Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Difesa fitosanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari

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1 Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Difesa fitosanitaria a basso apporto di prodotti fitosanitari Art. 18 Dlgs 14 agosto 2012 n 150

2 LE MALATTIE DELLE PIANTE Possono essere provocate da: cause non parassitarie o fisiopatie (carenze o eccessi nutrizionali- ambientali meccanichefitotossiche) piante infestanti cause parassitarie: Virus, Fitoplasmi, Batteri, Funghi, Nematodi,Insetti, Acari, Molluschi, Vertebrati

3 Difesa delle colture I metodi di difesa possono essere: preventivi: quando evitano l instaurarsi dell avversità e/o creando attorno alla pianta un ambiente non idoneo al parassita. curativi: quando si interviene direttamente sul patogeno dopo che questo si è instaurato sulla pianta ospite, cercando di contenere i danni arrecati alle colture. agronomici:! Rotazioni, Avvicendamenti, Consociazioni! Ammendamenti e Concimazioni! Lavorazioni! Pacciamatura

4 Genetici varietà resistenti Meccanici! Potature! Protezioni! Sfalci! Trappole cromotropiche Fisici! Vapore! Acqua calda

5 Evoluzione metodi di difesa Lotta a calendario: Applicazioni ripetute a turni fissi a scopo cautelativo senza verificare la reale necessità di compierli Lotta guidata: Razionalizzazione degli interventi, introduzione del concetto di soglia di intervento Lotta integrata: Applicazione razionale di un complesso di misure colturali, biologiche, chimiche o di selezione vegetale adeguate a mantenere i parassiti al di sotto della soglia di tolleranza attraverso l utilizzo dei metodi colturali, biologici, biotecnici e chimici in modo coordinato e integrato Lotta biologica: considera l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del suolo favorendola con interventi limitati, promuovendo la biodiversità dell'ambiente in cui opera e limita o esclude l'utilizzo di prodotti di sintesi

6 Difesa Integrata e Biologica Il PAN prevede (art. 18, 19, 20, 21), per la prima volta, l'introduzione obbligatoria di strategie fitosanitarie sostenibili, a basso apporto di prodotti fitosanitari, per tutte le aziende agricole italiane con l'obbiettivo prioritario della riduzione del rischio derivante dall'impiego dei prodotti fitosanitari per l'ambiente, gli operatori e i consumatori.

7 Le metodologie che permettono di raggiungere questo obbiettivo sono:! strategie di difesa fitosanitaria integrata! misure di prevenzione basate su pratiche agronomiche (indicate nell'allegato III del decreto legislativo n.150/2012, comma 1 )! strategie di difesa fitosanitaria previste dal metodo di produzione biologico! sistemi di controllo biologico delle avversità! uso di prodotti fitosanitari a base di sostanze attive a basso rischio definite ai sensi dell'art. 22 del regolamento (CE) n. 1107/2009.

8 ! Rotazione colturale Allegato III! Tecniche agronomiche adeguate (varietà resistenti- uso di materiale certificato ecc.)! Monitoraggio organismi nocivi e valutazione soglia trattamento! Preferire i mezzi biologici, fisici o altri, a quelli chimici! Utilizzo dei prodotti chimici alle necessità (dose minime, diserbo localizzato...)! Ove rischio di resistenza, valutare l utilizzo di prodotti diversi.

9 A partire dal 1 gennaio 2014, per le aziende sono possibili tre percorsi tecnici che rientrano nel concetto di difesa a basso apporto di PF, ossia: Livello obbligatorio di difesa integrata (E il livello base, anche ai fini del rispetto della condizionalità per l acquisizione premi PAC) Livello volontario di difesa/produzione integrata Agricoltura biologica

10 Lotta integrata Definizione: Attenta considerazione di tutti i metodi di protezione fitosanitaria disponibili e conseguente integrazione di misure appropriate intese a contenere lo sviluppo di popolazioni di organismi nocivi e che mantengono l uso dei prodotti fitosanitari e altre forme d intervento a livelli che siano giustificati in termini economici ed ecologici e che riducono o minimizzano i rischi per la salute umana e per l ambiente. L obiettivo prioritario della difesa integrata è la produzione di colture difese con metodi che perturbino il meno possibile gli ecosistemi agricoli e che promuovano i meccanismi naturali di controllo fitosanitario. (articolo 3, Decreto Legislativo n. 150/2012)

11 Impegni per le aziende agricole Difesa integrata obbligatoria Difesa integrata volontaria Non ci sono limitazioni nei prodotti impiegabili, rispetto a quanto autorizzato dal Ministero della Salute Applicazione delle Norme tecniche di difesa e concimazione Non sono possibili aiuti Possibile concessione di aiuti ad ettaro, sostegni per tecniche a basso impatto

12 La difesa integrata obbligatoria prevede:! l'applicazione di tecniche di prevenzione e monitoraggio delle infestazioni, delle infezioni e delle infestanti;! l'utilizzo dei mezzi biologici di controllo dei parassiti;! il ricorso a pratiche di coltivazione appropriate;! l'uso di prodotti fitosanitari che presentino il minor rischio per la salute umana e l'ambiente tra quelli disponibili per lo stesso scopo.

13 Azioni da parte dell Ente pubblico E chiamato a un ruolo fondamentale, deve infatti fornire e mettere a disposizione tutte le conoscenze che saranno necessarie alle aziende agricole per applicare nel migliore dei modi la difesa integrata, mettendo in atto le seguenti azioni: 1) attivare e/o potenziare servizi d'informazione e comunicazione per diffondere e applicare la difesa integrata. 2) assicurare una rete di monitoraggio sullo sviluppo delle principali avversità e, dove è possibile, dei sistemi di previsione e avvertimento, al fine di garantire agli utilizzatori finali la disponibilità dei seguenti servizi:

14 ! Servizio Meteorologico! Servizi di previsioni e avvertimento sullo sviluppo epidemiologico delle avversità! Servizio di monitoraggio delle avversità! Coordinamento dell assistenza tecnica e redazioni di bollettini territoriali! Piano di comunicazione per le aziende agricole.

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18 Azioni da parte degli Utilizzatori Professionali Applicare i principi generali della difesa integrata obbligatoria e, a tal fine essi devono conoscere, disporre direttamente o avere accesso:! a un collegamento per i dati meteo territoriali ai bollettini di D.I. emessi per il loro territorio! al materiale informativo per l applicazione delle tecniche di D.I.! a una rete di monitoraggio presente sul proprio territorio ed ai relativi dati;

19 dimostrare di conoscere le principali avversità aziendali realizzare autonomamente o partecipare ai monitoraggi comprensoriali conoscere le eventuali soglie di intervento delle avversità oggetto dei monitoraggi conoscere le strategie anti-resistenza, tenere il registro dei trattamenti devono rispettare i volumi massimi di acqua da utilizzare per l esecuzione dei trattamenti fitosanitari stabiliti dalle Regioni in relazione alle diverse colture, alle fasi fenologiche e alle forme di allevamento. Concetto chiave: Giustificazione dell intervento

20 La strategia di difesa deve: Considerare prioritariamente i mezzi non chimici (avvicendamento, scelte varietali, ecc) e le pratiche colturali (fertilizzazione, potatura, irrigazione ) Utilizzare al meglio monitoraggi, dati meteo, modelli previsionali, bollettini territoriali ecc. Valutare i rischi di resistenza e i rischi di parassiti no obbiettivo Ricordarsi errori passati (vedi criticità avversità) Prefissare dei momenti temporali per valutazioni in campo (es fase fenologica) Prevedere soluzioni alternative (es. no copertura, curativo) Cogliere le richieste del mercato, le variazioni della normativa, le limitazioni impiego, nuove tecniche, nuovi prodotti

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22 Le imprese ortofrutticole adottano quasi tutte (adesione Psr, Contratti GDO ) tale metodo di produzione a basso impatto ambientale che combina l'uso di molecole di sintesi chimica con la lotta biologica. Una indagine del Ministero rivela che il peso della produzione integrata sul totale delle superfici coltivate è pari al 71,46%, mentre la produzione rappresenta l'88,71 % e in termini di valore economico il 78,7 % della produzione complessiva nazionale.

23 Difesa integrata volontaria art 20 dlg 150/2012 E un sistema realizzato attraverso norme tecniche specifiche per ciascuna coltura e indicazioni fitosanitarie vincolanti (disciplinari di produzione definiti dalle Regioni), comprendenti pratiche agronomiche e fitosanitarie e limitazioni nella scelta dei prodotti fitosanitari e nel numero dei trattamenti. A differenza della difesa integrata obbligatoria la difesa integrata volontaria prevede il rispetto dei disciplinari regionali di produzione integrata ed effettuare la regolazione o taratura delle attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari presso i centri prova autorizzati.

24 Azioni dell Ente Pubblico Definire e pubblicare le linee guida nazionali difesa integrata volontaria e controllo delle infestanti Assicurare la coerenza dei disciplinari regionali Promuovere la ricerca e lo scambio di informazioni ed esperienze nella difesa integrata volontaria Favorire la valorizzazione della produzione integrata volontaria mediante un marchio

25 Azione da parte delle Regione Attuare Piani d Azione Regionali Aggiornare i disciplinari di produzione se non coerenti con quello ministeriale Realizzare o potenziare il supporti tecnici e il coordinamento dell assistenza tecnica Promuovere servizi innovativi Individuare strumenti finanziari per sostenere le aziende agricole

26 Azione da parte delle imprese agricole Rispettare le norme prescritte nei disciplinari di produzione integrata volontaria Effettuare la taratura presso centri prova autorizzati

27 Sistema SQNPI Con la L. 3 febbraio 2011, n. 4, Disposizioni in materia di etichettatura e di qualita' dei prodotti alimentari, all art 2 paragrafo 3, si istituisce il «Sistema di qualita' nazionale di produzione integrata». Il Sistema SQNPI è lo strumento che garantisce la gestione delle modalita' capaci di assicurare una qualita' del prodotto finale significativamente superiore alle norme correnti commerciali.il Sistema assicura che le attività agricole e le attività zootecniche siano esercitate in conformità a norme tecniche di produzione integrata.

28 Con decreto ministeriale 8 maggio 2014, è stato istituito il marchio del Sistema di qualità nazionale di produzione integrata denominato "Marchio SQNPI" che identifica i prodotti agricoli ed agroindustriali, le cui modalità di produzione sono conformi alla norma tecnica della produzione integrata e sono certificate nell'ambito del SQNPI

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31 REGOLAMENTO D USO DEL MARCHIO COLLETTIVO D USO Articolo 3 Il marchio è di proprietà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che può demandare i controlli circa l uso dello stesso ad autorità pubbliche designate o a organismi di controllo privati accreditati, Articolo 4 Il marchio individua i prodotti agroalimentari certificati sulla base dello standard definito dalle norme tecniche del Sistema di qualità nazionale di produzione integrata SQNPI Articolo 5 Il marchio può essere utilizzato a titolo gratuito da tutti gli operatori dell Unione europea, compresi nelle categorie dei produttori, condizionatori, confezionatori e distributori che aderiscono al SQNPI. Articolo 6. Il marchio collettivo del SQNPI può essere affiancato dai marchi distintivi dei sistemi di qualità regionali di produzione integrata

32 Il SQNPI, attivato già nel secondo semestre del 2015, entrerà a pieno regime nel 2016, demanda i controlli agli specifici organismi privati che sono sotto riportati CCPB srl (Consorzio Controllo Prodotti biologici) Certiquality Srl Ceviq srl AGROQUALITA' SpA BIOS S.r.l B.V.I. ITALIA S.r.l. - Bureau Veritas International Italia Check Fruit Srl CODEX srl CoRFil Carni CSQA Certificazioni Srl E.CE.PA. I.C.E.A. I.N.E.Q. INOQ Istituto Nord Ovest Qualità Soc. Coop. Istituto Parma Qualità OMNIA QUALITA srl Qcertificazioni S.r.l S.G.S. Italia spa SUOLO e SALUTE S.r.l. VALORITALIA srl 3A Parco tecnologico agroalimentare dell'umbria BIOAGRICERT s.r.l.

33 Agricoltura biologica L'agricoltura biologica basa la difesa fitosanitaria delle colture, prioritariamente sull'adozione di modelli aziendali e sistemi colturali che garantiscono una elevata resistenza e sui principi dell'ecologia agraria. Le norme obbligatorie per gli agricoltori biologici, prevedono il ricorso all'uso di un numero limitato di prodotti fitosanitari a base di sostanze attive comunque non di sintesi chimica, elencate nell'allegato II del regolamento CE n. 889/2008, e solo in caso di un dimostrato grave rischio per la coltura.

34 La produzione biologica persegue prioritariamente i seguenti obiettivi a) produrre alimenti e altri prodotti agricoli con procedimenti naturali o ad essi affini e con l'uso di sostanze presenti in natura; b) adottare metodi di produzione che: 1) rispettino i cicli naturali; 2) salvaguardino le risorse naturali, quali l'acqua, il suolo, la materia organica e l'aria, favorendo la conservazione e il risanamento ambientale e la tutela del paesaggio; 3) mantengano e favoriscano un alto livello di diversità biologica; 4) garantiscano il benessere degli animali; c) rispondere alla domanda del consumatore di prodotti naturali di alta qualità.

35 Obiettivi PAN! L'incremento della SAU nazionale condotta con il metodo biologico.! All Ente è attribuito il compito di definire un manuale per diffondere e applicare correttamente il metodo di lotta biologica, aggiornare le linee guida nazionali, valorizzare le produzioni, promuovere programmi di formazione e aggiornamento

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