Sentenza n.1767 del 4 dicembre Pubblica udienza del 5 novembre Presidente f.f.: Dott. Luigi Ranalli. Relatore: Dott. Galileo Omero Manzi;

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Giulietta Rita Lanza
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Sentenza n.1767 del 4 dicembre 2004 Pubblica udienza del 5 novembre 2004 Presidente f.f.: Dott. Luigi Ranalli Relatore: Dott. Galileo Omero Manzi; Testo: SENTENZA sul ricorso n.

1 Sentenza n.1767 del 4 dicembre 2004 Pubblica udienza del 5 novembre 2004 Presidente f.f.: Dott. Luigi Ranalli Relatore: Dott. Galileo Omero Manzi; Testo: SENTENZA sul ricorso n.705 del 2003 proposto da *** e ***, rappresentati e difesi dagli avv.ti Pietro Speca e Alberto Cerioni, presso quest ultimo elettivamente domiciliati in Ancona, al Corso Garibaldi n.136; contro - il MINISTERO dell INTERNO, in persona del Ministro pro-tempore, rappresentato e difeso dall Avvocatura Distrettuale dello Stato di Ancona, presso il cui Ufficio è domiciliato per legge, alla Piazza Cavour n.29; - il PREFETTO ed il QUESTORE della PROVINCIA di ASCOLI PICENO, entrambi rappresentati e difesi dall Avvocatura Distrettuale dello Stato di Ancona, presso il cui Ufficio sono domiciliati per legge, alla Piazza Cavour n.29; per l annullamento - del provvedimento del Prefetto di Ascoli Piceno n.935/9b del 19 giugno 2003, con cui è stata respinta la domanda di regolarizzazione di un rapporto di lavoro costituito dal ricorrente sig.*** con il cittadi-

2 - 2 - no extracomunitario di nazionalità rumena sig. ***, a causa della ritenuta insussistenza delle condizioni e dei requisiti richiesti dalla legge, in quanto il suddetto cittadino extracomunitario risulta segnalato dalle Autorità greche, ai fini della non ammissibilità sul territorio dello Stato; - del provvedimento del Questore di Ascoli Piceno relativo al diniego di nulla-osta per il rilascio del permesso di soggiorno in Italia al ricorrente sig. Cerneletchi. Visto il ricorso con i relativi allegati; Visti gli atti di costituzione in giudizio delle Amministrazioni statali intimate; Vista l ordinanza n.370 del , con cui sono stati disposti incombenti istruttori; Visti gli atti tutti della causa; Relatore, alla pubblica udienza del 5 novembre 2004, il Consigliere Galileo Omero Manzi; Uditi l avv. P.Speca per i ricorrenti e l avv. dello Stato A.Honorati per le Amministrazioni resistenti; Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue:.omissis DIRITTO Il ricorso è infondato. L impugnato provvedimento di diniego di regolarizzazione del rapporto di lavoro irregolare del cittadino extracomunitario ricorrente sig.*** ha trovato giustificazione nella circostanza che il medesimo in

3 - 3 - precedenza era stato segnalato dall Autorità di Polizia greca, ai fini della non ammissione nel territorio degli Stati aderenti al sistema di informazione denominato Schengen, il che ha impedito la regolarizzazione del suo rapporto di lavoro con il cittadino italiano sig. *** e, quindi, il rilascio in favore del suddetto lavoratore extracomunitario del permesso di soggiorno. Giova considerare che, al contrario di quanto ritenuto dal Prefetto di Ascoli Piceno nelle premesse del provvedimento impugnato, la richiesta di regolarizzazione di rapporto di lavoro avanzata dal sig. *** non riguardava affatto le fattispecie disciplinate dall art.33 della legge 30 luglio 2002, n.187, preordinato alla legalizzazione delle posizioni lavorative di cittadini extracomunitari utilizzati per lo svolgimento di attività di assistenza a componenti della famiglia affetti da patologie o handicap che ne limitano l autosufficienza. Dalla ricognizione degli atti di causa, il Collegio ha potuto invece rilevare che la legalizzazione del rapporto di lavoro di cui si controverte è stata richiesta con riferimento a quanto previsto dall art.1 del D.L. 9 settembre 2002, n.195, convertito in legge 9 ottobre 2002, n. 222, che ha esteso la possibilità di sanatoria, in un primo tempo riconosciuta soltanto per i lavoratori domestici (cd. badanti), a tutti i rapporti di lavoro dipendente irregolari. Infatti, dalla domanda di regolarizzazione presentata dal sig. *** in data , prodotta in copia agli atti di causa, si evi nce che il cittadino extracomunitario sig. *** era stato assunto in qualità di autista e non con compiti di assistenza di soggetti non autosufficienti.

4 - 4 - Donde, con riferimento a tale circostanza, non vi è dubbio che l avvenuto accertamento a carico del suddetto cittadino extracomunitario di una segnalazione da parte delle Autorità di uno degli Stati che hanno sottoscritto l accordo di Schengen, ai fini della non ammissione nel territorio dei Paesi aderenti a tale accordo di collaborazione internazionale, costituiva un motivo preclusivo per il rilascio di un permesso di soggiorno in favore del medesimo e, quindi, anche per la legalizzazione del relativo rapporto di lavoro irregolare, costituente il presupposto per il rilascio dell autorizzazione a soggiornare in Italia. Con riferimento a tale circostanza, occorre tener conto che, indipendentemente da quanto affermato dal difensore di parte ricorrente, a seguito della disposta istruttoria, risulta comprovato in atti che il cittadino extracomunitario sig. *** è stato segnalato nel contesto del sistema di informazione dell accordo di Schengen ratificato dal-l Italia con la L. 30 settembre 1993, n.388 e, quindi, come tale non poteva ottenere il rilascio del permesso di soggiorno, in presenza dell espresso divieto di inapplicabilità della sanatoria straordinaria dei rapporti di lavoro irregolari, stabilito dall art.1, VIII comma, lett. B) del D.L. n.195 del 2002, convertito in legge n.222 del Donde, a fronte della riferita proibizione legislativa della sanatoria nei confronti dei cittadini extracomunitari segnalati ai fini della non ammissione nel territorio degli Stati aderenti all accordo di Schengen, immune dai vizi denunciati va ritenuto il provvedimento impugnato, attesa l effettiva riscontrata sussistenza del motivo ostativo alla regolarizzazione del rapporto di lavoro ed al successivo rilascio di permes-

5 - 5 - so di soggiorno in favore del sig. ***, che escludeva qualsiasi residuo potere discrezionale in capo all Autorità di Polizia per una diversa valutazione del motivo che aveva determinato la relativa segnalazione nel sistema informativo Schengen. Peraltro, a ben vedere, le scarne risultanze dell archivio informativo suddetto trovano un puntuale riscontro, in quanto spontaneamente dichiarato dallo stesso sig. *** davanti all Ispettore della Polizia di Stato addetto all Ufficio Immigrazione della Questura di Ascoli Piceno in data , al quale ha riferito, come da certificazione in atti, di essere stato espulso dalla Grecia nel mese di marzo del 2000, perché non in regola con le norme di soggiorno. Nella segnalazione contenuta nell Archivio informativo acquisita dall Autorità di Polizia italiana, risulta infatti che l immissione della segnalazione a carico del *** è avvenuta in data ed è destinata a conservare efficacia fino al Orbene, se si considera che, secondo quanto previsto dall art.96 della convenzione di Schengen, la segnalazione ai fini della non ammissione nei territori degli Stati aderenti al relativo accordo di collaborazione internazionale può essere giustificata anche dal fatto che lo straniero è stato oggetto di una misura di allontanamento o di respingimento che comportava il divieto di ingresso, fondata sulla non osservanza delle regolamentazioni in materia di immigrazione, ritiene il Collegio che l accennata avvenuta espulsione del sig.*** dal territorio greco ha costituito valido motivo per la sua segnalazione nel sistema di informazione di Schengen, ai fini della non ammissione negli Stati

6 - 6 - aderenti al relativo accordo per il periodo di efficacia della stessa, la cui validità non può essere in alcun modo messa in discussione dall Autorità italiana di Polizia, né tanto meno da questo organo giudicante, essendo comunque riservato il suo sindacato giurisdizionale alla sola Autorità giudiziaria competente dello Stato greco (TAR Piemonte, sez.ii, 8 luglio 2002, n.1359; TAR Abruzzo, PE, 20 marzo 2003, n.337). Per quanto sopra esposto, le censure di violazione di legge e di eccesso di potere dedotte dai ricorrenti debbono essere quindi valutate destituite di fondamento poiché, attesa la riconosciuta doverosità del comportamento imposto all Autorità di Polizia, a fronte della constatata avvenuta segnalazione del cittadino extracomunitario richiedente la regolarizzazione nel sistema informativo dell accordo di Schengen, alla stessa Autorità non si imponeva alcun preliminare dovere notiziale nei confronti dell interessato, dal momento che il procedimento di legalizzazione del rapporto di lavoro di quest ultimo in vista del rilascio del permesso di soggiorno non era stato avviato d ufficio, ma a seguito di formale domanda del richiedente il quale era perfettamente a conoscenza della sua pendenza, con la conseguenza che nei suoi confronti non si imponevano ulteriori doveri informativi. Per tutte le ragioni suddette il ricorso va dunque respinto. Sussistono nel contempo giusti motivi per compensare tra le parti le spese di giudizio.

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