SCHEDA TECNICA N 16 AZOTO LIQUIDO

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1 SCHEDA TECNICA N 16 AZOTO LIQUIDO SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE AZIENDALE V I A A L B E R T O N I, B O L O G N A FA X spp@aosp.bo.it

2 AZOTO LIQUIDO I DESCRIZIONE DELL ATTREZZATURA E DEL GAS In condizioni standard (a pressione atmosferica e 25 C) l'azoto si trova allo stato gassoso ed occupa un volume molto elevato. La compressione di un gas permette, a parità di quantità, di ridurre il volume del contenitore in cui è questo è conservato. Per questo motivo la conservazione e il trasporto della maggior parte dei gas con i quali abbiamo quotidianamente a che fare avviene riducendo il loro volume tramite compressione. I gas compressi sono conservati in recipienti resistenti alla pressione (bombole). Un metodo più efficiente per la riduzione del volume dei gas è la loro liquefazione ottenuta per compressione a bassa temperatura. I gas liquefatti refrigerati hanno il vantaggio di poter essere conservati a pressioni molto minori dei gas solamente compressi aggirando quindi tutte le problematiche di sicurezza connesse alla gestione dei recipienti sotto pressione; possono inoltre essere utilizzati come generatori di bassissime temperature. Per la conservazione dei gas liquefatti refrigerati si utilizzano contenitori che hanno come principale caratteristica un alta capacità di isolamento termico: i vasi dewar. Un vaso di Dewar è un contenitore che mantiene il suo contenuto isolato dell'ambiente esterno frapponendo con l'esterno delle aree di vuoto che consentono un isolamento termico tra il contenuto e l'ambiente. Il vuoto è usato solo per l'isolamento termico, il contenuto non è sotto vuoto. Un vaso dewar é un contenitore costituito da due recipienti posti uno dentro l altro in modo da lasciare una intercapedine da cui viene estratta l aria fino ad ottenere il vuoto spinto, in alcuni casi si inserisce materiale isolante. In queste condizioni viene ridotto al minimo lo scambio di calore per conduzione fra il contenitore interno e quello esterno, questo accorgimento consente di conservare i gas liquefatti a temperature molto basse e a pressioni assimilabili a quella atmosferica. In ambito sanitario l azoto liquido è impiegato per la conservazione o refrigerazione di materiale biologico. All interno dell Azienda sono presenti vasi dewar di varie capacità utilizzati come sistemi di congelamento o conservazione. I contenitori di gas liquefatti possono essere: di tipo aperto (che operano a pressione atmosferica) nei quali l evaporazione dell azoto liquido libera in continuo piccole quantità di azoto gassoso in ambiente, in equilibrio con la pressione atmosferica di tipo chiuso (in lieve sovrapressione) dotati di un dispositivo di sicurezza che consente lo scarico del gas nel caso la pressione divenga eccessiva per via della continua evaporazione della fase liquida. 16 AZOTO LIQUIDO. SPP 2013 REV. 1 Pagina 1 di 4

3 II PRINCIPALI RISCHI La manipolazione dei contenitori di azoto liquido espone gli operatori ai rischi connessi alla presenza di un contenuto pericoloso. I rischi connessi alla manipolazione di azoto liquido sono essenzialmente due: l ustione da freddo per contatto o l asfissia a causa della ridotta ossigenazione dell atmosfera. Il contatto con il gas conservato, in forma liquida, a temperature molto basse (-190 C circa) provoca delle ustioni da freddo simili alle normali ustioni. Nel caso in cui il contatto sia prolungato le conseguenze possono essere lesioni molto gravi da congelamento, dei tessuti anche a livello profondo. La rapida evaporazione del gas liquefatto dovuto alla sua fuoriuscita accidentale può portare ad un aumento della concentrazione di azoto nell aria dell ambiente con relativa diminuizione della concentrazione di ossigeno e rischio di asfissia per i presenti, rischio accentuato dalla sua conservazione in ambienti il più delle volte scarsamente ventilati III ISTRUZIONI OPERATIVE DI CARATTERE GENERALE Deposito Al fine di ridurre al minimo i rischi connessi alla conservazione di azoto liquido, i locali destinati a tale uso devono avere le seguenti caratteristiche dal punto di vista strutturale ed impiantistico: la porta di ingresso deve essere a tenuta e con apertura nel verso dell esodo, sempre apribile dall interno dotata di oblò ed accessibile solo al personale addetto; le dimensioni del locale devono essere adeguate alla quantità di recipienti che vi devono essere conservati, e comunque sufficienti affinché gli operatori abbiano lo spazio necessario alla movimetazione in sicurezza delle attrezzature durante il travaso del fluido o la gestione del materiale biologico; deve essere presente un impianto di ventilazione forzata a due velocità, la prima velocità (6 ricambi/h) funzionante in continuo e la seconda velocità (20 ricambi/h) deve entrare in funzione automaticamente quando la concentrazione di O2 risulta inferiore al 19%. A tale scopo deve essere installato un ossimetro che rilevi in continuo la concentrazione di ossigeno nell aria. L impianto di ventilazione deve estrarre l aria dalla parte bassa della stanza (in prossimità del pavimento) mentre la griglia per il reintegro dell aria estratta deve essere posta nel punto più lontano dal bocchettone di estrazione (possibilmente in posizione diametralmente opposta). 16 AZOTO LIQUIDO. SPP 2013 REV. 1 Pagina 2 di 4

4 Al fine di ridurre al minimo il pericolo che gli operatori accedano ad un locale con un atmosfera pericolosa, l impianto di aspirazione deve essere servito da gruppo di continuità che garantisca il funzionamento dell aspirazione anche in caso di mancanza di alimentazione elettrica. Qualora tale soluzione risulti impossibile sarà necessario dotare il locale di un allarme che segnali il mancato funzionamento dell impianto e il conseguente divieto di accesso al locale da parte del personale. L accesso deve essere reso nuovamente possibile solamente ad impianto funzionante e dopo un lasso di tempo che garantisca un adeguato ricambio dell aria ambiente l ossimetro, posizionato ad un altezza di 110 cm da terra e non in prossimità della zona di spillamento del gas liquefatto, deve comandare anche un impianto di allarme visivo e sonoro che riveli la condizione di scarsa respiarabilità dell aria il quadro di allarme con l indicatore della percentuale di ossigeno, la segnalazione visiva/sonora e la segnaletica di sicurezza, deve essere posizionato sia esternamente che internamente al locale di deposito; all ingresso del deposito, deve inoltre essere esposto un estratto delle norme e/o procedure di sicurezza da seguire per operare correttamente sia in condizioni normali di esercizio che in caso di emergenza (vedere in particolare la procedura di sicurezza SIC 01 - Azoto liquido. Movimentazione e impiego dei contenitori di azoto liquido Al fine di ridurre la possibilità di incidenti è opportuno evitare di effettuare travasi manuali fra contenitori di tipo aperto. Il riempimento dei contenitori deve essere fatto o in continuo con sistemi automatici o manualmente tramite dispositivi di spillamento sfruttando la pressione interna del vaso dewar chiuso. Comunque le operazioni di travaso devono essere effettuate in locali aventi le caratteristiche di deposito sopra elencate nei quali il continuo ricambio d aria e i sistemi di allarme garantiscono il controllo della concentrazione di ossigeno nell aria. Le manovre di immersione e di estrazione del materiale biologico dai contenitori di azoto liquido, devono essere eseguite da personale esperto che utilizzi esclusivamente attrezzature dedicate e modalità sicure, evitando di impiegare mezzi di fortuna o soluzioni di fantasia. Le operazioni di trasporto e di movimentazione dei contenitori di gas liquefatti refrigerati devono essere svolte impiegando appositi carrelli che garantiscano stabilità al carico trasportato al fine di evitare cadute e sversamenti. Tutto il personale che accede, a qualsiasi titolo, ai locali e alle attrezzature impiegati per la conservazione e l utilizzo dell azoto liquido deve essere informato e formato sui rischi connessi all impiego e alla conservazione di tale prodotto, deve inoltre essere a conoscenza dei comportamenti da tenere nelle condizioni di esercizio normali e in caso di emergenza. 16 AZOTO LIQUIDO. SPP 2013 REV. 1 Pagina 3 di 4

5 IV I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Per quanto riguarda il rischio di contatto con l azoto liquido e la conseguente possibilità di ustionidurante la manipolazione, è necessario che il lavoratore sia protetto da idonei DPI. In particolare: occhiali a visiera o visiera; paragrembo a protezione dagli schizzi al corpo; calzari a protezione dei piedi e del polpaccio; quando non sono indossate calzature completamente chiuse guanti composti da materiali isolanti dal freddo, idrorepellenti e di misura larga in modo da poterli sfilare in caso di penetrazione dell'azoto liquido A cura di: Bruno Diano Roberto Taruffi Direzione e redazione: Marialuisa Diodato 16 AZOTO LIQUIDO. SPP 2013 REV. 1 Pagina 4 di 4

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