Unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco



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Transcript:

Scheda tecnica Energia nucleare verso il Referendum del 12 e 13 giugno Indice Storia...1 Centrali elettronucleari...2 Le scorie...3 Costi economici...3 Gli interessi delle banche sul nucleare...4 Pericoli per la salute...4 Tumori e leucemie...4 Nuovi EPR: nessuna garanzia di sicurezza 5 Dal civile al bellico...5 Bombe con Uranio arricchito...5 Bombe con il Plutonio...5 Bombe sporche...6 Illustration 1: Deposito di Cesio-137 dopo il disastro di Cernobil Storia La diffusione nel mondo occidentale della tecnologia nucleare parte con il programma statunitense Atoms for Peace, presentato all Assemblea Generale dell ONU nel 1955 1, un operazione centrata ufficialmente sulla diffusione e la democratizzazione della tecnologia nucleare civile, ma in realtà promossa dagli Stati Uniti per dotare alcuni dei paesi aderenti al Patto Atlantico di armamenti e tecnologie nucleari da utilizzare in funzione antisovietica. E altresì vero, 1 La Conferenza Atoms for Peace fu proposta nel 1953 da Eisenhower. La Prima Conferenza di Ginevrà fu nel 1955. Il 1957 fu invece l'anno di fondazione dell'aiea, l'agenzia Internazionale per l'energia Atomica di cui fanno parte attualmente 151 stati.

però, che i sogni di una nuclearizzazione mondiale per fini civili, a partire dai grandi entusiasmi degli anni 50 quando si progettava di costruire migliaia di reattori in tutto il mondo, si sono notevolmente ridimensionati negli anni e i gravissimi incidenti alle centrali di Three Mile Island nel 1979 negli Usa e di Cernobyl nel 1986 in Urss non hanno fatto altro che imprimere una definitiva frenata allo sviluppo di questa tecnologia. L'Italia, che nel 1957 aveva ospitato proprio la fondazione dell'euratom 2, in quegli anni era impegnata in importanti piani di ricerca e inustria dell'energia atomica 3, geotermica e idroelettrica. Negli anni Settanta a causa delle pressioni degli USA l'italia abbandonò i programmi di ricerca e così le centrali successive furono costuite utilizzando le tecnologie importate dagli Stati Uniti della Westinghouse e General Electric. Nel 1979 l'incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island, spingerà ad aumentare i sistemi di sicurezza, e nel 1982 in seguito all'incidente alla centrale di Cernobyl l'italia come molti altri paesi, abbandonò l'energia atomica con un referendum 4 passato con una maggiornza 80,6%. Ma questo non vuol dire che l'italia non abbia un eredità radioattiva con cui fare i conti: 25 mila m 3 di rifiuti nucleari dislocati in quattro depositi di scorie 5. Inoltre il Governo Berlusconi ha deciso con la legge 239/2004 ( Legge Marzano ) di ripristinare la possibilità di investire sul nucleare all'estero. L'Enel ha potuto quindi acquistare il 66% della Slovenské Elektrárne a.s., massima produttrice 2 La Comunità europea per l'energia atormica 3 L'Italai era nei primi anni Sessanta il terzo produttore mondiale di energia atomica. 4 Quesito n.1: Abrogazione dell'intervento statale se il Comune non concede un sito per la costruzione di una centrale nucleare. (votanti favorevoli 20 984 110 80,60%). Quesito n.2: Abrogazione dei contributi di compensazione agli enti locali per la presenza sul proprio territorio di centrali nucleari o a carbone (votanti favorevoli 20 618 624 79,70%). Quesito n.3 - Esclusione della possibilità per l'enel di partecipare alla costruzione di centrali nucleari all'estero (votanti favorevoli 18 795 852 71,90%). 5 Saluggia (Vc), Eurex e Avogadro:Contiene 3.661 m 3 di rifiuti di seconda categoria, che necessitano fino a qualche centinaio di anni per raggiungere concentrazioni entro i limiti previsti per lo smaltimento. A questi si aggiungono 310 metri cubi di rifiuti di terza categoria, che richiedono tempi molto più lunghi, nell ordine delle migliaia di anni. Rotondella (Mt), Itrec, Trisaia: Custodisce 64 elementi, oltre a 433 fusti di rifiuti liquidi e 337 di rifiuti solidi. In totale 4.312 metri cubi di rifiuti radioattivi di seconda categoria e 519 metri cubi di terza. Roma, Centro Ricerche di Casaccia, Opec e Plutonio: Sono presenti nel centro di ricerche Casaccia 3.316 m 3 di rifiuti di seconda categoria e 1.083 metri cubi di terza categoria. Bosco Marengo (Al), Impianto Fn: Custodisce 460 m 3 di rifiuti nucleari di seconda categoria.

di elettricità in Slovacchia e seconda dell'europa centro-orientale, e stringere un accordo con Électricité de France investendo 375 milioni di euro per la costruzione di un nuovo reattore nella centrale di Flamanville. Analogamente nel 2007 la Ansaldo ha riesumato la Ansaldo Nucleare S.p.A. con attività in Armenia, Ucraina, Russia e Cina. Oggi nel mondo sono operativi 439 impianti elettronucleari per una potenza totale installata di 371.647 MW. A guidare la classifica del nucleare civile sono gli USA, con ben 104 reattori per un totale di 100mila MW, seguiti dalla Francia con 59 reattori e oltre 63mila MW, e dal Giappone con 55 reattori e circa 47mila MW. Centrali elettronucleari In una centrale nucleare a fissione Cernobyl Il 26 aprile 1986, un reattore della centrale nucleare di Cernobyl in Ucraina esplose rilasciando grandi quantità di radiazioni nell atmosfera e contaminando milioni di persone e una vasta area della Russia e dell Europa. In Bielorussia e Ucraina furono contaminati più di 140 mila chilometri quadrati di territorio e fu necessario evacuare circa 350 mila persone. A 22 anni di distanza, il disastro ha ancora un pesante effetto sulla popolazione e tutt oggi si registrano nuove vittime. Secondo uno studio di scienziati delle accademie delle scienze di Ucraina e Bielorussia, pubblicato da Greenpeace nel 2006, nel lungo periodo si potranno raggiungere le 140 mila vittime (contro le poco più di 9 mila delle cifre ufficiali). BWR (Boiling water reactor). I reattori ad acqua bollente sono i più comuni nel mondo. In Italia si al impianto di Caorso che quelli mai terminati di Montalto di Castro e Trino Vercellese 2 erano di questo tipo. PWR (Pressurized light water reactors). Si tratta di impianti ad acqua leggera in pressione, consentono di ridurre la quantità di acqua radioattiva in circolazione e di evitare l uso di vapore contaminato. Ha un rendimento leggermente inferiore al BWR. WWER (Water water power reactor). Reattore ad acqua leggera in pressione. È una variante dei Pwr, progettato in Unione Sovietica, ma permette di realizzare centrali più grandi (fino a 1.500 Mw elettrici per singolo reattore). CANDU / PHWR (Canada deuterium uraniumreactor). Reattori ad acqua pesante, sviluppati in Canada. Tra il 1997 e il 1998 il governo canadese hahttp://it.wikipedia.org/wiki/file:pressuriz edwaterreactor_ita.gif chiuso 22 dei propri impianti, uno solo dei quali riattivato. FBR (Fast breeder reactors). Sono i cosiddetti autofertilizzanti, poiché permettono di estrarrepiù plutonio di quanto ne consumino. Per moderare ineutroni si ricorre al sodio liquido, con gli a cura dell'unione degli Studenti, il Sindacato Studentesco aderente alla Rete annessiproblemi della Conoscenza di sicurezza. RBMK (Reaktor bol shoi moshchnosty kanal nyi). Reattori di fabbricazione sovietica ad acqua bollente, moderati a grafite. È di questo tipo il reattore esploso nella centrale di Cernobyl, in Ucraina, nel 1986.

refrigerata ad acqua leggera, come ogni centrale elettrica basata su un ciclo al vapore, avviene una reazione che libera calore utilizzato per la vaporizzazione dell'acqua e quindi la generazione di lavoro meccanico. Il principio fisico alla base della generazione del calore in una centrale nucleare a fissione è dunque la fissione nucleare, ovvero la scissione del nucleo di atomi pesanti quali uranio e plutonio. La vita operativa di una centrale nucleare attuale è in genere intorno ai 25-30 anni. in base ai dati a disposizione una centrale nucleare "media" da 1000 MWe necessita all'incirca di 30 tonnellate di uranio arricchito all'anno o 150/200 tonnellate di uranio naturale. La produzione di questi quantitativi di uranio presuppone l'estrazione grandi quantitativi di roccia (che rimangono vicini al luogo di estrazione) e l'uso di ingenti quantitativi di acidi ed acqua per la concentrazione del minerale. Le centrali nucleari hanno una efficienza di conversione del calore in energia elettrica piuttosto bassa. Infatti solo una parte variabile dal 30% al 35% della potenza termica sviluppata dai reattori è convertita in elettricità. Le scorie L industria nucleare vuole insabbiare il problema delle scorie, immagazzinandole in depositi geologici profondi. Tuttavia al mondo non ne è stato costruito nemmeno uno. Infatti, è stato finora impossibile trovare luoghi in cui la sicurezza potesse essere garantita per il lungo tempo necessario. Ogni impianto nucleare produce un quantitativo di scorie e gran parte della centrale stessa, a fine vita, diventa una scoria da conservare per tempi lunghissimi. I residui della produzione di energia nucleare, infatti, possono rimanere radioattivi per centinaia di migliaia di anni. Nessun Paese, compresa l Italia, dopo sessant anni di storia del nucleare, ha ancora trovato la soluzione per la gestione di lungo termine di queste scorie. Si tratta di controllare per due-tre secoli quelle a vita media e per decine di migliaia di anni quelle a vita più lunga. Questa attività, oltre ad avere un notevole peso economico sulla sostenibilità delle centrali, rappresenta una delle minacce più gravi e meglio nascoste del nucleare. Le scorie nucleari vengono categorizzate in base al loro livello di radioattività e in base

alla durata della loro pericolosità. L Agenzia Internazionale per l Energia Atomica (AIEA) stima che, ogni anno, l industria dell energia nucleare produca l equivalente di circa 1 milione di barili (200.000 metri cubi) di quelle che vengono considerate Scorie a basso e medio livello e circa 50.000 barili (10.000 metri cubi) delle più pericolose Scorie ad alto livello. 6 Queste ultime, estremamente pericolose, includono i materiali che contengono elementi altamente radioattivi. Possono rimanere radioattive per centinaia di migliaia di anni ed emettono grandi quantità di radiazioni pericolose. Anche un esposizione di un paio di minuti a scorie ad alta attività può comportare l assorbimento di una dose fatale di radiazioni. Per questo, tali scorie devono essere conservate in luoghi sicuri per centinaia di migliaia di anni. L uomo ha abitato la terra per gli ultimi 200.000 anni, ma sono necessari 240.000 anni perché il plutonio sia considerato sicuro. Riprocessamento delle scorie Una parte del combustibile nucleare esaurito viene riprocessata, cioé il plutonio e l uranio non utilizzato vengono separati dalle scorie propriamente dette, allo scopo di essere riutilizzati nelle centrali nucleari. Di conseguenza, scorie nucleari pericolose e plutonio separato vengono ripetutamente trasportati attraverso gli oceani e i confini nazionali e lungo i paesi e le città. Il riprocessamento porta a flussi di scorie ancora più pericolosi. Solo una minima parte del materiale radioattivo, infatti, viene recuperato e ulteriormente utilizzato come combustibile nucleare; da quello che rimane derivano grandi volumi di scorie radioattive di vario tipo che sono spesso difficili da conservare. Gli impianti di riprocessamento nucleare scaricano giornalmente grandi volumi di radioattività e sono la causa di gravi impatti ambientali. 7 6Queste cifre non includono neppure il combustibile nucleare esaurito, che rappresenta anch esso una scoria ad alta attività. 7 Uno studio pubblicato nel 2001 ha dimostrato un aumento dell incidenza della leucemia tra i minori di 25 anni che vivono in un raggio di 10 chilometri dall impianto di riprocessamento di La Hague, nella Francia nordoccidentale. Secondo uno studio del 1997 nel Regno Unito, nei denti dei giovani che vivevano vicino all impianto di riprocessamento di Sellafield, era stata riscontrata una quantità di plutonio doppia rispetto a quella presente nelle persone che vivevano in altre zone. Il riprocessamento (o ritrattamento)

Costi economici Quando si parla di convenienza del nucleare, ci si riferisce al solo costo del combustibile impiegato, che è più basso rispetto alle altre fonti di energia. Il costo finale dell elettricità dipende, però, anche da altri fattori quali l investimento iniziale per la realizzazione dell impianto, la manutenzione, lo smaltimento dei materiali residui. Nel nucleare, il costo maggiore è rappresentato dalla realizzazione dell impianto, un ingente investimento che può essere recuperato solo dopo quindici-venti anni di attività. I costi di costruzione di una centrale nucleare oltre ad essere i più alti, rispetto a quelli di centrali di altro tipo, tendono a lievitare durante la costruzione, rendendo non più così conveniente la produzione di energia. Basta vedere cosa succede in Francia e in Finlandia, dove si stanno costruendo gli unici due impianti EPR (dello stesso tipo di quelli che si vogliono costruire in Italia): i costi sono molto superiori alle attese, superando anche del 70 per cento le previsioni iniziali, e i ritardi nella costruzione arrivano anche a tre anni. Per il Dipartimento USA dell Energia, l elettricità da nuovi impianti nucleari è più costosa non solo del gas e del carbone ma anche dell eolico. E il costo dei reattori è molto più alto di quanto dichiarato da Enel. 8 delle scorie nucleari mette in pericolo la nostra salute e non riduce affatto il problema delle scorie radioattive, anzi lo amplifica. é stato stimato che, nei prossimi 40 anni, gli scarichi radioattivi dell impianto di riprocessamento di Rokkasho, che sarà presto operativo in Giappone, diverranno molto consistenti rispetto ad altre attività nucleari e potranno causare esposizioni alle radiazioni equivalenti alla metà di quella rilasciata durante la catastrofe di Chernobyl. 8 Le stime più recenti del DOE per il costo di una centrale sono di oltre 5.300 $/kw (5,3 miliardi di dollari per 1000 MW). Sono stime ancora ottimistiche: nel febbraio 2010 gli USA hanno approvato un progetto di due centrali con un costo di oltre 6.000 $/kw. La maggior parte del costo dell elettricità nucleare è legata al costo di costruzione delle centrali: la centrale EPR (lo stesso tipo che si vorrebbe costruire in Italia) in costruzione oggi in Finlandia doveva costare 3,2 miliardi di euro. I costi sono già saliti a 5,7 miliardi e (secondo le stime del 2010, ndr) mancano almeno tre anni al termine della costruzione. Negli USA è stato cancellato un progetto per un EPR con il rifiuto delle coperture

Se un reattore di nuova generazione viene progettato per funzionare per sessant anni ce ne vogliono dieci per la costruzione e almeno venti, dopo la chiusura, per far scendere i livelli di radioattività, in modo da ridurre costi e rischi dello smantellamento. In Inghilterra, le stime correnti per lo smantellamento dei reattori di prima generazione e la bonifica dell impianto di Sellafield sono quelle di un buco nei conti pubblici dell ordine dei 90 miliardi di euro. Inoltre, il piano per effettuare queste opere prevede un orizzonte temporale di centotrent anni. Nelle valutazioni ufficiali, lo smantellamento a fine vita dei reattori è stimato in genere pari al 15 per cento dei costi di costruzione (presentati di solito molto più bassi della realtà). Secondo stime più prudenti, e secondo alcune delle poche esperienze di smantellamento effettuate, il costo è lo stesso di quello di costruzione: il 100 per cento, quindi, e non il 15 per cento! Gli interessi delle banche sul nucleare Il nucleare non è solo la fonte di energia più controversa e pericolosa, ma è anche una delle più costose. Per ottenere i molti miliardi di euro necessari per costruire anche un solo reattore nucleare, le aziende elettriche sono costrette a dipendere fortemente dalle banche e dalle società finanziarie. Fino ad ora, molte delle informazioni relative ai finanziamenti delle banche nel settore nucleare non erano note. Mentre, infatti, le banche sono molto propense a fornire dati sugli investimenti in energie rinnovabili, preferiscono non rendere pubblici i miliardi di euro che versano all'industria nucleare. Essendo la maggior parte di questi finanziamenti indiretti, forniti tramite prestiti alle imprese o tramite obbligazioni, le banche riescono a tenere nascosta buona parte di questi investimenti. Secondo la ricerca al primo posto della classifica delle banche nucleari c'è BNP Paribas, banca francese presente in Italia attraverso BNL (Banca Nazionale del Lavoro). A seguire, nei primi dieci posti, Barclays (UK), Citi (US), Société Générale (Francia), Crédit Agricole/Calyon (Francia), Royal Bank of Scotland (Regno Unito), Deutsche Bank (Germania), HSBC (UK / Hong Kong), JP Morgan (Stati Uniti) e Bank of China. 9 pubbliche per le banche di 7,5 miliardi di dollari e un costo finanziario del progetto (approvato dal governo) che in euro sfiora i 7 miliardi, ben più alto dei 4 miliardi di cui parla ENEL in Italia. 9 Il sito web www.nuclearbanks.org esamina gli investimenti nucleari di oltre cento banche commerciali in tutto il mondo, riportando una classifica delle dieci principali banche che finanziano l'industria nucleare.

Pericoli per la salute In Germania i casi di leucemia infantile vicino alle centrali sono il doppio della norma. Nei cantieri dei nuovi reattori EPR si sono registrate molte violazioni della sicurezza. I progetti dei sistemi di emergenza non sono ancora stati approvati, dopo anni dall inizio dei lavori. Non esistono ancora reattori nucleari intrinsecamente sicuri Tumori e leucemie Anche durante il normale funzionamento dei reattori vengono rilasciate sostanze radioattive sia in aria che in acqua. In Germania è stato completato uno studio, durato quattro anni, sui casi di tumore e di leucemie infantili della popolazione che vive entro cinque chilometri dalle centrali nucleari. Il risultato è che i tumori solidi in queste zone sono superiori del 60 per cento e le leucemie infantili del 120 per cento rispetto alla media tedesca. Dai dati ufficiali delle emissioni questo aumento di tumori e leucemie non si spiega. Forse i dati ufficiali non sono veritieri. Altri sostengono che esistono picchi di rilascio che possono avere un effetto sanitario maggiore di quello desunto dalle medie annuali. Nuovi EPR: nessuna garanzia di sicurezza Nel 2009 si è scoperto che mentre, in Francia e Finlandia, avanzano i lavori negli unici due cantieri dei nuovi reattori francesi EPR il progetto dei sistemi di sicurezza non è mai stato approvato. Tre agenzie di sicurezza nucleare (finlandese, inglese e francese) scrivevano al costruttore, l azienda pubblica francese AREVA, che i sistemi di automazione e controllo di emergenza presentati non rispettano gli elementari principi di sicurezza nucleare. In sostanza l EPR è un prototipo di cui non è completo nemmeno il progetto. Che sia solo un prototipo è stato ammesso dalla stessa azienda elettrica francese EDF, nell annunciare a metà 2010 i crescenti ritardi e costi anche nel cantiere a Flamanville in Francia. Inoltre nel rapporto dell Agenzia britannica di sicurezza nucleare, reso noto nel giugno 2009, oltre ai problemi relativi al sistema di automazione e controllo di emergenza, viene evidenziato come sia per l EPR che per il

reattore nippo-americano AP1000 manchino sufficienti informazioni per valutare la tenuta del reattore rispetto a eventi esterni come un incidente aereo. Dal civile al bellico Non esiste ancora una sola tecnologia nucleare per uso civile che non sia utilizzabile anche per produrre bombe atomiche. L aumento della produzione di rifiuti nucleari è un rischio anche per la realizzazione di bombe sporche. La relazione tra bombe nucleari e la produzione di elettricità é rinforzata dal doppio ruolo dell AIEA sia nel controllo della tecnologia nucleare per fermare la diffusione delle armi nucleari che nella promozione dell energia nucleare. La Cina, l India, l Iraq, Israele, la Corea del Nord, il Pakistan e il Sud Africa hanno tutti usato la loro industria dell energia nucleare per sviluppare segretamente programmi relativi alle armi nucleari. 10 Infatti il processo produttivo necessario all'arricchimento civile si serve dei medesimi apparati di quello militare 11. 10 Le due modalità con cui fabbricare una bomba sono quelle di riuscire ad arricchire l Uranio, portando la concentrazione dell Uranio fissile (il cui nucleo spontaneamente si spezza) dallo 0,7 per cento che è la media in natura a oltre il 90 per cento. Per il combustibile delle centrali è necessaria una concentrazione del 3-4 per cento, ma il processo può essere spinto a percentuali, buone per la bomba, del 90 per cento. L altra strada per produrre le bombe quella prevalente per le potenze nucleari è usare Plutonio, un elemento che non esiste in natura e si forma nei reattori nucleari quando l Uranio naturale, che è la gran parte di quello presente nel reattore, assorbe nel nucleo uno o più neutroni e si tramuta in Plutonio. Per fare una bomba occorrono pochi kg di Plutonio, un volume equivalente a quello di un grosso pompelmo. Ma è anche possibile costruire bombe convenzionali da far esplodere assieme a rifiuti radioattivi. Non si ottiene in questo caso una esplosione atomica ma si può contaminare e per lungo tempo una vasta area. 11 Anziché far arrivare la concentrazione al reactor grade del 3-4 % si procede ripetendo il processo fino ad ottenere percentuali anche superiori al 90 %

Siti Utili e Fonti sito del Comitato Referendario "Vota sì per fermare il nucleare" Download rapporto Nucleare: una pericolosa perdita di tempo (Greenpeace Italia) I costi del nucleare (Greenpeace Italia) I rischi del Nucleare (Greenpeace Italia) Le scorie (Greenpeace Italia) A chi tocca il bidone del nucleare? EPR: un reattore o un bidone? Mai più Cernobyl (la Nuova Ecologia) Bidoni di governo (La Nuova Ecologia) Tutte le bugie del governo sul clima I costi nascosti del Nucleare Il nucleare non serve all'italia I più diffusi luoghi comuni sull energia nucleare semplici da sfatare I problemi irrisolti del nucleare a vent anni dal referendum Speciale Cernobyl (La Nuova Ecologia) L'Alternativa rappresentata dalle rinnovabili: Italia: uno scenario low carbon 2020 Tutta la verità sulle rinnovabili (La nuova Ecologia) Le Alternative possibili: Energy Revolution (Greenpeace Italia)