Newsletter ARIFL - IO LAVORO

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1 Newsletter ARIFL - IO LAVORO Numero 22 Settimana 23 Aprile - 29 Aprile 2010 Andamento dell occupazione in Lombardia per macro settori. Variazioni congiunturali e tendenziali. Elaborazione su dati Istat aggiornati al IV trimestre 2009 Indicatore di produzione nei paesi UE Indicatore di fiducia nei paesi UE e in Italia - Marzo 2010 In breve Mercato del lavoro, le politiche e le strategie per facilitare la ripresa La recessione sembra conclusa negli Stati Uniti e, almeno nelle aspettative, in alcuni grandi paesi europei, anche se resta difficile valutare l impatto sulla ripresa delle difficoltà di bilancio di alcuni paesi dell area Euro. In Italia i dati di produzione industriale sono tornati positivi, così come è tornata positiva la produzione industriale in Lombardia. Nonostante tali accenni di crescita i dati occupazionali appaiono in peggioramento. Il tasso di disoccupazione in Italia a marzo ha raggiunto l 8,8% ed i dati degli avviamenti di gennaio e febbraio in Lombardia segnalano un ulteriore rallentamento delle dinamiche occupazionali. La produttività persa nella fase recessiva deve essere recuperata prima che la disoccupazione venga riassorbita. In una prospettiva di crescita lenta, quali sono le politiche che possono facilitare la ripresa del mercato del lavoro? OCSE ne ha ricordate alcune in uno dei suoi recenti documenti di lavoro: la riduzione della tassazione sul lavoro, almeno per la creazione di nuovi posti di lavoro; il potenziamento dei percorsi di reimpiego e di supporto a chi cerca lavoro; l accompagnamento alla ricollocazione di lavoratori da settori in declino a settori emergenti; la verifica di una più stretta relazione fra sussidi ed effettiva attivazione delle persone nella ricerca del lavoro; il riequilibrio degli ammortizzatori sociali fra lavoratori dipendenti e lavoratori atipici. Si tratta di un agenda che richiede, nelle aree dove la si vorrà adottare, una razionalizzazione di risorse e piani d azione che, almeno in Italia, necessitano di una evoluzione dei patti e delle norme che hanno regolato le politiche del lavoro fino ad oggi. Giampaolo Montaletti Direttore dell Osservatorio Mercato del Lavoro

2 Numero 22 Pagina 2 Andamento dell occupazione in Lombardia per macro settori. Variazioni congiunturali e tendenziali. Elaborazione su dati Istat aggiornati al IV trimestre 2009 Sulla base della rilevazione continua sulle forze di lavoro che l Istat ha condotto con riferimento al IV trimestre 2009 è possibile analizzare l occupazione in Lombardia per macro settori di attività economica. L area dei servizi non commerciali assorbe la metà degli occupati in regione, segue l industria in senso stretto (27%), il commercio (14%), le costruzioni (8%) e l agricoltura (1%) fig. 1. Se distinguiamo per genere, il comparto dei servizi catalizza la maggior parte dell occupazione femminile (63%), contro il 39% del dato maschile; l industria in senso stretto assorbe il 19% delle lavoratrici, a fronte di una quota maschile del 33%; le attività commerciali impiegano quote di occupati sostanzialmente simili per i due generi, il 15% delle donne e il 14% degli uomini. Tra gli uomini, il 12% è impiegato nelle costruzioni, mentre tra le donne tale quota scende al 2%. Infine, il settore agricolo rappresenta l 1% dell occupazione femminile e il 2% di quella maschile fig. 2 e 3. Fig.1 Occupati per settore in Lombardia (valori in migliaia) IV trimestre 2009 Fig. 2 Occupazione femminile per settore in Lombardia (valori in migliaia) IV trimestre 2009

3 Numero 22 Pagina 3 Fig. 3 Occupazione maschile per settore in Lombardia (valori in migliaia) IV trimestre 2009 Se osserviamo le dinamiche congiunturali (confronto con il trimestre precedente), notiamo una espansione dei livelli occupazionali nel commercio (+5,8%) e nei servizi (+1,8%). La domanda di lavoro arretra invece nel comparto industriale in senso stretto (-3,1%), nelle costruzioni (-4,8%) e in agricoltura (-25,9%) tab. 1. Tab. 1 Variazioni congiunturali degli addetti per settore. I trim 08 IV trim 09 Per cogliere meglio i mutamenti in corso nella struttura del mercato del lavoro è opportuno analizzare le dinamiche tendenziali (confronto con il IV trimestre del 2008). Le variazioni anno su anno mostrano forti ridimensionamenti nel settore secondario, vale a dire nell industria in senso stretto (-4,9%) e nelle costruzioni (-7,0%), ma arretra significativamente anche il settore primario (-15,5%) che però in termini occupazionali non ha un peso elevato in Lombardia. In controtendenza appare il macro settore del terziario, sia nel comparto commerciale che nei servizi non commerciali, che registrano rispettivamente un incremento del 2,5% e del 1,0% - tab. 2. Tab. 2 Variazioni tendenziali degli addetti per settore. I trim 08 IV trim 09

4 Numero 22 Pagina 4 Ampliando il periodo di osservazione, possiamo analizzare l evoluzione negli ultimi cinque anni della domanda di lavoro attraverso l andamento dei numeri indice per settore fig.4. Il settore industriale conferma il trend declinante degli addetti che origina prima della crisi economica del 2008/2009 e che, rispetto alla base occupazionale presente all inizio dell arco temporale considerato (I trimestre 2004), vede contrarsi del 7% il numero dei lavoratori. Così come si conferma il processo di terziarizzazione dell economia che registra, seppur con ritmi di crescita contenuti, un incremento del volume degli addetti (+8%), anche se dal 2008 ha dovuto inevitabilmente fare i conti con l impatto della recessione. Il settore primario e le costruzioni appaiono intrinsecamente altalenanti, a ciò si aggiungono gli effetti del ciclo economico negativo, soprattutto per le costruzioni che hanno accentuato le variazioni negative dovute al clima e alla stagionalità. Fig.4 Andamento dell occupazione in Lombardia per settore (Numeri indice, I trimestre 2004 = 100) Partendo dalla media annuale degli occupati nei vari settori, così come rilevati dalle quattro indagini trimestrali Istat del 2009, è possibile proporre un confronto territoriale e per comparto rispetto alle medie annuali del 2008 fig.5. Utilizzando le medie annuali scopriamo che in Lombardia la forte flessione occupazionale (sia in termini congiunturali che tendenziali) registrata nel IV trimestre nelle costruzioni, non influenza la media complessiva degli addetti del 2009 che rispetto all anno precedente evidenzia un aumento pari a +1,2%. Per converso, i servizi commerciali che mostrano nel IV trimestre 2009 saldi occupazionali positivi sia in termini congiunturali che tendenziali, evidenziano un valore medio di addetti nel 2009 inferiore di 4,3 punti percentuale rispetto al In ogni caso, da questa prospettiva analitica la Lombardia presenta una riduzione percentuale degli occupati anno su anno (2009 su 2008) pari a quello dell Emilia Romagna ed inferiore a quella delle altre aree prese in considerazione. È interessante notare come i saldi occupazionali negativi che contraddistinguono tutti gli ambiti territoriali siano in realtà la sintesi di dinamiche settoriali alquanto differenti a seconda dei contesti economico produttivi. Ad esempio, a fronte del medesimo calo percentuale degli occupati, la Lombardia e l Emilia Romagna mostrano profili di crescita e/o di decrescita settoriale piuttosto diversi: in Lombardia il 2009 rispetto al 2008 vede una variazione positiva degli occupati nelle costruzioni, una sostanziale stabilità nei servizi non commerciali, un declino nell industria in senso stretto e nel commercio. Per contro, in Emilia Romagna è positiva solo la dinamica degli addetti nel terziario non commerciale, mentre un sensibile arretramento mostrano le costruzioni e il commercio. In calo anche l industria, benchè percentualmente in misura inferiore al dato lombardo; la flessione dell industria in senso stretto è l unico dato di settore che accomuna tutte le aree prese in considerazione.

5 Numero 22 Pagina 5 Le prospettive per il 2010 L analisi congiunturale degli andamenti produttivi del primo trimestre 2010 su industria ed artigianato manifatturiero in Lombardia condotta da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Confindustria Lombardia con la collaborazione delle Associazioni regionali dell artigianato, può fornire qualche elemento sulle prospettive produttive ed occupazionali a breve e medio termine in taluni significativi comparti. Secondo questa analisi il 2010 si è aperto con una fase congiunturale favorevole rispetto sia all ultimo trimestre del 2009 (+3,1% la produzione industriale), sia rispetto al primo trimestre dello scorso anno (+2,5%). Si tratta di un risultato che va oltre le pur positive previsioni di inizio anno, in virtù sia della (prevista) ripresa dell export, sia del recupero della domanda interna, inatteso nella sua intensità. Il 40% delle imprese, soprattutto quelle di maggior dimensione, ha ripreso buoni ritmi di produzione e vendita. Permangono, tuttavia, forti criticità: i livelli di produzione, ancorché in ripresa, restano distanti da quelli raggiunti nel periodo antecedente la recessione, a conferma delle difficoltà per il sistema economico lombardo a recuperare in pieno la caduta del Ciononostante, l indice della produzione industriale recupera il 3,1% rispetto al trimestre precedente, salendo a quota 96,9 (base anno 2005=100), ma ricordiamo che era 106,2 a inizio Ancora meno marcata l inversione di tendenza per le aziende artigiane, con l indice della produzione che sale a quota 85 (base anno 2005=100) contro il 102 toccato nel Un terzo delle imprese considerate presenta però livelli produttivi in sensibile diminuzione e ciò induce ad una certa preoccupazione per i prossimi mesi. Inoltre, permangono oggettive difficoltà di accesso al circuito creditizio con ricadute negative in termini di investimenti, che rappresentano i presupposti necessari per garanzie sul medio e lungo periodo. In questa fase così delicata i segnali di ripresa che certamente sussistono non possono ancora avere apprezzabili riflessi positivi sul piano delle opportunità occupazionali. Fig. 5 Occupazione per settore e area territoriale. Variazione % Fonte: elaborazione Arifl su dati Istat-Rcfl

6 Numero 22 Pagina 6 Indicatore di produzione nei paesi UE La produzione industriale nella UE è migliorata notevolmente a gennaio 2010, raggiungendo livelli più alti rispetto allo stesso periodo del Il recupero nel settore industriale continua da giugno 2009 e registra un aumento di 1,7% in gennaio fig. 1. La maggior parte dei grandi Stati membri ha contribuito all aumento della produzione industriale, in particolare si segnalano l Italia e la Polonia con un + 2,5% e la Francia e la Germania con un +1,5%, dopo il calo osservato a dicembre. In controtendenza la Spagna con un -1,5% dopo tre mesi di aumenti, rimane stabile la Gran Bretagna. Fig. 1 - Indicatore Ue della produzione industriale. Gennaio gennaio 2010 Indicatore di fiducia nei paesi UE e in Italia - Marzo 2010 Il clima di fiducia verso la ripresa economica nell Unione Europea ha iniziato a dare segnali positivi e si avvia ad un ritorno, seppur debole, a valori positivi dopo quasi un anno; si registra soprattutto lo slancio verso l alto in marzo 2010 e un ritorno alla sua media a lungo termine. Si riporta l andamento dell indicatore del clima economico e di fiducia a livello europeo ESI (Economic Sentiment Indicator) delle imprese e dei consumatori che è costituito da cinque indicatori di fiducia settoriali: indice di fiducia industriale, indicatore di fiducia dei servizi, indicatore di fiducia dei consumatori, indice di fiducia di costruzione e l indicatore di fiducia nel commercio al dettaglio. Dopo dieci mesi di miglioramento continuo, eccetto febbraio, l ESI è aumentato significativamente, oltre 2 punti, con 99,6 punti in marzo Tab. 1.

7 Numero 22 Pagina 7 Fig. 2 - Andamento dell indicatore ESI e indicatori di settore. Gennaio 2008 marzo 2010 L andamento generale riflette da vicino la ESI dell industria, che rivive in modo significativo (+ 2,7 punti) dopo aver perso slancio nel mese di febbraio, mentre si continua ad esprimere fiducia nel settore delle costruzione (2,2 punti), che però rimane il più basso tra tutti i settori. L ESI è migliorato in misura minore nei servizi e vendita al dettaglio (0,8 punti in ciascuna), raggiungendo una leggero equilibrio positivo nei servizi per la prima volta dalla metà del 2008, mentre ancora una volta la fiducia dei consumatori è leggermente diminuita (-0,4 punti), ciò riflette un piccolo deterioramento nella percezione delle future prospettive economiche generali, anche se si registra una minore tensione a riguardo della disoccupazione. La fiducia nella settore finanziario, non inclusa nell ESI, registra un andamento piatto dalla scorsa estate. Questo trend positivo, a livello UE, riflette un miglioramento in tutti gli Stati membri più grandi, ad eccezione dell Italia che registra un deterioramento di -1,5, ma con una più significativa ripresa della fiducia in Germania (3,4 punti). Il clima di fiducia economica restituisce alle medie naturali di lungo termine paesi importanti come Germania, Francia, Polonia e Regno Unito, non lontana rimane l Italia; da segnalare la difficoltà che registra la Spagna che resta 8,5 punti al di sotto della media. Nella mappa che segue e nella tab. 1, si evidenziano le diverse aspettative e il clima di fiducia nei vari paesi Ue, che rispetto a febbraio 2010 registrano cambiamenti di rilievo. In particolare l Italia che, con un decremento dell indicatore ESI pari a -1,5 rispetto a febbraio 2010, rivela essere in una fase di maggiore attesa su gli eventi futuri, dato questo che è in controtendenza rispetto a tutti gli altri grandi paesi UE che realizzano trend di crescita importanti: la Germania +3,4, la Polonia + 2,7, la Gran Bretagna + 2,6, la Francia + 1,4 e anche la Spagna, malgrado una disoccupazione preoccupante al 20%, realizza una buona performance con +1,4.

8 Numero 22 Pagina 8 Tab. 1 Andamento dei maggiori Paesi UE sulla base dell indicatore di fiducia (ESI). Aprile 2009 marzo 2010 In Europa svettano i paesi baltici quali Finlandia, Svezia e Danimarca che registrano da mesi una performance dell indicatore molto al di sopra di 106 punti, così come persiste il clima di sfiducia in Grecia (69,6) e Romania (82,3), mentre risalgono sia la Lituania (+3.3) che l Ungheria che ha un incremento di +6 rispetto a febbraio. Mappa con evidenza dei Paesi UE sulla base dell indicatore di fiducia (ESI) Fonte: Elaborazione Arifl su Rapporto Eu Employment situation and social out look -April 2010

9 Numero 22 Pagina 9 In breve ISTAT: a marzo disoccupazione all 8,8% in Italia. Sulla base delle informazioni finora disponibili, il numero di occupati a marzo 2010 è pari a 22 milioni 753 mila unità (dati destagionalizzati), in calo dello 0,2 per cento rispetto a febbraio e inferiore dell 1,6 per cento (-367 mila unità) rispetto a marzo Il tasso di occupazione è pari al 56,7 per cento (inferiore, rispetto a febbraio, di 0,1 punti percentuali e di 1,1 punti percentuali rispetto a marzo dell anno precedente). Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2 milioni 194 mila unità, in crescita del 2,7 per cento (+58 mila unità) rispetto al mese precedente e del 12 per cento (+236 mila unità) rispetto a marzo Il tasso di disoccupazione si posiziona all 8,8 per cento (+0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e +1 punto percentuale rispetto a marzo 2009). Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 27,7 per cento, con un calo di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente, ma in aumento di 2,9 punti percentuali rispetto a marzo ISTAT: retribuzioni contrattuali +2,3% su base annua. Nel mese di marzo 2010 l indice delle retribuzioni contrattuali orarie, con base dicembre 2005=100, ha presentato una variazione dello 0,3 per cento rispetto al mese precedente e un incremento del 2,3 per cento rispetto a marzo ISTAT: a febbraio occupazione al lordo c.i.g -1,9% Nel mese di febbraio 2010, l indice dell occupazione nelle grandi imprese comprese nel campo di osservazione dell indagine, depurato dagli effetti della stagionalità, ha registrato una variazione congiunturale nulla al lordo della c.i.g. e di +0,2 per cento al netto dei dipendenti in c.i.g.. COMUNICAZIONE Se desidera ricevere ancora la newsletter dell Osservatorio Regionale del Mercato del Lavoro invii una richiesta alla seguente mail osservatori@arifl.it indicando l indirizzo di posta elettronica al quale ricevere la newsletter. Si segnala, inoltre, che tutti i numeri della newsletter sono disponibili sul sito di Agenzia Regionale per l Istruzione, la Formazione e il Lavoro alla voce Osservatori - Mercato del Lavoro. ARIFL Via G. Cardano, Milano tel , fax , IO LAVORO - ITALIAOGGI Via M. Burigozzo, Milano tel , fax ,