CORSO DI POLITICA ECONOMICA

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1 CORSO DI POLITICA ECONOMICA AA LA POLITICA COMMERCIALE ED I SUOI EFFETTI ECONOMICI DOCENTE PIERLUIGI MONTALBANO pierluigi.montalbano@uniroma1.it

2 Ragioni a favore del libero scambio Effetti allocativi: l integrazione dei mercati favorisce l efficienza allocativa; Effetti di scala: l integrazione dei mercati consente un migliore sfruttamento delle economie di scala, con prezzi più bassi e un ampliamento della gamma di beni a disposizione dei consumatori, evitando la proliferazione di imprese inefficienti Effetti accumulazione (crescita) maggiori investimenti in capitale umano; maggiore diffusione delle tecnologie fra settori e paesi Effetti di political economy : le misure protezionistiche finiscono per essere assoggettate agli interessi particolari dei gruppi politicamente più influenti, indipendentemente dalla loro eventuale utilità generale.

3 Politica Commerciale Insieme delle regole, restrizioni e/o agevolazioni che regolano i rapporti di interscambio di beni e/o servizi con il resto del mondo; Principalmente: misure protezionistiche a carattere tariffario (dazi ed altre imposte doganali) misure limitative del volume degli scambi a carattere non tariffario (quote e contingenti, restrizioni volontarie alle esportazioni, misure antidumping, controlli di qualità sui beni importati, normative tecniche e di sicurezza ecc.);

4 Il protezionismo tariffario Il dazio rappresenta la forma storicamente più importante di restrizione commerciale. Tre tipi di dazio: - il dazio ad valorem è una percentuale fissa di imposta calcolata sul valore del bene scambiato; - il dazio specifico è una somma fissa di imposta per unità fisica di bene; - il dazio misto è una combinazione fra i due.

5 IL PROTEZIONISMO NON TARIFFARIO Con il termine protezionismo non tariffario o barriere non tariffarie (Non Tariff Barriers, NTBs) o neo-protezionismo si intendono tutte le misure a carattere non tariffario limitative degli scambi Tra di esse vi sono: -quote e contingenti; -restrizioni volontarie all export (Voluntary Export Restraint, VER); -azioni anti-dumping; -sussidi alla produzione nazionale; -crediti all export e finanziamenti agevolati legati all acquisto di beni nazionali; -alcuni tipi di pratiche doganali; -regolamentazioni tecniche, amministrative e normative a tutela della salute dei consumatori, dell ambiente e della sicurezza nazionale; -ecc. La forma più importante di barriera commerciale non tariffaria è rappresentata dalle quote e contingenti (restrizioni quantitative dirette sull ammontare di merce che è consentito importare).

6 Perché adottare una politica commerciale? Caso classico dell industria nascente (Mill, 1909); Teoria del second best, secondo la quale non sarebbe ottimale astenersi da interventi di politica commerciale in presenza di fallimenti del mercato interno; Economia politica del protezionismo, le misure di protezione commerciale possono essere considerate come una risposta razionale dei policymaker alle pressioni derivanti da determinate gruppi di interesse; Benessere sociale ponderato, la politica commerciale trae giustificazione dal fatto che essa costituisce uno strumento per avvantaggiare determinati gruppi sociali; Teoria del dazio ottimo. Un paese grande può con il dazio aumentare il proprio benessere fino a che il beneficio marginale derivante dal miglioramento delle ragioni di scambio è esattamente pari alla perdita marginale in termini di efficienza, derivante dalle distorsioni nella produzione e nel consumo Pierluigi Montalbano Università di Roma La Sapienza

7 Limiti della Politica Commerciale misure di rappresaglia da parte dei paesi partner per il contenimento delle esportazioni provenienti dal paese protezionista Effetti distorsivi, non solo sul commercio estero ma anche nel mercato interno premio per le imprese inefficienti

8 Analisi vineriana Ipotesi: mercati perfettamente concorrenziali; essa si colloca all interno dello schema neoclassico e trova nel modello marshalliano delle curve di offerta e nel modello di Heckscher-Ohlin le proprie radici originarie equilibrio parziale: assenza di effetti sugli altri settori produttivi di specializzazione nazionale; paese piccolo, ossia un paese la cui dimensione produttiva è così contenuta da non essere in grado di influenzare i prezzi internazionali di equilibrio (la curva di offerta internazionale è infinitamente elastica in corrispondenza del prezzo internazionale del bene); perfetta sostituibilità fra il bene domestico ed il bene internazionale (ne consegue che in caso di riduzione del prezzo del bene di importazione in caso di integrazione, anche il prezzo del bene nazionale sostitutivo delle importazioni tenderà a diminuire);

9 Effetti di una tariffa in equilibrio parziale nel caso di un paese piccolo P p*(1+d) P*.. E... a b c d Dx Sw +1d Sw 0 Q 1 Q 2 Q 3 Q4 Y

10 Effetti di una tariffa in equilibrio parziale nel caso di un paese piccolo (2) In pratica, il dazio si traduce ridistribuzione di reddito dai consumatori nazionali (costretti a pagare un prezzo più elevato) ai produttori nazionali (che ricevono un prezzo più alto); incremento delle entrate dello Stato (tramite il gettito fiscale derivante dall introduzione del dazio). perdita netta per la collettività. E questo il c.d. costo sociale del protezionismo, derivante dal fatto che l introduzione del dazio altera l ottima allocazione delle risorse, trasferendo risorse produttive dalle produzioni più efficienti alla meno efficiente produzione dei beni sostitutivi delle importazioni. Complessivamente, la variazione del benessere sociale è data dalla seguente espressione: W = b d < 0

11 Accordi preferenziali: La misurazione dei costi e dei benefici Px Da a+b+c+e= beneficio consumatori a=costo produttori (minor costo consumatori) c=gettito tariffario a beneficio consumatori b+e=trade creation Sa d=trade diversion E Pb+t Pc Pb Sa a b c d e Sb+t Sc Sb Da O q1 q2 q3 q4 q5 q6 Qx

12 Conclusioni analisi vineriana In mercati perfettamente competitivi, se un paese non è sufficientemente grande da influenzare con la sua produzione ed il suo consumo i mercati internazionali, la sua politica ottimale rimane il libero commercio; Viceversa, la rimozione dei dazi doganali su base regionale non costituisce necessariamente un fenomeno positivo in quanto non permette esclusivamente di ridurre le distorsioni esistenti (creazione di commercio), ma comporta sempre anche situazioni di diversione di commercio; Ad eccezione del caso limite in cui il paese beneficiario dell accordo preferenziale sia il produttore più efficiente in tutte le produzioni. Dibattito multilateralismo-regionalismo (regionalismo aperto?)

13 Conclusioni analisi vineriana (2) Sotto certe condizioni è probabile che gli effetti di creazione siano maggiori degli effetti di diversione (vedi critica di Cooper e Massel, 1965 su alternative migliori al regionalismo oltre alla liberalizzazione). Ciò si verifica, ad esempio, se: dazi inizialmente più alti fra i paesi membri dell accordo rispetto a quelli vigenti sulle importazioni dei paesi esterni all accordo; accordo preferenziale di dimensioni rilevanti sia in termini di numero che di struttura economica dei paesi aderenti; elevata complementarietà fra le strutture economiche dei paesi membri e di ampie differenze di costo; prossimità geografica e/o di forti legami pre-esistenti, grazie al limitato impatto sui costi di transazione. NB! se un paese è sufficientemente grande da influenzare il resto del mondo esiste la possibilità con strumenti di politica commerciale di aumentare il benessere interno attraverso il miglioramento della ragione di scambio. Rimane, tuttavia, il rischio di scatenare una guerra commerciale con perdite generalizzate

14 Effetti PTAs in concorrenza imperfetta No singolo modello in grado di descrivere con completezza il funzionamento dei mercati non concorrenziali; Solo negli anni Ottanta, grazie all applicazione di modelli di teoria dell'organizzazione industriale, si è riusciti a formalizzare efficacemente ipotesi di mercato intermedie e le relative implicazioni in termini di commercio internazionale; Nell ambito di tali modelli vanno certamente ricordati: l'approccio marshalliano o approccio dell'economia esterna; l oligopolio alla Cournot o alla Bertrand e l'approccio alla Chamberlin o della concorrenza monopolistica. E possibile ricavare alcune considerazioni a validità generale utili a comprendere gli effetti dei PTAs in presenza di mercati non concorrenziali. Punto centrale dell analisi è che le importazioni sono comunque in grado di limitare le capacità delle imprese locali, in posizione dominante, di determinare il prezzo (trattasi del cosiddetto effetto pro-competitivo del commercio: Markusen, 1981; Brander e Krugman, 1983).

15 Gli effetti di crescita dell integrazione commerciale L integrazione incide significativamente sulla crescita attraverso il processo di accumulazione dei fattori che si realizza grazie agli investimenti in capitale fisico, capitale umano ed in tecnologia. Distinguiamo: Esiste un chiaro legame fra integrazione e crescita Effetti di scala (CIMP): (effetti allocativi) Integrazione riduce il nr di imprese che operano su di una scala più efficiente e sperimentano concorrenza più efficace (effetto pro-competitivo); Effetti di crescita: cambiamenti nel tasso al quale i FP vengono accumulati. L integrazione determina effetti positivi sui tassi di investimento in capitale umano ed in tecnologia. NB! La crescita di lungo termine richiede un cambiamento permanente nel tasso di accumulazione del capitale e per tale via del tasso di crescita (nel LP, l aumento del K fisico disponibile per lavoratore ne riduce la remunerazione, facendo diminuire l incentivo delle imprese a proseguire gli investimenti).

16 Il dazio ottimo Secondo questa argomentazione, il protezionismo è da preferire al libero scambio perché è sempre possibile trovare un dazio tale da far sì che il benessere del paese che lo impone sia maggiore rispetto al caso di libero scambio. Ciò è valido solo nel caso di un paese grande, ossia in grado di influenzare il prezzo internazionale del bene Gli effetti del dazio ottimo possono essere esaminati in un contesto di equilibrio parziale (considerando soltanto il mercato del bene assoggettato al dazio ottimo) o generale. Ci concentriamo sul caso di eq. parziale partendo dall introduzione di un dazio Silvia Nenci

17 Il dazio ottimo -2 E possibile che a seguito dell introduzione del dazio il prezzo internazionale si riduca invece che restare invariato: grazie ai meccanismi di domanda-offerta messi in moto dalla riduzione di domanda sul mercato mondiale o al fatto che gli esportatori esteri riducono il prezzo da essi praticato. In tali casi il prezzo interno del bene aumenta di meno. Ciò riduce i costi del dazio, ed è addirittura possibile che vi sia un miglioramento, anziché un peggioramento, della situazione del paese che impone il dazio. Silvia Nenci

18 Il dazio ottimo -3 A seguito dell introduzione del dazio il prezzo internazionale si riduce a p. Il prezzo interno post dazio sarà p (1+d1) Effetti: Riduzione rendita consumatore sarà e (NHH1M) Aumento rendita produttore sarà f (MNFF1) Aumento entrate fiscali sarà g (F1F1 H1 H1) f e g I costi del dazio sono ora dati dal triangolo h (il costo sociale del protezionismo dal lato della produzione) e dal triangolo i (costo sociale del protezionismo dal lato del consumo) mentre i benefici sono dati dal rettangolo m (entrate tariffarie) h m i

19 Il dazio ottimo -4 Date le entità dei benefici rispetto ai costi, il saldo netto è positivo! Ne segue che il dazio ha arrecato un beneficio al paese che l 'ha imposto. Il motivo di questo beneficio risiede nella riduzione del prezzo praticato dagli esportatori esteri del bene in questione: essi, in definitiva, si sono accollati parte degli oneri del dazio. Infatti, rispetto alla situazione predazio, i consumatori nazionali subiscono un aumento di prezzo parziale (pari a MN): la restante parte del dazio unitario (NN1) viene pagata dagli esportatori esteri sotto forma di riduzione del prezzo. Se quindi il paese impositore di un dazio migliora la propria situazione, ciò conduce allo studio del cosiddetto dazio ottimo (il livello di dazio che massimizza il benessere del paese che lo impone). Tutto ciò è valido nell'ipotesi che il paese esportatore del bene colpito dal dazio non faccia rappresaglie. Ma ciò è altamente improbabile. Nell'ipotesi che il paese danneggiato ricorra a contromisure si può scatenare una guerra commerciale, con il risultato che alla fine tutti staranno peggio

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