Lavoro e reddito. Panoramica

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1 Lavoro e reddito Panoramica Dalla società industriale a quella dei servizi Se negli anni 1960 dava ancora lavoro a quasi la metà degli occupati, da allora il settore industriale ha iniziato a perdere sempre più rilevanza e nel 2011 solo il 23% degli occupati lavorava nell industria mentre il 7 era attivo nel settore terziario. Questa stessa tendenza si manifesta in tutti i paesi più industrializzati come conseguenza del progresso tecnologico (automatizzazione della produzione), della globalizzazione, che ha portato a un trasferimento della produzione in Paesi dalla manodopera a basso costo, e di una crescente domanda di servizi. (Malgrado la riduzione della forza lavoro, la produzione industriale in Svizzera è aumentata nel complesso; cfr. capitolo 6). Con il settore dei servizi cresce l occupazione femminile Il potenziamento del settore terziario, che dagli anni 1970 è divenuto il motore principale della crescita economica, non sarebbe Dalla società industriale alla società dei servizi Occupati 1 in migliaia Settore terziario 2 Settore secondario 3 Settore primario Dal 1975 e 1991 nuovo metodo di calcolo 2 Servizi 3 Industrie e artigianato 4 Agricoltura e in % ,0 46,5 14, G ,7 22,8 3, LAVORO E REDDITO 1 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

2 stato possibile senza la crescente presenza delle donne, il cui tasso d attività professionale è salito dal 33% nel 1960 al 5 nel 2011; a questo aumento è corrisposto un calo delle presenza maschile, che dal 66 è passata al 6, soprattutto per via dell allungamento dei percorsi formativi e dei prepensionamenti. Le donne occupate nel settore dei servizi sono sempre più numerose, tanto che la loro presenza ha superato quella maschile (53% incluse le frontaliere e le titolari di un permesso di dimora temporaneo; settore secondario: 21%). La crescente partecipazione femminile al mondo del lavoro ha comportato un cambiamento epocale a livello sociale: il modello classico di famiglia ha perso vigore, le donne mettono al mondo meno figli di un tempo e sempre più donne conciliano la famiglia con il lavoro. Percentuale della popolazione attiva G 3.2 sull insieme della popolazione residente permanente 7 6 Totale Dal 1991 nuovo metodo di calcolo 1 Manodopera straniera: un fattore fondamentale per il mercato del lavoro svizzero La forza lavoro straniera rappresenta un fattore fondamentale per il mercato del lavoro svizzero. La forte crescita economica verificatasi nella seconda metà del secolo scorso sarebbe stata impossibile senza il contributo dei lavoratori stranieri, la cui presenza sul mercato del lavoro è passata dal 2 degli anni 1960 al 2 del L importanza della manodopera straniera è particolarmente evidente nel settore industriale, dove rappresenta il 37% (2011), mentre nel settore dei servizi si attesta al 2. Circa i due terzi degli occupati stranieri (2011: 69%) sono cittadini di un Paese dell UE o dell AELS; di questi, la metà proviene dalla Germania (27%) e dall Italia (23%). Percentuale di stranieri sull insieme delle persone occupate G LAVORO E REDDITO 2 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

3 Disoccupazione e inoccupazione La statistica pubblica descrive il fenomeno della disoccupazione attingendo i dati da due diverse fonti: la statistica dei disoccupati della SECO (che considera solo quelli iscritti), ideale per osservare gli andamenti congiunturali attuali ma non sufficiente per descrivere l intero fenomeno della disoccupazione; la statistica delle persone disoccupate ai sensi dell ILO che l UST pubblica dal 1991 secondo definizioni utilizzate a livello internazionale e che non si limita a considerare i soli disoccupati iscritti. Disoccupazione e fluttuazioni congiunturali Fino agli inizi degli anni 1990 la disoccupazione non era un problema in Svizzera, visto che il fenomeno si attestava al di sotto dell 1% dal Questa inconsueta stabilità è riconducibile a vari fattori, tra cui: la politica degli stranieri, che ha permesso di stabilizzare le fluttuazioni congiunturali grazie a una parte consistente della popolazione straniera. Per lungo tempo sul mercato del lavoro svizzero si è registrato un comportamento prociclico, in quanto l offerta di lavoro (della popolazione) e la domanda di lavoro (delle imprese) procedevano parallelamente. Dal canto loro, le imprese negli anni di crisi sono state piuttosto caute con i licenziamenti per non mettere a rischio quella pace sociale che si era rivelata particolarmente utile nella fase di alta congiuntura. A quei tempi la struttura economica della Svizzera era relativamente equilibrata, con poche aziende presenti nei settori problematici (attività estrattive, industria dell acciaio). Dal 1991 la disoccupazione e l inoccupazione hanno iniziato a crescere in modo massiccio anche in Svizzera, in primo luogo per via della recessione economica e, in secondo luogo, per il fatto che la popolazione straniera non veniva più allontanata dal mercato del lavoro come era accaduto nelle precedenti crisi. Da allora le fluttuazioni congiunturali si ripercuotono in modo più manifesto sulla disoccupazione e inoccupazione. Nel confronto internazionale, comunque, la Svizzera rivela un tasso di inoccupazione molto basso; il 1 delle persone attive ha vissuto una fase di disoccupazione negli ultimi cinque anni, in prevalenza a breve termine. Chi sono le persone inoccupate? I fenomeni della disoccupazione e dell inoccupazione hanno interessato in maniera differente i vari gruppi della popolazione. Il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO continua a essere relativamente elevato per le persone con un basso grado di qualifica; per i giovani tra i 15 e i 24 anni (il cui tasso di disoccupazione si situa sempre al di sopra della media dell intera popolazione attiva e in particolare dal 2003, da quando la differenza è notevole); per gli stranieri (che, fra l altro, hanno mediamente un livello di qualifica basso); per le donne (il cui tasso di disoccupazione è superiore agli uomini); nella Regione del Lemano e in Ticino. LAVORO E REDDITO 3 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

4 Disoccupazione e inoccupazione Tasso di variazione annuo G PIL Numero di disoccupati 1 Tasso di disoccupati (SECO) Tasso di inoccupati (UST) Disoccupati di lunga durata > 1 anno, in % dei disoccupati (SECO) 3% 1% 1% Tasso d inoccupati (UST) secondo diversi gruppi della popolazione 1 Giovani tra i 15 e i 24 anni Stranieri Grado secondario I Svizzera occidentale e Ticino Grado secondario II Svizzeri Svizzera tedesca Grado terziario LAVORO E REDDITO 4 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

5 Moderato sviluppo dei salari reali dal 2000 Dal 1950 al 1978, con la sola eccezione del 1951, i salari reali sono cresciuti ogni anno mediamente del 2,. Dal 1979, l anno della seconda crisi petrolifera, la curva di andamento dei salari reali ha seguito un corso piuttosto irregolare a zig-zag tendente al valore zero. Tra il 2000 e il 2010 la crescita annua media dei salari reali è stata dello 0,; nel 2010 era pari allo 0,1% e nel 2011 allo 0,7%. Indice dei salari reali = Totale G 3.5 Divario salariale Nel 2010 il salario mensile medio dei lavoratori in Svizzera era di 5979 franchi (mediana; lordo, incl. 1/12 della 13 mensilità e 1/12 dei pagamenti speciali; gli addetti a tempo parziale vengono convertiti in addetti a tempo pieno). Un decimo dei lavoratori percepiva più di franchi, un decimo meno di 3953 franchi: il rapporto tra questi due valori rappresenta l indice per il divario salariale, che nel 2010 corrispondeva a 2,74 e nel 2000 era al 2,59. Tra i lavoratori con le qualifiche più alte il rapporto è passato dal 3,20 del 2000 al 3,59 del 2010, mentre tra quelli che svolgono attività semplici e ripetitive si è ridotto (1,94 nel 2000 e 1,86 nel 2010). L importo dei salari è determinato da diversi fattori, tra cui i più importanti sono (con riferimento ai dati del 2010, tutti gli importi sono stati calcolati in equivalenti a tempo pieno): qualifiche richieste per il posto di lavoro e formazione: per lavori molto esigenti e difficili, che solitamente richiedono una formazione superiore e più lunga, il salario medio è il doppio di quello percepito per attività semplici e ripetitive ( fr. contro 4540 fr.) ramo economico: i rami in cui i salari sono superiori alla mediana sono «servizi finanziari, attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative» (9223 fr.), «fabbricazione di preparati farmaceutici» (8941 fr.) e «amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria» a livello federale (8743 Fr.). I rami con i salari ampiamente al di sotto della mediana invece sono «commercio al dettaglio», con 4605 franchi, «servizi di alloggio e di ristorazione» con 4106 franchi e «altre attività di servizi personali» con 3698 franchi; sesso: nel 2010 le donne percepivano in media 5221 franchi al mese, un importo del 18, più basso (nel 2008 era del 19,3%) del salario percepito dai colleghi uomini (6397 fr.). Questo divario è nella maggior parte dei casi riconducibile a differenze strutturali come la formazione, gli anni di servizio LAVORO E REDDITO 5 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

6 o il campo di attività, ma a volte è dovuto a una discriminazione salariale diretta. Salari bassi Per salari bassi si intendono retribuzioni che si collocano nella parte inferiore della scala salariale e possono essere misurate in modi diversi. Un posto di lavoro viene considerato a salario basso quando, sulla base di un grado di occupazione a tempo pieno di 40 ore settimanali, il salario calcolato non raggiunge i due terzi del salario lordo mediano svizzero, che nel 2010 corrispondeva a 3986 franchi al mese. Nel 2010 in Svizzera sono stati individuati posti a salario basso, che corrispondevano al 10,5% del totale dei posti di lavoro offerti dalle imprese. Circa la metà dei lavori a basso salario è concentrata nei seguenti rami economici: «commercio al dettaglio», «attività di servizi di ristorazione», «servizi di alloggio», «attività di servizi per edifici e per paesaggio». Una persona su otto esercita un attività lavorativa indipendente Nonostante le notevoli fluttuazioni congiunturali, il numero di lavoratori indipendenti negli ultimi dieci anni è rimasto praticamente stabile:13% nel 2011 e 15% nel Questa stabilità può essere il risultato di fattori che si escludono reciprocamente: in periodi di congiuntura debole, infatti, le attività indipendenti solitamente calano, in quanto le piccole aziende non sono in grado di reggere a una lunga fase di stasi economica. Al contrario, con l aumentare della disoccupazione cresce anche il numero di attività indipendenti (l attività indipendente può essere un alternativa a un assunzione). In periodi di alta congiuntura, infine, il meccanismo che si instaura è inverso, anche se gli effetti tendenzialmente continuano a contrapporsi reciprocamente. Lavoro a tempo parziale ancora prevalentemente al femminile La percentuale di lavori a tempo parziale è in crescita da anni: nel 2011 il 3 dei posti di lavoro era a tempo parziale, mentre nel 1970 lo era solo il 1. Tale aumento dipende dalla congiuntura ed è legato alla crescente partecipazione femminile al mondo del lavoro e all espansione del settore terziario. Le caratteristiche del lavoro a tempo parziale sono: prevalenza femminile (7 degli addetti sono donne), anche se la quota di uomini appare tendenzialmente in crescita; preponderanza nel settore terziario (9 lavori a tempo parziale su 10); spesso difficilmente combinabile con funzioni dirigenziali (delle persone che nel 2011 rivestivano un ruolo dirigenziale, solo il 1 lavorava a tempo parziale). Nel 45% dei casi, il lavoro a tempo parziale corrisponde a un grado di occupazione inferiore al 5. Il desiderio di ridurre il grado di occupazione è forte tra gli addetti che lavorano a tempo pieno: circa mezzo milione di persone ( uomini e donne) desidererebbe lavorare a tempo parziale. Al contrario, la Svizzera annovera circa persone sottoccupate, ossia persone occupate a tempo parziale che desiderano incrementare il loro tempo di lavoro e disposte a farlo nei tre mesi successivi. LAVORO E REDDITO 6 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

7 Lavoro part-time e attività indipendente In % degli occupati Condizione professionale, 2 trimestre 2012 Grado di occupazione, 2 trimestre 2012 G Occupati a tempo parziale 86,6 82,4 10,6 16,0 42,0 85,7 32,1 25,9 8,3 6,0 2 Indipendenti Totale 84,3 13,6 Totale 65,8 19,2 15,0 25% 5 75% 10 25% 5 75% 10 Dipendenti e apprendisti Tempo pieno Indipendenti 1 Tempo parziale I: 50 89% Familiari coadiuvanti Tempo parziale II: <5 1 Inclusi i dipendenti che lavorano in un impresa di loro proprietà Circa una persona su cinque lascia il proprio lavoro nel primo anno Nel 2010 il 18, degli addetti ha lasciato il proprio posto di lavoro entro il primo anno: l 11, ha cambiato impiego mentre il 6, ha cambiato condizione lavorativa (sono diventati nuovi disoccupati ai sensi dell ILO o hanno abbandonato l attività professionale). Se si considera l abbandono del mercato del lavoro, proporzionalmente il numero di donne è superiore a quello degli uomini, mentre non si rilevano differenze di genere se si considera solo il cambio di impiego. Tra il 2010 e il 2011, più di una persona su quattro tra i 15 e i 24 anni ha cambiato lavoro, ma la frequenza con cui si cambia impiego cala con l aumentare dell età (tasso di rotazione netto). Il tasso di rotazione netto è particolarmente elevato tra le persone che percepiscono un salario orario basso. Il cambiamento di impiego interviene spesso anche con il modificarsi delle condizioni lavorative: più di un terzo delle persone che hanno cambiato lavoro ha modificato anche il grado di occupazione. Inoltre il cambiamento di lavoro corrisponde, per una persona su quattro, a un aumento di salario minimo del 1. Ogni anno 44 ore straordinarie per addetto Nel 2011 in Svizzera sono stati effettuati circa 219 milioni di ore straordinarie retribuite o meno, pari a 44 ore per posto di lavoro, circa tre quarti delle assenze (58 ore). Le ore straordinarie rappresentano il 2, del volume effettivo di lavoro annuo e corrispondono a circa posti a tempo pieno. Sarebbe, però, LAVORO E REDDITO 7 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

8 sbagliato pensare che con una migliore distribuzione del lavoro si potrebbe praticamente azzerare la disoccupazione. Per le ore straordinarie prestate, infatti, non sarebbe disponibile personale disoccupato con le stesse qualifiche richieste e inoltre, in molti casi, le ore supplementari si concentrano in un periodo temporaneo che non giustificherebbe l assunzione di una persona in più. LAVORO E REDDITO 8 PANORAMA Ufficio federale di statistica, febbraio 2013

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