L'Italia nell'età giolittiana

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1 L'Italia nell'età giolittiana Obiettivi 1 Conoscere i principali eventi storici > Per quale periodo si parla di età giolittiana? > Quando fu introdotto il suffragio universale maschile in Italia? > Quali gruppi politici partecipavano alla vita parlamentare in età giolittiana? > Qual era il colore simbolo dei cattolici? E quello dei socialisti? > Quando venne fondato il Partito Socialista Italiano? > Qual era l'obiettivo coloniale di Giolitti? 2 Stabilire relazioni tra i fatti > Quali problemi incontrò Giolitti nel Nord Italia? E nel Sud? > Perché gli operai protestavano? > Perché la politica di Giolitti è definita del «doppio volto»? > Perché Giolitti fu definito «ministro della malavita»? > Perché Giolitti riprese la politica coloniale? > Quali risultati ottenne la conquista della Libia? 3 Comprendere te origini della nostra società e della sua organizzazione politica > Quando avvenne il decollo industriale italiano? Fu uguale su tutto il territorio? > In quali condizioni economiche si trovava il Sud dell'italia agli inizi del Novecento? > Quale fu la principale riforma introdotta dal governo Giolitti? > In che cosa consisteva il patto Gentiloni? > Quali erano le tendenze politiche all'interno del Partito Socialista e da chi erano guidate? > Come si concluse l'età giolittiana? 4 Comprendere le parole e utilizzare gli strumenti della ricerca > Che cosa significano i seguenti termini? - sciopero generale - settimana rossa - clientele - lotta di classe > Sai fare una relazione? > Dopo aver letto il documento a pag. 191, sai quali accuse mosse Sa I vernini a Giolitti?

2 182 La rivalità tra le nazioni II doppio volto di Giolitti Giolitti dominò la vita politica italiana dal 1901 al 1914, tanto che questo periodo viene chiamato età qioiittiana Nel 1901 Vittorio Emanuele III nominò Zanardelli presidente del Consiglio. Lo affiancava, come ministro degli Interni, Giovanni Giolitti. Era l'inizio dell'età giolittiana, che durò dal 1901 al Infatti Zanardelli, ormai vecchio e malato, lasciò a Giolitti le decisioni più importanti. Poi, nel 1903, Giolitti divenne presidente del Consiglio, carica che mantenne quasi sempre negli anni successivi. Giovanni Giolitti era nato nel 1842 a Mondovì, una cittadina in provincia di Cuneo. Era un uomo politico pratico. Amava affermare: «La prima qualità di un uomo politico deve essere quella di vedere le cose come sono, senza illusioni e paure». Giolitti affrontò i problemi che l'italia aveva di fronte con grande intelligenza, ma anche senza scrupoli. Celebre è, ad esempio, la condanna pronunciata nei suoi confronti da un grande storico, Gaetano Salvemini, che lo definì «ministro della malavita». E Ma altrettanto celebre è l'affermazione del filosofo Benedetto Croce, secondo cui durante l'età giolittiana l'italia passò un buon periodo: fu quella un'«italia felice». EUXEH^ Durante l'età qiolittiana l'italia si trasformò: Nord del Paese conobbe la rivoluzione industriale Sotto: a sinistra, Giolitti ripreso per le vie di Roma; a destra, un reparto dell'alfa agli inizi del Novecento. ^ L'età giolittiana coincise con il decollo della rivoluzione industriale in Italia. Grazie ai prestiti delle banche nacquero nuove grandi aziende. Il protezionismo, poi, introdotto nel 1887, difese le industrie dalla concorrenza dei prodotti stranieri. I progressi più evidenti si registrarono nell'industria elettrica, siderurgica e meccanica presente soprattutto nel «triangolo industriale», formato da Torino, Milano e Genova. Nel settore automobilistico si affermarono la FIAT, la Lancia e l'alfa Romeo. Nel settore tessile grande sviluppo ebbe l'indù-

3 stria del cotone. L'agricoltura si sviluppò soprattutto nella Pianura Padana e vennero migliorate le tecniche produttive. Nell'età giolittiana la produzione industriale italiana raddoppiò. I segni più evidenti di questo straordinario sviluppo si videro nelle città: V illuminazione, i trasporti urbani e i servizi pubblici mutarono il modo di vivere della gente. Non mancavano comunque le contraddizioni: molti operai abitavano in case malsane. Il riscaldamento rimaneva un lusso. I servizi igienici erano nella maggioranza dei casi in comune, anche se l'arrivo dell'acqua corrente e del gas rappresentò un notevole progresso. Tutto ciò però toccò molto poco il meridione d'italia, dove non ci fu alcuna rivoluzione industriale. Per molti Italiani l'unica soluzione rimase ancora l'emigrazione. ^ Giolitti aveva di fronte un'italia divisa in due. Il Nord aveva conosciuto la rivoluzione industriale, e questo significava grandi trasformazioni, ma comportava anche grandi problemi. Gli operai, che sempre più numerosi venivano assunti nelle industrie, presero a protestare: - perché il loro stipendio era troppo basso; - per il modo di lavorare, molto spesso pericoloso: - per l'orario di lavoro troppo lungo. Dalle proteste ben presto si passò agli scioperi, fino allo sciopero generale, cioè allo sciopero di tutti i lavoratori del Paese. Inoltre il Nord chiedeva maggiore democrazia e libertà. II Sud invece era povero e arretrato, legato alla tradizione e in molti casi anche alle clientele, cioè ai favori concessi dai politici in cambio di voti. Giolitti, da uomo pratico qual era, si comportò di conseguenza. II Nord d'italia aveva problemi legati alla rivoluzione industriale; il Sud invece viveva nell'arretratezza In alto, il mercato del pesce a Napoli. Sotto: a sinistra, una centrale idroelettrica a Crevola, in Val d'ossola; a destra, un grande maglio in un'acciaieria. mlf 5. L'Italia nell'età giolittiana 183

4 184 La rivalità tra le nazioni Giolitti attuò un modo di fare politica chiamato del «doppio volto»: un volto democratico e un volto spregiudicato II "doppio volto" (aperto e nello stesso tempo senza scrupoli) illustrato in una vignetta dell'epoca. ^ La politica di Giolitti venne chiamata del «doppio volto»: un volto aperto e democratico nell'affrontare i problemi del Nord; un volto senza scrupoli e corrotto nel trarre vantaggio dalla situazione del Sud. Infatti, per quanto riguarda il Nord, intervenne nelle questioni poste dai lavoratori delle industrie con grande saggezza: - non impedì gli scioperi, ma fece in modo che si svolgessero in modo civile e sotto il controllo dell'autorità; - migliorò le norme che regolavano il lavoro; - ricostruì la Cassa nazionale per l'invalidità e la vecchiaia dei lavoratori; - tutelò la maternità delle donne lavoratrici. Per quanto riguarda invece il Sud, sfruttò la situazione. Facendo ricorso ai prefetti, cioè ai rappresentanti del Governo, controllò le elezioni politiche. Infatti, i prefetti aiutavano gli uomini politici legati a Giolitti a essere eletti in Parlamento. Questo poteva avvenire in molti modi. Ad esempio, impedendo agli avversari di tenere i comizi o, addirittura, falsificando i risultati elettorali. Per far eleggere uomini a lui fedeli a volte Giolitti si servì anche della malavita. In questo modo Giolitti riusciva ad avere in Parlamento un buon numero di deputati che lo appoggiavno e gli garantivano la maggioranza dei voti. Da qui la definizione di «ministro della malavita». Giolitti si difese sempre da queste accuse, sostenendo che: - si era semplicemente adeguato al modo tradizionale di fare politica del Sud; - in ogni caso, aveva utilizzato i voti del Sud per rendere migliore con delle buone riforme tutto il Paese, e non solo il Nord. Età giolittiana, età dell'alcolismo Bere troppo vino, oltre a ubriacare, può essere causa di morte. L'alcolismo, cioè l'abuso di bevande alcoliche, è una piaga che l'umanità conosce fin dalla preistoria. Fin da quando l'uomo ha imparato a bere il succo fermentato dell'uva. Ma con la rivoluzione industriale questa piaga ha conosciuto un notevole incremento. Molti furono infatti coloro che di fronte alle disumane condizioni di lavoro a cui erano sottoposti si rifugiarono nell'alcol. Lo fecero molti onerai, ma anche contadini ridotti in miseria o chiamati a un lavoro eccessivo. Il grafico ci indica l'andamento del numero dei morti per alcolismo in Italia dal 1887 al Nel 1887 vi erano 15 morti per alcolismo ogni milione di abitanti. Ma nel 1909, nel pieno dell'età giolittiana che coincide per l'italia con la rivoluzione industriale, questa percentuale era salita fino a 41. Poi il disagio per l'industrializzazione, almeno così ci dice il grafico, incominciò a discendere. E con esso il numero dei morti per alcolismo. MORTALITÀ PER ALCOLISMO morti ogni milione di abitanti An I 35"ì(\- in- i ~V E S V vyi t /v \J Q

5 La principale riforma dell'età giolittiana fu l'approvazione, nel maggio 1912, di Giolitti tra successi e sconfitte una nuova legge elettorale. Questa legge prevedeva il suffragio Durante l'età giolittiana universale maschile, cioè la concessione del diritto di voto a tutti venne introdotto i cittadini maschi. Non era ancora un vero suffragio universale, ILsuffragip universalejriaschile che avrebbe dovuto comprendere anche le donne, che invece conquisteranno il diritto di voto solo nel 1946, ma fu senza dubbio un grande passo avanti sulla strada della democrazia. All'inizio del Novecento la divisione tra destra e sinistra storica era ormai superata da tempo. Ora c'era una nuova sinistra, non più liberale com'era la sinistra storica, ma socialista. Poi c'erano i cattolici, ai quali il papa impediva ancora di formare un loro partito, ma sempre più organizzati. Giolitti, che guidava i liberali, cercò di inserire cattolici e socialisti nella vita politica italiana. ^ Tra i cattolici vi erano uomini dotati di una forte personalità, come don Romolo Murri e don Davide Albertario. In tutto il mondo cattolico vi era un grande fermento: dopo l'enciclica Rerum Novarum del 1892, i cattolici si erano maggiormente impegnati nella società. Erano sorti i sindacati cattolici e le cooperative bianche (il bianco era il colore dei cattolici, come il rosso quello dei socialisti). Ma soprattutto era sorta VAzione cattolica, l'organizzazione dei cattolici guidata dal papa e dai vescovi. Per venire incontro ai cattolici, Giolitti permise l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche. Poi stipulò con l'unione Elettorale Cattolica presieduta dal conte Gentiloni un accordo: il patto Gentiloni, come venne chiamato. Grazie a questo patto, nel 1913 Giolitti riuscì a far eleggere al Parlamento più di 300 deputati liberali, molti dei quali erano cattolici. Nel 1913 Giolitti strinse con i cattolici un accordo elettorale: il patto Gentilonì n partito cattolico A fine Ottocento venne chiamato Democrazia cristiana un movimento cattolico guidato da un sacerdote marchigiano, Romolo Murri. Questo movimento si proponeva lo scopo di formare un partito cattolico. Papa Pio X però condannò questo progetto, perché appariva ai suoi occhi troppo avanzato. Inoltre la nascita di un partito cattolico avrebbe significato il riconoscimento dello Stato italiano da parte della Chiesa, e di conseguenza la definitiva perdita dello Stato pontificio, li progetto di un partito cattolico sarà ripreso dopo la prima guerra mondiale da don Luigi Sturzo, che fonderà nel 1919 il Partito Popolare Italiano. Don Sturzo, infatti, voleva che i cattolici in politica si distinguessero dai liberali e dai socialisti. Il loro compito era quello di conciliare l'esigenza di libertà dei liberali con la richiesta di giustizia sociale dei socialisti. Nel 1943, poi, i cattolici, guidati da Alcide De Gasperi, riterranno opportuno fondare un nuovo partito e sceglieranno il nome proposto molti anni prima da don Romolo Murri: Democrazia Cristiana. Questo partito ha poi dominato la vita politica italiana fino al 1993, quando i cattolici hanno dato vita a più partiti politici. Don Sturzo e (a sinistra) Alcide De Gasperi, fondatori rispettivamente del Partito Popolare e della Democrazia Cristiana. 5. L'Italia nell'età giolittiana 185

6 186 La rivalità tra le nazioni Gji o]!tt i ce reo anche dia! I ea rs i con i socialisti, ma i socialisti non accettarono ^ II movimento socialista si era diffuso in Italia già da tempo. Numerose erano le organizzazioni dei lavoratori che facevano riferimento al pensiero socialista e in particolare alla teoria di Marx. Secondo Marx tutta la storia era una continua lotta di classe, tra oppressori e oppressi, sfruttatori e sfruttati. Con la rivoluzione industriale lo scontro vedeva protagonisti la borghesia e il proletariato. Nel 1892 venne fondato a Genova il Partito dei Lavoratori Italiani, poi chiamato nel 1895 Partito Socialista Italiano. Al suo interno ben presto si formarono due tendenze: la tendenza riformista e quella massimalista. I riformisti, guidati da Filippo Turati, Claudio Treves e Leonida Bissolati, ritenevano che si dovesse cambiare la società poco per volta, attraverso le riforme. Invece i massimalisti, guidati da Costantino Lazzari e da Benito Mussolini, ritenevano che per cambiare la società si dovesse passare attraverso quello che per Marx era il massimo obiettivo: la rivoluzione. Per questo non si doveva scendere a patti con i governi borghesi. Giolitti più volte cercò l'appoggio dei socialisti riformisti, così da rafforzare la democrazia italiana. Non solo. Invitò lo stesso Turati a far parte del suo governo. Ma Turati, che fu a lungo segretario del partito, non se la sentì di accettare. Troppo forte era all'interno del Partito Socialista l'opposizione dei massimalisti. Infatti, nel Congresso di Reggio Emilia del 1912, Turati venne messo in minoranza dai massimalisti: li guidava Mussolini, il giovane direttore dell'«avanti», il giornale di partito. Sopra, una cartolina postale ideata per la campagna di abbonamenti allr«avanti». Sotto: il Congresso del Partito Socialista. A destra, gli aderenti a una delle prime associazioni di lavoratori.

7 ^ Per quanto riguarda la politica estera Giolitti ritenne oppor- Giolitti riprese l'iniziativa tuno riprendere i tentativi di espansione coloniale per due prin- coloniale italiana cipali motivi: voleva dimostrare ai nazionalisti che il suo era un con l'occupazione della Libia governo in grado di aumentare il prestigio internazionale dell'italia; voleva accontentare l'opinione pubblica che riteneva necessario conquistare nuove terre per dar lavoro ai braccianti del Sud e, più in generale, a tutti gli emigranti. Ma rispetto ai governi precedenti cambiò obiettivo. Non più l'abissinia, ma la Libia, posta di fronte alle coste della Sicilia. Nel 1911 l'italia dichiarò guerra alla Turchia, che dominava la Libia. Ma dopo i primi successi iniziarono le difficoltà: la popolazione araba della Libia organizzò una forte resistenza. L'Italia reagì con durezza. Furono inviati in Libia fino a uomini. Poi, vennero occupate alcune isole greche che erano sottomesse ai Turchi: poiché queste isole erano 12, andarono a formare il dominio italiano del Dodecaneso. La grande proletaria si è mossa L'occupazione della Libia da parte dell'italia non era solo richiesta a gran voce da qualche nazionalista o da qualche illuso. Era richiesta dalla maggior parte dei giornali italiani: ad esempio, dal «Corriere della Sera» di Milano e dalla «Stampa» di Torino. Era richiesta anche da molti intel- lettuali, come il poeta Giovanni Pascoli, che in un celebre discorso tenuto a Bologna nel novembre del 1911 salutò l'inizio della guerra con le parole che seguono. La grande proletaria si è mossa1. Prima ella mandava altrove i suoi lavoratori che in Patria erano troppi e dovevano lavorare per troppo poco. Ma la grande proletaria ha trovato luogo per loro: una vasta regione bagnata dal nostro mare, verso la quale guardano, come sentinelle avanzate, piccole isole nostre; verso la quale si protende impaziente la nostra isola grande; una vasta regione che già per opera dei nostri progenitori2 fu abbondevole d'acque e di messi, e verdeggiante d'alberi e giardini; e ora da un pezzo, per l'inerzia di popolazioni nomadi e neghittose3, è per gran parte un deserto. 1. La grande proletaria è l'italia, perché è povera. 2. Si riferisce ai Romani. 3. Negligenti, pigre. LA :ÌOTT,\n TCHCHI Un'immagine propagandistica che mostra i Turchi messi in fuga dagli Italiani durante la guerra di Libia: la realtà fu ben diversa. 5. L'Italia nell'età giolittiana 187

8 188 La rivalità tra le nazioni Una cartolina che commemora la guerra di Libia. La pace con i Turchi venne firmata nel Di fatto, però, i problemi con i Libici non cessarono. La repressione della resistenza araba venne condotta in alcuni casi con grande ferocia. In definitiva l'italia non fece un buon affare. I costi economici della spedizione in Libia furono elevati. Notevoli furono gli investimenti nell'agricoltura e nella costruzione di strade e della rete ferroviaria. Era ancora distante il momento in cui in Libia sarebbe stato scoperto il petrolio. Questo avverrà solo dopo la seconda guerra mondiale. All'epoca la Libia era poco più di uno «scatolone di sabbia», come la definirono i critici di Giolitti alludendo alla sua forma quadrangolare. Produceva datteri, sale e poco altro. E gli emigranti continuarono a preferire come loro meta l'america e i Paesi europei. ^ La guerra in Libia indebolì il Governo guidato da Giolitti. Molti criticavano il presidente del Consiglio, mentre l'economia tornava ad attraversare un momento di crisi. Giolitti preferì dare le dimissioni per sfuggire agli attacchi dei suoi oppositori. Pensava probabilmente che sarebbe stato presto richiamato al potere. Al re indicò come suo successore Antonio Salandra, L'impero coloniale italiano nel 1914 un conservatore. Salandra però non seguì l'esempio di Istanbul :anbui : ' ' DRoma "^L Giolitti nei confronti delle maimpero OTTOMANO nifestazioni popolari. Nel 1914 Dodecaneso in Romagna e nelle Marche TUNISIA A'f ' Mediterraneo scoppiarono dei disordini, che Beneasi»,., i*-* ^iobn per la presenza dei socialisti Cirenaica presero il nome di settimana Kuwait* ALGERIA LIBIA? ssa. A reprimerli, Salandra EGITTO inviò l'esercito. L'Italia tornava così a quel clima di tensione ARABIA che aveva caratterizzato la crisi AFRICA OCC. FRANCESE di fine secolo. Ma soprattutto SUDAN ANGLO la situazione internazionale Assab* Aderì EGIZIANO stava precipitando nella prima Gibuti* Berbera Addis Abeba» guerra mondiale. All'intervento ABISSINIA dell'italia in questa guerra Colonie: SOMALIA italiane Giolitti si opporrà, ma inutiluganda AFRICA radiselo OCEANO inglesi mente. L'età giolittiana era velago INDIANO ORIENTALE francesi INGLESE ramente finita. Nel 1914 finiva l'età qiolittiana. Presidente del Consiglio venne nominato un conservatore, Salandra a}

9 oc L'autoritratto di Giolitti C'è un brano delle Memorie della mia vita, pubblicate nel 1922, nel quale Giolitti traccia un ritratto dello sconfitto Depretis: in realtà però, più che Depretis, Giolitti sembra descrivere se stesso, il suo ideale politico, quasi un autoritratto. Egli era un uomo in cui era assai sviluppata una delle principali doti dell'uomo di governo: il buon senso. Conosceva bene l'amministrazione, sapeva esaminare a fondo le questioni, ed era uomo fermo e deciso. Era grande lavoratore e lo si trovava sempre in mezzo a fasci di carte. Quando c'erano delle cose che non voleva risolvere, le metteva da parte, e ne aveva fatta una pila che saliva sempre più alta; e con quel suo fine sorriso ironico vi accennava come al reparto delle cose che vanno studiate lungamente. Non era affatto uno scettico o un cinico; odiava le vane declamazioni, ma s'interessava profondamente delle cose dello Stato, a cui dedicava tutta la sua attività ed energia. Combatteva apertamente gli avversar!, ma era bonario, senza ombra di astio verso nessuno [...] Quanto all'accusa che egli fosse un furbo, è proprio obbligatorio per un uomo di Stato essere un ingenuo? In quest'altro brano, Giolitti riassume la sua politica sociale: concedere riforme per trasformare i movimenti rivoluzionari in «una nuova forza LABORATORIO STORICO conservatrice» in grado di «aumentare la grandezza e la prosperità della nazione». Io consideravo insomma che, dopo il fallimento della politica reazionaria, noi ci trovavamo all'inizio di un nuovo periodo storico, e che ognuno che non fosse cieco doveva ormai vederlo. Nuove correnti popolari entravano ormai nella nostra vita politica, nuovi problemi si affacciavano ogni giorno, nuove forze sorgevano con le quali il Governo doveva fare i conti. Il moto ascendente delle classi operaie si accelerava di più ed era moto invincibile perché comune a tutti i Paesi civili e perché poggiava sui principi dell'uguaglianza tra gli uomini. Nessuno poteva ormai impedire che le classi popolari conquistassero la loro parte d'in- fluenza sia economica che politica; ed il dovere degli amici delle istituzioni era di persuadere quelle classi, e persuaderle non colle chiacchiere, ma coi fatti, che dalle istituzioni attuali esse potevano sperare assai più che dai sogni avvenire, e che ogni loro legittimo interesse avrebbe trovato tutela efficace negli attuali ordinamenti politici e sociali. Solo con un tale atteggiamento ed una tale condotta da parte dei partiti costituzionali verso le classi popolari si sarebbe ottenuto che l'avvento di queste classi, invece di essere come un turbine distruttore, riuscisse a introdurre nelle istituzioni una nuova forza conservatrice, e ad aumentare grandezza e prosperità alla nazione. Adattato da G. Giolitti, Memorie della mia vita GUIDA ALL'ANALIS Indica le caratteristiche fondamentali del documento. a) Tipo di documento (segna con una crocetta la definizione esatta): LJ materiale; EH visivo; LJ scritto; EH orale. b) Epoca a cui risale: e) Coincide con l'epoca dei fatti di cui da notizia? d) Autore: 2. Completa l'analisi del documento rispondendo alle seguenti domande. a) Quali caratteristiche deve avere l'uomo politico secondo Giolitti? b) Quali furono gii obiettivi della politica sociale di Giolitti? e) Perché occorreva trasformare i rivoluzionari? 5. L'Italia nell'età giolittiana 189

10 rtfollo Fare una relazione Lezioni di metodo 1. L'esempio La relazione è la sintesi di una ricerca. Il relatore, dopo essersi adeguatamente informato, riferisce in modo essenziale quanto ha compreso. Si possono fare relazioni sui più vari argomenti: scientifici, letterari, storici, ecc.; ma anche su di una mostra, su di un oggetto, su di un personaggio o su di un avvenimento a cui si è assistito. Dopo aver studiato l'unità 5, proviamo a fare una relazione su Giolitti e la politica interna dei suoi governi. Individuiamo i punti da trattare: - la vita (si può consultare internet o un'enciclopedia); - i governi di Giolitti e i problemi dell'italia; - la politica del "doppio volto"; Scriviamo il testo. - Giovanni Giolitti nacque a Mondovì (Cuneo) nel Laureatosi in giurisprudenza, nel 1882 fu eletto deputato. Nel divenne ministro delle Finanze. Formò il suo primo governo nel , ma poi fu costretto a dimettersi per uno scandalo Per fare una relazione occorre bancario. Ritornato nel 1901 al governo come ministro degli quindi: Interni, nel 1903 divenne nuovamente capo del Governo. - definire con chiarezza l'argoguidò l'italia, con brevi interruzioni, fino al marzo Ricomento che si vuole trattare; prì ancora una volta l'incarico di capo del Governo, fra il 1920 e il 1921, poco prima dell'avvento del fascismo. - evidenziarne gli aspetti prinl'italia di fine secolo era un Paese in grande trasformazione. Al cipali; - ordinare le conoscenze ac- Nord nascevano le prime industrie e nelle grandi città si vivevano molte contraddizioni: da un lato la ricchezza, dall'altro la miseria quisite in modo logico; e le difficoltà degli operai. Le novità della rivoluzione industriale - scrivere un testo con frasi non avevano invece toccato le regioni del Sud. I governi di Giobrevi, semplici e chiare. litti puntarono alla crescita economica e alla modernizzazione del Paese. Giolitti capì inoltre che era necessario coinvolgere nella vita politica le forze di nuova formazione, come i socialisti e le organizzazioni cattoliche. Perciò introdusse il suffragio universale maschile (1912) e si accordò con i cattolici (Patto Gentiloni, 1913). - Per garantirsi un più vasto consenso in Parlamento, Giolitti non esitò ad appoggiare, anche con metodi non legali, le potenti clientele dell'italia meridionale. Questo atteggiamento, aperto e democratico verso il Nord e senza scrupoli e corrotto verso il Sud, procurò al suo modo di governare la defininizione di politica "del doppio volto". 2. L'esercizio Seguendo lo stesso metodo puoi continuare la relazione su Giolitti, affrontando l'argomento della politica estera e coloniale.

11 Chi fu veramente Giolitti? Due contemporanei lo giudicarono così: per Salvemini fu "ministro della malavita", in quanto fece uso, per controllare le elezioni del Mezzogiorno, di ogni mezzo, lecito o illecito per Croce fu un uomo di grande correttezza e di grandi capacità amministrative: "felice" fu l'italia da lui governata Gaetano Salvemini: "Mai nessuno così spregiudicato" Ecco il celebre scritto del 1910 in cui Gaetano Salvemini definì Giolitti ministro della malavita. Per Salvemini Giolitti non è certo il primo uomo di governo che consideri il Mezzogiorno come terra di conquista aperta a ogni attacco malvagio. Ma nessuno è mai stato così brutale, così cinico, così spregiudicato come lui. LABORATORIO STORICO L'onorevole Giolitti approfitta delle miserevoli condizioni del Mezzogiorno per legare a sé la massa dei deputati meridionali; da a costoro carta bianca nelle amministrazioni locali; mette nelle elezioni a loro servizio la malavita e la questura: assicura ad essi la più incondizionata impunità; interviene con amnistie al momento opportuno; mantiene in ufficio i sindaci condannati per reati elettorali; premia i colpevoli con decorazioni; approfondisce e consolida la violenza e la corruzione dove nascono spontanee dalle miserie locali; le introduce ufficialmente nei paesi dove prima erano ignorate. Gaetano Salvemini La difesa di Gioiitti Giolitti si difese sempre da questa accusa, sostenendo che si era semplicemente adeguato al modo tradizionale di fare politica del Sud e che, in ogni caso, aveva utilizzato i voti del Sud per migliorare con delle buone riforme tutto il Paese, e non solo il Nord. Molti anni più tardi, nel 1945, lo stesso Salvemini rivedrà il suo giudizio su Giolitti. Lo riterrà sempre un uomo politico corrotto, ma di gran lunga il migliore di tutti gli uomini politici della sua epoca. Per non parlare di quelli che l'italia e l'europa hanno conosciuto dopo di lui: Mussolini e Hitler. Benedetto Croce: "L'Italia felice di Giolitti" Nella sua Storia d'italia, il filosofo Benedetto Croce definì "felice" l'italia dell'età giolittiana. Questo scritto è del 1928: non è cioè contemporaneo all'età giolittiana. Croce ha di fronte la brutalità del periodo fascista, e rimpiange Giolitti al governo. Così come farà Salvemini nel Ma, a differenza di Salvemini, Croce aveva manifestato stima nei confronti di Giolitti anche quando egli era al governo. Furono quelli, in Italia, gli anni in cui meglio si attuò l'idea di un governo liberale; del quale neppure bisogna avere un'idea troppo astratta da negargli la possibilità di esistere. Falliti i reazionarii falliti i socialisti, dopo la crisi di fine secolo rimaneva solo il ritorno del metodo liberale. Zanardelli si accinse alla restaurazione liberale avendo Giolitti come ministro degli Interni. Giolitti era un uomo di molta correttezza e di grande sapienza parlamentare, come è da tutti riconosciuto, ma non meno di seria devozione alla patria, di vigoroso sentimento dello Stato, di profonda capacità amministrativa. Benedetto Croce 1. Perché Salvemini giudicò Giolitti ministro della malavita? 2. Come si difese Giolitti? 3. Come mutò successivamente il giudizio di Salvemini? 4. Quale fu il pensiero di Croce? 5. Che cosa pensi di questa polemica? 5. L'Italia nell'età giolittiana 191

12 192 La rivalità tra le nazioni 1. Lessico Scrivi sui puntini a sinistra di ciascun termine il numero della spiegazione corrispondente. Attenzione: c'è una spiegazione di troppo Socialisti riformisti Clientele Prefetti Socialisti massimalisti Azione cattolica Dodecaneso La spiegazione in più è la n. 3. Geografia della storia Colora sulla cartina le colonie italiane e scrivi al posto giusto il nome della Libia. :k. 1. Le dodici isole greche occupate dagli Italiani durante la guerra italo-turca del Ritenevano che per cambiare la società si dovesse perseguire l'obiettivo massimo proposto da Marx: la rivoluzione. 3. Ritenevano che si dovesse cambiare la società poco per volta, attraverso le riforme. 4. Consistono in favori concessi dai politici in cambio di voti. 5. Ritenevano che per cambiare la società fosse necessario ricorrere all'esercito. 6. Rappresentanti del Governo nelle province. 7. Organizzazione dei cattolici guidata dal papa e dai vescovi. 4. Relazioni o 2. Cronologia Scrivi sui puntini accanto a ogni data il numero dell'avvenimento corrispondente. 1. Giolitti ministro degli Interni. 2. Inizio della guerra di Libia, che vede contrapposte Italia e Turchia. 3. Età giolittiana. 4. Dimissioni di Giolitti. 5. Suffragio universale maschile. 6. Giolitti presidente del Consiglio. Vero o falso? Segna con una crocetta il quadratino corrispondente. Giolitti aveva di fronte un'italia divisa in due: il Nord aveva conosciuto la rivoluzione industriale, il Sud era povero e arretrato. Durante l'età giolittiana venne introdotto il suffragio censitario. Il modo di fare politica di Giolitti venne chiamato del "doppio volto": un volto democratico e un volto senza scrupoli.

13 operazioni suf resr» E pvl 5. Sintesi Giolitti riprese l'iniziativa coloniale con l'occupazione dell'abissinia. Giolitti non volle allearsi con i cattolici, perché era contrario all'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche. Giolitti cercò di allearsi con i socialisti, ma i socialisti non accettarono. Grazie al patto Gentiloni, nel 1913 Giolitti riuscì a far eleggere più di 300 deputati liberali, molti dei quali erano cattolici. Giolitti era favorevole alla prima guerra mondiale per conquistare Trento e Trieste. Nel 1914 finiva l'età giolittiana. Presidente del Consiglio venne nominato un conservatore, Salandra. Completa il testo, inserendo opportunamente sopra i puntini le parole di seguito elencate. Sud, riformisti, età giolittiana, Salandra, doppio volto, Patto Gentiloni, suffragio universale maschile, Nord, borghesi, cattolici, massimalisti, scatolone di sabbia, rivoluzione industriale, Libia Giolitti dominò la vita politica italiana dal 1901 al 1914, tanto che questo periodo viene chiamato Durante l'età giolittiana in Italia si ebbero grandi trasformazioni: il Nord del Paese conobbe la, ma il Sud rimase arretrato. Il modo di fare politica di Giolitti venne chiamato del : un volto aperto e democratico nell'affrontare i problemi del ; un volto senza scrupoli e corrotto nello sfruttare la situazione del La principale riforma dell'età giolittiana fu l'approvazione nel maggio 1912 di una nuova legge elettorale. Questa legge prevedeva il In seguito Giolitti strinse con i cattolici un accordo elettorale: i I Grazie a questo patto, nel 1913 Giolitti riuscì a far eleggere al Parlamento più di 300 deputati liberali, molti dei quali erano Giolitti cercò anche di allearsi con i socialisti. Ma i socialisti non accettarono, perché al loro interno erano divisi tra Questi ultimi non erano disponibili a scendere a patti con governi Giolitti riprese l'iniziativa coloniale italiana con l'occupazione della Ma anche in questo caso l'italia non fece un buon affare. I critici di Giolitti definirono la Libia uno Nel 1914 finiva l'età giolittiana. Presidente del Consiglio venne nominato un conservatore, Questi esercizi possono essere svolti anche e 5. L'Italia nell'età giolittiana 193

14 Parte seconda 1. Spazio e tempo Sulla cartina unisci con una linea rossa le nazioni della Triplice Alleanza e con un linea nera quelle della Triplice Intesa. Scrivi sui puntini accanto a ogni data il numero dell'avvenimento corrispondente Terza guerra d'indipendenza 2. Triplice alleanza tra Germania, Italia, Austria. 3. Età giolittiana. 4. Guerra di secessione americana. 5. Età dell'imperialismo. 6. Età della sinistra storica. 7. Età della destra storica. 8. Triplice Intesa tra Inghilterra, Francia, Russia. 9. Proclamazione del Regno d'italia. 2. Lessico Indica con una crocetta il significato esatto di queste parole. Trasformismo LH abolizione di tutte le distinzioni di razza, religione e opinione politica; EH abolizione di ogni distinzione tra Nord e Sud, tra settentrione e meridione; D abolizione di ogni distinzione tra maggioranza e opposizione, tra destra e sinistra. Monopolio EJ il dominio del mercato da parte di poche industrie; ED il dominio del mercato da parte di una sola industria; LE luogo di vacanze molto lontano. Protezionismo D l'aumento delle tasse in modo da "proteggere" i prodotti stranieri; EEI l'aumento delle tariffe doganali in modo da "proteggere" le industrie nazionali appena sorte; EEI l'aumento degli stipendi in modo da "proteggere" i lavoratori dall'eccessiva crescita dei prezzi delle merci. Secessione LEI separazione; LEI aumento; EE avvicinamento. Imperialismo LH colonialismo tipico dell'impero romano, caratterizzato dalla conquista dell'europa; LEI colonialismo tipico del primo impero tedesco, cioè del primo Reich proclamato nel 1871; D colonialismo più aggressivo, caratterizzato dalla ricerca da parte delle grandi potenze di un proprio impero coloniale. Suffragio universale D il voto da parte di tutti; EEI il voto da parte di chi ha soldi; LEI il voto da parte dei migliori.

15 Femminista D colei che lotta per l'abolizione di ogni diritto della donna; D colei che lotta per la superiorità dell'uomo sulla donna; CH colei che lotta per l'uguaglianza tra uomo e donna. 3- Relazioni Vero o falso? Segna con una crocetta il quadratino corrispondente. Il Governo fu costretto a inviare più di soldati dell'esercito per reprimere il brigantaggio, anche perché i briganti erano appoggiati dalla popolazione. La Chiesa cattolica non riconobbe il nuovo Regno d'italia, perché Pio IX era rimasto profondamente dispiaciuto dalla diminuzione del territorio del suo Stato. Il nuovo Regno d'italia fu un'enorme allargamento del vecchio Regno di Sardegna, tant'è vero che Vittorio Emanuele continuò a chiamarsi secondo e non primo. La tassa sul macinato colpiva soprattutto i latifondisti, perché aumentava il costo dei terreni. L'Italia aderì alla Triplice Alleanza perché la Francia l'aveva aiutata nella seconda guerra d'indipendenza. La catena di montaggio consiste nel lavorare come nel passato ma molto più in fretta. La scoperta della luce elettrica portò solo dopo molti secoli alla produzione delle lampadine. Nella società di massa anche la cultura divenne di massa, in quanto diffusa dai media. Secondo Marx per costruire una società giusta è indispensabile abolire la proprietà privata. La tendenza anarchica fu tipica degli operai, cioè del proletariato, come veniva chiamato in quegli anni. [VjLFj Umberto I rimproverò il generale Bava Beccaris che aveva fatto sparare sulla folla; per questo venne assassinato. Collega le frasi indicando sui puntini il numero corrispondente. 1. Il maggior successo economico della destra storica fu 2. Anche per i più istruiti l'italiano 3. Depretis propose un nuovo programma di governo che prevedeva 4. Le elezioni tenutesi nel 1882 vennero vinte dalla sinistra, 5. Il 1882 fu anche l'anno d'inizio del colonialismo italiano: 6. Dopo la firma della Triplice Alleanza, in Italia giunsero molti capitali tedeschi che permisero 7. Durante il governo di Crispi fu approvato 8. Venne chiamato a sostituire Crispi il marchese Di Rudinì 9. Caduto Napoleone III, il governo della Repubblica francese si stabilì a Bordeaux, perché a Parigi vi era una forte tensione sociale. ma la Destra conseguì un buon risultato. un nuovo codice penale, noto come Codice Zanardelli. il finanziamento di numerose imprese e l'apertura di nuove banche. la prima regione a essere conquistata fu l'eritrea. era quasi una lingua straniera. che firmò la pace con l'abissinia. il pareggio del bilancio. più riforme e meno tasse. Questi esercizi possono essere svolti anche

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