CORTE FEDERALE D APPELLO SENTENZA SUL RECLAMO EX ART. 70 R.G. PROPOSTO DA PAOLO GIANI MARGI FATTO

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "CORTE FEDERALE D APPELLO SENTENZA SUL RECLAMO EX ART. 70 R.G. PROPOSTO DA PAOLO GIANI MARGI FATTO"

Mariana Rosati
6 anni fa
Visualizzazioni

1 CORTE FEDERALE D APPELLO AVV. GIUSEPPE VINCENZO MARINO AVV. ANNA MARIA PITZOLU AVV. GIORGIO D'ALESSIO Presidente- relatore SENTENZA SUL RECLAMO EX ART. 70 R.G. PROPOSTO DA PAOLO GIANI MARGI FATTO Con ricorso ex art. 70 comma 2 del R. G. il sig. Margi chiedeva che la Corte Federale di Appello accerti e dichiari la violazione dei principi del giusto processo, per tutti i motivi dedotti, e documentati, in entrambi i gradi del giudizio disciplinare a carico del sig. Paolo Giani Margi (Corte Federale d'appello R.G.N. 19/05 (P.A. 134/14) sentenza 6 ottobre 2105 e Collegio di Garanzia Sezioni Unite CONI ricorso 91/2015 decisione 69/2015) e conseguentemente REVOCHI ex art. 70, comma 2, RdG FISE, per i motivi tutti sopra dedotti e riportati, le predette decisioni e/o adotti gli opportuni provvedimenti a salvaguardia e tutela dei diritti del ricorrente con eventuale estinzione e/o annullamento per estinzione, in via subordinata, delle pronunce citate sia della Corte Federale di Appello che del Collegio di Garanzia. Più precisamente, il ricorrente proponeva domanda di revocazione per i motivi di seguito schematizzati: 1) ai sensi dell art. 395, n. 6, c.p.c., per dolo del Giudice, richiedibile, secondo il ricorrente, quando si individua, in quest ultimo (il Giudice), la consapevolezza di voler disattendere i doveri propri del suo ufficio al fine di danneggiare una delle parti ed abbia determinato il giudicante a pronunciare una sentenza ingiusta a causa dell atteggiamento psicologico del Giudice che ha inciso sull iter di formazione della decisione ; 1

2 2) perché, errando, la Corte Federale ed il Collegio di Garanzia avrebbero applicato la sospensione feriale nel computo dei termini per l estinzione del giudizio disciplinare e ciò avrebbe comportato il rigetto dell eccezione di estinzione del procedimento per decorso del termine di cui all art. 56 del RdG formulata dal sig. Margi in entrambi i procedimenti conclusi con le decisioni di cui il ricorrente chiede la revocazione; 3) perchè il Collegio di Garanzia avrebbe omesso di pronunciarsi, a detta del ricorrente, sulla eccezione di nullità ed invalidità per incompatibilità del difensore patrocinante, posto che il mandato difensivo nel ricorso proposto dalla FISE al Collegio di Garanzia era stato conferito a soggetti i quali avevano già svolto funzioni inquirenti come Procuratori Federali; 4) perchè il Collegio di Garanzia avrebbe omesso di pronunciarsi sulla inammissibilità ed irricevibilità del ricorso non avendo i ricorrenti provato e documentato il versamento del contributo per spese di giustizia. La Procura con memoria del 31 agosto 2017 si costituiva sostenendo l inammissibilità del ricorso perché carente dei requisiti richiesti dall'art. 70 comma 2 R.G. per la revocazione della sentenza del Collegio di Garanzia precitata o delle precedenti decisioni endofederali. All udienza del 07 settembre 2017 l avv. Susanna Gaiotto nell interesse del ricorrente, precisava che il ricorso era stato proposto nei termini per l'appello avverso la decisione del Tribunale Federale del 13 giugno 2017 n. 9/2017, e chiedeva di essere ammessa a produrre breve memoria e documenti. Inoltre, concludeva chiedendo l'accoglimento delle conclusioni formulate nel ricorso, nonché la riforma e/o revoca della predetta sentenza. La Procura Federale, rappresentata dall'avv. Anselmo Carlevaro, presa visione della memoria e dei documenti prodotti dalla difesa del sig. Giani Margi, dichiarava di non opporsi alla loro ammissione e concludeva riportandosi ai motivi dedotti nella memoria di costituzione e chiedeva dichiararsi inammissibili e irricevibili perché tardive le conclusioni formulate dal ricorrente in udienza ed insisteva per il rigetto del ricorso per assenza dei relativi presupposti. DIRITTO Preliminarmente, con riferimento alla domanda, formulata dal ricorrente solo in udienza, di riforma 2

3 della sentenza del Tribunale Federale n. 9/2017, deve ritenersi che la stessa sia inammissibile. Infatti, tale domanda si presenta come nuova rispetto all'oggetto del ricorso, individuabile nel petitum e nella causa petendi ivi dedotti, all'interno del quale non vengono mossi specifici motivi di impugnazione della sentenza de quo, né viene chiesta la riforma della stessa. Peraltro, il comportamento del ricorrente appare di totale adesione ed acquiescenza alla decisione del Tribunale Federale, avendo Egli proposto esattamente l'azione ex art. 70 R.G. indicata dal Collegio. In ogni caso, ove si volesse considerare autonomamente la nuova domanda come reclamo avverso la decisione del Tribunale Federale n. 9/2017, essa sarebbe tardiva perché proposta oltre i termini di Regolamento. Passando all'esame delle altre censure, si evidenzia che il citato art. 70 R.G. consente la revisione delle decisioni quando la sanzione della sentenza impugnata è stata applicata sulla base di prove successivamente giudicate false o in difetto di prove decisive o comunque divenute acquisibili. (comma 1), oppure la revocazione quando la decisione dipende esclusivamente da un errore di fatto risultante incontrovertibilmente da documenti rinvenuti successivamente per causa non imputabile all istante. (comma 2). Inoltre, il ricorrente invoca altra ipotesi di revocazione per dolo del Giudice, la quale pur non essendo prevista nella norma appena richiamata, è sancita dall'art. 395, n. 6, c.p.c., se la sentenza è effetto del dolo del giudice, accertato con sentenza passata in giudicato. Infine, lo stesso articolo 70 del R.G., al comma 4, prevede che al di fuori dei casi ivi tassativamente indicati, nessuna decisione di Organi di Giustizia può essere revocata quando il giudizio sia stato definito dal Collegio di Garanzia dello Sport con decisione nel merito. La domanda del ricorrente tende ad accertare e riformare l interpretazione errata e/o ingiusta del Regolamento di Giustizia fornita dalla Corte Federale d'appello e confermata dal Collegio di Garanzia del Coni a Sezioni Unite, circa l applicazione dei termini feriali nel procedimento che vedeva coinvolto il sig. Margi e la nullità e irricevibilità del ricorso promosso dalla FISE. Quindi, tramite il ricorso per revocazione, il ricorrente chiede a questa Corte di decidere su questioni di diritto che erano state già proposte durante i precedenti procedimenti e disattese dagli organi 3

4 giudicanti. Nel caso in esame, il ricorrente non ha dedotto quale sia l'errore di fatto, determinante ai fini del giudizio, in cui sarebbe incorso il Giudice della sentenza revocanda; né ha prodotto i documenti dai quali incontrovertibilmente risulterebbe tale errore di fatto. Secondo il costante orientamento della giurisprudenza della Corte di Cassazione, che viene qui richiamata a conforto dell'iter logico seguito da questa Corte, l error facti deve risultare da documenti rinvenuti successivamente e non deve trattarsi di un errore di valutazione, ma di un errore nella percezione del fatto. E altresì necessario che il fatto oggetto dell asserito errore non abbia costituito dibattito processuale e non riguardi la violazione o la falsa applicazione di norme giuridiche; in particolare, non costituisce errore di fatto, sussumibile come motivo di revocazione, l erronea interpretazione dei motivi di ricorso (Cass. Civ. n del 2017). In generale, quindi, non è errore di fatto, ai fini della revocazione, l errore di decisione, ossia l errore nel ragionamento decisorio compiuto dal giudice (Cass. Civ. n del 2017). Pertanto, sotto tale profilo, non si ravvisano i presupposti per l'applicazione dell'art. 70, comma 2, R.G.. Per altro verso, le richieste formulate su un eventuale dolo del Giudice ex art. 395, n. 6, c.p.c. risultano sfornite di un qualsiasi elemento probatorio che possa dimostrarne la fondatezza. La domanda di revocazione per dolo del Giudice (ipotesi gravissima!) presuppone la prova che l Organo Giudicante abbia tenuto un comportamento scientemente, volutamente ed illegittimamente a favore di una parte, violando in tal modo il suo dovere di imparzialità, favorendo in mala fede e segnatamente quella che avrebbe dovuto avere torto (Fazzalari, Revocazione, 299; Valitutti, De Stefano, 245). E necessario, quindi, dimostrare che il Giudice abbia esercitato le proprie funzioni con intenzione diretta ad uno scopo contrario alla legge. Stante la gravità di tale motivo di revocazione, il codice di procedura civile, per la configurazione di tale ipotesi, ha sancito espressamente che il dolo del giudice venga accertato con sentenza passata in giudicato. 4

5 Ebbene, nel caso de quo, anche a voler ritenere applicabile l'art. 395, n. 6, c.p.c. in virtù del richiamo ex art. 21, co. 6, R.G., non è stata depositata e neppure dedotta l'esistenza di una sentenza passata in giudicato che possa far ritenere fondata la richiesta revocatoria formulata dal ricorrente ai sensi della norma richiamata. Per concludere sul punto, la domanda va respinta per carenza dei presupposti per la revocazione previsti dall art. 70 del R.G. e dall'art. 395, n. 6, c.p.c.. P.Q.M. la Corte Federale d Appello, definitivamente pronunciando nel presente procedimento, respinge il ricorso proposto dal sig. Paolo Giani Margi. Manda la Segreteria per ogni ulteriore incombente e per le comunicazioni di rito. Roma 07 settembre LA CORTE FEDERALE D APPELLO F.to AVV. GIUSEPPE VINCENZO MARINO Presidente- relatore F.to AVV. ANNA MARIA PITZOLU F.to AVV. GIORGIO D'ALESSIO 5

Documenti analoghi

Sent. N. 675/2013 REPVBBLICA ITALIANA

1 Sent. N. 675/2013 REPVBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE DEI CONTI SEZIONE GIURISDIZIONALE PER LA REGIONE LAZIO - GIUDICI - Ivan De Musso Enrico Torri Luigi Impeciati Presidente Consigliere