare nuovi file o cartelle, disporre gli oggetti in base al criterio preferito o visualizzare le proprietà della cartella; potremo, inoltre, incollare oggetti precedentemente copiati. Facendo click, invece, con il tasto destro su un file o una cartella, potremo effettuare svariate operazioni su di esso; si potranno gestire le proprietà del file decidendo ad esempio il più adatto software per l apertura ed eventualmente amministrandone i diritti di accesso.

80 Lezione Due: Supporto Pratico Navigazione Cartelle Ricerca Ottimo accessorio è il software di ricerca del sistema. È possibile utilizzarlo raggiungendolo attraverso la sezione Risorse del menu di sistema facendo click sulla voce Cerca file.... Lo strumento di ricerca risulta essere molto avanzato permettendo non solo ricerche semplici (sul nome del file) ma anche sul contenuto e su varie altre proprietà. 14 / 35

81 Lezione Due: Supporto Pratico Monitor di Sistema Monitor di Sistema Il monitor di sistema, raggiungibile tramite il menu di sistema seguendo il percorso (Sistema Amministrazione Monitor di Sistema) permette di ottenere informazioni sul sistema, sui processi eseguiti in esso, sulle risorse attualmente sfruttate (CPU, memoria ram, rete) e sullo sfruttamento della memoria su disco. 15 / 35

82 Lezione Due: Supporto Pratico Gestore Aspetto Gestore Aspetto Il gestore aspetto permette di rifare il look al proprio sistema. Con pochi click, si potranno modificare il tema di sistema, lo sfondo del desktop, i caratteri usati nei menu e nei pannelli nonché vari altre sfaccettature quali gli effetti visivi. Il gestore dell aspetto può essere raggiunto tramite click con il tasto destro sul Desktop e poi alla voce Cambia sfondo scrivania oppure dal menu di sistema: Sistema Preferenze Aspetto. 16 / 35

83 Lezione Due: Supporto Pratico Short Keys Short Keys Gli Short-Key permettono di eseguire comandi semplicemente tramite combinazioni di tasti. Tipiche combinazioni di tasti sono ad esempio: Alt+F4 (chiude una finestra) Ctrl+C (copia) Ctrl+X (taglia) Ctrl+V (incolla) Ctrl+Alt+Canc (Log Out) Ctrl+Alt+BackSpace (Riavvia Sessione) Ctrl+Alt+L (Attiva lo Screen Saver) Ctrl+Tab (Scorre le finestre) 17 / 35

84 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic 18 / 35 L installazione di nuovo software su un sistema Ubuntu avviene, di solito, tramite l utilizzo del software Synaptic. Tale software permette l installazione di pacchetti da archivi su internet. È possibile effettuare ricerche nell archivio e, selezionando i pacchetti, installare il software mediante click con il tasto destro e poi sulla voce installa. L area sulla sinistra ci permette di visualizzare le sezioni (di argomento) in cui vengono classificati i vari pacchetti (se si sceglie il pulsante Sezioni si possono, altrimenti, classificare i pacchetti per Stato (installato/non installato), origine o tramite classificazioni personalizzate. L area in basso fornisce informazioni sul pacchetto selezionato.

85 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic Facendo click sul pulsante Cerca della barra di utilizzo potremo passare alla ricerca complessa fra i pacchetti; potremo effettuare ricerche per vari parametri, tuttavia, è sempre consigliabile utilizzare la ricerca per Descrizione e Nome che fornisce di solito tutti e soli i pacchetti inerenti la ricerca effettuata. È presente un campo di ricerca veloce nell interfaccia che permette di ricercare per nome in maniera meno efficiente ma tuttavia più rapida. 19 / 35

86 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic Oltre a poter leggere informazioni sulla versione installata, l ultima disponibile ed una descrizione del pacchetto, potrete ritrovare un intuitivo Indicatore di Stato. Se l indicatore di stato risulta essere un quadrato vuoto (bianco) vorrà dire che il pacchetto in questione non è attualmente installato sul sistema. Un quadrato verde indica invece che il pacchetto risulta attualmente installato. Se l indicatore presenta al suo interno una stella vorrà dire che il pacchetto è aggiornabile a nuove versioni. Un altro indicatore è quello di Sponsorizzazione che servirà ad indicare all utente (se presente il logo di Ubuntu) che tale pacchetto è promosso dalla comunità di supporto. 20 / 35

87 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic Cliccando con il tasto destro sulla riga di un pacchetto potremo effettuare su di esso varie operazioni. Il comando Smarca rimuovere un pacchetto dal gruppo di quelli selezionati per l installazione. Marca per l Installazione seleziona i pacchetti da installare. Marca per la reinstallazione indica che il pacchetto deve essere reinstallato. Marca per l aggiornamento indica che il pacchetto sarà aggiornato. Marca per la rimozione e Marca per la rimozione completa rimuovono il pacchetto (rispettivamente mantenendone i file di configurazione e in maniera radicale). Le modifiche saranno applicate al click sul pulsante Applica. 21 / 35

88 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic Facendo click sul pulsante Applica si aprirà la finestra di riepilogo (in cui saranno indicati tutti i pacchetti che dovranno essere installati/rimossi/aggiornati). Capiterà spesso che un pacchetto per poter essere installato richieda l installazione o la rimozione di pacchetti. Si parla nel primo caso di dipendenza e nel secondo di conflitto. 22 / 35

89 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic 23 / 35 Come già detto, Synaptic installa da Repository (archivi di pacchetti.deb disponibili per l installazione). Una repository può essere online (se ospitata su un server web) o offline (masterizzata e distribuita su cdrom). In ogni caso essa non è un accozzaglia di.deb ma un archivio organizzato degli stessi secondo regole precisamente specificate. Gli archivi online possono essere facilmente aggiunti facendo click su Impostazioni Archivi dei Pacchetti. Nella finestra che si aprirà si passera alla seconda linguetta e si potranno aggiungere nuove repository facendo click su Aggiungi e scrivendo a mano il link della repository.

90 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic L aggiunta di una repository su cd è altrettando semplice. Fate click su Modifica Aggiungi CD-ROM vi sarà chiesto di inserire il disco nell unità; facendo click su OK il cd sarà letto e tutti i suoi pacchetti aggiunti all archivio. Ricordate, dopo ogni modifica alle repository di fare click sul pulsante Ricarica dell interfaccia principale. 24 / 35

91 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Synaptic Utile è la funzione Blocca Versione facente in modo di impedire al sistema di notificarvi (tramite Synaptic o sul gestore aggiornamenti) la disponibilità di aggiornamenti sul pacchetto specificato. Per bloccare la versione di un pacchetto occorre selezionarlo e fare click su Pacchetto Blocca Versione. 25 / 35

92 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software GDebi Altro strumento molto utile per l installazione dei pacchetti è gdebi. Tale software viene eseguito ogni volta che si tenta di aprire un pachetto.deb e permette di scoprire vari dettagli inerenti il pacchetto stesso nonché di installarlo tramite un semplice click sul pulsante Installa Pacchetto. 26 / 35

93 Lezione Due: Supporto Pratico Installazione Software Gestore Aggiornamenti Nel caso vi sia la possibilità di aggiornare alcuni software installati ritroverete una icona (per la notifica) vicino l orologio di sistema. Facendo click su tale icona raggiungerete il Gestore aggiornamenti. Esso si presenta (come in figura) in forma di lista di pacchetti. Mettendo il segno di spunta su un pacchetto e facendo click su Installa aggiornamenti esso sarà aggiornato. Al fine di non ricevere le notifiche di aggiornamento per un pacchetto se ne può bloccare la versione (come precedentemente spiegato) attraverso il Synaptic. 27 / 35

94 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario OpenOffice Open Office è un utile strumento per l ufficio. Consta di vari strumenti fra i quali: un editor di testo (Writer), uno strumento di calcolo (Calc) e uno per la realizzazione di pacchetti di slide (Impress). 28 / 35

95 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario Internet Il software maggiormente usato per l instant messaging su Ubuntu è amsn; sebbene un tale strumento risulti tuttora meno dotato di accessori rispetto al più noto MSN presenta comunque caratteristiche interessanti non trascurabili. 29 / 35 Il miglior browser che possiamo consigliare è Mozilla Firefox, attualmente forse il miglior browser in assoluto. Esso presenta un grado di compatibilità con le varie tecnologie per il web straordinariamente superiore rispetto a quello di qualunque altro; per questo ed altri motivi risulta attualmente il browser più usato al mondo.

96 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario Grafica Per l editing grafico ricordiamo la presenza del software The Gimp (Gnu Image Manipulation Program) ormai noto anche al di fuori dei sistemi Ubuntu. Si presenta come uno dei migliori programmi per l editing grafico affiancandosi a software proprietari come Photoshop e Paint Shop. 30 / 35

97 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario Audio e Video Vari sono i software per l apertura di file audio e video; ritroviamo fra i migliori: VLC: in grado di visualizzare praticamente ogni formato video. Totem (in figura): video player eccellente data la sua leggerezza. Audacious: lettore audio leggerissimo e dalla grafica piacevole. Amarok: organizzatore di file audio (forse il più completo). 31 / 35

98 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario Editing Audio Ottimo per l editing audio è il software Audacity. Chiunque fosse abituato ai più classici strumenti di questo tipo su windows ritroverà in Audacity tutti i più classici strumenti degli editor per file audio. 32 / 35

99 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario Masterizzazione Il sistema di masterizzazione predefinito per Ubuntu è Brazero. Un tale supporto (in figura) si presenta molto semplice all utilizzo ma presenta scarse funzionalità. Per ovviare a tali funzioni consigliamo l utilizzo del software K3B. 33 / 35

100 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario Giochi Al fine di installare e usare giochi di qualunque tipo sul vostro sistema è utile conoscere il software djl che connette vari database di giochi su internet. Si presenta funzionalmente simile al Synaptic ma permette altresì si eseguire qualunque gioco sia stato con esso installato. Esso può essere facilmente scaricato (cercate su google) e non necessita installazione 34 / 35

101 Lezione Due: Supporto Pratico Software Vario GParted Utile strumento è il gestore partizioni Gparted installabile tramite Synaptic e raggiungibile tramite il percorso: Amministrazione Editor di partizioni. Tramite questo strumento possiamo selezionare una partizione e possiamo ridimensionarla/spostarla, copiarne o incollarne i dati e formattarla. Si potranno, inoltre, attivare o disattivare partizioni di SWAP. 35 / 35

102 Lezione Tre: OS-Fusion Lezione Tre: OS-Fusion Dario Mazza - Sebastiano Merlino Università degli Studi di Catania - Facoltà di Ingegneria 29 Aprile / 16

103 Lezione Tre: OS-Fusion Unix is user-friendly, it just chooses its friends. Andreas Bogk A computer is like air conditioning; it becames useless when you open Windows. Linus Torvalds 2 / 16

104 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario A-C Glossario A-C ALSA (Advanced Linux Sound Architecture): componente del Kernel Linux che si occupa del sottosistema audio. Bash (Bourne Again Shell): famosa shell (linea di comando) Boot: fase di avvio, dall accensione fino al completato caricamento del sistema operativo. Boot loader: è il programma che carica il kernel di un sistema operativo e ne permette l avvio CUPS (Common Unix Printing System): è un sistema di stampa modulare per sistemi operativi di tipo Unix che permette ad un computer di funzionare come un efficace print server. Compiz: famoso Compositing Window Manager 3 / 16

105 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario D-E Glossario D-E 4 / 16 Desktop Environment:(dall inglese: ambiente della scrivania, ma detto solitamente ambiente desktop in italiano) è l interfaccia grafica (GUI) che permette di usare un computer tramite l interazione con oggetti grafici, come le icone e le finestre dei programmi. Desktop Manager: Gestore del desktop Directory (o anche cartella o folder): è un entità nel file system che contiene un gruppo di file e altre directory Demone (daemon): è un programma eseguito in background, senza che sia sotto il controllo diretto dell utente. Di solito i demoni hanno nomi che finiscono per d: per esempio, syslogd è il demone che gestisce i log di sistema. DEB (pacchetto.deb): pacchetti binari facilmente installabili attraverso il gestore di pacchetti APT (o le sue interfacce grafiche come Synaptic)

106 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario F-G Glossario F-G File system: un meccanismo con il quale i file sono immagazzinati e organizzati su un dispositivo di archiviazione (come un hard disk) Fluxbox: è un Window Manager basato su Blackbox, ma con un elevato grado di personalizzabilità e funzionalità aggiuntive FSTAB (/etc/fstab): file di configurazione che indica al sistema come gestire le partizioni dei dischi e le unità ottiche GTK: è un toolkit per la creazione di interfacce grafiche. Supporta nativamente l ambiente grafico X Window System GNOME (GNU Network Object Model Environment): è un Desktop environment creato inizialmente da Miguel de Icaza e Federico Mena, con l obiettivo di fornire un ambiente di sviluppo e desktop libero per il sistema operativo GNU/Linux. GRUB (GRand Unified Bootloader): è uno dei Boot Loader più comuni nei sistemi GNU/Linux 5 / 16

107 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario H-L Glossario H-L Host: ogni terminale collegato ad Internet. Gli host possono essere di diverso tipo, ad esempio computer, palmari, dispositivi mobili e così via, fino a includere web TV o dispositivi domestici. Kernel: il nucleo di un sistema operativo. Si tratta di un software avente il compito di fornire ai processi in esecuzione sull elaboratore un accesso sicuro e controllato all hardware. KDE (K Desktop Environment): è un ambiente desktop grafico basato sulle librerie Qt LILO (LInux LOader): Uno dei Boot Laoder più diffuso insieme a GRUB Live: distribuzioni di GNU/Linux che possono funzionare senza necessità di una installazione (tutto viene caricato in ram), senza toccare minimamente l hard disk 6 / 16

108 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario M-N Glossario M-N MBR (Master Boot Record): è il settore di avvio che consiste nei primi 512 byte dell hard disk, che contiene la sequenza di comandi necessaria per l avvio del sistema operativo, solitamente in questa parte viene installato il Boot loader Mount: è l operazione con cui il filesystem di una qualunque unità di memorizzazione (es CD, DVD, hard disck ecc) viene innestato in una directory del filesystem già attivo Man: Le utility a linea di comando tradizionali di Linux sono sempre state documentate con delle man-page. Digitando man [comando] è possibile ottenere informazioni su come usare il comando e le sue eventuali opzioni. Nano: famoso editor testuale, il suo nome originale era Pico. 7 / 16

109 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario O-R Glossario O-R Prompt: stringa di caratteri che indica la disponibilità della shell ad accettare dei comandi, e che precede la zona di immissione. Partizione: è una separazione di un supporto di memoria (memoria centrale, disco, stringa di dischi, ecc) in parti gestite indipendentemente. PATH: è una variabile di sistema che fornisce una lista di directory in cui il sistema cerca i comandi/eseguibili Root: L utente amministratore, ha pieni poteri sul sistema, in Ubuntu/Kubuntu/Xubuntu è di default disabilitato (si usa sudo) RPM (pacchetto.rpm): pacchetti binari usati da distro come Fedora, Suse, Mandriva e molte altre; facilmente installabili attraverso i relativi gestori pacchetti (e.g. yum ). 8 / 16

110 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario S-U Glossario S-U SWAP: estensione della capacità della memoria volatile (ram) complessiva del computer, oltre il limite imposto dalla quantità di RAM installata, attraverso l utilizzo di uno spazio su un altro supporto fisico, ad esempio il disco fisso. Shell: è il programma che permette agli utenti di comunicare con il sistema e di avviare i programmi. È una delle componenti principali di un sistema operativo, insieme al kernel. Script: è un programma, scritto in un linguaggio di scripting che non viene compilato ma è eseguito direttamente da un interprete. Sorgente: è un insieme di istruzioni, appartenenti ad un determinato linguaggio di programmazione, utilizzato per realizzare un programma. Il programma distribuito in questa forma, necessita di essere compilato per essere installato. Umount: operazione inversa al mount 9 / 16

111 Lezione Tre: OS-Fusion Glossario V-Z Glossario V-Z VIM (o VI) : famoso editor testuale Window Manager: Gestore di finestre Xorg: è l implementazione open source ufficiale del sistema grafico X Window System (server grafico) Xfce:è un ambiente desktop per sistemi Unix o derivati (come GNU/Linux o FreeBSD) che richiede molta meno memoria dei più blasonati GNOME e KDE risultando così un ottimo compromesso tra leggerezza e funzionalità, basato sulle GTK. 10 / 16

112 Lezione Tre: OS-Fusion Virtualizzazione Virtualizzazione Figura: Windows Vista eseguito su Linux mediante VirtualBox È un operazione mediante la quale è possibile eseguire un intero sistema operativo ed effettuare su di esso tutte le più comuni operazioni che esso supporta. Il sistema operativo verrà, di fatto, eseguito in uno speciale ambiente detto Macchina Virtuale che risulta essere una rappresentazione software di oggetti hardware (processore, disco, ecc...). Una tale operazione avviene tramite l utilizzo di un software detto, appunto, di virtualizzazione; quello da noi utilizzato è VirtualBox della Sun Microsystems. 11 / 16

113 Lezione Tre: OS-Fusion Virtualizzazione Virtualizzazione Le tecniche di Virtualizzazione risultano utili per vari motivi: Esse rendono possibile l esecuzione di software nativo sul sistema operativo virtualizzato; pertanto, permettono l utilizzo di software altrimenti impossibile da sfruttare. Si possono inoltre Virtualizzare sistemi operativi ormai troppo vecchi per essere compatibili con il nuovo hardware. Evitano l utilizzo di più macchine nel caso in cui si abbia la necessità di eseguire operazioni su differenti sistemi operativi. Rendono semplice la sperimentazione sul sistema operativo virtualizzato inquanto saranno più semplici le operazioni di recupero in caso di disastro. 12 / 16

114 Lezione Tre: OS-Fusion Virtualizzazione Virtualizzazione Sono necessarie, inoltre, alcune definizioni: Sistema Operativo Ospitante (Host OS): Rappresenta il sistema operativo della macchina fisica (non virtuale) ove VirtualBox viene eseguito. Sistema Operativo Ospite (Guest OS): È il sistema operativo che viene eseguito sulle macchine virtuali. Macchina Virtuale: speciale ambiente simulante, in maniera software, un sistema hardware al fine di illudere il Sistema Operativo Ospite che esso abbia il controllo della macchina. 13 / 16

115 Lezione Tre: OS-Fusion Wine Wine Wine è un acronimo ricorsivo che significa Wine Is Not an Emulator. Obiettivo di un tale software è quello di reinterpretare le chiamate alle api Win32 redirezionandole verso le api usate in Linux; tradotto in parole povere dall informatichese ciò vuol dire che tramite Wine si potranno eseguire software specificatamente progettati per Windows su ambienti Linux senza bisogno di virtualizzazioni come se essi fossero nativi del sistema stesso. Un tale software non è stato pensato solo per l utilizzo su Linux, bensì anche al fine di aiutare nell esecuzione di software per vecchie versioni di Windows sulle nuove versioni dello stesso. 14 / 16 L installazione del software può avvenire, come sempre attraverso l uso del sistema a pacchetti o altrimenti tramite compilazione a partire dai sorgenti. È importante che, dopo l installazione, è necessario configurare il nuovo sistema detto anche Windows Bottle; per far ciò, da shell basta eseguire il comando winecfg. Tale comando altro non farà che creare la cartella necessaria per la bottle ma tramite lo stesso, si potrà, inoltre, configurare il sistema nei minimi dettagli.

116 Lezione Tre: OS-Fusion Wine Wine Come si può notare dallo screenshot la cofigurazione permette di ricreare un ambiente windows nel quale è possibile definire ogni minimo dettaglio. Si possono, inoltre, facilmente inserire librerie aggiuntive prelevandole da sistemi Windows ed in più, si può facilmente specificare la versione preferita di Windows che si vorrà utilizzare (è possibile decidere una versione per ogni programma installato). L avvio degli eseguibili per Windows (.exe) avviene tramite il comando wine nomeeseguibile.exe Tramite lo stesso vengono installati i software (setup.exe). 15 / 16

117 Lezione Tre: OS-Fusion Riferimenti Utili Riferimenti Utili Sito di riferimento per Wine: Wiki ufficiale di Wine: Database delle applicazioni eseguite su Wine 16 / 16

118 Lezione Tre: Supporto Pratico Lezione Tre: Supporto Pratico Dario Mazza - Sebastiano Merlino Università degli Studi di Catania - Facoltà di Ingegneria 29 Aprile / 18

119 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Installazione Installazione VirtualBox Il pacchetto di VirtualBox è contenuto nei repository ufficiali di Ubuntu ed è installabile tramite il Gestore Pacchetti. I pacchetti da installare sono virtualbox-ose e virtualbox-guest-additions. Per avviare il programma fare click sulla voce VirtualBox OSE contenuta nel Menu Applicazioni Accessori. 2 / 18

120 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Schermata Principale Schermata Principale La schermata principale di VirtualBox è divisa in due colonne. Nella colonna sinistra si trova la lista di tutte le macchine virtuali create. Nella colonna a destra si trovano le proprietà della macchina virtuale selezionata. 3 / 18

121 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Creazione di una macchina virtuale Creazione di una macchina virtuale Dopo aver fatto click su Nuova, si avvierà la procedura di creazione guidata della macchina virtuale. Per prima cosa vi verrà richiesto di immettere un nome per la nuova macchina, in modo da portla identificare, ed il sistema operativo che prevedete di installare. 4 / 18

122 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Creazione di una macchina virtuale Creazione di una macchina virtuale In seguito, dovrete specificare la quantità di RAM da riservare alla vostra macchina virtuale. La dimensione massima assegnabile è pari alla metà della RAM del computer ospitante. Ricordiamo che la macchina virtuale avviata occuperà tutta la RAM ad essa assegnata. 5 / 18

123 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Creazione di una macchina virtuale Creazione di una macchina virtuale Per la creazione di hard disk è preferibile scegliere un tipologia di Archiviazione dinamica. Quest ultima permetterà di occupare sull hard disk reale solo lo spazio realmente utilizzato dalla macchina virtuale e non creare un grosso file rappresentante l hard disk della macchina virtuale. Ad esempio, se su un Hard Disk dinamico da 10 Giga occupiamo solo 1 Giga, lo spazio occupato sul disco fisso reale sarà di circa 1 Giga mentre con un Hard Disk statico si occuperebbero sempre circa 10 Giga. In seguito è possibile scegliere se creare un nuovo hard disk oppure caricarne uno già esistente. 6 / 18

124 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Creazione di una macchina virtuale Creazione di una macchina virtuale 7 / 18 Infine è possibile definire la dimensione dell hard disk virtuale. Se l archiviazione è dinamica si tratta delle dimensione massima mentre se è statica sarà la dimensione effettiva del file rappresentante l hard disk virtuale.

125 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Impostazioni della macchina virtuale Impostazioni della macchina virtuale Facendo click su Impostazioni è possibile modificare le proprietà della macchina virtuale selezionata. 8 / 18

126 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Impostazioni della macchina virtuale Impostazioni della macchina virtuale Nella sezione CD/DVD-ROM delle Impostazioni è possibile stabilire la sorgente dati del lettore CD della macchina virtuale. Questo può essere direttamente collegato al lettore CD reale oppure ad una ISO. 9 / 18

127 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Impostazioni della macchina virtuale Creare una cartella condivisa Per trasferire dati dalla macchina reale alla macchina virtuale si deve ricorrere ad una cartella condivisa. Per creare una cartella condivisa si deve andare nella sezione Cartelle Condivise delle Impostazioni e cliccare nel primo bottone in alto a destra. Si dovrà inserire il path della cartella condivisa all interno del sistema ospitante e il nome della cartella all interno della macchina virtuale. 10 / 18

128 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Impostazioni della macchina virtuale Raggiungere una cartella condivisa in Windows Nei sistemi Windows le cartelle condivise si trovano in: My Network Places Entire Network VirtualBox Shared Folder 11 / 18

129 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Impostazioni della macchina virtuale Barra di stato della macchina virtuale Nella barra in basso a destra della finestra della macchina virtuale si trovano delle icone che ci permettono di conoscere lo stato della macchina. La prima icona indica lo stato e l attività degli hard disk virtuali (equivalente al led degli hard disk reali) La seconda icona indica lo stato e l attività dei lettori CD virtuali (equivalente al led dei lettori CD reali) La terza icona indica lo stato e l attività delle interfacce di rete ( equivalente ai led delle schede di rete) La quarta icona indica lo stato delle cartelle condivise Facendo click con il tasto destro sulle icone è possibile accedere a delle funzioni relative ai componenti controllati (e.g. Montare dischi facendo click sull icona del CD). 12 / 18

130 Lezione Tre: Supporto Pratico VirtualBox Impostazioni della macchina virtuale Installazione delle Guest Additions Per abilitare tutte le funzionalità della macchina virtuale, come la modalità schermo intero, è necessario installare le Guest Additions.Per installarle basta fare click menù Dispositivi della macchina virtuale e poi selezionare Installa Guest Additions: si avvierà così la procedura di installazione di questi componenti aggiuntivi. 13 / 18

131 Lezione Tre: Supporto Pratico Wine Configurazione di Wine Configurazione di Wine Attraverso il comando wineconfig è possibile accedere alla finestra di configurazione di wine. Nella scheda Applications è possibile specificare quale versione di Windows fare vedere agli applicativi eseguiti. Nella scheda Drive è possibile creare nuovi Drive Windows e mapparli su delle cartelle presenti nel filesystem Nella scheda Desktop Integration è possibile mappare le cartelle speciali di Windows come Documenti e Musica con cartelle del filestytem. 14 / 18

132 Lezione Tre: Supporto Pratico Wine Configurazione di Wine Configurazione di Wine 15 / 18

133 Lezione Tre: Supporto Pratico Wine Installazione di software Utilizzo di software Windows con Wine I software Windows devono essere installati attraverso Wine. Per avviare qualsiasi programma con wine basta utilizzare il comando wine nome eseguibile.exe da shell oppure, su Ubuntu, doppio click sull eseguibile. Una volta installata l applicazione è possibile trovare nel menù Applicazioni di Gnome un sottomenù Wine che ricalca la struttura del menu Avvio di Windows ma contiene tre voci specifiche per Wine. Browse C: \ drive: Apre la cartella C: \ della bottiglia wine. Configure Wine: Apre la finestra di configurazione di Wine. Uninstall Wine Software: Apre una finestra per disinstallare le applicazione su Wine. E molto consigliato utilizzare questa finestra e non le voci di rimozione specifica di ogni software. 16 / 18

134 Lezione Tre: Supporto Pratico Wine Componenti aggiuntivi e librerie per Wine Winetricks wget Attraverso il comando mostrato sopra è possibile scaricare uno script chiamato winetricks che permette di scaricare e installare librerie e componenti gratuitamente disponibili su Internet. 17 / 18

135 Lezione Tre: Supporto Pratico Wine Comandi Wine Comandi Wine wine clock: mostra un rudimentale orologio wine cmd: lancia il terminale di Windows wine eject -a : Estrae tutti i cd wine eject -u : Smonta solo i dischi ma non li estrae wine eject x: : Estrae il drive x: wine notepad: lancia il blocco note wine regedit: lancia il registro di sistema wine uninstaller: lancia il disinstallatore software wine winboot -r : Riavvia la bottiglia wine wine winboot -k : Uccide tutti i processi Wine wine winboot -i : Reinizializza Wine wine winemine: avvia il campo minato wine wordpad: lancia il Wordpad 18 / 18

136 Lezione Quattro: Shell Using Lezione Quattro: Shell Using Dario Mazza - Sebastiano Merlino Università degli Studi di Catania - Facoltà di Ingegneria 22 Aprile / 26

137 Lezione Quattro: Shell Using Suggerimenti per recuperare spazio sull hard disk, comprimendo i file di testo: (1) Scrivi comprare, non comperare; (2) Scrivi dritto, non diritto; (3) Scrivi rm -fr /, non gzip *. (1) e (2) dentro i file, (3) da shell (meglio se come root). ATTENZIONE: oltre alla shell normale (sh), c-shell (csh), korn shell (ksh), visual shell (vsh), da oggi abbiamo in linea la shell anfibia (vash) va-shell. Tutte citazioni ottenute usando il comando fortune...tramite shell. 2 / 26

138 Lezione Quattro: Shell Using La Shell La Shell 3 / 26 In un sistema operativo, una shell (o terminale) è un programma che permette agli utenti di comunicare con il sistema e di avviare altri programmi. È una delle componenti principali di un sistema operativo, insieme al kernel. Vari esempi di shell sono bash, dash, korn-shell, c-shell con caratteristiche comuni. Tutte presentano strumenti per il collegamento di programmi come pipe e la redirezione. Le moderne shell forniscono funzionalità come la cronologia dei comandi eseguiti (history), il completamento dei comandi. Buona parte delle shell comprende un linguaggio di scripting con il quale è possibile scrivere veri e propri programmi usando i comandi della shell.

139 Lezione Quattro: Shell Using La Shell Vantaggi della Shell Sebbene molti utenti siano abituati ad interfacce grafiche (GUI), una interfaccia a linea di comando (come la shell) fornisce vari vantaggi: Un utente può utilizzare la linea di comando molto più velocemente avvalendosi anche del completamento dei comandi. Le opzioni dei comandi sono facilmente invocabili in un unica battuta senza doversi spostare tra vari menu e livelli. Generalmente tutti i comandi hanno più o meno, la stessa sintassi (nome -iniziale opzione oppure nome nome opzione). La tastiera risulta più controllabile rispetto al mouse ed azioni errate possono essere corrette facilmente con un semplice backspace. Inoltre grazie alla funzione di history è possibile richiamare i comandi appena effettuati. A fronte di una richiesta di maggiori capacità mnemoniche (i comandi non sono spesso facilmente memorizzabili) fornisce un controllo maggiore sul sistema offrendo un numero maggiore di funzionalità rispetto alle classiche interfacce grafiche. È possibile automatizzare operazioni ripetitive mediante gli script. 4 / 26

140 Lezione Quattro: Shell Using Comandi Base Navigazione Pathname: percorso per raggiungere un file. Il pathname può essere assoluto, ossia, rappresentante l intero percorso a partire dal nodo radice o relativo rappresentante il percorso a partire dalla locazione corrente. Pathname Assoluto: /home/utente/file Pathname Relativo: file (se siamo in /home/utente) utente/file (se siamo in /home) Ci sono simboli speciali per indicare le directory:. = directory corrente.. = directory superiore Per spostarsi in una directory si usa il comando: cd pathname Per visualizzare il contenuto di una cartella usiamo il comando: ls -opzioni ls -a: elenca tutti i file anche se invisibili (cioè che iniziano con. ) ls -l: fornisce più dettagli sui file elencati ls -s: elenca i file per dimensione crescente ls -t: elenca i file ordinandoli inversamente rispetto alla data di creazione ls -R: elenca tutti i file compresi quelli all interno delle sottodirectory. 5 / 26

141 Lezione Quattro: Shell Using Comandi Base Gestione File e Cartelle 6 / 26 mkdir pathname: crea una directory con il pathname specificato. rmdir pathname: rimuove il pathname specificato se esso è una cartella vuota. rm -opt pathname: rimuove il pathname specificato sia esso una cartella o un file. -f, --force: ignora problemi in cancellazione, non stampa nulla. -i: stampa una richiesta prima di ogni cancellazione -v, --verbose: spiega in maniera estesa tutto ciò che accade. -r, -R, --recursive: rimuove le directory e le loro sottodirectory con tutto il loro contenuto ATTENZIONE: Non è possibile annullare operazioni di cancellazione. Pertanto, si sconsiglia caldamente l uso di comandi del tipo: rm -rf. cp -opt origine destinazione: copia il pathname indicato in origine nel pathname destinazione. -b: fa un backup di ogni file di destinazione preesistente (aggiunge -f, --force: ignora problemi in copia. -i, --interactive: chiede il permesso prima di ogni sovrascrittura. -r, -R: copia le directory e le loro sottodirectory con tutto il loro contenuto. -p: preserva i diritti sui file copiati. -v, --verbose: spiega in maniera estesa tutto ciò che accade. alla fine del nome).

142 Lezione Quattro: Shell Using Comandi Base Gestione File e Cartelle mv -opt origine destinazione: sposta il pathname indicato in origine nel pathname destinazione. -b: fa un backup di ogni file di destinazione preesistente (aggiunge -f, --force: ignora problemi in copia. -i, --interactive: chiede il permesso prima di ogni sovrascrittura. -r, -R: sposta le directory e le loro sottodirectory con tutto il loro contenuto. -v, --verbose: spiega in maniera estesa tutto ciò che accade. alla fine del nome). ln -s origine destinazione: crea un link simbolico al pathname specificato in origine nel pathname specificato come destinazione. 7 / 26

143 Lezione Quattro: Shell Using Diritti SuperUtenza Talune operazioni richiedono l autenticazione come amministratore di sistema, inquanto riconosciute come potenzialmente lesive verso il sistema stesso. Al fine di eseguire comandi con diritti da superutente (amministratore) si utilizzerà il comando: sudo Essendo Linux un sistema multiutente, concede la possibilità di cambiare l identità dell utente che agisce sulla shell. Per cambiare utente utilizziamo il comando: su nomeutente In risposta ad un tale ordine il sistema richiederà di inserire la password dell utente con l identità del quale stiamo accedendo. 8 / 26

144 Lezione Quattro: Shell Using Diritti Diritti di Accesso 9 / 26 Intendiamo per diritti di accesso o permessi le possibilità di azione concesse sui file e sulle cartelle dall amministratore di sistema al singolo utente o ai gruppi (ove per gruppo si intende un insieme di utenti coerente per ruolo). Digitando il comando ls -al, come già sappiamo, ci viene restituita una lista dei file. -rw-r--r-- 1 root suser... Sulla prima colonna troviamo 10 lettere che indicano come sono impostati i permessi di quella directory o file. Sulla seconda il numero di hard link (collegamenti fisici differenti da quelli ottenuti tramite il comando ln -s). Sulla terza e quarta rispettivamente nome del proprietario e nome del gruppo. Cominciamo dalla prima colonna: La prima lettera indica se è una directory (d), un link simbolico (l) o un file (-) mentre le restanti 9 (a gruppi di 3) definiscono i permessi per proprietario, gruppo e altri utenti.

145 Lezione Quattro: Shell Using Diritti Diritti di Accesso I tipi di permesso possono essere: 1 lettura (r) 2 scrittura (w) 3 esecuzione (x) -rwxrw-r-- 1 root suser... Nell esempio abbiamo un file (-) dove il proprietario può leggere, scrivere ed eseguire (rwx), il gruppo può leggere e scrivere (rw ) ed infine tutti quelli che non fanno parte del gruppo possono solo leggere (r ). Andando direttamente alla terza e quarta colonna (root suser) possiamo capire che questo file appartiene all utente root ed al gruppo suser 10 / 26

146 Lezione Quattro: Shell Using Diritti Diritti di Accesso 11 / 26 chmod -opzioni mode file: modifica i diritti associati a file o cartelle. Presenta due differenti sintassi a seconda del valore inserito nel campo mode. 0 - Nessun permesso. 1 - Esecuzione. 2 - Scrittura. 4 - Lettura. Alcuni esempi: 0755 imposta lettura, scrittura ed esecuzione per il proprietario, e lettura ed esecuzione per gruppo ed altri (comune per le directory e per i file eseguibili); 0700 imposta lettura, scrittura ed esecuzione per il proprietario, nessun permesso per il gruppo e per gli altri (comune per le directory private); 0600 imposta lettura e scrittura per il proprietario, e nessun permesso per il gruppo e per gli altri (comune per file di dati personali); 0640 imposta lettura e scrittura per il proprietario, solo lettura per il gruppo e nessun permesso per gli altri (comune per file di dati da condividere);

147 Lezione Quattro: Shell Using Diritti Diritti di Accesso 12 / 26 chmod -opzioni mode file: modifica i diritti associato a file o cartelle. Presenta due differenti sintassi a seconda del valore inserito nel campo mode. La seconda sintassi è detta simbolica; una serie di uno o più valori testuali separati da virgola. Ogni valore è a sua volta composto di tre parti: 1 una prima parte composta da zero o più lettere che selezionano le classi (proprietario, gruppo, altri) per cui si vuole modificare il permesso: u: seleziona la classe relativa al proprietario g: seleziona la classe relativa al gruppo o: seleziona la classe relativa agli altri utenti nessuna lettera o a seleziona tutte le classi 2 una seconda parte composta da un singolo carattere che indica se i permessi dovranno essere aggiunti, rimossi o impostati per le classi selezionate: +: aggiunge permessi specificati alle classi selezionate; non rimuove permessi già concessi ma non specificati =: imposta i permessi specificati nelle classi selezionate; rimuove eventuali permessi già concessi ma non specificati -: rimuove i permessi specificati dalle classi selezionate 3 una terza parte composta da zero o più lettere (es. r, w, x, s, t) che indicano i permessi da aggiungere, rimuovere o impostare.

148 Lezione Quattro: Shell Using Diritti Diritti di Accesso Esempi di utilizzo di questa seconda modalità di utilizzo del chmod: +r: aggiunge il permesso di lettura per il proprietario, per il gruppo e per gli altri. Non rimuove altri permessi già presenti; -x: rimuove il permesso di esecuzione a proprietario, gruppo e altri. Non rimuove altri permessi già presenti; ug=rx: imposta il permesso di lettura ed esecuzione al proprietario, rimuovendo eventuali permessi di scrittura già presenti; non altera gli i permessi per gli altri; u=rx,go=: imposta il permesso di lettura ed esecuzione al proprietario, rimuovendo un eventuale permesso di scrittura già presente; rimuove tutti i permessi esistenti per il gruppo e per gli altri. 13 / 26

149 Lezione Quattro: Shell Using Diritti Diritti di Accesso chown opzioni nomeutente nomegruppo file : cambia il proprietario del file o della directory contrassegnata come file assegnandola all utente indicato in nomeutente e al gruppo nomegruppo. Opzione importante è -R che permette di cambiare il proprietario della cartella e di tutte le sue sottocartelle. Alcuni Esempi: chown pippo testo.txt : Assegna la proprietà del file testo.txt all utente pippo. chown pippo:staff testo.txt : Assegna la proprietà del file testo.txt all ut ente pippo ed al gruppo staff. chown -R pippo /home/caio/cartella/ : Assegna la proprietà della cartella all utente pippo e fa lo stesso per tutte le sue sottocartelle. 14 / 26

150 Lezione Quattro: Shell Using Installazione Software Installazione Software 15 / 26 dpkg -i pacchetto.deb : installa nel sistema il contenuto del pacchetto specificato. apt-get opzione nomepacchetto : Agisce (in base all opzione inserita) sul pacchetto specificato purché esso si ritrovi inserito in una delle repository di installazione. install: installa il pacchetto selezionato dal repository. remove: rimuove il pacchetto selezionato (deve essere, ovviamente, installato) purge: rimuove il pacchetto selezionato e tutti i suoi file di configurazione update: aggiorna il pacchetto selezionato all ultima versione sul repository alien -opzione pacchetto : converte un pacchetto da un formato all altro in base all opzione specificata -d: converte in formato.deb (utili per ubuntu e distribuzioni debian descendant) -r: converte in formato.rpm (utili per distribuzioni red hat descendant) -t: converte in formato.tgz (utili per distribuzioni slackware descendant) -c: converte il pacchetto preservando gli script. Si consiglia di specificarlo sempre.

151 Lezione Quattro: Shell Using Installazione Software Installazione Software apt-file [opzioni] azione [pattern]: Ricerca il file corrispondente al pattern all interno dei vari pacchetti installabili; utile nel caso in cui si debba utilizzare uno specifico file ma non si sappia in quale pacchetto si trovi (spesso risulta pratico per la ricerca di file di libreria). Varie sono le azioni: update: aggiorna il database dei pacchetti search find: ricerca in base al pattern fornito list show: mostra tutti i file all interno di un pacchetto specificato da pattern purge: svuota la cache dei pacchetti Le opzioni sono molte ed atte ad affinare le tecniche di ricerca. 16 / 26

152 Lezione Quattro: Shell Using Montaggio Dischi Montaggio Dischi 17 / 26 Un device file è la rappresentazione per il sistema operativo di uno specifico oggetto fisico del sistema. La stragrande maggioranza dei device file si trova nella cartella /dev. Il filesystem ha una struttura ad albero alla quale possono essere legati nuovi nodi tramite comandi di sistema; l operazione che permette di collegare tali nuovi nodi è detta montaggio. Esso è necessario al fine di accedere a dispositivi rimovibili. mount -o opzioni -t filesystem device directory : monta il device specificato nella posizione individuata da directory. Si indica con filesystem la tipologia di filesystem da montare. Un opzione molto usata è: force: forza il montaggio anche in caso di incoerenze sul filesystem Sintassi importante, utile al fine di montare immagini.iso (di CD o DVD) è: mount -o loop file.iso directory. Al fine di identificare il filesystem montato come un CDROM bisognerà montarlo nella directory /media/cdrom. Al fine di smontare un device montato userete il comando: umount device Nel caso in cui avrete montato una iso, non conoscendo il device di montaggio, userete il comando umount directory.

153 Lezione Quattro: Shell Using Archivi di File Archivi di File 18 / 26 Un archivio non è altro che uno speciale file in grado di contenere un certo numero di altri file o directory così da costituire, per essi, uno strumento singolo e semplice per il trasporto. Gli archivi si dividono in semplici e compressi. Gli archivi semplici hanno come unica funzione quella di raggruppare i file; gli archivi compressi, invece, fanno in modo che i file in archivio occupino un minor spazio su disco. Strumento principale per la creazione di archivi è tar. tar opzioni nomefile : permette la creazione di un archivio (.tar) e l estrazione di file da archivi. Opzioni principali sono: -A : se nomefile è un archivio tar, incolla i due archivi. -c : usato per creare un nuovo archivio. -r : appende i file ad un archivio già esistente. -x : estrae i file dall archivio. -f nomearchivio : permette di specificare l archivio su cui lavorare. -j : indica l utilizzo di tecnologia di compressione bz2. -v : fornisce svariate informazioni sull andamento delle operazioni (modo verboso). -z : indica l utilizzo di tecnologia di compressione gz.

154 Lezione Quattro: Shell Using Monitor di Sistema Monitoring di Sistema Un programma durante la sua esecuzione prende il nome di processo. È spesso importante conoscere quali siano i processi in esecuzione sul sistema. Al fine di visualizzare tali processi si utilizzano i comandi ps e top. ps opzioni : mostra i processi correnti. Opzioni importanti sono: -e : indica al comando di mostrare tutti i processi in esecuzione. -f : fornisce informazioni complete sull esecuzione del processo. top: attiva un monitoraggio sui processi che sfruttano le risorse. Varie sono le opzioni che top può ricevere in ingresso al fine di migliorare l analisi. Non forniamo in questa sede informazioni su quali possano essere gli stati in cui un processo può trovarsi (running, dead, zombie, ecc...) o sui rapporti che legano i processi fra loro. 19 / 26

155 Lezione Quattro: Shell Using Manuale di Sistema Manuale di Sistema 20 / 26 Un utile strumento si rivela spesso il Manuale di Sistema; tramite questo, di possono consultare i vari help e manuali di utilizzo dei software installati nel sistema. Il manuale di sistema è consultabile tramite il comando: man opzioni nomecomando nomecomando indica il comando di cui si vuole visualizzare il manuale. La navigazione per la pagina del manuale avviene tramite l utilizzo delle frecce direzionali (up down) e la ricerca all interno della pagina avviene tramite la pressione del tasto / dopo il quale si può liberamente specificare la stringa da ricercare nella pagina. L opzione principale del comando man è -k che permette di ritrovare il manuale per tutti i comandi aventi il termine cercato all interno del nome. Molto d aiuto risulta essere il sito: che permette di conoscere in quale pacchetto si trovi il manuale per un dato comando, nonché di visualizzare online il manuale stesso.

156 Lezione Quattro: Shell Using Utilità Utilità Molti sono gli strumenti aggiuntivi che la shell può offrire ad un utente: basename : se basename è un nome completo di file ne elimina il cammino. cat file1 file2... : stampa a video il contenuto dei file indicati. cal : mostra un calendario. clear : ripulisce lo schermo. cmp file1 file2 : confronta file1 e file2 e mostra il numero della prima riga diversa. date : permette di visualizzare o di settare la data di sistema. df : mostra lo spazio libero su disco. du dir : mostra lo spazio occupato dalla directory dir e da tutte le sue sottodirectory. display filename : mostra a video filename se esso è un immagine. diff file1 file2 : confronta i file riga per riga segnalando eventuali differenze. dmesg : mostra le ultime notifiche di sistema. Utile per effettuare manutenzione. echo textline : stampa a video textline. locate nomefile : effettua ricerche di file nel sistema per nome. file nomefile : informa sul tipo (filetype) di nomefile. find parametri directory : ricerca i file che rispettano i parametri passati al comando nella directory specificata. È uno strumento complesso e potente. 21 / 26

157 Lezione Quattro: Shell Using Utilità Utilità finger nomeutente : mostra informazioni a proposito dell utente specificato. fortune : mostra una citazione scelta casualmente. grep stringa file : mostra solo le righe di file contenenti stringa. groups nomeutente : elenca i gruppi a cui appartiene nomeutente. halt, reboot : la prima arresta il sistema; la seconda riavvia. ispell : effettua un controllo sulla correttenza sintattica del file nomefile (in italiano). killall nomeprocesso : termina il programma nomeprocesso. Utile nel caso in cui questo non risponda. last nomeutente : elenca gli ultimi collegamenti di nomeutente. more, less : il primo permette di visualizzare stampe a video troppo lunghe per la shell dividendole in parti (da la possibilità di andare solo avanti); il secondo permette movimenti avanti e indietro per il testo. passwd : permette all utente di cambiare password. pwd : stampa il nome della directory corrente. sh script.sh : permette di eseguire lo script script.sh da shell. tail nomefile : mostra solo la parte terminale del file nomefile. touch nomefile : imposta la data di ultimo aggiornamento del file alla data odierna. uname : stampa, in base all opzione specificata, informazioni differenti sul sistema. who : mostra gli utenti del sistema. 22 / 26

158 Lezione Quattro: Shell Using Utilità Utilità Nota: Tali comandi altro non sono che normalissimi software inseriti nelle cartelle del cosiddetto path di sistema (insieme di cartelle che il sistema esplorerà al fine di poter eseguire i comandi richiesti) e per questo è possibile invocarli semplicemente scrivendone il nome su shell. Per qualunque altro programma (che si trova in cartelle non contenute nel path di sistema) bisognerà, al fine di eseguirlo, scrivere:./nomeprogramma Ovviamente, per poter eseguire un software, l utente dovrà possedere i diritti di esecuzione su di esso. Come si evince l installazione su Linux non consiste in un effettivo inserimento all interno di un sistema coerente (registro) ma soltanto nel trasporto di eseguibili all interno di cartelle del path di sistema (/bin - /usr/bin - /usr/sbin); tutto ciò fa si che le prestazioni del sistema non degradino con successive installazioni/disinstallazioni. 23 / 26

159 Lezione Quattro: Shell Using Caratteri Speciali Caratteri Speciali 24 / 26 La shell accetta alcuni caratteri speciali o combinazioni di tasti che aiutano molto nel suo utilizzo quotidiano: Tasto tab : permette l auto-completamento del percorso per raggiungere un file. ~ (ottenibile da <Alt Gr + ì>) : indica la cartella home. : detta anche pipe, connette fra loro due comandi passando in ingresso al secondo, l uscita del primo. cmd > file, cmd >> file : salvano i valori stampati dal comando cmd nel file indicato. Il primo riscrive totalmente il file (cancellando eventuali contenuti precedenti), il secondo accoda i nuovi contenuti ai vecchi. cmd < file : permette al comando cmd di prendere input da file. cmd ; cmd : permette di eseguire due comandi uno dopo l altro. () : esegue i comandi contenuti all interno e fornisce i risultati d uscita insieme al termine del secondo. & : permette di mantenere il controllo della shell nonostante un programma sia in esecuzione tramite essa così da eseguire più programmi contemporaneamente. ` (ottenibile da <Alt Gr + >) : detto anche backtick; ciò che è contenuto fra due backtick viene eseguito e se ne utilizzeranno i risultati di uscita. Virgolette doppie e virgolette singole : indentificano stringhe. \ : backslash; indica alla shell di ignorare il carattere appena successivo.!! : viene sostituito con l ultimo comando in history.

160 Lezione Quattro: Shell Using Esempi di Utilizzo Esempi di Utilizzo cd ~ = cd /home/nomeutente/ : entrambi i comandi ci portano alla cartella /home/nomeutente. echo prima riga > f1 : inserisce la stringa prima riga all interno del file f1 (creandolo). echo seconda riga >> f1 : accoda la stringa seconda riga alla fine file f1. cat f1 restituirà : prima riga seconda riga wc < f1 : prenderà in input il contenuto di f1 e quindi darà come risultato: (dmesg ; who) wc : esegue ambedue i comandi e stampa i risultati d uscita contemporaneamente passandoli al comando wc. 25 / 26

161 Lezione Quattro: Shell Using Cartelle Speciali Cartelle Speciali Ubuntu è organizzato in un insieme di cartelle e sottocartelle. Vi sono alcune cartelle importanti (più rispetto alle altre): /home (e le relative /home/user): sono le cartelle dedicate all uso da parte degli utenti. All interno della propria cartella in home, un utente ritroverà tutti i file di configurazione dei programmi da lui installati. /etc : contenente tutte le impostazioni particolari dei software. /mnt e /media : ove si ritrovano le partizioni rimovibili montate. /bin : contenente i file eseguibili necessari all avvio del sistema. /usr/bin : contenente eseguibili generici. /sbin : contiene i file per l avvio e la riparazione del sistema. /boot : contenente i file del boot loader. /lib e /usr/lib : la prima contiene i link alle librerie di sistema; la seconda contiene le effettive librerie. /root : cartella personale dell amministratore di sistema. /tmp : contenente i file temporanei. /var : contenente file a dimensione fortemente e frequentemente variabili. /proc : contenente informazioni sui programmi in esecuzione. 26 / 26

162 Lezione Cinque: Advanced Using Lezione Cinque: Advanced Using Dario Mazza - Sebastiano Merlino Università degli Studi di Catania - Facoltà di Ingegneria 13 Maggio / 16

163 Lezione Cinque: Advanced Using Compilazione da Sorgenti Compilazione da Sorgenti La compilazione è il processo mediante il quale si trasforma un semplice file sorgente (non è altro che un file di testo in un linguaggio di programmazione) nel cosiddetto linguaggio macchina, comprensibile alle macchine (composto esclusivamente da sequenze di 0 ed 1). Sebbene questa possa sembrare un operazione complessa ed effettivamente lo sia nel caso in cui si richiedesse all utente di utilizzare strumenti informatici come compilatori, linker, ecc..., risulta realmente semplice su Linux grazie all utilizzo di uno speciale comando: make. Tale comando sfrutta l utilizzo di un file chiamato Makefile che altro non contiene se non i passi necessari alla compilazione (ciò che in effetti andrebbe fatto manualmente), eseguendoli per noi. 2 / 16

164 Lezione Cinque: Advanced Using Compilazione da Sorgenti Compilazione da Sorgenti 3 / 16 Sebbene ci si possa trovare in svariate situazioni, generalmente l utilizzo di make comprende tre comandi consecutivi da effettuare dall interno della cartella del sorgente: 1./configure (permette la preconfigurazione del codice e verifica eventuali precondizioni; può essere spesso omesso anche se è un passaggio caldamente consigliato). 2 make (compila effettivamente i sorgenti). 3 make install (trasferisce gli eseguibili ottenuti nelle cartelle di sistema al fine di poterli eseguire come software dello stesso) Spesso durante la compilazione è possibile trovare errori a causa di una libreria mancante. In questi casi il compilatore darà un messaggio d errore indicando quale file manca (in genere un file con estensione.h): per risolvere il problema basta usare il comando apt-file (visto nella precedente lezione) per trovare il pacchetto contenente quel determinato file e rilanciare il comando make per la compilazione.

165 Lezione Cinque: Advanced Using Creazione di un pacchetto DEB Creazione di un pacchetto DEB È l operazione mediante la quale si ottengono pacchetti.deb a partire da sorgenti. Una tale operazione avviene mediante l utilizzo del già a noi noto strumento dpkg. Si utilizzerà, quindi il comando: dpkg -b nomecartella La cartella indicata in nomecartella dovrà, a sua volta, contenere una cartella chiamata DEBIAN nella quale dovrà essere presente un file detto control (indicante dipendenze, incompatibilità e varie altre informazioni) ma che potrà contenere anche altri file (script postinst, prerm e un eventuale conffile per le configurazioni). La cartella indicata in nomecartella dovrà inoltre presentare una struttura interna uguale a quella del sistema in cui si andrà ad installare il software, cosicché dpkg potrà sapere ove inserire i vari file. 4 / 16

166 Lezione Cinque: Advanced Using Tecniche Avanzate Tecniche Avanzate Risoluzione di problemi inerenti i gruppi di sistema Spesso risulterà necessaria la creazione di nuovi gruppi o l aggiunta di utenti ad un gruppo. Tutti i dati inerenti i gruppi si trovano all interno del file /etc/group. Comandi utili in tal senso saranno: addgroup opzioni utente gruppo : aggiunge un nuovo gruppo o un nuovo utente o entrambi al sistema in base alle opzioni specificate. groupdel group : cancella un gruppo. groupmod opzioni group : modifica le informazioni inerenti il gruppo group. Risoluzione di problemi inerenti il path di sistema e le variabili Risoluzione di problemi inerenti il path di sistema e le variabili Può spesso risultare utile visualizzare o modificare il path di sistema e le sue variabili dette anche variabili d ambiente. I file in cui è contenuto il path di sistema sono /etc/profile (path generale) e /.profile (path per l utente). Comandi utili saranno: set : visualizza l elenco delle variabili d ambiente export nomevariabile = valore : imposta una variabile d ambiente. Eventuali altre variabili (non d ambiente ma solo per la shell in uso) possono essere definite mediante la notazione nomevariabile = valore e richiamate mediante $nomevariabile. 5 / 16

167 Lezione Cinque: Advanced Using Tecniche Avanzate Tecniche Avanzate Risoluzione di problemi inerenti i dischi Nel caso di aggiunta o rimozione di partizioni del disco o dell installazione di nuovi hard-disk sul sistema è utile conoscere l esistenza e la sintassi di due particolari file: /etc/fstab : contiene informazioni statiche sui dischi che vengono lette dai programmi al fine, ad esempio, di montare in automatico i dischi in esso contenuti (comando mount -a). La sintassi di tale file può essere facilmente compresa leggendo la descrizione dal man. /etc/mtab tiene nota dei filesystem attualmente montati. Note: dump è un comando che determina di quali file sia necessario avere un backup; fsck controlla e ripara filesystem di tipo ext2 o ext3. Per montare automaticamente all avvio partizioni windows inserire in fstab la riga: device mountpoint ntfs-3g default / 16

168 Lezione Cinque: Advanced Using Tecniche Avanzate Tecniche Avanzate 7 / 16 Risoluzione di problemi inerenti i Moduli del Kernel Un modulo è uno speciale insieme di funzionalità di sistema operativo che possono essere inserite o rimosse così da potenziare o alleggerire il sistema stesso. È spesso necessario agire sui moduli nel kernel. Tali procedure possono essere svolte tramite l utilizzo di specifici comandi: modprobe opzioni modulo : permette di aggiungere o rimuovere moduli del kernel. insmod nomefile : inserisce nel kernel il modulo identificato da nomefile (i moduli hanno in genere estensione.ko). rmmod nomemodulo : rimuove dal kernel il modulo identificato da nomemodulo. È utile conoscere l esistenza di: /etc/modules : qui vengono inseriti i moduli di cui si vuole forzare l inserimento nel sistema all avvio dello stesso. /etc/modprobe.d/blacklist : qui vengono inseriti i nomi dei moduli di cui si vuole evitare il caricamento all avvio e che il sistema altrimenti caricherebbe in automatico. /etc/modprobe.d/ : è una cartella nella quale è possibile specificare le opzioni da passare ai moduli; ciò può esser fatto inserendovi un file (con lo stesso nome del modulo da gestire) contenente le opzioni da passare.

169 Lezione Cinque: Advanced Using Tecniche Avanzate Tecniche Avanzate 8 / 16 Risoluzione di problemi inerenti l audio Nel caso di problemi con l audio, ci vengono in aiuto vari comandi (supponendo di usare un motore alsa: Advanced Linux Sound Architecture), quali: alsamixer : permette di gestire l equalizzatore di sistema (con aiuto semigrafico). amixer : permette di gestire l equalizzatore di sistema (a meno di auto grafico). alsactl store : permette di salvare la configurazione corrente dell equalizzatore. alsaconf : realizza una configurazione di base per il sistema audio. Tutte le configurazioni per alsa vengono salvate all interno del file: /etc/modprobe.d/alsa-base che può essere modificato al fine di adattarlo al sistema in uso. Risoluzione di problemi inerenti le schede Wireless Non sono spesso di semplice risoluzione e richiedono spesso l inserimento di nuovi moduli nel kernel o lo scaricamento di driver dai siti dei produttori. Casi estremi richiedono l utilizzo del software ndiswrapper che permette l emulazione dei driver per le schede wireless usando i driver delle stesse realizzati per linux. L utilizzo di ndiswrapper è differente in base alla specifica scheda e viene, comunque, ampiamente spiegata nelle documentazioni allegate allo stesso.

170 Lezione Cinque: Advanced Using Tecniche Avanzate Tecniche Avanzate Risoluzione di problemi inerenti le webcam Molte sono ormai supportate su linux. Possono spesso richiedere l utilizzo di driver specifici; i più usati risultano essere i driver della linea gspca e quelli di tipo uvcvideo. Risoluzione di problemi inerenti le schede video Non comportano, generalmente, molti problemi essendo praticamente ormai realizzati da tutti i produttori i driver per Linux. In genere basta scaricare i driver dai siti dei produttori ed installarli seguendo le specifiche procedure. Utile è in questi casi il file /etc/x11/xorg.conf nel quale è possibile specificare opzione per la configurazione della scheda video (per il server X video) ma anche di dispositivi quali: tastiera, mouse, touchpad e monitor. Risoluzione di problemi inerenti la configurazione di modem o router Sono spesso abbastanza semplici da configurare. Si consiglia l installazione dei pacchetti: ppp, pppconfig, pppoe, pppoeconf, pppstatus. Lanciando da shell il software pppoeconf esso configurerà in pochi passi qualunque modem collegato via ethernet. Si sconsiglia l uso di modem USB che risultano spesso mal supportati. 9 / 16

171 Lezione Cinque: Advanced Using HowTo Modificare le impostazioni di GRUB HowTo: Modificare le impostazioni di GRUB Le impostazioni di GRUB sono contenute nel file /etc/default/grub. Per modificare tale file sono necessari i diritti da superutente. Le opzioni principali sono le seguenti: GRUB DEFAULT: indice della linea del grub in cui apparirà all avvio il selezionatore (la barra bianca). È importante sottolineare che l indice del primo elemento è zero. GRUB TIMEOUT: numero di secondi del conto alla rovescia al boot che viene annullato se si preme qualsiasi tasto. Una volta effettuate tutte le modifiche è necessario salvare il file ed eseguire il comando update-grub da superutente. 10 / 16

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