NOTA SUL VILLAGGIO NEOLITICO SCOPERTO AL CENTRO DI FOGGIA

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NOTA SUL VILLAGGIO NEOLITICO SCOPERTO AL CENTRO DI FOGGIA Nel settembre 1977, durante i lavori di scavo per l impianto di un tratto della nuova rete fognante, sono venute in luce, nel centro di Foggia, le strutture di un villaggio neolitico. Esse sono state rilevate lungo la trincea (larga m. 3, profonda m. 5,50, e lunga m. 180) che percorreva tutta via B. Pinerolo, a partire dall ingresso Sud della Villa Comunale. Ma pare che esse siano state viste, dagli operai che eseguivano i lavori, anche nel tratto che attraversava la Villa, già coperto al momento del mio intervento. Le strutture, canaletti fossati e sacche terrose, erano intagliate in un banco alluvionale costituito da ciottoli inglobati in argille giallastre. Il loro riempimento era molto sciolto, di colore bruno scuro e, in alcuni punti, molto carbonioso. Sono state individuate nove strutture (Tav. I): Struttura A: ancora all interno del perimetro della Villa; presente sui due lati della trincea, a forma di grande sacca. Sul lato est era vis i- bile per m. 16 ed era profonda nei punti massimi m. 4; il riempimento era interessato da lenti biancastre, forse livelli evaporitici. Sul lato o- vest dove era ancora visibile interamente, misurava m. 39 di lunghezza e m. 2,50 di profondità. Struttura B: dista m. 8 dal termine di A, presente solo sul lato o- vest della trincea; con sezione semicircolare, larga m. 7 e con profondità massima di m. 2,30. Struttura C: dista m. 4 dal termine di B, sempre sul lato ovest; sezione a losanga, lunga m. 3, profonda m. 1,30. Struttura D: dista m. 15 dal termine di C; ancora sul lato ovest; sezione rettangolare, larga m. 3,20 profonda m. 1,20. Struttura E: dista m. 37 dal termine di D; presente sui due lati della trincea; sezione sub-triangolare, larga m. 5, profonda m. 4. Sul lato ovest è spostata di m. 1,40 verso sud rispetto all altra. Struttura F: dista m. 19 da E; sul lato est della trincea; a sezione di cilindro, larga m. 1,80. La profondità esatta non è nota perché proseguiva oltre il fondo della trincea. Potrebbe trattarsi di un pozzo. 156

NOTA SUL VILLAGGIO NEOLITICO SCOPERTO AL CENTRO DI FO GGIA Struttura G: dista m. 41,50 dal termine di F; presente sui due lati ed in entrambi con sezione rettangolare, larga m. 1,70 e profonda m. 2,40. Anche in questo caso si nota uno spostamento di quella ovest di un metro verso sud. Struttura H: dista m. 33 dal termine di G; sul lato est della trincea; sezione ad U, larga m. 4,10, profonda m. 3,30. Struttura I: presente sui due lati della trincea. Lato est: dista m. 6,80 dal termine di H; sezione a trapezio capovolto, larga m. 5; profonda m. 3,20. Lato ovest: sezione ad U, larga m. 4,60, profonda m. 3,60, spostata di m. 2,20 verso sud rispetto all altra. Tutte le strutture descritte iniziano direttamente al di sotto della massicciata del manto stradale. Probabilmente, all epoca della costruzione della strada, fu eseguito uno sterramento per livellare il terreno. Quindi, le profondità sono da ritenersi inferiori alle reali. I reperti archeologici sono stati in gran parte recuperati da un sommario esame del terreno di risulta dello scavo, già trasportato ad una discarica nei pressi del Cimitero di Foggia. Solo un limitato numero di essi è stato raccolto lungo le sezioni delle strutture, prima che esse venissero ricoperte, e tra questi lo scheletro di un bambino, il cui cranio affiorava sulla parete della struttura B, a pochi centimetri dal manto stradale. In queste condizioni non è stato possibile accertare alcuna stratificazione dei resti, né, d altra parte, si è potuta osservare alcuna particolare distinzione dei tipi ceramici nelle singole strutture. Pertanto, i reperti vengono qui presentati tipologicamente e verranno inquadrati cronologicamente sulla base di quanto già noto sulla sequenza delle culture neolitiche del Tavoliere (Tinè, 1975). Le ceramiche decorate Si possono dividere in tre classi: a) ceramiche impresse; b) ceramiche dipinte tipo Masseria La Quercia; c) ceramiche figuline dipinte a bande rosse, tipo Passo di Corvo. Le decorazioni impresse (Tav. II) riguardano n. 11 frammenti e variano dall impressione a tacche e unghiate all incisione a crudo con motivi a solchi, a segmenti, a chèvron. I frammenti appartengono a vasi d impasto grossolano, con pareti spesse da mm 9 a mm 19. Frequente il motivo a rocker, eseguito su ceramica di impasto più depurato, pareti spesse da mm 4 a mm 9, con superfici levigate e talvolta associato alla decorazione dipinta nello stile di Masseria La Quercia. (Tav. II, 5, 6). La decorazione dipinta tipo Masseria La Quercia interessa n. 23 frammenti (Tav. III), ancora di impasto, ma con superfici accuratamente levigate e spesso lucide; lo spessore delle 157

LAURA SIMONE pareti varia da mm 4 a mm 9. Sono presenti motivi a tratteggio obliquo, rombi e triangolo campiti a reticolo. Le decorazioni interessano spesso anche l interno del frammento e i colori di queste variano dal rosso al bruno scuro, mentre il fondo è color camoscio. Le forme riconosciute sono ciotole, fiaschi e orcioli. La ceramica figulina tipo Passo di Corvo è presente con n. 182 frammenti. Le pareti sono sottili da mm 2 a mm 7, le superfici accuratamente levigate, il colore di fondo varia dal giallino, al camoscio all arancio scuro. In questa classe sono riconoscibili: ciotole profonde, ciotole a calotta sferica, fiaschi a collo basso e indistinta, orcioli e ollette a collo distinto (Tav. IV). Degno di menzione particolare un frammento di ciotola a scomparti (Tav. V, 4), che conserva sia una porzione di parete che una del diaframma divisorio. Inoltre un frammento circolare, forato al centro e decorato con una banda rossa (Tav. V, 2) trova confronti a Passo di Corvo (Radmilli, 1975), a M. Aquilone (Manfredini, 1972), Ripoli (Cremonesi, 1965) e nel neolitico antico della Tessaglia (Weiberg, 1965) e può essere interpretato o come un pendaglio o, più probabilmente, come una fuseruola. Classe della ceramica bruno-levigata In questa classe, presente con n. 590 frammenti, gli impasti sono ben depurati, lo spessore delle pareti varia dai 12 ai 3 millimetri, le superfici quasi sempre levigate a stecca e spesso lucidate. Le forme presenti sono; ollette con collo distinto, ciotole profonde, ciotole con orlo lobato, ciotole con carena a spigolo acuto, ciotole con carena arrotondata, ciotole con orlo ingrossato all interno, ciotole a calotta sferica. (Tav. VI). Un orciolo globulare (Fig. 1) quasi integro, proviene dalla struttura E. Infine, due frammenti particolari: il primo è un piede di rython (Tav. V, 1), ha evidenti segni di steccature e conserva una bugnetta sulla parte anteriore. Un terzo della circonferenza del lembo superiore è costituito da un bordo finito. L altro frammento fa parte del diaframma interno di una ciotola a scomparti (Tav. V, 3). Industria litica Gli strumenti, talvolta frammentari, sono in selce e ossidiana. Sono presenti lame, e lamelle a sezione trapezioidale, raschiatoi su scheggia e grattatoi su lama (Tav. VII). Complessivamente, tra strumenti e schegge, si sono recuperati n. 31 esemplari. Si sono rinvenuti anche frammenti di macine. Resti umani Sono stati riconosciuti resti di crani umani appartenenti a sette individui tra cui un bambino. Alcuni presentavano tracce di combustione, avvenuta probabilmente in momenti successivi alla sepoltura. 158

NOTA SUL VILLAGGIO NEOLITICO SCOPERTO AL CENTRO DI FO GGIA Inoltre, come già detto, nella struttura B, all estremità sud di questa e a pochi centimetri dal manto stradale, è stata rinvenuta una sepoltura di bambino di circa otto anni (Fig. 2). Lo scheletro era in posizione fortemente contratta, adagiato sul fianco sinistro, orientato in direzione Est-Ovest e con il volto rivolto a sud. Altre ossa umane sono state riconosciute mescolate nel terreno di riempimento ed associate in modo caotico con frammenti ceramici ed ossa animali. Resti faunistici Da un esame sommario dei resti recuperati, la fauna risulta costituita in prevalenza da ovini e suini, con scarsa presenza di bovini. Quasi tutte le ossa sono spezzate e quantitativamente ammontano ad alcune centinaia di esemplari. CONCLUSIONI Se per alcune delle strutture rilevate è al momento difficile individuare la funzionalità, per altre (E-G-I) è verosimile pensare che si tratti di fossati con andamento curvilineo e, pertanto, ritenere G, per le sue modeste dimenisoni, un fossato a «C», ed E-I ipotetici fossati di recinzione del villaggio. La ceramica recuperata indica due fasi di occupazione del villaggio, anche se, come si è detto, non è stato possibile in questa occasione accertare quali strutture siano state utilizzate in una fase piuttosto che nell altra. Per una cronologia assoluta dello stanziamento, ci si deve valere delle date al C 14 fornite da altri scavi nel Tavoliere: 5050 ± 100 a.c. e 4590 ± 65 a.c. per la fase di Masseria La Quercia al Villaggio Scaramella di S. Vito (Cortesi e altri, 1969) e 4190 ± 120 a.c. per quella di Passo di Corvo nel sito eponimo (Alessio e altri, 1976). Nessuno degli elementi archeologici posseduti induce a spingere più indietro la data della prima occupazione del sito: infatti, la scarsa ceramica impressa, per la sua genericità, si può riferire alla fase Masseria La Quercia, tanto più che alcuni frammenti di essa portano unite la tecnica ad impressione e quella dipinta tipica di quest ultima fase culturale. L abbandono del sito, invece, tenuto conto della data (3650 ± 70 a.c.; Cortesi e altri, 1969) della facies individuata alla Scaloria Bassa e ritenuta immediatamente successiva a quella di Passo di Corvo, può essere anche posto nell ambito della prima metà del IV mill. a.c. Per quanto riguarda i frammenti di vasi e scomparti, essi trovano confronto in un unico esemplare proveniente dal Villaggio di M Aquilone, attribuibile alla cultura di Masseria La Quercia, in ceramica bruno levigata (Manfredini, 1972, Fig. 14, 16). E comunque difficile dar loro una attribuzione certa al primo periodo del nostro villaggio poiché quello di ceramica figulina fa propendere per una attribuzione alla fase di Passo di Corvo. 159

LAURA SIMONE Il piede di rython è altrettanto difficilmente collocabile, dal momento che i vasi polipodi sono presenti, anche se sporadicamente, in tutte le fasi culturali di quest area geografica, da quella del villaggio di Rendina nei pressi di Melfi in Basilicata, a quelle del Guadone, di Masseria La Quercia e di Passo di Corvo nel foggiano. Poiché questi tipici vasi sono presenti, con maggior frequenza e varietà, nei siti neolitici dell opposta sponda adriatica, come Cakrani in Albania (Korkuti, 1975) e Danilo in Dalmazia (Korosec 1958-59); Batovic, 1975) i nostri esemplari potrebbero costituire una testimonianza di contatti culturali tra le due aree. E in programma, con fondi messi a disposizione dall Amministrazione Civica di Foggia, un saggio di scavo stratigrafico nell area interessata dalla struttura A, situata all interno della cinta della Villa Comunale, dove si spera di raccogliere dati più significativi circa le strutture di questo sito. B I B L I O G R A F I A Laura Simone M. ALESSIO, F. BELLA, S. IPROTA, 1976, Radiocarbon, vol. 18, n. 3, p. 333. S. BATOVIC, 1975, Le relazioni tra la Daunia e la sponda orientale dell Adriatico in «Atti Coll. Inter. Preist. Protost. della Daunia», 23-29 Aprile 1973, Firenze 1975. A. CORTESI, B. TURI, F. BELLA, 1969, Radiocarbon, II, 1969. G. CREMONESI, Il villaggio di Ripoli alla luce dei recenti scavi «Riv. Sc. Preist.», 1965 (fig. 16, 16). M. KORKUTI, 1975, Uno sguardo sui rapporti fra la cultura neolitica di Cakrani e di Velca con le limitrofe culture in «Atti Coll. Intern. Preist. Protost. della Daunia», 23-29 Aprile 1973, Firenze 1975. J. KOROSEC, 1958-59, Neolitiska naseobina u Danilu Bitiniju, Zagabria 1959. A. MANFREDINI, 1972, Il villaggio trincerato di M. Aquilone nel quadro del neolitico dell Italia Meridionale, Origini, 1972. A. RADMILLI, 1975, Guida alla preistoria italiana (Tav. XXV, fig. 14), Sansoni 1975. S. TINE, 1975, La civiltà neolitica del Tavoliere in «Atti Coll. Intern. Preist. Protost. della Daunia», 23-29 Aprile 1973, Firenze 1975. S. WEIMBERG, 1965, The stone age in The Aegean, Cambridge, 1965. 160

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LAURA SIMONE Fig. 2 Scheletro di bambino dalla struttura B. 162

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