BOZZA NON CORRETTA. MISSIONE A BARI 26 gennaio 2011 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA INDI DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO DE LUCA.

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1 MISSIONE A BARI 26 gennaio /33 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GAETANO PECORELLA INDI DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO DE LUCA. La seduta inizia alle PRESIDENTE. La Commissione vi è molto grata per la vostra presenza, così come, benché lo diciamo abitualmente, a noi pare che, particolarmente in quest area, la magistratura sia riuscita, almeno da quello che ci è stato detto dal questore e dal prefetto, a intervenire molto efficacemente sul fenomeno della criminalità organizzata. Vi ringraziamo, quindi, di essere qui, ma anche per l attività da voi quotidianamente svolta. Sono presenti il procuratore generale di Bari, dottor Pizzi, che saluto con grande piacere per quello che possiamo definire un passato di contrasti e di amicizia, il procuratore di Bari, dottor Laudati, il procuratore di Trani, dottor Capristo, in sostituzione del procuratore di Foggia, il dottor Minardi e il procuratore di Lucera, dottor Seccia. Lascerei subito la parola al dottor Pizzi per presentare un po la situazione complessiva del territorio. Sarà lui a decidere a chi dare la parola. ANTONIO PIZZI, Procuratore generale presso la Corte d Appello di Bari. Io sono venuto molto volentieri per salutarvi, per salutare, se posso permettermi, appunto, l amico presidente, professor Pecorella. È un amicizia che ci lega ormai da trent anni. Ci siamo incontrati quando ero giovane giudice istruttore e lui giovane avvocato a Milano, ci siamo scontrati, ma insomma erano delle cose molto belle, molto emozionanti. Vi parlerò molto brevemente della situazione in Puglia, saranno poi i procuratori a fornirvi un quadro più preciso. Credo che si possa dire che, per lo meno nel distretto di Bari, la criminalità organizzata non è molto attiva su questo fronte. Vengono più che altro denunziati reati di natura contravvenzionale, qualche volta il 260, il reato associativo. Si tratta soprattutto di episodi legati a privati. Vi sono sversamenti sul territorio attraverso alcuni metodi, che sono l intombamento, l interramento dei rifiuti, a volte lo spargimento di finto compost sul terreno, ci sono i cosiddetti fuochi, a volte vengono bruciati copertoni, materiale di plastica. Vi sono state alcune operazioni, di cui avete sentito parlare, e altre che sono adesso in corso,

2 2/33 delle quindi vi parleranno molto più compiutamente i procuratori. A me avrebbe fatto piacere, per la verità l ho fatto anche con Commissione antimafia che è stata qui poco tempo fa parlarvi un po, invece, dello stato della giustizia. Se potessi dire solo poche cose... PRESIDENTE. Noi la ascoltiamo volentieri, anche perché riteniamo che il contrasto alla criminalità nel settore di cui ci occupiamo includa una giustizia che abbia i mezzi per funzionare. ANTONIO PIZZI, Procuratore generale presso la Corte d Appello di Bari. Magistratura e procuratori fanno enormi sforzi per arrivare a individuare criminali e fare processi e poi questi processi finiscono o non arrivano, addirittura. Non voglio piangere sulla spalla di nessuno, non voglio infliggere una lamentazione in nessuna maniera, voglio solo fare una constatazione obiettiva dello stato dell arte. Se mi consentite, riassumo in un piccolo episodio che mi è capitato una ventina di giorni fa. Verso le due del pomeriggio stavo tornando a casa e incontro nei corridoi del tribunale di giustizia un collega che tornava dall udienza. Aveva una piva, un muso lungo e gli chiedo che cosa avesse. Mi risponde che era stato in udienza e c erano undici processi sul ruolo: ne era stato definito uno, dieci avevano dovuto dichiararli prescritti. Non si trattava di piccole cose, c erano una bancarotta, delle violenze, delle lesioni gravi. La proporzione non è sempre questa, però io ho fatto per quarant anni il magistrato di primo grado, per vent anni il procuratore della Repubblica, ho visto quello che succede in primo grado, adesso vedo quello che succede in secondo grado. Molti processi non arrivano alla loro fine, tantissimi muoiono. È un problema che non attiene tanto alla mancanza di mezzi o di magistrati, ma a due fenomeni particolari, l enorme numero di processi che arrivano sulle nostre tavole, e parlo del penale naturalmente, e il circuito giudiziario che è troppo farraginoso, troppo pesante per essere applicato quasi alla totalità dei processi. Pensiamo che per un ingiuria mi piace parlare, il professor Pecorella è un tecnico raffinato si può arrivare fino alla Cassazione. Questo non è più sopportabile. Il processo penale è costoso e complesso, e quindi deve essere necessariamente riservato ai fatti di allarme sociale. Veniamo così a trovarci in una situazione veramente difficile. Basterebbe modificare solo legislativamente la situazione, il quadro. Inoltre, naturalmente, c è il discorso della razionalizzazione dei mezzi che abbiamo. La revisione delle circoscrizioni è una cosa importantissima, ma non si riesce a farla. Ci sono tribunali con cinque giudici, procure con due sostituti, non hanno la massa critica per reggere, non possono

3 3/33 restare in queste condizioni. Il discorso ci porterebbe molto lontano, è inutile approfondirlo più di tanto, però ripeto che siamo in una situazione difficile. Molti processi addirittura non partono, ci sono anche i sostituti con 1.000, o processi nell armadio. Abbiamo, quindi, una situazione estremamente difficile alla quale bisognerebbe veramente mettere mano e non è una questione di fondi, è veramente una questione di leggi, si dovrebbe intervenire legislativamente con una depenalizzazione potente, un indirizzo legislativo che non sancisca tutto attraverso il penale. PRESIDENTE. Il problema è che in un sistema dove funziona male il controllo amministrativo si scarica tutto sul penale. In ogni caso, grazie di questo contributo. Eventualmente, la Commissione potrà poi domandare nel settore specifico che ci riguarda quali riforme e modifiche potrebbero essere utili per un contrasto efficiente in questo settore. È molto interessante il fatto che dica che non è una questione di mezzi, ma di leggi e di norme. ANTONIO PIZZI, Procuratore generale presso la Corte d Appello di Bari. La cifra che viene stanziata per la magistratura è più o meno quella che viene stanziata in Gran Bretagna. Non è una questione di mezzi, ma proprio di sistema. L anno scorso la Suprema Corte degli Stati Uniti ha definito 103 processi, la Cassazione È un sistema che non si regge, va modificato. PRESIDENTE. È un problema anche di riforma costituzionale. Sarà così sinché ci sarà il ricorso in Cassazione per qualunque sentenza. C è una mia proposta di legge in questo senso. ANTONIO PIZZI, Procuratore generale presso la Corte d Appello di Bari. Poteva essere una soluzione. Lascio la parola al collega Laudati, che è procuratore distrettuale e ha quindi una visione più completa. PRESIDENTE. Credo che il senatore De Luca volesse rivolgerle una domanda. VINCENZO DE LUCA. Ringrazio la presenza di tutti i procuratori. Senza entrare nel merito di questo avvio perché si tratterebbe di un dibattito che non appartiene a questa sede, vorrei avere una risposta a proposito di quello che già abbiamo audito dal signor prefetto e dal questore rispetto alla materia relativa al ciclo integrato dei rifiuti e i rapporti con la criminalità organizzata. La domanda

4 4/33 serve per un chiarimento a noi. Un rapporto del 2009 di Legambiente pone la Puglia al secondo posto, in termini negativi, rispetto alla vicenda del ciclo integrato dei rifiuti e dei rapporti con la criminalità organizzata. ANTONIO PIZZI, Procuratore generale presso la Corte d Appello di Bari. In termini negativi nel senso del contrasto alla criminalità? VINCENZO DE LUCA. No, al secondo posto nella negatività. Poiché il riferimento è un po in contrasto con le cose ascoltate, intervenivo per capire dai procuratori e dalla magistratura qual è il quadro effettivo del rapporto. Peraltro, sappiamo tutti che oramai il 25 per cento del fatturato delle mafie in Italia è legato proprio al ciclo dei rifiuti, in particolar modo a rifiuti speciali, pericolosi, per non parlare di scorie radioattive e così via. Vorremmo sapere qual è il quadro della situazione e come viene fuori questo stridente contrasto. Dalle cose che abbiamo ascoltato prima sembra che quasi non ci sia nulla, mentre il rapporto contiene questo dato allarmante. ANTONIO PIZZI, Procuratore generale presso la Corte d Appello di Bari. Non conosco questo rapporto. Ho una serie di relazioni, del NOE per esempio, nelle quali si dice che nel barese il legame tra criminalità organizzata e reati connessi al ciclo dei rifiuti è sporadico, non è stabile. Il procuratore della Repubblica di Bari potrà essere più preciso anche sulle operazioni. A me viene fornito un dato che riguarda episodi più sporadici, cioè non legati alla criminalità organizzata. Questo è quello che posso dire. ANTONIO LAUDATI, Procuratore della Repubblica di Bari. Vi ringrazio per l attenzione che riservate a questo distretto. Io sono il procuratore di Bari da un anno e quattro mesi, quindi prendete con beneficio di inventario, sulla base della conoscenza che ho acquisito in questi tempi, quello vi dirò. La mia impressione è che sotto il profilo dei reati ambientali questo distretto sia molto suscettibile di ulteriori sviluppi dal punto di vista investigativo. Nell analisi di un fenomeno bisogna distinguere tra fatti e processi. PRESIDENTE. Dimenticavo un avvertimento: se vi sono notizie che devono restare riservate, ci avvertite.

5 5/33 ANTONIO LAUDATI, Procuratore della Repubblica di Bari. A mio avviso, in questo momento c è una fortissima discrasia tra la realtà, gli interessi criminali sul ciclo dei rifiuti e i processi che fino a oggi sono stati celebrati. Riagganciandomi a quanto detto dal procuratore generale, vorrei fornirvi dei dati. Ovviamente, qui non piange nessuno e siamo venuti solo a rappresentare come con decoro e grandissima dignità la procura di Bari negli anni ha svolto il suo lavoro. Sotto il profilo del controllo giudiziario e, soprattutto, della costituzione delle procure, il distretto di Bari è assolutamente sottodimensionato rispetto ai reali fenomeni criminali. Ho sentito che siete stati a Palermo: in quel distretto ci sono stati l anno scorso 8 omicidi, nel distretto di Bari 55; a Palermo ci sono 64 sostituti, a Bari oggi ce ne sono 23; un sostituto di Palermo mediamente ha 300 processi a carico, la nostra media è di con punte di Se parliamo dell incidenza dei reati di pubblica amministrazione, di criminalità economica, questo è un distretto, presidente, che lei sa essere, sotto il profilo dei flussi finanziari delle transazioni economiche, secondo solo al distretto di Milano in Italia. Il ciclo delle attività produttive, sia per quanto riguarda l agricoltura, sia per quanto riguarda il terziario, sia per quanto riguarda il manifatturiero, sia per quanto riguarda l attività commerciale, non è, infatti, secondo a nessuno in Italia. Dal punto di vista economico, l attività di crescita di questo territorio è sbalorditiva rispetto al resto soprattutto dell Italia meridionale e questo è tutto merito dei cittadini pugliesi. A fronte di questo, nel controllo di legalità del territorio la procura di Bari, lo dico con molta sincerità ma anche con molta amarezza, non riesce a far fronte a tutte le effettive necessità del territorio. In questo momento abbiamo solo 7 magistrati che si occupano della DDA; una sezione ambientale soggetta a riorganizzazione in cui purtroppo c è un solo sostituto; una sezione di polizia giudiziaria che sarà ben organizzata. Basta già solo pensare che Palermo ha 25 sostituti solo per la DDA, più di tutta la procura di Bari. Anch io sono convinto che non si tratti di una questione di risorse e di mezzi, ma di organizzazione. Purtroppo, in questo territorio c è stata una sottovalutazione dei fenomeni. Ciò detto, ritengo che in materia ambientale la procura di Bari, per numero, qualità e applicazione giurisprudenziale della materia, non sia seconda a nessuno, come in tutte le altre materie. Sui processi celebrati a Bari e quelli celebrati negli altri distretti e anche i risultati ottenuti sono pronto ad affrontare qualsiasi tipo di verifica e di confronto. Basta dire che adesso abbiamo pendenti 246 procedimenti per reati ambientali, che nell ultimo quinquennio ne abbiamo definiti 495 e che, lo dico subito, non per merito mio ma dei colleghi, che hanno una grandissima capacità professionale e una grandissima dedizione al lavoro solo grazie alla dedizione al lavoro dei miei

6 6/33 colleghi riusciamo a sopravvivere abbiamo celebrato in materia ambientale dei processi che, sotto i profili qualitativo e dei contenuti, non sono, a mio giudizio, secondi a nessuno in Italia. Uno dei magistrati del mio ufficio esperti di questa materia lo avete come consulente, e quindi voi stessi avete riconosciuto la bontà della professionalità del mio ufficio. Facendo una disamina i tempi sono limitati delle attività attualmente in indagine per quanto riguarda la procura di Bari in materia ambientale, possiamo dire che nell ambito del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in riferimento ai reati ordinari, cioè quelli che fanno parte della procura ordinaria, non quelli della distrettuale, abbiamo varie tematiche in esame. La prima è quella delle aree inquinate, oggetto di precedenti insediamenti, soprattutto per quanto riguarda l amianto. Abbiamo il caso della Fibronit, su cui ci sono stati già dei processi, anche delle condanne. C è, dunque, un attività di verifica delle bonifiche che sono state effettuate sul territorio. Quelli della Fibronit, del gasometro, della caserma Rossani sono casi che nel distretto di Bari hanno suscitato grande attenzione da parte della cittadinanza. Ci sono stati, infatti, anche dei processi per omicidio colposo per le lesioni e anche le morti che si erano verificate a causa dell inquinamento, sia per asbestosi sia per mesotelioma. Inoltre, per quanto riguarda le questioni ambientali abbiamo processi in carico che riguardano il problema dei depuratori. Come abbiamo detto con il collega ieri, purtroppo forse non abbiamo potuto dedicare l attenzione dovuta al problema del depuratore. Attualmente abbiamo tre depuratori in sequestro, Conversano, Turi e Monopoli. Questo è un tipo di attività che stiamo monitorando e in relazione a questo ci sono fenomeni che riguardano la gestione dei fanghi di depurazione, un problema molto sentito sul nostro territorio. Un altro filone di indagine è quello che riguarda gli impianti di compostaggio, per i quali abbiamo alcuni processi che sono già andati al dibattimento e, invece, altri procedimenti che sono in corso e che, tra l altro, richiedono particolari competenze tecniche per l approfondimento. Ho capito prima anche dalle domande che rivolgevate che l aspetto più interessante riguarda i rapporti con la criminalità, e in particolare i reati di cui all articolo 260. Questo è uno degli aspetti più delicati sul territorio, soprattutto per quanto riguarda le procure distrettuali. Sicuramente sapete che dal 1992, cioè da quando la legge che io chiamo «Falcone-Borsellino», la legge Scotti-Martelli, ha attribuito competenze funzionali alle procure distrettuali per mafia, è arrivata un altra serie di competenze: per i reati di terrorismo, per i reati informatici, per la tratta degli esseri umani, i falsi; infine, con l articolo 260, per il traffico di rifiuti. Ovviamente, sono tutte materie altamente specialistiche e di grande allarme sociale e nel corso di questi vent anni non c è stato nessun aumento di risorse organiche per le procure distrettuali. Nel caso di Bari c è stato addirittura un

7 7/33 decremento. Viviamo, quindi, una situazione paradossale in cui abbiamo tantissime competenze funzionali da sviluppare e un organico addirittura ridotto. In questa materia, però, io sono convinto, come ho sentito prima dalle domande, che si viva il momento di maggiore criticità del sistema. In primo luogo, c è la collocazione territoriale della Puglia, in secondo le attività industriali, poi i legami molto stretti che esistono tra alcune forme di criminalità pugliese e quelle delle criminalità viciniori. Quelli con la criminalità campana soprattutto, ma anche quella calabrese, ci hanno indotto ad aprire nel corso dell ultimo anno una serie di procedimenti che sono in corso e che, a mio giudizio, potranno offrire uno spaccato di conoscenza completamente diverso da quello che credo ci sia stato descritto fino adesso. In particolare, abbiamo un processo per il quale vi ho portato l avviso di conclusione delle indagini, che riguarda la Tersan, dove è stato accertato un traffico di rifiuti tra il napoletano e la Puglia. Si tratta soprattutto di processi che riguardavano i fanghi di depurazione, e soprattutto i rifiuti differenziati, cioè quelli che non era possibile smaltire in Campania. Sono stati smaltiti con la complicità di alcune aziende attraverso la diversa classificazione del tipo di rifiuto. Per questo abbiamo già fatto una richiesta di rinvio a giudizio. Inoltre, abbiamo una recente processo a carico della Ecoagrimm che stiamo conducendo insieme al collega Seccia e alla procura di Lucera che è stato del trasmesso per competenza funzionale ai sensi dell articolo 260. Il fenomeno è ancora più pericoloso, è oggettivo, perché riguarda l interramento, mentre quelli precedenti riguardavano il ciclo di trattamento dei rifiuti con diversa classificazione. Qui, invece, c è l interramento e noi abbiamo diverse aree in Puglia, innanzitutto quella garganica e poi quella della Murgia, che oggettivamente si prestano a fenomeni di interramento di rifiuti, sperimentate purtroppo in altre regioni meridionali. Credo che voi sappiate che proprio l altro ieri è stata fatta un operazione dalla procura di Napoli e anche dalla procura di Salerno che riguarda anche una discarica che attiene a Cerignola. Anche la mia provenienza geografica e professionale fa sì che in questo momento tra la procura di Napoli, la procura di Salerno e quella di Bari ci sia uno strettissimo coordinamento e uno strettissimo scambio informativo sulle notizie che possono riguardare il traffico dei rifiuti tra la Campania e la Puglia. Ribadisco, però, che siamo solo all inizio, è un attività tutta da esplorare. Mi preme segnalare, tuttavia, che ci sono altri aspetti a Bari importanti sempre per la criminalità organizzata e per i rifiuti: quello di Bari è uno dei porti più interessati a fenomeni di spedizioni transfrontaliera di rifiuti. Abbiamo avuto questo ho potuto verificarlo un fenomeno antico che stiamo scoprendo adesso e che è quello dei rifiuti dei sottoprodotti mandati in Albania. L Albania è stata per molti anni una destinazione dei sottoprodotti dei rifiuti e adesso ci sono

8 8/33 fenomeni nuovi, come le attività mandate in Cina. Si tratta soprattutto di prodotti plastici, rifiuti speciali e anche su questo abbiano delle indagini in corso e puntiamo a un maggiore sviluppo. Vi è un ulteriore fenomeno a mio giudizio preoccupante, quello dell importazione di materiali che possono essere pericolosi per la salute dell ambiente. Mi riferisco a un processo che abbiamo per l importazione di batterie di piombo dalla Macedonia. Vengono trattate come prodotti ferrosi o come piombo da noi, ma sono altamente tossiche e molto remunerativi sotto il profilo del ciclo produttivo. Inoltre, proprio come distrettuale, abbiamo su questo posso dirvi poco una bella indagine con la procura di Foggia sull utilizzo di alcune aziende, anche a partecipazione pubblica, per quanto riguarda i rifiuti, che hanno avuto forme di condizionamento dalla criminalità organizzata sul modello di quello che è successo in Campania. Anche questa indagine è a un buon punto, stiamo per arrivare a delle conclusioni. Un altro aspetto importante dei rapporti con la criminalità organizzata è quello che riguarda Altamura. Si è verificato l anno scorso l omicidio di uno dei boss dominanti che si chiama D Ambrosio e che aveva forti legami con un imprenditore che si occupa del ciclo dei rifiuti. L indagine riguardava anche gli appalti che questo imprenditore aveva ricevuto per lo smaltimento dei rifiuti in materia sanitaria. Su questa vicenda c è stata già una misura cautelare ostensibile, l azienda si chiama Viri, l imprenditore Columella c è una serie di attività ancora in corso. Se a voi è utile, vi lascio l avviso di conclusione delle indagini del processo Tersan, che riguarda il traffico di rifiuti tra Napoli e il distretto, e l ordinanza di custodia cautelare del processo Viri, che è una delle ordinanze di custodia cautelare in un processo che, ovviamente, merita ben altri sviluppi e approfondimenti. Si tratta di una prima tranche che riguarda gli appalti dello smaltimento dei rifiuti sanitari che hanno riguardato questo imprenditore e l azienda Viri. Questo aspetto riguarda la turbativa d asta per l aggiudicazione degli appalti dei rifiuti per lo smaltimento sanitario. PRESIDENTE. La Viri fa parte di un gruppo? ANTONIO LAUDATI, Procuratore della Repubblica di Bari. È una società a partecipazione complessa, però l imprenditore di riferimento è quello che vi ho detto. PRESIDENTE. Non ha nessun rapporto con la Tra.de.co.? ANTONIO LAUDATI, Procuratore della Repubblica di Bari. No. Concludo il mio intervento

9 9/33 dicendo che in questo anno e quattro mesi di lavoro mi sono reso conto che è una materia suscettibile di grande sviluppo investigativo. Ritengo prioritario e con assoluta emergenza dare la massima priorità dell ufficio ai rapporti della criminalità organizzata, soprattutto tra quelle pugliese e napoletana per lo sversamento dei rifiuti. Non illustro certe situazioni per piangere faremo sempre il nostro lavoro ma siccome siete il massimo organo dello Stato, il Parlamento, è giusto che sappiate come qui in trincea si lavora, quali sono i problemi e che cosa stiamo facendo. Lo facciamo con il massimo impegno e con la massima dignità e, io ritengo, anche con buoni risultati. Certo, dovremmo dedicare ben altre risorse, ben altre energie. Secondo i calcoli che avevamo fatto, se applicassimo, presidente, gli stessi parametri che sono stati utilizzati per Palermo e per Reggio Calabria, a Bari dovremmo avere 45 sostituti; se gli stessi di Napoli, dovremmo averne 65 qui a Bari. Lavoriamo, invece, con 23 sostituti in un distretto che ha una grande emergenza criminale la quarta mafia è una mafia emergente grandi processi di pubblica amministrazione, grandi processi di criminalità economica. Basta seguire le cronache: abbiamo avuto problemi per quanto riguarda commissioni tributarie e apparati pubblici. La materia ambientale merita altrettanto, se non maggiore interesse. Le nostre risorse in questo momento sono limitate. Vorrei rassicurare il Parlamento che fino a quando rimarremo in trincea a lavorare, soprattutto per merito dei miei colleghi faremo al massimo e col massimo impegno il nostro lavoro. Meriteremmo, però, forse ben altra attenzione sotto il profilo dell organizzazione del contrasto investigativo. PRESIDENTE. Do la parola al dottor Capristo. CARLO MARIA CAPRISTO, Procuratore della Repubblica di Trani. Cercherò di contenere in tempi ristretti il mio intervento. Innanzitutto, mi associo alle parole degli altri colleghi e ringrazio la Commissione della presenza così costruttiva che in data odierna ci consente di evidenziare, sia pure in sintesi, alcune problematiche che affliggono il territorio pugliese. Voglio aggiungere, per quello che può servire, che negli anni Novanta ho fatto parte di questa Commissione come consulente, quindi guardavo il collega Nitti e mi ricordavo quando ero un pochino più giovane. La problematica dei rifiuti mi è stata sempre particolarmente a cuore e, da quando ho avuto le funzioni di procuratore capo di Trani, pur non essendo Trani e il nord barese in una disastrosa situazione ambientale, mi sono coordinato subito con i colleghi, abbiamo creato più gruppi, ma uno in particolare che si occupa proprio dell ambiente e delle tematiche che riguardano il traffico illecito

10 10/33 di rifiuti. Siamo, infatti, dell avviso tanta strada è stata percorsa dagli anni Novanta a oggi anche a livello legislativo che, pur essendosi spostata la competenza col 260 alla distrettuale antimafia, come vado sempre ripetendo in ogni sede, siamo un po l avamposto, noi del nord barese per un verso e le procure di Lucera e Foggia per altro verso, che deve individuare con degli osservatori specifici certi fenomeni per impedire che si sviluppino e passino da una situazione di semplice societas sceleris a una situazione, invece, di associazione di stampo mafioso, di cui poi deve occuparsi l ottimo collega Laudati. PRESIDENTE. Qual è il rapporto tra le indagini ordinarie e l antimafia per quello che riguarda le informative? Un dato fondamentale, infatti, è che non si arriva subito ad avere l organizzazione criminale, ma si parte da reati minori. CARLO MARIA CAPRISTO, Procuratore della Repubblica di Trani. Da questo punto di vista, sempre con l armonia che ci appartiene, con il collega Laudati, con il collega Seccia e con il procuratore Russo voglio sottolinearlo perché è importante il collegamento tra le procure si è stabilita una sorta di protocollo di intesa, nell ambito del quale abbiamo fatto confluire una serie di reati che, ovviamente, non nascono, ma possono diventare, come giustamente sottolineava lei, mafiosi in itinere. Spessissimo, quasi costantemente, i reati nascono come semplici e, per esempio, di un organizzazione dedita alle rapine poi si scopre che ci sono degli stupefacenti, quindi un 74, oppure un aggravante di tipo mafioso. Nel corso dell attività investigativa la procura distrettuale, almeno parlo per l esperienza mia, ma penso valga anche per gli altri, informa subito il procuratore distrettuale. Accanto a questa informativa, o comunque collaborazione in itinere, il collega designato per le indagini diventa automaticamente in pectore lo stesso collega che affiancherà quello della distrettuale antimafia per la celebrazione del processo. C è, quindi, un discorso di continuità dell attività investigativa e di travaso o osmosi di accertamenti investigativi. Questo accade anche non soltanto per evitare di lavorare in compartimenti stagni, ma soprattutto per ottimizzare il lavoro dell attività delle forze di polizia. Diversamente, altrimenti si rischia di duplicare, se non addirittura decuplicare il lavoro di attività degli organi di polizia. Detto questo, l onorevole De Luca poc anzi citava quel passaggio di Legambiente sulla presenza di sodalizi mafiosi. Indubbiamente, le infiltrazioni ci sono sto parlando per il nord barese, abbiamo il massimo rispetto di Legambiente e poi aggiungerò dell altro ma per quello che ci risulta anche da una riunione su questa tematica, forse la gravità di presenze o insediamenti già di

11 11/33 connotazione di stampo mafioso è maggiormente presente verso il Salento. Affronto questo discorso in punta di piedi perché non mi compete, ma in qualche modo l abbiamo affrontato, per cui dico che Legambiente ha ragione per certi aspetti, ma forse andrebbero fatte delle precisazioni. Noi siamo qui per questo e siamo a disposizione della Commissione per fornire tutti gli atti di cui la Commissione vorrà prendere visione. Fatte queste premesse, vorrei davvero enumerare alcuni processi che riteniamo essere i più importanti, alcuni dei quali in fase dibattimentale, altri in fase di attività investigativa. Apro e chiudo una parentesi: mi sono permesso di scrivere col collega una relazione di sintesi su questi processi che vorrei depositare agli atti della Commissione insieme ad altre carte di cui vi dirò di qui a un momento. Questi processi, per essere veramente sintetici, riguardano soprattutto trasporti illeciti di fanghi inquinati presso siti e cave nell Alta Murgia. L organizzazione che è stata scoperta nel processo Pizzolorusso è in avanzato stadio dibattimentale, per cui non abbiamo nessun problema di segreto istruttorio che ci trattenga. Si tratta sicuramente di un fatto molto importante perché si avvicina ad Andria la location di quei sodalizi criminosi che sono sempre lì lì per passare il Rubicone, ossia per fare il passaggio dall associazione a delinquere semplice a quella di stampo mafioso. Andria, quindi, è particolarmente sotto i riflettori della nostra procura ordinaria oltre che di quella distrettuale per tutti i processi che stiamo celebrando per traffico di stupefacenti con famiglie alquanto consistenti. Ci sono altri processi, ma non vorrei fare un elencazione, che troverete in ogni caso scritta nella relazione, piuttosto citare un paio di situazioni interessanti. Una riguarda un attività investigativa nei confronti di un impianto di trasformazione di carcasse animali e sottoprodotti di origine animale. Le informazioni di garanzia sono state fatte, l impianto, intestato ai fratelli Cavaliere di Andria, è stato sequestrato. Ci siamo trovati un bel giorno in una situazione piuttosto delicata di allarme sociale perché si è scoperto che l impianto, che trasforma carcasse animali in compost, farine grasse e quant altro, ha lavorato sempre in spregio a tutte le licenze e le concessioni che si potessero individuare nel settore. Attraverso un lavoro di indagine molto articolato fatto dal collega che, se volete, può anche rispondere a delle domande più specifiche, in unione col Corpo forestale abbiamo individuato il sito. Nel momento in cui ci siamo avvicinati per avviare un attività investigativa o addirittura di altro genere sugli indagati, ci è arrivata all improvviso questa è un esperienza che ci ha sconcertati per un momento, ma abbiamo subito trovato rimedio una istanza del difensore, il quale ci diceva che a distanza di tre giorni avrebbe chiuso l azienda. La chiusura di questa azienda ha creato panico in ben tre regioni, il Molise, la Puglia e la Basilicata, perché, siccome

12 12/33 rappresentava il monopolio in questo tipo di attività, avrebbe creato un emergenza sanitaria di proporzioni inenarrabili su tre regioni. Mi sono, quindi, trovato con i presidenti delle province e il governatore della regione Puglia in condizione di dover far fronte a questo rischio di chiusura. Abbiamo adottato un provvedimento che forse il signor prefetto di Bari ha anche apprezzato, bontà sua gliel ho ho trasmesso dove abbiamo fatto un sequestro preventivo con la nomina di un amministratore, nominato dal GIP, al quale è stato affidata in custodia giudiziale l azienda in modo che vi fosse un controllo costante nella riorganizzazione dell azienda stessa e nella messa a norma di certe situazioni. Sono stati coinvolti anche un nostro consulente e la costante presenza di Corpo forestale e Ufficio veterinario. In questa maniera l azienda non è stata più chiusa e le ultime indicazioni sono che la regione sta provvedendo, sulla base di una serie di ispezioni, controlli e regole imposte a rilasciare le necessarie autorizzazioni. Siamo così riusciti a evitare l emergenza sanitaria attraverso questo provvedimento che è nuovo nel settore, almeno per quello che mi risulta. Analogo provvedimento sta per essere adottato anche nei confronti di un altro sito dove c è una gestione non autorizzata di rifiuti contenenti cemento ed emissioni in atmosfera di PM10 e di particolato totale sospeso, ovviamente in percentuale superiore alle soglie stabilite dalla legge, in un area molto ampia destinata ad attività estrattive di cava e nell attiguo impianto di frantumazione della pietra e di betonaggio. Si tratta, in questo caso, della città di Bisceglie, anch essa abbastanza sotto i nostri riflettori perché si va verso, mi dicevano, un rinnovo per l appalto per la raccolta dei rifiuti. Peraltro, c è stata una serie di atti incendiari perché l azienda ha lavorato in proroga, quasi fossero delle intimidazioni rivolte all amministrazione comunale a cooperare in certi termini e non in altri. Si è trattato di episodi isolati che abbiamo subito individuato. Al momento non c è stato alcun segnale che potesse transitare all attenzione del procuratore distrettuale, quindi stiamo osservando che cosa accade per la prossima gara d appalto che la città di Bisceglie intende porre in essere quanto prima per risolvere il problema della raccolta di rifiuti. Aggiungo anche un altro passaggio, non se ne vogliano i cittadini, ma anche noi notiamo nella nostra area del nord barese una sorta di disinteresse o quanto meno di cattiva educazione alla raccolta differenziata. Questo, infatti, per quanto possa esserci la buona volontà della magistratura, delle forze di polizia, della distrettuale antimafia e della Commissione per il ciclo dei rifiuti, un problema di educazione del cittadino: se la raccolta differenziata non viene fatta, è evidente che questo crea già una situazione di allarme sul territorio. Da questo punto di vista, quindi, devo sottolineare anche questa assenza.

13 PRESIDENTE. Avete dei dati sul livello percentuale della raccolta differenziata? 13/33 CARLO MARIA CAPRISTO, Procuratore della Repubblica di Trani. In questo momento no. Sarà nostra premura inviarveli perché siamo veramente in una condizione disastrosa. Questo è un fatto importantissimo, secondo me non si può superarlo sic et simpliciter. Vorrei, inoltre, dirvi che, tra i vari procedimenti segnalati in questa relazione, ne abbiamo anche uno legato a dell amianto giacente su un terreno di proprietà di un ex cartiera, Sud Europa S.p.A. di Barletta. Vi è un procedimento a carico di cinque indagati, per i quali è prossimo l avviso di conclusione delle indagini preliminari. Contavo di portarlo stamattina, ma il collega mi ha detto che ancora non aveva completato la notifica, per cui mi riprometto di farvelo pervenire. Si tratta di deposito incontrollato di amianto. Il rischio che si sta paventando all orizzonte e sul quale abbiamo posto un altra particolare attenzione è che questo luogo poi possa, dimenticandosi dell amianto sotto, essere oggetto di lottizzazione, e quindi di un altra serie di problematiche che andrebbero a innestarsi sul fattore ambiente insalubre. Potrei enunciarvi numerosi altri sequestri fatti dal Corpo forestale dello Stato su nostra indicazione, ma le leggerete nella relazione di sintesi. Mi preme soltanto concludere, proprio per segnalare l attenzione che prestiamo al degrado ambientale o deturpamento del suolo, dicendo che abbiamo irrobustito, e da questo punto di vista il collega Savasta è stato uno degli artefici, le sezioni di polizia giudiziaria. Come sapete, Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza hanno nel settore dei rifiuti delle competenze abbastanza limitate, se le stanno costruendo di volta in volta. Non possiamo, infatti, sempre interpellare i NOE, che lavorano su scala regionale, da cui il discorso risulta talvolta dispersivo. Abbiamo pensato di far fronte a questo particolare interesse per l ambiente chiedendo alla provincia, alla BAT, al sindaco di Trani e al Corpo forestale la disponibilità di alcuni elementi che si dedichino a tempo pieno al monitoraggio e all attività investigativa di queste situazioni ambientali alle dipendenze della procura di Trani con un provvedimento di aggregazione che abbiamo già sollecitato e che ha trovato una grande sensibilità da parte del procuratore generale. A breve, quindi, partirà una sezione di polizia giudiziaria aggiunta con queste competenze specifiche. ANTONIO SAVASTA, Sostituto procuratore della Repubblica di Trani. Vorrei porre all attenzione della Commissione un elemento di criticità che è emerso a seguito delle indagini, soprattutto per il discorso dei sodalizi criminali che si organizzano nel trasporto di rifiuti. Quello che è emerso sono i vettori delle ditte che trasportano, molte delle quali sono effettivamente

14 14/33 monopolizzate a soggetti pregiudicati. Proprio quello del trasporto è, infatti, uno dei settori di grande allarme perché c è scarso controllo da parte degli organi amministrativi, manca una normativa severa che selezioni le ditte che operano nel settore. Dico di più, un altro grosso problema è che non esiste una normativa molto chiara sulle modalità del trasporto. Paradossalmente, nel nostro Paese si può trasportare rifiuto speciale e non speciale, o rifiuto che non è più tale in un unico vettore. A dicembre del 2010 è stata modificata la normativa in materia di scarti animali: tutto ciò che è sottoprodotto di origine animale non è più considerato rifiuto, venendo così a sottrarsi alla disciplina sui rifiuti. Ripeto, esistono vettori che trasportano indifferentemente rifiuti speciali, rifiuti animali destinati alle industrie che fanno mangimi e sostanze di altro tipo, cosicché c è il rischio di contaminazione delle farine all interno dei vettori e, di conseguenza, per il ciclo alimentare degli animali. A causa di questa assenza normativa dovuta alla nuova la modifica, è necessario ridefinire tutta la disciplina del trasporto per distinguere quello destinato all alimentazione animale da quello dei rifiuti speciali. Non deve più esistere questa commistione nei vettori perché ciò potrebbe portare al rischio di contaminazione. Fatta questa premessa, poiché i vettori spesso sono monopolizzati da soggetti che anche nel corso delle nostre indagini sono risultati avere sodalizi criminali, coinvolti nei procedimenti penali, è evidente che, lasciando alla buona volontà o discrezionalità di questi soggetti le modalità di trasporto si rischia molto. Questo è un elemento di criticità che dovreste valutare con le nuove modifiche normative. CARLO MARIA CAPRISTO, Procuratore della Repubblica di Trani. Voglio concludere ringraziando ancora una volta la Commissione di averci dato il privilegio di ascoltarci e faccio riserva, per quanto riguarda il nostro verbale, di mandarle questo commento sugli autotrasportatori che il collega ha particolarmente attenzionato anche nel corso di una riunione fatta in ufficio, con altri provvedimenti, compreso quello della raccolta differenziata che mi chiedeva, presidente, anche nella nostra provincia del nord barese. PRESIDENTE. Grazie a lei. DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica di Lucera. Prima di fornirvi alcuni dati molto stringati su ciò che accade per quanto concerne l analisi dell attività di smaltimento dei rifiuti sul territorio di pertinenza del circondario che dirigo, faccio qualche piccola considerazione su delle

15 15/33 criticità connesse ad alcuni princìpi. Innanzitutto, credo che per leggere un fenomeno criminale sia necessario seguirne le tappe, il percorso, e quindi le fasi. Io distinguerei tra un fenomeno di criminalità ambientale ordinario, uno di criminalità ambientale in espansione e uno di criminalità legata ai gruppi organizzati di stampo mafioso o ad essi assimilati. Soprattutto le attività connesse alla gestione del ciclo ambientale in maniera illecita nascono dall inefficienza delle indagini ordinarie. Basti pensare al territorio del mio circondario, dove ci sono ben 32 comuni che non hanno un impianto di smaltimento di rifiuti urbani ordinari e che necessariamente devono andare a sversare o a smaltirli in territori di pertinenza viciniore perché i vecchi impianti sono stati tutti sequestrati o sono tutti dismessi, per cui c è una criticità ordinaria. C è, però, anche una criticità normativa che è abbastanza più intensa rispetto alle considerazioni svolte poc anzi. Soprattutto per quanto concerne il trasporto, ci troviamo di fronte a una carenza normativa gravissima che va recuperata almeno fino al giugno del Come tutti sappiamo, abbiamo un grande strumento di aggressione allo svolgimento dell attività illecita del ciclo di smaltimento dei rifiuti, la cosiddetta tracciabilità del SISTRI. Quelli di tracciabilità sono, a mio modesto avviso, sistemi all avanguardia per quanto concerne la lotta al crimine organizzato. Lo era il modello di tracciabilità finanziaria per quanto concerne il riciclaggio e che è stato impostato tal quale per quanto concerne l aggressione al crimine ambientale organizzato. Tutti sappiamo che il 25 dicembre 2010, recependo la direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, è entrato in vigore il quarto correttivo, ovvero il decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205, il quarto correttivo del TUA. Questo completa il sistema di controllo del SISTRI e, soprattutto, modifica sostanzialmente l accertamento per quanto concerne i trasporti. È, infatti, soprattutto attraverso questi che si riesce a leggere il percorso dello smaltimento del rifiuto illecito: cambia la percorribilità documentale del trasporto, non più affidata al dettagliato formulare di trasporto che c era prima, ma alla scheda di trasporto, cosiddetta SISTRI, scheda di trasporto innovativa che reca determinati elementi maggiormente dettagliati che consentono di leggere e sapere chi c è dietro, a monte, a valle e in mezzo, ovvero il trasportatore. Il trasporto è importante per un esigenza massima: la criminalità organizzata effettua direttamente l attività di trasporto. È successo nel foggiano con collegamenti legati ai gruppi verticistici della criminalità organizzata mafiosa, mi riferisco al clan Trisciuoglio contrapposto al clan Sinisi e, come sappiamo anche dalla letteratura in argomento, era l appetito principale dei cosiddetti clan dei Casalesi. È, quindi, il trasporto che bisogna prendere di mira. Tre giorni prima che entrasse in vigore il correttivo, con decreto ministeriale del 22 dicembre 2010, l attività del

16 16/33 SISTRI è stata rinviata, ahimè, al 1 giugno del L aggravio è che è stata anche rinviata l entrata in vigore del formulario di trasporto SISTRI, quello che doveva adeguare il vecchio formulario di trasporto. Così facendo, quindi, l articolo 258 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, non prevede più le vecchie sanzioni sul precedente formulario, per cui oggi si può trasportare senza avere un documento di trasporto. Il vecchio formulario non c è più, il nuovo formulario SISTRI entrerà in vigore il 1 giugno 2011, e noi pubblici ministeri e credo che lo stesso grido di dolore proverrà dal nucleo di tutela ambientale dei Carabinieri siamo in una condizione di desertificazione normativa per il periodo che va dal dicembre 2010 al giugno La conseguenza più facile, meno nefasta, è che si potrà trasportare di tutto, senza alcun controllo, senza quindi la possibilità di effettuare campionamenti e nemmeno un sequestro dello stesso automezzo. Il campionamento non può essere immediato, come voi ben sapete. Sarebbe stato diverso nel caso in cui il documento recasse alcune precisazioni in merito al trasporto del carico. Questo è, sostanzialmente, un deficit normativo di profonda criticità che mi sentivo di segnalare e che rimetto alle vostre considerazioni perché fate parte della Legislatura e mi sembra che si tratti di un impegno di tutti. Accade che altre spie di considerazione delle attività illecite connesse alla criminalità organizzata di stampo mafioso e ad essa collegata riguardino soprattutto alcune valutazioni. Sono in esercizio nella provincia di Foggia impianti di termodistruzione, soprattutto per rifiuti pesanti, quali quelli dei tossici e dei sanitari che, soprattutto nel cerignolano, assicurano anche la gestione di quota parte di quelli calabresi e siciliani. Naturalmente, la spia è soltanto di carattere regionale. Mi rendo conto che forse l attitudine dell investigatore è leggere i fenomeni di importazione da certe terre come marchiati a fuoco, come se provenissero direttamente dalla criminalità organizzata. Tuttavia, è un fatto, che va analizzato, seguìto, controllato e monitorato. Sotto questo profilo, infatti, si cela un percorso transregionale che desta attenzione e allarme e che, soprattutto, richiede la verifica necessaria dei vettori e di coloro i quali portano ed esportano i rifiuti, soprattutto quelli pericolosi, nelle nostre terre. Qualche altra criticità è connessa all attività che le singole procure possono svolgere sotto questo profilo proprio per combattere un fenomeno e per adoprare in maniera più articolata e dinamica gli strumenti messi a disposizione dal nostro legislatore. Dicevano giustamente il procuratore Capristo e il mio procuratore distrettuale Antonio Laudati, che tanto mi ha dato nella mia attività e da cui tanto ho imparato e che ancora oggi ringrazio, che lo strumento dell articolo 260, però, entrato in vigore da poco, è una sfida per la nostra preparazione. Costituisce, infatti,

17 17/33 innanzitutto il riconoscimento della necessità che una lettura del fenomeno del possibile smaltimento illecito da parte della criminalità organizzata di carattere mafioso e a essa assimilata debba essere fatta da chi ha una competenza più diffusa. Il limite, il gap notevole era quello di leggere un fenomeno per un segmento di esso, per una fase, e lì moriva perché la celebrazione necessaria del dibattimento per reati soprattutto contravvenzionali e che hanno ritmi prescrizionali abbastanza celeri comportava che il procuratore ordinario territoriale si occupi, essenzialmente, del segmento portato a sua conoscenza. Il procuratore non leggeva il fenomeno. Oggi il fenomeno può leggerlo il procuratore distrettuale, nei limiti che gli sono consentiti. Siamo, infatti, in presenza di fenomeni transregionali che addirittura esondano dalla stessa lettura e dalla comprensibilità del fenomeno, rimessa anche a una procura multicircondariale quale è la direzione distrettuale antimafia del territorio. Occorre, quindi, una responsabilità professionale maggiore. Come la vedo io? Come sto organizzando l ufficio e come cercherò di organizzarmi con i colleghi del distretto qualora lo vorranno, ma su questo credo che non ci sia alcun limite? Anzitutto, occorre pensare a un nuovo protocollo. Quello che c è è un protocollo di attività che non risente dell articolo 260 perché è stato fatto prima, un protocollo operativo che soprattutto deve avere come moto di partenza l accensione della spia immediata per un fatto che desta allarme, non sospetto, allarme, ancora prima, l anticamera del sospetto. Deve essere subito investito il procuratore distrettuale, attraverso il quale con adeguati protocolli, si possa procedere all accertamento del caso, soprattutto usufruendo di strumenti formidabili, conosciuti, articolati e usati soltanto dalla procura distrettuale antimafia. Tra questi c è la banca SIDNA, che può essere messa a disposizione anche delle procure territoriali e, con l affidamento del caso a un sostituto procuratore distrettuale e a un sostituto procuratore territoriale, si può agire prontamente con le forze dell ordine attraverso un canovaccio che possa essere il più ricamato possibile. Occorre anche un protocollo interno. Io sono da pochi mesi procuratore territoriale e noto che nei confronti dell ambiente non c è un orientamento o una propensione a leggere il fenomeno nelle articolazioni di partenza e nelle conclusioni finali. Abbiamo, cioè, una gestione parcellizzata del fenomeno, che magari può anche rendere bene dal punto di vista di una condanna immediata, che magari fa fruttare il lavoro per un singolo numero, per un singolo procedimento, ma non ci dà nulla per quanto concerne la lettura, la comprensione e l articolazione del grave fenomeno criminale. Per fare questo io penso che dobbiamo operare con una sinergia che recuperi tutte le forze investigative e che parta da alcuni dati. Vorrei che si pensasse innanzitutto a che cosa vuole il

18 18/33 produttore del rifiuto e ad attaccare l anello debole di questa catena, che è l intermediario. Il produttore del rifiuto ha alcune necessità, deve disfarsi costantemente dei rifiuti prodotti, qualificare il rifiuto con il codice corretto, decidere se avviare il rifiuto a smaltimento o a recupero, verificare che il destinatario dei rifiuti sia autorizzato. Queste sono le quattro fasi che generano gli illeciti. Da un lato c è la necessità di dar luogo a un codice scorretto, quello di disfarsi costantemente su dei rifiuti prodotti senza che questo abbia un costo, per cui l imprenditore ordinario, corretto, onesto, leale, che deve smaltire deve subire un costo. Si affida alla criminalità organizzata perché questa gli abbatte i costi. È un discorso economico, finanziario, legato quindi a delle precise esigenze di bilancio. Questo non significa che ci sia un accordo tra di loro. C è, pertanto, una necessità di lavorare a compartimenti stagni, che poi finisce con il fluire in una conclusione finale. Perché l intermediario? Perché è colui che risolve i problemi al produttore dei rifiuti, gli fa mutare la codifica dei rifiuti con costi di lavorazione base dando luogo a una vera e propria ripulitura dei rifiuti che possono essere smaltiti in maniera illegale in impianti in cui apparentemente avviene uno smaltimento conforme alle normative vigenti, è colui il quale risolve il problema attraverso le ditte di trasporto. È qui che si annida la criminalità organizzata, tra intermediari e ditte di trasporto perché la manipolazione documentale di documenti falsi la fa l azienda di trasporti. Questa, nell ambito del circuito illegale dello smaltimento, è in mano alla criminalità organizzata. Concludo: noi abbiamo pochi casi all attenzione, ma abbastanza seri. Uno riguarda il lavoro che stiamo impiantando con la procura distrettuale antimafia di cui vi ha parlato poc anzi il dottor Laudati, e che riguarda lo smaltimento di rifiuti provenienti dalla vicina Campania fatti passare per compostabili con l attribuzione di un codice non compatibile con il trattamento subìto negli impianti di partenza provenienti dal Lazio e dalla Toscana, dove, mediante fittizi trattamenti di tali rifiuti, gli stessi venivano smaltiti mediante spandimento nei vicini campi agricoli. Sembra quasi il manuale del prefetto smaltitore illegale, con collegamenti transregionali che indubbiamente vanno verificati. PRESIDENTE. Gli autori del fatto di reato sono lucerini o campani? DOMENICO SECCIA, Procuratore della Repubblica di Lucera. Sono lucerini. Ricevono il conferimento da queste regioni. L altro step investigativo sarà quello di accertate la matrice originaria del conferimento dei rifiuti. Abbiamo altri casi di inquinamento del Lago salato di Lesina, che è veramente una cosa

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