La crisi non è uguale per tutti Tito Boeri Università Bocconi Padova 18 novembre 2009 Dialoghi sull Economia e il Management
Piano Globalizzazione, li i disuguaglianze e crisi. i Il ceto medio del mondo e la nuova plutocrazia. Italia: non è un paese per giovani. Rischia di esserlo ancora meno dopo la crisi. C f i i di i l Cosa fare per evitare immenso spreco di capitale umano. La centralità del mercato del lavoro.
Globalizzazione: forte crescita, crescenti differenze 10% 8% 6% 4% 2% 0% 2% World Advanced economies Emerging economies Euro area Italy
C è chi importa e chi esporta sempre più US $ Billions 800 Current Account Surplus(+)/Deficit( ) 600 400 200 0 200 400 600 800 1000 China Japan United States
Gli squilibri globali nel 2009 5
Globalizzazione ha bloccato crescita delle disuguaglianze mondiali
e ha ridotto la povertà ma non ovunque Fonte: Banca Mondiale
La crisi e il dopo: uguale a prima? 10% 8% 6% 4% 2% 0% 2% 4% 6% World Advanced economies Emerging economies Euro area Italy
In sintesi Globalizzazione li i ha significato ifi divaricazione i i dei tassi di crescita e si è accompagnata a crescenti squilibri i esterni: paesi che consumano troppo (soprattutto Stati Uniti) e paesi che risparmiano troppo (soprattutto Cina). Disuguaglianze di reddito fra paesi hanno smesso di crescere. Negli ultimi li ianni anche un po ridotte. Grande assente Africa sub sahariana. Distanze mantenute nella crisi (Italia peggio di tutti). E dopo? Cosa faranno i paesi avanzati?
Piano Le disuguaglianze hanno poco a che vedere con la crisi. Il ceto medio del dlmondo e la nuova plutocrazia. Da noi pagano soprattutto i giovani. Problemi strutturali più politiche di frontealla crisi Cosa fare
Paesi avanzati: meno lavoro 120 Education Returns: Employment Rates (Secondary Educ. = 100) 100 80 60 40 20 0 France Germany Italy Spain Sweden United Kingdom United States Below upper secondary Tertiary education
e salari più bassi per i lavoratori poco 120 100 qualificati Differenziale Salariale: Tertiary vs. Primary Education (Secondary Education = 100) 80 60 40 20 0 France Germany Italy Netherlands Sweden Differenziale Salario Tertiary vs. Primary Education; 1997 Differenziale Salario Tertiary vs. Primary Education; 2007
Premio per l istruzione crescente 19 1,9 Rapporto tra salari di laureati e diplomati 1,8 1,7 16 1,6 1,5 1,4 13 1,3 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2005 Anno Fonte: Katz and Krueger (1999; Table 1). Tenendo conto di esperienza, regione di residenza, sesso e razza.
Perchè domanda di lavoratori più istruiti cresce più velocemente dell offerta Offerta Salario relativo R** R* Domanda E* E** Occupazione relativa
La busta paga di Jang Juoi Hourly gross wage: 0,50 Gross wage: 108,14 Taxes and contributions: 10,32 200 hours per month Net wage 83,92 Meals 11,39
Crescenti disuguaglianze nei salari: USA
Regno Unito
Svezia
Cosa succede sul tetto di reddito del mondo (1% più ricco) Atkinson, Piketty, Saez, 2009
In sintesi Ni Nei paesi avanzati crescenti premi all istruzione i nel mercato del lavoro. Ampliarsi del divario fra lavoratori qualificatie lavoratori con basso livello di istruzione. Questo ceto medio del mondo sempre più ai margini. Spinta alla crescita da capitale umano. Ritorno alle plutocrazie degli inizi del secolo scorso. Una fascia molto piccola di popolazione p (tra lo 0,1 e l 1 per cento) ottiene fino al 15% del reddito complessivo.
Piano Le disuguaglianze hanno poco a che vedere con la crisi. Ma rischiano di venire accentuate dalla crisi soprattutto nei paesi sviluppati: il ceto medio del mondo vittima della crisi Italia. Non è un paese per i giovani. Rischia di esserlo ancora meno dopo la crisi Cosa fare
Disuguaglianze aumentate dopo la crisi del 1992 3 115 Distribuzione del reddito (1990=100) 110 105 100 95 90 85 80 75 70 1987 1989 1990 1991 1993 1995 1998 2000 2002 2004 2006 Fonte: Banca d Italia, Indagine sui bilanci delle famiglie Italiane 1 quintile 5 quintile
Povertà tra disoccupati e temporanei Grado di rischio relativo % capofamigliaa ri schiopovertà/ % capofamiglianellapopolazione ll l i 1 2 4 6 8 10 12 Fonte: elaborazione Elaborazioni su dati Banca d Italia
Chi perde lavoro è poco aiutato 80 Unemployment Benefit Five year average 70 60 50 40 30 20 10 0 Fonte: OECD Employment Outlook 2009
La crisi e i giovani 3,50 Rapporto tasso disoccupazione <25y/tot. Luglio 2009 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 Fonte: Eurostat
Peggio di prima. 0,30 Rapporto tasso di disoccupazione <25y/tot. (variazione in punti base, 2008 2009) 0,20 0,10 0,00 0,10 010 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 080 Fonte: Eurostat
e della precedente grande recessione 3,5 Rapporto disoccupazione <25y/tot. 3 25 2,5 2 1,5 1 0,5 0 1993 2009 (luglio) Fonte: Eurostat
Non solo blocco assunzioni. Giovani oggi perdono il lavoro Sin qui persi 562.000 posti di lavoro da Q3 2008. Quasi tutti tra chi ha meno di 40 anni. Contratti a Tempo Determinato: 229.000 ( 10%) Contratti a progetto (e co.co.co): 65.000( 12%) Lavoro autonomo (partite IVA?): 210.000 Assunzioni (comunicazioni obbligatorie): 30% Disoccupazionegiovanile dal 18 al 25%.
Non c entra la demografia. Coorti in ingresso sono piccole % giovani/popolazione totale 1,70% 1,50% 1,30% 1,10% 0,90% 0,70% 0,50% % 20y/pop % media 15 25y/pop Fonte: Eurostat
Effetti persistenti della disoccupazione giovanile Ellwood (1982): chi inizia male sul mercato del lavoro avrà per tutta la vita lavorativa salari più bassi e minori opportunità di impiego. Mroz e Savage (2006): chi ha vissuto disoccupazione a 22 anni a 25 guadagna il 30% in meno degli altri. A 30 32 ancora 2 3% Kletzer and Fairlie (1999): perdita salariale su tutta la vita 8% per uomini e 13% per donne Gregg and Tominie (2001): perdita salariale del 13 21%. Del 9 11% se disoccupazionei non si ripete. Arulampalam (2001): aumenta il rischio di perdere nuovamente il lavoro Bell and Blanchflower (2009) von Wachter (2009): effetti anche su salute fino a 20 anni dopo
Piano Globalizzazione, li i disuguaglianze e crisi. i Il ceto medio del mondo e le superstar. Italia: non è un paese per giovani. Rischia di esserlo ancora meno dopo la crisi. C f i i di i l Cosa fare per evitare immenso spreco di capitale umano. La centralità del mercato del lavoro.
Tre riforme fondamentali Ingresso nel mercato del lavoro: contratto a tempo indeterminato a tutele progressive Una volta entrati nel mercato: salario minimo. i Uscita dal mercato: sussidio unico di disoccupazionei
Scelta consapevole di non farle Maurizio Sacconi (1 6 09): Abbiamo i migliori ammortizzatori sociali del mondo (.) (13 06 09) i i i h l i (13 06 09) i giovani, anche laureati non esitino a svolgere lavori umili come l imbianchino o l operaio
Voleva forse dire gli addetti alla frangitura delle olive? Cassa integrazione i guadagni Cassa integrazione i guadagni ordinaria straordinaria Fonte: INPS, Le guide INPS. http://www.inps.it/doc/pubblicazioni/opuscoli/casintguad.pdf
Scelta consapevole 2 Giulio Tremonti (10 11 09) : "Se la parola è tagli alle pensioni, mai finché ci sono io. Ma i giovani stanno già subendo tagli. Col sistema contributivo e questo mercato del lavoro dualistico, avranno pensioni inferiori ai minimi sociali. E nel frattempo dovranno destinare un terzo delle proprie tasse a chi è oggi in pensione.
Spesa Pensionistica/PIL 15,5 15 14,5 14 13,5 2007 2009 Media UE 27 (2007) 11.8% Francia (2007) 13.3% 3% Germania (2007) 12.4 Spagna (2007) 9.% Fonte: DPEF 2007, 2008, 2009; Eurostat
Le pensioni dei giovani Euro 1400 Giovane A Situazione Attuale 1300 1200 25 28 anni: Co.co.pro. 29: disoccupato 1100 29 31: Tempo Determinato 1000 32: Disoccupato 900 33 35: Tempo Determinato 35 65: Tempo Indeterminato t 800 700 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 Tasso di crescita potenziale 12% 1.2% 1.0% 0.6% Età pensionamento Coefficienti di trasformazione 2009 Pensione Mensile Tasso di sostituzione 65 0.06136 1010.51 77% 60 0.05163 695.21 54% 65 0.06136 974.60 74% 60 0.05163 673.81 53% 65 0.0613606136 907.7373 69% 60 0.05163 633.56 50% Pensione stimata con i coefficienti di trasformazione previsti per il 2009.
Le pensioni dei giovani 1800 Giovane B Riformando solo percorso di ingresso 1600 1400 1200 1000 800 600 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 Tasso di crescita Coefficienti i di Pensione Tasso di Età pensionamento potenziale trasformazione 2009 Mensile sostituzione 1.2% 1.0% 06% 0.6% 65 0.06136 1234.72 77% 60 0.0516305163 849.06 54% 65 0.06136 1191.35 74% 60 0.05163 823.30 52% 65 0.06136 1110.48 69% 60 0.05163 774.82 49% Pensione stimata con i coefficienti di trasformazione previsti per il 2009.
Le pensioni dei giovani Pensione stimata con i coefficienti di trasformazione del 2009. Tasso di crescita potenziale Età pensionamento Giovane A (Situazione Attuale) Pensione Mensile Tasso di sostituzione Giovane B (Con riforma ingresso) Pensione Mensile Tasso di sostituzione 1.2% 1.0% 0.6% 65 1010.51 77% 1234.72 77% 60 695.21 54% 849.06 54% 65 974.60 74% 1191.35 74% 60 673.81 53% 823.30 52% 65 907.7373 69% 1110.48 69% 60 633.56 50% 774.82 49%
Non possiamo uscire dalla crisi come prima Italia: PIL pro capite (2007 = 100; prezzi costanti, anno 2008) 120 115 110 105 100 95 90 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 PIL pro capite 2007 2009 2009 Tasso crescita medio 2000 20072007 (0,54%) Raggiungere il 2007 entro il 2020 (tasso medio 0,65%) Tasso potenziale (1,5%) Raggiungere il potenziale entro il 2020 (tasso medio 2,1%)
Conclusioni I giovani i( (e le donne) sono più istruiti, i i hanno quel capitale umano che oggi è maggiormente premiato it nella nuova divisione i i internazionale i dl del lavoro. Ma sono stati ancor di più messi ai margini nella crisi. Riforme del mercato del lavoro che includono i giovani iriducono disuguaglianze e ci aiutano a tornare a crescere. Pensando al presente riuscirebbero a non farci più dimenticare il futuro