I Cavalieri di Sicilia NEWSLETTER DELLE SEZIONI SICILIANE DELLA ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARMA DI CAVALLERIA 12 MARZO 2010 NUMERO 24 PRESTIGIOSO SECONDO POSTO DEL C.LE MAGG. VALERIA PULVIRENTI, DEL REGGIMENTO LANCIERI DI AOSTA (6 ) NELLO SLALOM GIGANTE DEI CA.STA 2010 Ten. Giuliano Giambelluca Anche quest anno, come consuetudine, si sono disputati i Campionati Sciistici delle Truppe Alpine (CA.STA), svoltisi dal 31 gennaio al 5 febbraio 2010 presso il comprensorio sciistico di San Candido (Bolzano). Tra i pochissimi reparti non inquadrati nel Comando Truppe Alpine a prendervi parte, Aosta ha partecipato alle competizioni con un proprio graduato di truppa, il C.le Magg. Valeria Pulvirenti, effettiva al 1 Squadrone Esplorante, che ha conquistato una prestigiosa medaglia d argento nello slalom gigante riservato al personale femminile dell Esercito. In questo numero: - PRESTIGIOSO SECONDO POSTO DEL C.LE MAGG. VALERIA PULVIRENTI DEL REGGIMENTO LANCIERI DI AOSTA (6 ) NELLO SLALOM GIGANTE DEI CA.STA 2010 - UN ANNO NELL ANAC RIFLESSIONI ED EMOZIONI - DALLA 3^ GUERRA DI INDIPENDENZA ALLA FINE DELL 800 Incontriamo il C.le Magg. Pulvirenti, al quale sono state rivolte alcune domande sull esperienza agonistica a vantaggio dei lettori de I Cavalieri di Sicilia. C.le Magg. Pulvirenti, Lei ha appena conseguito un prestigiosissimo risultato ai CASTA 2010: il secondo posto nella competizione dello slalom gigante. In che modo riesce a praticare questo sport e a prepararsi per una competizione così importante in una Regione, come la Sicilia, che annovera pochi impianti di risalita e poche piste disponibili? Per me, sciare, oltre ad essere uno sport, rappresenta una passione che alimento da tempo. Ovviamente, portare avanti le proprie passioni comporta molti sacrifici. E così, appena mi si presenta la possibilità, vado a sciare sull Etna o, in altri casi, al di fuori della Sicilia. A che età ha iniziato a praticare lo sci?
2 All età di 4 anni, grazie a mio padre, ho calzato per la prima volta gli sci innamorandomene sin da subito e non abbandonandoli più. Quali sono state le sensazioni provate durante la sua partecipazione ai CA.STA 2010 e per il fatto di aver ottenuto questo brillante risultato? Appena ne ho la possibilità, mi dirigo verso una pista di sci o verso aree attrezzate che mi permettono di allenarmi. Ripeto: se si ha passione si riesce a fare ogni cosa. E sempre così anche nella vita di tutti i giorni. Alla luce dell esperienza maturata quest anno, pensa di ripresentarsi alla prossima edizione dei CASTA? Assolutamente si. Se mi troverò in Italia. Nel caso in cui dovessi seguire il mio Reggimento in un Operazione fuori area, rimanderei la mia partecipazione ai campionati successivi. Questa è la seconda edizione a cui partecipo ma, almeno da un punto di vista emotivo, quest ultima è stata certamente quella più intensa. La prima edizione è stata caratterizzata dalla novità della manifestazione sportiva militare, ma il risultato finale non mi ha entusiasmato. Questa volta sono più soddisfatta in virtù del risultato raggiunto. L aver ottenuto la medaglia d argento, già posizionata all interno della mia teca personale dove raccolgo i miei trofei, mi ripaga dei sacrifici cui accennavo prima. Infine, aver avuto la possibilità di salire sul podio dei vincitori ed aver osservato la faccia sorpresa di chi mi ha premiato (un cavaliere siciliano che ha battuto diversi alpini, sembra incredibile!) sono state soddisfazioni che hanno suggellato una giornata davvero indimenticabile. Come riesce a praticare questo sport coniugandolo con il servizio che svolge? Le mie licenze, soprattutto quelle del periodo invernale, sono sempre caratterizzate da un particolare: gli sci viaggiano sempre con me. Complimenti Valeria, l intero Reggimento Lancieri di Aosta, può starne certa, è molto fiero di Lei. UN ANNO NELL A.N.A.C. RIFLESSIONI ED EMOZIONI Roberto Piazza È passato un anno da quando, nel dicembre del 2009, ho ricevuto la lettera con la quale il Presidente della Sezione di Palermo, Gen. Stefano Dolce, mi comunicava l accettazione della mia richiesta di divenire socio aderente dell Associazione Nazionale Arma di Cavalleria. Mi ero avvicinato ai valori ed alle attività dell A.N.A.C. per pura causualità e grazie all appartenenza allo stesso ufficio di un prestigioso componente dell Associazione, con il quale in varie occasioni mi trovai a parlare dell Esercito Italiano, delle sue attività e della mia esperienza quale militare di leva.
3 Così, conversando amichevolmente, ho conosciuto la passione, l attaccamento agli ideali e ai valori della Cavalleria, che avrei poi trovato in tutti coloro che fanno parte della nostra Associazione. In tal modo, io che avevo prestato servizio nell allora 1 Battaglione Granatieri di Sardegna, non ho avuto alcuna difficoltà, a fare istanza alla sezione Cavalleggeri di Palermo (30 ) per divenire socio aderente. Naturalmente il mio legame con il mio essere Granatiere non è stato in alcun modo scalfito, anzi, nelle manifestazioni ove è prevista l uniforme sociale indosso il basco con il fregio dei Granatieri di Sardegna. Quanti impegni e attività svolte in questo anno, al fianco degli altri soci! La preparazione per la partenza del Reggimento Lancieri di Aosta (6 ) per il Libano, il loro rientro, il Consiglio Regionale a Catania, sono solo alcuni esempi. Mi piace ricordare l emozione provata quando dopo, ahimè, dopo 24 anni, sono rientrato in caserma in occasione della cerimonia svoltasi nella sede del Reggimento Lancieri di Aosta (6 ) per la partenza per la missione di peace-keeping libanese. Sono assolutamente sicuro che il futuro ci riserverà nuove sfide e grandi soddisfazioni. BREVE STORIA DELLA CAVALLERIA di Francesco Apicella Dalla 3^ guerra di indipendenza alla fine dell 800 Il programma di potenziamento del neocostituito esercito italiano coinvolge anche la cavalleria; nel maggio 1863 viene formato un nuovo squadrone in tutti i reggimenti lancieri, tranne Montebello. Questi reparti confluiscono nel mese di ottobre a formare i depositi dei Lancieri di Foggia e dei Cavalleggeri di Caserta, trasformati in reggimenti rispettivamente a Vercelli e Aversa nel gennaio dell anno successivo. In questo periodo anche la casa regnante conferma il suo legame privilegiato con l arma; il principe ereditario Umberto comanda nel 1862 i Lancieri di Aosta mentre Amedeo duca di Aosta comanda i Lancieri di Novara dal 1865 al 1866. La cavalleria italiana, formatasi amalgamando quella dell armata sarda con unità ed elementi provenienti dagli altri stati e dai corpi volontari, si presenta alla 3^ guerra di indipendenza con effettivi disciplinati e motivati. Poco curati sono tuttavia l istruzione dei quadri e l addestramento in campagna di cavalli e cavalieri. Il piano generale della guerra prevede I, II e III corpo d armata schierati fronte a est sulla linea del Mincio e IV corpo d armata schierato a nord di Bologna pronto a passare il Po. Ciascun corpo dispone di una brigata di cavalleria su tre reggimenti; solo quella del II è su due. Una divisione di cavalleria di linea due brigate su due reggimenti ciascuna - è a disposizione delle forze che attaccano da est. Comandante in capo è Vittorio Emanuele, capo di stato maggiore il generale Alfonso La Marmora da cui dipende anche il IV corpo d armata comandato dal generale Enrico Cialdini. All esercito si unisce anche il contingente di volontari agli ordini di Garibaldi cui è affidata la conquista del Trentino. Di fatto le forze sono suddivise in due armate, quella del Mincio e quella del Po e i generali La Marmora e Cialdini erano d opinione diversa, propendendo quegli per l attacco da ovest e questi per quello da sud. Pure, senz altro che un semplice colloquio tra quei due generali, fu fissato all ingrosso che i primi tre corpi richiamassero l attenzione dell arciduca verso il Mincio e il IV passasse il basso Po per impadronirsi di Rovigo e dei passi del basso Adige; dopo di che l esercito avrebbe fatto massa nel Veneto, su Padova e Vicenza, alle spalle di Verona. Così avremmo girato il Quadrilatero. Ma come l armata di sinistra (i primi tre corpi sotto il comando diretto del re e del generale La Marmora) dovesse comportarsi per raggiunger l intento voluto fu lasciato in nube. Questa è la situazione, come la descrive il Corsi, il 20 giugno 1866 quando l Italia, alleatasi con la Prussia, dichiara guerra all impero austroungarico. All alba del 23 giugno il Mincio viene passato e le prime pattuglie di cavalleria iniziano le loro ricognizioni. Il giorno successivo è quello della battaglia di Custoza, diventata sinonimo di bruciante sconfitta. Eppure, come sempre nelle occasioni più difficili, anche questa volta la cavalleria sa dimostrare il suo valore. L armata del Mincio tenta di forzare il Quadrilatero da ovest ma viene respinta in una serie di combattimenti svolti in varie località. I reggimenti Nizza, Piemonte, Savoia e Genova, inquadrati nella divisione di cavalleria, combattono a Villafranca. Nella stessa località si distinguono i Cavalleggeri di Alessandria meritando la medaglia d'argento al valor militare allo Stendardo, oltre a numerose ricompense individuali, tra cui la medaglia d'oro al valor militare per il colonnello Strada, comandante di reggimento. I Lancieri di Aosta combattono a Monte Vento e meritano la medaglia d'oro al valor militare allo Stendardo, unica concessa a un reggimento di cavalleria nelle guerre di indipendenza. A Oliosi combattono le Guide, al cui Stendardo è attribuita la medaglia d'argento al valor militare. Nella maggior parte dei casi sono azioni decisive volte a proteggere altre unità. Lo storiografo tedesco von Bernhardi, che nel 1866 ècoadiutore principale dell'ambasciatore di Prussia a Firenze, scriverà nel 1897: "E' un fatto che nella pianura tra Villafranca e Verona la cavalleria
4 italiana sostenne gloriosamente l'urto di quella austriaca, tanto più numerosa, anzi essa alla fine prevalse." L'esito della battaglia di Custoza appare ancora più funesto perché grandi erano le aspettative riposte in questa azione contro il Quadrilatero. Seguono giornate di comprensibile difficoltà, non superiori tuttavia a quelle dell'avversario che sul suo secondo fronte, in Germania, è sconfitto a Sadowa il 3 luglio. Diventa così possibile, modificando i piani iniziali, aggirare il Quadrilatero da sud-est, forzando prima il Po e poi l'adige per procedere speditamente verso il Veneto e il Friuli. L articolazione iniziale delle forze viene rimaneggiata e si costituiscono sei brigate di cavalleria su due reggimenti ciascuna che operano con il corpo di spedizione al comando del generale Cialdini incaricato dell inseguimento delle forze austroungariche verso est. La divisione di cavalleria e un brigata leggera composta da Novara e Guide rimane invece con il corpo di osservazione, al comando del re col generale La Marmora, con il compito di assediare le fortezze che ancora resistono nel Veneto, tra cui Verona. I reggimenti di cavalleria, idonei a precedere con celerità il corpo di spedizione, vengono lanciati verso est e il fatto d'arme più significativo avviene a Versa, nel Friuli, presso il ponte sul torrente Torre il 26 luglio, a un mese dalla sconfitta di Custoza. I Lancieri di Firenze caricano e disperdono le fanterie avversarie che minacciano un battaglione di bersaglieri a presidio del ponte. Allo Stendardo viene concessa la medaglia di bronzo al valor militare e numerose sono le ricompense individuali. Negli stessi giorni si tratta la tregua e anche il contingente di volontari che sta avanzando in Trentino è costretto a fermarsi. E in questa occasione che Garibaldi pronuncia, dopo la battaglia di Bezzecca, la famosa parola "Obbedisco". L'armistizio lascia parte del Friuli ed il Trentino all'austria. Solo il 16 ottobre le truppe italiane, tra cui il reggimento Lancieri di Milano, entrano in Verona e dopo due giorni viene firmato l atto di cessione di Verona e del Veneto da parte dell impero austro-ungarico. Nell ottobre 1866 vengono sciolte la divisione e le brigate di cavalleria, ma rimangono i reggimenti che nel frattempo dal 1860 al 1870 sono stati impegnati anche nel sud dell Italia nella repressione del brigantaggio. In questo impiego non istituzionale le unità di cavalleria si fanno apprezzare per la capacità di prodigarsi a favore delle popolazioni civili, anticipando il modo di operare dei reparti oggi impegnati nelle missioni per il mantenimento della pace. Alla presa di Roma nel 1870 la cavalleria partecipa con cinque reggimenti: Savoia, Novara, Aosta, Milano e Lodi. Le operazioni militari sono di modesta portata, anche se costano all arma due caduti, un sergente di Novara e un cavalleggero di Lodi. L anno successivo con la riforma Ricotti, dal nome del generale ministro della guerra dal 1871 al 1876, i reggimenti diventano tutti di Cavalleria e al nome viene aggiunto il numero progressivo, lo stesso rimasto fino a oggi. Aboliti anche i colori distintivi, vengono adottate per tutti i reggimenti le fiamme bianche. Per celebrare la proclamazione della nuova capitale viene costituito nel 1871 il 20 reggimento di cavalleria Roma. La riforma dispone anche il versamento all armeria reale di Torino degli Stendardi. Il pretesto operativo è l impiego frazionato in piccoli nuclei per compiti di esplorazione che precluderebbe la possibilità di dispiegare lo Stendardo alla testa dell intero reggimento. Nel 1883 si costituiscono due nuovi reggimenti, Padova e Catania; altri due nel 1887, Umberto e Vicenza. Comincia nel 1885, con la partenza da Napoli di un plotone del reggimento Caserta, la partecipazione della cavalleria alle imprese coloniali. Verranno di volta in volta inviati, traendoli da vari reggimenti, piccoli nuclei che nei corpi di spedizione costituiscono reparti di formazione anche con il contributo di personale indigeno. Sono protagonisti di episodi di valore italiani e indigeni, cui vengono attribuite le meritate ricompense senza distinzione. Quando nel 1897 Le Figaro pubblica alcune lettere del principe Enrico d Orléans offensive per i soldati italiani che hanno combattuto l anno precedente nella battaglia di Adua, il conte di Torino, Vittorio Emanuele di Savoia Aosta, tenente colonnello nel reggimento di cavalleria Roma, sfida a duello il principe ferendolo gravemente. Nulla hanno a che vedere col valore dei soldati italiani le imprudenze ed istigazioni del Crispi e la arrischiatezza del Baratieri che secondo Benedetto Croce hanno determinato la disfatta. L evento più significativo che chiude questo secolo per la cavalleria è però il ritorno degli Stendardi ai reggimenti. Il 17 dicembre 1896 all'armeria reale, dove erano stati custoditi per 25 anni, gli Stendardi vengono riconsegnati ai colonnelli comandanti. Le considerazioni di ordine operativo per cui si torna all impiego unitario dei reggimenti hanno questa volta determinato un provvedimento di grande e positivo effetto morale per tutta l arma. Subito dopo vengono riprese anche le tradizionali denominazioni legate alla specialità: cavalleria, lancieri, cavalleggeri. per gentile concessione dell autore
5 L' ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARMA DI CAVALLERIA IN SICILIA CONSIGLIERI NAZIONALI ONORARI Ten. Col. di Cavalleria Andrea GRIMALDI di Nixima Gen. Div. Pasquale VITALE Gli articoli rispecchiano il parere degli autori che si assumono la responsabilità dei contenuti. La collaborazione con la Newsletter è a titolo gratuito. CONSIGLIERE NAZIONALE Capitano di Cavalleria Francesco BORGESE LE SEZIONI Sezione di Catania: "Cavalleggeri di Catania" (22 ) Magg. di Cavalleria Cristoforo ARENA Sezione di Messina: "Col. c. V. Scalisi Cap. c. G. Macrì" Magg. med. Angelo PETRUNGARO Se sei interessato alla nostra ASSOCIAZIONE CONTATTA la Sezione A.N.A.C. più vicina Per abbonarsi allarivista di Cavalleria: Sezione di Palermo: "Cavalleggeri di Palermo" (30 ) Gen. Div. Stefano DOLCE Sezione di Siracusa: "Col. Vincenzo Statella MOVM" S.Ten. di Cavalleria Francesco M. ATANASIO Sito web: www.trentesimo.it Newsletter destinata ai Soci e simpatizzanti delle Sezioni Siciliane dell Associazione Nazionale Arma di Cavalleria Hanno collaborato a questo numero: - Ten. Giuliano Giambelluca - Francesco Borgese - Salvatore Salerno - Roberto Piazza E-mail: cavalieridisicilia@alice.it sul nostro sito potete consultare i numeri precedenti cc postale 58927005 intestato a Rivista di Cavalleria Associazione Nazionale Arma di Cavalleria Via Damiata, 5-00192 Roma Tariffe 2010 Ordinario. 40,00 Benemerito. 70,00 Amico. 100,00 Arretrati. 10,00 visitate il sito della ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARMA DI CAVALLERIA www.assocavalleria.it