La crisi più grave. Prodotto interno lordo. Indice I 2007 = 100
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- Severino Fusco
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1 I giovani e il mercato del lavoro Lavoro e sviluppo umano: il lavoro cambia e ci cambia Bergamo, 10 giugno
2 La crisi più grave Prodotto interno lordo Quella alle nostre spalle è la crisi economica più grave dal dopoguerra Dimensione internazionale della crisi Specifica debolezza dell economia italiana Indice I 2007 = 100 Bergamo, 10 giugno
3 Le conseguenze sull occupazione Occupati migliaia; elaborazioni su Indagine Istat sulle forze di lavoro Rispetto al massimo sono andati persi oltre 600mila posti di lavoro o La flessione, peraltro, è relativamente modesta se confrontata con quella del Pil. Le perdite sono state mitigate dalla riduzione delle ore lavorate per occupato (effetto aumento part-time anche involontario) e dal massiccio ricorso alla Cig Bergamo, 10 giugno
4 I più colpiti: l industria, i meno istruiti, i temporanei, i giovani Occupati Variazioni III trimestre III trimestre 2010 % assolute (migliaia) La crisi determina una totale (15-64 anni) significativa ifi i contrazione Nord dell occupazione Centro Sud La acadutaèco concentrata ce tata nei settori industriali Interessa in misura maggiore i lavoratori Maschi Femmine meno qualificati Colpisce di più i giovani Agricoltura Industria in s.s Costruzioni Servizi privati Servizi alla persona e pubblici Dipendenti permanenti temporanei Indipendenti Bergamo, 10 giugno
5 La disoccupazione giovanile: persi in due anni i guadagni di un decennio Tasso di disoccupazione giovanile - Italia Nel complesso dell area euro il tasso di 33 disoccupazione giovanile 31 (cioè la classe di età fra i e i 24 anni), aumenta 25 dal 17 per cento del al 21 per cento del % forze lavoro anni che risultano in cerca di un'occupazione. Fonte Istat L Italia registra un peggioramento marcato, conunaumentodal21 al 27 per cento. Bergamo, 10 giugno
6 Perché i giovani In tutte le crisi i più colpiti sono i lavoratori all ingresso nel mercato: calano le assunzioni e si allungano i tempi di ingresso nell occupazione Nella fase più recente hanno pesato anche fattori itit istituzionali: i diffusione i contratti di lavoro temporanei Le politiche in tutti i paesi si sono concentrate sulla protezione dei lavoratori già assunti (schemi di lavoro ad orario ridotto) Bergamo, 10 giugno
7 Conseguenze della crisi del mercato del lavoro giovanile CONSEGUENZE PER L INTERO SISTEMA Minori costi sociali nel breve dei giovani che lo scorso anno hanno perso il posto di lavoro, ben nove su dieci risultavano vivere presso la famiglie d origine Conseguenze di medio termine Perdita di capitale umano (aumento dei fenomeni di overeducation) Mobilità verso l estero dei lavoratori qualificati Bergamo, 10 giugno
8 Conseguenze della crisi del mercato del lavoro giovanile CONSEGUENZE INDIVIDUALI PER IL GIOVANE Effetti di lungo periodo sul percorso di carriera Effetti sulle scelte di vita (costituzione di una famiglia, procreazione) Possibile marginalizzazione: I NEET (Not in education, employment or training) Bergamo, 10 giugno
9 I NEET Con la crisi la quota dei NEET è 100% aumentata I giovani studenti studenti lavoratori occupati dip.permanenti, permanenti non studenti occupati indipendenti, non studenti occupati dip.temporanei, non studenti NEET: 80% 60% 40% 20% 0% età - dati III trimestre 2010; Bergamo, 10 giugno 2011 Fonte: 9 Elaborazioni REF su microdati Istat
10 I left behind left behind : quei giovani che risultano privi di un titolo di scuola superiore e si ritrovano in una condizione i 12 di Neet. 10 I lavoratori meno scolarizzati 8 possono venire schiacciati nelle fasi di crisi dalla 6 tendenze dei più scolarizzati 4 ad accettare lavori per i quali 2 essi presentano livelli di 0 istruzione in eccesso. I left behind Fonte: elaborazioni REF su microdati RCFL Bergamo, 10 giugno
11 Nord e Sud Tasso di occupazione giovanile Nord Centro Mezzogiorno occupati in % della forza lavoro di età compresa fra i 15 e i 25 anni. Fra il 2006 e il 2010 il tasso di occupazione giovanile delle regioni settentrionali è sceso dal 33.7 al 26.3 per cento, mentre quello delle regioni meridionali è passato dal 17.9 al 14.4 per cento. Vi è un marcato effetto legato ai livelli di scolarità Aumentano i flussi migratori interni e dei lavoratori meridionali verso l estero, ma questa volta sono i più istruiti. Bergamo, 10 giugno
12 Trasferimenti verso l'estero di laureati italiani - anno 2008 Regno Unito Germania Svizzera Francia Stati Uniti Spagna Brasile Belgio Argentina Paesi Bassi Irlanda I trasferimenti di residenza colgono solo una parte della mobilità verso l estero dei lavoratori italiani. Il fenomeno però è in crescita e soprattutto con un incidenza marcata fra i lavoratori più scolarizzati. La perdita di un laureato in termini di capitale umano è importante, anche perché l Italia nel contempo importa pochi lavoratori con elevati livelli professionali. Cina Bergamo, 10 giugno
13 Difficoltà dei giovani e mancanza di mobilità sociale Gli studi sul tema mostrano una scarsa mobilità intergenerazionale nel nostro paese La mobilità intergenerazionale è data dalla relazione tra lo status socio-economico dei genitori e quello dei figli; quanto più il legame è stretto, e quindi è difficile salire o scendere di posizione rispetto ai genitori, tanto meno la società è mobile. Molti fattori: caratteristiche ereditarie (es. abilità), ma anche fattori ambientali, come norme sociali, etica del lavoro, importanza delle reti sociali, che influiscono sulla produttività del lavoro. L istruzione è la variabile chiave Bergamo, 10 giugno
14 ... La rimozione degli ostacoli alla mobilità intergenerazionale risponde a finalità di equità, perché migliora l eguaglianza delle opportunità economiche. Ma ci sono motivazioni anche in termini di efficienza: una società poco mobile ha maggiori probabilità di sprecare o allocare male i talenti e le competenze; L assenza di pari opportunità mina gli incentivi all accumulazione di capitale umano, gli sforzi e quindi la produttività; Bergamo, 10 giugno
15 ... La ridefinizione delle priorità della politica economica comporta anche una diversa distribuzione della spesa, con un incremento di quella destinata all istruzione. Il rischio è che le pressioni iderivanti dall invecchiamento 25.0 della popolazione 20.0 spingano invece altre voci riducendo la 15.0 spesa con una 10.0 maggiore produttività in termini di crescita 5.0 (istruzione e 0.0 infrastrutture) Spesa pubblica per istruzione Mexico Russian New Chile Iceland Norway Brazil Denmark Korea United Estonia Australia Ireland Israel Sweden Finland Belgium Canada Slovenia Switzerland Netherlands media OCSE United Poland Portugal Spain Austria France Slovak Hungary Germany Czech Japan Italy % spesa pubblica totale. Include anche i sussidi alle famiglie per l'istruzione Fonte: Oecd Education at a Glance, 2010 Bergamo, 10 giugno
16 Prospettive fragili Italia - Pil e occupazione Pil Occupati Indice 2007 = 100; previsioni ref. dal 2011 Le proiezioni di sviluppo dell economia italiana sono ancora preoccupanti La domanda di lavoro ripartirà piano Ci vorrà tempo prima di riuscire a inserire nel mercato chi non è entrato in questi anni Vi è il rischio che la domanda di lavoro salti una coorte, generando effetti di lungo periodo su chi è entrato nel mercato del lavoro in questi anni e sul sistema economico nel complesso Bergamo, 10 giugno
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