La tradizione organaria nissena



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7 Organista - Musicologo Ispettore onorario per gli organi storici siciliani La tradizione organaria nissena Gli organi di Damiano Polizzi Il 25 agosto 1716 don Antonino Orioles si impegna con il sacerdote don Francesco Li Vaccai a realizzare un organo per l oratorio dell Immacolata concezione di Ciminna (PA) 1 ; Antonino Orioles, qualificato civitatis Calatanixettes, si impegna a costruire un organo con canne di piombo di dieci palmi (l attuale 8 piedi), 15 canne di facciata, bassi di legno tappati, somiere in noce, mantici, tasti e meccanica di riduzione; la fonica è composta da un Principale 8, VIII, XV, XIX, XXII, XXVI, Flauto (presumibilmente di 4 ). Il contratto prevede anche che i tiranti di ferro dei registri siano realizzati in loco. Antonino Orioles era, quindi, un organaro completo, capace di realizzare interamente un organo e non un semplice manutentore. Il contratto ci fornisce un altra importante notizia: il committente avrebbe dovuto acquistare tutta la materia prima a Palermo mentre l organaro Orioles avrebbe costruito l organo a Ciminna; nulla sarebbe stato realizzato in Caltanissetta. Nel XVIII secolo gli organari solitamente allestivano laboratori nei luoghi stessi in cui dovevano costruire l organo, specialmente quando il luogo della committenza era distante dalla città di origine ma la distanza era anche segnale di prestigio perché a quei tempi la Sicilia era disseminata di tanti piccoli artigiani organari. Antonino Orioles, cittadino di Caltanissetta, era organaro di prestigio; Caltanissetta, a sua volta, era un centro di cultura organaria. 1 Archivio di Stato di Termini Imerese, Notaio Paolo Santostefano vol. 5709 (1715 178), c. 291 r. e v.

8 L attuale Cattedrale di Caltanissetta 2 già dal 1638 era dotata di un organo prestigiosissimo costruito da Antonino La Valle il cui prospetto, unico elemento originario giunto ancora ai nostri giorni, era del tutto simile a quello dell organo piccolo della cattedrale di Palermo; ricordiamo che la Cattedrale di Palermo 3 era dotata di due organi costruiti da Raffaele La Valle, padre di Antonino: l organo maggiore, di 29 palmi (24 piedi secondo l uso moderno), era uno dei più grandi d Italia, il piccolo di 10 palmi (8 piedi). Quest organo aveva otto registri: Principale, VIII, XV, XVIIII, XXII, XXVI, Flauto alla tudisca e Principale Secondo collocato sul retro della cassa. Le informazioni sull organo piccolo della Cattedrale di Palermo sono importanti perché nell atto dell organo di Caltanissetta, l organo palermitano viene costantemente citato a modello. A Caltanissetta intervenne anche il grande musicista gesuita Erasmo Marotta nella definizione di alcuni particolari costruttivi. Caltanissetta, pertanto, aveva nel XVII secolo uno degli organi più prestigiosi di Sicilia: ciò non avveniva mai per caso, ma per un reale interesse verso l arte organaria alimentato da una solida scuola organistica. È nel XVIII secolo che l arte organaria nissena acquista una visibilità e consistenza mai viste in passato. Il primo nome da segnalare è Pietro Ciotta, probabilmente originario di Calascibetta 4, che intrattenne contatti con la città di Caltanissetta. Nel 1840 il Ciotta riceve dall economo della chiesa di Santa Maria la Fontana in Petralia Sottana (Pa) 16 onze, 3 tarì e 13 grana per acconciare l organo ed accordarlo. 2 Archivio di Stato di Palermo, Notaio Baldassare Zamparrone, vol. 13140. 3 Archivio di Stato di Palermo, Notaio Giuseppe Morello, vol. 7042. 4 In un libro di esiti dell archivio parrocchiale di Petralia Sottana risalente al 1835, viene citato un Pietro organaro di Calascibetta.

La tradizione organaria nissena 9 Sembra, quindi, che abbia effettuato solo alcuni lavori provvisori mentre, cinque anni più tardi, Pasquale Gueli, successore di Pietro Ciotta, ha ricostruito l organo come chiaramente si evince dalla targhetta cartacea incollata sulla tavola di riduzione che reca scritto Pasquale Gueli/fece/in/Caltanissetta 1845 5. Il nome di Pasquale Gueli è ben conosciuto nella Sicilia centrale grazie alla sua abitudine di lasciare un cartiglio sugli organi da lui costruiti aiutando così il nostro lavoro di ricostruzione storica. Nei cartigli la dicitura Pasquale Gueli/fece/in/Caltanissetta era stampata mentre l anno di costruzione seguiva scritto a penna. Non sopravvivono organi di Gueli in Caltanissetta ma ci soccorre il territorio madonita che ha custodito meglio di altri territori il proprio patrimonio organario. I legami tra la bottega nissena e le Madonie erano molto forti se si considera che il Gueli aveva costruito nell arco di un ventennio diversi strumenti in stile settecentesco nei vari paesi madoniti 6. Di Gueli sopravvivono un organo a Petralia Soprana (chiesa del SS. Salvatore, 1848) e due a Petralia Sottana (il già citato organo di S. Maria La Fontana e l organo della chiesa dei Santi Marco e Biagio rispettivamente nel 1845 e 1852). Sono strumenti di dimensione medio-piccola con la fonica caratterizzata da registri di Principale, Ripieno, Flauti di 8 e 4, Flauto Ottavino di 2. Il più grande fra gli organi delle Petralie ha la tastiera con 50 note (Do 1 - Fa 5) e, prima ottava corta 7 ; la pedaliera è di 8 tasti, Do1 - Si 1 (sempre con l ottava corta) ed è costantemente unita al manuale. L organo possiede i seguenti registri: Principale 8, Principale II 8, Voce Umana 8, Ottava, Ripieno (4 file: XV-XIX-XXII-XXVI), Flauto Corista 8, Flauto Boscareccio 4, Contrabasso 16 e Tromba 8 ; gli ultimi due registri sono azionabili solo dalla pedaliera. Dispensa Zaccaria attribuisce al Gueli, inoltre, l organo della chiesa di S. Antonio in Mussomeli 8. Damiano Polizzi (1836-1911), nato a Caltanissetta, fu discepolo di 5 Cannizzaro Diego, 2005 Cinquecento anni di arte organaria italiana, Gli organi della Diocesi di Cefalù, Ed. Via Pulchritudinis, Cefalù (Pa), 131. 6 Zaccaria Dispensa Giuseppe, 1988 Organi e Organari in Sicilia dal 400 al 900, Palermo, Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti, 43. 7 Nell ottava corta mancano il Do#, Re#, Fa#, Sol#. Questa caratteristica è la regola per tutti gli organi antichi; solo a partire dal XVIII secolo si comincia a costruire organi con la prima ottava completa di dodici note. 8 Zaccaria Dispensa Giuseppe, op. cit., 43.

10 Pasquale Gueli. Non è chiaro quale fu il primo organo uscito dalla sua bottega: Opus n.1 è scritto, infatti, sia nel cartiglio dell organo S. Rocco in Butera che nell organo di S. Sebastiano in Caltanissetta. L organo di Butera è datato 1864 (con canne più antiche), l organo di Caltanissetta reca invece la data del 1877. Probabilmente Damiano Polizzi aveva attribuito l Opus n.1 a Butera benché in tale organo impiegasse materiale preesistente mentre l organo di S. Sebastiano fu veramente il primo organo interamente costruito dal Polizzi; l organo di S. Sebastiano, dopo decenni di silenzio e un lungo intervento di restauro ad opera del Fratelli Cimino, ritornerà molto presto a suonare. Damiano Polizzi era dotato di grande ingegno e si cimentò pure nella costruzione dell esecutore meccanico che, applicato all organo, permetteva la riproduzione meccanica di composizioni musicali mediante l inserimento di rulli di carta perforata 9. Dalla fabbrica di Caltanissetta uscirono numerosi strumenti; queste le chiese e le città in cui si trovano 10 : - Alia (Palermo) Chiesa Madre - Alimena (Palermo), Chiesa del Carmine - Caltanissetta Chiesa di S. Francesco - Caltanissetta Chiesa di Piedigrotta - Caltanissetta Chiesa di S. Sebastiano - Caltanissetta Chiesa di S. Anna - Caltanissetta Chiesa di S. Agata - Caltanissetta Seminario vescovile - Caltanissetta Chiesa di S. Domenico - Camastra (Agrigento), Chiesa Madre - Campobello di Licata (Agrigento), Chiesa di S. Giuseppe - Canicattì (Agrigento), Chiesa di S. Biagio - Cerda (Palermo), Chiesa nuova - Delia (Caltanissetta), Chiesa madre - Favara (Agrigento), Chiesa del Purgatorio - Gangi (Palermo), Chiesa di S. Giuseppe - Gangi (Palermo), Chiesa di Spirito Santo - La Valletta, Malta, Chiesa di S. Paolo - Mazzarino (Caltanissetta), Chiesa Madre 9 Dispensa Zaccaria, op. cit., 71. 10 Ibidem.

La tradizione organaria nissena 11 - Mazzarino (Caltanissetta), Chiesa di S. Maria Maggiore - Mussomeli (Caltanissetta), Chiesa Madre - Racalmuto (Agrigento), Chiesa del Carmine - Racalmuto (Agrigento), Chiesa di S. Giuseppe - Resuttano (Caltanissetta), Chiesa Madre - Riesi (Caltanissetta), Chiesa di S. Giuseppe - S. Cataldo (Caltanissetta), Chiesa di S. Lucia - S. Cataldo (Caltanissetta), Istituto Fascianella - S. Caterina Villarmosa (Caltanissetta), Chiesa Madre - Sutera (Caltanissetta), Chiesa di S. Agata - Termini Imerese (Palermo), Chiesa di S. Antonio di Padova. Due opere significative di Damiano Polizzi si trovano a S. Caterina Villarmosa presso la parrocchia Immacolata Concezione e a Gangi (Palermo) presso il Santuario dello Spirito Santo. I cartigli sopra la tastiera ci danno tutte le informazioni cronologiche: a S. Caterina troviamo Premiata Fabbrica D`Organi/ di/ Damiano Polizzi/ N 15 Caltanissetta 1881, a Gangi invece Premiata Fabbrica D Organi/ di/ Damiano Polizzi/ N 19 Caltanissetta 1883 : il primo è stato recentemente restaurato dall organaro Antonio Bovelacci, il secondo è in attesa di restauro. I due organi costituiscono un esempio perfetto di manufatto artigianale filtrato dall acuta intelligenza di un organaro che sapeva tenersi in costante contatto con le più progredite novità costruttive. Tra i registri troviamo i Principali, i Flauti ed il Ripieno che mantengono viva la più genuina tradizione siciliana, affiancati da registri ad ancia quali il Clarinetto, il Violoncello ed il Fagotto che donano allo strumento variegate risorse timbriche; ad essi vanno aggiunti accessori quali i campanelli, il tamburo con rullante e la terza mano. Questi organi introducono tante nuove risorse timbriche di stampo ottocentesco ma in essi non troviamo registri spezzati tipici degli organi di scuola lombarda e fondamento della concezione musicale ottocentesca. Siamo, dunque, di fronte alla capacità di sintesi di un organaro siciliano che ha saputo infondere in una consolidata tradizione tanti elementi nuovi, esterni alla cultura isolana. Comparando quest organo con altri costruiti in Sicilia nell Ottocento da organari venuti dal nord dell Italia possiamo verificare come la cultura musicale siciliana abbia assorbito le novità che venivano dal resto d Italia, quali di queste novità piacquero subito ai siciliani prima che, a partire dal XX secolo, l arte organaria perdesse la peculiarità artigianale per assumere le vesti di fabbrica omologata in tutta Italia ed Europa. Damiano Polizzi era coadiuvato nel suo lavoro dai figli Michele,

12 Agostino, Vincenzo e Giuseppe. Il primogenito Michele 11 nacque a Caltanissetta nel 1861 e da ragazzo apprese l arte dal padre Damiano. Nel 1881 Michele venne chiamato a prestare servizio militare a Bergamo, patria della più rinomata fabbrica d organi italiana, la Serassi. Michele ebbe così l opportunità di apprendere tutte le novità costruttive accrescendo il proprio bagaglio di competenze. Nel 1885 Casimiro Allieri, capofabbrica dei Serassi, venne in Sicilia per costruire l organo del Duomo di San Giorgio in Modica e volle con sé Michele Polizzi quale collaboratore; i loro contatti si infittirono e Michele decise di trasferirsi definitivamente a Modica nel 1888. Agli inizi del 900 Agostino si trasferì a Modica per lavorare col fratello: nacque allora la Ditta Michele e Agostino Polizzi di Modica Alta, autonoma rispetto alla Ditta Damiano Polizzi e figli di Caltanissetta (questa la nuova denominazione della ditta stessa, che aveva cambiato nome). Il periodo d oro di quest ultima va collocato tra il 1900 e il 1931. A Caltanissetta, quando ancora era vivo Damiano, venne installato il magnifico organo della chiesa di S. Agata. L organo è collocato sopra la porta principale d ingresso su cantoria lignea, ha un prospetto nello stile classico a otto campate e la consolle è addossata allo strumento. L organo ha due tastiere di 61 tasti (Do 1 Do 6) e pedaliera retta di 27 pedali (Do1 Re3); la trasmissione è meccanica. Il quadro fonico è molto ricco: I tastiera (Grand organo): Principale 16, Principale 8, Bordone 8, Viola 8, Dulciana 8 Unda Maris 8, Tromba 8, Clarino 8, Ottava 4. Flauto 4, Quintadecima 2, Ripieno di 4 file. II tastiera (Espressivo): Principale 8, Flauto 8 Salicionale 8, Voce celeste 8, Oboe 8, Voce Umana (ancia) 8, Flauto 4, Ottavino 2. Pedale: Contrabasso 16, Bordone 16, Bombarda 16, Violone 8, Basso 8. Sulle tastiere, al centro, si trova la targhetta a stampa del costruttore recante la dicitura Premiata fabbrica di organi Damiano Polizzi e figli Caltanissetta 1900. Nel 1931 viene realizzato presso la chiesa di S. Domenico in Caltanissetta un altro grande strumento, collocato su cantoria in muratura sopra la porta di ingresso. La cassa lignea è chiusa da portelle a vetri, accogimento che rende l intero organo espressivo (solitamente solo una 11 Bovelacci Antonio, La bottega di Michele Polizzi a Modica Alta: un legame diretto con i Serassi, in Per Attratto e Mastria, ed. Ass. Festival Organistico di San Martino delle Scale (Pa), 63-64.

La tradizione organaria nissena 13 parte dell organo veniva chiusa in cassa espressiva ma all inizio del XX secolo si sviluppò l attitudine di chiudere intermente l organo; fu comunque una fase transitoria prima di tornare ben presto all idea di assegnare solo ai registri di una tastiera, il cosiddetto Recitativo Espressivo, la caratteristica di essere chiusi in cassa. La consolle di S. Domenico è a finestra con due tastiere cromatiche di 61 tasti (da Do1 a Do6) e una pedaliera di tipo diritto-concavo, cromatica, con 27 pedali (da DO1 a RE3). I comandi dei registri sono posti in fila orizzontale sopra la tastiera superiore; l inserimento avviene a L organo della chiesa di S. Domenico tirare, i nomi dei registri sono a stampa con fondo bianco per G.O., rosa per l Organo Eco espressivo, verde per Pedale; i registri, da sinistra a destra sono: Bordone 16 Basso 8 Cello 8 Salicionale 8 Dulciana 8 Voce Flebile 8 Viola 8 Bordone 8 Bordone 4 Oboe 8 Voce umana 8 Principale 16 - Principale 8 Undamaris 8 Viola 8 - Bordone 8 - Flauto 8 Flauto 4 Ottava 4 Duodecima 2? - Salicetta 2 Tromba 8. La divisione fra basi e soprani avviene fra MI3 e FA3. Consolle dell organo di S. Domenico

14 Sopra la pedaliera pedaletti in metallo e scarpa lignea, da sinistra a destra troviamo: TREMOLO Espr. Eco; UNIONE I tastiera al pedale; FONDI 8 G.O. (Flauto, Bordone, viola Principale); MF (Ottava, flauto 4 e Flauto 8, Bordone 8, Viola 8, Principale 8 ) ESPRESSIONE, RIPIE- NO (ripieno 2 file, Salicetta 2, Duodecima, Ottava, Principale 8, Principale 16 ) TUTTI (ripieno 2 file, Tromba 8, Salicetta 2, Duodecima, Ottava, Flauto 4, Flauto 8, Viola 8, Principale 8, Principale 16 ; QUARTAMANO-TERZAMANO. Sulle tastiere, al centro, si trova la targhetta a stampa del costruttore: Premiata fabbrica di organi Damiano Polizzi e figli n. 80 Caltanissetta 1931 Gli organi di S. Agata e di S. Domenico si collocano tra la produzione di strumenti a trazione interamente meccanica o mista e quelli, più recenti, dotati di trazione interamente pneumatica; la presenza della cassa espressiva rende gli strumenti particolarmente adatti alla esecuzione di pagine della letteratura romantica. Dal punto di vista estetico musicale gli organi si inquadrano nella tipica produzione italiana dei primi anni del XX secolo: sono dotati di un corpo maggiore, per quantità e potenza sonora, destinato soprattutto all accompagnamento dei canti del popolo e del coro, al quale si contrappone un secondo corpo contenente registri di colore di 8 e 4 per momenti di meditazione o solistici: significativa la presenza della Voce Umana ad ancia nei soprani e dell Oboe 8 bassi. La fonica degli strumenti è costituita da molti registri da 8 : si trova il Principale 16, una buona rappresentanza di ance di 8 e poderosi Ripieni che consentono un ottimo uso concertistico solistico, reso possibile anche dalla pedaliera di 27 note dotata di registri propri. Lo strumento di S. Agata è attualmente in restauro presso il laboratorio del Fratelli Cimino, l organo di S. Domenico ha il progetto di restauro completo ma in attesa di finanziamento. L organo dell Istituto Testasecca è anch esso prossimo alla restituzione dopo il restauro a cura del Fratelli Cimino; l organo venne costruito da Damiano Polizzi nel 1893 ed ha un somiere unico comandato da due tastiere. Due anni fa si è completato il restauro dell organo della chiesa di Santa Croce; quest organo, l opera n. 79 di Damiano Polizzi e Figli, venne completato nel 1927; il restauro è stato effettuato dall organaro Antonio Bovelacci. L ultimo grande sforzo della ditta Damiano Polizzi e figli venne profuso nel 1939 presso la Chiesa Madre di Gela. L organo fu donato da Benito Mussolini in occasione di una sua visita in quella città, in

La tradizione organaria nissena 15 segno di ringraziamento per la calorosa accoglienza ricevuta. La commissione venne affidata alla ditta cremonese Rotelli-Varesi ma si decise di coinvolgere la ditta Damiano Polizzi e Figli: da qui la costruzione del monumentale organo a firma congiunta Rotelli-Varesi-Polizzi della Chiesa Madre di Gela, unico esemplare costruito in sinergia dalle due ditte. Le difficoltà economiche del periodo, l autarchia, nonché i venti di guerra che spiravano proprio nel 1939, complicarono non poco la vita agli organari, i quali non poterono lavorarono con la consueta attenzione. Grazie al recentissimo restauro ad opera di Antonio Bovelacci è stato ridonato alla comunità di Gela e all intera Sicilia un manufatto molto significativo della prima metà del XX secolo. L organo ha due tastiere di 61 tasti (Do 1 Do 6) e una pedaliera di 32 tasti (Do1 Sol 3); i registri si inseriscono con placchette a bilanciere in materiale plastico di colore arancio in un unica fila orizzontale sopra il secondo manuale. Ecco la fonica: Registri G.O.: Principale 16, Principale 8, Flauto 8, Dulciana 8, Unda Maris 8, Ottava 4, Duodecima 2 2/3, Decima V 2, Ripieno 4 file, Tromba 8, Registri Recitativo Espressivo: Principalino 8, Bordone 8, Viola 8, Coro Viole 8, Flauto 4, Nazardo 2 2/3, Oboe 8, Voci Corali 8, Tremolo. Registri Pedale: Contrabbasso 16, Subbasso 16, Basso 8, Bordone 8. Unioni: Tastiera I al Pedale, Tastiera II al Pedale, Super ottava Pedale. A destra del frontalino al di sopra del manuale superiore su targa circolare in materiale sintetico vi è scritto Rotelli- Varesi- Polizzi / Cremona-Caltanissetta 1939-XVII. Nel secondo dopoguerra il ramo nisseno della famiglia Polizzi non proseguì l attività costruttiva, limitandosi solo a piccoli interventi di manutenzione e di accordatura. Non si sa dove fosse ubicato il laboratorio in città così come risulta disperso l archivio della ditta. Restano gli strumenti, molto belli ed interessanti, piacevoli da suonare e da ascoltare, che invitano gli organisti e gli studiosi ad approfondire le ricerche sulla prestigiosa scuola organaria nissena. ALTRE FONTI - Cusmano Giuseppe, 2002 Gli organi delle chiese di Ciminna, Tip. Andrea Caputo, Palermo. - Di Pasquale Damiano, 1928 L organo in Sicilia dal Sec. XIII al Sec. XX, Tip. Trinacria, Palermo.