TEMA DELL ANNO Io sono una missione: #perlavitadeglialtri

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ASSOCIAZIONE SALESIANI COOPERATORI PROPOSTA FORMATIVA 2018-2019 TEMA DELL ANNO Io sono una missione: #perlavitadeglialtri PREMESSE Il tema di quest anno, che abbiamo pensato di condividere con quello della proposta formativa degli SDB e FMA, si focalizza sul servizio responsabile nella vita quotidiana. Possiamo pensare ad una dinamica generativa che parte dall incontro con Gesù e che ci orienta in due direzioni: quella dell accoglienza della grazia che salva, ben chiarita dal tema dell appartenenza e della comunione ecclesiale, che ci fa discepoli del Signore; quella della testimonianza in uscita, rappresentata dalla necessità di diventare sempre più missionari del Vangelo nel mondo e nella società in cui viviamo.

Il tema, inoltre, ci riporta al cammino intrapreso nel Meeting di quest anno: Solo per amore. Riconoscere, interpretare, scegliere nello Spirito Santo. È il tema fondamentale del discernimento, tanto caro a Papa Francesco, che ci riporta anche ai contenuti del Sinodo sui giovani, che inizierà ad ottobre di quest anno. Le fonti principali a cui ci si è ispirati nell ideare e pensare il cammino di quest anno sono: l Evangelii Gaudium, la Christifideles Laici, la Spiritualità Salesiana, il Magistero più recente del Papa, la Gaudete et exultate e l Instrumentum laboris del Sinodo, la Strenna del Rettor Maggiore e la Tradizione Salesiana. 1. PREGNANZA E CENTRALITÀ DEL TEMA Nel tempo del Sinodo sui giovani Manca ormai meno di un mese all inizio del Sinodo dal tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale che si svolgerà dal 3 al 28 ottobre 2018. Il Sinodo non ha l intenzione di parlare genericamente dei giovani ma di farlo a partire da un ottica specifica, che è quella della fede e soprattutto del discernimento vocazionale. Il Sinodo desidera far diventare patrimonio di tutti i giovani il discernimento a proposito della propria missione nel mondo e nella Chiesa. Già in Evangelii Gaudium vi era un passaggio di grande lucidità sull argomento quando, parlando dell identità del cristiano, si dice: «Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (n. 273). V è, inoltre, un affermazione molto forte e precisa: la missione non è un fare, ma un essere, ovvero una generosità autentica verso il prossimo. Il passaggio dal Chi sono io? al Per chi sono io? è decisivo e segna un cambio di prospettiva radicale e imprescindibile. Questa mossa sinodale propone esattamente l antidoto alla malattia tipica e specifica del tempo in cui siamo chiamati a vivere e operare dal punto di vista educativo e pastorale: l individualismo esasperato, il narcisismo sistemico, autistico e autoreferenziale (e/o autocentrato). È il tema su cui ci siamo fermati ampiamente nella relazione introduttiva del Meeting, quando ci siamo chiesti con passione: Perché facciamo le cose che facciamo? Le facciamo davvero solo per amore, oppure nelle nostre intenzioni si nascondono delle motivazioni egocentriche, il bisogno di realizzare noi stessi, di essere al centro dell attenzione, di consenso? In tale contesto, sembra dunque decisivo aiutare ogni salesiano cooperatore a porsi la domanda giusta circa la destinazione della propria libertà. Solo attraverso l auto-distanziamento, ovvero il prendere distanza da sé, si può trovare pace. Inoltre, è attraverso l autotrascendenza, ossia la capacità di andare oltre se stessi per incontrare l altro, che si può cogliere l essenza dell essere umano, cristiano e salesiano cooperatore. Ogni vocazione personale, quindi, è una missione verso il prossimo e mai si riduce ad un monologo mortifero con se stessi divenendo, in tal modo, una relazione a due con Dio. Anzi, è proprio il dialogo vocazionale con il Dio dell alleanza e della misericordia, con il Dio che chiama alla missione. La vera domanda da farsi non è che cosa devo fare della mia vita?, ma piuttosto a chi posso essere utile con il dono di me stesso?.

Strenna 2019: Perché la mia gioia sia in voi (Gv 15,11). LA SANTITÀ ANCHE PER TE Quest anno il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime ha presentato al mondo salesiano la Strenna, frutto del dialogo all interno della Famiglia Salesiana. La Strenna si compone di nove paragrafi e, nel settimo, il Rettor Maggiore insiste su una realtà essenziale della santità e lo fa ponendo una domanda: Cosa vuol dire: La santità anche per te?. È un argomento appassionante quello proposto dall interrogativo. Ancor più entusiasmante è la risposta rivolta dal Rettor Maggiore a ciascuno dei membri della Famiglia Salesiana: la santità non è un di più facoltativo e un traguardo solo per alcuni. È la vita piena, secondo il progetto e il dono di Dio. È dunque un cammino di umanizzazione. Quella santità quotidiana è divenuta realtà nelle vite vissute in pienezza nel carisma salesiano. Si viene, così, invitati a non dimenticare che nel corso della storia la santità salesiana è diventata visibile con molti nomi propri tra i quali si ricordano Zeman, Stuchlý, Lustosa, Zatti, Srugi, Sandor, Lunkenbien e Simão Bororo, Comini, Ana María Lozano, Laura Vicuña, Alexandrina Maria da Costa. Don Ángel Fernández Artime prosegue affermando che la presentazione della Strenna 2019 è una magnifica opportunità per essere in sintonia con l appello che il Santo Padre rivolge nell Esortazione Apostolica Gaudete et exultate, che ha molto a che fare con il nostro carisma salesiano. Don Bosco è stato un grande maestro in tal senso, con la capacità di ispirare e di accompagnare i suoi ragazzi sui sentieri della santità quotidiana. [ ] L importante è essere santi, non essere dichiarati tali. 2. TITOLO E HASHTAG Il titolo scelto, Io sono una missione:#perlavitadeglialtri, è tratto da un espressione di Papa Francesco, contenuta nell Evangelii Gaudium al n. 273: «la missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un appendice, o un momento tra i tanti dell esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere se stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare. Lì si rivela l infermiera nell animo, il maestro nell animo, il politico nell animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri. Tuttavia, se uno divide da una parte il suo dovere e dall altra la propria vita privata, tutto diventa grigio e andrà continuamente cercando riconoscimenti o difendendo le proprie esigenze. Smetterà di essere popolo». Tale concetto viene ribadito in diversi modi altre sette volte in Evangelii Gaudium (nn. 19, 24, 25, 27, 30, 31, 40) e in modo diffuso nel Suo più recente Magistero. Il sottotitolo è in forma di hashtag, piccolo strumento comunicativo che si usa molto sui social per raggruppare eventi, situazioni ed esperienze. 3. L ICONA L icona scelta rappresenta San Giovanni Bosco, eletto e inviato da Dio per una missione speciale a favore dei giovani, specialmente quelli poveri e abbandonati. Tale elezione è simbolizzata anzitutto dallo sguardo tra Gesù e Don Bosco. È da questo amore a Gesù che Don Bosco riceve la sua missione, come ben mostra il gesto del Signore che tende la Sua mano verso di lui, benedicendolo. La missione è ben rappresentata dalla montagna che si erge verso

il cielo. Ciò indica che Don Bosco raduna i giovani non per attirarli a sé ma per condurli a Dio. Li raduna, li educa e li forma perché siano belli al cospetto di Dio e per essere a lui graditi. L icona mostra due giovani, un ragazzo e una ragazza, protesi a salire sul monte, per raggiungerne la vetta, che indica la santità giovanile. Tutto in loro, volto, abito, atteggiamento, strumenti di studio e di lavoro, indica lo sviluppo dei doni naturali e soprannaturali in un armonioso progetto di vita. Sul pendio della montagna c è un istituto educativo e formativo con una chiesa che costituisce un tutt uno (è la raffigurazione stilizzata dell Istituto Salesiano di Betlemme). È insieme casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria. Può essere interessante notare che Don Bosco non ha perso tempo a costruire delle ipotesi sul suo futuro di uomo e di prete ma ha intuito la sua vocazione a partire dai bisogni concreti dei giovani che vedeva attorno a sé, nella tristezza della condizione di immigrati nell interland torinese, privi di famiglia, di educazione, di risorse economiche e religiose. Il suo amore è sempre più divenuto creativo, proprio perché animato da una passione che lo portava fuori di sé, verso i bisogni dei più poveri e dei più abbandonati. Chi contempla l icona riconosce in Don Bosco il fondatore di una grande opera educatrice ed evangelizzatrice, con uno stile proprio e originale, noto come Sistema preventivo. Don Bosco, molto devoto a Maria, nella fase finale della sua vita ha dichiarato: La Madonna ha fatto tutto. Per tale motivo, l icona mostra la Vergine Maria in alto, come Ispiratrice, Consolatrice e Ausiliatrice. Lei pone il Suo sguardo materno sul Suo figlio amato, Lo accompagna e Lo sostiene nella Sua azione educatrice. Tiene in braccio Gesù e Lo mostra al santo, imprimendogli il Suo sguardo d amore. Tutto converge verso di Lui, Via, Verità e Vita. Le iscrizioni sono in tre lingue: le lettere abbreviate, in greco, indicano i personaggi sacri: Gesù Cristo (IΣ ΧΣ) e Maria Madre di Dio (ΜΡ ΘΥ); il nome di S. Giovanni Bosco appare in latino: Sanctus Joannes Bosco; e lo stesso nome appare in arabo, a grandi lettere: al-qiddīs Yūhannā Bosco. 4. LE CINQUE TAPPE Il compito della missione cristiana è costitutivo di ogni vocazione battesimale. Il recente Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione non è altro che un rinnovato richiamo a prendere atto della situazione missionaria locale e mondiale e a prendere coscienza del perenne compito di annunciare la buona notizia, il Vangelo di Gesù Cristo. Noi salesiani cooperatori rispondiamo alla vocazione apostolica salesiana, dono dello Spirito Santo, assumendo un modo specifico di vivere il Vangelo e di partecipare alla missione della Chiesa, contribuendo alla salvezza della gioventù, impegnandosi nella stessa missione giovanile e popolare di Don Bosco. L amore per i giovani è stato, grazie a don Bosco, sintesi di gioco e preghiera. Proprio quest ultima diviene, oggi più che mai, urgente. È fondamentale il ritorno al contatto con Gesù. È sempre più evidente, quindi, la necessità di pregare con insistenza. È alto il desiderio di diffondere ovunque la fiamma della fede, che Gesù ha acceso nel mondo: la fede in Dio che è Padre, Amore, Misericordia. Il metodo della missione cristiana non è il proselitismo ma quello della fiamma condivisa che riscalda l anima e la conoscenza del Vangelo. In tal senso, le singole tappe sono state pensate per invitarci a riflettere e ad impegnarci proprio nella missione cristiana suddetta, sviluppandone i fondamenti.

PRIMA TAPPA: RICONOSCERE (settembre-ottobre) Ottobre è il mese missionario. La prima tappa ci riporta al cuore del tema di quest anno, alla necessità di riconoscere il COMPITO che ci è stato affidato (Io sono una missione: #perlavitadeglialtri). Si tratta di fare memoria dei benefici che abbiamo ricevuto, della chiamata di Dio, delle urgenze che ci interpellano nel mondo in cui viviamo, di imparare ad ascoltare il mondo in cui viviamo (cfr. Instrumentum laboris ). La prima tappa focalizza la sua attenzione sull importanza del riconoscere. Nello specifico, riconoscere: la Chiesa in ASCOLTO della realtà. Affinché la Chiesa riconosca quanto avviene oggi, Essa si interroga su cosa significhi essere giovani oggi, su quali siano le esperienze e i linguaggi contemporanei, in un contesto in cui prevale, tra l altro, la cultura dello scarto. Riconoscere significa anche, o meglio soprattutto, leggere i segni dei tempi e, quindi, accogliere e affrontare le sfide antropologiche e culturali, anche alla luce della globalizzazione e della rivoluzione digitale in atto. Sembra proprio giunto il tempo in cui la Chiesa sia e venga percepita come maggiormente autentica e relazionale, capaci, in definitiva, di ascoltare i giovani. SECONDA TAPPA: INTERPRETARE (novembre-dicembre) La venuta di Gesù nel mondo è una benedizione che raggiunge tutti gli uomini. La luce della FEDE ci permette di interpretare questo evento, di renderlo vitale, di comprendere, di interpretare sempre più in profondità le vere motivazioni del nostro agire. Solo per amore. La nostra missione non è una decisione che portiamo avanti, a fatica, con la nostra forza di volontà, per dovere, ma scaturisce da una relazione di amore che rende gioiose le nostre scelte, il nostro servizio. Senza questo rapporto, non possiamo far nostre le ansie di Dio per le sorti del genere umano. Per vivere al meglio il nostro servizio e per giungere a scelte gioiose, diviene fondamentale attuare un DISCERNIMENTO della nostra realtà interiore. Esso è propedeutico alla conversione, alla missione nel cammino non semplice ma fiducioso verso la nostra santificazione. In tal senso, riferimenti privilegiati sono l ultima enciclica sulla santità di Papa Francesco, la Strenna del Rettor Maggiore e i temi del nostro ultimo Meeting. Al fine di pervenire ad una scelta responsabile e consapevole, diviene molto rilevante l azione dello Spirito Santo. Discernere nello Spirito Santo significa comprendere che la nostra missione deve scaturire dalla preghiera. Il discernimento è proprio il punto di incontro tra preghiera e azione. Si tratta di imparare a scommettere non sui nostri progetti ma su una vita spirituale (= nello Spirito) profonda. TERZA TAPPA: SCEGLIERE (gennaio-febbraio) Il mese di Don Bosco ci riporta alla nostra PROMESSA, alla scelta del Regno e della missione salesiana, in sintonia con la chiamata di Dio. Questa tappa è particolarmente dedicata alla conoscenza sempre più profonda di Don Bosco, dei suoi scritti, della sua spiritualità. Diceva Don Albera che spesso conosciamo Don Bosco soltanto per sentito dire. È, invece, molto importante informarsi e comprendere la storia di don Bosco. Conoscere maggiormente la vita di don Bosco significa amarlo ancora di più e, conseguentemente, desiderare di realizzare, insieme a lui, la sua profezia: laici ed ecclesiastici insieme per la salvezza della gioventù pericolante.

La terza tappa si incentra sul tema scegliere: cammini di conversione pastorale e missionaria. La conversione a cui si fa riferimento è globale e riguarda un tipo di discernimento differente rispetto a quello inteso nella prospettiva del passato. È un discernimento che parla di una Chiesa che si rinnova, di una Chiesa in uscita e generativa dinanzi ad un popolo di Dio che vive in un mondo attualmente frammentato. I giovani (e non solo loro), oggi, hanno esigenza di essere accompagnati nella loro vita, nel loro vissuto quotidiano. Quest ultimo è fatto di famiglia, scuola, università, lavoro, economia, disagi, dipendenze, malattie, fragilità e quant altro, a seconda della specifica vita di ciascuno di loro. In sintesi, i giovani chiedono a gran voce la presenza di una Chiesa che sia immersa nel tessuto della loro vita quotidiana. QUARTA TAPPA: ANIMARE (marzo-aprile) Animare significare dare vita, vuol dire essere catalizzatori di emozioni positive da trasmettere al prossimo. Lo spirito salesiano costituisce il punto di riferimento decisivo del modo di pensare, agire e santificarsi dell educatore, e anche l indicazione fondamentale per dare vita a progetti educativi, pastorali e di spiritualità con i giovani d oggi. L animare con spirito salesiano equivale al dono di sé per i giovani, con i giovani. L animare in maniera salesiana è caratterizzato da un lavoro a tempo pieno e a piena vita perché la salvezza si faccia gesto e parola per i giovani oggi. L animatore salesiano crede che valga la pena spendere la vita per educare i giovani. Per tale motivo, è disposto a condividere con loro esperienze, valori, speranze, problemi. Tutto quello che fa, la vita dei giovani, egli lo assume in proprio, con l ansia apostolica di alimentare dentro la trama quotidiana dell esistenza una domanda di senso che sfoci nell incontro con il Dio della vita. I giovani sono il continente della sua missione e la patria della sua vocazione. L animatore salesiano sente di non essere semplicemente un educatore ma una persona che spende il suo tempo tra i giovani in quanto essi sono la sua passione. Ama loro ancor più che la visione della vita di cui si sente portatore. I giovani hanno bisogno di un ACCOMPAGNAMENTO costante proprio da parte di persone che sappiano animare così come sopra illustrato. Animare accompagnando costituisce una sintesi educativa efficace e funzionale nell arco della formazione offerta. QUINTA TAPPA: DECENTRARSI (maggio-giugno) Il cammino cristiano - ha affermato più volte Papa Francesco - porta a decentrarsi, a uscire da se stessi, dall amore di sé, per mettere al centro Gesù. Il cristiano deve sentire la gioia di fare una rivoluzione copernicana, di mettere al centro del proprio universo non se stesso ma la relazione umana con il prossimo, in linea con i bisogni e le esigenze di quest ultimo. Un esempio tangibile della capacità di decentrarsi è offerto da Maria che, durante le nozze di Cana, intuisce con amore che la festa può essere turbata da una circostanza concreta e coinvolgente: Non hanno più vino! e, quindi, spinge il Figlio a mettere in atto quel primo segno della sua missione tra gli uomini. È la Vergine dell Attenzione, capace di piegarsi con tenerezza verso il mondo di quei due sposi e di tutti i commensali. In Maria è evidente la capacità di prendere distanza da Sé per andare incontro alle esigenze degli altri.

Maria è disposta a rischiare di perdere Suo figlio pur di salvare l uomo. L amore autentico richiede la capacità di tenere gli occhi fissi sui piccoli e sui grandi bisogni dei nostri compagni di viaggio, di chi vive nelle nostre realtà ecclesiali, nelle nostre città o in quel piccolo pezzo di Regno di Dio che ci è stato affidato, seguendo l esempio di Maria. 5. LA STRUTTURA DELLE SINGOLE TAPPE Le tappe, dopo una breve spiegazione del verbo scelto, avranno la seguente struttura: 1. la prima sezione, SALESIANI COOPERATORI IN ASCOLTO DELLA PAROLA, è un invito a rivitalizzare le nostre conoscenze approfondendo brani commentati del Vangelo; 2. la seconda, SALESIANI COOPERATORI IN DON BOSCO, ci suggerisce di approfondire il Progetto di Vita Apostolica (PVA) o altri documenti del magistero salesiano; 3. la terza sezione, SALESIANI COOPERATORI IN MISSIONE, ci invita alla riflessione sui temi proposti dall Istrumentum laboris e dal documento del Sinodo dei Vescovi su: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. 6. L OBIETTIVO GENERALE: Impegnarsi concretamente ad amare e donarsi agli altri attraverso l amore/servizio proprio come Gesù indicò ai Suoi discepoli.

PRIMA TAPPA OBIETTIVI E SUGGERIMENTI OPERATIVI MESI VERBO PILASTRO DIMENSIONE UMANA DIMENSIONE CRISTIANA DIMENSIONE SALESIANA SETTEMBRE OTTOBRE RICONOSCERE " Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.". (1 Cor 12,7) SAPERE SAPER FARE SAPER ESSERE - conoscere i bisogni del territorio, in modo particolare, quelli delle periferie geografiche o esistenziali - aggiornarsi su avvenimenti, fatti e situazioni del mondo - sviluppare le proprie doti e capacità umane e lavorative, e qualificarsi sempre meglio dal punto di vista professionale - sviluppare alcuni atteggiamenti fondamentali che esprimono la centralità della persona, delle sue scelte, della sua opzione fondamentale - valorizzare tutte le possibilità di sviluppo dell attitudine a conoscere se stessi ed a verificare l autenticità delle proprie motivazioni - saper riconoscere che la missione cristiana è un tratto fondamentale della propria vocazione - maturare una conoscenza teologica di base, adeguata alle capacità intellettuali di ciascuno, con particolare attenzione: agli insegnamenti del Papa e del magistero della Chiesa - scoprire e sviluppare i propri talenti per metterli al servizio degli altri - crescere nella consapevolezza che Dio crede in noi e che ci ha affidato un compito - vivere una fede incarnata armonizzando fede e vita, sapere e agire - - leggere e meditare art. 16 PVA/Statuto - conoscere la situazione attuale delle missioni salesiane nel mondo, di qualcuna in particolare - crescere nella capacità di ascoltare le esigenze dei giovani e di coloro che ci sono vicini - organizzare una attività di sostegno per le nostre missioni - unificare la propria vita in dio, secondo gli insegnamenti e la testimonianza di don bosco - crescere in alcuni atteggiamenti e valori che caratterizzano lo spirito salesiano: l apprezzamento dei valori umani, l ascetica salesiana del caetera tolle, il lavoro e la temperanza, la capacità di adattarsi alle diverse circostanze ed ai tempi SAPER VIVERE IN COMUNIONE - crescere nella capacità relazionale - imparare a riconoscere le doti dei nostri compagni di viaggio - vivere l intimità con Dio padre, figlio e spirito santo e condividerla con gli altri, vivendo nella comunione - partecipare attivamente, in modo adeguato alle proprie realtà e situazioni, alla vita di famiglia dell associazione, per conoscersi e crescere insieme - considerare come elemento fondamentale della propria identità il lavorare insieme

7. TEMI INIZIALI E SPUNTI PER L APPROFONDIMENTO Documento ufficiale Sinodo: Instrumentum laboris : https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2018/.../00978.html; Don Giuseppe Buccellato, Discernimento. Riconoscere, interpretare, scegliere nello Spirito Santo, 3 Meeting, Falerna Marina 2018; Documento del Sinodo dei Vescovi: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale ; Il sogno dei 9 anni di don Bosco: un sogno che si realizza; Vocazione, missione, donazione Il sogno del pergolato di rose; Don Tonino Bello: Maria, donna dei nostri giorni, San Paolo Edizioni, Roma 2015; Frankl V. E.: Logoterapia e analisi esistenziale, Morcelliana, Brescia 1977; Don Luigi Maria Epicoco: Sale, non miele. Per una fede che brucia, San Paolo Edizioni, Roma 2017; Conclusioni del Convegno Diocesano 18 settembre 2017 Non lasciamoli soli, Vescovo Vicario di Roma, don Angelo De Donatis.