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EnErgia particolare.

Transcript:

Sommario 1. Introduzione: una moderata crescita... 3 2. L economia reale.... 8 Demografie delle imprese... 8 Le imprese artigiane in Sardegna... 9 La situazione economica e finanziaria delle imprese... 11 2.1 Le attività produttive... 11 L industria... 11 L agricoltura... 13 Le costruzioni... 14 2.2 I Servizi... 18 Il Commercio... 18 Il Turismo... 19 Il Trasporti... 21 2.3 Il Commercio estero... 23 Le esportazione nel primo semestre del 2008... 26 3. Il Mercato del lavoro... 28 4. Il Credito... 32 Credito alle famiglie... 33 Credito alle imprese... 33 I tassi di interesse... 35 La rischiosità del credito... 36 La raccolta bancaria e la gestione del risparmio... 37 5. Entrate tributarie e Debito... 38 6. Focus sulla spesa pubblica... 41 6.1 La spesa pubblica in Italia... 41 6.2 La spesa pubblica in Sardegna... 46 6.3 Performance ed Efficienza della spesa pubblica a livello locale... 55 7. Principali referenze... 58 2

In termini di saldo fra imprese iscritte e cessate, le seconde hanno prevalso sulle prime per 942 unità, in controtendenza rispetto all anno prima, quando il numero di imprese iscritte era stato pari a 12.003, ovvero ben 1.832 in più di quelle cessate (10.171). Se guardiamo invece all evoluzione dei vari rami di attività (Tabella 6), possiamo evincere che la crescita percentuale più elevata della consistenza delle imprese attive, pari al 5,8 per cento, è venuta dal settore delle costruzioni. Il secondo aumento percentuale più consistente, pari al 2,8 per cento, è stato rilevato nel settore degli altri servizi, ovvero: sanità e servizi sociali, istruzione e intermediazione. Il terzo settore, con un incremento pari al 2,6%, è stato quello delle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca. Sono invece diminuite significativamente le imprese del settore primario (-2,4%), e le imprese nel settore dei trasporti, magazzinaggio e telecomunicazioni (-1,7%). I dati riguardanti la prima metà dell anno in corso sembrano confermare queste indicazioni. Se il numero delle imprese attive rispetto alla prima parte del 2007 rimane pressoché costante, si osserva invece il perdurare del trend positivo nel settore delle costruzioni, la cui consistenza in termini di imprese attive aumenta del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2007, mentre continua il trend negativo per le imprese del primario (-2,1%), per le imprese di trasporti e telecomunicazioni (- 2,5%) e del settore industriale, in calo del 1% rispetto alla prima parte del 2007. Tabella 6 Evoluzione dei vari rami di attività (Imprese Attive) 2006 2007 Var% I Semestre 07 I Semestre 08 Var% Agricoltura, silvicolt. e pesca 39.470 38.517-2,4 38.891 38.060-2,1 Industria in senso stretto 15.245 15.152-0,6 15.195 15.042-1,0 Costruzioni 20.553 21.749 5,8 21.229 21.975 3,5 Commercio 41.639 41.669 0,1 41.708 41.430-0,7 Alberghi e ristoranti 8.034 8.226 2,4 8.141 8.266 1,5 Trasporti e comunicazioni 5.510 5.419-1,7 5.448 5.314-2,5 Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca 9.853 10.110 2,6 10.018 10.325 3,1 Altri servizi 8.625 8.863 2,8 8.718 8.902 2,1 Imprese non classificate 446 440-1,3 452 467 3,3 Totale 149.375 150.145 0,5 149.800 149.781-0,01 Fonte: Elaborazioni CNA Sarda su dati Movimprese Le imprese artigiane in Sardegna Il sistema delle imprese artigiane ha mostrato maggiore vivacità. Infatti, la consistenza delle imprese attive iscritte al Registro delle imprese nel 2007 è risultata pari a 42.837 unità, ovvero il 29% del totale. Si è quindi avuto un incremento dell 1,5% rispetto alla fine del 2006 (Tabella 7). Osserviamo che nel 2001 l incidenza dell artigianato sul totale delle imprese sarde era decisamente inferiore (24%). In Sardegna, quindi, si conferma l andamento registrato al livello nazionale, dove l incidenza delle industrie artigiane è infatti passata dal 24% nel 2001 al 29% nel 2007. E interessante sottolineare l ampio saldo positivo tra imprese iscritte e cessate registrato nel 2007, ben 650, contro le 532 nel 2006, special modo considerando la marcata flessione che si è avuta nel quadro generale delle imprese. 9

Il Trasporti Il movimento complessivo dei passeggeri nei porti e negli aeroporti della Sardegna è aumentato del 3,1 per cento (3,4 per cento nel 2006). La lieve decelerazione rispetto all anno precedente è connessa con il rallentamento del traffico negli scali marittimi (dall 1,9 allo 0,4 per cento). Nel 2007, il numero dei passeggeri negli aeroporti è aumentato del 7%, grazie soprattutto allo sviluppo dei voli internazionali (+23,1%), sicuramente favorito dall offerta di tariffe a basso costo. Mentre, il numero di passeggeri sulle tratte nazionali è cresciuto appena del 2,3 per cento. Tabella 23 Traffico aeroportuale in Sardegna, misurato in migliaia di passeggeri e variazioni rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. 2006 2007 Var% 2007* 2008* Var% Voli nazionali 4.001 4.091 2,3 3.240 3.523 9% Voli internazionali 1.294 1.593 23,1 1.322 1.431 8% Passeggeri in transito 69 52-23,7 41 28-31% Aviazione generale (Voli privati) 32 35 9 32 31-4% Totale 5.395 5.772 7 4.635 5.013 8% Fonte: Elaborazioni CNA Sarda su dati Assaeroporti * Periodo Gennaio-Settembre Nei nove mesi dell anno in corso, il numero di passeggeri cresce ancora rispetto allo stesso periodo del 2007 (+8%). Mentre rallenta lo sviluppo dei voli internazionali (+8%), crescono ad un ritmo decisamente superiore i passeggeri sulle tratte nazionali (+9%). Osserviamo che se gli ultimi tre mesi dell anno confermassero queste tendenze, o se per lo meno confermassero i dati del 2007, alla fine del 2008 si potrebbe arrivare ad un traffico complessivo di oltre 6 milioni di passeggeri. Nel 2007, a seguito della conclusione dei lavori di ammodernamento della pista eseguiti nel 2006, lo scalo di Alghero aveva registrato un aumento del traffico totale di passeggeri del 21,5% e di quasi il 40% se si considerano i voli internazionali; anche nei primi nove mesi del 2008 continua a crescere il volume di passeggeri nei voli nazionali (+16%), mentre sembra stabilizzarsi il traffico estero (+3%). Nell aeroporto di Olbia, dove si era registrata una flessione del traffico complessivo dovuta ad un calo del 6% del traffico nazionale, nell anno in corso, i dati indicano un aumento del traffico complessivo del 2%, con una leggera ripresa del traffico nazionale. Tuttavia, è l aeroporto di Cagliari a fare registrare l aumento più consistente in termini di passeggeri totali (+12%), dovuto principalmente al rafforzamento del traffico internazionale (+23%). Tabella 24 Movimento aeroportuale in migliaia di passeggeri (primi 9 mesi 2008 e variazioni rispetto allo stesso periodo del 2007) Alghero Cagliari Olbia Passeggeri Var% Passeggeri Var% Passeggeri Var% Voli nazionali 636 16,4 1.906 10,6 981 1 Voli internazionali 481 3,0 406 23,3 543 3,5 Passeggeri in transito 0,569-63,5 3,9-80,9 23,8 24,2 Aviazione generale (Voli privati) 0,817-6,4 3,6-11,7 26,5-2,5 Totale 1.119 10,1 2.320 11,7 1.575 2,1 Fonte: Elaborazioni CNA Sarda su dati Assaeroporti 21

6. Focus sulla spesa pubblica L analisi della spesa pubblica è questione complessa, poiché implica una visione sia di carattere macroscopico che di tipo microscopico. Quest ultima comporta lo studio delle singole spese che vengono attuate per perseguire obiettivi diversificati. Restringendosi alla dimensione macroscopica, il livello e la composizione della spesa pubblica dipendono principalmente dalle scelte di fondo sul ruolo delle pubbliche amministrazioni (Stato centrale ed Enti locali). Ovvero, se esse debbano seguire un approccio minimale, con basse tasse e servizi limitati, oppure offrire beni e servizi che vadano oltre i cosiddetti beni pubblici puri. Nel mondo occidentale, in particolare in Europa, il ruolo del settore pubblico è cresciuto soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, in gran parte per via dell ampliarsi della funzione redistributiva. Questo ha portato alla rapida crescita dello stato sociale, ovvero alla sanità di massa, la previdenza di massa, l istruzione di massa. Tale crescita inizia a rallentare già alla fine degli anni Settanta. Ad un certo punto, la maggioranza degli elettori percepisce il sacrificio della tassazione superiore al beneficio di una spesa sociale spesso inefficiente e inquinata da corruzione. Però, in molti casi, la reale volontà di abbassare tasse e spesa si scontra con la forza frenante dei diritti acquisiti e le resistenze del sistema burocratico, oppure con le necessità di intervento pubblico generate dalla disoccupazione. Al di là delle differenze nazionali, è oggi osservabile nell intero arco dei paesi occidentali una cultura politica che impone ai governi di giustificare rigorosamente la spesa pubblica. Questo implica, per il governo, la necessaria capacità di selezionare i reali bisogni dei cittadini cui deve rispondere lo Stato e la capacità di effettuare la spesa con livelli elevati di efficienza e di efficacia 6.1 La spesa pubblica in Italia Osservando l andamento della spesa pubblica italiana durante l ultimo trentennio (Figura 6.1.1), si possono contraddistinguere tre differenti fasi: Una prima fase, dall inizio degli anni 80 ai primi anni 90, è contraddistinta da una forte crescita della spesa totale, con un accelerazione della spesa per interessi alla fine degli anni 80, come conseguenza del processo di accumulazione del debito pubblico che raggiunge il 120 per cento del PIL. Tale andamento rimane in parte un fenomeno tutto italiano, sia per il livello di spesa raggiunto (il 56,3 per cento del PIL nel 1993), sia per la sua dinamica. Infatti, confrontando gli andamenti della spesa nei principali paesi europei (Figura 6.1.2), si osserva che l esplosione della spesa negli anni 80 (più di 10 punti di PIL in 10 anni) è prerogativa del nostro paese, infatti il livello della spesa pubblica in Germania e Regno Unito viene addirittura ridotto. Tabella 6.1.1 Spesa Pubblica in Italia in % del PIL a prezzi di mercato. 1980 1985 1990 1993 1995 2000 2005 2006 36,4% 41,4% 42,9% 43,6% 40,9% 39,8% 43,5% 44,2% 40,8% 49,8% 52,9% 56,3% 52,5% 46,2% 48,0% 48,8% Fonte: Elaborazioni CNA Sarda su dati AMECO Prima riga: spesa Primaria. Seconda riga: Spesa Totale (spesa primaria + spesa per interessi.). Il dato del 2006 è al netto dell effetto una tantum della sentenza IVA auto e del debito ISPA 41

Figura 6.2.4 Composizione della spesa del SPA in Sardegna in % del PIL. Fonte: Elaborazioni CNA Sarda su dati CPT, ISTAT. Figura 6.2.5 Composizione della spesa del SPA in Sicilia in % del PIL. Fonte: Elaborazioni CNA Sarda su dati CPT, ISTAT. Confrontano le serie storiche della spesa complessiva totale in percentuale del PIL regionale, si nota come sia cresciuta molto rapidamente la spesa in Sicilia rispetto al PIL, arrivando anche a superare, nel 2006, il valore della spesa (in rapporto al PIL) in Sardegna,. 52

6.3 Performance ed Efficienza della spesa pubblica a livello locale Fino ad ora, abbiamo analizzato le diverse voci riguardanti gli aggregati di spesa pubblica, ma nulla abbiamo detto sulla performance e l efficienza della pubblica amministrazione. Una misura del rendimento del servizio pubblico è data dall Indicatore di Performance Totale Regionale (TRPI) [14]. Si tratta di un indicatore composito ottenuto mediante la media aritmetica di sette sottoindicatori che vanno dalla dotazione della rete stradale al numero di case raggiunte dalla rete del gas, dall indice di utilizzo del trasporto pubblico all utilizzo della rete ferroviaria, dall efficienza della raccolta dei rifiuti a quella del sistema idrico, fino all indice di stabilità della rete elettrica. Tabella 6.3.1 Total Regional Performance Indicator TRPI (2001) Fonte: Afonso e Scaglioni (2005) Sardegna Sicilia Toscana Media Massimo Minimo 0,54 0,62 0,98 1 1,49 0,54 Gli indicatori sono standardizzati e normalizzati in maniera tale che la media sia uno. Il valore massimo è registrato in Friuli-Venezia Giulia e il valore minimo è registrato proprio in Sardegna. Considerando la spesa pubblica regionale nelle categorie economiche relative ai sottoindicatori considerati, è possibile, medianti metodi statistici, valutare l efficienza relativa delle pubbliche amministrazioni regionali, definita come la capacità del settore pubblico locale di minimizzare la spesa mantenendo la performance costante, o in egual modo, massimizzare la produttività mantenendo costante la spesa, relativamente al sistema regionale italiano. - Definizione economica di efficienza Nella letteratura economica per efficienza produttiva di un impresa si intende, nello spazio degli output la corrispondenza tra output effettivamente prodotto e output massimo potenzialmente producibile, data la tecnologia e gli input; o, nello spazio degli input, la corrispondenza tra la quantità di input effettivamente utilizzata e quantità minima di input potenzialmente utilizzabile, data la tecnologia e il livello di output. Si trova che, relativamente al sistema regionale italiano, attribuendo valore uno all efficienza massima, in Sardegna ci sarebbe un margine di riduzione dei costi della PA di ben il 65%, mantenendo lo stesso livello di performance, oppure, un margine di aumento della produttività del 64% a parità di spese. In Sicilia, si potrebbero ridurre i costi del 53%, o migliorare la performance del 58%; mentre in Toscana sarebbe possibile una riduzione delle spese del 33%, o un incremento della performance del 32%. Tabella 6.3.2 Indice di efficienza relativa per le regioni italiane (dati 2001) Eff. di Eff. Di spesa produzione Eff. di spesa Eff. Di produzione Abruzzo 0,879 0,605 Emilia-Romagna 1 1 Basilicata 0,482 0,448 Piemonte 1 1 Calabria 0,462 0,433 Puglia 0,825 0,82 Campania 0,33 0,633 Sardegna 0,35 0,363 Friuli-Venezia Giulia 1 1 Sicilia 0,465 0,417 Lazio 0,462 0,738 Toscana 0,673 0,668 Liguria 0,588 0,984 Trentino- Alto Adige 0,08 0,634 Lombardia 0,882 0,893 Umbria 0,6 0,618 Marche 0,688 0,71 Valle d'aosta 0,064 0,524 Molise 0,688 0,474 Veneto 0,966 0,93 Media 0,608 0,697 Fonte: Afonso e Scaglioni (2005) 55