RELAZIONE PAESAGGISTICA (Ai sensi del D.P.C.M. 12 dicembre 2005, G.U. n. 25 del 31 gennaio 2006)

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2 OGGETTO: Richiesta di autorizzazione paesaggistica relativa alle opere di REALIZZAZIONE di un TERMINAL-BUS, da edificare nel Comune di IRSINA (MT), in località denominata Villa del Conte RELAZIONE PAESAGGISTICA (Ai sensi del D.P.C.M. 12 dicembre 2005, G.U. n. 25 del 31 gennaio 2006) SCHEDA PER LA RICHIESTA DELL AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA Richiedente: Autolinee Smaldone Srl Dati catastali: N.C.T. Foglio N 27, particelle 109 e 114 Dati Urbanistici: Area Agricola. vigente R.U. Tipologia dell opera: Nuova costruzione Carattere dell intervento: Permanente Morfologia del contesto: collinare Ubicazione dell intervento: Opera e/o intervento ricadente in territorio extraurbano o rurale, Località Villa del Conte, Irsina (MT) I Tecnici Arch. Vincenzo Capasso Arch. Mario Giuseppe Salvatore Giudice Il Committente Autolinee Smaldone Srl

3 Cenni Storici: Irsina, un tempo Montepeloso, è, nella sua parte antica, un pittoresco borgo medioevale, inerpicato su una collina che domina la valle v del Bradano. La struttura urbana e l architettura sonoo testimonianza di un passato florido, come dimostra l antica cinta muraria, le due porte d accessoo e le due torri cilindriche poste all estremità del paese. Le prime notizie storielle risalgono all 895 d.c., annoo in cui Montepeloso, soggetta al principato longobardo di Salerno, venne invasaa dalle truppe saracene che intendevano assaltare Benevento. Nel 988, i saraceni riuscirono a incendiare la città, che venne subito ricostruita e migliorata da Giovanni II, principe di Salerno. Nuovamente assediata dai saraceni nel 1004, passò sotto il dominio bizantino alla morte del principe di Salerno. Sulla scia della rivolta di Melo di Bari, che porterà alla dominazione normanna in Italia, Montepelosoo fu la prima città a insorgere: proprio sullee sue alturee si rifugerà uno dei capi della rivolta antibizantina, Dato di Bari, per guidare l offensiva contro i nemici. Riconquistata dai bizantini, Montepelos so divenne la roccaforte dei Catapani fino al 1041, anno in cui l esercito greco fu sconfitto dai Normanni. Mont Pelouz fu così assegnata a Trostayne Scitello, che divenne il primoo conte della città. Nel 1068 Goffredo, conte di Con- Progettisti Arch. Capasso - Arch. Giudice DOCUMENTAZIONE TECNICA CONTESTO PAESAGGISTICO DELL INTERVENTO ATTUALE E NOTE DESCRITTIVE DELLO STATO Il territorio: Irsina è un comunee italiano di abitantii della provincia di Matera inbasilicata, confina a nord con il comune di Genzano di Lucania (PZ) (32 km), ad est con Gravina in Puglia (BA) (25 km), a sud congrassano (22 km) e Grottole (32 km), e ad ovest con Tricarico (32 km), Oppidoo Lucano (PZ) (33 km) e Tolve (PZ) (35 km). Dista 43 km da Matera e 59 km dal capoluogo di regione Potenza. Con 262 km² di superficie territoriale,, Irsina è il 59º comune più grande d' Italia per estensione, secondo in Basilicata solo a Matera (388 km²).. È situata ad un'altitudine di 548 m s.l.m. in posizione dominante la valle del Bradano, nell'estrema parte settentrionale della provincia, al confine con la parte nord-orientale della provincia p di Potenza e la parte occidentale della provincia di Bari.

4 versano, nipote di Robertoo il Guiscardo e suo acerrimoo nemico, prese la città con l inganno, promettendo a Godefredo, che ne era il guardiano, un castello più forte. Le numerose congiure da parte del nuovo conte provocarono la reazióne armata di Roberto, il quale costrinse Goffredo a/ / rifugiarsi proprio tra le mura dimontepeloso. Qui/ questi fu sconfitto per il tradimento di Godefredo, il quale ottenne, per questo, il castello di Oggiano. Montepeloso venne riconsegnata a Goffredo dallo zio solo dietro giuramento di omaggio e fedeltà. Nel 1132, in seguito all elezione di Ruggiero II, sostenitore dell antipapa Anacleto II, e all alleanza dei baroni a favore della causaa dei papi, la città venne occupata dalle truppe di Tancredi di Conversano, conte di Brindisi. La controffensiva regia non si fece attendere: Ruggiero E. attaccò Montepeloso, dove era Tancredi, e poiché non riusciva r a espugnarla, ordinò di costruire delle macchine da guerra, con cui attaccarla da più parti e nei luoghi meno fortificati. Montepeloso o, urbem munitissima m,venne inn gran parte rasa al suolo, molti abitanti uccisi, e Tancredi costretto a impiccaree di propriaa mano il compagno d armi, Ruggero di Pleuto, prima di giurare fedeltà al re. Durante il periodoo svevo la città divenne parte della Terra d Andria. Federico III migliorò molto la città, la munì di una solida cinta di mura, e di unn bel castello che, secondo la leggenda, donò a San Francesco. Nellaa lotta contro gli angioini, Montepeloso si schierò a favore di Manfredi, ma nel 1268, dopo la sconfitta di Tagliacozzo, il feudo venne assegnato all angioino Pietro di Beaumont, gran cancelliere del regno. Alla morte di questi passò a Giovanni di Montfort, e in seguito andò a costituire la dote di Beatrice, ultimogenita di Carlo II d Angiò, sposa di Bertrando del Balzo. Nel 1357 il figlio nato da questa unione, Francesco, divenne signore di Montepeloso. Qui, egli si rifugiò quando, dopo esser stato dichiarato ribelle dalla regina Giovanna I, vennee inseguito dalle truppe reali che avevano il compito di cacciarlo dai suoi feudi. Solo grazie all intercessione di papaa Gregorio I, Francesco fu risparmiato e condannato o all esilio. Durante ill suo godi Balois, verno, con l appoggio del clero locale,, riuscì a cacciare piùù volte fra Giovanni priore di Santa Maria di Juso, arrivando a distruggere il convento. Inn seguito ai reiterati attacchi, che gli costarono persino la scomunica, la comunità benedettina del casale di Irsi, dovette trasferirsi a Montepeloso, mentre i monaci francesi, giunti a Irsi a seguito dei normanni, che pure avevano avuto non pochi meriti nella vita economica e civile della città, abbandonarono per sempre la valle del Bradano. Nel 1451, con i Del Balzo, Montepeloso riacquista l antica dignità vescovile, goduta ab antiquo e tolta sine ul-la auctoritate dal vescovo di Acerenza. Ultimo signore di Montepeloso appartenentee a questa famiglia fu Pirro del Balzo, il quale fu espropriato dei suoi domini (che passarono alla casa d Aragona, nella persona di Federico) a causa del suo coinvolgimento nella congiura dei baroni. b Con l arrivo del Cattolico, Montepeloso, divenuta baronia, fu ceduta a Onorato Gaetani d Aragona, ma i suoi discendenti, per i debiti contratti, furono costretti a disfarsene, cedendola per ducati al nobile genovese Grimaldi. Durante questo periodoo crebbee l importanza dell università, ragion per cui Montepeloso divenne sede della Regia udienza provincialee (ben presto spostataa a causa delle lamentele dei feudatarii locali, i quali, per la presenza del magistrato, erano impediti nell esercizio di privilegi e abusi). Nel 1647, i moti insurrezionali di Masaniello si estesero

5 anche in questa città, dove furono f repressi nel sangue da don Francesco Salazar,, il quale, giunto da Napoli in qualità di capitanoo generale, fece tagliare la testaa al preside, uccise molti cittadini, ordinò di bruciare i documenti della Regia udienza, e arruolò nelle sue truppe i detenuti del carcere. In seguito alla morte di Masaniello, i moti continuarono e la città fu occupata da trecento banditi che intendevano ucciderne i titolati e impossessarsi delle terre. In pocoo tempo la città divenne quartier generale di oltree mille banditi, capeggiati dal salernitano Polito da Pastena. La reazione del viceré nonn tardò add arrivare: vennero impiegati duemila uomini nel tentativoo di espugnare il paese, ma senza successo. Solo dopo molti giorni di combattimento, i briganti uscirono nottetempo per insediarsi nei centri vicini. Dopo la morte del Grimaldi, Montepeloso fu acquistata per ducati da Girolamo Riario, marchese di Corleto. Nel 1799 fu tra i primi paesi ad aderire alle idee riformiste e progressiste della Rivoluzione francese. Venne costituita la Municipalità repubblicana, e le elezioni avvennero con la partecipazione di tutto il popolo e del vescovo. Sempre in quell anno, Montepeloso si schierò contro le truppe del cardinale Ruffo inviando in soccorso di Altamura sessantuno uomini, ma la capitolazione della cittadina pugliese, fece temere la repressione sanfedista. Per questo motivo, il 15 maggio, furono inviati doni e promesse di fedeltà al governo borbonico. In seguito al suddetto episodio, il duca Giovanni Riario, chee aveva aderito alle idee riformiste, fu condannato alla decapitazione, riuscendoo però a salvarsi e riottenere i beni confiscati. Durante il periodoo napoleonico, vi fu la ripartizione del demanio e la confisca dei conventi. Intanto l esilio dei borboni alimentava a il fenomeno del brigantaggio. A Irsina seminava morte e distruzione il brigante Pedemontano, ucciso nel luglio del 1807 in seguito a uno scontroo a fuoco con i gendarmi. Nel 1821 il feudo passò a donna Giovannina Sforza, sposa del principe rumeno Lavai Nugent. Negli anni immediatamente precedenti all Unità, Montepeloso fu teatro di innumerevoli moti rivoluzionarr ri e, per la sua caratteristica di cittadina dii confine, centro di raccolta di insorti lucani e pugliesi. Nel periodoo postunitario le campagne furono infestate dai briganti di Ingiongiola, Crocco e Ninco Nanco. Alla morte del Nugent, avvenuta inn Croazia, il feudo passò agli eredi senza che vi fossero, successivamente, ulteriori rivolgimenti politici. Il 16 febbraio 1895 il Consiglio comunale decise di cambiare il nome in Irsina. Nel corso del Novecento ha sofferto i drammi comuni a tutto il Sud, dall emigrazione alla disoccupazione. Alla fine del secolo ha visto una rivalutazione dellee risorse agricole e soprattutto di quelle turistiche, con l inserimento nei principali itinerari culturali nazionali. Ha dato i natali a illustri personaggi: il letteratoo Pasquale Verrone, lo l storico Pietro Vernerio, il giureconsulto Domenico Maugieri, il matematico Vito Caravel-li, e il letterato Pier Vincenzo De Luca. Luoghi di interesse Si ergee sul territorio di un centro abitato indigeno, enotrio ed infinee lucano Si chiamò Montepeloso fino al Ebbe grande importanza nel periodo p romano e durante le dominazioni: longobarda e bizantina. Con la conquista normanna la città divenne feudo di Tancredi da Conversano. Nel 1133 la città e l Abbazia dello Juso furono rase al suolo e gli abitanti trucidati, per l adesione alla rivolta dei baroni pugliesi. Il duca Ruggero la fece ricostruire subito dopo, d con nuove mura e fece erigere il castello di cui resta traccia nella cripta della chiesa di San Francesco. Dopo i d Angiò appartenne e nel 1347 ai Del Balzo; nel 1586 venne acquistata dalla ricca famiglia genovese dei Grimaldi; nel 1664 passò ai Riarioo e poi agli Sforza fino all abolizione della feudalità. Fu presente nelle sommosse della Repubblica partenopea del 1799, nei Moti carbonari e nel Risorgimento e partecipò alle Lotte contadine. Sono visibili i resti delle solide mura e due porte: Porta maggiore o di S. Eufemia e Porta Lenazza, detta

6 Arenacea, entrambe in buonoo stato di conservazione. La Porticella, la parte più antica della città, mostra piazze, vicoli, corti, larghi e sontuose residenzee delle importanti famiglie, traa le quali il Palazzo Ducale, la cui costruzione è da attribuire ai Grimaldi nella seconda metà del Seicento (comprende un tratto delle antiche mura). In Via Roma si riconosce il seicentesco Palazzo Janora con la facciata dalle caratteristiche bugne. L interno, conteneva fino al 1997, la collezione Janora, oggi al museo Ridola di Matera, che consiste in una serie di tele del XVII e XVIII secolo e un interessantissima raccolta di reperti anche preistorici: vasi, monete magno-greche e romane provenienti dalle necropoli del circondario, costumi del Settecento e dell Ottocento, armi, cimeli storici e libri rari.. Sono da osservare la Torre dell orologio racchiusa nellee antiche mura della città e il palazzo (fig. 1) ) appartenuto alle famiglie D Amato- Cantorio, del XV secolo. Si giunge a Piazza Garibaldi attraversando ( fig. 2) la cinquecentesca Porta S. Eufemia. Poco distante si trova la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. A Ricostruita nel 1777, conserva dell antica costruzione del X secolo (fatta edificare da Grimoaldo, ducaa di Salerno) solo il campanile (998), torre a pianta quadrata, con eleganti bifore tardo-gotiche; a sinistra di una bifora si nota la statuaa di un profeta duecentesco. La facciata (fig. 3) è di stile barocco con tre portali. L interno è a tree navate: nella prima cappella destra è custoditoo (fig. 4) il Fontee battesimale in marmo rosso,, con capitello datato 1453, con vasca finementee cesellata da motivi cinquecenteschi e con basee decorata da una danza di putti tra fogliee d acanto, del XV secolo. Nella cappella a destra dell altare maggiore, riccamente decorataconn marmi policromi ad intarsio, così come la balaustra, è collocata (fig. 5) ) la scultura in pietra dipinta di Sant Eufemia, patrona della d città,, recentemente attribuita ad Andrea Mantegna da Clara Gelao. Laa nicchia che custodisce la statua è fiancheggiataa da due angeli conn cornucopia e con decorazioni marmoree. La scultura in pietra è unaa massa che lascia trasparire il movimento del corpo, reso leggero dallaa modulazione delle curve ascendenti e dal giuoco luminoso del drappeggio, fitto e dispiegato in morbide superfici madide di luce. Il reliquario di S. Eufemia evidenzia alla base i caratteri del gotico angioino con i lobi alternativamente acuti e convessi, decorato con un iscrizione e da fitti ramages a bulino (secc. XV-XVI-XVII). Nella prima cappella a sinistra spicca (fig. 6) la Madonna col Bambino, in pietra, recentemente attribuita ad Andrea Mantegna da Clara Gelao. Il gruppo scultoreoo è molto delicato: la finezza dei particolari e il movimentato panneggio danno alle affascinanti figure della Madonna e del Bambino un espressione estremamente dolce e seducente. Sull altare del transetto sinistro c è l Ecce Homoo d autore napoletano, del XVII secolo. Dietro l altare maggiore è custoditoo il coro ligneo sormontato da un organo dorato a canne (1815). InteressantI te è il settecentesco pulpito ligneo scolpito, retto da un aquila. u La chiesa conserva dipinti su tela del Settecento, di scuola napoletana: Immacolata tra i santi Domenico, Francesco, Antonio A e Chiara di Francesco Celebrano ( ), Assunta della cerchia di P. Sarnelli, Madonna in Gloria con i santi Giovanni e Lorenzo e Chiara, Visitazione, Sacra Famiglia con i santi Anna e Gioacchino, Sposalizio di S. Caterina di Andrea Miglionico (pitt. doc ).. Da notare (fig. 7) Crocifisso e Santi, di Domenico Polino. Questa composizione, pregna di dolore ormai spento ma rassegnato, mostra uno spazio denso, plumbeo, costrittivo: c le figure del Cristo, della Vergine e delle sante appaiono in una visione estatica o rivelatrice della morte.

7 Accanto al Duomo c è la Cappella dell Addolorata del Settecento, che conserva (fig. 8) un meraviglioso trittico di sculture in legno del Settecento: Madonnaa tra San Michele e San Giovanni Battista con le statue laterali di Sann Pietro e San Paolo. In I Via Roma, è ubicata (fig. 9) la Chiesa del Convento di San Francescoo del XIII secolo, ristrutturata nel XVI ed ancora nel 1717 con rifacimenti barocchi. Della costruzione originaria conserva nel portale d ingresso due colonnine in pietra rossa e, nella volta, elementi d architettura ogivale. A destra dell ingresso in una nicchia (fig. 10) si nota la scultura lignea del XX secolo rappresentante la Madonna Incoronata sopra un albero. Durante un recente restauro sono venuti alla luce due affreschi del 1540: la Madre di Dio con S. Leonardo, S. Nicola da Bari e la Madonna con S. Nicola di Bari, S. Roccoo su una cattedrale in fiamme, Santa Caterina e forse Santa Tecla. In alcune cappellee laterali si trovano alcune sculture lignee del 700 e un Crocifisso e Sant Antonio, entrambi del Cinquecento. Nella cripta, sotto l abside, si nota una torre quadrangolare del castello normannoo sulle cui rovine Federico II fece costruire il complessoo religioso. La cripta ipogea conserva interessanti affreschi dipinti tra il 1370 e 1374, che denotano influssi di scuola s umbro-senese, romana, fiorentina ed anche napoletana. RaffiguranoR o il Redentore con angeli e i simboli degli Evangelisti, il Creatore, i Padri della Chiesa, i Profeti, l Annunciazione, la Crocifissione, la Resurrezione, dipinti di santi, la Dormitio Virginis e (fig. 11) 1 l Incoronazione di Maria. In quest opera l artista, conoscitore della d pittura senese del XIV secolo, evidenzia un inesauribile forza inventiva di forme; va verso la scoperta dello spazio, verso la rappresentazione chiara, plasticamente viva, dominata e intesa, delle azioni e dei sentimenti umani. Antistante alla chiesa di San Francesco si nota (fig. 12) una statua bronzea di buona fattura dedicata al a Santo, realizzato nel 1990 dallo scultore Nardiello. Accanto alla chiesa, nei locali dell ex convento, sarà aperto il Museo che raccoglieràà la collezione Janora (attualmente al Museo Ridola di Matera) e vari reperti archeologici, provenienti dalla collezione Sylos Labini. Ancora su Via Roma è la Chiesa del Purgatorio, del XVII secolo. Custodisce, sulla parete destra i dipinti su tela: San Pasquale Baylon di Francesco Polino, San Michele e Angeli ribelli di Andrea Miglionico, Deposizione di d ignoto pittore e sulla parete sinistra (fig.. 13) la Madonna del Carmine di Andrea Miglionico, dipinta nel XVII secolo. Sulla parete sinistra del presbiterio, si trova l Annunciazione di Pietro Antonio Ferro di Tricarico, datata 1622 e probabilmentee desunta da una stampa fiamminga; a destra del presbiterio le Nozze di Cana di pittore seguace del Caravaggio, del XVII secolo.. Interessanti sono l altare in marmo policromo, con bassorilievoo della Madonna del Carmine e le anime del Purgatorio, l organo e la cantoria d ignoto intagliatore napoletano. Nel Palazzoo Romano,, in Largo San Martino, sarà insediata la Biblioteca B (intitolata al notaio Fedele Romano) che custodirà pure unaa tela ad olio del Denora, dell XVIII secolo. La Chiesa di Sant Agostino mostra sulla parete destra (fig. 14) il dipinto ad olio su tela: le Nozze di Cana, attribuito ad Andrea Miglionico. Accanto alla chiesa si nota il chiostro del convento

8 restaurato da poco. L artistaa irsinese Peppino Basile ha illustrato recentemente il libro di poesie Scarabocchi edito dalla BMG di Matera con disegni che si riallacciano all iperrealismo, ma con tendenze surreali, con immagini fisse e sospese quasi senza tempo. DESCRIZIONE SINTETICA DELL INTERVENTO E SUO INSERIMENTO NEL CONTESTO Allo stato attuale l area oggetto di intervento è caratterizzataa da un territorio prevalentemente collinare composto per la maggior parte da un paesaggio agricolo caratterizzato dalla diffusa coltivazione cerealicolaa interrotto a tratti daa costruzioni rurali e antichi tratturi che rendono ancora più affascinante il paesaggio Il lotto mq, in (MT). è caratterizzato da una forma piuttosto regolare ed ha h una superficie di circa 8150 zona agricola in base al vigente Regolamento Urbanistico del Comune di Irsina

9 Il Terminal Bus riveste un ruolo strategico in relazione al suoo elevato grado di accessibilità, alla sua posizione baricentrica rispetto agli assi a viari di collegamento tra Matera e Bari da un lato e Potenza, Salerno e Napoli dall altro lato. Gli elementi che caratterizzano il progetto sono: l edificio sede dell autostazione, le vie di accesso all autostazione, il parcheggio, il piazzale di manovra, ed unaa struttura dedicata al ricovero, alla manutenzione ed al lavaggio dei mezzi di trasporto. L edificio che accoglie l autostazione si sviluppa su due livelli ed è caratterizzato dalla presenza in copertura di un tettoo giardino. Al pianoo terra è prevista l ubicazione degli uffici e dei servizi. Gli uffici ubicati a questo livello sono un info-point aziendale per la per la vendita dei titoli di viaggio e per informazioni all utenza, una sala gestione

10 operativa dell esercizio (trasporto urbano), una sala operativa per la gestione del sistema di informazione all utenza e controllo della flotta, una piccola sala d attesa e i servizi igienici. A questi si aggiungono i servizi a carattere commerciale, ovvero, un locale da destinare a bar ristoro. EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL OPERA Per l inserimento nel contesto ambientale e per precise volontà progettuali, si è optato per una costruzione di qualità, utilizzandoo materiali compatibili con l ambiente circostante, quali pietra locale per il muro perimetrale che si riconduce a quello esistente sul lato ovest del lottoo (proprietà limitrofa).

11 Tale scelta progettuale è stata pensata al fine di turbare al minimo l equilibrio che si verrà a creare in fase post-realizzativa, tra il sito oggetto di intervento e i nuovi fabbricati, bilanciando al meglio tra loroo fattori ambientali ed antropizzati.

12 L accesso alla struttura destinata a Terminal Bus avviene dalla d viabilità esistente (strada provinciale) mediante l utilizzo di un innesto già esistente che agevolmente immette ad un areaa a verde destinata a parcheggi scoperti.

13 Pertanto, considerati gli accorgimenti progettuali di mitigazione delle opere nel paesaggio, si ritiene che gli interventi proposti sonoo a basso impatto paesaggistico..

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