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IL NUOVO CODICE DI PREVENZIONE INCENDI INNOVAZIONE E CRITICITA UNA SFIDA PER I PROFESSIONISTI..E TANTI DUBBI Dott. Ing. Franco Barosso Coordinatore Commissione Energia e Impianti F.I.O.P.A. Gruppo di lavoro Energia C.N.I. Giovedì 19 febbraio 2015 Torino Auditorium Museo nazionale dell automobile 2
PREMESSA (Segue) 3
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CODICE DI PREVENZIONE INCENDI Sezione G: Generalità G.1 Termini, definizioni e simboli grafici G.2 Progettazione per la sicurezza antincendio G.3 Determinazione dei profili di rischio delle attività Capitolo 4 Prodotti (Segue) 9
CODICE DI PREVENZIONE INCENDI Sezione S: Strategia antincendio S.1 Reazione al fuoco S.2 Resistenza al fuoco S.3 Compartimentazione S.4 Esodo S.5 Gestione della sicurezza antincendio S.6 Controllo dell incendio S.7 Rivelazione ed allarme S.8 Controllo di fumi e calore S.9 Operatività antincendio S.10 Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio (Segue) 10
CODICE DI PREVENZIONE INCENDI Sezione V: Regole tecniche verticali V.1 Aree a rischio specifico V.2 Aree a rischio per atmosfere esplosive Capitolo 17 Impianti di produzione potenza V.3 Vani degli ascensori Capitolo 19 Autorimesse Capitolo 20 Edifici di civile abitazione V.4 Attività scolastiche Capitolo 22 Attività ricettive turistico-alberghiere Capitolo 23 Attività sanitarie Capitolo 24 Edifici adibiti ad uffici Capitolo 25 Attività commerciali Capitolo 26 Attività di intrattenimento, di pubblico spettacolo Capitolo 27 Impianti sportivi (Segue) 11
CODICE DI PREVENZIONE INCENDI Sezione M: Metodi M.1 Metodologia per l ingegneria della sicurezza antincendio M.2 Scenari di incendio per la progettazione prestazionale M.3 Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale 12
PRIME VALUTAZIONI Il nuovo Testo Unico è sicuramente un progetto ambizioso e condivisibile. Si condivide l obiettivo di compendiare in un unico testo organico e sistematico le disposizioni di prevenzione incendi. Si condividono gli obiettivi di semplificazione. 13
La tradizionale impostazione prescrittiva ha evidenziato dei limiti: è stata comoda per una fascia di tecnici che non familiarizza troppo con l analisi del rischio incendio ma stretta e rigida per i professionisti antincendio che basano i progetti sull analisi preliminare del rischio, con l obiettivo di introdurre misure alternative ed innovative di prevenzione incendi, pur garantendo un livello di rischio equivalente. 14
Così com è nella sua forma attuale il Testo Unico però non centra gli obiettivi di semplificazione (sicuramente non li centra per quanto concerne il lavoro e l impegno del professionista) e di riduzione degli oneri di prevenzione incendi auspicati. Il T.U. appare ancora di troppo difficile consultazione, alla luce dei continui rimandi che contiene: potrebbe essere molto utile un edizione digitale con ipertesto, per facilitarne l utilizzo e l aggiornamento. 15
Il T.U. non tiene conto della doverosa graduazione della sicurezza antincendio, proporzionata con la capacità delle imprese (in particolare delle piccole imprese). Il T.U. nella gestione della sicurezza antincendio continua ad assegnare al tecnico abilitato/professionista antincendio (anche questa duplice possibilità andrà valutata con molta attenzione) competenze e responsabilità che non sono sue ma del gestore dell attività (in particolare vanno rimodulate le attestazioni richieste al professionista). 16
Si sbandiera spesso l intenzione e la volontà di passare da norme prescrittive a norme prestazionali: ma scorrendo il testo non si ha esattamente questa impressione. Il T.U. sembra inasprire molti aspetti di prevenzione incendi, sostanzialmente necessari solo per attività con presenza di pubblico estendendoli e generalizzandoli a tutte le attività. Le soluzioni alternative previste dal T.U. risultano spesso di difficile e/o complessa applicazione: sarebbe opportuno prevedere dei metodi semplificati specifici. 17
Non si capisce (né si condivide molto) la ratio che ha portato ad una versione del codice (quella inviata a Bruxelles) monca di quasi tutte le regole tecniche verticali presenti nelle precedenti versioni: così facendo non abbiamo più un testo unico e quindi decade molta della sua validità. Certamente il C.N.I. non è stato coinvolto nella stesura di quest ultima versione. 18
Il nuovo approccio richiede assolutamente un diverso orientamento anche da parte dei funzionari dei Comandi provinciali dei Vigili del fuoco. La complessità del nuovo approccio e la conseguente attuale impreparazione sia dei professionisti che dei funzionari VV.F. impone di prevedere un periodo transitorio di coesistenza del T.U. con le norme attuali maggiore dei due anni ventilati. 19
LA NUOVA SITUAZIONE NORMATIVA IN CAMPO ENERGETICO Dott. Ing. Franco Barosso Coordinatore Commissione Energia e Impianti F.I.O.P.A. Gruppo di lavoro Energia C.N.I. Giovedì 19 febbraio 2015 Torino Auditorium Museo nazionale dell automobile 20
D.M. REQUISITI MINIMI Nelle premesse.. Considerato l esito positivo delle consultazioni con le principali associazioni di categoria interessate;.. 21
D.M. REQUISITI MINIMI Articolo 6 (Funzioni delle Regioni e delle Province autonome) 1. Le disposizioni di cui al presente decreto si applicano alle Regioni e alle Province autonome che non abbiano ancora adottato provvedimenti di recepimento della direttiva 2010/31/UE... 22
D.M. REQUISITI MINIMI Allegato 1 (Criteri generali e requisiti delle prestazioni energetiche degli edifici) 2.2 Relazione tecnica e conformità delle opere al progetto 1. Il progettista o i progettisti devono inserire i calcoli e le verifiche previsti dal presente decreto nella relazione tecnica di progetto attestante la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e dei relativi impianti termici, conformemente alle disposizioni. 23
D.M. REQUISITI MINIMI Allegato 1 (Criteri generali e requisiti delle prestazioni energetiche degli edifici) 5.3 Requisiti e prescrizioni per la riqualificazione degli impianti tecnici 1. Nel caso di ristrutturazione o di nuova installazione di impianti termici di potenza termica nominale del generatore maggiore o uguale a 100 kw, ivi compreso il distacco dall impianto centralizzato anche di un solo utente/condomino, deve essere realizzata una diagnosi energetica dell edificio e dell impianto che metta a confronto le diverse soluzioni impiantistiche compatibili e la loro efficacia sotto il profilo dei costi complessivi (investimento, esercizio e manutenzione). La soluzione progettuale prescelta deve essere motivata nella relazione tecnica..sulla base dei risultati della diagnosi 24
DECRETO LINEE GUIDA NAZIONALI PER L ATTESTAZIONE DELLA PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI 25
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GRAZIE PER LA CORTESE ATTENZIONE 30