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2 Febbraio 2004 Gloria Lurati Componimento UNIL, sezione d Italiano Prof. R.Castagnola Lo sfondo culturale della poesia siciliana Se si dovesse indicare un unico personaggio di grande rilievo nello sfondo culturale della poesia siciliana, questi sarebbe senza dubbio l imperatore Federico II di Svevia. Già la sua nascita fu un evento ritenuto quasi miracoloso : al momento del parto, la madre aveva infatti già superato i quarant anni, fatto che aveva dell incredibile, nel Medioevo. Federico II nasce dall unione di Enrico VI di Svevia (imperatore del Sacro Romano Impero e figlio a sua volta di Federico detto «Barbarossa») e Costanza d Altavilla, unica erede del regno normanno. Rimasto orfano di entrambi i genitori a soli quattro anni, viene affidato alla tutela di papa Innocenzo III, che si occupa di lui in funzione soprattutto dei propri interessi, che si riassumono in un assoluta supremazia papale sul mondo. A quattordici anni, Federico viene nominato maggiorenne e quindi in grado di governare senza tutele. Innocenzo III si oppone inizialmente al suo incoronamento ad imperatore preferendogli Ottone di Brunswick, ma finisce per appoggiarlo. Federico II viene cosí incoronato imperatore nel Durante il suo regno sono numerosi i contrasti con i Comuni, all interno dei quali si formano dei partiti favorevoli all Impero (chiamati ghibellini) o schierati con la Chiesa (guelfi). Non sono infatti sempre fluidi i rapporti tra l imperatore e la Chiesa : nel 1227 Gregorio IX accusa Federico di non aver indetto una crociata promessa e lo scomunica. Per tutta risposta, l anno seguente Federico parte per la crociata e recupera Gerusalemme, Betlemme e Nazareth, per poi scoprire, al suo ritorno, che nel frattempo il papa ha invaso i suoi domini in Italia. Anche all interno della stessa famiglia imperiale sono presenti dei contrasti : Federico II aveva infatti affidato il governo della Germania al figlio Enrico, il quale contestava alcune decisioni del padre. In particolare, si ribella di fronte ai numerosi privilegi concessi ai signori feudali ma viene sconfitto ed imprigionato fino alla morte, avvenuta otto anni piú tardi, mentre la corona tedesca passa al fratello Corrado. 1

3 Durante il regno di Federico II, avvengono notevoli progressi culturali : viene sviluppata la scuola medica di Salerno e vede la luce l università di Napoli, creata per opporre una scuola giuridica laica a quella di Bologna e per preparare i funzionari che gestiranno l amministrazione del regno. Alle qualità politiche dell imperatore si sommano quelle intellettuali : Federico II è poliglotta ed anche un buon poeta, s interessa alla filosofia, all astrologia, alla geografia ed alle scienze. Scrive inoltre un trattato di falconeria in latino, De arte venandi cum avibus ed invita alla sua corte sapienti provenienti da ogni regione mediterranea. Il suo interesse per la cultura araba e l Islam fece molto discutere e gli procuró dei sospetti di eresia, dovuti alla sua ambigua politica ecclesiastica, fino al punto di essere chiamato da alcuni «l Anticristo». Fra i suoi sostenitori, c era invece chi, riprendendo le tesi del cistercense Gioacchino da Fiore, arrivava a definirlo «il secondo Cristo», venuto a riportare salvezza per la Chiesa e il mondo. Fiore sosteneva che nel XIII secolo si sarebbe aperta «L Età dello Spirito», in cui la Chiesa avrebbe finalmente realizzato l ideale evangelico, ma la Chiesa rifiutó le sue tesi nel Concilio Laterano del 1215, che era stato indetto soprattutto per discutere il problema delle eresie, molto sentito dalla Chiesa in quest epoca. In particolare, vengono contestate le tesi sostenute dai Catari e dai Valdesi. I primi non credono nel purgatorio, nei sacramenti né nella divinità di Cristo e hanno un organizzazione gerarchica opposta a quella della Chiesa cattolica. I Valdesi, che prendono il nome dal loro fondatore Pietro Valdo, contestano invece la forza economica dei monasteri e l ordinamento gerarchico della Chiesa. Per sconfiggere gli eretici, la Chiesa si serví del Tribunale dell Inquisizione ma anche degli ordini mendicanti, i piú famosi dei quali furono quello dei Frati Minori di San Francesco d Assisi, e quello dei Predicatori di Domenico di Guzmán. Per merito di Federico II, durante la prima metà del secolo XIII il regno di Sicilia gode di un periodo di particolare equilibrio politico-amministrativo e prosperità economica. Alla sua corte, conosciuta come «Magna curia», si raccolgono le figure piú rappresentative dell epoca e si sviluppano numerosi interessi culturali : dalla scienza agli studi sulla magia, dalla filosofia araba fino alla poesia tedesca (in particolare la lirica cortese d amore del Minnesang). In questo ambiente colto e raffinato sorge, attorno al 1230, la prima scuola poetica italiana, definita da Dante «scuola siciliana» nel De Vulgari Eloquentia. La prosa, invece, fatica ancora a liberarsi del peso del latino, la cui forza di conservazione ritarda la nascita della letteratura italiana rispetto ad altre letterature europee. In quest epoca, infatti, si diffonde nel Nord d Italia la letteratura didattica (Bonvesin della Riva) e giullaresca, mentre in Toscana si diffonde la poesia comico-relistica (Cecco Angiolieri), ma bisognerá aspettare il Trecento per assistere al vero grande sviluppo della produzione in prosa. 2

4 La letteratura italiana delle origini è molto influenzata da quella francese, che è particolarmente fiorente nei secoli XII e XIII : poeti provenzali vengono ospitati in Italia, presso famiglie nobili come gli Estensi o i Malaspina e alcuni poeti italiani scrivono essi stessi versi provenzali. La scuola siciliana trova il suo modello proprio nella letteratura provenzale e nella poesia d amore dei trovatori. Infatti, il tema che domina in assoluto la poesia siciliana è quello amoroso, sia dal punto di vista teorico (cos è amore, quali sono i suoi effetti), sia come omaggio «feudale» verso la donna amata. Il poeta contempla la bellezza della donna e cerca di costruire un immagine dell amata elegante e poetica. Le forme tipiche della poesia siciliana sono la canzone, la canzonetta ed il sonetto. La canzone è modellata sulla canso provenzale : è l espressione alta della poesia siciliana ed è utilizzata soprattutto per le composizioni di carattere teorico e dottrinale. La canzonetta, costituita da strofe di versi brevi, viene invece impiegata per testi piú narrativi, come invocazioni d amore, lamenti per l amata lontana, manifestazioni della propria gioia o del proprio dolore. Il sonetto, che è invece una creazione della scuola siciliana, è diventato il componimento lirico breve per eccellenza della poesia italiana. I poeti siciliani si ispirarono quindi alla tradizione amorosa provenzale (originariamente in lingua d oc), riprendendone i temi e i modi in volgare siciliano ma con un lessico ispirato ai modelli latini e provenzali. Il poeta piú significativo tra i federiciani fu Iacopo da Lentini (circa 1210-circa 1260) che scrisse uno dei piú ricchi canzonieri dell epoca e fu riconosciuto da Dante come fondatore della scuola siciliana (Purgatorio XXVI). A lui è pure attribuita l invenzione del sonetto. Altre figure di spicco tra i poeti siciliani furono Guido delle Colonne, del quale sono pervenute cinque canzoni, Pier della Vigna, strettissimo collaboratore di Federico II, poi caduto in disgrazia e morto suicida e Cielo d Alcamo, autore del dialogo Rosa fresca aulentissima in cui sono presenti riferimenti alla lettera provenzale, come la pastorella ed il contrasto. I federiciani erano generalmente funzionari e dignitari di corte per i quali poetare non costituiva l unica attività (come invece accadeva per i trovatori e i giullari) ma era un segno distintivo di un élite. Non tutti erano in senso stretto siciliani (a partire dall imperatore stesso, tedesco di origine). In questo caso si puó parlare di una vera e propria «scuola» letteraria in quanto è costituita da un gruppo omogeneo di autori ed ha un unico centro costituito dalla corte di Federico II, a Palermo. Ma alla corte di Federico II, la cultura gioca anche un ruolo politico : l imperatore vuole realizzare un egemonia ghibellina e laica e crea nel Meridione quello che da parecchi storici è stato definito il primo stato moderno d Europa. Dal momento che la poesia trobadorica rappresenta la tradizione 3

5 volgare laica piú prestigiosa, sorta in alternativa a quella ecclesiastica, è opportuno e politicamente funzionale ispirarsi a questa tradizione e continuarla. La lezione siciliana viene poi trapiantata in Toscana, nella realtà politica e culturale dei Comuni. Da questo incontro nasce la scuola siculo-toscana, in cui ai temi d amore vengono affiancati quelli politici. Questo passaggio avviene soprattutto attraverso l opera di Guittone d Arezzo, il cui testo piú celebre è la canzone politica Ahi lasso or è stagion di doler tanto. Anche Bonaggiunta Orbicciani sviluppa e diffonde in Toscana i modi della scuola poetica siciliana. La lezione siciliana sará poi superata dalla novità di fine secolo, il dolce stilnovo, pur sempre collegato alla tradizione provenzale e siciliana, definito per la prima volta dallo stesso Bonaggiunta nel Purgatorio (XXIV). Nel 1250 Federico II muore improvvisamente in Puglia, a cinquantasei anni. Nel suo testamento, nomina suo figlio Corrado futuro imperatore, mentre il suo figlio naturale Manfredi sará suo vicario in Sicilia. Manfredi viene peró sconfitto nella battaglia di Benevento (1266) nella quale hanno la meglio i guelfi, sostenuti da Carlo d Angió (fratello del re di Francia Luigi IX e signore della Provenza e del Piemonte) chiamato in aiuto dal papa. Non servono a molto neppure i vari tentativi di Corradino, figlio di Corrado ed ultimo degli Svevi, che viene decapitato, sedicenne, in piazza a Napoli. Con la fine del regno della casa di Svevia si conclude, dopo una trentina d anni, l attività della scuola siciliana. La sconfitta degli Svevi portó con sé anche la distruzione dei manoscritti siciliani. Questa poesia ci è giunta infatti attraverso codici del Quattrocento e del Cinquecento, nei quali è stata data ai testi una forte impronta toscaneggiante che altera l originale impostazione linguistica siciliana. La raccolta fondamentale delle liriche siciliane, il Canzoniere Vaticano 3793, che ne permise la trasmissione e la conoscienza, fu infatti opera di trascrittori toscani che intervennero sui testi adattandoli sul piano fonetico e grafico e li «toscanizzarono», tanto che lo stesso Dante leggeva queste opere nella trascrizione toscana. L unica composizione conservata nella lingua siciliana originale è la canzone di Stefano Protonotaro da Messina Pir meu cori alligrari. 4