Niente trielina né NPB per il lavaggio

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1 Niente trielina né NPB per il lavaggio I soliti furbetti dell impiantino continuano a proporre macchine di lavaggio funzionanti con tricloroetilene (trielina) e npb (normal propil bromuro) a utilizzatori ignari (forse..) del fatto che per queste sostanze i limiti alle emissioni e i requisiti minimi degli impianti sono talmente restrittivi da non poter essere rispettati A cura della Redazione Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 13

2 UNA LEGGE UGUALE PER TUTTI Il DPR 59/2013 ha rappresentato un importante spinta agli Enti locali, per rendere più omogenei i limiti delle autorizzazioni per le emissioni in atmosfera, che hanno contribuito a creare un oggettiva condizione di concorrenza sleale tra le aziende che sul territorio nazionale sono soggette a limiti differenziati. I LIMITI DEL LAVAGGIO INDU- STRIALE I limiti indicati nell Allegato 1 al DPR 59/2013 si applicano formal- mente solo nelle Regioni e Province che non hanno predisposto l autorizzazione in via generale (o non l hanno prevista per tutte le attività/lavorazioni indicate al punto II dell Allegato IV alla parte quinta del D. Lgs. 152/2006), ma rappresentano comunque per tutti un indirizzo importante, soprattutto perché vengono approfonditi nel dettaglio gli elementi che caratterizzano le emissioni e le modalità tecniche che consentono di ridurle, arrivando a descrivere le caratteristiche costruttive degli impianti. Per il settore del lavaggio industriale i limiti di riferimento sono descritti al punto m) della Parte Quinta, Allegato IV, Parte II del D.Lgs. 152/06, che riguarda le attività in deroga, tra cui le attività di Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di solventi non superiore a 10 kg/ giorno, che si possono così schematizzare. Ambito di applicazione Le prescrizioni riguardano le operazioni di sgrassaggio superficiale di metalli con consumo complessivo di solventi non superiore a 10 Tabella 1 - Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche Fasi di provenienza Sostanze inquinanti Limiti Tipologia impianto di abbattimento Note A, B, COV Tipologia di COV [*] Flusso di massa Concentrazione Alogenati con frase di rischio H g/h 20 mg/nm 3 AC.RI.01 AC.RE.01 AC.RE.02 1,2, Diversi da quelli sopra 200 g/h 75 mgc/nm 3 PC.C.01 4 PC.T.01 PC.T.02 Inquinante Limite C, D CIV Aerosol Alcalini espressi come NaOH 5 mg/nm 3 CI -1 come acido cloridrico 5 mg/nm 3 AU.SV.01 NO x come acido nitrico 5 mg/nm 3 AU.ST.02 SO4-2 come acido solforico 2 mg/nm 3 AU.ST.03 F -1 come acido fluoridrico 2 mg/nm 3 PO4-3 come acido fosforico 2 mg/nm 3 14 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015

3 kg/giorno. Va sottolineato che nel caso si utilizzi percloroetilene o cloruro di metilene (già classificati con la frase di rischio R40, diventata ora H351), per quantitativi superiori a kg/anno (equivalenti a circa 5 kg/giorno) l autorizzazione può essere richiesta solo in via ordinaria (art. 275 D.Lgs. 152/2006). Lo stesso discorso vale nel caso si utilizzi tricloroetilene (trielina), classificata H350 (può provocare il cancro), o npb (normal propil bromuro), già classificato con la frase di rischio R60 (può ridurre la fertilità), diventata ora H360FD (può nuocere alla fertilità. Sospettato di nuocere al feto). Le prescrizioni riguardano anche lo sgrassaggio superficiale di metalli con detergenti e/o soluzioni privi di solventi. Il gestore può richiedere adesione ad uno specifico allegato tecnico, qualora intenda svolgere l attività descritta nella dicitura dello stesso. La norma definisce le varie fasi lavorative, le materie prime impiegate, le prescrizioni generali e i requisiti costruttivi degli impianti, sia a circuito chiuso, sia aperti. Fasi lavorative Sgrassaggio con utilizzo di prodotti a base di COV con presenza di alogeni. Sgrassaggio con utilizzo di prodotti a base COV senza presenza di alogeni. Pulizia con detergenti in soluzione acquosa. Pulizia con utilizzo di soluzioni a base di acidi o basi. Materie prime 1. Detergenti in soluzione acquosa. 2. Detergenti a base di COV con presenza di alogeni. 3. Detergenti a base di COV senza presenza di alogeni. 4. Soluzioni di acidi o di basi. Concorrono al limite di 10 kg/ giorno i COV contenuti nelle materie prime indicate nei punti 2 e 3. Prescrizioni generali (vedi tab. 1) 1) Non sono ammessi prodotti contenenti COV classificati con le seguenti frasi di rischio: H350, H340, H350i, H360F, H360F, H341 (quindi non possono essere autorizzati né la trielina, né l npb). 2) Per effluenti gassosi contenenti COV, il limite in concentrazione è da verificare, qualora non venga rispettato il limite imposto come flusso di massa. 3) Valutazione della conformità dell emissione (applicabili per impianti aperti utilizzanti sgrassaggi a base acquosa o di natura acida). Per gli impianti con portata effettiva inferiore a m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca, per la conformità dell emissione dovrà essere considerato solo ed esclusivamente il valore analitico, senza applicazione di alcun fattore di correzione. Per gli impianti con una portata effettiva superiore a m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca, per la conformità dell emissione dovrà essere utilizzata la seguente formula: Ci = A/AR * C Ci è la concentrazione dell inquinante da confrontare con il valore limite imposto; C è la concentrazione dell inquinante rilevata in emissione, espressa in mg/nm 3 ; A è la portata effettiva dell aeriforme in emissione, espressa in m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca; AR è la portata di riferimento dell aeriforme, espressa in m 3 /h per ogni m 2 di superficie libera della vasca e determinata in 1400 m 3 /h; N.B. Per il calcolo della superficie totale dell impianto, si dovrà tenere conto esclusivamente delle vasche con superficie libera che, per composizione e/o per modalità operative, determinano emissioni (ad esempio temperatura di esercizio maggiore di 30 C, presenza di composti chimici in soluzione, insufflaggio di aria per agitazione, ecc.). Il valore della portata di riferimento per ogni metro quadrato di superficie libera, potrà essere considerato pari a 700 Nm 3 /h nei casi in cui l impianto sia dotato di REVISIONE ACGIH PER L NPB L associazione degli igienisti americani (ACGIH), che annualmente redige l elenco dei TLV delle sostanze chimiche, nelle proposte di modifica del 2014 ha inserito l npb (1-Bromopropano cas ). La proposta prevede un abbassamento del TLV/TWA a 10ppm e la modifica di classificazione A3 (cancerogeno riconosciuto per l animale, con rilevanza non nota per l uomo, tossicità sullo sviluppo). Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 15

4 vasche provviste di dispositivi idonei a diminuire l evaporazione o di copertura totale (tunnel) e relativo presidio aspirante. 4) L impianto/sistema di abbattimento dovrà obbligatoriamente essere: installato autonomamente qualora non sia rispettato quanto previsto alla voce Limiti, riportata nel paragrafo Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche ; individuato nell ambito della voce Tipologia impianto di abbattimento, riportata nel paragrafo Sostanze inquinanti e prescrizioni specifiche ; conforme alle caratteristiche indicate da una delle schede identificative. Requisiti costruttivi minimi degli impianti a circuito chiuso Per impianto di lavaggio a circuito chiuso s intende: un impianto che durante le fasi di lavaggio dei pezzi (eseguite per immersione, a spruzzo e in vapori di solvente) non determini emissioni di solvente né in atmosfera né in ambiente di lavoro; un impianto che durante le fasi di distillazione del solvente, recupero del solvente a mezzo condensazione, adsorbimento del solvente su eventuali carboni attivi (deodorizzazione camera di lavaggio), desorbimento dei carboni attivi, non determini emissioni di solvente né in atmosfera né in ambiente di lavoro. un impianto che può generare emissioni durante la fase di produzione del vuoto (ove applicabile) e la fase di carico/ scarico dei pezzi, limitatamente al periodo di apertura del portello di carica; un impianto provvisto di camino di scarico in atmosfera, in accordo con le autorizzazioni regionali. I requisiti minimi sono i seguenti: sistema di recupero per condensazione funzionante a temperatura adeguata rispetto al solvente utilizzato (ad esempio per il percloroetilene la temperatura del fluido refrigerante deve essere compresa tra - 25 e - 28 C); sistema di recupero del solvente a carbone attivo per impianti con camera di lavaggio di dimensioni maggiori di 0,6 m 3 ; sistema di regolazione che consenta di modificare i tempi delle fasi del processo di lavaggio, e in particolare della fase di asciugatura, in funzione della conformazione dei pezzi da lavare; sistema idraulico che consenta il carico del solvente fresco e lo scarico del residuo di distillazione in circuito chiuso, escludendo operazioni ma- TRIELINA E NPB SOGGETTI A RESTRIZIONE SECONDO L ALLEGATO XVII REACH Il tricloroetilene (trielina) è stato inserito ufficialmente nell Allegato XIV del Reach, precisamente trielina con il Regolamento UE n. 348/2013 del 17 aprile 2013, pubblicato sulla GUCE del L uso di tricloroetilene sarà subordinato a una specifica autorizzazione rilasciata dall ECHA (European Chemical Agency), la quale potrà rilasciare la predetta autorizzazione sulla base di motivate richieste che prevedano: la redazione di un dossier sulla sicurezza chimica e sulla valutazione dei rischi; un analisi delle possibili sostanze alternative; un analisi socio economica. A partire dal 21 aprile 2016 il tricoloroetilene potrà quindi essere usato solo su specifica autorizzazione, e nel rispetto delle condizioni poste all interno dell autorizzazione stessa, se rilasciata. Si rammenta che le restrizioni comunitarie sull uso di tricloroetilene sono motivate dalle caratteristiche tossicologiche della sostanza stessa, classificata cancerogena di categoria 1 B, ovvero sostanza che può provocare il cancro. L'NPB ("Repr. 1B4") è anch'esso considerato SVHC (sostanza molto pericolosa), quindi destinato a entrare nell Allegato XIV del Reach, per cui subirà il medesimo percorso del tricloretilene. 16 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015

5 TRIELINA: VECCHIA ETICHETTATURA Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato I Direttiva 67/548/EEC) Numero Indice: Classificazione: Carc. Cat. 2; R45 - Muta. Cat. 3; R68 - R67 - Xi; R36/38 - R52-53 Frasi di rischio: Codice R36 R38 R45 R52 R53 R67 Descrizione Irritante per gli occhi. Irritante per la pelle. Può provocare il cancro. Nocivo per gli organismi acquatici. Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico. L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini. Consigli di prudenza: Codice S45 S53 S61 Descrizione In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l'etichetta). Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso. Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/ schede informative in materia di sicurezza Codice Descrizione Immagine Indicazioni di pericolo: T Tossico TRIELINA: NUOVA ETICHETTATURA Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato VI parte 3 del Regolamento CE 1272/2008 e successivi aggiornamenti) Numero Indice Nome Sostanza trichloroethylene; trichloroethene Classe e categoria di pericolo: Carc. 1B Muta. 2 Eye Irrit. 2 Skin Irrit. 2 STOT SE 3 Aquatic Chronic 3 Indicazioni di pericolo: H350 H341 H319 H315 H336 H412 Classe e categoria di pericolo Avvertenza Descrizione Cancerogenicità Categoria di pericolo 1B Pericolo H350 - Può provocare il cancro (indicare la via di esposizione se è accertato che nessun'altra via di esposizione comporta il medesimo rischio). Mutagenicità sulle cellule germinali Categoria di pericolo 2 Lesioni oculari gravi/irritazione oculare Categoria di pericolo 2 Corrosione/irritazione cutanea Categoria di pericolo 2 Attenzione Attenzione Attenzione Tossicità specifica per organi bersaglio - esposizione singola Categoria di pericolo 3 Attenzione Pericoloso per l ambiente acquatico - pericolo cronico, categoria 3 - H341 - Sospettato di provocare alterazioni genetiche (indicare la via di esposizione se è accertato che nessun'altra via di esposizione comporta il medesimo pericolo). H319 - Provoca grave irritazione oculare. H315 - Provoca irritazione cutanea. H336 - Può provocare sonnolenza o vertigini. H412 - Nocivo per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata. Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 17

6 NPB: VECCHIA ETICHETTATURA Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato I Direttiva 67/548/EEC) 1-bromopropano; n-propil bromuro Numero d Indice Numero CE Numero CAS Simboli Frasi di rischio (secondo la vecchia classificazione) R11: Altamente infiammabile R60: Può ridurre la fertilità R63: Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati F; Altamente infiammabile R48/20: Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione R36/37/38: Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle R67: L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini T; Tossico npb: NUOVA ETICHETTATURA (Regulation 1272/2008) Classificazione e informazioni di etichettatura (Allegato VI parte 3 del Regolamento CE 1272/2008 e successivi aggiornamenti) H225: Liquido e vapori facilmente infiammabili Flammable gases H360FD: Può nuocere alla fertilità. Sospettato di nuocere al feto. H373 : Può provocare danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta H319: Provoca grave irritazione oculare Respiratory sensitisation 18 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015

7 nuali eseguite con recipienti aperti (evitando stoccaggi anche temporanei in contenitori aperti destinati alla raccolta dei residui); sistema di asciugatura del truciolo, sia esso raccolto in botte o separato in appositi filtri, eseguito senza movimentazione manuale dello stesso fino ad avvenuta asciugatura; stoccaggio del solvente fresco e dei reflui di distillazione in recipienti chiusi; accurata gestione del processo eseguita, se possibile, attraverso manutenzione programmata; sistema di aspirazione che tenga in depressione il distillatore nel corso delle operazioni di manutenzione, con annesso trattamento degli sfiati a carico del circuito di recupero del solvente. I requisiti e le modalità operative ritenute utili a contenere ulteriormente le emissioni sono le seguenti: rilevatore della concentrazione residua di solvente nella camera di lavaggio che dia il consenso all apertura del portello di carica solo al raggiungimento di una concentrazione di solvente residuo nella camera stessa inferiore a 1 g/ m 3 ; distillazione che consenta, anche attraverso l intervento discontinuo (a batch ), di conseguire un tenore di solvente nel refluo inferiore al 10% in peso; sistema sotto vuoto per pezzi di difficile asciugatura. Requisiti costruttivi minimi degli impianti aperti Gli impianti devono essere obbligatoriamente dotati di: sistema di recupero del solvente mediante carbone attivo, con efficienza minima del 90%; sistema di regolazione che consenta di modificare i tempi delle fasi del processo di lavaggio, e in particolare della fase di asciugatura, in funzione della conformazione dei pezzi da lavare; sistema idraulico che consenta il carico del solvente fresco e lo scarico del residuo di distillazione in circuito chiuso, escludendo operazioni manuali eseguite con recipienti aperti (evitando stoccaggi anche temporanei in contenitori aperti destinati alla raccolta dei residui); stoccaggio del solvente fresco e dei reflui di distillazione in recipienti chiusi; accurata gestione del processo eseguita, se possibile, attraverso manutenzione programmata. Viene inoltre segnalato, come requisito ritenuto utile a contenere ulteriormente le emissioni, una distillazione che consenta, anche attraverso l intervento discontinuo (a batch ), di conseguire un tenore di solvente nel refluo inferiore al 10% in peso. LIMITI ALL UTILIZZO DELLE SOSTANZE CANCEROGENE E TERATOGENE Le procedure sull impiego dei prodotto etichettati H350, H340, H350i, H360F, H360F, H341 (in cui sono inclusi trielina e npb) sono indicate in vari tipi di norme. Non vi è alcun divieto d uso, purché ci si attenga alle norme previste dalla legislazione vigente in materia di sicurezza sul posto di lavoro, che prevede standard severi e rigidi controlli per tutte le applicazioni del prodotto, al fine di ridurre il rischio di esposizione dei lavoratori. Ricordiamo che le norme in materia richiedono espressamente che i datori di lavoro riducano l impiego di un agente cancerogeno sul luogo di lavoro, in particolare sostituendolo, sempre che ciò sia tecnicamente possibile, con una sostanza, un preparato o un procedimento che, nelle condizioni in cui viene utilizzato, non sia o sia meno nocivo alla salute o, eventualmente, alla sicurezza dei lavoratori. E quindi evidente la pressione del legislatore per la sostituzione dei cancerogeni, anche se la raccomandazione è vincolata alla sostituibilità tecnica, il che lascia spazio a interpretazioni soggettive. La giurisprudenza ha però dimostrato che, in caso di contenzioso legale, è stato sufficiente avere le prove che, per lavorazioni similari, erano disponibili tecnologie alternative efficaci, per condannare il datore di lavoro che non le aveva applicate. Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 19

8 Per quanto riguarda il settore del lavaggio, allo stato attuale dell arte, i casi in cui la trielina e l npb siano tecnicamente insostituibili sono talmente rari (limitati forse a qualche specifico capitolato militare) che risulterebbe impossibile sostenere questa tesi con successo in sede di giudizio. Le aziende che impiegano sostanze cancerogene e teratogene, devono evitare ogni tipo di esposizione; infatti le norme vigenti prevedono che se non è tecnicamente possibile sostituire l agente cancerogeno con una sostanza, un preparato o procedimento che, nelle condizioni in cui viene utilizzato, sia meno nocivo alla salute o alla sicurezza, i datori di lavoro provvedono affinché la produzione e l utilizzazione dell agente cancerogeno avvengano in un sistema chiuso, sempre che ciò sia tecnicamente possibile. Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente possibile, i datori di lavoro provvedono affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile. Ovunque siano impiegati degli agenti cancerogeni, i datori di lavoro sono tenuti ad applicare tutte le seguenti misure: limitazione delle quantità sul luogo di lavoro; massima riduzione possibile del numero dei lavoratori esposti; concezione dei processi lavorativi e delle misure tecniche in modo che sia evitata o ridotta al minimo l emissione di agenti cancerogeni nel luogo di lavoro; estrazione dei vapori o ventilazione generale adeguate, compatibili con la necessità di tutelare la salute pubblica e l ambiente; impiego di metodi appropriati per la misurazione degli agenti cancerogeni, in particolare per l individuazione precoce delle esposizioni anormali causate da incidente; applicazione di procedure e metodi di lavoro adeguati; misure di protezione collettive e/o, nei casi in cui l esposizione non possa essere evitata con altri mezzi, misure di protezione individuale; misure d igiene, segnatamente la pulizia periodica dei pavimenti, dei muri e delle altre superfici; informazione dei lavoratori; delimitazione delle aree a rischio e impiego di adeguati segnali d avvertimento e di sicurezza; introduzione di dispositivi per i casi di emergenza che possono comportare esposizioni anormalmente elevate; mezzi necessari per l immagazzinamento, la manipolazione ed il trasporto in condizioni di sicurezza della sostanza cancerogena; mezzi necessari per la raccolta, l immagazzinamento e lo smaltimento in condizioni di sicurezza dei residui da parte dei lavoratori. LA RESPONSABILITA DEGLI UTILIZZATORI DI IMPIANTI Per le aziende che hanno a cuore la sicurezza dei loro dipendenti, l acquisto di nuove macchine a trielina e npb, essendo ben note a tutti queste premesse, è un atto che non esitiamo a definire irresponsabile. Le difficoltà tecnologiche che oggettivamente vanno tenute in considerazione quando si procede alla sostituzione di una sostanza ampiamente utilizzata (che non può essere immediata, ma che non può nemmeno essere procrastinata per il proprio comodo), non possono essere un alibi per le imprese: le soluzioni alternative esistono, per cui devono essere prese in considerazione, indipendentemente da ragioni economiche che sono inaccettabili quando è in gioco la salute dei lavoratori. 20 Metal Cleaning & Finishing Anno XXI - n.83 - Luglio - Agosto - Settembre 2015

9 Depurazione aria Lavaggio LA RESPONSABILITA DEI COSTRUTTORI DI IMPIANTI La normativa italiana, pur scoraggiando l impiego delle sostanze pericolose, non ne vieta l impiego, ovviamente se vengono utilizzate attrezzature adeguate, se il personale è perfettamente informato sui rischi e quindi opera in conformità alle corrette linee di igiene del lavoro (utilizzo di sistemi chiusi, sistemi di riciclaggio ermetici, area di lavoro ventilate). In Italia sono ancora numerosi gli utilizzatori che impiegano trielina e npb e di questi la maggior parte utilizza ancora sistemi che, pur essendo carenati, vanno considerati aperti, per cui ben difficilmente garantiscono condizioni di sicurezza per i lavoratori e di compatibilità ambientale verso l esterno, che possono essere considerate accettabili rispetto ai limiti previsti. E quindi indispensabile rivedere tutte le procedure produttive e di sicurezza interne all azienda, tenendo conto del fatto che esistono già, nella maggior parte dei casi, valide alternative. La tendenza dei legislatori comunitari e nazionali è palesemente quella di spingere il più possibile verso l eliminazione e la sostituzione delle sostanze pericolose (pur senza proibirne esplicitamente la produzione, la vendita e il consumo) o, per lo meno, verso una drastica riduzione dei consumi; quest ultima prospettiva non può che passare attraverso l utilizzo delle migliori tecniche e tecnologie disponibili e attraverso le prescrizioni sulla sicurezza degli impianti (nel caso specifico, la EN parte 4). L abbinamento delle precedenti indicazioni operative (controllo delle emissioni, sicurezza degli impianti, igiene del lavoro, uso delle BAT) dovrebbe pertanto portare gli impiantisti a privilegiare l uso di impianti di lavaggio ermetici, in cui il contatto tra solvente ed ambiente dovrebbe avvenire solo ed esclusivamente durante il breve periodo di tempo necessario all estrazione del carico a fine ciclo di sgrassaggio. Tutte le altre operazioni dovrebbero avvenire a circuito chiuso: travasi di solvente liquido sporco e/o pulito; captazione, aspirazione ed abbattimento dei vapori di solvente; asciugatura dei pezzi; scarico dei residui di distillazione. Premesso che ci permettiamo di nutrire seri dubbi sulla capacità di rispettare le vigenti norme ambientali, per sostanze come trielina e npb, anche da parte degli impianti ermetici attualmente in commercio (del resto non abbiamo avuto finora alcun riscontro positivo in merito, visto che, a quanto ci risulta, non esistono in Italia impianti ermetici che impiegano trielina o npb, in quanto i costruttori preferiscono andare sul sicuro, progettando lavatrici funzionanti con percloroetilene, solventi idrocarburici, alcoli modificati, HFE, HFC ecc), a maggior ragione ci sentiamo in dovere di stigmatizzare chi ancora propone (per ignoranza o in malafede) impianti aperti o semi-chiusi non in grado (se non, forse, nei primi giorni di esercizio) di rispettare le norme e le promesse tecnico-commerciali fatte all acquirente. Per contro l acquirente, in quanto datore di lavoro responsabile eticamente e penalmente, dovrebbe rendersi conto che non è possibile derogare alla propria salute, a quella dei propri dipendenti e a quella dell ambiente in senso lato, per l economicità di un impianto di concezione obsoleta. E una questione di coscienza civica (quella di non mettere se stessi e gli altri in condizioni di pericolo) che spesso viene messa a tacere per opportunismo: se non si è in grado di rinnovare ed adeguare la propria attività, occorrerebbe almeno avere il buon gusto di dedicarsi ad altro. Anno XXI - n Luglio - Agosto - Settembre 2015 Metal Cleaning & Finishing 21

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