NEWSLETTER n. 41. Agosto 05



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Transcript:

NEWSLETTER n. 41 a cura dell Ufficio del Portavoce Ufficio Stampa di ARPA Lombardia Giovanni Galgano Tel. 02.69666.362 Grafica ProgettoWEB ARPA Lombardia

Sommario CHE ARIA TIRA A VARESE 2 IL CENTRO DI MONITORAGGIO GEOLOGICO DI SONDRIO INCONTRA LE SCUOLE 3 QUALITA DELL ARIA A CREMONA, SERVE UN AZIONE GLOBALE 3 LE ACQUE DEL LAGO D ISEO TORNANO A CIRCOLARE 4

CHE ARIA TIRA A VARESE Pubblicato il rapporto annuale sulla qualità dell aria nella provincia È stato recentemente reso pubblico il Rapporto Annuale sulla Qualità dell Aria in provincia di Varese per l anno 2004, tra l altro disponibile sul sito dell Agenzia www.arpalombardia.it - nella sezione Qualità dell Aria. La redazione del rapporto, come di consueto, consente di presentare in modo sintetico i dati relativi agli inquinanti atmosferici rilevati dalla rete di monitoraggio della qualità dell aria, confrontandoli con le normative vigenti che fissano parametri e limiti. Nel territorio della provincia di Varese è presente una rete pubblica di monitoraggio della qualità dell aria, attualmente di proprietà di ARPA Lombardia, di alcuni Comuni e del Parco Lombardo della Valle del Ticino, costituita da otto stazioni fisse. Ad essa si aggiunge anche una stazione privata, di proprietà del Consorzio ACCAM. La gestione dell intera rete, che include quindi complessivamente nove cabine, è affidata all Agenzia. Nella rete sono rilevate diverse specie di inquinanti: SO2, O3, NO2, CO, PM10, BTX. L analisi dei dati raccolti nell anno 2004, seppur con le diverse chiavi di lettura fornite dal confronto con i limiti introdotti di recente dalle normative nazionali ed europee La qualità dell aria a Varese e provincia europee e con quelli vigenti nel passato, conferma che i parametri critici per l inquinamento atmosferico sono l ozono e il particolato sottile (PM10), per i quali numerosi e ripetuti sono i superamenti dei limiti. Resta in una posizione intermedia il biossido d azoto, che solo in alcuni casi mostra un superamento dei limiti e di cui, però, non va dimenticata la criticità, dovuta al carattere secondario ed al suo coinvolgimento nella dinamica di produzione dell ozono. Per quanto riguarda anidride solforosa (SO2), monossido di carbonio (CO) e benzene, si osserva invece che le concentrazioni sono largamente al di sotto dei limiti o comunque inferiori a quanto previsto come limite dal Decreto 60/02. Completa il quadro fornito dal rapporto il capitolo relativo alle emissioni provinciali, la cui entità è presentata e discussa facendo riferimento ai dati dell inventario delle emissioni INEMAR (INventario EMissioni ARia) realizzato dalla Regione Lombardia nell ambito del PRQA (Piano di Risanamento della Qualità dell Aria). 2

IL CENTRO DI MONITORAGGIO GEOLOGICO DI SONDRIO INCONTRA LE SCUOLE Il Centro di Monitoraggio Geologico di Sondrio, nell ambito di un progetto di educazione ambientale rivolto agli studenti delle scuole medie e superiori valtellinesi, ha organizzato, su richiesta della scuola media Sassi Torelli di Sondrio, un incontro con due classi prime in Valmalenco, di fronte alla frana di Spriana. La visita ha avuto come scopo l informazione sui fenomeni franosi e su alcuni aspetti del territorio. I tecnici del centro hanno illustrato ad una platea molto attenta il quadro delle conoscenze riguardanti la frana, relativamente alla sua collocazione, alle notizie storiche sulla sua evoluzione sia precedentemente che posteriormente all installazione del sistema di monitoraggio. Si sono approfondite le tematiche relative alle tecnologie utilizzate per il controllo dell area, con l analisi degli scenari di evoluzione previsti, e della possibilità possibilità di attuare piani di evacuazione. I ragazzi coinvolti hanno mostrato molto interesse verso le tematiche esposte, facendo numerose domande e richiedendo un ulteriore visita di approfondimento presso il Centro. Un momento dell incontro con la scuola media QUALITA DELL ARIA A CREMONA, SERVE UN AZIONE GLOBALE Il direttore del dipartimento cremonese, Paolo Beati, sentito dalla Commissione Ambiente della Provincia Il direttore del dipartimento ARPA di Cremona, Paolo Beati, è stato invitato dalla Commissione Ambiente della Provincia di Cremona ad illustrare gli aspetti ambientali dello studio epidemiologico, condotto congiuntamente da ASL e da ARPA, sull esposizione al PM10 della popolazione nel territorio cremonese. Alla presenza dell assessore provinciale all ambiente Giovanni Biondi, Beati ha confermato che la Pianura Padana è una delle zone più inquinate d Europa, conformandosi come una distesa piatta dove non c è ricambio d aria. In seguito alla proposta di installare più centraline di rilevamento, Beati ha spiegato che il fenomeno dell inquinamento atmosferico è uniforme in tutta la provincia, ed in Lombardia è funzionante un numero di centraline largamente largamente superiore a quello previsto dalle linee guida europee e dalle normative. Alle tradizionali centraline ha aggiunto il direttore del dipartimento cremonese - si sta pensando di affiancare nuovi strumenti di rilevamento, come le centraline mobili satellitari in grado di mappare in maniera dinamica ampie zone di territorio, per integrare i dati forniti dalle strutture fisse. Beati ha concluso il suo intervento affermando che il problema dell inquinamento atmosferico è sistemico: non esistono soluzioni a livello locale, ma si deve affrontare il problema con azioni di tipo strutturale su larga scala, ad esempio incentivando l utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. 3

LE ACQUE DEL LAGO D ISEO TORNANO A CIRCOLARE L ARPA di Brescia lo ha rilevato nei suoi recenti studi A distanza di oltre vent anni il lago d Iseo ha avuto un completo rimescolamento delle sue acque, ed è una recente indagine di ARPA a testimoniarlo. Era infatti dal 1981 che tale condizione non si verificava, tanto che il lago è stato, negli ultimi anni, costantemente citato come esempio di condizioni critiche di stratificazione tra acque superficiali e profonde. Un campionamento condotto dal dipartimento di Brescia dell Agenzia nello scorso marzo ha invece messo in evidenza la piena circolazione delle acque dell Iseo, registrando una temperatura uniforme alle diverse profondità e la presenza di ossigeno sul fondo. Tale rimescolamento confermato anche da successive analisi chimiche in laboratorio - ha permesso l ossigenazione l ossigenazione del fondo del lago, ed ha ridistribuito sull intera colonna i nutrienti che la mancata circolazione aveva accumulato negli strati profondi. L attività di monitoraggio condotta da ARPA sui corpi idrici lacustri comporta sia misure di campo, per verificare, attraverso l utilizzo di sonde, l andamento di parametri come ossigeno, ph e temperatura, sia analisi chimiche su campioni d acqua, ai sensi del D.Lgs.152/99. Dal 2004 sono stati inoltre pianificati campionamenti semestrali dei sedimenti, recentemente approfonditi con analisi riguardanti metalli e policlorobifenili. Sempre nel marzo 2005 si è ad esempio riscontrata la presenza, seppur minima, di PCB nei sedimenti del lago. Il lago d Iseo 4