Driver e barriere della vaccinazione antinfluenzale: il punto di vista dei cittadini

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1 C E N S I S Driver e barriere della vaccinazione antinfluenzale: il punto di vista dei cittadini Sintesi dei risultati Roma, 11 ottobre 2017

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3 Questa indagine ha consentito di far luce sulle conoscenze, i comportamenti e gli atteggiamenti degli italiani di 50 anni ed oltre sull influenza e di indagare la propensione alla vaccinazione antinfluenzale. Un primo aspetto da considerare riguarda il livello di conoscenza sul tema che si presenta adeguato: in merito alle cause ed alle modalità di trasmissione, quasi la totalità (90,9%) degli intervistati sa, infatti, che l influenza è causata da virus che ogni anno subiscono una mutazione dando vita a diverse forme di influenza annuali, l 87,7% pensa che sia molto contagiosa perché si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie (tosse, starnuti), e si tratta di informazioni di cui dispongono in misura più ampia i rispondenti all aumentare del livello di istruzione. Il 71,7% sa che si trasmette anche attraverso il contatto con oggetti contaminati, in questo caso senza grosse differenze legate al livello di istruzione. L influenza si presenta come una malattia molto conosciuta anche se meno diffusa appare la conoscenza in merito ad aspetti più tecnici, ad esempio poco meno della metà (45,7%) sa che l influenza può rimanere contagiosa per diverso tempo dal periodo di incubazione. Com è noto, l influenza è una malattia infettiva che l uomo sperimenta diverse volte nel corso della sua vita e che può generare complicanze, talvolta anche gravi. Tra le possibili complicanze, quelle di cui gli intervistati sono a conoscenza con più frequenza, in particolare i più istruiti, sono associate alla bronchite (89,6%) ed alla compromissione di alcune funzionalità respiratorie (85,6%). Il 78,7% sa che la polmonite rientra tra le complicanze dell influenza, il 74,4% fa riferimento alla lunghezza dei tempi di recupero. Il 70,7% riconosce tra le complicanze dell influenza le sinusiti e otiti, il 67,8% sa che l influenza può comportare un aggravamento delle malattie persistenti, il 57,7% che può dar luogo a complicanze cardiocircolatorie (mentre poco meno di un terzo ritiene che quest ultima tipologia di complicanze non sia associata all influenza). Infine, il campione appare diviso tra chi pensa che l influenza può avere complicanze che possono rivelarsi anche letali e portare alla morte (43,0%, che sale al 48,5% tra i più istruiti) e chi pensa che questo non sia possibile (42,8%), il 14,2% non sa rispondere (fig.1). FONDAZIONE CENSIS 3

4 Fig. 1 Intervistati a conoscenza delle complicanze dell influenza stagionale (val.%) Bronchite Compromissione di alcune funzionalità respiratorie / insufficienza respiratoria 89,6 85,6 5,2 5,2 7,6 6,8 Polmonite 78,7 12,8 8,5 Lunghezza dei tempi di recupero 74,4 15,5 10,1 Sinusiti/otiti 70,7 16,7 12,6 Aggravamento delle malattie persistenti 67,8 19,1 13,1 Complicanze cardio-circolatorie 57,7 27,0 15,3 Morte 43,0 42,8 14,2 Sì No Non sa/non risponde Buona parte del campione è dunque consapevole che all influenza possono essere associate diverse complicanze, di conseguenza appare diffusa la percezione della gravità della malattia. Solo una piccola quota (14,7%) tende minimizzarne la gravità, la parte restante è consapevole che ad essa, soprattutto a certe condizioni, possono essere associati dei rischi non irrilevanti. Il livello di istruzione ha comunque un impatto non trascurabile sia sulla conoscenza dell influenza che sulla percezione dei rischi, tra i meno istruiti la percentuale di chi tende a sminuire la gravità sale al 23,2% (fig.2). FONDAZIONE CENSIS 4

5 Fig.2 La percezione dell influenza, per livello di istruzione (val.%) 41,1 32,4 50,9 51,1 48,9 35,5 36,9 35,2 23,2 12,9 11,6 14,7 3,3 0,7 0,4 1,1 Fino alla Diploma Laurea e Totale licenza oltre media Una malattia che può essere anche molto grave a seconda delle condizioni di chi si ammala (malato cronico, persona molto anziana, ecc.) Una malattia che tendenzialmente non è grave ma che può rivelarsi più pericolosa a seconda del tipo di virus in circolazione Una malattia per nulla grave e preoccupante di cui ci si può ammalare anche ogni anno senza problemi Altro Un altro aspetto degno di attenzione è legato alle differenze che si rintracciano tra la percezione della gravità delle complicanze che possono scaturire dall influenza e la paura di contrarre l influenza: dinnanzi ad una percezione comunque diffusa della gravità delle complicanze che possono scaturire dall influenza, infatti, solo il 3,4% del campione ammette di avere molta paura dell influenza, il 35,6% ne ha abbastanza, il 46,7%, la percentuale più corposa, ammette di avere poca paura, il 14,3% riconosce di avere per nulla paura dell influenza e anche in questo caso tra i meno istruiti del campione è più frequente l indicazione di non temere per nulla dell influenza (24,6%). Anche il comportamento adottato nel caso in cui si contragga l influenza è un indicatore importante dell atteggiamento nei confronti della malattia. In generale, nel momento in cui gli intervistati comprendono di aver preso l influenza, solo il 16,0% afferma di contattare immediatamente il medico. Poco meno della metà (45,8%) si rivolge al medico solo se i sintomi non migliorano per poi seguirne le prescrizioni e si tratta di un comportamento che gli intervistati assumono con più frequenza al crescere del livello di FONDAZIONE CENSIS 5

6 istruzione, passando dal 38,2% dei rispondenti fino alla licenza media al 49,6% dei rispondenti con laurea e oltre. Il 24,4% si cura autonomamente con farmaci da banco, quota che scende al 20,2% tra i 60-69enni e sale al 27,5% tra i 70enni e oltre. Vi è poi una quota pari al 13,8% che lascia che l influenza faccia il suo corso senza prendere farmaci, quota che sale al 17,1% tra i 70enni e oltre e al 21,2% tra i rispondenti con un basso livello di istruzione (fig.3). Fig. 3 - Comportamenti assunti quando si comprende di aver preso l influenza, per titolo di studio (val.%) 15,0 15,9 16,8 16,0 38,2 46,9 49,6 45,8 25,6 25,0 24,4 22,0 Contatta subito il medico per chiedere un suo parere su come comportarsi e che medicine prendere Si rivolge al medico solo se i sintomi non migliorano e poi segue le prescrizioni del medico Si cura autonomamente con farmaci da banco 21,2 Fino alla licenza media 12,2 11,6 13,8 Diploma Laurea e oltre Totale Non prende niente perché la malattia deve fare il suo corso Entrando nel vivo dell esperienza più recente, negli ultimi 12 mesi a poco più di un terzo del campione (34,6%) è capitato di contrarre l influenza con una durata di 6,2 giorni in media, e si rintracciano differenze sulla durata in base all età dei rispondenti (5,7 giorni tra i rispondenti da 50 a 59 anni, 7,3 giorni tra i rispondenti di 70 anni e oltre). Più in generale, con riferimento all ultima volta in cui è stata contratta l influenza, il 73,4% afferma di aver assunto farmaci per alleviare i sintomi e abbassare la febbre, il 19,2% riconosce di aver avuto tempi di recupero FONDAZIONE CENSIS 6

7 molto lunghi e di aver stentato a riprendersi, il 14,5% ha avuto complicanze, come bronchiti e il 6,7% ha avuto un peggioramento delle condizioni legate alle patologie croniche di cui soffre. Inoltre, l 1% è stato ricoverato in ospedale. Contrarre l influenza può esercitare anche un impatto sulla vita quotidiana, sull attività lavorativa e non solo: il 31,8%, l ultima volta che ha preso l influenza, è stato infatti costretto a perdere giorni di lavoro, più gli uomini (38,3%) rispetto alle donne (26,3%), il 35,4% ha dovuto rinunciare ad impegni programmati, in particolare i rispondenti da 50 a 59 anni (39,2%) e i laureati (41,0%). Inoltre, il 18,2% ha avuto problemi per l impossibilità di occuparsi dei figli o dei nipoti, soprattutto le donne (21,6%) (tab.1). Tab. 1 Comportamenti assunti e circostanze verificatesi l ultima volta che i rispondenti sono stati affetti da influenza (val.%) Ha assunto farmaci per alleviare i sintomi ed abbassare la febbre 73,4 Ha assunto farmaci antivirali 20,0 Ha avuto complicanze come bronchiti, otiti, ecc. 14,5 E stato costretto a ricoverarsi in ospedale 1,0 Ha avuto un peggioramento delle condizioni legate alle patologie croniche di cui soffre 6,7 Ha avuto tempi di recupero molto lunghi, ha stentato a riprendersi 19,2 Ha dovuto rinunciare ad uno o più impegni programmati (come impegni familiari, viaggi) 35,4 Ha avuto dei problemi per l impossibilità di occuparsi dei suoi figli o nipoti 18,2 È stato/a costretto/a perdere giorni di lavoro 31,8 Altro 1,6 Non ho fatto nulla 3,6 Non ho mai preso l'influenza/non ho l' influenza da tanto tempo 4,2 Il totale è diverso da 100 perché erano possibili più risposte A fronte di un impatto non irrilevante della patologia sulla vita di ogni giorno, particolare importanza è stata attribuita all approccio nei confronti della vaccinazione, principale strategia preventiva. Lo studio ha messo in luce che quasi la totalità del campione sa che è possibile vaccinarsi contro l influenza stagionale (96,8%), una quota che tende ad aumentare lievemente al crescere del titolo di studio. FONDAZIONE CENSIS 7

8 Una conoscenza diffusa si rintraccia anche a proposito delle categorie a rischio e per le quali è consigliabile la vaccinazione, anche in questo caso in particolare tra i più istruiti. Quasi la totalità dei rispondenti riconosce che la vaccinazione è consigliabile per i soggetti affetti da patologie dell apparato respiratorio (93,0%), con quote che oscillano tra l 86 e l 88% si segnala il personale sanitario e le persone che vivono in ambienti dove è più facile il contagio. L 85,4% indica i soggetti di 65 anni e più, l 81,2% riconosce che la vaccinazione antinfluenzale è indicata per soggetti affetti da patologie dell apparato cardio-circolatorio, l 80,0% segnala i soggetti affetti da malattie croniche. Con quote più ridotte, ma sempre superiori alla metà (52,3%) si fa riferimento ai soggetti affetti da diabete. Il 49,3% fa poi riferimento ai bambini come soggetti ai quali è consigliata la vaccinazione, il 36,2% alle donne in gravidanza. Vi è comunque il 59,1% dei rispondenti che riconosce che la vaccinazione antinfluenzale è consigliabile a tutte le persone che vogliono evitare di ammalarsi, quota che sale al 65,7% tra chi ha 70 anni e oltre. Quelle relative alla vaccinazione anti-influenzale sono informazioni che il campione ha acquisito principalmente dai professionisti della sanità (67,5%), e in particolare, è stato citato nel 62,7% dei casi il medico di famiglia, nel 5,5% dei casi il Servizio vaccinale della ASL, nel 4,5% il farmacista di fiducia, nel 2,4% il medico specialista. Non appare comunque irrilevante il ruolo dei media, dal momento che oltre la metà dei rispondenti dichiara di essere stata informata sulla vaccinazione dai media tradizionali (53,0%) (Tv, 42,1% e stampa, 17,6%). Il 15,7% ha ricevuto le informazioni di cui dispone da amici, familiari, conoscenti, in particolare i più istruiti (19,0%), solo l 1,5% è stato informato della vaccinazione attraverso i nuovi media (internet in generale, social network, blog) (fig.4). FONDAZIONE CENSIS 8

9 Fig. 4 - Le fonti di informazione sulla vaccinazione antinfluenzale, per età (val.%) 61,5 58,3 18,9 68,7 55,6 75,6 13,7 13,0 41,3 67,5 15,7 53,0 2,03,5 1,92,9 0,42,0 1,52,9 Professionisti della sanità Rete informale Media tradizionali Nuovi media Altro da 50 a 59 anni anni 70 anni e oltre Totale Il totale è diverso da 100 perché erano possibili più risposte Un focus specifico è stato dedicato anche alle esperienze con la vaccinazione antinfluenzale, per capire motivazioni e attività messe in essere per sottoporsi alla vaccinazione, con riferimento anche a dove è stata effettuata e secondo quale regime. Nel nostro campione, poco meno della metà dei rispondenti (45,8%) nel corso della sua vita ha effettuato la vaccinazione antinfluenzale, di cui il 27,6% si vaccina ogni anno, il 13,5% si è vaccinato ma non l ha fatto tutti gli anni e il 4,7% si è vaccinato in passato ma adesso non si vaccina più. Tra coloro che, invece, non si sono vaccinati (54,2%), il 14,3% vorrebbe farlo mentre il 39,9% non ha interesse a vaccinarsi (fig.5). FONDAZIONE CENSIS 9

10 Fig. 5 - Intervistati che hanno effettuato il vaccino antinfluenzale, per età (val.%) 49,1 20,3 7,2 13,2 10,2 39,9 12,5 2,2 16,0 29,4 25,2 6,8 3,9 11,0 53,1 39,9 14,3 4,7 13,5 27,6 No, mai e non mi interessa farlo No, ma vorrebbe farlo Sì, lo ha fatto in passato ma ora ha deciso di non farlo più Sì, lo ha fatto, ma è capitato di non farlo tutti gli anni Da 50 a 59 anni anni 70 anni e oltre Totale Sì, lo fa ogni anno Sulla propensione a vaccinarsi impatta in modo significativo la variabile età, in quanto all aumentare dell età dei rispondenti aumenta anche la quota di chi si vaccina ogni anno, passando dal 10,2% dei rispondenti da 50 a 59 anni al 29,4% dei rispondenti da 60 a 69 anni per giungere al 53,1% dei rispondenti di 70 anni e oltre. Inoltre, a vaccinarsi ogni anno sono più frequentemente gli uomini (29,4%) rispetto alle donne (26,1%), i rispondenti fino a licenza media (38,7%) in misura molto più ampia rispetto agli intervistati con diploma (22,9%) e laurea (28,5%) e gli intervistati al Nord Est (30,4%). Al crescere del livello di istruzione aumenta invece la quota di chi si vaccina ma in maniera discontinua e non ogni anno, passando dal 7,6% dei rispondenti con licenza media al 16,7% dei laureati. In base all area geografica la quota più ampia di chi si vaccina, ma non tutti gli anni, si registra al Sud e Isole (16,1%). Considerando chi si è vaccinato in passato ma adesso non vuole più farlo, tra i rispondenti al Nord Est si registra la quota più ampia (9,3%). Pur non essendosi mai vaccinati, vorrebbero farlo più frequentemente i rispondenti da 50 a 59 anni (20,3%) gli uomini (17,0%) rispetto alle donne (11,6%), i diplomati (17,1%) e residenti al Sud e Isole (19,4%). FONDAZIONE CENSIS 10

11 Considerando, infine, chi non si è vaccinato e non è interessato a farlo, all aumentare dell età dei rispondenti la quota si riduce, passando dal 49,1% dei rispondenti da 50 a 59 anni al 25,2% dei rispondenti di 70 anni e oltre. Inoltre, in base al genere, si osserva che sono molto più frequentemente le donne (44,6%) rispetto agli uomini (34,6%) a non essere interessate a vaccinarsi contro l influenza. Guardando all esperienza più recente, il 30,9% del campione di 50enni ed oltre si è vaccinato durante la scorsa stagione, tra i 65enni ed oltre, che rientrano tra i soggetti considerati a rischio, la quota sale al 49,9%. Si tratta di dati che hanno una corrispondenza con dati ufficiali di copertura che fanno registrare una marcata differenza tra il dato di copertura generale della popolazione relativo alla stagione 2016/2017 (15,1%) e quella della quota di over 65 (52,0%), per la quale la vaccinazione è offerta gratuitamente e tendenzialmente somministrata dal medico di famiglia. Infatti, la grande parte dei vaccinati durante la scorsa stagione, si è vaccinata contro l influenza presso l ambulatorio del medico di famiglia (85,5%), mentre con percentuali residuali i rispondenti indicano il centro vaccinale della ASL (6,5%), l ospedale (1,3%) e il medico specialista (1,9%). Inoltre, la grande parte (87,7%) di chi si è vaccinato durante la scorsa stagione ha effettuato la vaccinazione gratuitamente, perché rientrava nella categoria per la quale il vaccino è indicato, quota che come è comprensibile attendersi aumenta al crescere dell età e, in particolare, sale 95,3% tra chi ha 70 anni e oltre. L 11,0% l ha invece pagato di tasca propria, acquistandolo in farmacia, e si tratta più ampiamente dei rispondenti da 50 a 59 anni (35,2%). Negli ultimi tempi anche la vaccinazione antinfluenzale si trova coinvolta nel dibattito più generale che ha investito la prevenzione vaccinale in Italia, in cui sono presenti anche molte voci critiche. La copertura vaccinale negli anziani (65 anni e oltre) dal 2000 è cresciuta raggiungendo un picco massimo nella stagione (68,3%) per poi presentare un andamento altalenante fino a fine decennio, riducendosi rispetto a questo picco di 16 punti percentuali con riferimento all ultimo dato disponibile (52,0% nella stagione 2016/2017). Circa un terzo dei rispondenti (32,9%) afferma di fidarsi molto delle vaccinazioni e il livello di massima fiducia cresce all aumentare dell età (passando dal 26,3% dai rispondenti da 50 a 59 anni al 41,3% dei rispondenti con 70 anni e oltre), e all aumentare del livello di istruzione (passando dal 29,0% dei rispondenti fino a licenza media al 40,7% dei laureati). Inoltre, in base all area geografica la quota di chi risponde molto FONDAZIONE CENSIS 11

12 sale al 40,0% nel Nord- Est e si riduce al 25,2% al Sud e Isole. La metà del campione indica di fidarsi abbastanza (51,2%), in particolare i rispondenti da 50 a 59 anni (55,7%), i diplomati (55,4%), gli uomini (54,2%) rispetto alle donne (48,6%) e gli abitanti del Sud e Isole (55,8%). La parte restante indica di fidarsi poco e per nulla (15,9%), e si tratta più spesso dei rispondenti del Centro (19,2%) e del Sud e Isole (19,0%), dei meno istruiti (26,6%), dei più giovani del campione (18,0%) e delle donne (19,7%). Nell ambito di questo approccio generale nei confronti della vaccinazione si inscrivono anche gli atteggiamenti nei confronti della vaccinazione antinfluenzale e in particolare le motivazioni che vengono poste alla base della scelta di vaccinarsi o meno. Tra coloro che si dichiarano contrari alla vaccinazione antinfluenzale (accanto ai rispondenti che hanno scelto di non sottoporsi più a questa vaccinazione ci sono coloro i quali non hanno mai avuto interesse a vaccinarsi e che rappresentano complessivamente il 44,6% del campione), la parte più ampia e superiore al 40% ha scelto di non vaccinarsi perché non si sente un soggetto a rischio, in particolare i più istruiti (47,8%) e più giovani (46,3%) (fig.6). Il 37,4% segnala, come motivazione, un certo timore e una scarsa fiducia nella vaccinazione anti-influenzale, il 29,3% ha dei dubbi sull efficacia della vaccinazione anti-influenzale, il 21,5% pensa sia naturale prendere l influenza e che non ci sia bisogno di evitarla, al 12,7% è stata sconsigliata dal medico o non è stata consigliata. L 11,1% ha appreso notizie negative sulla vaccinazione anti-influenzale e il 4,6% indica come motivazione il fatto di non poter usufruire gratuitamente del vaccino. FONDAZIONE CENSIS 12

13 Fig. 6 - Elementi che hanno contribuito alla scelta di non vaccinarsi (val.%) N= 44,6% Non si sente un soggetto a rischio 44,6 Timore dei rischi e scarsa fiducia nella vaccinazione anti-influenzale e nei vaccini in generale 37,4 Dubbi sull'efficacia della vaccinazione anti-influenzale 29,3 Pensa che sia naturale prendersi una influenza, non c è bisogno di evitarla La vaccinazione anti-influenzale è stata sconsigliata dal medico o non è stata consigliata Ha appreso notizie negative sulla vaccinazione anti-influenzale 12,7 11,1 21,5 Non poter usufruire gratuitamente del vaccino 4,6 Altro 9,5 Il totale è diverso da 100 perché erano possibili più risposte Viceversa, tra coloro i quali hanno indicato di essersi vaccinati contro l influenza almeno una volta nella loro vita (45,8%), quote che oscillano intorno al 40% segnalano come principali motivazioni della loro scelta l intenzione di evitare di ammalarsi (42,2%) e l aver ricevuto dal proprio medico il consiglio di vaccinarsi contro l influenza. Vi è poi il 38,2% che si è vaccinato contro l influenza per evitare complicanze, il 23,4% si sente un FONDAZIONE CENSIS 13

14 soggetto a rischio per l età, in particolare i più anziani (34,7%) e gli uomini (28,6%) rispetto alle donne (18,2%). Con quote che oscillano tra il 16% e il 20%, gli intervistati indicano come motivazioni la possibilità di evitare di correre il rischio di trasmettere il virus alle persone che li circondano (19,6%), il fatto di sentirsi un soggetto a rischio a causa di malattie croniche (18,7%), e di avere in casa soggetti a rischio (anziani, bambini). Con quote residuali i rispondenti indicano, infine, di essersi vaccinati per non perdere giorni di lavoro (10,3%), perché il vaccino è gratuito (5,4%), perché gli è stato consigliato da conoscenti (3,6%) (fig.7). Fig. 7 - Elementi che hanno contribuito alla scelta di vaccinarsi (val.%) N= 45,8% Per evitare di ammalarsi Perché glielo ha consigliato il suo medico di famiglia Per evitare possibili complicanze 38,2 42,2 40,7 Si sente un soggetto a rischio per l età Per non correre il rischio di infettare chi le sta intorno Si sente un soggetto a rischio per la sua situazione di cronicità Perché in casa ha soggetti a rischio (anziani, bambini) Per non perdere giorni di lavoro 10,3 23,4 19,6 18,7 16,2 Perché è gratuito Perché glielo hanno consigliato amici e conoscenti che lo hanno fatto Altro 2,0 3,6 5,4 Il totale è diverso da 100 perché erano possibili più risposte FONDAZIONE CENSIS 14

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