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Transcript:

Attualità UST 03 Lavoro e reddito Neuchâtel, ottobre 2017 Risultati commentati per il periodo 2011 2017 Indicatori del mercato del lavoro 2017 La presente pubblicazione è un estratto della pubblicazione «Indicatori del mercato del lavoro 2017» (disponibile in tedesco e in francese), la quale fornisce elementi di riferimento tratti dalla vasta gamma di dati sull impiego. L informazione è strutturata in maniera tale da fornire una visone d insieme del mondo del lavoro svizzero e delle relative statistiche. Tra i temi trattati, si trovano l attività professionale, le ore di lavoro, la disoccupazione, i posti liberi, gli aspetti dinamici del mercato del lavoro, la struttura e l evoluzione dei salari. Dopo una prima parte dedicata ai risultati commentati per il periodo 2011 2017, la pubblicazione passa in rassegna le definizioni dei principali indicatori del mercato del lavoro. Un capitolo specifico descrive in seguito gli aspetti metodologici delle differenti fonti statistiche. Infine, l ultima parte è costituita da una quaranta di tabelle che presentano in dettaglio i risultati delle differenti statistiche del mercato del lavoro. Abbreviazioni nei grafici CML Conti globali del mercato del lavoro EUROSTAT Ufficio statistico dell Unione europea ISS Indice svizzero dei salari PIL Prodotto interno lordo RIFOS Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera RSS Rilevazione svizzera della struttura dei salari SECO Segretariato di Stato dell economia SPO Statistica delle persone occupate STATIMP Statistica dell impiego SVOL Statistica del volume di lavoro La pubblicazione integrale «Indicatori del mercato del lavoro 2017» sarà disponibile a partire dal 23 novembre 2017. Numero UST: 206-1701 (tedesco) 206-1702 (francese) Ordinazioni: tel. 058 463 60 60, fax 058 463 60 61, order@bfs.admin.ch Prezzo: fr. 25. ; ca. 130 pagine Espace de l Europe 10 CH-2010 Neuchâtel www.statistica.admin.ch

Indice 2011 2016: principali evoluzioni del mercato del lavoro svizzero 4 2011 2016: la situazione di uomini e donne sul mercato del lavoro 6 2011 2016: manodopera svizzera e straniera 8 2011 2016: la situazione nelle sette Grandi Regioni della Svizzera 10 Situazione del mercato del lavoro nel secondo trimestre 2017 e prospettive a breve termine 12 Il mercato del lavoro svizzero nel confronto internazionale 14 3

2011 2016: principali evoluzioni del mercato del lavoro svizzero Nel 2015 e 2016 la crescita economica svizzera ha subito un leggero rallentamento. Durante i cinque anni considerati (dal quarto trimestre 2011 al quarto trimestre 2016), il numero di occupati in Svizzera è nettamente aumentato. Nello stesso periodo sono aumentati anche il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO (disoccupati secondo la definizione dell Ufficio internazionale del lavoro) e il tasso secondo la definizione della SECO (disoccupati iscritti presso un Ufficio regionale di collocamento URC). C era pressoché la stessa quantità di posti vacanti e in parte è stato più difficile trovare personale adeguato. Nel confronto internazionale, il mercato svizzero del lavoro resta competitivo. Indebolimento della crescita economica alla fine del periodo in esame Nel 2011 e 2012 la crescita economica che ha fatto seguito alla crisi finanziaria ha subito un leggero rallentamento per ritrovare una fase di ripresa nel 2013 e 2014 (diversamente dal PIL dello stesso trimestre dell anno precedente). Dal primo trimestre 2011 fino al quarto trimestre 2014 l economia svizzera è cresciuta in media dell 1,7%. Dal primo trimestre 2015 la crescita ha subito un rallentamento. Nel quarto trimestre 2015 il tasso di crescita era ancora dello 0,4% rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. Si tratta del valore più basso registrato durante il periodo in esame. Nel 2016 la Svizzera ha presentato una crescita economica media moderata pari all 1,3%. Lieve aumento del tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO Secondo la statistica delle persone occupate (SPO), basata su un sondaggio svolto presso le persone (Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera RIFOS), tra il quarto trimestre del 2011 e il quarto trimestre del 2016 il numero delle persone occupate è aumentato dell 8,1%, passando a 5,0 mio. La statistica dell impiego (STATIMP), basata invece su un sondaggio svolto presso le aziende dei settori secondario e terziario, presentava nello stesso periodo un aumento del numero degli occupati pari al 6,1% (passando a 4,9 mio.). Nello stesso periodo anche il numero di disoccupati ai sensi dell ILO è cresciuto del 12,0% (+ 24 000 persone) e quello di disoccupati registrati presso gli Uffici regionali di collocamento (URC) del 23,5% (+29 000 persone). Queste evoluzioni hanno portato, sull arco dei cinque anni, a un aumento del tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO (passato al 4,6%, + 0,2 punti percentuali) e del tasso di disoccupazione (3,5%, + 0,5 punti percentuali). Numero di posti vacanti stabile e più volte problemi nell assunzione di personale Nel quarto trimestre del 2016 c era quasi lo stesso numero di posti liberi disponibili (53 000) rispetto a cinque anni prima (51 000). Nel contempo le aziende hanno avuto maggiori difficoltà a trovare collaboratori con un diploma universitario o una formazione professionale superiore. Analoghe a cinque anni prima, invece, le difficoltà nel reclutare collaboratori con un tirocinio professionale e collaboratori senza formazione professionale. Nello stesso arco di tempo il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO è aumentato tra i gruppi di persone con una formazione di grado secondario I e II (+ 0,6 punti percentuali), mentre è rimasto costante tra quelli con una formazione terziaria. Aumento del tasso di disoccupati ai sensi dell ILO degli uomini Da un punto di vista strutturale, il periodo 2011 2016 è stato caratterizzato da un avvicinamento del tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO degli uomini a quello delle donne. Nel quarto trimestre del 2016 era disoccupato il 4,4% degli uomini e il 4,8% delle donne, mentre cinque anni prima lo scarto era più considerevole (4,1% risp. 4,8%). Nel 2016 le donne continuavano a lavorare a tempo parziale (58,7%) nettamente più spesso degli uomini (17,2%). Il numero di uomini occupati a tempo parziale, tuttavia, è sensibilmente aumentato negli ultimi cinque anni (+ 29,7%, donne: + 9,7%). Forte immigrazione di manodopera straniera Tra il quarto trimestre del 2011 e lo stesso trimestre del 2016 il numero di persone attive (occupati e disoccupati ai sensi dell ILO) di origine straniera è salito del 18,5% fino a 1,7 milioni. Il numero di persone attive svizzere è aumentato del 4,1% raggiungendo i 3,6 milioni. Il saldo migratorio di persone attive è soggetto a forti oscillazioni (tra 81 000 nel 2011 e 36 000 nel 2016). Gli stranieri sono molto più colpiti dalla disoccupazione ai sensi dell ILO rispetto agli Svizzeri (8,3%, risp. 3,3% nel quarto trimestre del 2016). Nell arco dei cinque anni il tasso di disoccupazione degli stranieri è aumentato (+ 0,4 punti percentuali), mentre quello degli Svizzeri è rimasto costante. Nel confronto internazionale il mercato del lavoro svizzero è solido In Svizzera, nel quarto trimestre 2016 il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO era inferiore quasi della metà (4,6%) rispetto a quello medio dell Unione europea UE-28 (8,2%). La Germania (3,8%), la Repubblica Ceca (3,6%) e l Islanda (2,5%) hanno registrato tassi di disoccupazione inferiori al 4%. Il tasso di attività professionale, quello di partecipazione delle donne alla vita attiva come pure la parte di occupati a tempo parziale sono sensibilmente più elevati in Svizzera rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei. Crescita dei salari nominali e reali Nel 2016 i salari nominali hanno registrato un aumento medio dello 0,7% rispetto al 2015. Per il quinto anno consecutivo, l incremento dei salari nominali si è situato al di sotto della soglia dell 1%. Quasi tutti i rami economici hanno segnato un aumento reale dei salari favorito da un inflazione negativa pari a 0,4%. Alla fine del 2015, nel momento di prendere decisioni sugli adeguamenti salariali per il 2016, la crescita economica mondiale e quella svizzera erano ancora poco dinamiche. Tuttavia per il 2016 si prevedeva una graduale, seppur moderata, ripresa. Per tutti i salariati, dal 2012 al 2016 il ritmo annuo medio della progressione dei salari reali è stata dell 1,2% (+ 1,1% per gli uomini e + 1,3% per le donne). 4

2011 2016: principali evoluzioni del mercato del lavoro svizzero Variazione del prodotto interno lordo (PIL reale), del numero di persone occupate e del numero di addetti rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 2011 2016 3,0% 2,5% 2,0% Persone occupate ai sensi dell ILO Addetti negli stabilimenti dei settori secondario e terziario PIL 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Fonti: UST SPO, STATIMP; SECO Disoccupati ai sensi dell ILO, disoccupati iscritti e posti liberi, in migliaia, 2011 2016 300 250 Disoccupati ai sensi dell ILO Disoccupati iscritti Posti liberi 200 150 100 50 0 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Note: stat. pers. disoccupate (ILO e SECO): media trimestriale STATIMP: valori al termine del trimestre Fonti: UST stat. pers. disoccupate ILO, STATIMP; SECO Migrazione di forze di lavoro straniere, in migliaia, 2011 2016 Variazione dell indice dei salari nominali e reali rispetto all anno precedente, in %, 2011 2016 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 2011 r 2012 r 2013 r 2014 r 2015 r 2016 Persone attive immigrate Saldo Persone attive emigrate r dati riveduti 1,6% 1,4% 1,2% 1,0% 0,8% 0,6% 0,4% 0,2% 0,0% 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Variazione dell indice dei salari reali Variazione dell indice dei salari nominali Fonte: UST CML Fonte: UST ISS 5

2011 2016: la situazione di uomini e donne sul mercato del lavoro Tra il 2011 e il 2016 la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è aumentata. Un numero sempre maggiore di uomini come di donne lavora a tempo parziale. Eppure sono queste ultime a fruirne maggiormente (58,7% delle donne contro 17,2% degli uomini). Nel corso degli anni il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO degli uomini è aumentato, avvicinandosi a quello delle donne (a risp. il 4,4% e 4,8%). Le donne guadagnano in media il 12,5% in meno rispetto agli uomini. Questa disparità salariale si spiega solo in parte con fattori oggettivi. Sale il numero delle donne sul mercato del lavoro Tra il quarto trimestre 2011 e il quarto trimestre 2016, il numero di persone attive (occupati e disoccupati ai sensi dell ILO corrispondono nel complesso all offerta di lavoro) è aumentato del 7,2% tra gli uomini (passando a 2,8 mio.), mentre nello stesso periodo la popolazione attiva femminile ha registrato un incremento del 9,5% (passando a 2,4 mio.). Nell arco di un quinquennio, quindi, la percentuale femminile della popolazione attiva è salita di 0,5 punti percentuali, passando al 45,7%. Il numero delle donne occupate (+ 9,5%) è aumentato più sensibilmente di quello degli uomini (+ 6,9%), mentre la percentuale di donne disoccupate ai sensi dell ILO è salita dell 8,5% e quella degli uomini del 15,5%. Questo ha portato ad una riduzione dei disoccupati ILO donna dal 50,4% del 2011 al 48,8% del 2016 (quarto trimestre dell anno). Ancora in aumento il lavoro a tempo parziale Le donne lavorano più spesso a tempo parziale degli uomini. Nel quarto trimestre 2016 il 58,7% di tutte le donne occupate lavorava a tempo parziale (con un grado di occupazione inferiore al 90%), mentre tra gli uomini questa percentuale era del 17,2%. Nel contempo la percentuale degli occupati a tempo parziale è aumentata sia tra le donne (+ 9,7%) sia tra gli uomini (+ 29,7%) tra il quarto trimestre 2011 e il quarto trimestre 2016. L ineguale diffusione del lavoro a tempo parziale spiega perché nel 2016 le donne abbiano contribuito solo per il 38,4% al totale delle ore di lavoro effettivamente prestate. Tra i 428 000 uomini che lavoravano a tempo parziale nel quarto trimestre 2016 vi erano 93 000 sottoccupati (22,3%), ovvero persone che avrebbero voluto lavorare di più e sarebbero state disponibili entro breve termine a farlo. Tra le 1 269 000 donne che lavoravano a tempo parziale le sottoccupate erano 249 000, pari al 19,6%. Nell arco di cinque anni la quota di sottoccupati sul totale di lavoratori a tempo parziale è aumentata sia tra le donne (+ 1,2 punti percentuali) sia tra gli uomini (+ 1,8 punti percentuali). Le donne lavorano più spesso degli uomini nel settore dei servizi L andamento delle cifre occupazionali di entrambi i sessi tra il quarto trimestre del 2011 e il quarto trimestre del 2016 era simile nei diversi settori economici: mentre nel settore secondario il numero di uomini e donne occupati è aumentato in maniera inferiore alla media (+ 2,2% risp. + 1,0%), nel terziario il numero degli occupati di entrambi i sessi è aumentato in maniera superiore alla media (+ 10,1%, risp. 10,7% tra le donne). In proporzione le donne che hanno lavorato nel settore terziario sono state molto più numerose degli uomini (quarto trimestre 2016: 86,7% contro 66,6%). Solo il 10,7% delle donne lavorava nell industria e il 2,6% nell agricoltura. Il 29,8% degli uomini occupati lavorava nell industria e il 3,6% nell agricoltura. Aumento del tasso di disoccupazione ILO degli uomini Dopo la ripresa economica iniziata nel 2010, i tassi di disoccupazione che erano aumentati a seguito della crisi economica, sono scesi fino al secondo trimestre 2011, registrando il 3,7% tra gli uomini e il 4,5% tra le donne. La dinamica economica ha subito un rallentamento nel 2011 e nel 2012 prima della ripresa nel 2013 e 2014: sino al primo trimestre del 2014 i tassi di disoccupazione sono saliti tendenzialmente e quello degli uomini ha superato quello delle donne (5,4% contro 5,2%). Mentre nei trimestri successivi il tasso di disoccupazione delle donne ha oscillato intorno al 5%, quello degli uomini, dopo tre trimestri di miglioramento, ha presentato un ulteriore aumento, avvicinandosi quindi di nuovo al tasso di disoccupazione delle donne. Nell arco di cinque anni, tra il quarto trimestre 2011 e il quarto trimestre 2016, si è osservato un livellamento dei tassi di disoccupazione ai sensi dell ILO di uomini e donne. Mentre nel 2011 presentavano differenze (uomini: 4,1%, donne: 4,8%), nel 2016 la differenza si è ridotta di 0,3 punti percentuali (uomini: 4,4%, donne: 4,8%). Le donne guadagnano meno degli uomini Nel 2014 il salario mensile lordo mediano delle donne nell insieme dell economia era di 5907 franchi e quello degli uomini di 6751 franchi. Dal 2010 la differenza salariale è diminuita, passando dal 15,6% al 15,1% nel 2012 e al 12,5% nel 2014. Nell economia privata la differenza salariale era del 15,1% nel 2014, contro il 18,9% nel 2012 e il 18,5% nel 2010. Nel settore pubblico questa differenza era del 12,3% nel 2014. Secondo un analisi svolta su mandato dell Ufficio federale di statistica, nel 2014 il 60,9% della differenza salariale (media aritmetica) nel settore privato era riconducibile a differenze strutturali obiettive, quali il livello gerarchico, gli anni di servizio o la formazione. Il 39,1% della differenza si basava invece su fattori non spiegabili 1. 1 www.statistica.admin.ch R Trovare statistiche R 03 Lavoro e reddito R Salari, reddito da lavoro e costo del lavoro R Livello dei salari Svizzera R Scarto salariale 6

2011 2016: la situazione di uomini e donne sul mercato del lavoro Variazione del numero di occupati secondo il sesso, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 2011 2016 6,0% 5,0% Donne occupate Uomini occupati 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% 1,0% 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Fonte: UST SPO Tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO secondo il sesso, in %, 2011 2016 6,0% 5,0% Tasso di donne disoccupate Tasso totale di disoccupazione Tasso di uomini disoccupati 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Fonte: UST stat. persone disoccupate ILO Ripartizione uomini/donne della pop. attiva, dei disoccupati ai sensi dell ILO, delle persone occupate a tempo parziale (4 trim. 2016 nei tre casi) e del volume di ore effettive di lavoro (2016), in % Ripartizione percentuale dei dipendenti secondo le classi di stipendio (salario mensile netto in franchi) e il sesso, settore privato e settore pubblico insieme, 2014 Popolazione attiva Disoccupati ai sensi dell ILO 54,3 45,7 51,2 48,8 25% 20% 15% 10% Persone occupate a tempo parziale Volume delle ore effettive di lavoro 25,2 74,8 61,6 38,4 0% 20% 40% 60% 80% 100% 5% 0% 0 1000 1001 2000 2001 3000 3001 4000 4001 5000 5001 6000 6000 7000 7001 8000 8001 9000 9001 10000 10001 11000 11001 12000 12001 13000 13001 14000 14001 15000 15001 16000 16001 17000 17001 18000 18001 19000 19001 20000 20001+ Uomini Donne Uomini Donne Fonti: UST SPO, stat. persone disoccupate ILO, RIFOS, SVOL Fonte: UST RSS 7

2011 2016: manodopera svizzera e straniera Dal 2001 la Svizzera ha assistito a una forte immigrazione di manodopera straniera. Tra il 2011 e il 2016, il numero di persone attive straniere è cresciuto a un ritmo cinque volte superiore rispetto a quello degli Svizzeri. Senza le naturalizzazioni, la differenza sarebbe stata ancora più marcata. Nell insieme del periodo in esame, i tassi di disoccupazione ai sensi dell ILO degli stranieri sono rimasti tuttavia doppi se non tripli rispetto a quelli degli svizzeri. Globalmente i lavoratori svizzeri percepiscono salari più elevati rispetto ai lavoratori stranieri. Forte immigrazione di manodopera straniera Tra il quarto trimestre 2011 e il quarto trimestre 2016, il numero di persone attive di nazionalità straniera (occupati e disoccupati ai sensi dell ILO) è aumentato quasi cinque volte più fortemente rispetto a quello degli Svizzeri (stranieri: + 18,5%, pari a 1,7 milioni; Svizzeri: + 4,1% pari a 3,6 milioni). Rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, la popolazione attiva di nazionalità straniera è cresciuta in maniera significativa soprattutto all inizio del periodo di osservazione nonché nella seconda metà del 2013 e nella prima metà del 2014 (tra il 4,5 e il 5,9%); nel 2016 la crescita è stata molto meno marcata. Il forte incremento della manodopera straniera riflette un importante flusso migratorio: tra il 2012 e il 2016 il numero di lavoratori stranieri immigrati ha superato di 285 000 persone quello della manodopera emigrata. Per quanto riguarda le persone attive svizzere emigrate e immigrate, nei cinque anni di riferimento i primi hanno superato di 12 000 unità i secondi. Le naturalizzazioni hanno inciso sulla struttura della popolazione attiva: dal 2012 al 2016 circa 115 000 persone attive di origine straniera hanno acquisito la cittadinanza svizzera. Senza queste naturalizzazioni la presenza di manodopera straniera sarebbe aumentata del 26,7% tra il 2011 e il 2016 contro il + 1,0% del numero di attivi svizzeri. Nel quarto trimestre del 2016, la quota di stranieri rispetto alla popolazione attiva si è attestata al 31,7%, contro il 29,0% di cinque anni prima. La disoccupazione ai sensi dell ILO colpisce più frequentemente gli stranieri Degli svizzeri attivi nel quarto trimestre 2016, 3,5 milioni erano occupati e 118 000 disoccupati ai sensi dell ILO. Pertanto il tasso di disoccupazione ILO della popolazione svizzera era del 3,3%. Mentre nel periodo in esame il tasso di disoccupazione ILO della popolazione svizzera oscillava tra il 3,0% (2011) e il 4,0% (2014), la situazione degli stranieri era meno favorevole: nel quarto trimestre 2016 gli occupati erano 1,5 milioni e i disoccupati ai sensi dell ILO 106 000. Il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO della popolazione straniera era quindi dell 8,3%. Gli stranieri sono risultati più esposti al rischio di disoccupazione. Questo è riconducibile anche al fatto che relativamente molte persone attive di origine straniera non possedevano alcuna formazione oltre alla scuola dell obbligo (il 26,4% degli stranieri non possedeva una formazione post-obbligatoria, contro il 10,7% degli svizzeri). Meno lavoratori a tempo parziale tra gli stranieri Tra il quarto trimestre 2011 e il quarto trimestre 2016 la quota di lavoratori a tempo parziale è aumentata sia tra gli svizzeri che tra gli stranieri (+ 2,5 punti percentuali, passando al 39,8% risp. + 2,4 punti percentuali, passando al 26,7%). Questa forma di attività è molto diffusa tra le donne, però molto di più tra quelle di nazionalità svizzera che tra quelle di nazionalità straniera: nel quarto trimestre 2016 il 61,5% delle donne svizzere lavorava a tempo parziale, contro il 49,4% di quelle straniere. Tra gli uomini, le quote erano rispettivamente del 19,8% e del 10,2%. La manodopera straniera è stata composta in maggioranza da lavoratori dipendenti (95,6%; svizzeri: 88,5%). Solo il 4,4% erano lavoratori autonomi o impiegati in un azienda di famiglia. Questa differenza è riconducibile a vari fattori, alcuni dei quali legati all integrazione e all impossibilità per gli stranieri di prima generazione di rilevare un attività di proprietà della famiglia. Inoltre, contrariamente agli svizzeri, gran parte della popolazione straniera è risultata avere meno di 40 anni (mentre la quota di lavoratori autonomi tra le persone dai 40 ai 64 anni è stata notevolmente superiore rispetto agli under 40). Aumenta la quota di lavoratori stranieri con permesso per frontalieri La struttura della popolazione attiva occupata di nazionalità straniera per statuto di soggiorno ha subito poche variazioni negli ultimi cinque anni. Mentre la quota dei frontalieri con permesso G è salita di 1,3 punti percentuali, attestandosi al 20,4% e quella dei domiciliati titolari di un permesso C è aumentata di 0,5 punti percentuali, passando al 46,5%, i lavoratori con permesso di dimora (permesso B) hanno registrato un calo di 1,0 punto percentuale attestandosi al 28,3% e i dimoranti di breve durata di 0,7 passando al 3,0%. Condizioni salariali più favorevoli per gli svizzeri Nel 2014 il livello dei salari della manodopera straniera è rimasto inferiore a quello dei lavoratori svizzeri (5833 franchi, risp. 6713 franchi), il che equivale ad una differenza salariale del 13,1% a favore della manodopera svizzera. Tuttavia queste cifre non ci consentono di parlare di disparità di trattamento: da un lato la manodopera straniera è mediamente più giovane, dall altro tra gli svizzeri e gli stranieri permangono grandi differenze a livello di formazione e di ripartizione secondo i rami economici. Tra il 2010 e il 2014 il livello salariale mediano dei lavoratori stranieri (senza distinzione tra categorie di soggiorno) è salito del 4,0%, mentre quello dei lavoratori svizzeri è salito del 3,5%. 8

2011 2016: manodopera svizzera e straniera Variazione della popolazione attiva secondo la nazionalità, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 2011 2016 6% 5% Popolazione attiva straniera Popolazione attiva svizzera 4% 3% 2% 1% 0% 1% 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Fonte: UST SPO Migrazione di persone attive secondo la nazionalità, in migliaia, 2010 2016 Svizzeri 160 140 120 100 80 60 40 20 0 20 2011 r 2012 r 2013 r 2014 r 2015 r 2016 Stranieri 160 140 120 100 80 60 40 20 0 2011 r 2012 r 2013 r 2014 r 2015 r 2016 Persone attive immigrate Persone attive emigrate Saldo r dati rivisti Fonte: UST CML Livello formativo delle persone attive secondo la nazionalità, in %, 4 o trimestre 2011 e 4 o trimestre 2016 Svizzeri 2011 Svizzeri 2016 13,5 54,0 32,5 10,7 50,6 38,7 Occupati di nazionalità straniera secondo la tipologia di permesso di soggiorno, in %, 4 o trimestre 2016 20,4% 3,0% 1,7% 46,5% Titolari di un permesso di domicilio Titolari di un permesso di dimora 1 Frontalieri Titolari di un permesso di soggiorno di breve durata Altri stranieri 2 Stranieri 2011 30,6 38,0 31,4 28,3% Stranieri 2016 26,4 35,9 37,7 0% 20% 40% 60% 80% 100% Grado secondario I Grado secondario II Grado terziario 1 incl. titolari di un permesso di dimora temporaneo, che vivono in Svizzera da più di 12 mesi 2 Persone nel processo d asilo, personale delle ambasciate, dei consolati e della marinasvizzera, cittadini dell UE/AELS che esercitano un attività lucrativa dipendente presso un datore di lavoro svizzero non superiore ai 90 giorni per anno civile. Fonte: UST RIFOS Fonte: UST SPO 9

2011 2016: la situazione nelle sette Grandi Regioni della Svizzera Dal 2011 al 2016, il numero di occupati delle Grandi Regioni Svizzera centrale, Regione del Lemano e Ticino è salito in maniera superiore alla media. Oltre un terzo di tutti i frontalieri occupati in Svizzera lavora nella regione del Lemano. Negli ultimi cinque anni, il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO è salito di 0,2 punti percentuali in tutta la Svizzera, ma con differenze tra Grandi Regioni: mentre nella Svizzera nordoccidentale e in quella centrale è salito in maniera molto marcata, in Ticino e nella Svizzera orientale ha registrato una flessione. Durante tutto questo periodo il tasso di disoccupazione nella regione del Lemano e in Ticino è rimasto al di sopra della media svizzera. Forte aumento del numero di occupati nella Svizzera centrale Il numero di persone occupate è salito in tutta la Svizzera tra il quarto trimestre del 2011 e il quarto trimestre del 2016 (+ 8,1%). L aumento più marcato è stato registrato nella Svizzera centrale (+ 14,4%), nella Regione del Lemano (+ 9,7%) e in Ticino (+ 9,4%). Nel quarto trimestre 2016, la maggior parte degli occupati si trovava nell Espace Mittelland (1,1 mio.), facevano seguito Zurigo (987 000) e la Regione del Lemano (941 000). Oltre un terzo dei frontalieri è attivo nella Regione del Lemano Nel quarto trimestre 2016 lavoravano in Svizzera 318 000 frontalieri. Oltre un terzo (37,2%) lavorava nella regione del Lemano, un quarto nella Svizzera nordoccidentale (22,8%) e un quinto in Ticino (20,2%). In tal modo, quattro quinti di tutti i frontalieri erano attivi in una di queste tre Grandi Regioni. Tra il 2011 e il 2016 (quarto trimestre), la parte dei frontalieri nella popolazione attiva occupata è aumentata maggiormente in Ticino (+ 2,8 punti percentuali a 27,5%) e nella Regione del Lemano (+ 2,3 punti percentuali a 12,6%). L aumento è stato più moderato nella Svizzera nordoccidentale (+ 1,0 punto percentuale a 10,8%). A livello svizzero, la parte dei frontalieri nella popolazione attiva occupata è progredita di 0,9 punti percentuali (a 6,3%). Aumento del tasso di disoccupazione ILO in tutte le Grandi Regioni eccetto in Ticino e nella Svizzera orientale Durante il quinquennio di riferimento (dal quarto trimestre 2011 al quarto trimestre 2016) il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO è aumentato a livello nazionale dal 4,4 al 4,6%. A tale proposito emergono differenze tra le Grandi Regioni: un aumento molto significativo è stato registrato nella Svizzera nordoccidentale (dal 4,3 al 5,3%) e nella Svizzera centrale (dal 2,3 al 2,7%). Meno marcata la crescita nella Regione del Lemano (dal 6,8 al 7,0%), nell Espace Mittelland (dal 3,9 al 4,2%) e a Zurigo (dal 3,8 al 3,9%) e. Il Ticino e la Svizzera orientale hanno registrato un arretramento del tasso di disoccupazione ILO pari a rispettivamente 1,0 punto percentuale (al 6,2%) e 0,4 punti (al 3,4%). Cambiamento strutturale in tutte le Grandi Regioni Nel 2016 gli occupati nel settore terziario (servizi) in Svizzera erano 3 5 mio., in quello secondario (industria) 946 000 e nel primario (agricoltura e selvicoltura) 155 000 (media annua). In confronto alle altre Grandi regioni, in quella di Zurigo la proporzione di occupati era maggiore nel terziario (83,2%) rispetto al secondario (15,1%) e al primario (1,7%). Nella Svizzera orientale, invece, nel terziario figura la parte minore di occupati (68,8%) e quella maggiore nel secondario (26,6%). Nel quinquennio in esame la proporzione del terziario è aumentata in tutte le Grandi Regioni tranne che in Ticino, dove è rimasta invariata (+ 0,0 punti percentuali). L aumento va da 1,3 punti percentuali registrati nella Svizzera centrale a 3,0 punti percentuali osservati nella Svizzera orientale, per un incremento complessivo su scala nazionale di 1,6 punti percentuali. La proporzione di occupati nel secondario, invece, è diminuita in tutte le Grandi Regioni, entro un margine che va dallo 0,2 punti percentuali del Ticino ai 2,4 nella Svizzera orientale (totale svizzero: 1,4 punti percentuali). Nel 2016 la proporzione di occupati nel primario si è attestata al di sotto del 5% in tutte le grandi regioni e nel confronto quinquennale è diminuita in tutta la Svizzera di 0,2 punti percentuali. I salari più alti nella Regione di Zurigo La situazione salariale nel 2014 variava secondo le Grandi Regioni: con un salario lordo standardizzato mediano di 5485 franchi al mese, i lavoratori dipendenti in Ticino sono stati i meno bene retribuiti del Paese e hanno guadagnato il 19,5% in meno rispetto ai loro colleghi della Regione di Zurigo (6810 franchi), che sono risultati invece i meglio pagati in Svizzera (l analisi non tiene conto delle differenze in termini di costo della vita). La differenza salariale tra queste due Grandi Regioni è aumentata di 1,5 punti percentuali rispetto al 2010 (18,0%). Il livello salariale delle altre cinque Grandi Regioni divergeva meno ed era compreso nel 2014 tra questi due estremi: 6578 franchi nella Svizzera nordoccidentale, 6497 franchi nella Regione del Lemano, 6358 franchi nell Espace Mittelland, 6352 franchi nella Svizzera centrale e 6027 franchi nella Svizzera orientale. 10

2011 2016: la situazione nelle sette Grandi Regioni della Svizzera Ripartizione delle persone attive occupate nei vari settori economici, per Grande Regione, in %, medie annuali 2011 e 2016 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 65,8% 29,0% 5,2% 68,8% 26,6% 4,6% 70,4% 24,6% 5,0% 71,4% 23,5% 5,1% 70,7% 24,4% 4,9% 71,8% 23,6% 2011 2016 2011 2016 2011 2016 2011 2016 2011 2016 2011 2016 2011 2016 2011 2016 Svizzera orientale Svizzera centrale Espace Mittelland Svizzera Svizzera nordoccidentale 4,6% 74,4% 22,0% 3,6% 76,0% 20,6% 3,4% 74,3% 23,5% 2,2% 76,2% 21,5% 2,3% 80,2% 17,6% 2,2% Ticino 80,1% 17,4% 2,5% 80,3% 17,2% 2,5% 81,8% 15,6% 2,6% Regione del Lemano 81,6% 16,2% 2,2% Zurigo 83,2% 15,1% 1,7% Settore primario Settore secondario Settore terziario Fonte: UST RIFOS Tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO per Grande Regione, in %, 4 o trimestre 2011 e 4 o trimestre 2016 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% Regione del Lemano Ticino Svizzera nordoccidentale 2011 2016 Svizzera Espace Mittelland Zurigo Svizzera orientale Svizzera centrale Fonte: UST stat. persone disoccupate ILO Salario mensile lordo standardizzato (mediana) per Grande Regione, in franchi, 2014, settore privato e pubblico insieme 7 000 Fr. 6 000 Fr. 5 000 Fr. 4 000 Fr. 3 000 Fr. 2 000 Fr. 1 000 Fr. 0 Fr. Zurigo Svizzera nordoccidentale Regione del Lemano Svizzera Espace Mittelland Svizzera centrale Svizzera orientale Ticino Fonte: UST RSS 11

Situazione del mercato del lavoro nel secondo trimestre 2017 e prospettive a breve termine Nel secondo trimestre 2017 il numero di occupati è aumentato rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. Il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO e il tasso di disoccupazione secondo la definizione della SECO sono diminuiti. Il mercato del lavoro ha offerto più posti liberi e le imprese hanno avuto maggiori difficoltà nell assumere personale qualificato rispetto all anno precedente. L indicatore delle prospettive d impiego prelude a un aumento dell occupazione per il terzo trimestre 2017. Aumento degli occupati e degli addetti Nel secondo trimestre 2017 il numero di occupati è salito di 63 000 unità rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, segnando una crescita dell 1,3%. L occupazione è cresciuta più tra gli uomini (+ 1,8%) che tra le donne (+ 0,6%), e meno tra gli occupati svizzeri (+ 0,7%) che tra quelli stranieri (+ 2,6%), fra i quali, su base annua, il numero di persone con permesso di dimora B (valido di norma cinque anni e prolungabile) e di un permesso per frontalieri G ha segnato un aumento più forte (risp. + 3,3% e 3,1%) rispetto ai gruppi «domiciliati con permesso C» (+ 1,6%) e «titolari di un permesso di dimora temporaneo L» (+ 0,9%). Un incremento delle persone occupate è stato osservato sia nel settore terziario (+ 1,6%) sia in quello secondario (+ 1,2%). Nel complesso, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, il numero di persone occupate (+ 1,3%) ha registrato un aumento nettamente più marcato rispetto al numero di addetti (+ 0,4%). Le evoluzioni contrastanti del numero degli occupati (statistica delle persone occupate, SPO) e del numero di occupati (statistica dell impiego, STATIMP) possono essere ricondotti, tra l altro, a universi di base diversi (economie domestiche Vs imprese), a unità statistiche diverse (persone Vs impieghi) o a momenti di rilevazione diversi (a metà trimestre Vs fine trimestre). Con una situazione congiunturale in fase di peggioramento, la SPO presenta tendenzialmente un quadro più positivo rispetto alla STATIMP. Prospettive di impiego Gli indicatori a breve termine dedotti dalla statistica dell impiego lasciano presagire che nel complesso nel terzo trimestre gli effettivi aumenteranno: Rispetto all anno precedente l indicatore delle prospettive d impiego, che rappresenta le aspettative delle imprese relative all evoluzione dei loro effettivi per i tre mesi successivi, è cresciuto leggermente sia nel settore secondario (1,04; + 2,0%) che nel terziario (1,03; + 0,3%), per un aumento complessivo di 1,03 punti percentuali, pari allo 0,7%, salendo a un livello che dopo il secondo trimestre 2014 non era stato più raggiunto. Sulla piazza economica svizzera sono stati contati 60 000 posti liberi, ciò che corrisponde a 5700 posti in più rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente (+ 10,5%). Nel settore secondario l aumento (+ 20,4%) è stato nettamente superiore rispetto al terziario (+ 7,8%). Rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, la quota delle imprese che hanno avuto difficoltà nel reclutare personale qualificato è leggermente aumentata (di 0,8 punti percentuali al 29,7%). Diminuzione del tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO Nel secondo trimestre 2017 in Svizzera i disoccupati ai sensi dell Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO) erano 213 000, ovvero 9000 in meno dello stesso periodo dell anno precedente. Il tasso di disoccupati ai sensi dell ILO sull intera popolazione attiva ammontava al 4,4%, rispetto al 4,6% del secondo trimestre 2016. Nel secondo trimestre 2017 il tasso di disoccupazione secondo la definizione della SECO era pari al 3,1%, in calo di 0,1 punto percentuale rispetto allo stesso trimestre 2016. In cifre assolute, tale progressione corrisponde a circa 140 000 persone che risultavano iscritte a un ufficio regionale di collocamento nel secondo trimestre 2017, ovvero 4500 in meno rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. Secondo la SECO, il numero di persone in cerca di impiego non disoccupate (essenzialmente persone con guadagno intermedio e partecipanti a programmi temporanei di occupazione, riqualificazione e perfezionamento) è passato da 62 000 nel secondo trimestre 2016 a 63 000 nel secondo trimestre 2017, con un aumento di circa 1000 persone. 12

Situazione del mercato del lavoro nel secondo trimestre 2017 e prospettive a breve termine Variazione del numero di occupati per settore economico, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 2 o trimestre 2016 al 2 o trimestre 2017 3,0% 2,5% 2,0% Totale Settore secondario Settore terziario 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% 0,5% 1,0% II-2016 III-2016 IV-2016 I-2017 II-2017 Fonte: UST SPO Disoccupati ai sensi dell ILO, disoccupati iscritti e persone in cerca di lavoro iscritte non disoccupate, in migliaia, 2 o trimestre 2016 e 2 o trimestre 2017 250 200 II-2016 II-2017 150 100 50 0 Disoccupati ai sensi dell ILO Disoccupati iscritti Persone in cerca di lavoro iscritte non disoccupate Note: media trimestriale Fonti: UST stat. persone disoccupate ILO; SECO Posti liberi, difficoltà di reclutamento di personale qualificato e indicatori delle prospettive d impiego*, 2 o trimestre 2016 e 2 o trimestre 2017 Posti liberi, in migliaia 70 60 50 40 30 20 10 Difficoltà di reclutamento di personale qualificato, in % 45 40 35 30 25 20 15 10 5 Indicatori delle prospettive d impiego 1,15 1,10 1,05 1,00 0,95 0,90 0 Totale Settore secondario Settore terziario 0 Totale Settore secondario Settore terziario 0,85 Totale Settore secondario Settore terziario II-2016 II-2017 * La scala va da 0,50 (riduzione) a 1,50 (aumento), passando per 1,0 (nessun cambiamento). Fonte: UST STATIMP 13

Il mercato del lavoro svizzero nel confronto internazionale Il mercato del lavoro svizzero è rimasto competitivo a livello internazionale. Il tasso di attività professionale e la partecipazione delle donne alla vita attiva sono stati tra i più elevati d Europa. L elevata partecipazione delle donne al mercato del lavoro è in relazione con la forte diffusione dell occupazione a tempo parziale: la parte di occupati a tempo parziale è sensibilmente più alta in Svizzera rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei. La Svizzera ha presentato un tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO pressoché dimezzato rispetto al tasso di disoccupazione medio dell Unione europea. Convertiti in EUR, i salari della Svizzera sono più elevati di quelli dei Paesi dell UE. Tuttavia le differenze si assottigliano convertendo i salari in standard di potere d acquisto al fine di prendere in considerazione i vari livelli dei prezzi. Tasso di attività elevato in Svizzera Nel quarto trimestre 2016 il tasso di attività della popolazione di 15 anni e più in Svizzera era del 68,8%, uno dei più alti nel confronto europeo. Solo l Islanda (83,1%) ha registrato un valore più elevato. Nei Paesi limitrofi alla Svizzera la partecipazione alla vita attiva è stata nettamente più bassa (Germania: 61,3%; Austria: 61,1%; Francia: 55,9%; Italia: 49,9%). Oltre all Italia, la Grecia (51,9%) e la Croazia (51,3%) erano i Paesi con il tasso di attività più basso d Europa. La media dei Paesi membri dell UE-28 si attesta al 57,8%. Forte partecipazione delle donne alla vita attiva nei Paesi nordici La partecipazione delle donne alla vita attiva varia da un Paese all altro. In Italia (40,9%) due donne su cinque partecipano alla vita attiva, mentre il tasso di attività professionale delle donne nei Paesi nordici è tra i più elevati (Islanda: 79,4%; Norvegia: 61,4%; Svezia: 60,9%, Danimarca: 58,8). Se si considera la media dei Paesi dell UE, una donna su due è professionalmente attiva (51,6%). Con un tasso del 63,0%, la Svizzera è si è inserita ai vertici della classifica. In Svizzera la partecipazione delle donne alla vita attiva è senza dubbio in relazione con la vasta offerta di posti di lavoro a tempo parziale. Nel nostro Paese il 38,6% degli occupati lavora part-time (donne: 61,6%). Soltanto i Paesi Bassi presentano un valore più elevato (50,3%; donne: 76,2%). Percentuali particolarmente modeste si sono riscontrate in Bulgaria (2,2%; donne: 2,4%) e in Ungheria (5,2%; donne: 7,3%) e Croazia (5,7% ; donne: 6,7%). Tasso di disoccupazione ILO basso in Svizzera In Svizzera, il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO ha segnato una flessione tra il quarto trimestre 2015 e il quarto trimestre 2016 ( 0,3 punti percentuali), per attestarsi al 4,6%, mentre nell EU-28 nello stesso periodo è calato dal 9,1% all 8,2% ( 0,9 punti percentuali). Rispetto agli Stati membri dell UE, la Svizzera presenta ancora uno dei tassi di disoccupazione ILO più bassi. Valori inferiori al 4% sono stati osservati in Islanda (2,5%; 0,6 punti percentuali), nella Repubblica Ceca (3,6%; 0,9 punti percentuali) e in Germania (3,8%; 0,7 punti percentuali). La Grecia e la Spagna presentano i tassi di disoccupazione ai sensi dell ILO più elevati d Europa. Rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, tuttavia, la disoccupazione è scesa in entrambi i Paesi (Grecia: 0,8 punti percentuali, passata al 23,6%; Spagna: 2,3 punti percentuali, passata al 18,6%). Confronto internazionale dei salari Dal confronto dei salari annui lordi medi per un impiego a tempo pieno nel ramo «Industria e servizi» emerge l entità della forbice salariale esistente tra i Paesi dell UE. Esistono forti differenze non solo tra i Paesi dell UE15 e i nuovi Stati membri che hanno aderito all Unione dal 2004, ma anche all interno di questi due gruppi di Paesi. All interno dell UE15 permangono differenze tra i Paesi del nord e quelli del sud: nel 2014 i salari lordi annui più elevati sono stati registrati in Danimarca (57 723 euro), i più bassi in Portogallo (16 425 euro). La differenza salariale si accentua ulteriormente se vengono presi in considerazione anche i nuovi Stati membri: nel 2014 solo Cipro, la Slovenia e Malta hanno raggiunto salari superiori ai 20 000 euro, mentre la Bulgaria, che ha aderito all UE nel 2007, costituisce il fanalino di coda con un salario annuo lordo medio di 5795 euro. Con un salario lordo annuo pari a 71 694 euro, livello influenzato in parte dal franco forte, la Svizzera occupa il primo posto in classifica davanti alla Danimarca. Per paragonare dei salari che esprimano il loro potere d acquisto reale, i salari espressi in valuta nazionale devono essere convertiti in una moneta comune fittizia, il cosiddetto standard di potere d acquisto (SPA). Se si considerano le differenze di livello dei prezzi tra i vari Stati, il divario osservato si riduce. Espressi in euro, infatti, i salari in Svizzera (i più elevati) sono 12,4 volte maggiori di quelli della Bulgaria (i più bassi). Espressi in SPA, invece, i salari versati in Svizzera sono superiori a quelli versati in Bulgaria di 3,7 volte. Se prendiamo in considerazione i Paesi vicini i salari annui svizzeri sono, espressi in euro, 1,7 volte più elevati rispetto a quelli tedeschi e austriaci, 1,9 volte superiori a quelli francesi e 2,1 volte più elevati rispetto a quelli italiani. Queste differenze si assottigliano se il confronto viene effettuato tra i salari lordi medi convertiti in SPA. In questo caso, i salari corrisposti in Svizzera sono di 1,2 volte superiori a quelli della Germania e dell Austria e di 1,4 volte più elevati di quelli versati in Francia e in Italia. Nonostante le considerevoli differenze salariali riscontrate tra un Paese e l altro, le classifiche dei salari stilate per ramo economico dei differenti Paesi presentano delle similitudini. In Europa i salariati remunerati meno bene sono generalmente quelli del ramo «Servizi di alloggio e di ristorazione», seguiti da quelli che lavorano nei rami «Attività amministrative e servizi di supporto» e «Altre attività di servizi». Di contro, i salari generalmente più elevati sono quelli del ramo «Attività finanziarie e assicurative», seguiti da quelli versati alle persone che lavorano nei rami «Informazione e comunicazione» e «Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata». Inoltre si constata che, tendenzialmente, più il livello salariale del Paese è basso, maggiore è la differenza salariale tra il ramo con i salari più bassi e quello con i salari più elevati. 14

Il mercato del lavoro svizzero nel confronto internazionale Tasso di attività standardizzato (15+ anni) in Svizzera e negli Stati dell UE e dell AELS, in %, 4 o trimestre 2016 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 83,1 68,8 64,4 64,0 63,7 63,2 Islanda Svizzera Svezia Paesi Bassi Norvegia Danimarca 63,0 Fonti: UST RIFOS; EUROSTAT (stato aprile 2017) 62,9 62,1 Regno Unito Cipro Estonia Germania Austria 61,3 61,1 60,4 60,2 Lituania Repubblica Ceca 60,2 60,2 60,1 Lettonia Slovacchia Irlanda Lussemburgo Portogallo 59,5 58,6 58,2 Spagna 57,8 57,5 57,2 UE-28 Finlandia Slovenia Polonia Ungheria 56,3 56,1 55,9 54,9 53,8 Francia Malta Belgio Romania Bulgaria 53,2 52,7 51,9 51,3 49,9 Grecia Croazia Italia Tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO (15 74 anni) in Svizzera e negli Stati dell UE e dell AELS, in %, 4 o trimestre 2016 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 23,6 18,6 Grecia Spagna Croazia Cipro 13,4 13,0 12,2 Italia 10,6 10,3 Portogallo Francia Lettonia 9,3 9,1 Slovacchia 8,2 8,1 UE-28 Slovenia Finlandia 8,0 7,7 7,2 Lituania Belgio Bulgaria 6,7 6,7 6,6 Irlanda Estonia Svezia 6,4 6,1 Danimarca Lussemburgo 5,9 5,6 Austria Polonia 5,6 5,5 5,4 4,6 Romania Paesi Bassi Regno Unito Svizzera 4,6 4,4 4,3 Ungheria Norvegia 4,2 Malta 3,8 3,6 Germania Repubblica Ceca Islanda 2,5 Fonti: UST RIFOS; EUROSTAT (stato maggio 2017) Salario annuo lordo medio dei lavoratori a tempo pieno 1 (imprese con dieci o più collaboratori, settori dell industria e dei servizi commerciali 2 ), Svizzera e Stati dell UE e dell AELS, in SPA 3 e in Euro, 2014 80 000 70 000 60 000 50 000 40 000 30 000 20 000 10 000 0 Svizzera Lussemburgo Belgio Danimarca Norvegia Germania Austria SPA, 2014 Euro, 2014 1 Gli importi sono calcolati in base ai salari dei lavoratori a tempo pieno e ai salari dei lavoratori a tempo parziale (ricalcolati per un grado di occupazione del 100%). 2 sezioni da B a N della NACE Rev.2 3 I salari espressi in SPA (Standard di potere d acquisto) eliminano gli effetti delle differenze nel livello dei prezzi fra i Paesi. Fonti: UST RSS; EUROSTAT (stato giuno 2017) Islanda Paesi Bassi Finlandia Svezia Irlanda Francia UE - 27 Italia Regno Unito Spagna Slovenia Malta Grecia Cipro Polonia Portogallo Repubblica Ceca Estonia Slovacchia Ungheria Lettonia Lituania Romania Bulgaria 15

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