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1 La UILCA sulla Stampa Disdetta del Contratto Nazionale: l'abi produce una grave frattura nelle relazioni sindacali del settore, che avrà ripercussioni in tutte le banche Segreteria Nazionale Uilca Via Lombardia, ROMA TELEFONO: 06/ FAX: 06/ Web: Redazione: Simona Cambiati Cell

2 Wall Street Italia 1 di 2 08:06 Banche: dopo disdetta contratto sindacati verso sciopero 31 ottobre In occasione della Giornata mondiale del risparmio. di Adnkronos Pubblicato il 16 settembre 2013 Ora 16:17 Commentato: 0 volte Roma, 16 set. (Labitalia) - I sindacati dei bancari, al termine della riunione con l'abi, che ha disdetto il contratto nazionale del lavoro, hanno deciso una giornata di sciopero che sottoporranno ora al voto dei lavoratori. La data ipotizzata è quella del 31 ottobre, la cosiddetta Giornata mondiale del risparmio. "La disdetta del contratto nazionale dei lavoratori bancari, disposta dall'abi, con 10 mesi d'anticipo rispetto alla scadenza naturale, rappresenta un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori, a cui risponderemo per le rime, anche con lo sciopero", spiega Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. "In questa vicenda senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali di settore, ci troviamo di fronte a dei banchieri che sono dei perfetti Giani Bifronte, la cui doppiezza è sotto gli occhi di tutti", continua Sileoni."Da una parte di fronte alle istituzioni monetarie internazionali -aggiunge Sileoni- e nei loro road show danno ottimistiche comunicazioni ai mercati, dichiarando grande solidità patrimoniale, 'core Tier 1' oltre i vincoli di 'Basilea3', di aver ridotto tutti i costi operativi, compresi i costi del personale, di essere capaci di assorbire le rettifiche su crediti generate dalla recessione, di non avere in pancia titoli tossici e di avere rischi degli attivi enormemente minori rispetto alle banche europee. Dall'altra, a casa loro, quando si devono confrontare con le organizzazioni sindacali, denunciano una redditività del capitale ai minimi storici, senza prospettive di ripresa, utili netti precariamente sostenuti dal carry trade sui titoli di stato grazie ai finanziamenti della Bce, costi del personale e livelli occupazionali insostenibili"."com'è possibile gestire con responsabilità, trasparenza e partecipazione le relazioni sindacali in presenza di una tale sconcertante, antitetica e inquietante doppiezza di messaggi? La Banca d'italia, che ha ribadito, in più occasioni, la solidità del sistema bancario italiano non ha nulla da dire? Qual è la vera situazione economica, reddituale, patrimoniale delle banche italiane? I lavoratori -conclude Sileoni- hanno il diritto di saperlo, prima degli stress test annunciati dalla Bce, che il Parlamento europeo ha investito del compito di Vigilanza sulle grandi banche europee"."la disdetta del contratto nazionale da parte dell'abi, in una riunione che avrebbe dovuto affrontare un argomento di grande importanza come il rinnovo del Fondo di solidarietà di settore, costituisce - spiega il segretario generale Uilca, Massimo Masi - un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito. La risposta unitaria delle Organizzazioni Sindacali, in contrasto a questa decisione, sarà determinata e di forte mobilitazione"."in questa fase - continua Masi - purtroppo emerge in modo chiaro che l'abi e le banche non hanno mai creduto al contratto nazionale sottoscritto a gennaio 2012, come dimostra la sua scarsa se non quasi inesistente applicazione nelle varie banche, dove solo alcune soluzioni trovano riscontro, e mai in modo organico come l'assetto del contratto richiederebbe per raggiungere tutti i suoi obiettivi. L'azione unilaterale dell'abi sancisce la responsabilità di tutte le banche, pertanto è evidente che tutte le decisioni unitarie che il sindacato deciderà per contrapporsi a questa decisione sarà estesa a tutte le aziende del settore, condizionandone quindi il prosieguo delle relazioni sindacali"."se l'abi avesse voluto, come dichiara, avviare un dialogo propedeutico al prossimo rinnovo, poteva, come avviene in altre categorie, convocare il sindacato -continua Masiper aprire una discussione ed evitare una soluzione così dirompente, invece ha scelto la strada della rottura di un consolidato impianto di relazioni sindacali, che negli anni ha consentito di gestire radicali cambiamenti in tutto il credito. Attribuire questa scelta, da parte dell'associazione datoriale, alla situazione di crisi del Paese sancisce l'inadeguatezza ad affrontare i problemi attuali dell'intero management bancario italiano, che quindi dovrebbe, per coerenza, dimettersi in blocco dalle proprie aziende e, analogamente, dall'esecutivo dell'abi"."un gravissimo errore che abbiamo respinto con forza unitariamente chiedendo il ritiro della disdetta", sottolinea il segretario generale della Fisac

3 Wall Street Italia 2 di 2 08:06 Cgil, Agostino Megale. Una decisione, quest'ultima, "contro la quale ci mobiliteremo insieme con attivi unitari e assemblee per preparare lo sciopero della categoria", aggiunge Megale. Nel corso dell'incontro di oggi, inoltre, fa sapere Megale, "come organizzazioni sindacali, oltre che sostenere la necessità di una legge sui compensi dei top manager, abbiamo chiesto alla controparte di dare il buon esempio prima di mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro: i banchieri dovrebbero infatti ridursi per i prossimo due o tre anni i loro compensi, passando dai due, ai tre e fino ai quattro milioni attuali, sotto la soglia dei 6/700 mila euro", conclude. "L'interesse dell'abi alla disdetta anticipata - spiega Giulio Romani, segretario generale Fiba Cisl - punta a mettere in discussione il contratto non solo da punto di vista economico ma anche normativo. Insomma l'abi vuole battere cassa al governo sulla fiscalità. Il ricatto si consuma sul rinnvo del Fondo di solidarietà della categoria che andrebbe rinnovato entro la fine di ottobre".

4 Banche: sindacati, verso sciopero generale categoria 16 Settembre, 17 : 26 (ANSA) ROMA, 16 SET Sciopero generale dei bancari in vista. E' quanto si legge in una nota congiunta di Dircredito Fabi Fiba Cisl Fisac Cgil Sinfub Uglcredito Uilca in cui si annuncia che saranno convocati gli attivi ed assemblee "per avviare tutte le procedure per la proclamazione dello sciopero generale della categoria". Nella nota i sindacati definiscono un atto, "di inaudita arroganza e gravitã " la disdetta del contratto da parte dell'abi che "rompe di fatto una tradizione concertativa che aveva a lungo consentito alle parti di costruire insieme soluzioni innovative a tutela dei lavoratori e del lavoro nel settore e annuncia l'intenzione di scaricare sui lavoratori tutti i guasti di un sistema dei quali le controparti hanno le maggiori responsabilità ". La concomitanza dell'urgente scadenza imposta dalla legge per la trasformazione del Fondo di Solidarietà del settore aumenta la gravità del gesto compiuto dall'abi, che rischia di mettere a repentaglio la sussistenza del fondo stesso. Di fronte a queste gravi decisioni le Segreterie Nazionali hanno risposto affermando che né il metodo, né gli obiettivi dichiarati potranno essere accettati. "Inizia conseguentemente si legge ancora nella nota siglata dalle segreterie nazionali di Dircredito Fabi Fiba/Cisl Fisac/Cgil Sinfub Ugl/credito Uilca un periodo di mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici e pertanto saranno convocati gli attivi sindacali unitari e le assemblee del personale, per avviare tutte le procedure per la proclamazione dello sciopero generale della categoria e le altre azioni di contrasto nei gruppi e nelle aziende". (ANSA). PAT/COM

5 Banche: Uilca, grave frattura relazioni da Abi, mobilitazioni 16 Settembre, 14 : 32 (ANSA) ROMA, 16 SET La disdetta del Contratto Nazionale da parte dell'abi, "in una riunione che avrebbe dovuto affrontare un argomento di grande importanza come il rinnovo del Fondo di Solidarietà di settore, costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito". Questo il commento del segretario generale della Uilca Massimo Masi che annuncia da parte delle organizzazione sindacali una risposta unitaria "determinata e di forte mobilitazione". Secondo Masi "in questa fase purtroppo emerge in modo chiaro che l'abi e le banche non hanno mai creduto al Contratto Nazionale sottoscritto a gennaio 2012, come dimostra la sua scarsa se non quasi inesistente applicazione nelle varie banche, dove solo alcune soluzioni trovano riscontro, e mai in modo organico come l'assetto del Contratto richiederebbe per raggiungere tutti i suoi obiettivi". Il responsabile della Uilca avverte quindi che "l'azione unilaterale dell'abi sancisce la responsabilità di tutte le banche, pertanto è evidente che tutte le decisioni unitarie che il sindacato deciderà per contrapporsi a questa decisione sarà estesa a tutte le aziende del settore, condizionandone quindi il prosieguo delle relazioni sindacali". E Masi osserva anche che se l'abi avesse voluto, come dichiara, avviare un dialogo propedeutico al prossimo rinnovo, poteva "convocare il sindacato per aprire una discussione ed evitare una soluzione così dirompente, invece ha scelto la strada della rottura di un consolidato impianto di relazioni sindacali, che negli anni ha consentito di gestire radicali cambiamenti in tutto il credito. Attribuire questa scelta, da parte dell'associazione datoriale, alla situazione di crisi del Paese sancisce l'inadeguatezza ad affrontare i problemi attuali dell'intero management bancario italiano, che quindi dovrebbe, per coerenza conclude dimettersi in blocco dalle proprie aziende e, analogamente, dall'esecutivo dell'abi". (ANSA). FOL

6 Corriere della Sera > Economia> LE SOFFERENZE E IL CREDITO L Abi disdetta il contratto dei bancari Sindacati verso lo sciopero unitario La mossa dell Associazione per ridurre il costo del lavoro. Sono 330 mila i dipendenti degli istituti italiani L Abi ha formalizzato la disdetta anticipata del contratto nazionale dei bancari la cui scadenza sarebbe stata il prossimo giugno Lo rendono noto i sindacati al termine della riunione con la delegazione dei banchieri guidata da Francesco Micheli. I rappresentanti di quasi tutte le single sono riuniti dal primissimo pomeriggio nella stessa sede romana dell Associazione delle banche italiane per decidere sullo sciopero e altre azioni da intraprendere. Da parte delle banche, si apprende, sarebbe stato consegnato un documento con le motivazioni alla base della disdetta anticipata: la crisi e l aumento delle sofferenze. Con la disdetta l Abi blocca gli aumenti contrattuali automatici, previsti dall attuale contratto firmato il 19 gennaio 2012 e valido fino al 30 giugno I sindacati sottolineano che le banche hanno già pesantemente tagliato il costo del personale riducendo, a livello di sistema, dal 2008 al posti di lavoro. Altri esuberi sono stimati dai sindacati per i prossimi anni. I dipendenti delle banche italiane aderenti all Abi oggi sono circa La disdetta del Contratto Nazionale da parte dell Abi, «in una riunione che avrebbe dovuto affrontare un argomento di grande importanza come il rinnovo del Fondo di Solidarietà di settore, costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito». Questo il commento del segretario generale della Uilca Massimo Masi che annuncia da parte delle organizzazione sindacali una risposta unitaria «determinata e di forte mobilitazione». Secondo Masi «in questa fase purtroppo emerge in modo chiaro che l Abi e le banche non hanno mai creduto al Contratto Nazionale sottoscritto a gennaio 2012, come dimostra la sua scarsa se non quasi inesistente applicazione nelle varie banche, dove solo alcune soluzioni trovano riscontro, e mai in modo organico come l assetto del Contratto richiederebbe per raggiungere tutti i suoi obiettivi». Il responsabile della Uilca avverte quindi che «l azione unilaterale dell Abi sancisce la responsabilità di tutte le banche, pertanto è evidente che tutte le decisioni unitarie che il sindacato deciderà per contrapporsi a questa decisione sarà estesa a tutte le aziende del settore, condizionandone quindi il prosieguo delle relazioni sindacali». E Masi osserva anche che se l Abi avesse voluto, come dichiara, avviare un dialogo propedeutico al prossimo rinnovo, poteva «convocare il sindacato per aprire una discussione ed evitare una soluzione così dirompente, invece ha scelto la strada della rottura di un consolidato impianto di relazioni sindacali, che negli anni ha consentito di gestire radicali cambiamenti in tutto il credito. Attribuire questa scelta, da parte dell associazione datoriale, alla situazione di crisi del Paese sancisce l inadeguatezza ad affrontare i problemi attuali dell intero management bancario italiano, che quindi dovrebbe, per coerenza - conclude - dimettersi in blocco dalle proprie aziende e, analogamente, dall Esecutivo dell Abi». 16 settembre :46 RIPRODUZIONE RISERVATA

7 Notizie Radiocor Finanza Banche: Masi (Uilca), dopo disdetta sara' scontro anche nei gruppi (Il Sole 24 Ore Radiocor) Roma, 16 set La disdetta del contratto dei bancari da parte dell'abi porterà a uno scontro sindacale "non solo a Roma ma anche nei gruppi bancari e senza contratto nazionale gli accordi aziendali perderanno valore". Così Massimo Masi, segretario generale della Uilca al termine dell'incontro in Abi con la delegazione dei banchieri. Per Masi la disdetta rischia di bloccare l'adeguamento del Fondo esuberi della categoria alla legge Fornero, un adempimento da concludere secondo la legge entro il prossimo 31 ottobre. Ggz (RADIOCOR) :08:03 (0368) 5 NNNN

8 I sindacati: grave errore, ora sarà - I sindacati dei bancari, al termine - I di 1 08:09 Stampa l'articolo Chiudi 16 settembre 2013 I sindacati dei bancari, al termine della riunione con l'abi, che ha disdetto il contratto nazionale del lavoro, hanno deciso una giornata di sciopero che sottoporranno ora al voto dei lavoratori. La data ipotizzata è quella del 31 ottobre, la cosiddetta Giornata mondiale del risparmio. Sileoni (Fabi): iniziativa senza precedenti L'Abi «vuole utilizzare il sindacato per fare pressioni sul Governo e ottenere quelle agevolazioni fiscali che la lobby bancaria non ha ottenuto». Questa, secondo il segretario generale del sindacato Fabi Lando Sileoni, la motivazione dietro la decisione dell'abi di disdettare anticipatamente il contratto nazionale dei 330mila bancari. «È un'iniziativa senza precedenti, un gioco che non ci piace» osserva il leader del maggiore sindacato autonomo della categoria che alla riunione in Abi ha proposto, assieme al segretario Fisac Agostino Megale, un autolimitazione delle retribuzioni dei top manager per un biennio con un tetto a 600mila euro l'anno. Fabi chiede al Governo «un tavolo con una cabina di regia indipendente per un nuovo modello di banca con maggiore produttività per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali». Megale (Fisac Cgil): la disdetta è un grave errore La disdetta del contratto nazionale dei bancari «è un grave errore che sarà contrastato in modo netto e fermo fino al suo ritiro» afferma il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale al termine dell'incontro in Abi con la formalizzazione della disdetta al contratto che scade nel giugno del Megale afferma che l'abi dimostra «scarsa lungimiranza» con l'iniziativa presa «mentre Confindustria e le Confederazioni siglano un patto con al centro l'occupazione e gli investimenti». La prima misura che le banche dovrebbero avviare, invece, secondo il leader della Fisac è «la riduzione netta dei compensi dei manager e delle consulenze». Megale ricorda il «cattivo esempio» dei banchieri con compensi «oltre 100 volte il salario medio dei dipendenti». Masi (Uilca): sarà scontro anche nei grandi gruppi La disdetta del contratto dei bancari da parte dell'abi porterà a uno scontro sindacale «non solo a Roma ma anche nei gruppi bancari e senza contratto nazionale gli accordi aziendali perderanno valore». Così Massimo Masi, segretario generale della Uilca al termine dell'incontro in Abi con la delegazione dei banchieri. Per Masi la disdetta rischia di bloccare l'adeguamento del Fondo esuberi della categoria alla legge Fornero, un adempimento da concludere secondo la legge entro il prossimo 31 ottobre. 16 settembre 2013 P.I Copyright Il Sole 24 Ore - Tutti i diritti riservati

9 I bancari restano senza contratto. L'Abi consegna la disdetta ai sindacati di 2 16/09/ :41 RICERCA TITOLO Home Finanza con Bloomberg Calcolatori Finanza Personale AREA UTENTI REGISTRATI Listino Portafoglio Overview Borse Borsa Italia A-Z Valute Obbligazioni: Italia - Europa Fondi ETF Sedex Warrant Futures Materie prime News Calendario After hours 0 Tweet 0 indoona I bancari restano senza contratto. L'Abi consegna la disdetta ai sindacati Le banche italiane anticipano la normale scadenza del prossimo giugno: calo di redditività "insostenibile", riforme regolamentari e cambiamenti tecnologici le motivazioni addotte. Pronta la risposta dei sindacati, in arrivo lo sciopero Lo leggo dopo TAG Abi, bancari, contratto bancari, sindacati credito, banche italiane MILANO - Quanto i sindacati del comparto del credito temevano e condannavano è avvenuto: l'abi ha disdetto il contratto nazionale di lavoro dei bancari, la cui scadenza era prevista per il giugno del La notizia è stata data nel corso di un incontro tra le parti e le organizzazioni sindacali sono ora riunite per decidere un eventuale sciopero unitario contro la mossa delle banche. Secondo l'associazione che riunisce gli istituti di credito italiani, questi ultimi hanno registrato un calo di redditività "insostenibile" dovuto alla crisi ma anche alle riforme regolamentari e all'impatto dell'innovazione tecnologica. Per questo si sarebbe resa necessaria la disdetta, che secondo il direttore generale Giovanni Sabatini è stata data in anticipo "nell'intento di minimizzare le ricadute sociali". L'intento - precisa l'abi "- è quello di anticipare le necessarie fasi di consultazione. In precedenti rinnovi contrattuali la disdetta era stata data unilateralmente sia dai sindacati sia dall'abi". Arrivano intanto le prime reazioni: secondo la Uilca la scelta dell'abi, comunicata nel corso di una riunione che aveva un oggetto importante "come il rinnovo del fondo di solidarietà di settore, costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito. La risposta unitaria delle organizzazioni sindacali, in contrasto a questa decisione - ha proseguito il sindacato - sarà determinata e di forte mobilitazione". (16 settembre 2013) RIPRODUZIONE RISERVATA STRUMENTI MARKET OVERVIEW Lista completa» Mercati Materie prime Titoli di stato FTSE MIB ,00 +0,97% FTSE ,26 +0,84% DAX ,99 +1,29% CAC ,91 +0,96% SWISS MARKET 8.070,14 +0,40% S&P ,99 +0,27% NASDAQ 3.722,18 +0,17% HANG SENG ,41 +1,47% CALCOLATORE VALUTE ilmiolibro 1 EUR = 1,34 USD Pubblicare un libro Come fare un ebook Pubblicare la tesi Scrivere Storiebrevi TOP EBOOK Street Food di Rita Tersilla LIBRI E EBOOK Madame Kaftera di Benedetta Chiesa 0 Tweet 0 Inoltra un nuovo commento 900 caratteri rimanenti Attenzione! Commenti più lunghi del limite di 900 caratteri non verranno pubblicati. La pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 22 alle 8. I tuoi argomenti Consigliati per te Repubblica Blu Accedi

10 Martedì Estratto da pag. 17 Virman Cusenza Bancari, disdetto il contratto. Sciopero Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. i: costi insostenibili I sindacati: «Inaudito» mobilitazione il 31 ottobre LO SCONTRO ROMA Seppure un po' in anticipo sulla scadenza, la mossa era attesa - l'aveva anticipato il Messaggero - ed è arrivata puntuale: il contratto dei lavoratori bancari firmato solo 20 mesi fa (con un aumento medio di 170 euro a regime) è già da riscrivere per l'abi, l'associazione bancaria italiana. Colpa della crisi e degli oneri diventati «gravosi» e «non più sostenibili» da parte degli istituti, alle prese con 140 miliardi di sofferenze. Risultato: quelle condizioni in scadenza a giugno 2014 sono ora congelate (aumenti automatici compresi che aggraverebbero il costo del lavoro di un altro 2%). Ma i sindacati sono già sul piede di guerra. Per la prima volta dal 2000 il sistema del credito nazionale potrebbe essere travolto da un'ondata di scioperi. E la prima mobilitazione unitaria è già fissata in coincidenza con la Giornata mondiale del risparmio, il 31 ottobre. Del resto la posta in gioco è alta. Le banche devono fare i conti con margini risicati (il settore bancario vanta un roe tra i più bassi dell'industria, atteso al 2,1% contro j'11,7% del 2006) e con il 50% dei dipendenti bancari con un contratto da quadro, quindi abbastanza oneroso. Senza contare che il costo del lavoro unitario ( euro secondo Bankitalia) supera la media Ue e in Italia ci sono più filiali rispetto all'estero, con un numero di transazioni allo sportello praticamente dimezzato in 4 anni. Sono i «troppi squilibri tra costi e ricavi» sottolineati da Francesco Micheli, banchiere alla guida della delegazione sindacale Abi, a dettare la strada. Si tratta dunque di rispondere alle «nuove esigenze». Al punto che «la contrattazione integrativa aziendale dovrebbe essere sostituita da regole derogatoria o sostitutiva di quelle nazionale»: sono parole dello stesso Micheli. LE PROSPETTIVE E' in questo scenario che torna CONGELATI GLI AUMENTI AUTOMATICI LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI: TAGLIARE GLI STIPENDI Al MANAGER ad incombere la stima di altri esuberi da far digerire al settore dopo i tagli già subiti nel quinquiennio tra il 2008 e il 2012 ( posti di lavoro andati in fumo) e le circa 19 mila uscite ancora da gestire nei prossimi anni. Ulteriori sacrifici che possono passare da pre-pensionamenti per gli over 55 all'azzeramento degli inquadramenti fino al congelamento della parte economica. Non solo. Tra le ipotesi c'è anche l'utilizzo di un doppio binario per la parte economica, prevedendo un trattamento diverso per chi è nelle agenzie e chi è negli uffici con una distinzione precisa, quindi, tra area commerciale e attività di supporto. Condizioni e prospettive inaccettabili, queste per i sindacati che vedono nella mossa unilaterale dell'atri una via per ricostruire un intero sistema, oltre che per fare pressioni sul governo anche in coincidenza con la scadenza per l'adeguamento del Fondo esuberi. LE REAZIONI La disdetta del contratto è «un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori», risponde Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, che ha proposto, assieme al segretario della Fisac-Cgil, Agostino Megale, un'autolimitazione delle retribuzioni dei top manager per un biennio con un tetto a GOOmila euro l'anno. Massimo Masi (Uilca), invece, prevede uno scontro «non solo a Roma ma anche nei gruppi bancari». Inoltre, avverte, «senza contratto nazionale gli accordi Da parte sua, invece, la Fiba Cisl sottolinea come la mossa dell'atri «mandi a monte 15 anni di concertazione». Roberta Amoruso RIPRODUZIONE RISERVATA Massimo Masi Pag. 1

11 Estratto da pag. 24 Alessandro Sallusti Martedì GUERRA Sono 35mila i posti a rischio Bancali senza contratto I sindacati: «È sciopero» L'Abi disdetta l'accordo e avverte: «Non sarà prorogato, costi insostenibili». Ma c'è la panila fiscale con il governo Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. Massimo Restelli Da prossimo giugno i 330mila addetti che lavorano nelle filiali e negli uffici delle banche italiane potrebbero restare senza contratto. In difetto di «auspicabili accordi» coni sindacati, l'attuale impianto non sarà prorogato, avverte infatti l'abi di Antonio Patuellinelladisdettaformalizzataieri con dieci mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale di metà Inpraticaibancaripotrebbero vedersi spazzare via ferie, welfare, orari di impiegoesiprofilerebbeladeregolamentazione dei salari dei nuovi assunti. Una posizione durissima che avvia lo scontro finale da cui uscirà il modello di banca post-crisi: istituti molto più «leggeri» sul fronte delle filiali, integrati con il web e dal personale concentrato sul commerciale. I sindacati del credito si preparano quindi alla mobilitazione, con uno scioperogeneralechepotrebbe cadere giovedì 31 ottobre. Non accadeva dal 2000 e segna la fine di quasi 15 anni di «concertazione»; tantoché le forze sociali vogliono bloccare anche tutti i tavoli aperti nei 13 gruppi che stanno gestendo piani di ristruttura zione. Ieri nella «sala verde» al primo pianodi Palazzo Altieri è quindi stato deposto ognifairplaye si sono susseguiti fendenti tra i leader sindacali eii vicepresidente Francesco Micheli, davanti al vertice Abi presente al completo (ha ribadito la linea dura anche ì'ambasciatoredei piccoli isti tuli Camillo Venesio). In un comunicato congiunto Fabi, Fiba, Uilca, Fisac, PUGNO DURO Francesco Micheli, vicepresidente dell'abi Ugl e Dircredito hanno definito ladecisione delle banche di «inaudita arroganza».mailleaderdellafabi, LandoMariaSileoni, èconvintocheilprogetto di Palazzo Altieri sia più ampio: esasperare la tensione per indurre il governo Letta a concedere alle banche un trattamento fiscale perlomenoallineatoaquantoaccadealleconcorrentiestere,enonpiù penalizzante come l'attuale. La voracità del fisco e i 140 miliardi di sofferenze che gravanosul sistemasono peraltro le cause «esogene» lamentate dalla stessa Abi nel vertice con i sindacati, cui va aggiuntaquella«endogena» di un costo del lavoro ormai «insostenibile». A ribadirlo è Micheli: in un contesto di caduta della redditività «diventa difficile coniugare occupazione e retribuzione». L'Abi, nei documenti inviatiapalazzochigi,auspica«unprocesso solidaristico» per garantire gli addetti, perchégli interventi del passatononsonopiù suffi cienti.ingioco ci sono i 35mila posti di lavoro degli over 55, che potrebbero essere pensionati obbligatoriamente tramite un apposito ente bilaterale. Potrebbeesserecongelatalaparteeconomica e azzerati gli inquadramenti. UILCA Pag. 1

12 Estratto da pag. 12 Claudio Sardo Martedì Lo sportello s'infiamma Sciopero il 31 ottobre Le banche hanno disdetto unilateralmente il contratto, dopo anni di collaborazione I sindacati: una rottura gravissima, che combatteremo Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. GIUSEPPE VESPO MILANO Un giorno senza banche, con gli sportelli chiusi e i servizi fermi. Un giorno di protesta, il 31 ottobre, contro la disdetta unilaterale del contratto dei circa 330mila bancari d'italia. Unitariamente i sindacati annunciano lo sciopero generale in risposta allo «schiaffo» dell'abi, che ieri al tavolo per l'armonizzazione del fondo di Solidarietà, cioè gli ammortizzatori sociali del settore, ha fatto carta straccia del contratto nazionale sciogliendo gli accordi con dieci mesi di anticipo sulla scadenza naturale. Uno sgarbo per il sindacato, che parla di «grave rottura» e annuncia battaglia. L'Associazione bancaria giustifica la sua decisione facendo riferimento alle sofferenze che il settore sta passando. Difficoltà dovute alla «insostenibile caduta della redditività», conseguenza della crisi, e alla «necessità di rafforzamento patrimoniale» imposta dalle authority nazionali ed europee. Un binomio micidiale al quale va sommato «un costo del lavoro tra i più alti» d'europa. Troppo per un sistema che, nonostante la ristrutturazione che entro il 2015 vedrà i grandi gruppi liberarsi di 19 mila dipendenti, si trova «a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che si è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con l'attuale modo di fare banca». «RICATTO» Per questo va rivisto il contratto- dice l'abi - in particolare la parte normativa. E da qui lo strappo, che servirebbe a «favorire un più ampio, consapevole e contraddittorio confronto tra le parti». La disdetta era nell'aria da giorni, all'ultimo incontro i sindacati avevano già annunciato le intenzioni della controparte e denunciato quello che chiamano un «ricatto». «Vogliono utilizzare il dissenso del sindacato per fare pressione sul governo con l'obiettivo di ottenere le agevolazioni fiscali che chiedono lamentando una penalizzazione rispetto alle banche europee», dice Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi. A questo si aggiungerebbe il tentativo di mettere sotto pressione gli stessi sindacati, impegnati nella trattativa per l'adeguamento del fondo di solidarietà, che secondo la legge Fornero deve essere definito entro la fine di ottobre. È un tema che interessa molto alle sigle bancarie perché è l'ammortizzatore che permette ai dipendenti di uscire anticipatamente dal lavoro. Per Agostino Megale, segretario della Fisac-Cgil, quello dell'abi «è un gravissimo errore che sarà contrastato in modo netto e fermo fino a che (la decisione) non sarà ritirata. E per questo faremo unitariamente uno sciopero nazionale di categoria. È singolare - dice il sindacalista - che in questa crisi gravissima, mentre Confindustria e confederazioni sigiano un patto per investimenti e occupazione, l'abi metta in discussione il contratto di lavoro giudicato insostenibile, mentre bisognerebbe affrontare il tema di come far ripartire gli investimenti riaprendo i rubinetti del credito alle piccole e medie imprese». Del resto, riflette il segretario della Uilca, Massimo Masi, «se l'abi avesse voluto avviare un dialogo propedeutico al prossimo rinnovo, poteva convocare il sindacato per aprire una discussione ed evitare una soluzione così dirompente, invece ha scelto la strada della rottura di un consolidato impianto di relazioni sindacali». Una critica alla presidenza di Antonio Patuelli, che da gennaio ha preso il posto di Giuseppe Mussari alla guida dell'associazione. «I banchieri non si prendono un grammo di responsabilità rispetto alle loro gestioni - aggiunge Giulio scaricano i guasti del sistema sui lavoratori». I banchieri tagliano i diritti ai lavoratori, ma non toccano i loro maxi stipendi Antonio Patuelli, presidente Abi FOTO LAPRESSE STIPENDI DA MANAGER Non è così, ribatte Francesco Micheli, alla guida della delegazione sindacale dell'abi. «Il modello contrattuale non tiene più: ci sono troppi squilibri tra costi e ricavi. Qualcosa va fatto». «Cominciamo dagli stipendi dei manager», chiede il sindacato, che sul tema ha preparato una proposta di legge: «La richiesta per i prossimi anni di ridurre i loro compensi che vanno dai due ai tre, ai quattro milioni, scendendo sotto la soglia dei sei-sette cento mila euro, prendendo come riferimento gli stipendi dei manager pubblici». Massimo Masi Pag. 1

13 Pubblicato su Linkiesta.it ( Home > Printer-friendly PDF > Printer-friendly PDF Il bancario è precario: fine di un mestiere Antonio Vanuzzo. Dal sogno piccolo borghese del lavoro fisso agli esuberi. Gli errori degli istituti e dei sindacati. stampapdf. Anche il bancario è precario. La disdetta unilaterale del contratto collettivo decisa oggi dall Abi, l associazione bancaria italiana, simbolicamente è la pietra tombale del sogno piccolo borghese del dopoguerra. Posto fisso, ferie pagate, soldi sicuri per comprarsi l auto e la lavatrice. A detta delle sigle sindacali, la mossa dell Abi (leggi la lettera di disdetta) rappresenta uno strumento di pressione nei confronti del Governo delle larghe intese per ottenere degli sgravi fiscali. In buona sostanza, una potenziale impasse che potrebbe mettere seriamente a rischio il consolidamento del sistema bancario italiano. Sul tavolo i dossier sono numerosi: c è la trasformazione in Spa della Popolare di Milano, oggetto di un braccio di ferro serrato proprio tra i sindacati e il presidente Andrea Bonomi, che fa parte del comitato esecutivo dell Abi; le trattative sugli ulteriori esuberi dopo i già concordati chiesti da Bruxelles a Mps in cambio del disco verde al piano di risanamento per ripagare i Monti Bond; le duemila uscite del gruppo Ubi, il negoziato sugli sportelli di Unicredit. Tutti i piani industriali presentati tra il 2012 e il 2013 includono un nutrito numero di uscite, più o meno incentivate. La disdetta era nell aria, era soltanto questione di tempo. È questa la sensazione di quanti hanno partecipato all esecutivo Abi della scorsa settimana. Assise nel corso della quale si sarebbe dovuta adottare una delibera per ampliare il Fondo di solidarietà entro fine ottobre, secondo quanto previsto dalla legge

14 Fornero. Invece, a detta di uno dei presenti, si è discusso della disdetta del contratto, resa nota ai rappresentanti dei lavoratori nell incontro odierno. «La disdetta non è molto anticipata, si tratta solo di due mesi rispetto ai sacri riti. I sindacati fanno una valutazione politica» ha detto all Adnkronos il vicepresidente dell'abi, Francesco Micheli, aggiungendo: «Il costo del lavoro è uno dei problemi perchè è mediamente più alto rispetto al resto d Europa». La corsa alla compliance indotta dalle nuove regole di Basilea III, che in termini di assorbimento di capitale privilegiano il trading all attività retail tradizionale, il costo del funding sui mercati e la penalizzazione causata dal rischio Paese che si riverbera sui libri zeppi di titoli di Stato, l aumento dei crediti inesigibili, quadruplicati dal 2008 a oggi (le sofferenze hanno toccato i 137 miliardi, +22% anno su anno). Tutti elementi che influiscono pesantemente sulla redditività degli istituti di credito. Poi c è l evoluzione delle abitudini dei consumatori. Il web ha ridotto «del 50-60% le transazioni allo sportello», dice ancora Micheli. Presi ad esempio da Tremonti nei giorni del crollo di Lehman Brothers, di cui ricorre in questi giorni il quinto anniversario, per dimostrare la solidità del sistema finanziario nazionale: «Le banche italiane hanno gli sportelli, le altre i grattacieli». Peccato che gli sportelli ora siano in vendita, o addirittura in smantellamento come nel caso di Intesa Sanpaolo. I dati interni dell Abi (vedi tabella sopra) evidenziano come, se nel 1999 il numero di sportelli ogni 100mila abitanti era pari a 47, nel 2011 è salito a 55, in Europa è sceso da 48 a 41. Il tutto per un numero di transazioni diminuito da 13 a 8 milioni al mese dal 2008 al Per quanto riguarda la produttività (vedi tabella sotto), le elaborazioni dell Abi sui dati di bilancio 2012 evidenziano, nel confronto con cinque Paesi (Francia, Spagna, Olanda, Germania), un valore aggiunto per sportello inferiore del 15% (1,5 su 2,8 milioni di euro), e del 22% per dipendente (111mila su 142mila euro). Di contro, rispetto ai primi 20 gruppi europei, le spese per il personale in rapporto all attivo nel 2012 hanno rappresentato lo 0,93% su una media dello 0,67 per cento.

15 Ciò nonostante, «Le banche si trovano a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che si è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con l attuale modo di fare banca», si legge nella lettera recapitata oggi dall Abi ai sindacati. E dunque liberi tutti: «Ci si riferisce, in particolare, sia alla parte economica che a quella normativa del ccnl 29 febbraio 2012 (dirigenti) che scadrà il 30 giugno 2014 per il quale è previsto (art. 37) che la disdetta sia comunicata almeno sei mesi prima della richiamata a scadenza (e cioè entro il 31 dicembre 2013», recita ancora la missiva Abi. Non riguarderà quindi l accordo siglato il 19 gennaio 2012, che ha coivolto 340mila bancari e prevedeva un aumento di 170 euro al mese in cambio dello stop per un anno e mezzo agli scatti di anzianità, a sportelli aperti fino alle 20 e al fondo per l occupazione che, nelle premesse iniziali, avrebbe dovuto garantire l assunzione di giovani per cinque anni. Proprio l oggetto della discussione dell esecutivo Abi della scorsa settimana. Al netto delle reazioni durissime dei sindacati Massimo Masi (Uilca) ha parlato di «inadeguatezza ad affrontare i problemi attuali dell intero management bancario italiano, che quindi dovrebbe, per coerenza, dimettersi in blocco dalle proprie aziende e, analogamente, dall'esecutivo dell'abi», Lando Sileoni (Fabi) «i banchieri sono dei perfetti Giani Bifronte», e Agostino Megale (Fisac Cgil) «i banchieri diano l esempio e si riducano gli stipendi» sorge una domanda: si tratta dell inizio di una stagione di contrattazione decentrata e flessibile modello Fiat anche per gli istituti di credito? Intanto pare che le sigle stiano organizzando uno sciopero previsto per fine ottobre. Il famoso autunno caldo. Allo sportello. Twitter:@antoniovanuzzo Apertura: E' una apertura

16 Estratto da pag. 27 Mario Calabresi Martedì Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. LE SIGLE SINDACALI: «LA DISDETTA È UN GRAVISSIMO ERRORE» Banche, FAbi scioglie i contratti I lavoratori sono pronti allo sciopero il 31 ottobre FRANCESCO SPINI MILANO I banchieri vanno dritti allo scontro coi bancari: l'abi da disdetta al contratto collettivo nazionale siglato il 19 gennaio del sindacati gridano allo scandalo e si preparano allo sciopero. A giustificazione della svolta, l'abi nella lettera con cui ha formalizzato la disdetta, riporta «l'evoluzione della crisi» che ha portato alla «caduta di redditività» per le banche che si conferma «significativa e insostenibile». Di fronte a tale scenario i banchieri puntano ad avviare per tempo «una riflessione approfondita finalizzata ad una complessiva revisione dei contratti di lavoro in vigore». L'effetto della disdetta è però contenuto nelle ultime due righe della lettera fatta avere ai sindacati: fino al 30 giugno 2014 il contratto sarà onorato in ogni sua parte. Successivamente «in difetto di auspicabili accordi, oltre la data di scadenza» prevista per il 30 giugno 2014 il contratto non sarà prorogato. I 310 mila lavoratori del settore rischiano insomma di ritro-la scadenza dei contratti era prevista a fine giugno 2014 varsi senza un contratto collettivo nazionale, ma solo con accordi aziendali di secondo livello. Le sigle sindacali sono in rivolta e si preparano allo sciopero. Una probabile data c'è già: il 31 ottobre, giornata mondiale del risparmio. Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, parla di «attacco inaudito» e lo dice chiaro e tondo: «Non accetteremo mai di trattare con la pistola puntata alla tempia, né accetteremo di farci usare dalle banche per le loro rivendicazioni con il governo, in tema di sgravi fiscali e non solo». Di «gravissimo errore» parla anche Agostino Megale, della Fisac-Cgil che riporta come i sindacati abbiano chiesto «prima di mettere in discussione diritti e condizioni di lavoro» un taglio ai compensi dei manager sotto la soglia dei i mila euro per i prossimi tre anni. «Sarebbe stato un segnale al Paese - aggiunge Massimo Ma si, a capo della Uilca -. Io di fronte ai dati che ci hanno mostrato mi sarei aspettato anche le dimissioni hi toto della dirczione dell'abi». A Palazzo Altieri, sede dell'abi, Francesco Micheli, alla guida della delegazione sindacale dell'abi snocciola in un documento di 18 pagine lo stato dell'arte del credito in Italia e i fattori di crisi che derivano dall'attuale organizzazione. Dalla riforma pensionistica che «comporta un insostenibile incremento degli anni di permanenza al lavoro», fino alle «forti criticità» legate «alla progressiva insostenibilità degli oneri del Fondo esuberi». E poi, si lamenta un personale «addensato nei livelli inquadramentali più elevati», che mostra una «marcata resistenza» alla «riconversione e riqualificazione professionale», con un costo del lavoro che in banca «è ben al disopra degli altri settori». I sindacati avrebbero voluto un confronto preventivo rispetto a una disdetta. Ribatte però Micheli: «Avremmo rischiato l'ultra-attività del contratto anche dopo la scadenza. Ma se nelle altre occasioni non c'era l'esigenza di rivedere il contratto nella sua struttura complessiva e i tempi e i modi della contrattazione potevano essere, più ampie, ora è diverso. Da domani vogliamo ragionare sul contratto, con otto mesi di tempo per farne uno nuovo». Confida in «una riflessione più approfondita» del sindacato, per riscrivere insieme le nuove regole. «Certamente - conclude Micheli - siamo alla ricerca di maggiori elementi di flessibilità e di soluzioni che riguardino l'organizzazione del lavoro e la distribuzione dei salari. Agganciandoli alla produttività in modo serio e concreto». UILCA Pag. 1

17 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. Estratto da pag. 6 Martedì Sarina Biraghi Trattativa Anticipata la scadenza di giugno prossimo. «Calo della redditività insostenibile. Il costo del lavoro è superiore alla media Ue» L'Abi disdice il contratto dei bancari, sindacati verso lo sciopero Per i sindacati si tratta di una «forma di pressione per ottenere sgravi fiscali»; perl'abi occorre ridimensionare l'organico perché «il costo del lavoro nelle banche è ben al di sopra degli altri settori nazionali e della media europea». Con un colpo a sorpresa l'abi, l'associazione delle banche italiane, ha disdetto in modo anticipato il contratto di lavoro dei bancari firmato il 19 gennaio 2012 e che scadrà a giugno del prossimo anno. Si tratta di una decisione che non ha precedenti nella storia delle relazioni sindacali e che porterà altra conflittualità in un settore che da tempo sta vivendo una situazione di criticità e di emergenza. La risposta dei sindacati non si è fatta attendere ed è stata fissata una giornata di scio «il personale, anche per effetto della contrattazione aziendale, risulta addensato nei livelli inquadramentali più elevati» e che «le nuove esigenze organizzative e produttive non sono compatibili con la stabilità dei posti di lavoro e la scarsa fungibilità delle risorse umane». In questo quadro, secondo l'associazione di Palazzo Altieri, è «imprescindibile la ricerca di nuovi equilibri tra livello dei salari e occupazione sostenibile». E «la tradizionale contrattazione integrativa aziendale dovrebbe essere sostituita da una regolamentazione derogatoria o sostitutiva di quella prevista dal contratto nazionale». Tuoni e fulmini dai sindacati che accusano l'abi di aver rotto la trattativa per fini strumentali. Oltre a voler pre Abi II presidente Patuelli pero per il 31 ottobre, in occasione mere il governo per ottenere gli sgravi della Giornata mondiale del fiscali, «c'è anche l'obiettivo di mettere risparmio. Il documento che l'abi in difficoltà i sindacati nella trattativa ha consegnato ai sindacati non in corso per l'adeguamento del Fondo di solidarietà, adeguamento che, lascia spazio a dubbi. «Le imprese, secondo la legge Fornero, deve essere a fronte di nuove e imprescindibili definito entro la fine di ottobre». Poi necessità di riorganizzazione, annunciano un piano di mobilitazione saranno probabilmente costrette a oltre alla giornata di sciopero a fine individuare soluzioni coerenti con ottobre. Per i sindacati si tratta di un le disposizioni di legge e atto di «inaudita arroganza e gravita» contrattuali vigenti in tema di che «rompe di fatto una tradizione licenziamenti collettivi e l'adozione concertativa e scarica sui lavoratori di sistemi di solidarietà difensiva». tutti i guasti di un sistema dei quali le L'Abi poi sottolinea che controparti hanno le maggiori responsabilità». Il segretario generale Mobilitazione Stop della Uilca, Massimo Masi sottolinea dell'attività il 31 ottobre «Gli che «tutte le decisioni unitarie che il istituti vogliono ottenere gli sgravi sindacato prenderà saranno estese a fiscali dal governo» tutte le aziende del settore». Massimo Masi Pag. 1

18 Banche, sindacati contro Abi verso sciopero generale categoria LaPresse Roma, 16 set. (LaPresse) Di fronte alla "grave decisione" dell'abi che ha annunciato oggi la disdetta del contratto dei bancari in vigore le segretarie nazionali dei sindacati di categoria preparano lo sciopero generale. E' quanto si legge in una nota congiunta di Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl credito e Uilca. Per le organizzazioni "né il metodo, né gli obiettivi dichiarati potranno essere accettati" dai lavoratori. "Inizia conseguentemente prosegue il comunicato un periodo di mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici e pertanto saranno convocati gli attivi sindacali unitari e le assemblee del personale, per avviare tutte le procedure per la proclamazione dello sciopero generale della categoria e le altre azioni di contrasto nei gruppi e nelle aziende". Nella riunione di oggi a Roma, sottolineano i sindacati, "l'abi ha consegnato alle rappresentanze dei lavoratori la disdetta anticipata dei vigenti Ccnl. L'atto, di inaudita arroganza e gravità, rompe di fatto una tradizione concertativa che aveva a lungo consentito alle parti di costruire insieme soluzioni innovative a tutela dei lavoratori e del lavoro nel settore e annuncia l'intenzione di scaricare sui lavoratori tutti i guasti di un sistema dei quali le controparti hanno le maggiori responsabilità". Per i rappresentanti dei bancari, "la concomitanza dell'urgente scadenza imposta dalla legge per la trasformazione del Fondo di Solidarietà del settore aumenta la gravità del gesto compiuto dall'abi, che rischia di mettere a repentaglio la sussistenza del fondo stesso". 16 settembre 2013

19 Estratto da pag. 37 Maurizio Cattaneo LAVORO. La scadenza era in giugno 2014 L'Abi disdetta il contratto dei bancali Sindacati verso la mobilitazione per lo sciopero generale di settore Martedì Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. ROMA Tra Abi e sindacati è rottura. A sei mesi dalla scadenza l'associazione bancaria ha disdetto ieri il contratto di lavoro del settore. I sindacati, denunciano l'atto come grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale di categoria. Al termine di un incontro ieri l'abi ha comunicato la disdetta del contratto collettivo nazionale del 19 gennaio 2012 per i quadri direttivi e il personale delle imprese creditizie, la cui scadenza ufficiale era prevista il 30 giugno L'intento, affermal'abi, è di avviare in anticipo le consultazioni per arrivare a un nuovo contratto più coerente con la situazione del settore. È il panorama che caratterizza il mondo del credito, frutto delle conseguenze della crisi, quello che, per l'abi, ha indotto alla decisione e i banchieri ne sottolineano la liceità visto che la legge prevede che la disdetta sia data almeno sei mesi prima della scadenza. Nella lettera ai sindacati l'abi ricorda che «per le banche la caduta della redditività si conferma significativa e insostenibile». E sul settore pesa «un costo del lavoro tra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi». Le banche, lamenta l'associazione, «si trovano pertanto a dover gestire gli ad inaudito ai diritti dei lavoratori», sottolineando la«doppiezzadelle banche»,definite «perfetti Giano Bifronte». La decisione dell'abi è definita «un gravissimo errore» dal Agostino Megale, leader della Fisac Cgil, che annunciando la protesta sottolinea come i sindacati ieri abbiano chiesto all'abi una riduzione dei compensi dei banchieri per i prossimi due o tre anni sotto i mila euro annui per «dare il buon esempio, primadi mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro». La disdetta «costituisce un atto che compromette le relazioni sindacali nel credito» per Massimo Masi, Uilca, mentre la Fiba Cisl sottolinea come la disdetta «mandi a monte 15 anni di concertazione». I sindacati avevano già lanciato l'allarme e sottolineato come la rottura comporti il blocco degli accordi in atto sulle ristrutturazioni. Operazioni delicate e importanti in questa fase di criticità del settore, calcolando che nei prossimi anni ci saranno da gestire circa 19mila uscite dal comparto che lo scorso anno ha visto un detti in eccedenza, con una vitalavorativa che è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con l'attuale modo di fare banca». Lando Maria Sileoni leader della Fabi, parla di «attacco Massimo Masi Pag. 1

20 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. Estratto da pag. 1 Martedì Giorgio Gandola La trattativa Contratto disdettato Bancari in rivolta L'Abi disdetta il contratto, i sindacati non ci stanno: verso lo sciopero generale A PAGINA 10 L'Abi disdetta il contratto dei bancarì No dei sindacati, si va verso lo sciopero L'ultimo nel La lettera dei banchieri: redditività in caduta, costo del lavoro tra i più alti in Europa «Innovazioni tecnologiche e professionalità non più coerenti». La replica: è un attacco inaudito SILVANA GALIZZI È rottura della redditività si conferma nel mondo bancario. Ieri l'abi ha significativa e insostenibile; in disdettato il contratto nazionale con nove mesi e mezzo di anticipo sulla frequenti casi, è negativa». scadenza naturale del 30 giugno Le banche italiane mettono sul E i sindacati sono sul piede di guerra. C'è aria di sciopero generale, anche se piatto il «costo del lavoro tra i non sarà immediato. La mobilitazione più alti, nel confronto con le inizia con le assemblee dei lavoratori. banche europee e gli altri settori Alla giornata di protesta si potrebbe produttivi». Si parla di una arrivare entro la fine di ottobre e porterà con sé anche il congelamento media annua di euro per delle relazioni sindacali nelle aziende. dipendente. Sul piano I lavoratori interessati sono 330 mila economico, l'ultimo contratto nel Paese, circa 7 mila nella nostra prevedeva aumenti in tre tappe provincia, dove operano una quarantina di istituti. L'ultimo sciopero ogni 1 giugno: la prima nel di categoria risale al In mezzo ci 2012, la seconda quest'anno e la sono stati rinnovi contrattuali terza nel 2014, con una voce importanti gestiti senza agitazioni. non inserita nella paga base, ma Soprattutto quello ora disdettato. Firmato il 19 gennaio 2012, ha tenuta distinta Ieri non si è ridisegnato il lavoro in banca: salario entrati nei dettagli, ma visto che d'ingresso attorno ai euro, con le banche dicono di non essere una riduzione del 18% sul minimo più in grado di sostenere standard; possibilità di allungare l'orario la sera o il sabato mattina, l'impianto attuale del contratto, esperimento messo in pratica da Intesa il timore è che qualcosa possa Sanpaolo. L'incontro di ieri era fissato essere messo in discussione. La per discutere l'adeguamento del Fondo professionalità «II modello di solidarietà alla riforma Fornero, ma le indiscrezioni avevano anticipato contrattuale non tiene più: ci l'ipotesi disdetta. Nella lettera sono troppi squilibri tra costi e consegnata ai sindacati, l'abi ricorda il ricavi», ha detto Francesco contesto di recessione del Paese, con il Micheli, alla guida della Pil con calo dal terzo trimestre «In questo scenario - si legge -, per le delegazione Abi. La disdetta banche la caduta chiede una «complessiva revisione» dei contratti in vigore, per «minimizzare o fronteggiare positivamente le ricadute sul piano sociale», anche sul fronte normativo ed evidenzia come è cambiato il lavoro in banca: «Si delinea un profondo e crescente impatto delle innovazioni tecnologiche» con una riduzione dell'prosegue l'abi - si trovano pertanto a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con l'attuale modo di fare banca». Anche sugli esuberi non si è entrati nel merito. Secondo alcune stime, si parlerebbe di altre 40 mila possibili uscite a livello nazionale. Dal 2000 a oggi sono transitati dal Fondo solidarietà 48 mila lavoratori e attualmente il Fondo eroga assegni straordinari a circa 15 mila persone. La reazione dei sindacati è stata durissima. Il numero uno della Fabi, Lando Maria Sileoni, parla di «attacco inaudito ai diritti dei lavoratori» e definisce i banchieri «perfetti Giano Bifronte, la cui doppiezza è sotto gli occhi di tutti». «Hanno questa ambiguità», spiega Attilio Granelli, bergamasco, in segreteria a fianco di Sileoni e ieri al tavolo con labi: «Dicono una cosa ai merca ti, su solidità patrimoniale e contenimento dei costi, e a noi dicono invece che la situazione dei conti è drammatica. Ma se questo è vero, certificano la loro incapacità di governare le banche, visto che vengono da dieci anni di redditività in calo». Granelli auspica un «gruppo di lavoro indipendente per disegnare un nuovo modello di banca per uscire dalla crisi». E se invece il problema è solo il costo del lavoro, aggiunge, «devono partire da loro: o farsi da parte, o ridurre i compensi. Qualcuno l'ha fatto, ma in modo marginale». Al tavolo è stato indicato anche un tetto: sotto i mila euro an nui per i prossimi due o tre anni Non si discostano di molto i commenti delle altre sigle. «A Massimo Masi Pag. 1

21 Estratto da pag. 1 Giorgio Gandola Martedì dice Annamaria Furlan, della segreteria Cisl, e il leader della Fiba-Cisl, Giulio Romani, aggiunge: «È un tentativo per battere cassa al governo e scaricare i guasti del sistema sui lavoratori». La disdetta è «un gravissimo errore respinto con forza», dice il segretario generale della Fisac-Cgil, Agostino Megale. E il leader della Uilca- Uil, Massimo Masi, parla di «un atto che compromette gravemente le relazioni RIPRODUZIONE RISERVATA Attilio Granelli «Si delinea un crescente impatto delle innovazioni tecnologiche»: è uno dei passaggi della lettera dell'abi Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. Massimo Masi Pag. 2

22 Estratto da pag. 4 Gaetano Rizzuto Martedì BANCARI L'Abi disdice i contratti e i sindacati minacciano lo sciopero del comparto Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. ROMA - Tra Abi e sindacati si è consumata ieri la rottura. A sei mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria, facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha disdetto il contratto di lavoro del settore. E i sindacati (Fabi, Fisac Cgil, Uilca, Fiba Cisl) sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della categoria. Al termine di un incontro durato alcune ore, l'associazione bancaria ha ufficialmente comunicato alle sigle sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro 19 gennaio 2012 per i quadri direttivi e il personale delle imprese crediti zie, la cui scadenza è il 30 giugno L'intento, secondo l'abi, è quello di avviare con largo anticipo le necessarie consultazioni per arrivare a un nuovo contratto più coerente con la nuova situazione del settore. Ed è proprio questo nuovo panorama che caratterizza il mondo del credito, frutto delle conseguenze della crisi economica, quello che, spiega l'abi, ha indotto alla decisione odierna. I banchieri sottolineano la liceità della propria decisione visto che per legge la disdetta dei contratti deve essere data almeno sei mesi prima della scadenza. I sindacati non ci stanno visto che nei prossimi anni ci saranno da gestire circa 19 mila uscite dal comparto che già lo scorso anno ha visto un calo di 7 mila unità. UILCA Pag. 1

23 PANORAMA.IT Economia Aziende L'Abi disdice il contratto dei bancari: i veri motivi L'Abi disdice il contratto dei bancari: i veri motivi Per i sindacati è una strumentazione politica per ottenere migliori condizioni fiscali chieste più volte al Governo La sede dell'abi a Roma (Credits: Stefano Scarpiello / Imagoeconomica) di Ilaria Molinari Una doccia fredda per i 310 mila italiani che lavorano in banca. Oggi l Associazione delle banche italiane (Abi) ha comunicato con una lettera ai sindacati la disdetta dei contratti nazionali in vigore. E lo ha fatto con 10 mesi di anticipo, ovvero con quattro mesi in più del preavviso necessario (i sei mesi previsti per legge). In sostanza il contratto dei bancari, che scade il 30 giugno 2014, non verrà confermato e dovrà essere rivisto di certo. Il motivo? La crisi. Le banche sono in difficoltà, non possono più mantenere certe clausole insomma, meglio anticipare le necessarie fasi di consultazione. Apriti cielo. I sindacati sono subito insorti. "Una comunicazione come questa costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito" ha subito commentato il segretario generale della Uilca Massimo Masi.

24 Ma perché l Abi ha fatto questo gesto? E cosa vuole ottenere? "Gli obiettivi sono due e noi temevamo da tempo che si sarebbe arrivati a questo punto" spiega Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, il maggiore sindacato bancario italiano. "L Abi punta a costringerci a sottoscrivere un nuovo contratto dopo il giugno del 2014 ben consapevole del fatto che siamo sempre stati contrari alla sottoscrizione di contratti singoli azienda per azienda. Ma il motivo più importante è un altro: tra luglio e settembre l Abi ha chiesto al Governo di lavorare per migliorare la fiscalità sulle perdite sui crediti, lamentando un trattamento peggiore rispetto a quello delle banche di altri paesi europei. Avere i lavoratori arrabbiati in questo momento diventa un problema in più per il Governo che potrebbe dunque cedere alle richieste delle banche usando il contratto e le condizioni di rinnovo come leva. Insomma, una strumentalizzazione per obiettivi propri. Ovviamente non ci stiamo, sciopereremo e andremo avanti così, dichiara Sileoni. Ma i sindacati dell Abi, tutti, hanno chiesto di più: una riduzione dei compensi dei banchieri per i prossimi due o tre anni sotto la soglia dei 600/700 mila euro annui per "dare il buon esempio", prima di mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro della base.

25 Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. Estratto da pag. 21 Marco Tarquinio Banche, TAbi rompe sul contratto I sindacati: sciopero nazionale DA MILANO Ll Abi annuncia la disdetta 7 dei contratti nazionali in vigore per i lavoratori del settore bancario e i sindacati si preparano allo sciopero generale. Una nota congiunta di Dircredito Fabi, Fiba- Cisl, Fisac-Cgil e Sinfub Uglcredito Uilca ha spiegato che saranno convocati gli attivi e le assemblee «per avviare tutte le procedure per la proclamazione dello sciopero generale della categoria». È statala replica alle motivazioni con cui l'associazione bancaria italiana aveva dichiarato la rottura degli accordi che interessano circa SOOmila persone: costo del lavoro «ben al di sopra» degli altri settori produttivi, contrattazione integrativa aziendale che «dovrebbe essere sostituita da una regolamentazione derogatoria o sostitutiva di quella prevista dal contratto nazionale», riforma pensionistica che comporta un «insostenibile incremento degli anni di permanenza al lavoro anche a danno di nuova eventuale occupazione». Da parte loro, le organizzazioni sindacali hanno risposto attaccando: è ora di tagliare, hanno detto, i compensi dei banchieri che spesso guadagnano 100 volte di più dei dipendenti. Simbolica la data proposta per l'agitazione nazionale: il 31 ottobre, la Giornata del Risparmio Martedì UILCA Pag. 1

26 Banche/ Abi disdetta contratto, sindacati pronti allo sciopero 1 di 2 09:18 Banche/ Abi disdetta contratto, sindacati pronti allo sciopero Uilca: Compromesse gravemente relazioni sindacali nel credito Roma, 16 set. (TMNews) - L'Abi ha disdettato anticipatamente il contratto collettivo dei bancari che scade a giugno 2014 e i sindacati sul piede di guerra annunciano una "forte mobilitazione". "La disdetta del contratto nazionale da parte dell'abi costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito", ha affermato la Uilca, aggiungendo che "la risposta unitaria delle organizzazioni sindacali, in contrasto a questa decisione sarà determinata e di forte mobilitazione". L'Abi, ha comunicato l'associazione bancaria italiana, ha illustrato ai sindacati le condizioni economiche di scenario delle banche italiane, sia dal punto di vista generale che del lavoro e ha comunicato ai sindacati la disdetta dei contratti nazionali in vigore, in applicazione della normativa, che prevede che la disdetta venga data almeno sei mesi prima della scadenza. Per questo contratto è prevista per il 30 giugno L'intento, ha spiegato l'abi, è quello di anticipare le necessarie fasi di consultazione. In precedenti rinnovi contrattuali la disdetta era stata data unilateralmente sia dai sindacati che dall'abi. Nella lettera, l'abi fa riferimento all'evoluzione della crisi economica che ha portato il Paese in uno stato di "recessione particolarmente grave, con un Pil che risulta in contrazione a partire dal terzo trimestre del 2011". Pubblica qui il tuo annuncio PPN Risparmia fino a 300 Fai un Preventivo! Con Direct Line il Risparmio è Assicurato Vivi da protagonista Con Carta Oro American Express eventi esclusivi e vantaggi! Prestito Click BancoPosta Mai visto un prestito così flessibile. Vai alla pagina ALTRE NOTIZIE SULL'ARGOMENTO Roma, 16 SET 2013 Milano, 13 SET 2013 Bruxelles, 12 SET 2013 Roma, 10 SET 2013 Milano, 09 SET 2013 Milano, 09 SET 2013 Roma, 31 AGO 2013 Roma, 30 AGO 2013

27 Estratto da pag. 10 Umberto La Rocca Martedì VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL SETTORE DEL CREDITO L'ABI DISDETTA IL CONTRATTO DEI BANCARI SINDACATI IN RIVOLTA «GRAVE ERRORE» Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. ROMA. Abi e sindacati hanno rotto. A sei mesi dalla sua effettiva scadenza, l'associazione bancaria ha disdetto il contratto di lavoro del settore. E i sindacati, sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della categoria. Al termine di un incontro durato qualche ora, l'abi ha comunicato alle sigle sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro 19 gennaio 2012 per i quadri direttivi e il personale delle imprese creditizie, la cui scadenza era prevista per il 30 giugno Una decisione il cui intento, secondo l'associazione, è quello di avviare con largo anticipo le necessarie consultazioni per arrivare a un futuro nuovo contratto più coerente con la nuova situazione del settore. Ed è proprio questo nuovo panorama che caratterizza il mon do del credito, frutto delle conseguenze della crisi economica, quello che, spiega Abi, ha indotto alla decisione. I banchieri sostengono la liceità della propria decisione visto che per legge prevede che la disdetta dei contratti venga data almeno sei mesi prima della scadenza. Nella lettera consegnata ai sindacati l'abi ricorda che «per le banche la caduta della redditività si conferma significativa e insostenibile». Sul settore pesa anche «un costo del lavoro tra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi». Le banche - lamenta ancora l'associazione - si trovano a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con l'attuale modo di fare banca. Ma i sindacati non ci stanno. Lando Maria Sileoni leader della Fabi, parla di un «attacco inaudito ai diritti dei lavoratori», sottolineando la «doppiezza delle banche», definite «perfetti Giano Bifronte». La disdetta del contratto è «un gravissimo errore» per il leader della Fisac Cgil, Agostino Megale, che annunciando la protesta ricorda che ilavoratorihanno chiesto alla controparte unariduzione dei compensi dei banchieri «sotto la soglia dei 600/700 mila euro annui» per «dare il buon esempio, prima di mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro». La disdetta «costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali» per Massimo Masi della Uilca, Fiba Cisl sottolinea come l'atto dell'abi «mandi a monte 15 anni di concertazione». Nei prossimi anni il settore dovrà gestire 19 mila uscite, dopo le 7mila del ROTTA LA TRATTATIVA I banchieri: «In Italia costo del lavoro tra i più alti». I lavoratori: «Riducetevi i compensi, date l'esempio» Massimo Masi Pag. 1

28 Estratto da pag. 15 Alessandro Barbano La vertenza Banche, contratto disdettato Martedì Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. L'Abi conferma la linea dura I sindacati: sciopero a fine ottobre In discussione 40mila posti Roberta Amoroso ROMA. La mossa era attesa ed è arrivata puntuale, seppure un po' in anticipo. Il contratto di bancari firmato solo 20 mesi fa (con un aumento medio di 170 euro a regime) è già da riscrivere per l'abi, l'associazione bancaria italiana. Colpa della crisi e degli oneri diventati «gravosi» e «non più sostenibili» per gli istituti, alle prese con 140 miliardi di sofferenze. Risultato: quelle condizioni in scadenza a giugno 2014 sono ora congelate (aumenti automatici compresi). Ma i sindacati sono già in guerra. Per la prima volta dal 2000 il sistema bancario potrebbe essere travolto da un'ondata di scioperi. E la prima mobilitazione unitaria è già fissata per la Giornata mondiale del risparmio, il 31 ottobre. Del resto la posta in gioco è alta, sia per le banche che per il fronte dei lavoratori. Da parte loro le banche devono fare i conti con margini troppo risicati per far reggere i conti (il settore bancario ha un roe tra i più bassi dell'industria, atteso al 2,1% contro l'll,7% del 2006») e con il 50% dei dipendenti bancari ha un contratto da quadro. Senza contare che sempre secondo i dati dell'abi, in Italia ci sono troppe filiali rispetto all'estero, con un numero di transazioni allo sportello praticamente dimezzato in 4 anni. Sono i «troppi squilibri tra costi e ricavi, sottolineati da France sco Micheli, banchiere alla guida della delegazione sindacaleabi,adettarelastrada. Si tratta di rispondere alle «nuove esigenze». Al punto che «la contrattazione integrativa aziendale dovrebbe essere sostituita da una regolamentazione derogatoria o sostitutiva di quella nazionale», precisa lo stesso Micheli. E' in questo scenario che torna ad incombere la stima di altri esuberi da far digerire al settore dopo i tagli già subiti dal 2008 al 2012 ( posti di lavoro). Ulteriori sacrifici che possono passare da pre-pensionamenti per gli over 55, dall'azzeramento degli inquadramenti e dal congelamento della parte economica. Non solo. Tra le ipotesi c'è anche l'utilizzo di un doppio binario per la parte economica, prevedendo un trattamento diverso per chi è nelle agenzie e chi è negli uffici con una distinzione precisa, quindi, tra area commerciale e attività di supporto. Condizioni e prospettive inaccettabili, queste per i sindacati che vedono nella mossa unilaterale dell'abi, una via per ricostruire un intero sistema, oltre che per fare pressioni al governo anche in coincidenza con la scadenza per l'adeguamento del Fondo esuberi. La disdetta del contratto è «un attacco inaudito ai diritti dei lavoratori», risponde Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi che ha proposto, assieme al segretario Fisac Agostino Megale (Fisac Cgil) un autolimitazione delle retribuzioni dei top manager per un biennio con un tetto a GOOmila euro l'anno. Massimo Masi (Uilca), invece, prevede uno scontro «non solo a Roma ma anche nei gruppi bancari. RIPRODUZIONE RISERVATA Massimo Masi Pag. 1

29 Estratto da pag. 8 Alessandro Notarstefano (non disponibile) Martedì Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. I sindacati denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori L'Abi disdetta il contratto di lavoro I banear! sono pronti allo sciopero ROMA. Tra Abi e sindacati si è consumata ieri la rottura. A sei mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria, facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha infatti disdetto ieri il contratto di lavoro del settore. E i sindacati, sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della categoria. Al termine di un incontro durato qualche ora, l'associazione bancaria ha ufficialmente comunicato alle sigle sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro 19 gennaio 2012 per i quadri direttivi e il personale delle imprese creditizie, la cui scadenza ufficiale era prevista per il 30 giugno Una decisione il cui intento, secondo P Abi, è quello di avviare con largo anticipo le necessarie consultazioni per arrivare a un futuro nuovo contratto più coerente con la nuo ROMA. Tra Abi e sindacati si è consumata ieri la rottura. A sei mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria, facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha infatti disdetto ieri il contratto di lavoro del settore. E i sindacati, sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della categoria. Al termine di un incontro durato qualche ora, l'associazione bancaria ha ufficialmente comunicato alle sigle sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro 19 gennaio 2012 per i quadri direttivi e il personale delle imprese creditizie, la cui scadenza ufficiale era prevista per il 30 giugno Una decisione il cui intento, secondo P Abi, è quello di avviare con largo anticipo le necessarie consultazioni per arrivare a un futuro nuovo contratto più coerente con la nuo va situazione del settore. Ed è proprio questo nuovo panorama che caratterizza il mondo del credito, frutto delle conseguenze della crisi economica, quello che, spiega P Abi, ha indotto alla decisione di ieri. I banchieri sottolineano per altro la liceità della propria decisione visto che per legge prevede che la disdetta dei contratti venga data almeno sei mesi prima della scadenza. Nella lettera consegnata ai sindacati l'abi ricorda che «per le banche la caduta della redditività si E sul settore pesa anche «un costo del lavoro tra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi». Le banche - lamenta ancora l'associazione - si trovano pertanto a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con ROMA. Tra Abi e sindacati si è consumata ieri la rottura. A sei mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria, facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha infatti disdetto ieri il contratto di lavoro del settore. E i sindacati, sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della categoria. Al termine di un incontro durato qualche ora, l'associazione bancaria ha ufficialmente comunicato alle sigle sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro 19 gennaio 2012 per i quadri direttivi e il personale delle imprese creditizie, la cui scadenza ufficiale era prevista per il 30 giugno Una decisione il cui intento, secondo P Abi, è quello di avviare con largo anticipo le necessarie consultazioni per arrivare a un futu l'attuale modo di fare banca». Ma i sindacati non ci stanno. Lando Maria Sileoni leader della Fabi, parla di un «attacco inaudito ai diritti dei lavoratori», sottolineando la «doppiezza delle banche», definite «perfetti Giano Bifronte». La decisione dell'abi viene definita «un gravissimo errore» dal leader della Fisac Cgil, Agostino Megale che annunciando la protesta sottolinea come i sindacati nell'incontro di ieri abbiano chiesto alla controparte una riduzione dei compensi dei banchieri per i prossimi due o tre anni sotto la soglia dei 600/700 mila euro annui» per «dare il buon esempio, prima di mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro». La disdetta «costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito» per Massimo Masi della Uilca, mentre la Fiba Cisl sottolinea come l'atto dell'abi «mandi a monte 15 anni di concertazione». * (a.l.) o nuovo contratto più coerente con la nuo va situazione del settore. Ed è proprio questo nuovo panorama che caratterizza il mondo del credito, frutto delle conseguenze della crisi economica, quello che, spiega P Abi, ha indotto alla decisione di ieri. I banchieri sottolineano per altro la liceità della propria decisione visto che per legge prevede che la disdetta dei contratti venga data almeno sei mesi prima della scadenza. Nella lettera consegnata ai sindacati l'abi ricorda che «per le banche la caduta della redditività si E sul settore pesa anche «un costo del lavoro tra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi». Le banche - lamenta ancora l'associazione - si trovano pertanto a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e profession Massimo Masi Pag. 1

30 Estratto da pag. 33 Giuliano Molossi Martedì BANCHE E' ROTTURA TRA LE PARTI. L'ASSOCIAZIONE: C'È' CRISI, COSTI TROPPO ALTI. I LAVORATORI: ATTACCO INAUDITO Abi, disdetto il contratto. Sindacati verso lo sciopero Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. ROMA»Tra Abi e sindacati si è consumata ieri la rottura. A sei mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria, facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha infatti disdetto il contratto di lavoro del settore. E i sindacati, sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della catego»tra Abi e sindacati si è consumata ieri la rottura. A sei mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria, facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha infatti disdetto il contratto di lavoro del settore. E i sindacati, sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della catego ria. Al termine di un incontro durato qualche ora, l'associazione bancaria ha ufficialmente comunicato alle sigle sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro 19 gennaio 2012 per i quadri direttivi e il personale delle imprese creditizie, la cui scadenza ufficiale era prevista per il 30 giugno Una decisione il cui intento, secondo l'abi, è quello di avviare con largo anticipo le necessarie consultazioni per arrivare a un futuro nuovo contratto più coe rente con la nuova situazione del settore. Ed è proprio questo nuovo panorama che caratterizza il mondo del credito, frutto delle conseguenze della crisi economica, quello che, spiega l'abi, ha indotto alla decisione odierna. I banchieri sottolineano per altro la liceità della propria decisione visto che per legge prevede che la disdetta dei contratti venga data almeno sei mesi prima della scadenza. Nella lettera consegnata ai sindacati l'abi ricorda che «per le banche la caduta della redditività si conferma significativa e insostenibile». E sul settore pesa anche «un costo del lavoro tra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi». Le banche lamenta ancora l'associazione «si trovano pertanto a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che è nel frattempo allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze e professionalità non risultano più coerenti con l'attuale modo di fare banca». Ma i sindacati non ci stanno. Lando Maria Sileoni leader della Fabi, parla di un «attacco inaudito ai diritti dei lavoratori», sottolineando la «doppiezza delle banche», definite «perfetti Giano Bifronte». La decisione dell'abi viene definita «un gravissimo errore» dal leader della Fisac Cgil, Agostino Megale che annunciando la protesta sottolinea come i sindacati nell'incontro abbiano chiesto alla controparte una riduzione dei compensi dei banchieri per i prossimi due o tre anni sotto la soglia dei 600/700 mila euro annui» per «dare il buon esempio, prima di mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro». La disdetta «costituisce un atto che compromette gravemente le relazioni sindacali nel credito» per Massimo Masi della Uilca, mentre la Fiba Cisl sottolinea come l'atto dell'abi «mandi a monte 15 anni di concertazione». 4 Roma Lingresso della sele dell'abi a Palazzo Altieri. Massimo Masi Pag. 1

31 Estratto da pag. 20 Giacomo Scanzi Martedì Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. Economia L;Abi disdice il contratto: «Stipendi troppo alti» A sei mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria (Abi), facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha disdetto oggi il contratto di lavoro del settore. I sindacati, sul piede di guerra, denunciano il grave colpo ai diritti dei lavoratori e annunciano mobilitazioni per indire uno sciopero generale della categoria,a pagina 36 Banear! senza contratto Colpiti bresciani Abi disdetta gli accordi nazionali con 9 mesi di anticipo «II costo del lavoro è troppo alto». Il sindacato non ci sta BRESCIA A nove mesi dalla sua effettiva scadenza l'associazione bancaria (Abi), facendosi portavoce del disagio delle banche italiane oberate dagli effetti della crisi, ha disdetto il contratto di lavoro del settore. Una decisione che ha inevitabilmente scatenato l'ira dei sindacati, i quali hanno denunciato il grave colpo subito dai lavoratori, circa nel Bresciano. Al termine di un incontro durato qualche ora, l'abi ha ufficialmente comunicato alle sigle sindacali la disdetta del contratto collettivo nazionale di lavoro la cui scadenza ufficiale era prevista per il 30 giugno Una scelta il cui intento, secondo l'abi, è quello di avviare con largo anticipo le necessarie consultazioni per arrivare a un nuovo contratto più coe- rente con la nuova situazione del settore. Ed è proprio questo nuovo panorama che caratterizza il mondo del credito, frutto delle conseguenze della crisi economica. I banchieri sottolineano peraltro la liceità del- La decisione dell'abi viene lapropriadecisione: «La legge definita «un gravissimo errore prevede che la disdetta dei con il quale si contratti venga data almeno sei strumentalizzano i lavoratori» mesi prima Nella lettera anche dal bresciano Mauro consegnata ai sindacati l'abi Pedroni, responsabile Fisac ricorda inoltre che «per le Cgil per i rapporti con il banche la caduta della gruppo Ubi Banca. Rincara la redditività si conferma E sul dose il suo segretario settore pesa anche «un costo nazionale Agostino Megale del lavoro tra i più alti, nel che annunciando una confronto con le banche mobilitazione dei lavoratori europee e gli altri settori (probabilmente il 31 produttivi». Le banche - otto bre) sottolinea lamenta ancora l'associazione - come i sindacati abbiano già si trovano quindi a dover chiesto alle banche una gestire gli addetti in eccedenza, riduzione dei compensi dei con una vita lavorativa che è banchieri sotto la soglia dei nel frattempo allungata per 600/700 mila euro annui per effetto della riforma delle «dare il buon esempio, prima pensioni, e le cui competenze e di mettere in discussione i professionalità non risultano diritti e le condizioni di lavo- più coerenti con l'attua le modo di fare I sindacati però non ne ro». La disdetta «costituisce un vogliono sapere. Fabrizio atto che compromette Sangalli della Fabi di Brescia gravemente le relazioni parla di un «attacco inaudito sindacali nel credito» per ai diritti dei lavoratori che Massimo Masi della Uilca, azzera ogni mentre Maria Rosa Loda della Fiba Cisl di Brescia sottolinea come la decisione dell'abi «mandi a monte ISanni di concertazione e vada a compromettere il clima delle prossime Massimo Masi Pag. 1

32 Estratto da pag. 20 Giacomo Scanzi Martedì trattative». Le organizzazioni dei lavoratori avevano già lanciato l'allarme nei giorni scorsi e sottolineato come la rottura comporti il blocco degli accordi in atto sulle ristrutturazioni. Operazioni particolarmente delicate per il settore in questa fase di crisi, calcolando che nei prossimi anni ci saranno da gestire circa 19mila uscite.e.bis. LE REAZIONI «Questa decisione è un grave errore: scarica sul mondo del lavoro inefficienze e criticità dell'intero sistema» Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. Massimo Masi Pag. 2

33 Estratto da pag. 20 Alfonso Ruffo LABI: STOP AL CONTRATTO, ADDETTI VERSO LO SCIOPERO Martedì Le banche formalizzano la disdetta anticipata del contratto nazionale dei banear! la cui scadenza sarebbe stata il prossimo giugno Il motivo? La crisi e l'aumento delle sofferenze. Lo rende noto l'abi, rappresentata da Francesco Micheli, l sindacati - in primis Uilca, Fabi e Falcri - si preparano a indire lo sciopero. Con la disdetta l'associazione bancaria italiana blocca gli aumenti contrattuali automatici, previsti dall'attuale contratto firmato il 19 gennaio 2012 e valido fino al 30 giugno sindacati sottolineano che le banche hanno già pesantemente tagliato il costo del personale riducendo, a livello di sistema, dal 2008 al posti di lavoro. Altri 40mila esuberi sono stimati dai sindacati per i prossimi anni. I dipendenti delle banche italiane aderenti all'abi oggi sono circa 330mila. Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. UILCA Pag. 1

34 Estratto da pag. 14 Franco Fregni Prime grane sindacali per Patuelli II presidente dell'abi comunica la disdetta dei contratti nazionali di lavoro. La Cgil: "Sciopero" Per il presidente dell'abi Patuelli è il primo scoglio del suo brillante mandato (non disponibile) Martedì Ritaglio stampa ad uso esclusivo interno, non riproducibile. L Associazione Bancari Italiani, presieduta dal ravennate Antonio Patuelli, ha illustrato ieri ai sindacati le condizioni economiche di scenario delle banche italiane. E' quanto si legge in una nota dell'abi che sottolinea che nell'occasione è stata comunicata ai sindacati la disdetta dei contratti nazionali in vigore: "L'intento precisa l'abi - è quello di anticipare le necessario fasi di consultazione. In precedenti rinnovi contrattuali la disdetta era stata data unilateralmente sia dai sindacati sia dall'abi". Nella lettera indirizzata ai sindacati si legge che nello "stato di recessione particolarmente grave", con un Pil italiano in calo costante dal terzo trimestre 2011, "per le banche la caduta della redditività si conferma significativa e insostenibile". L'Abi sottolinea che "pesano sul settore le recenti riforme e la necessità di rafforzamento patrimoniale imposte dalla Autorità, oltre ad un costo del lavoro tra i più alti, nel confronto con le banche europee e gli altri settori produttivi". Anche per il "profondo e crescente impatto delle innovazioni tecnologiche" le banche si trovano "a dover gestire gli addetti in eccedenza, con una vita lavorativa che si è allungata per effetto della riforma delle pensioni, e le cui competenze non risultano più coerenti con l'attuale modo di fare banca". Per queste ragioni l'abi ritiene che "è necessario avviare una "riflessione approfondita finalizzata ad una revisione dei contratti di lavoro in vigore". Una realistica disamina dello scenario bancario italiano, che però non è piaciuta ai sindacati, che hanno risposto parlando di "gravissimo errore". Il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, precisa in una nota di aver "chiesto con forza il ritiro della disdetta". Per il sindacato si tratta di una decisione "contro la quale ci mobiliteremo", arrivando anche a minacciare "lo sciopero della categoria". Nel corso dell'incontro di ieri, inoltre, fa sapere Megale, "oltre che sostenere la necessità di una legge sui compensi dei top manager, abbiamo chiesto alla controparte di dare il buon esempio: i banchieri dovrebbero infatti ridursi per i prossimi due o tre anni i loro compensi, passando dai due, ai tre e fino ai quattro milioni attuali, sotto la soglia dei 6/700 mila euro", conclude. Ancora più dura la Uilca: "La risposta delle organizzazioni sindacali non può che essere uno sciopero contro questa arroganza imitativa del modello Marchionne - afferma il segretario generale del sindacato Massimo Masi - con questa disdetta l'associazione vuole solo nascondere le proprie responsabilità". Massimo Masi Pag. 1

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