Niente trielina né NPB per il lavaggio
|
|
- Luigina Luciani
- 6 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Niente trielina né NPB per il lavaggio I soliti furbetti dell impiantino continuano a proporre macchine di lavaggio funzionanti con tricloroetilene (trielina) e npb (normal propil bromuro) a utilizzatori ignari (forse..) del fatto che per queste sostanze i limiti alle emissioni e i requisiti minimi degli impianti sono talmente restrittivi da non poter essere rispettati A cura della Redazione Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 13
2 UNA LEGGE UGUALE PER TUTTI Il DPR 59/2013 ha rappresentato un importante spinta agli Enti locali, per rendere più omogenei i limiti delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, che hanno contribuito a creare un oggettiva condizione di concorrenza sleale tra le aziende che sul territorio nazionale sono soggette a limiti differenziati. I LIMITI DEL LAVAGGIO INDU- STRIALE I limiti indicati nell Allegato 1 al DPR 59/2013 si applicano formal- mente solo nelle Regioni e Province che non hanno predisposto l autorizzazione in via generale (o non l hanno prevista per tutte le attività/lavorazioni indicate al punto II dell Allegato IV alla parte quinta del D. Lgs. 152/2006), ma rappresentano comunque per tutti un indirizzo importante, soprattutto perché vengono approfonditi nel dettaglio gli elementi che caratterizzano le emissioni e le modalità tecniche che consentono di ridurle, arrivando a descrivere le caratteristiche costruttive degli impianti. Per il settore del lavaggio industriale i limiti di riferimento sono descritti al punto m) della Parte Quinta, Allegato IV, Parte II del D.Lgs. 152/06, che riguarda le attività in deroga, tra cui le attività di Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di solventi non superiore a 10 kg/ giorno, che si possono così schematizzare. Ambito di applicazione Le prescrizioni riguardano le operazioni di sgrassaggio superficiale di metalli con consumo complessivo di solventi non superiore a 10 Tabella 1 - Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche Fasi di provenienza Sostanze inquinanti Limiti Tipologia impianto di abbattimento Note A, B, COV Tipologia di COV [*] Flusso di massa Concentrazione Alogenati con frase di rischio H g/h 20 mg/nm 3 AC.RI.01 AC.RE.01 AC.RE.02 1,2, Diversi da quelli sopra 200 g/h 75 mgc/nm 3 PC.C.01 4 PC.T.01 PC.T.02 Inquinante Limite C, D CIV Aerosol Alcalini espressi come NaOH 5 mg/nm 3 CI -1 come acido cloridrico 5 mg/nm 3 AU.SV.01 NO x come acido nitrico 5 mg/nm 3 AU.ST.02 SO4-2 come acido solforico 2 mg/nm 3 AU.ST.03 F -1 come acido fluoridrico 2 mg/nm 3 PO4-3 come acido fosforico 2 mg/nm 3 14 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015
3 kg/giorno. Va sottolineato che nel caso si utilizzi percloroetilene o cloruro di metilene (già classificati con la frase di rischio R40, diventata ora H351), per quantitativi superiori a kg/anno (equivalenti a circa 5 kg/giorno) l autorizzazione può essere richiesta solo in via ordinaria (art. 275 D.Lgs. 152/2006). Lo stesso discorso vale nel caso si utilizzi tricloroetilene (trielina), classificata H350 (può provocare il cancro), o npb (normal propil bromuro), già classificato con la frase di rischio R60 (può ridurre la fertilità), diventata ora H360FD (può nuocere alla fertilità. Sospettato di nuocere al feto). Le prescrizioni riguardano anche lo sgrassaggio superficiale di metalli con detergenti e/o soluzioni privi di solventi. Il gestore può richiedere adesione ad uno specifico allegato tecnico, qualora intenda svolgere l attività descritta nella dicitura dello stesso. La norma definisce le varie fasi lavorative, le materie prime impiegate, le prescrizioni generali e i requisiti costruttivi degli impianti, sia a circuito chiuso, sia aperti. Fasi lavorative Sgrassaggio con utilizzo di prodotti a base di COV con presenza di alogeni. Sgrassaggio con utilizzo di prodotti a base COV senza presenza di alogeni. Pulizia con detergenti in soluzione acquosa. Pulizia con utilizzo di soluzioni a base di acidi o basi. Materie prime 1. Detergenti in soluzione acquosa. 2. Detergenti a base di COV con presenza di alogeni. 3. Detergenti a base di COV senza presenza di alogeni. 4. Soluzioni di acidi o di basi. Concorrono al limite di 10 kg/ giorno i COV contenuti nelle materie prime indicate nei punti 2 e 3. Prescrizioni generali (vedi tab. 1) 1) Non sono ammessi prodotti contenenti COV classificati con le seguenti frasi di rischio: H350, H340, H350i, H360F, H360F, H341 (quindi non possono essere autorizzati né la trielina, né l npb). 2) Per effluenti gassosi contenenti COV, il limite in concentrazione è da verificare, qualora non venga rispettato il limite imposto come flusso di massa. 3) Valutazione della conformità dell emissione (applicabili per impianti aperti utilizzanti sgrassaggi a base acquosa o di natura acida). Per gli impianti con portata effettiva inferiore a m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca, per la conformità dell emissione dovrà essere considerato solo ed esclusivamente il valore analitico, senza applicazione di alcun fattore di correzione. Per gli impianti con una portata effettiva superiore a m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca, per la conformità dell emissione dovrà essere utilizzata la seguente formula: Ci = A/AR * C Ci è la concentrazione dell inquinante da confrontare con il valore limite imposto; C è la concentrazione dell inquinante rilevata in emissione, espressa in mg/nm 3 ; A è la portata effettiva dell aeriforme in emissione, espressa in m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca; AR è la portata di riferimento dell aeriforme, espressa in m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca e determinata in 1400 m 3 /h; N.B. Per il calcolo della superficie totale dell impianto, si dovrà tenere conto esclusivamente delle vasche con superficie libera che, per composizione e/o per modalità operative, determinano emissioni (ad esempio temperatura di esercizio maggiore di 30 C, presenza di composti chimici in soluzione, insufflaggio di aria per agitazione, ecc.). Il valore della portata di riferimento per ogni metro quadrato di superficie libera, potrà essere considerato pari a 700 Nm 3 /h nei casi in cui l impianto sia dotato di REVISIONE ACGIH PER L NPB L associazione degli igienisti americani (ACGIH), che annualmente redige l elenco dei TLV delle sostanze chimiche, nelle proposte di modifica del 2014 ha inserito l npb (1-Bromopropano cas ). La proposta prevede un abbassamento del TLV/TWA a 10ppm e la modifica di classificazione A3 (cancerogeno riconosciuto per l animale, con rilevanza non nota per l uomo, tossicità sullo sviluppo). Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 15
4 vasche provviste di dispositivi idonei a diminuire l evaporazione o di copertura totale (tunnel) e relativo presidio aspirante. 4) L impianto/sistema di abbattimento dovrà obbligatoriamente essere: installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto previsto alla voce Limiti, riportata nel paragrafo Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche ; individuato nell ambito della voce Tipologia impianto di abbattimento, riportata nel paragrafo Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche ; conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede identificative. Requisiti costruttivi minimi degli impianti a circuito chiuso Per impianto di lavaggio a circuito chiuso s intende: un impianto che durante le fasi di lavaggio dei pezzi (eseguite per immersione, a spruzzo e in vapori di solvente) non determini emissioni di solvente né in atmosfera né in ambiente di lavoro; un impianto che durante le fasi di distillazione del solvente, recupero del solvente a mezzo condensazione, adsorbimento del solvente su eventuali carboni attivi (deodorizzazione camera di lavaggio), desorbimento dei carboni attivi, non determini emissioni di solvente né in atmosfera né in ambiente di lavoro. un impianto che può generare emissioni durante la fase di produzione del vuoto (ove applicabile) e la fase di carico/ scarico dei pezzi, limitatamente al periodo di apertura del portello di carica; un impianto provvisto di camino di scarico in atmosfera, in accordo con le autorizzazioni regionali. I requisiti minimi sono i seguenti: sistema di recupero per condensazione funzionante a temperatura adeguata rispetto al solvente utilizzato (ad esempio per il percloroetilene la temperatura del fluido refrigerante deve essere compresa tra - 25 e - 28 C); sistema di recupero del solvente a carbone attivo per impianti con camera di lavaggio di dimensioni maggiori di 0,6 m 3 ; sistema di regolazione che consenta di modificare i tempi delle fasi del processo di lavaggio, e in particolare della fase di asciugatura, in funzione della conformazione dei pezzi da lavare; sistema idraulico che consenta il carico del solvente fresco e lo scarico del residuo di distillazione in circuito chiuso, escludendo operazioni ma- TRIELINA E NPB SOGGETTI A RESTRIZIONE SECONDO L ALLEGATO XVII REACH Il tricloroetilene (trielina) è stato inserito ufficialmente nell Allegato XIV del Reach, precisamente trielina con il Regolamento UE n. 348/2013 del 17 aprile 2013, pubblicato sulla GUCE del L uso di tricloroetilene sarà subordinato a una specifica autorizzazione rilasciata dall ECHA (European Chemical Agency), la quale potrà rilasciare la predetta autorizzazione sulla base di motivate richieste che prevedano: la redazione di un dossier sulla sicurezza chimica e sulla valutazione dei rischi; un analisi delle possibili sostanze alternative; un analisi socio economica. A partire dal 21 aprile 2016 il tricoloroetilene potrà quindi essere usato solo su specifica autorizzazione, e nel rispetto delle condizioni poste all interno dell autorizzazione stessa, se rilasciata. Si rammenta che le restrizioni comunitarie sull uso di tricloroetilene sono motivate dalle caratteristiche tossicologiche della sostanza stessa, classificata cancerogena di categoria 1 B, ovvero sostanza che può provocare il cancro. L'NPB ("Repr. 1B4") è anch'esso considerato SVHC (sostanza molto pericolosa), quindi destinato a entrare nell Allegato XIV del Reach, per cui subirà il medesimo percorso del tricloretilene. 16 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015
5 TRIELINA: VECCHIA ETICHETTATURA Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato I Direttiva 67/548/EEC) Numero Indice: Classificazione: Carc. Cat. 2; R45 - Muta. Cat. 3; R68 - R67 - Xi; R36/38 - R52-53 Frasi di rischio: Codice R36 R38 R45 R52 R53 R67 Descrizione Irritante per gli occhi. Irritante per la pelle. Può provocare il cancro. Nocivo per gli organismi acquatici. Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico. L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini. Consigli di prudenza: Codice S45 S53 S61 Descrizione In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l'etichetta). Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso. Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/ schede informative in materia di sicurezza Codice Descrizione Immagine Indicazioni di pericolo: T Tossico TRIELINA: NUOVA ETICHETTATURA Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato VI parte 3 del Regolamento CE 1272/2008 e successivi aggiornamenti) Numero Indice Nome Sostanza trichloroethylene; trichloroethene Classe e categoria di pericolo: Carc. 1B Muta. 2 Eye Irrit. 2 Skin Irrit. 2 STOT SE 3 Aquatic Chronic 3 Indicazioni di pericolo: H350 H341 H319 H315 H336 H412 Classe e categoria di pericolo Avvertenza Descrizione Cancerogenicità Categoria di pericolo 1B Pericolo H350 - Può provocare il cancro (indicare la via di esposizione se è accertato che nessun'altra via di esposizione comporta il medesimo rischio). Mutagenicità sulle cellule germinali Categoria di pericolo 2 Lesioni oculari gravi/irritazione oculare Categoria di pericolo 2 Corrosione/irritazione cutanea Categoria di pericolo 2 Attenzione Attenzione Attenzione Tossicità specifica per organi bersaglio - esposizione singola Categoria di pericolo 3 Attenzione Pericoloso per l ambiente acquatico - pericolo cronico, categoria 3 - H341 - Sospettato di provocare alterazioni genetiche (indicare la via di esposizione se è accertato che nessun'altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo). H319 - Provoca grave irritazione oculare. H315 - Provoca irritazione cutanea. H336 - Può provocare sonnolenza o vertigini. H412 - Nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata. Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 17
6 NPB: VECCHIA ETICHETTATURA Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato I Direttiva 67/548/EEC) 1-bromopropano; n-propil bromuro Numero d Indice Numero CE Numero CAS Simboli Frasi di rischio (secondo la vecchia classificazione) R11: Altamente infiammabile R60: Può ridurre la fertilità R63: Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati F; Altamente infiammabile R48/20: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione R36/37/38: Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle R67: L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini T; Tossico npb: NUOVA ETICHETTATURA (Regulation 1272/2008) Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato VI parte 3 del Regolamento CE 1272/2008 e successivi aggiornamenti) H225: Liquido e vapori facilmente infiammabili Flammable gases H360FD: Può nuocere alla fertilità. Sospettato di nuocere al feto. H373 : Può provocare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta H319: Provoca grave irritazione oculare Respiratory sensitisation 18 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015
7 nuali eseguite con recipienti aperti (evitando stoccaggi anche temporanei in contenitori aperti destinati alla raccolta dei residui); sistema di asciugatura del truciolo, sia esso raccolto in botte o separato in appositi filtri, eseguito senza movimentazione manuale dello stesso fino ad avvenuta asciugatura; stoccaggio del solvente fresco e dei reflui di distillazione in recipienti chiusi; accurata gestione del processo eseguita, se possibile, attraverso manutenzione programmata; sistema di aspirazione che tenga in depressione il distillatore nel corso delle operazioni di manutenzione, con annesso trattamento degli sfiati a carico del circuito di recupero del solvente. I requisiti e le modalità operative ritenute utili a contenere ulteriormente le emissioni sono le seguenti: rilevatore della concentrazione residua di solvente nella camera di lavaggio che dia il consenso all apertura del portello di carica solo al raggiungimento di una concentrazione di solvente residuo nella camera stessa inferiore a 1 g/ m 3 ; distillazione che consenta, anche attraverso l intervento discontinuo (a batch ), di conseguire un tenore di solvente nel refluo inferiore al 10% in peso; sistema sotto vuoto per pezzi di difficile asciugatura. Requisiti costruttivi minimi degli impianti aperti Gli impianti devono essere obbligatoriamente dotati di: sistema di recupero del solvente mediante carbone attivo, con efficienza minima del 90%; sistema di regolazione che consenta di modificare i tempi delle fasi del processo di lavaggio, e in particolare della fase di asciugatura, in funzione della conformazione dei pezzi da lavare; sistema idraulico che consenta il carico del solvente fresco e lo scarico del residuo di distillazione in circuito chiuso, escludendo operazioni manuali eseguite con recipienti aperti (evitando stoccaggi anche temporanei in contenitori aperti destinati alla raccolta dei residui); stoccaggio del solvente fresco e dei reflui di distillazione in recipienti chiusi; accurata gestione del processo eseguita, se possibile, attraverso manutenzione programmata. Viene inoltre segnalato, come requisito ritenuto utile a contenere ulteriormente le emissioni, una distillazione che consenta, anche attraverso l intervento discontinuo (a batch ), di conseguire un tenore di solvente nel refluo inferiore al 10% in peso. LIMITI ALL UTILIZZO DELLE SOSTANZE CANCEROGENE E TERATOGENE Le procedure sull impiego dei prodotto etichettati H350, H340, H350i, H360F, H360F, H341 (in cui sono inclusi trielina e npb) sono indicate in vari tipi di norme. Non vi è alcun divieto d uso, purché ci si attenga alle norme previste dalla legislazione vigente in materia di sicurezza sul posto di lavoro, che prevede standard severi e rigidi controlli per tutte le applicazioni del prodotto, al fine di ridurre il rischio di esposizione dei lavoratori. Ricordiamo che le norme in materia richiedono espressamente che i datori di lavoro riducano l impiego di un agente cancerogeno sul luogo di lavoro, in particolare sostituendolo, sempre che ciò sia tecnicamente possibile, con una sostanza, un preparato o un procedimento che, nelle condizioni in cui viene utilizzato, non sia o sia meno nocivo alla salute o, eventualmente, alla sicurezza dei lavoratori. E quindi evidente la pressione del legislatore per la sostituzione dei cancerogeni, anche se la raccomandazione è vincolata alla sostituibilità tecnica, il che lascia spazio a interpretazioni soggettive. La giurisprudenza ha però dimostrato che, in caso di contenzioso legale, è stato sufficiente avere le prove che, per lavorazioni similari, erano disponibili tecnologie alternative efficaci, per condannare il datore di lavoro che non le aveva applicate. Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 19
8 Per quanto riguarda il settore del lavaggio, allo stato attuale dell arte, i casi in cui la trielina e l npb siano tecnicamente insostituibili sono talmente rari (limitati forse a qualche specifico capitolato militare) che risulterebbe impossibile sostenere questa tesi con successo in sede di giudizio. Le aziende che impiegano sostanze cancerogene e teratogene, devono evitare ogni tipo di esposizione; infatti le norme vigenti prevedono che se non è tecnicamente possibile sostituire l agente cancerogeno con una sostanza, un preparato o procedimento che, nelle condizioni in cui viene utilizzato, sia meno nocivo alla salute o alla sicurezza, i datori di lavoro provvedono affinché la produzione e l utilizzazione dell agente cancerogeno avvengano in un sistema chiuso, sempre che ciò sia tecnicamente possibile. Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente possibile, i datori di lavoro provvedono affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile. Ovunque siano impiegati degli agenti cancerogeni, i datori di lavoro sono tenuti ad applicare tutte le seguenti misure: limitazione delle quantità sul luogo di lavoro; massima riduzione possibile del numero dei lavoratori esposti; concezione dei processi lavorativi e delle misure tecniche in modo che sia evitata o ridotta al minimo l emissione di agenti cancerogeni nel luogo di lavoro; estrazione dei vapori o ventilazione generale adeguate, compatibili con la necessità di tutelare la salute pubblica e l ambiente; impiego di metodi appropriati per la misurazione degli agenti cancerogeni, in particolare per l individuazione precoce delle esposizioni anormali causate da incidente; applicazione di procedure e metodi di lavoro adeguati; misure di protezione collettive e/o, nei casi in cui l esposizione non possa essere evitata con altri mezzi, misure di protezione individuale; misure d igiene, segnatamente la pulizia periodica dei pavimenti, dei muri e delle altre superfici; informazione dei lavoratori; delimitazione delle aree a rischio e impiego di adeguati segnali d avvertimento e di sicurezza; introduzione di dispositivi per i casi di emergenza che possono comportare esposizioni anormalmente elevate; mezzi necessari per l immagazzinamento, la manipolazione ed il trasporto in condizioni di sicurezza della sostanza cancerogena; mezzi necessari per la raccolta, l immagazzinamento e lo smaltimento in condizioni di sicurezza dei residui da parte dei lavoratori. LA RESPONSABILITA DEGLI UTILIZZATORI DI IMPIANTI Per le aziende che hanno a cuore la sicurezza dei loro dipendenti, l acquisto di nuove macchine a trielina e npb, essendo ben note a tutti queste premesse, è un atto che non esitiamo a definire irresponsabile. Le difficoltà tecnologiche che oggettivamente vanno tenute in considerazione quando si procede alla sostituzione di una sostanza ampiamente utilizzata (che non può essere immediata, ma che non può nemmeno essere procrastinata per il proprio comodo), non possono essere un alibi per le imprese: le soluzioni alternative esistono, per cui devono essere prese in considerazione, indipendentemente da ragioni economiche che sono inaccettabili quando è in gioco la salute dei lavoratori. 20 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015
9 Depurazione aria Lavaggio LA RESPONSABILITA DEI COSTRUTTORI DI IMPIANTI La normativa italiana, pur scoraggiando l impiego delle sostanze pericolose, non ne vieta l impiego, ovviamente se vengono utilizzate attrezzature adeguate, se il personale è perfettamente informato sui rischi e quindi opera in conformità alle corrette linee di igiene del lavoro (utilizzo di sistemi chiusi, sistemi di riciclaggio ermetici, area di lavoro ventilate). In Italia sono ancora numerosi gli utilizzatori che impiegano trielina e npb e di questi la maggior parte utilizza ancora sistemi che, pur essendo carenati, vanno considerati aperti, per cui ben difficilmente garantiscono condizioni di sicurezza per i lavoratori e di compatibilità ambientale verso l esterno, che possono essere considerate accettabili rispetto ai limiti previsti. E quindi indispensabile rivedere tutte le procedure produttive e di sicurezza interne all azienda, tenendo conto del fatto che esistono già, nella maggior parte dei casi, valide alternative. La tendenza dei legislatori comunitari e nazionali è palesemente quella di spingere il più possibile verso l eliminazione e la sostituzione delle sostanze pericolose (pur senza proibirne esplicitamente la produzione, la vendita e il consumo) o, per lo meno, verso una drastica riduzione dei consumi; quest ultima prospettiva non può che passare attraverso l utilizzo delle migliori tecniche e tecnologie disponibili e attraverso le prescrizioni sulla sicurezza degli impianti (nel caso specifico, la EN parte 4). L abbinamento delle precedenti indicazioni operative (controllo delle emissioni, sicurezza degli impianti, igiene del lavoro, uso delle BAT) dovrebbe pertanto portare gli impiantisti a privilegiare l uso di impianti di lavaggio ermetici, in cui il contatto tra solvente ed ambiente dovrebbe avvenire solo ed esclusivamente durante il breve periodo di tempo necessario all estrazione del carico a fine ciclo di sgrassaggio. Tutte le altre operazioni dovrebbero avvenire a circuito chiuso: travasi di solvente liquido sporco e/o pulito; captazione, aspirazione ed abbattimento dei vapori di solvente; asciugatura dei pezzi; scarico dei residui di distillazione. Premesso che ci permettiamo di nutrire seri dubbi sulla capacità di rispettare le vigenti norme ambientali, per sostanze come trielina e npb, anche da parte degli impianti ermetici attualmente in commercio (del resto non abbiamo avuto finora alcun riscontro positivo in merito, visto che, a quanto ci risulta, non esistono in Italia impianti ermetici che impiegano trielina o npb, in quanto i costruttori preferiscono andare sul sicuro, progettando lavatrici funzionanti con percloroetilene, solventi idrocarburici, alcoli modificati, HFE, HFC ecc), a maggior ragione ci sentiamo in dovere di stigmatizzare chi ancora propone (per ignoranza o in malafede) impianti aperti o semi-chiusi non in grado (se non, forse, nei primi giorni di esercizio) di rispettare le norme e le promesse tecnico-commerciali fatte all acquirente. Per contro l acquirente, in quanto datore di lavoro responsabile eticamente e penalmente, dovrebbe rendersi conto che non è possibile derogare alla propria salute, a quella dei propri dipendenti e a quella dell ambiente in senso lato, per l economicità di un impianto di concezione obsoleta. E una questione di coscienza civica (quella di non mettere se stessi e gli altri in condizioni di pericolo) che spesso viene messa a tacere per opportunismo: se non si è in grado di rinnovare ed adeguare la propria attività, occorrerebbe almeno avere il buon gusto di dedicarsi ad altro. Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 21
REGOLAMENTO (CE) N. 1272/2008
ALLEGATO I Regolamento 487/2013-8 maggio 2013 Il nuovo regolamento si applica a decorrere dal 1 dicembre 2014 per le sostanze e dal 1 giugno 2015 per le miscele. Sostanze e miscele possono essere comunque
DettagliFRASI DI RISCHIO (R) e FRASI DI PRUDENZA (S)
FRASI DI RISCHIO (R) e FRASI DI PRUDENZA (S) R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 R12 R14 R15 R16 R17 R18 R19 R20 R21 R22 R23 R24 R25 R26 R27 R28 R29 R30 R31 R32 R33 R34 R35 R36 R37 R38 R39 R40 R41 R42 R43
DettagliMateriale didattico validato da: Rischio Chimico. Rev. 2 ott Rischio Chimico slide 1 di 24
Rischio Chimico Rev. 2 ott. 2009 Rischio Chimico slide 1 di 24 Cos è il rischio chimico Il rischio chimico in ambiente di lavoro è riconducibile all insieme dei rischi per la Sicurezza e per la Salute,
DettagliART. 1 (Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81)
ART. 1 (Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81) 1. Al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, sono apportate le seguenti a) agli articoli 20, 36, 37, 50, 222 e agli allegati XV, XXIV,
DettagliELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R E DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S E DELLE LORO RELATIVE COMBINAZIONI
ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R E DEI CONSIGLI DI PRUDENZA S E DELLE LORO RELATIVE COMBINAZIONI ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO R R1 Esplosivi allo stato secco R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento,
DettagliFrasi R. ToxInfo Consultancy and Service Limited Partnership Tel.:
Frasi R R1 - Esplosivo allo stato secco. R2 - Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione. R3 - Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti
DettagliHOME PURITY. Caratteristiche di biocompatibilità e di compatibilità ambientale dei prodotti in co-branding DANHERA L OCA NERA
HOME PURITY Caratteristiche di biocompatibilità e di compatibilità ambientale dei prodotti in co-branding DANHERA L OCA NERA Nessuna materia prima impiegata nei nostri prodotti è classificata tossica secondo
DettagliELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO attualmente previste dalla U.E. per sostanze e preparati pericolosi (FRASI R)
ELENCO DELLE FRASI DI RISCHIO attualmente previste dalla U.E. per sostanze e preparati pericolosi (FRASI R) R1 = esplosivo allo stato secco R2 = rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre
DettagliI LIVELLO REGOLAMENTO (CE) N.1272/2008 (CLP)
GERARCHIA NORME COMUNITARIE I LIVELLO REGOLAMENTO (CE) N.1272/2008 (CLP) del PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 16 dicembre 2008 relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle
DettagliTabella per l individuazione delle modifiche non sostanziali Emissioni in atmosfera D.Lgs 152/06
Circolare 1 AMB/07 Regione Lombardia Allegato 1 Tabella per l individuazione delle modifiche non sostanziali Emissioni in atmosfera D.Lgs 152/06 1 2 Sostituzione di macchinario / apparecchiatura / dispositivo
DettagliIl TU 81/2008 con le modifiche del D.lgs 39/2016
Il TU 81/2008 con le modifiche del D.lgs 39/2016 Titolo IX Il D.lgs 39/2016 entrato in vigore il 29 marzo 2016, modifica così il Testo Unico Sicurezza Riferimento TU Testo ante modifiche Testo modificato
DettagliFormaldeide, Fenolo ed Alcool Furfurilico: come progettare una resina furanica ecologica?
Formaldeide, Fenolo ed Alcool Furfurilico: come progettare una resina furanica ecologica? Resine furaniche RESINE NO BAKE A CATALISI ACIDA VANTAGGI: Sistema flessibile: Adatto a tutti i tipi di metallo
DettagliRischio Chimico. Definizioni
Rischio Chimico Definizioni a) agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come
DettagliAGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI. A cura di: Danilo Monarca
CORSO RESPONSABILI DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e dell Accordo tra Stato e Regioni 26 gennaio 2006 AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI A cura di: Danilo Monarca DEFINIZIONI
DettagliRischio chimico specifico per disinfettanti ed antisettici nella pratica quotidiana. Ing. Cristina Prandi Responsabile SPP ASL3
Rischio chimico specifico per disinfettanti ed antisettici nella pratica quotidiana Ing. Cristina Prandi Responsabile SPP ASL3 Rischio Chimico D.Lgs 626/94 Titolo VII-bis Protezione da agenti chimici (inserito
DettagliALLEGATO 2 PARTE I. Si compilino le seguenti tabelle. Tab. 1: Descrizione delle caratteristiche dei camini
ALLEGATO 2 PARTE I DATI TECNICI DA FORNIRE PER L'ADESIONE ALL'AUTORIZZAZIONE GENERALE RELATIVA ALL'ATTIVITA' DI VERNICIATURA, LACCATURA, DORATURA DI MOBILI ED ALTRI OGGETTI IN LEGNO CON UTILIZZO COMPLESSIVO
DettagliNUOVA CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA DEGLI AGROFARMACI (CLP)
NUOVA CLASSIFICAZIONE CLP NUOVA CLASSIFICAZIONE ED ETICHETTATURA DEGLI AGROFARMACI (CLP) Il Regolamento (CE) n 1272/2008 (CLP Classification, Labelling and Packaging) è la nuova normativa europea di riferimento
DettagliGARA NAZIONALE DI CHIMICA VIII EDIZIONE PROVA PRATICA
GARA NAZIONALE DI CHIMICA VIII EDIZIONE PROVA PRATICA Istruzioni Scrivere il proprio nome e cognome su questa pagina e sulla scheda delle risposte. Seguire le regole di sicurezza di laboratorio: se vengono
DettagliCICLI TECNOLOGICI. Limite. Tipologia COV* Flusso di Concentrazione. Diversi da quelli sopra 200 g/h 75 mgc/nm 3
Attività in deroga D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte II, punto 12 Allegato tecnico n. 12 Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di solventi non superiore ad 1 tonnellata/anno
DettagliSi applica. Non si applica
NORMATIVE ABROGATE NORMATIVA ATTUALE 13 articoli in tutto dal 222 al 232 art. 233: campo applicazione art. 234: definizioni art. 235: sostituzione e riduzione art. 236: valutazione del rischio art. 237:
DettagliOperazione: DOSAGGIO AUSILIARI
Scheda 3 Categoria: TINTORIA Operazione: DOSAGGIO AUSILIARI Scopo dell operazione Nel bagno di tintura dei materiali tessili, oltre ai coloranti organici in polvere, vengono impiegati altri prodotti chimici
DettagliPaola DI PROSPERO FANGHELLA Ludovica MALAGUTI ALIBERTI
L'APPLICAZIONE DEI REGOLAMENTI REACH E CLP NEI LUOGHI DI LAVORO Bologna, 16 ottobre 2015 La classificazione e l etichettatura delle miscele nei luoghi di lavoro dopo il 1 giugno 2015: nuovi obblighi, ultimi
DettagliSMAC SCIOGLICALCARE GEL
SCHEDA TECNICA DI SICUREZZA Conforme a 91/155 CEE 1.-IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA' Nome del prodotto : Tipo di prodotto e impiego :Disincrostante acido per l'eliminazione dei depositi di
DettagliIl Regolamento CE 1272/2008 ha introdotto in tutta l Unione Europea un sistema per la classificazione e l etichettatura delle sostanze chimiche
Il Regolamento CE 1272/2008 ha introdotto in tutta l Unione Europea un sistema per la classificazione e l etichettatura delle sostanze chimiche basato sul Sistema Mondiale Armonizzato delle Nazioni Unite
DettagliClassificazione rifiuti alla luce del Reg. 1357/2014/UE e della Decisione 2014/955/Ue. Ing. Alessio Figini 13 aprile 2016. www.campoverde-group.
Classificazione rifiuti alla luce del Reg. 1357/2014/UE e della Decisione 2014/955/Ue Ing. Alessio Figini 13 aprile 2016 www.campoverde-group.com LE AREE DI CAMPOVERDE MISSION Offriamo soluzioni integrate
DettagliAGENTI CHIMICI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NELLE ATTIVITA DI VERNICIATURA a cura di Mariacristina Mazzari e Claudio Arcari
Dipartimento di Sanità Pubblica U.O. Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro AGENTI CHIMICI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NELLE ATTIVITA DI VERNICIATURA a cura di Mariacristina Mazzari e Claudio
DettagliLe misure di prevenzione
Prevenzione del rischio cancerogeno Piano mirato di prevenzione Applicazione del vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle attività di saldatura di acciai inox
DettagliDispositivi di Protezione Individuale (DPI)
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) Per D.P.I. si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo
DettagliRischio Biologico D.lgs. 81/08
Rischio Biologico D.lgs. 81/08 TITOLO X - ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI CAPO I - DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 266 - Campo di applicazione 1. Le norme del presente Titolo si applicano a tutte le attività
DettagliI simboli della Direttiva 67/548 che indicano rischio chimico. Esplosivo (E) Comburente (O) Estremamente infiammabile (F+) Facilmente infiammabile (F)
PRODOTTI CHIMICI - Pittogrammi utilizzati fino all'applicazione del nuovo Regolamento REACH, obbligatorio dal 1 dicembre 2010. Anche dopo quella data e' possibile trovarli in confezioni di sostanze chimiche
DettagliSCHEDA DEI DATI DI SICUREZZA
SCHEDA DEI DATI DI SICUREZZA Data di compilazione della scheda di sicurezza: 08/06/2015 Data di revisione della scheda di sicurezza: 25/03/2015 1. Identificazione della miscela e della società 1.1. Identificazione
DettagliPunto f Verniciatura, laccatura, doratura di mobili ed altri oggetti in legno con utilizzo complessivo di prodotti vernicianti pronti all uso non superiore a 50 kg/g Fasi tipiche di lavorazione - carteggiatura
DettagliNOVITA IN MATERIA DI SOSTANZE PERICOLOSE (REACH, CLP e Titolo IX Capi I e II D.Lgs.81/08) Relatore: Dr. Celsino Govoni Azienda USL di Modena
NOVITA IN MATERIA DI SOSTANZE PERICOLOSE (REACH, CLP e Titolo IX Capi I e II D.Lgs.81/08) Relatore: Dr. Celsino Govoni Azienda USL di Modena (c.govoni@ausl.mo.it) (cegovoni@regione.emilia-romagna.it) REACH,
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA
IDENTIFICAZIONE DEL E DELLA SOCIETÀ ( Nastro nero per famiglia Signum ); codice produzione BT SETTORE RICHIEDENTE PRODUTTORE Compuprint S.p.A. INDIRIZZO Via Martiri d'italia, 26-10014 Caluso - Torino -
DettagliSCHEDA DI INFORMAZIONI TECNICHE E DI SICUREZZA
SCHEDA DI INFORMAZIONI TECNICHE E DI SICUREZZA (DIRETTIVE CEE 88/379-93/112-D.M. SANITA' 28-1-92) 1. - IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA' RESPONSABILE DELL' IMMISSIONE IN COMMERCIO : Nome del
DettagliLe attività del Comitato Igiene Industriale
Le attività del Comitato Igiene Industriale Milano, 3 maggio 2016 La cooperazione con i Managers delle Imprese Associate: Comitato e Gruppo di Lavoro COMITATO IGIENE INDUSTRIALE (A. GELORMINI, Versalis)
DettagliCenni sul regolamento (CE) n. 1272/2008 (regolamento CLP)
Cenni sul regolamento (CE) n. 1272/2008 (regolamento CLP) (Classificazione, etichettatura, imballaggio delle sostanze e miscele) Dott. Ing. Mauro Malizia Comandante Provinciale COMANDO PROVINCIALE DEI
DettagliIl rischio chimico, cancerogeno e mutageno
Il rischio chimico, cancerogeno e mutageno Secondo il Titolo IX del D.Lgs. 81/08 e l Accordo Stato Regioni del 21/12/2011 Modulo 1 disposizioni generali SPP EPC Titolo IX del D.Lgs. 81/08 2 Titolo IX del
DettagliScheda dati di sicurezza Conforme a Direttiva 2001 / 58 / CE. 1. Identificazione della sostanza/preparazione e azienda
1. Identificazione della sostanza/preparazione e azienda Definizione del prodotto: Uso previsto: BREF MULTIUSO detergente multiuso per superfici dure Denominazione ditta: Henkel S.p.A. Via Barrella n 6
DettagliSCHEDA DATI DI SICUREZZA. : AMP : Ampicillin sodium : N. CAS : 000069-52-3
Pagina 1 Pericolo SEZIONE 1 Elementi identificatori della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto Identificazione del prodotto materia prima Codice del prodotto
DettagliTRATTAMENTI SUPERFICIALI DI ANODIZZAZIONE, ELETTRODEPOSIZIONE E/O ELETTROCHIMICI, FOSFATAZIONE DI SUPERFICI METALLICHE / METALLIZZATE
Allegato n. 6 TRATTAMENTI SUPERFICIALI DI ANODIZZAZIONE, ELETTRODEPOSIZIONE E/O ELETTROCHIMICI, FOSFATAZIONE DI SUPERFICI METALLICHE / METALLIZZATE SOMMARIO TRATTAMENTI SUPERFICIALI DI ANODIZZAZIONE, ELETTRODEPOSIZIONE
DettagliRischi da uso di fotocopiatori
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Rischi da uso di fotocopiatori M2 FORMAZIONE DEI LAVORATORI EX D.Lgs. 81/08 (art. 37) E ACCORDO STATO-REGIONI 21/12/2011 RIFERIMENTI NORMATIVI
DettagliNOME CHIMICO N CAS N EC IN % Sale potassico di acido grasso <2,5 Alchilossipolietilenossietanolo <2,5
1/5 1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA Denominazione del prodotto Tipologia di prodotto Destinazione d uso Formato Fornitore In caso di emergenza: MISCELATO DETERGENTE VARI FABER CHIMICA S.R.L.
DettagliScheda dati di sicurezza Conforme a ( CE ) n. 1907/2006-ISO
1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa Definizione del prodotto: Uso Previsto: Elementi identificatori della società/impresa: Responsabile della scheda di sicurezza: Numero
DettagliLa chimica dei prodotti usati nelle tintolavanderie. A cura della D.ssa Silvia Barra, chimico
La chimica dei prodotti usati nelle tintolavanderie A cura della D.ssa Silvia Barra, chimico Un po di sicurezza Schede di sicurezza: leggerle per lavorare in sicurezza e per sapere come usare, conservare
DettagliSALVANS NATURALHAIR BALSAMO CAPELLI NORMALI RIVITALIZZANTE
Scheda informativa prodotto cosmetico ad uso professionale SALVANS NATURALHAIR BALSAMO CAPELLI NORMALI RIVITALIZZANTE Data di compilazione: 19 aprile 2011 Data e numero di revisione: 1 febbraio 2012 1.
DettagliCICLI TECNOLOGICI. Produzione di carta, cartone e similari con utilizzo di materie prime non superiore a 1500 t/anno.
Attività in deroga D.Lgs. 152/06, Parte Quinta, Allegato IV, Parte II, punto 29 Allegato tecnico n. 29 Produzione di carta, cartone e similari con utilizzo massimo di materie prime non superiore a 1500
DettagliDGR X/1872 del 23 maggio 2014 Indirizzi per l applicazione delle migliori tecniche disponibili per la produzione dell acciaio
DGR X/1872 del 23 maggio 2014 Indirizzi per l applicazione delle migliori tecniche disponibili per la produzione dell acciaio Maria Teresa Cazzaniga Settore Attività Produttive e Controlli Origini della
Dettagli3M ITALIA S.P.A. VIA SAN BOVIO 1/3 I-20090 SEGRATE MI ITALY
Pagina 1 3M ITALIA S.P.A. VIA SAN BOVIO 1/3 I-20090 SEGRATE MI ITALY ======================================================================== Scheda di dati di sicurezza ========================================================================
DettagliRIFIUTI E DISCIPLINA ADR Corretta gestione durante il Trasporto su Strada
RIFIUTI E DISCIPLINA ADR Corretta gestione durante il Trasporto su Strada Bari 24 Giugno 2016 ICARO Srl -Vicolo Boni 7, 52044 Cortona AR +39 0575 638311 www.icarocortona.it icaro@icarocortona.it RIFIUTO
Dettagli4.2. Contatto con la pelle: Lavare la zona interessata con acqua e sapone delicato. Se necessario consultare il medico.
Importante: Prima dell'uso e dello smaltimento del prodotto leggere questa scheda di sicurezza ed informare collaboratori, clienti ed utilizzatori del prodotto. 1. Identificazione della sostanza/del preparato
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Sezione I - Identificazione del Prodotto e del Produttore. Sezione II - Composizione/Informazione sugli ingredienti
Scheda di Sicurezza per: Permlastic Base Kerr Italia SpA Nome Commerciale del Prodotto: Permlastic Base SCHEDA DI SICUREZZA ai sensi della Direttiva Comunitaria 91/155 Sezione I - Identificazione del Prodotto
DettagliL-Arginina PB 1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato
1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato Denominazione: L-Arginina 1.2 Nome della societá o ditta: PANREAC QUIMICA, S.A. E
DettagliSCHEDE DI SICUREZZA ai sensi del regolamento 1907/2006/CE, Articolo 31
SCHEDE DI SICUREZZA ai sensi del regolamento 197/26/CE, Articolo 31 SEZIONE 1: Identificazione della sostanza o della miscela e della società/impresa 1.1. Identificatore del prodotto Nome prodotto 1.2.
DettagliClassificazione dei Rifiuti
Classificazione dei Rifiuti Classi di Pericolo H4 H8 2010 6 ottobre Legislazione Legislazione di riferimento : D.Lgs. n 152 del 03/04/2006 Norme in materia ambientale Direttiva CEE n 548 del 27/06/1967
DettagliQuantità annua di prodotto utilizzata (kg/a) % RS. Totale
ALLEGATO C Indicazioni per la predisposizione della documentazione tecnica aggiuntiva per impianti/attività che utilizzano composti organici volatili di cui all articolo 275 del D.Lgs. 152/2006. La presente
DettagliAdempimenti di carattere amministrativo
CHECK-LIST CONTROLLI CARROZZERIE Adempimenti di carattere amministrativo L impianto è dotato di autorizzazione alle emissioni in atmosfera Il Gestore ha presentato domanda ai sensi del D. Lgs. 152/2006
DettagliFS q-force ita 07-09 20/10/10 10:55 Pgina 1 C M Y CM MY CY CMY K CARTA DI SICUREZZA Q-FORCE. Composicin
FS q-force ita 07-09 20/10/10 10:55 Pgina 1 CARTA DI SICUREZZA Q-FORCE FS q-force ita 07-09 20/10/10 10:55 Pgina 2 Q-FORCE 1.- IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA O PREPARATO E DELLA SOCIETÀ O IMPRESA 1.1 Identificazione
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO II DI SELVAZZANO
PROCEDURA 07 PER IL CONTROLLO DELLE SOSTANZE PERICOLOSE Per utilizzo di prodotti chimici si intende, nel caso della scuola, l utilizzo di prodotti per le pulizie. Altri prodotti sono vietati. Si ricorda
DettagliCommissione Consultiva Permanente per la Salute e Sicurezza sul Lavoro Comitato 9 Sottogruppo Agenti Chimici. Pag. 1 di 78
2012 Criteri e strumenti per la valutazione e la gestione del rischio chimico negli ambienti di lavoro ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. (Titolo IX, Capo I Protezione da Agenti Chimici e Capo II
DettagliLA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA
LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA IL RISCHIO CHIMICO protocollo d intesa 5 febbraio 2015 ASL Brescia ASL Vallecamonica Sebino - Direzione Territoriale del Lavoro Ufficio Scolastico
DettagliI s t i t u to S u p eriore di Sanità Centro Nazionale Sostanze Chimiche
ALLEGATO VI REQUISITI GENERALI PER LA CLASSIFICAZIONE E L'ETICHETTATURA DI SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI ETICHETTATURA 7.1. Dopo che una sostanza o un preparato sono stati classificati, l'etichetta da
DettagliScheda dei Dati di Sicurezza Secondo le Direttive 91/155/CEE
1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato Denominazione: Ammonio Idrogeno Carbonato 1.2 Nome della societá o ditta: PANREAC
DettagliSUBSISTEMA O COMPONENTE INTERESSATO
a) Lavori di manutenzione ordinaria: -a1. PULIZIA DEGLI ELEMENTI TECNICI Informazioni necessarie da determinarsi affinché siano tutelate la sicurezza e la salute durante l esecuzione della sopraddetta
DettagliRELAZIONE TECNICA AI SENSI DELL ART 6 / 15 c.1 lett. A) / 15 c.1 lett. B. DEL D.P.R. 203/88
RELAZIONE TECNICA AI SENSI DELL ART 6 / 15 c.1 lett. A) / 15 c.1 lett. B. DEL D.P.R. 203/88 INDICE 1. IDENTIFICAZIONE DELLO STABILIMENTO (V. NOTA 1)... 2 2. DATI PRODUTTIVI (V. NOTA 2)... 3 MATERIE PRIME
DettagliScheda dei Dati di Sicurezza Secondo le Direttive 91/155/CEE H 6
251333 Fucsina Basica Fenicata soluzione secondo Ziehl DC 1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato Denominazione: Fucsina Basica
DettagliLOZIONI ALCOLICHE PER CAPELLI
SCHEDA INFORMATIVA PRODOTTO COSMETICO AD USO PROFESSIONALE LOZIONI ALCOLICHE PER CAPELLI INFORMAZIONI GENERALI Nome commerciale: Descrizione prodotto: Azienda: TECHNIQUE SYSTEM ENERGY LOZIONE ANTICADUTA
DettagliCOME SI CLASSIFICANO LE CABINE DI VERNICIATURA?
r COME SI CLASSIFICANO LE CABINE DI VERNICIATURA? Negli ultimi mesi sono giunte in redazione diverse richieste da parte degli operatori del settore (vedi ad esempio la lettera pubblicata nella pagina a
DettagliNorme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di coincenerimento
ALLEGATO 2 Norme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di coincenerimento A. VALORI LIMITE DI EMISSIONE IN ATMOSFERA 1. Formula di miscelazione La seguente formula di miscelazione deve
DettagliScheda dei Dati di Sicurezza Secondo le Direttive 91/155/CEE
1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato Denominazione: Potassio Idrogeno Ossalato 1.2 Nome della societá o ditta: PANREAC
DettagliIl D.Lgs. 9 Aprile 2008 n. 81 e il D.Lgs. 3 Agosto 2009 n. 106
Il D.Lgs. 9 Aprile 2008 n. 81 e il D.Lgs. 3 Agosto 2009 n. 106 Il legislatore ha realizzato ciò che si era proposto da oltre venti anni, e cioè la realizzazione di un unico testo normativo in materia di
DettagliFOCUS PRODOTTI CHIMICI
FOCUS PRODOTTI CHIMICI SDS S.Croce sull Arno, 5 marzo 2013 SDS - RUOLO ED UTILIZZO Le schede di sicurezza sono la principale FONTE DI INFORMAZIONE per il controllo e la gestione dei pericoli, compresi
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Direttiva CEE 91/155
SCHEDA DI SICUREZZA Direttiva CEE 91/155 1.0 IDENTIFICAZIONE PRODOTTO E SOCIETA' 1.1 Nome commerciale ALG 5-MB 1.2 Impieghi Addensante per stampa. 1.3 Produttore ed assistenza DATT CHIMICA SRL Via Clerici,
DettagliPrevenzione e Sicurezza - Rischio Atex in ambiente di lavoro Lista di controllo per la verifica dell applicazione del Titolo XI del D.Lgs.
Prevenzione e Sicurezza - Rischio Atex in ambiente di lavoro Lista di controllo per la verifica dell applicazione del Titolo XI del D.Lgs. 81/08 data operatore/i Ragione Sociale, Indirizzo, timbro dell
DettagliScheda dati di sicurezza Conforme a (CE) n. 1907/2006-ISO 11014-1
1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa Definizione del prodotto: Uso previsto: Elementi identificatori della società/impresa: Responsabile della scheda di sicurezza: Numero
DettagliRedatto in conformità all allegato 2 del regolamento REACH n 1907/2006 e del regolamento CLP n 1272/2008 HELMET FRESH
Data ultima revision: 27/08/2013 Versione: 2 HELMET FRESH 1) SEZIONE 1 : IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETA 1.1 Identificazione del prodotto: HELMET FRESH (Disinfettante per casco da sci), art.
DettagliScheda di Sicurezza BRADOPHEN 100 M. 1. Identificazione della Sostanza / Preparazione e del Produttore / Distributore
1. Identificazione della Sostanza / Preparazione e del Produttore / Distributore Identificazione della sostanza o preparazione Nome del Prodotto Bradophen 100 M N Riferimento 1218920 Settore di impiego
DettagliRISCHIO CHIMICO PERICOLO CHIMICO: La proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi.
RISCHIO CHIMICO 1 PERICOLO CHIMICO: La proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi. RISCHIO CHIMICO: La probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni
DettagliAppuntatrice mod
Appuntatrice mod. 400480 N matricola: 400480-001 Anno di Costruzione: 2009 Manuale Uso e Manutenzione Copyright Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, modificata, trascritta o tradotta
DettagliMaster Srl Via Saviabona 113/G Cavazzale di Monticello Conte Otto (VI) Partita IVA Numero REA VI
1. IDENTIFICAZIONE DEL PRODOTTO E DELLA SOCIETÀ 1.1 NOME COMMERCIALE PLAST215 1.2 TIPO DI PRODOTTO ED IMPIEGO Lega non ferrosa per il settore orafo e argentiero 1.3 NUMERO TELEFONICO DI CHIAMATA URGENTE
DettagliScheda dei Dati di Sicurezza Secondo le Direttive 91/155/CEE. S.xH 2. ClN 3 H 18
1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato Denominazione: Blu di Metilene Alcalino 1.2 Nome della societá o ditta: PANREAC QUIMICA,
DettagliSCHEDA DI DATI DI SICUREZZA
Data di preparazione 15-mar-2011 Numero di revisione 1 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/DEL PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/DELL'IMPRESA Nome del prodotto Cat No. Sinonimi Utilizzi raccomandati AN0025 himici
DettagliScheda dei Dati di Sicurezza Secondo le Direttive 91/155/CEE
1. Identificazione della sostanza/preparato e della societá o ditta 1.1 Identificazione della sostanza o del preparato Denominazione secondo l allegato I: Sodio Carbonato anhidro 1.2 Nome della societá
DettagliRAPPORTO DI PROVA N
RAPPORTO DI PROVA N 100136-001 Data emissione 18/06/201 SPETT. GEOGOMME SPA Via Torino, 33 0100 FIRENZE (FI) Tipo campione Data ricevimento campione Codice CER dichiarato dal produttore Rifiuto 18/06/201
DettagliDOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE ALLA DOMANDA ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA ELABORATI GRAFICI
DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE ALLA DOMANDA ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA Ditta Legale Rappresentante Stabilimento (indirizzo) ELABORATI GRAFICI 1) Stralcio mappa topografica dettagliata con evidenziato il perimetro
DettagliCLP- ADR- RIFIUTI: Criteri di classificazione a confronto
CLP- ADR- RIFIUTI: Criteri di classificazione a confronto RAMSPEC 2016 Dr. Paola Ulivi Le normative sul trasporto di merci pericolose e in particolare l ADR, hanno implementato da subito il sistema GHS
DettagliRISCHIO CHIMICO - Legislazione Decreto Legislativo 2 febbraio 2002, n 25
RISCHIO CHIMICO - Legislazione Decreto Legislativo 2 febbraio 2002, n 25 Art. 72-bis (Campo di applicazione): ( ) Il datore di lavoro determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro
DettagliI liquidi contenuti all interno delle sigarette elettroniche: Principali obblighi di classificazione, imballaggio, etichettatura
I liquidi contenuti all interno delle sigarette elettroniche: Principali obblighi di classificazione, imballaggio, etichettatura alla luce delle novità dei Regolamenti REACH e CLP Servizio Tecnico API
DettagliScheda dati di sicurezza Conforme a ( CE ) n. 1907/2006-ISO
SDS n.: 228604 WCEE07000041 Revisione del: 1. Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa Denominazione del prodotto: Uso previsto: Elementi identificatori della società/impresa Responsabile
DettagliSi trasmette in allegato, per le delegazioni, il documento D043371/02.
Consiglio dell'unione europea Bruxelles, 18 marzo 2016 (OR. en) 7253/16 ENV 177 NOTA DI TRASMISSIONE Origine: Commissione europea Data: 17 marzo 2016 Destinatario: n. doc. Comm.: D043371/02 Oggetto: Segretariato
DettagliSCHEDA DI SICUREZZA. Secondo il regolamento REACH (EC) No. 1907/2006 del Parlamento europeo. profilo distanziatore prodotto da acciaio inossidabile
SCHEDA DI SICUREZZA Secondo il regolamento REACH (EC) No. 1907/2006 del Parlamento europeo 1. Indicazione della sostanza/preparato e della ditta: Nome prodotto: Utilizzo: CHROMATECH ULTRA profilo distanziatore
DettagliPROGETTAZIONE E SICUREZZA DEI LUOGHI DI LAVORO. Valutazione del rischio chimico: il programma Mo. Va. Risch.
Università degli Studi di Firenze Facoltà di Ingegneria PROGETTAZIONE E SICUREZZA DEI LUOGHI DI LAVORO Valutazione del rischio chimico: il programma Mo. Va. Risch. D.Lgs. del 19 settembre 1994 n 626: Titolo
DettagliMANUALE USO E MANUTENZIONE
MANUALE USO E MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE I materiali con i quali è stato realizzato il serramento determinano la qualità e conseguentemente le prestazioni e la durata nel tempo. Le caratteristiche
DettagliTABELLA II...1 FASI LAVORATIVE 1 TABELLA III...1 MATERIE PRIME 1
Allegato Tecnico 2 PREPARAZIONE E PULIZIA DI SUPERFICI MEDIANTE EFFETTUAZIONE DI OPERAZIONI DI ASPORTAZIONE MECCANICA E CHIMICA (UTILIZZO DI C.I.V.) DI CONTAMINANTI E LAVORAZIONI MECCANICHE IN GENERE SOMMARIO
DettagliDECRETO LEGISLATIVO 15 febbraio 2016, n. 39
DECRETO LEGISLATIVO 15 febbraio 2016, n. 39 Attuazione della direttiva 2014/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, che modifica le direttive 92/58/CEE, 92/85/CEE, 94/33/CE,
DettagliAttività ispettiva sul territorio
Attività ispettiva sul territorio ASL LATINA - DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DOTT. CHIM. CARLO MUSCARELLA Piano Regionale dei Controlli 2016 Lazio Forum per lo scambio di informazioni sull'applicazione ECHA
DettagliCORSO DI FORMAZIONE Art. 37, comma 2, D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011. g Antonio Giorgi RSPP
I.C. A. VOLTA Via Botticelli, 31 04100 Latina CORSO DI FORMAZIONE Art. 37, comma 2, D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011 Ing. g Antonio Giorgi g RSPP Il Decreto legislativo 9 aprile
DettagliOlio idraulico HF- 95
Olio idraulico HF- 95 Scheda dati di sicurezza conforme al regolamento (CE) n. 453/2010 Data di pubblicazione: 02/03/2004 Data di revisione: 10/02/2015 Sostituisce: 24/02/2012 Versione: 4.0 SEZIONE 1:
DettagliL attività analitica dell ARPA: Rischio chimico, modalità organizzative ed analitiche di prevenzione
L attività analitica dell ARPA: Rischio chimico, modalità organizzative ed analitiche di prevenzione La Valutazione del rischio da esposizione ad agenti chimici Napoli 6 e 7 luglio 2006 Dr. Vincenzo Infantino
DettagliInterventi di adeguamento alle B.A.T. AREA PRODUZIONE E RIVESTIMENTO TUBI
Interventi di adeguamento alle B.A.T. AREA PRODUZIONE E RIVESTIMENTO TUBI CODICE: TB.1 INTERVENTO: Realizzazione nuovo impianto di trattamento acque del TUL/1 COMPARTO AMBIENTALE PRINCIPALE: Scarichi idrici
Dettagli