Come si governano le università degli altri?



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Transcript:

Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Modena 22 Maggio 2009 Come si governano le università degli altri? Ovvero: la questione governance in una prospettiva comparata Lorenzo Marrucci Università di Napoli Federico II

Perché parliamo di governance? Un tema caldo e molto dibattuto, probabile oggetto di future riforme legislative e/o di autoriforme da parte degli atenei Perché ve ne parlo io? (Che ne sa un fisico?) Un hobby civico : lo studio delle università di altri paesi (per capire la nostra) Sul tema ho scritto: L università negli Stati Uniti d America, in una prospettiva comparata con l Italia (diffuso online, 2003). Lezioni dall estero (Lavoce.info, 2004) L università negli Stati Uniti d America: quali insegnamenti per le nostre riforme? (Università Notizie, 2004) Principi di governance degli Atenei pubblici (Università Notizie, 2005) Quattro riforme per rilanciare l università italiana (Università Notizie, 2007) Come si governano le università degli altri (capitolo di La crisi del potere accademico in Italia, Arel-il Mulino, 2008)

Cosa significa la parola governance? La struttura organizzativa dei processi decisionali relativi ad una qualsiasi organizzazione umana Alcuni ambiti in cui si parla tipicamente di governance: Singole aziende e società private (corporate governance) Sistemi di diversi enti interagenti (es.: governance finanziaria, Internet governance, ecc.) Organizzazioni sovranazionali (es.: governance comunitaria, governance globale) Il problema classico della corporate governance: Trovare una soluzione al naturale conflitto di interessi tra i manager della società e i proprietari (azionisti) della società stessa ( problema di agenzia )

Governance istituzionale (o interna ) di ateneo: cos è? L organizzazione dei processi decisionali nell ateneo: quali organi decisionali ci sono (monocratici o collegiali) come sono composti o nominati quali sono i loro poteri decisionali (formali o di fatto ), le loro competenze e responsabilità a chi rendono conto Va distinta dalla governance di sistema, ossia nazionale (ministero, commissioni parlamentari, CUN, CRUI, comitati consultivi, agenzie di valutazione, agenzie di finanziamento, ecc.) Va anche distinta dal management o dirigenza, preposta all attuazione delle decisioni (potere esecutivo ) e alla gestione quotidiana (ma il confine non è netto) In particolare sono dirigenti accademici : rettore, pro-rettori, presidi, direttori di dipartimento, ecc.

Governance di ateneo: perché è importante? A partire dal 1989 l Italia ha adottato l autonomia universitaria, come modello di governance di sistema: Spostamento dal centro (Ministero) ai singoli atenei di un insieme crescente di importanti poteri decisionali: organizzazione interna (Statuto) allocazione risorse umane e finanziarie attivazione e disattivazione corsi di studio definizione ordinamenti didattici definizione organico e reclutamento docenti e personale selezione studenti... quindi la governance di ateneo è sempre più importante!

Governance di ateneo oggi: funziona bene? Alcune accuse comuni: troppo assembleare lenta, farraginosa, inefficiente troppo time-consuming per i docenti confusione e diluizione delle responsabilità scarsa professionalità nelle decisioni autoreferenzialità Ma cos è questo problema dell autoreferenzialità?

Il problema dell autoreferenzialità <<autoreferenzialità>> <<conflitto di interessi>> (Ricordate il problema classico della corporate governance?) I docenti sono (collettivamente) i principali decisori in ateneo, ma hanno interessi solo parzialmente collimanti con quelli istituzionali dell ateneo (che vanno ricondotti all interesse generale della società) La maggioranza delle decisioni da prendere riguarda gli stessi docenti in modo forte e diretto (es.: reclutamento di allievi, promozioni, distribuzione dei finanziamenti e delle risorse, compiti didattici, incentivazioni economiche, ecc.) Il processo decisionale ne risulta profondamente distorto: i fini istituzionali dell ateneo vanno spesso in secondo piano rispetto alle dinamiche e gli equilibri interni di potere dei docenti (es.: conflitti tra discipline, accordi di reciproco scambio, distribuzione di risorse a pioggia o a rotazione, scelte per quieto vivere, resistenza al cambiamento) Questo è il problema chiave della nostra università pubblica

Il problema dell autoreferenzialità Un problema antico e non solo nostro: AN INQUIRY INTO THE NATURE AND CAUSES OF THE WEALTH OF NATIONS Adam Smith 1776 [...] <<Se l autorità a cui è soggetto il docente risiede nell organismo collegiale, la facoltà o l università, di cui egli stesso è un membro e di cui la grande maggioranza degli altri membri sono, come lui, docenti o persone che dovranno diventare docenti, è probabile che essi faranno causa comune, saranno molto indulgenti gli uni con gli altri, e ciascuno consentirà al proprio vicino di trascurare il proprio dovere, purché gli sia a sua volta permesso di trascurare il proprio.>> [ ]

E allora: cosa dovremmo fare? Quali riforme servono? Come orientarsi tra le molte proposte e opinioni diverse? Un approccio scientifico : gli studi comparati Parte prima: i fatti

Il quadro internazionale: non statico, ma in trasformazione Importanti riforme legislative della governance di ateneo in vari paesi: Gran Bretagna: 1992 ( New Universities ) Svezia: 1993-1997 Olanda: 1997 Austria: 2002 Danimarca: 2003 Svizzera: 2003 Giappone: 2004 Germania (alcuni Länder): 2005-oggi Francia: 2008 Finlandia: 2010 (prevista)

Il quadro internazionale: non statico, ma in trasformazione Tempistica delle riforme dell autonomia e della governance in alcuni paesi: Olanda Danimarca Giappone 1990 1995 2000 2005 Italia? Svezia Austria Svizzera (ETH) Una riforma radicale della governance ha spesso seguito quella dell autonomia dopo una decina d anni di malfunzionamenti ma l Italia è in ritardo

Il quadro internazionale: non statico, ma in trasformazione Principali processi di cambiamento in atto: Università d élite Università di di massa Gestione centralizzata Autonomia degli atenei Governance tradizionale Nuovi modelli di di governance Lo stato di avanzamento di questi processi non è uniforme ma la linea di tendenza è la stessa ovunque

Il quadro internazionale: quattro gruppi di paesi Modello europeo-tradizionale (autonomia ancora limitata ma in aumento, forte potere dello Stato o delle Regioni, governance cambia ma lentamente) Italia, Germania, Spagna, Francia Stati Uniti (autonomia completa da sempre, governance statica ma molto diversa da modello europeo) Modello anglosassone Tasso di trasformazione dell autonomia Paesi in transizione ex modello europeo (autonomia in forte aumento, governance recentemente riformata o in fase di riforma) Altri paesi anglosassoni (autonomia completa da sempre, governance in trasformazione verso organizzazione statunitense) Gran Bretagna, Australia, Canada,... Svezia, Olanda, Austria, Danimarca, Svizzera, Giappone,... Tasso di trasformazione della governance

Modello europeo-tradizionale di governance (Italia) autorità politica nazionale o regionale senato accademico (governo accademico) rettore (vertice esecutivo) consiglio d amministrazione (governo amministrativo) preside di facoltà 1 preside di facoltà 2 direttore di dipartimento 1 direttore di dipartimento 2 consiglio di facoltà 1 consiglio di facoltà 2 consiglio di dipartimento 1 consiglio di dipartimento 2 docenti (+ rappresentanti studenti e personale non docente) = nomina, presiede, elegge = regola, verifica

Modello europeo-tradizionale di governance (Italia) Organi collegiali: composti solo o quasi da interni, soprattutto rappresentanti dei docenti responsabilità frazionate (es.: Senato/CdA, Facoltà/Dipartimenti) Dirigenti accademici: primi inter pares eletti dai docenti di norma non possono essere sfiduciati nel corso del mandato non professionalizzati (non manager), restano comunque docenti presiedono e istruiscono le decisioni ma non hanno potere deliberativo formale (istituto della delega non previsto o poco utilizzato) spesso hanno un potere di fatto sempre più forte, ma senza una chiara attribuzione di responsabilità corrispondenti Vediamo alcuni casi in dettaglio

Spagna (Normativa del 2001) Organo CdA o equivalente: Caratteristiche Consejo de gobierno. 50 membri. Gli esterni sono tipicamente meno del 20%. 3 membri esterni sono nominati dal Consejo social (organo di legame con il territorio a prevalenza di esterni). 15 membri (30%) sono scelti dal rettore (interni o esterni) Il resto (70%) sono eletti dal Claustro tra i suoi membri (40%) e dai dirigenti accademici (30%). Rettore / President o equivalente: Eletto dai docenti, studenti e altro personale con peso docenti maggioritario. Presiede il Consejo de gobierno e il Claustro. Senato o equivalente: Claustro. 300 membri. Eletto da docenti, studenti e altro personale con peso docenti maggioritario. Ha il potere di sfiduciare il rettore ma a patto di sciogliersi e con maggioranza dei 2/3.

Germania (Diverse normative regionali, in molti casi in rapida trasformazione) Organo CdA o equivalente: Konzil o Universitätsrat Caratteristiche Organo di supervisione formale oppure di governo effettivo a seconda dei Länder. Gli esterni sono tipicamente il 50% (ma possono arrivare al 100%) e sono nominati dal governo del Länder. Rettore / President o equivalente: Eletto dai docenti o dal senato (in alcuni casi dal CdA). Presiede il Senato. Senato o equivalente: In molti casi conserva un forte potere decisionale. Nota: alcuni Länder hanno iniziato negli ultimi 4-5 anni ad effettuare forti riforme in senso anglosassone (es.: Bassa Sassonia)

(Normativa del 1984, riformata nel 2007) Francia (ormai non proprio tradizionale) Organo CdA o equivalente: Caratteristiche Conseil d Administration. Unico organo di vertice. 20-30 membri. Gli esterni sono 7-8 (25-30%). I rappresentanti dei docenti e ricercatori sono 8-14 (35%-55%) di cui la metà professori Gli esterni sono nominati dal Président con ratifica del CdA Rettore / President o equivalente: Président. Nominato da CdA (solo membri interni). Presiede il CdA e ne riceve poteri delegati. Ha potere di veto sul reclutamento di docenti. Senato o equivalente: Conseil scientifique + Conseil des études et de la vie universitaire. Organi solo consultivi Nota: nelle migliori Grandes Écoles il CdA è di norma in prevalenza (o almeno al 50%) composto da esterni di nomina ministeriale e il Directeur (equivalente del rettore) è di nomina governativa.

Modello anglosassone di governance stakeholders interni ed esterni all ateneo e autorità politiche board (CdA) (max organo di governo, indirizzo e valutazione) senato accademico (organo centrale tecnico-consultivo) rettore (vertice esecutivo, capo del management) facoltà 1 consiglio o giunta di facoltà 1 (organo tecnico consultivo) dirett. di dipart. 1 (manager) preside di facoltà 1 (manager) dirett. di dipart. 2 (manager) facoltà 2 preside di facoltà 2 (manager) dirett. di dipart. 3 (manager) consiglio di dipart. 1 consiglio di dipart. 2 consiglio di dipart. 3 docenti (+ rappresentanti studenti e personale non docente) = nomina, presiede, delega, elegge = consiglia, controlla

Modello anglosassone di governance: i tre elementi chiave 1) Vertice unico dell ateneo: il board (= CdA) Composto in maggioranza di membri esterni (non docenti, studenti, ecc.) Formalmente detiene tutti i poteri di decisione finale, ma di fatto delega quasi tutto al rettore e/o al senato accademico. Il suo vero ruolo è di indirizzo strategico e supervisione, NON gestionale esecutivo. Approva lo statuto e i principali regolamenti, nomina il rettore Nelle migliori università, ha una composizione che fonde insieme competenze accademiche (interne o esterne all ateneo) con competenze gestionali, finanziarie e imprenditoriali 2) Dirigenti accademici (rettore, presidi, direttori di dipartimento) Sono nominati da autorità superiore (board o dirigente superiore), e NON eletti dai docenti (ma sono comunque ex docenti). Hanno poteri delegati da autorità nominante Sono professionalizzati (manager), soprattutto ai livelli alti (rettore, presidi), cioè puntano a carriera accademico-manageriale per il resto della loro vita lavorativa 3) Ruolo dei docenti (in senato accademico, commissioni, consigli di dipartimento) Istruiscono o forniscono pareri su tutte le decisioni a carattere scientifico o didattico (shared governance), ma queste vanno poi approvate dai dirigenti che ne assumono la responsabilità

Stati Uniti (Struttura sostanzialmente stabile fin dalla fondazione dei primi college coloniali) Organo CdA o equivalente: Rettore / President o equivalente: Senato o equivalente: Caratteristiche Board of trustees (o Board of regents). Unico organo di vertice. Numero membri molto variabile (7-50) Quasi tutti esterni, nominati secondo vari meccanismi (nomina governatore, cooptazione, elezione da alumni, ecc.). Mandati lunghi (anche 12 anni) Rinnovo scaglionato President (Chancellor). Nominato da Board, previa procedura di selezione pubblica Mandato non limitato a priori. Poteri esclusivamente delegati dal board. Senate o Academic council. Poteri solo consultivi oppure delegati da board.

Stati Uniti L equilibrio decisionale tra docenti e dirigenti (sotto supervisione board): Questione oggetto della decisione Docenti Congiunto Dirigenti Definizione del contenuto del curriculum di studi 63% 30% 7% Scelta dei titoli di studio offerti 23% 54% 23% Reclutamento e promozione docenti 13-14% 58% 28-29% Definizione organico docente di diverse discipline 6% 30% 64% Definizione carichi didattici medi dei docenti 7% 34% 59% Scelta del department chair 16% 38% 46% Scelta del dean di facoltà 3% 30% 67% Pianificazione del bilancio a breve termine 2% 16% 82% Definizione degli stipendi dei docenti 2-3% 15-18% 80-82% Costruzione di nuovi edifici o grandi facility 1% 8% 91% [Risultati di un ampio sondaggio tra dirigenti e docenti di atenei statunitensi, G. E. Kaplan 2004]

Gran Bretagna (Trasformazione progressiva iniziata nei primi anni 80 e tuttora in atto + legge su new universities del 1992) Organo CdA o equivalente: Council / Board of governors Caratteristiche Unico organo di vertice (sottoposto a supervisione della Court) In lieve maggioranza esterni (escluse Oxford e Cambridge) nominati da Court oppure cooptati. La Court è una assemblea degli stakeholders a maggioranza di esterni (salvo Oxford e Cambridge) Rettore / President o equivalente: Vice-chancellor Nominato da Council. Poteri delegati da Council. (Il chancellor è una figura solo cerimoniale) Senato o equivalente: Academic board. Poteri consultivi oppure delegati da board. Nota: nel 2006 anche Oxford è stata vicinissima ad autoriformare la sua governance inserendo nel Council una lieve maggioranza di esterni (proposta del Council bocciata di misura dalla Congregation )

Altri paesi anglosassoni Canada e Australia sono intermedi tra Stati Uniti e Gran Bretagna Irlanda e Nuova Zelanda sono simili a Gran Bretagna ma con maggior peso residuo dei docenti nel CdA Il rettore (vice-chancellor) è comunque sempre nominato dal CdA e non eletto ( dirigenti accademici manager )

Paesi in transizione da modello europeo ad anglosassone Svizzera (ETH/EPF): 1991-2003 CdA quasi interamente di esterni, di nomina parlamentare, rettore nominato dal CdA, reclutamento docenti deliberato da CdA Svezia: dal 1993-97 CdA a maggioranza di esterni, di nomina ministeriale, rettore nominato dal CdA Olanda: dal 1997 CdA interamente di esterni di nomina governativa, rettore e comitato esecutivo nominati dal CdA, dirigenti accademici nominati da comitato esecutivo, reclutamento e promozioni dei docenti deliberate da comitato esecutivo. Austria: dal 2002 CdA interamente di esterni, per metà di nomina governativa e per metà nominati dal senato (+ 1 membro cooptato), rettore nominato da CdA su rosa del senato, rettorato nominato da CdA su proposta rettore, dirigenti accademici nominati da rettorato, reclutamento e compiti docenti deliberati dal rettore Danimarca: dal 2003 CdA a maggioranza di esterni, cooptati o nominati da stakeholders, rettore nominato da CdA, dirigenti accademici nominati da rettore, reclutamento e compiti docenti deliberati dal rettore Giappone: dal 2004 CdA per metà di esterni, cooptati, rettore sovra-ordinato a CdA, rettore nominato da ministro su proposta comitato selezione (anche questo con metà di esterni), comitato selezione nominato da CdA + senato, dirigenti accademici nominati da rettore Finlandia: prevista per il 2010 l entrata in vigore di una riforma che, oltre a incrementare l autonomia, stabilisce un CdA con 50% di membri esterni che nomina il rettore.

Uno sguardo d insieme su alcune questioni Unico organo collegiale di vertice (board / CdA) o più organi? Senato e CdA sullo stesso piano Germania (non tutti i Länder), Spagna, Italia, Austria CdA sovraordinato a Senato (Senato consultivo o con poteri delegati): Francia, Germania (alcuni Länder), USA, Gran Bretagna, Canada, Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Svizzera (Fed.), Svezia, Olanda, Danimarca, Giappone Board / CdA con maggioranza di membri esterni o interni? Maggioranza di interni: Francia, Spagna, Italia, Nuova Zelanda, Irlanda Maggioranza di esterni (o esterni al 50%): Germania (50%), USA, Gran Bretagna (eccetto Oxbridge), Canada, Australia, Svizzera (Fed.), Svezia, Olanda, Austria, Danimarca, Giappone (50%)

Uno sguardo d insieme su alcune questioni Rettore (o equivalente): eletto o nominato dal board / CdA? Eletto: Italia, Germania (non tutti i Länder), Spagna Nominato: Francia, Germania (alcuni Länder), USA, Gran Bretagna, Canada, Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Svizzera (Fed.), Svezia, Olanda, Austria, Danimarca, Giappone Altri dirigenti accademici eletti o nominati? Eletti: Italia, Francia, Germania, Spagna, Svezia Nominati: USA, Gran Bretagna, Canada, Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Svizzera (Fed.), Olanda, Austria, Danimarca, Giappone

Uno sguardo d insieme su alcune questioni Meccanismi non politici di nomina membri esterni nel board / CdA: Cooptazione da parte dei membri in carica del CdA (Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia, Francia, Austria, Danimarca) Elezione da associazioni laureati ateneo (Usa, Canada, Australia) Nomina politica, ma su proposta di search committee (Usa) Consiglio d amministrazione (CdA) Nomina da vertici accademie e associazioni scientifiche, professionali o di categoria (Gran Bretagna) Nomina da assemblea stakeholders esterni (Gran Bretagna, Danimarca) In molti casi si usa una combinazione di più meccanismi

Governance di divisione: Facoltà e Dipartimenti In Italia c è un anomalia: una schizofrenica divisione delle competenze didattiche (Facoltà) e di ricerca (Dipartimenti). All estero, di norma, le Facoltà (o Scuole) sono le divisioni primarie dell ateneo e i Dipartimenti quelle secondarie (cioè sono divisioni delle Facoltà), entrambe con competenze unite su ricerca e didattica. Nei paesi anglosassoni, le Facoltà sono governate soprattutto dal Dean (preside), dirigente accademico di fiducia del rettore, con l eventuale ausilio di commissioni di docenti da lui nominate. Il consiglio di facoltà non esiste o è raro e con poteri solo consultivi. I dipartimenti sono invece la sede dove la shared governance ha la sua massima espressione. Molte decisioni sono prese collegialmente dai docenti ( faculty ). Tuttavia, il Chair o Head del dipartimento deve poi assumersi la responsabilità della decisione (spesso soggetta anche a ratifica dei Dean o dirigenti superiori, fino al board).

Parte seconda: le mie deduzioni

Il perché di queste trasformazioni Perché l autonomia? Perché CdA unico vertice? E più efficace del centralismo nel gestire sistemi grandi (università di massa) e diversificati, perché i decisori sono più vicini ai problemi e ne conoscono le specificità. La competizione che ne risulta è uno stimolo potente ed efficace. La diversificazione dell offerta che ne consegue si adatta meglio ad una domanda diversificata posta dalla società. Garantisce una chiara attribuzione di responsabilità verso l esterno Collega le decisioni strategiche alle competenze (accademiche e non) necessarie sia a concepire le strategie che i modi più idonei ad implementarle Motiva più efficacemente i membri (in particolare gli esterni) Perché membri esterni in CdA? Perché dirigenti manager? Introducono nel CdA utili competenze non accademiche e favoriscono il rapporto con il territorio Favoriscono l allineamento delle decisioni con gli interessi generali della società Limitano o risolvono il problema dell autoreferenzialità degli atenei Si garantisce una chiara attribuzione di responsabilità ai decisori Si collegano le decisioni specifiche alle strategie scelte dal vertice dell ateneo Si creano forti incentivi/disincentivi individuali (retribuzione, carriera) collegabili al buon andamento dell università e delle sue componenti Si favorisce lo sviluppo di professionalità e esperienza nella gestione

Ma queste riforme della governance funzionano davvero? Evidenze disponibili (per ora non molte): Tutti i ranking indicano che USA, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Svizzera federale hanno le migliori università, mentre Francia, Germania, Spagna e Italia hanno università in crisi. In Francia vanno meglio le Grandes Écoles, che però hanno una governance non autoreferenziale. Per Gran Bretagna, Svezia e Olanda è percepibile un forte progresso rispetto al periodo precedente la riforma della governance. In tutti i paesi eccetto gli USA sono state fatte o si discutono forti riforme della governance universitaria, tutte con la stessa direzione tendenziale. Molte riforme sono approvate con voto bipartisan (es. Danimarca). Persino Oxford è stata vicina ad autoriformare la sua governance. In Olanda (governance riformata nel 1997) è stato fatto un sondaggio nel 2005 sulla percezione del nuovo assetto, con risultati che ne confermano il generale gradimento. In Italia sembra che alcune università private (la Bocconi e forse la Luiss) e alcune nuove istituzioni pubbliche (Scuola IMT di Lucca) diano segni di funzionare meglio, cosa probabilmente riconducibile almeno in parte al diverso modello di governance.

Riforme della governance: i rischi da evitare Nell autonomia Inseguimento miope della domanda immediata Degenerazione della diversificazione in caos Difficoltà nella mobilità studentesca e dei docenti tra atenei Problemi di autoreferenzialità Nei dirigenti manager Una nuova casta autoreferenziale (in Italia ne abbiamo già abbastanza) Costi eccessivi, soprattutto in assenza di una efficace supervisione del CdA (secondo alcuni questo è un problema degli USA) Scarsa efficacia in assenza di valutazione e/o competizione Nel CdA unico vertice Se non ci sono dentro anche adeguate competenze accademiche (interne o esterne) si rischia una strategia troppo economico-finanziaria o aziendalistica Nei membri esterni in CdA Non abbastanza motivati, poco efficaci nella supervisione dei manager Conflitti d interesse esterni Politicizzazione degli atenei o serbatoio per riciclati della politica Sono tutti rischi evitabili, ma ci vogliono riforme intelligenti!

Riforme della governance: errori ricorrenti vecchi e nuovi CdA come organo esecutivo gestionale anziché di indirizzo e supervisione Esterni in CdA, ma con competenze esecutivogestionali anziché di indirizzo e supervisione Membri del CdA come rappresentanti di interessi particolari, interni o esterni Rettore che sceglie membri del CdA (come se fossero manager) Frazionamento delle competenze accademiche e gestionali in organi diversi (CdA e Senato) Senato non più organo di vertice, ma che conserva potere di definire lo statuto Assenza di vero organo di supervisione dei dirigenti eletti (rettore, presidi, ecc.) L inutile limitazione dei mandati del rettore (per non intervenire sul vero problema) Il direttore generale come deus ex machina Un illusione diffusa: La governance è secondaria: Valutazione + incentivazione degli atenei come vera soluzione di tutti i problemi Ma gli atenei non sentono dolore né provano piacere! Solo gli individui possono essere incentivati! dirigenti manager

Infine: l inevitabile analogia Stato - ateneo Analogia inesatta alla base di molte proposte Cittadini Parlamento Premier Governo Docenti Docenti + + studenti studenti et et al. al. Senato Rettore CdA CdA Cittadini Parlamento Premier Governo Cittadini CdA CdA o eq. eq. Rettore Giunta Giunta esecutiva esecutiva L analogia corretta

In conclusione Una corretta governance di ateneo è indispensabile per il buon funzionamento degli atenei in regime di autonomia Per ideare una riforma efficace per l Italia è necessario studiare i modelli di altri paesi e comprenderne i principi di fondo Molte proposte prendono solo alcuni ingredienti di modelli esteri (es.: membri esterni in CdA) e li inseriscono in modo sbagliato in un modello non coerente nel suo complesso Il rischio di una riforma cosmetica (cambiare tutto per non cambiare nulla) è ancora una volta molto elevato. Ma una buona riforma della governance, fondata sui tre principi che ispirano i modelli anglosassoni (board, dirigenti manager, shared governance), rappresenterebbe una grande opportunità di rilancio dell università pubblica italiana!