PAOLO MAZZARELLO QUATTRO ORE NELLE TENEBRE

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2 PAOLO MAZZARELLO QUATTRO ORE NELLE TENEBRE BOMPIANI

3 2016 by Paolo Mazzarello Published by arrangement with Agenzia Santachiara 2016 Bompiani / RCS Libri S.p.A., Milano ISBN Prima edizione Bompiani maggio 2016

4 A mio padre Mazzarello Domenico ( ), che riuscì a tornare dalla Russia

5 PROLOGO Quando scese il buio, ognuno cercò di contrastarlo come poteva. Tutti avevano una loro luce, ma non per tutti fu sufficiente a vedere nell oscurità. Quando la sorte tirò i suoi dadi e decise che alcune creature fossero diverse, e che bisognasse eliminarle, considerarle non pienamente umane, qualcuno riuscì a gettare uno sguardo più lontano, a vedere nell altro se stesso e a provare compassione per la sua sorte. Perché nella sofferenza e nel destino di un essere umano c è anche la propria sofferenza e il proprio destino. Salvare gli altri salva anche se stessi: forse per questo è detto, nelle antiche scritture, che chi salva un uomo salva l umanità intera. 7

6 PARTE PRIMA IL RIFUGIO Di fronte alla minaccia hitleriana, la massima parte degli ebrei indigeni, in Italia, in Francia, in Polonia, nella stessa Germania, preferì rimanere in quella che essi sentivano come la loro patria, con motivazioni ampiamente comuni, e anche se con sfumature diverse da luogo a luogo. PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati

7 1. MISERIE E DOLORI Il venerdì 15 luglio 1938 sulla prima pagina de Il Giornale d Italia fu pubblicato in forma anonima un manifesto dal titolo Il fascismo e i problemi della razza, che fissava in dieci punti la concezione biologica del razzismo fascista. 1 Frutto del sempre maggiore avvicinamento dell Italia alla Germania, il testo era il risultato di un elaborazione avviata fra gennaio e febbraio da alcuni personaggi minori del mondo accademico e giunta a maturazione nell estate sotto il diretto controllo di Benito Mussolini. 1 In realtà stampato il 14 ma datato al giorno dopo. Cfr. i lavori di Fausto Coen 1988; Renzo De Felice 1988; Michele Sarfatti 1994, 2002, 2005, 2007; Francesco Cassata 2006, 2008, 2011; Marie-Anne Matard-Bonucci 2008; Annalisa Capristo 2011; Mario Avagliano e Marco Palmieri 2011, ai quali si rimanda anche per la puntuale bibliografia presa in considerazione. 11

8 Il 25 luglio un comunicato del Partito nazionale fascista, firmato dal suo segretario Achille Starace, rendeva noti i nomi dei redattori del manifesto. Tuttavia, per conferire maggiore autorevolezza al documento, si inserirono tra i firmatari e aderenti anche alcune personalità di grande spicco del mondo universitario italiano, come lo zoologo Edoardo Zavattari, il neuropsichiatra Arturo Donaggio, l endocrinologo Nicola Pende e il fisiologo Sabato Visco. 2 Ben presto il Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto del razzismo italiano, come venne poi conosciuto, ottenne l adesione di molti esponenti di rilievo della scienza e della cultura italiane. Le tesi trovarono nell aggressiva rivista La difesa della razza che iniziò le pubblicazioni all inizio di agosto una forte spinta in grado di alimentare per anni l odio razziale ispirandosi ai modelli genetico-biologici del mondo tedesco. Gli italiani erano considerati una popolazione ariana di stirpe omogenea sulla base della purissima parentela di sangue che li univa alle 2 Pende e Visco cercarono subito di far modificare il testo, del quale non condividevano l impronta fortemente biologica. Cfr. Capristo 2011, p

9 generazioni che da millenni popolavano la penisola. Sotto questo profilo gli ebrei diventavano una sorta di corpo estraneo non assimilabile, che conveniva isolare e se possibile espellere dal tessuto sociale realizzando una sorta di bonifica della razza. Il Manifesto sosteneva con forza la necessità che gli italiani si proclamassero francamente razzisti e mitizzava un modello fisico e soprattutto psicologico di popolazione umana millenaria da difendere e idealizzare con coscienza superiore. Era il punto culminante di alcune traiettorie pseudoscientifiche sostenute anche da gran parte del positivismo ottocentesco che postulavano una gerarchia biologica delle razze umane, e fungeva da monito contro gli incroci razziali e il conseguente pericolo di meticciato che avrebbe attentato alla stabilità sociale diffondendo elementi degenerativi nella società italiana. Ma era anche e soprattutto il risultato di una decisa svolta razzista della dittatura intervenuta fra la fine del 1935 e l anno successivo, che iniziò a spargere nel paese gocce di veleno antisemita. 3 Una presa di posizione rafforzata 3 De Felice 1988, p

10 dal sempre più stretto legame politico-ideologico con il nazismo, al cui destino il regime fascista e l Italia si trovarono rapidamente uniti. Ben presto dalle idee teoriche si passò ai fatti con fascistica energia. 4 Il 5 settembre 1938 il regio decreto 1390 dal titolo Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista 5 vietava agli studenti ebrei l iscrizione negli istituti scolastici di qualsiasi ordine e grado e sanciva la sospensione dal servizio di tutti gli insegnanti israeliti, così come la loro espulsione dalle accademie e dagli istituti di scienze, lettere e arti. Un mese dopo, il Gran consiglio del fascismo votava una dichiarazione diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana e ammoniva contro le conseguenze politiche incalcolabili che sarebbero potute derivare da incroci e imbastardimenti. 6 Gli appartenenti alla popolazione 4 La difesa della razza, 5 agosto Sarfatti 2002, pp Tra i molti siti che riportano il decreto, si veda per esempio: documenti/italia/ htm, oppure it/home2_2.asp?idtesto=589&idtesto1=643&son=1&figlio. 6 Si veda italia/ dichiarazione.htm. 14