Museo Archeologico e della Città Alla scoperta del Una parte del complesso del Priamàr rimane spesso nascosta al visitatore: si tratta di un insieme di gallerie, cunicoli e sale sotterranee, che solo in parte si prevede di riutilizzare per nuove vie di collegamento esterno-interno o per ospitarvi nuove destinazioni. Esiste quindi un vero e proprio Priamàr sotterraneo in buona parte già percorribile e visitabile, che presenta però qualche minimo problema di accessibilità (i camminamenti sotterranei non sono illuminati e i percorsi sono talvolta disagevoli e necessitano del supporto di accompagnatori). Il Priamàr Sotterraneo non è quindi liberamente accessibile a chi frequenta il forte: il Gruppo Speleologico Savonese DLF, il Centro Studi Sotterranei Priamàr, il Civico Museo Archeologico e della Città e l Istituto Internazionale di Studi Liguri organizzano periodiche visite guidate, che nell immediato futuro intenderebbero rendere maggiormente sistematiche e cadenzate, prevedendo anche la possibilità di organizzarvi escursioni guidate su prenotazione. I vari ambienti del Priamàr sotterraneo furono eretti nell'arco di 400 anni (tra il 1542 e il 1943) e appartengono a diverse tipologie: 1) vi sono le grandi gallerie cinquecentesche (quasi tutte chiuse e murate nel XVII secolo, ma oggi in parte recuperate); 2) gli stretti camminamenti di collegamento del 1683, le piccole gallerie di contromina e i grandi vani sottostanti ai bastioni della fine del XVII secolo, le due cisterne e le gallerie di collegamento del Maschio e della Cittadella; 3) le sortite che immettevano al mare o al grande fossato esterno; 4) e infine le grandi gallerie-rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale. Alcune gallerie furono murate nel XIX secolo e devono ancora essere recuperate. Questo patrimonio sotterraneo attende di essere maggiormente conosciuto e valorizzato, analogamente a quanto, ad esempio, da parecchi anni è stato realizzato nel Castello di Brescia, nella Rocca Paolina di Perugia e nella Cittadella di Torino. 1
Nel testo che segue i numeri e le lettere entro parentesi indicano il riferimento alla planimetria del Priamàr riportata nell ultima pagina. Le gallerie-rifugio antiaereo (XX secolo) A livello di Corso Mazzini e del piazzale antistante la Fortezza si aprono le grandi gallerie-rifugio antiaereo scavate nella roccia della collina del Priamàr durante la seconda guerra mondiale (nel 1943): sotto al Maschio la vecchia galleria-rifugio (b) privata dello stabilimento siderurgico Ilva (lunga circa 120 metri) è oggi utilizzata per accedere agli ascensori del Priamàr e al Baluardo di S.Bernardo e nel prossimo futuro potrà costituire anche un ottimo collegamento con le aree del fronte-mare del Priamàr. Questa galleria è collegata (in fondo, a Nord-Est) con una seconda galleria del 1943 (lunga circa 70 metri), più angusta perché scavata nella roccia solo per accedere al rifugio antiaereo e allargata tra il 1985 e il 1989 per costituire un più comodo accesso al Museo Cuneo e all Ostello della Gioventù, che negli anni 1990-2000 erano stati sistemati nei grandi sotterranei del Baluardo e nell ex-cellulario di S. Bernardo. Sotto al Baluardo di S. Caterina della Cittadella (7) si aprono invece i due imbocchi della lunga galleria-rifugio pubblica (pure questa realizzata nel 1943), lunga ben 200 metri, collegata alla galleria degli ascensori. Entrambe le gallerie costituiscono non solo una testimonianza del passato, ma anche una risorsa notevole per la futura valorizzazione del complesso monumentale del Priamàr, soprattutto per i collegamenti verticali che da essi sarebbe possibile realizzare con i sovrastanti bastioni della Fortezza (montacarichi, scale mobili e ascensori, oltre a quelli già realizzati negli anni 1984-1990). Un terzo ricovero antiaereo (lungo circa 43 metri), con imbocco adiacente alla galleria degli ascensori (b), è stato riutilizzato nel 1990 per ospitare i servizi tecnologici della Fortezza. 2
Le gallerie di contromina (XVII secolo) Due-tre metri sotto il livello di corso Mazzini e dei giardini pubblici di viale Alighieri si snodano invece per centinaia di metri le gallerie di contromina, costruite negli anni 1683-1685 sotto agli spalti esterni della fortezza come difesa contro le eventuali gallerie di mina di aggressori esterni, in occasione di assedio: qualche frammento di queste gallerie è stato riportato alla luce ed è visibile nell area archeologica di S. Domenico, ma la parte più conservata e già oggi percorribile (ma non accessibile) è quella di ponente, sotto ai giardini pubblici di viale Alighieri, dove potrebbero essere sistemate due scale che discendano di circa tre metri e raggiungano due antichi sbocchi della galleria tuttora conservati nel muro di controscarpa del fossato esterno della Fortezza (riempito negli anni Ottanta del XIX secolo). Si potrebbe così creare un suggestivo percorso ad anello di circa 180 metri, lungo il quale i visitatori potrebbero vedere anche i fornelli da mina predisposti per le esplosioni e potrebbero rivivere le emozioni di antichi episodi bellici (il più noto dei quali è quello del granatiere Pietro Micca, che perse la vita facendo esplodere una mina per impedire ai Francesi di penetrare nella Cittadella di Torino). Le gallerie 500esche Le gallerie e i cunicoli che si aprono invece nella parte superiore della Fortezza hanno sviluppo più limitato, mediamente tra i 20 e i 50 metri. Originariamente la Fortezza aveva due ingressi, quello della Cittadella (a), che era l ingresso principale, e quello del Maschio (d), che costituiva un ingresso secondario. L androne-galleria d accesso (d) diretto al Maschio (1543) fu murato e interrato nel 1683 (in occasione dei lavori della terza fase costruttiva della Fortezza), ma nel 1975 è stato recuperato all uso pubblico, dopo lavori di svuotamento e sterro eseguiti dal Comune di Savona su proposta del Gruppo Speleologico Savonese DLF, dell Istituto Internazionale di Studi Liguri e della Società Savonese di Storia Patria. In cima alla galleria si trova un più angusto cunicolo discendente, scavato nel 1683 nelle murature cinquecentesche del fianco del Baluardo di S.Carlo per collegare il Maschio della Fortezza con la non più esistente Capponiera dello Specchio, opera fortificata costruita nel 1683 dentro il fossato esterno della Fortezza, per garantirne una migliore difesa. 3
Le sortite Nel fossato del Maschio (18), al di là del ponte di comunicazione tra Cittadella e Maschio, lato mare, si accede alla sei-settecentesca Sortita S.Anna, che con profilo spezzato discendeva fino alla spiaggia marina (sopra alla quale nel 1876 fu sistemata la linea ferroviaria diretta al porto). La sortita serviva per inviare all esterno messaggeri (e anche come eventuale via di fuga) e per introdurre all interno della Fortezza soccorsi in caso d assedio (truppe, munizionamenti, viveri), forniti ovviamente da navi. Il portello col quale la galleria sbucava sopra alla spiaggia si trova qualche metro più alto della linea ferroviaria (ex-spiaggia) per motivi di sicurezza (miglior difesa contro eventuali aggressori esterni). Da qui si può tornare nel Fossato del Maschio risalendo lungo la più ampia galleria ascendente costruita nel XIX secolo (18), utilizzata anche per condurre al lavoro, sul mare, i detenuti del Bagno Penale e, successivamente, quelli del Reclusorio Militare. Tale galleria sbuca nel Fossato del Maschio al di là (lato Città) del ponte di comunicazione tra Cittadella e Maschio (18). Sul lato orientale della Piazza d Armi della Cittadella è visibile il pozzo dal quale si attingeva l acqua della grande la cisterna della Cittadella (circa m 19 x 7, sottostante a parte della piazza: vedere planimetria, tra 20 e 30), attualmente riutilizzata per l impianto di condizionamento (come riserva d acqua e per il raffreddamento di ricircolo): il locale è molto suggestivo (con le due navate voltate a botte sostenute da pilastri in muratura) e sarebbe opportuno pensare di recuperarlo e renderlo fruibile alle visite, svuotandolo dell acqua, ricavando sotto alla Piazza della Cittadella una nuova vasca per l impianto di condizionamento. Adiacente al pozzo, subito prima della scala in ferro che sale all ultimo piano del Palazzo della Sibilla, due rampe di scale scendono a raggiungere il piano inferiore del piccolo fossato compreso tra la Piazza e il Palazzo, dove si apre la galleria della comunicazione sotterranea tra il Fossato del Maschio e il Fossato della Cittadella (30), realizzata nel 1729-1730, contemporaneamente all adiacente cisterna, per costituire un camminamento protetto per raggiungere la Polveriera. Adiacente alla Polveriera, nel Fossato della Cittadella, si apre la comunicazione sotterranea con il Baluardo S.Francesco (31), costruita a fine XVIII secolo per raggiungere direttamente il Baluardo dall interno della Fortezza. 4
La galleria sbucava all aperto (23-31) sulla piattaforma sopra alla quale nel 1912 fu costruita la casa tuttora presente tra la Fortezza e l attuale piscina comunale; il passaggio attualmente è murato, ma è visibile pure dall esterno: potrebbe essere riaperto e con una struttura leggera (tipo una scalinata in ferro) lo si potrebbe collegare con il Fossato S.Francesco (e quindi con i giardini pubblici del Prolungamento e con le aree ex-italsider del fronte mare del Priamàr). Poco più avanti (32), sempre nel Fossato della Cittadella, la Sortita Ss. Concezione (una galleria discendente del 1683, in parte scavata nella roccia della collina del Priamàr) collega il Fossato della Cittadella con la Falsabraga (o semi-bastione) orientale di S.Caterina (5); da lì una scalinata interna (oggi interrata) consentiva di discendere in un vano sotterraneo sottostante al semibastione e di uscire all aperto nel Fossato del Maschio (il portello d uscita nel Fossato è visibile dall esterno, è stato riportato alla luce nel corso dei lavori del 2004-2005, che sul lato di corso Mazzini hanno consentito il recupero del fossato esterno della Fortezza al suo livello originario). Dal sovrastante Baluardo di S.Caterina (7) una scalinata, articolata su più rampe, consente di discendere nei sotterranei sottostanti la falsabraga (o semi-bastione) occidentale di S.Caterina (1683), che costituiscono gli ambienti sotterranei più grandi e suggestivi dell intera Fortezza. Entrando dalla scalinata d accesso nel grande sotterraneo, la parete destra è costituita dal fianco del cinquecentesco Baluardo di S. Caterina; sulla volta sono presenti le aperture delle botole d aerazione. Non sono attualmente accessibili (ma potrebbero essere facilmente recuperate con lavori di poca entità) due gallerie cinquecentesche (murate nel XIX secolo) che consentivano il collegamento con la casamatta (6) delle due batterie dei pezzi traditori (ricavate nel fianco del Baluardo di S.Caterina e accessibili tanto dalla scalinata articolata su più rampe, descritta sopra, quanto da una galleria adiacente all area archeologica degli antichi oratori delle Confraternite). Qui si potrebbe sistemare un comodo e funzionale nuovo accesso al Priamàr, articolato con due rampe di scale mobili che sbuchino all aperto sulle cortine di S.Paolo e S.Biagio, a quota m 25 slm (B-E): la stessa quota delle piazze interne e dei palazzi della Fortezza, che da lì potrebbero essere facilmente raggiunti con un percorso tutto in piano di poche decine di metri. Il Priamàr Sotterraneo costituisce quindi un valore aggiunto per la migliore valorizzazione del complesso monumentale del Priamàr di Savona. Testo tratto da R. Massucco, Il Priamàr Sotterraneo: un percorso particolare di visita, in P. e L. Gabbaria Mistrangelo, La Fortezza del Priamàr: il capitolo mancante, Savigliano 2007, pp. 116-121. 5
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