IN RICORDO DI UN MAESTRO Prof. Emerito Antonino Di Vita (Chiaramonte Gulfi, Roma, )

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1 Cronache

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3 IN RICORDO DI UN MAESTRO Prof. Emerito Antonino Di Vita (Chiaramonte Gulfi, Roma, ) In un giorno di fine ottobre, sabato 22 del 2011, il Prof. Emerito dell Università di Macerata, Antonino Di Vita ci ha lasciato. Personalità versatile, di ricca umanità e di profondo valore professionale diede inizio giovanissimo alla sua carriera come Ispettore della Soprintendenza alle Antichità di Siracusa, operò sul campo principalmente nella provincia di Ragusa e passò quindi al Museo di Villa Giulia a Roma, chiamato poi alla funzione di Consigliere del Dipartimento alle Antichità della Tripolitania in Libia ( ). Figura di Maestro e studioso insigne, tanto ha dato lustro alla nostra Università di Macerata, che lo ha visto in veste di docente di Archeologia e storia dell arte greca e romana e di Topografia antica a partire dalla fine degli anni Sessanta, precisamente dal 1968, fino al 1977, quando fu nominato alla Direzione della prestigiosa Scuola Archeologica Italiana di Atene che ricoprì per ben ventiquattro anni fino al 2000, continuando peraltro a mantenere la titolarità di docente a Macerata. Il mio ricordo da allieva, legato al metodo del suo insegnamento universitario, corre in particolar modo allo stile delle sue lezioni animate da un vivo entusiasmo che sapeva trasmettere ai suoi studenti suscitando partecipazione e interesse alle materie, ed instillando quella curiosità indotta dal racconto delle sue tante esperienze di archeologo militante, a contatto con la viva realtà archeologica e monumentale dei Paesi del Mediterraneo che trasformavano la sua didattica in una continua rivelazione di nuovi orizzonti culturali. L alto profilo del Suo magistero costituì la ragione prima per cui E- gli riuscì rapidamente a riunire intorno a sé un folto gruppo di allievi e a «Picus» XXXII (2012), pp ISSN

4 294 GIOVANNA M. FABRINI fondare in quegli anni una vera e propria scuola volta da un lato ad indagare il territorio marchigiano, ricchissimo di evidenze archeologiche inedite o poco note scientificamente, e dall altro a intraprendere un intensa attività di studi e ricerche all estero. Nell ambito dell indirizzo di documentazione sul terreno e di edizione di materiali antichi delle Marche, le ricerche condotte sotto la sua guida hanno consentito di impostare e chiarire non poche problematiche storiche: si richiamano le collaborazioni con la Soprintendenza Archeologica delle Marche per gli scavi della necropoli orientalizzante di Pitino di San Severino Marche e delle necropoli picene di Numana-Sirolo e si curava inoltre una prima indagine nell anfiteatro di Urbs Salvia. A tali attività sul terreno si affiancava poi una intensa opera di ricognizione di raccolte e collezioni archeologiche pubbliche e private della Regione, oggetto di numerose tesi di laurea (Collezione numismatica Guarnieri del Museo di Camerino, Collezione Gentiloni Silverj di Tolentino e l importantissima collezione Rilli di Numana). Quanto alle attività relative al corso di Topografia antica, tenuto dallo stesso Prof. Di Vita per incarico, si procedeva all esplorazione dell antica Trea, affrontando anche lo studio della centuriazione nell alta valle del Potenza. Nell opera instancabile del Prof. Di Vita figura per noi eminente anche a livello istituzionale: Preside di Facoltà dal 1970 e quindi Rettore della nostra Università dal 1974 al 1977 si annovera, oltre al pluriennale impegno in campo regionale e nazionale, anche un intensa attività sul terreno condotta in particolar modo in Africa (Tunisia e Libia) e in Grecia, nel corso della quale non è mai venuto meno il coinvolgimento dei membri del nostro Dipartimento di Archeologia. A Cartagine, come unica missione italiana, sotto la direzione di Antonino Di Vita ha operato dal 1973 al 1977 un équipe maceratese insieme agli allora Istituti di Archeologia delle Università di Roma e di Siena, nell ambito del progetto Unesco per la salvaguardia della città, con lo scavo della zona centrale della centuria A dell impianto romano, al fine di ricostruire la storia della viabilità e dello sviluppo edilizio urbano. L attività in Tunisia è stata poi ripresa in anni recenti (2007) su iniziativa del compianto Professore con un équipe che opera ad Althiburos - in collaborazione con il Politecnico di Bari e l Institut National du Patrimoine di Tunisi - per lo studio e il rilievo del teatro romano della città.

5 In ricordo di un Maestro 295 Il Prof. Antonio Di Vita a Leptis Magna dinanzi all Arco quadrifronte dei Severi.

6 296 GIOVANNA M. FABRINI In Tripolitania il pluriennale impegno profuso dal Professore fin dal 1968, continua ancora oggi con scavi, studi e restauri monumentali, e in questi lunghi decenni, allievi prima, e colleghi poi, si sono succeduti nei lavori. A Sabratha numerosi componenti del Dipartimento di Archeologia sono stati attivi tanto negli scavi intorno ai mausolei punico-ellenistici A e B della Regio VI, quanto nello studio dei materiali da questi provenienti; e ancora nello scavo e nello studio delle tombe dipinte, specie quelle del defunto eroizzato e della grandiosa area sacro funeraria di Sidret el Balik interessate in anni recenti, per volontà del Professore, da restauri conservativi delle pitture che il nostro Dipartimento si è impegnato ad e- stendere anche alle tombe della Gorgone e di Tanit per portare a termine una iniziativa, anche ora che il Professore non c è più, che sentiamo come irrinunciabile. A Leptis Magna, grazie ad importanti finanziamenti messi a disposizione dalla nostra Università, il Prof. Di Vita ha potuto completare tra il 1998 e il 2004 la difficile opera di anastilosi del grandioso Arco quadrifronte dei Severi che oggi, ricostruito, costituisce il simbolo monumentale della patria di Settimio Severo. Ed attualmente il nostro Dipartimento è presente con l architetto Gilberto Montali che cura a Leptis lo studio del Tempio della Magna Mater e a Sabratha quello dell anfiteatro, al fine di una loro edizione scientifica. Un altro Paese estero in cui l impegno archeologico del Prof. Di Vita si è svolto con continuità è la Grecia ove, in qualità di Direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, dal 1978 dava inizio ad una serie di lunghe ed importanti campagne di scavo annuali a Gortina di Creta, aperte anche alla nostra Università, che hanno prodotto importanti risultati scientifici in specie per la storia monumentale, politica ed economica della città e che culminano in una delle sue ultime monografie dedicata proprio alla capitale di Creta e Cirenaica (Gortina di Creta. Quindici secoli di vita urbana, Roma 2010). In qualità di Direttore, il Prof. Di Vita volle innovare non solo l intero assetto della Scuola facendo approvare una nuova Legge statutaria (marzo 1987) con il riconoscimento della stessa come Ente di diritto pubblico, ma anche le attività connesse alle iniziative didattiche e di ricerca, promuovendo l immagine dell Istituzione a livello internazionale. La sua figura di eminente archeologo e la sua personalità di grande spicco nel mondo culturale hanno onorato il nostro Ateneo, al quale il

7 In ricordo di un Maestro 297 Professore ha sempre manifestato un particolare attaccamento fatto di una presenza costante, solerte e attiva anche nei lunghi anni della Direzione a- teniese, quando non ha mai mancato di far sentire il Suo interessamento nei momenti più importanti e delicati della vita accademica; e al nostro Ateneo, con atto magnanimo, il Professore Emerito Antonino Di Vita ha voluto attribuire il Centro (già C.N.R.) di Documentazione e Ricerca sull Archeologia dell Africa settentrionale, ricco di più di fotografie e grafici: tale Centro rappresenta una struttura d eccellenza, dal momento che la documentazione che raccoglie, relativa all attività di esplorazione archeologica italiana fino alla II guerra mondiale, costituisce oggi il più importante archivio per tutti gli studiosi che si occupano delle antichità dell Africa romana (in particolare della Libia). Nell anno 2003 tale Archivio ha ottenuto dalla competente Soprintendenza il riconoscimento di «Archivio Storico di notevole interesse» ed è attualmente il punto di riferimento dei partecipanti al Dottorato di ricerca sull «Archeologia romana del Maghreb e della Cirenaica» istituito ancora una volta per Sua volontà, presso l Università di Macerata nei cicli XXI e XXV, dottorato che risulta essere finora l unico in Italia sull argomento. Tale istituzione nasceva dalla consapevolezza che le antichità africane potessero offrire ancora molti spazi di studio e ricerca per le più giovani generazioni di studiosi alle quali da impareggiabile Maestro qual era il Professore in questi anni ha dispensato senza riserve le profonde conoscenze scientifiche e i frutti di un esperienza pluridecennale maturati a stretto contatto con i monumenti e la cultura artistica dell Africa settentrionale, in particolare della Tripolitania, alla quale era legato da speciali vincoli di interesse e impegno scientifici. Per i suoi grandi meriti in campo professionale il Prof. Di Vita ha avuto riconoscimento con i titoli di Accademico dei Lincei, di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, di Professore Emerito da parte della nostra Università. Con la sua straordinaria capacità di lavoro il Prof. Di Vita ci lascia in eredità una produzione scientifica di oltre 380 titoli tra volumi e articoli, che trattano temi diversi nel tempo e nello spazio, dal periodo greco arcaico al protobizantino e oltre, nei tre ambiti di elezione della Sicilia, dell Africa romana e della Grecia, ambiti di una ricerca umana e scientifica che per Lui erano divenuti veri e propri luoghi dell anima. Nel raccogliere, per quanto possibile, l eredità di studioso e ricercatore del Prof. Antonino Di Vita, ne ricordiamo anche la figura brillante in

8 298 GIOVANNA M. FABRINI ogni campo di attività e di lavoro, sempre cordiale e generoso e con una personalità di grande spessore: ci manca e ci mancherà ancor più, per la Sua umanità, la Sua disponibilità, il Suo tratto amicale e il Suo sorriso. Con il nostro impegno ed i sensi della più viva gratitudine, cercheremo di onorarne la memoria di Uomo e Maestro. Macerata, 31 maggio 2012 Giovanna M. Fabrini