presentato alla Festa del Cinema di Roma: sezione Alice nella città.

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Ex compagni di scuola di cinema diventati famosi sul web, i fondatori del collettivo Il Terzo segreto di Satira arrivano finalmente al pubblico del grande schermo, raccontando con ironia se stessi e una Milano di giovani professionisti che spesso si muovono con impaccio tra ideali e compromessi, passioni e tentazioni. scheda tecnica un film de ll Terzo Segreto di Satira; con: Marco Ripoldi, Massimiliano Loizzi, Walter Leonardi, Renato Avallone, Valentina Lodovini, Francesco Mandelli, Martina De Santis, Augusto Zucchi; sceneggiatura: Ugo Chiti, ll Terzo Segreto di Satira; montaggio: Giuseppe Trepiccione; fotografia: Luca Sabboni; musiche: Gianluca Misti; Italia; 2017, 89, Distribuzione: 01 Distribution. Premi e riconoscimenti 2017 - presentato alla Festa del Cinema di Roma: sezione Alice nella città. ll Terzo Segreto di Satira Il gruppo nasce nel febbraio 2011 ed è formato da cinque artisti (Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella, Davide Rossi) che si sono conosciuti frequentando insieme la Civica Scuola di Cinema di Milano. Poco dopo, nel maggio 2011, diventano noti al grande pubblico con il video Il favoloso mondo di Pisapie, realizzato in occasione del ballottaggio delle elezioni comunali di Milano e pubblicato su YouTube. Prendendo spunto da alcune frasi pronunciate dagli esponenti del centrodestra contro il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia, ironizzano sulle possibili conseguenze della vittoria di quest'ultimo. Il video ottiene un successo inaspettato. Dall apertura del canale YouTube (febbraio 2011) ad oggi, il Terzo Segreto di Satira ha raggiunto le 12 milioni di visualizzazioni complessive, spalmate su una quarantina di video, con oltre 150.000 iscritti tra Facebook e Youtube. Alcuni di questi video sono stati ritrasmessi da alcuni programmi televisivi (Blob, Ballarò, Che tempo che fa, Skyuno, L Aria che Tira) e citati dai principali quotidiani nazionali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, il Fatto Quotidiano). Nel 2013 il Terzo Segreto di Satira ha ricevuto il Premio della Satira Forte dei Marmi -Sezione Comicità sul Web.

Dal 2014 il gruppo ha cominciato a collaborare con alcune realtà televisive realizzando dei video, tra gli altri, per Report e Piazzapulita di Corrado Formigli. Nel 2015 ha portato in scena, per una trentina di repliche nel nord Italia, lo spettacolo Il Terzo Segreto di Satira Live ; un ibrido comico tra proiezioni e sketch live eseguiti dagli attori volti noti dei video. Nel 2016 ha realizzato per Discovery Italia la serie Biografie Imbarazzanti. Nel 2014 ha ricevuto il premio Isimbardi dalla Provincia di Milano.Il 13 maggio 2015 conducono uno speciale su La EFFE, intitolato Democrazia portami via. Intervista ai registi La parola ai protagonisti In un Paese scorretto in cui però impazza il politicamente corretto è possibile fare satira politica? In un paese come il nostro, gli spunti per fare satira sono tanti. Noi abbiamo cominciato nel 2011, quando era il momento del bunga bunga e dell'olgettina, e quindi avevamo molto materiale su cui lavorare. Dopo due mesi, Berlusconi se n è andato e sembrava che non ci fossero più argomenti, anche perché c'era Monti e non sapevamo come prenderlo in giro. Poi è arrivato il PD e siamo rinati. Pensavamo di scioglierci e invece eccoci qui. Nel film parlate di politica ma non parlate dei politici. Come mai? Il nostro obiettivo è fare satira non parlando dei politici, ma raccontando gli stereotipi umani. Per noi è sempre più divertente parlare dell'elettore invece che del politico, perché in realtà ognuno di noi ha un amico dalemiano, un amico renziano e così via. In Si muore tutti democristiani non volevamo fare satira politica tout court, ma tentare di descrivere un momento e una generazione in cui ci si potesse facilmente riconoscere. Più esattamente, ci interessava descrivere il "duro e puro" che ha avuto degli ideali e che a un certo punto si trova a dover accettare un compromesso e a fare i conti con se stesso. I protagonisti del film sono tre, e noi abbiamo voluto descrivere tre diversi modi con cui una persona può affrontare una scelta di carattere etico e capire se, nel 2017, si abbia ancora facoltà di stabilire se andare in una direzione piuttosto che in un'altra. Che cosa significa democristiano nel film? La parola democristiano, in questo film, per noi fa rima con "imborghesimento" e allude a una precisa fase della vita. C'è una frase che diciamo spesso: "Nasci contestatore e muri contestato". E' bellissima e sta a significare che a un certo punto ti ritrovi inevitabilmente a superare una linea. All inizio sei contro il sistema, poi ti

rendi conto che fai parte di questo sistema ed è una cosa che riguarda qualsiasi ambito e ogni persona. Il termine democristiano non allude insomma a un militante della Democrazia cristiana o dell UDC, ma a uno status mentale. Lo diceva pure Rotondi: "La Democrazia cristiana è uno status mentale, non un partito". Enrico, Stefano Fabrizio fanno una grande tenerezza. Quanto li amate? Siamo molto legati a questi tre personaggi, che avevamo già introdotto in alcuni dei nostri video. Li amiamo proprio perché hanno vissuto un po' di tempo con noi e, in fase di scrittura, ci siamo accorti che sapevamo come si sarebbero potuti comportare o quali frasi avrebbero potuto dire. E poi sono dei perdenti, e noi siamo molto legati ai perdenti, soprattutto perché viviamo in un periodo storico in cui tutti devono essere vincenti. Ci affascina molto chi non ce la fa, abbiamo una grande passione per le storie incompiute e i disagiati. Enrico, Stefano e Fabrizio non sono certo le figure classiche dell eroe o dell antieroe, ma si tratta di personaggi con cui il pubblico potrà facilmente identificarsi. Per noi rappresentano una certa sinistra e sono il simbolo di uno sfasamento fra ciò che si era da ragazzi e ciò che si è in età adulta. Si muore tutti democristiani riflette anche su questo e solleva la domanda: siamo meglio adesso o eravamo meglio prima? L'idea di girare un lungometraggio non vi spaventava? Per noi era un sogno fare un lungometraggio. Avendo studiato cinema, era il nostro più grande desiderio, la grande luce in fondo al tunnel. In realtà non c è stato nessun tunnel, perché questo film è figlio del percorso che abbiamo fatto in questi anni, partendo da Internet perché era un mezzo veloce e indipendente, arrivando in tv e poi finalmente riuscendo a scrivere e a girare un film. Detto ciò, certo che eravamo spaventati! Abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando la produzione ci ha messo a disposizione Ugo Chiti, che ci ha permesso di imparare tante cose. Scrivere la sceneggiatura con lui è stata una lezione continua. Con Si muore tutti democristiani abbiamo provato a portare un po' del nostro modo di fare video all interno di un contesto che ci ha ospitato e che spero che ci ospiterà di nuovo. Recensioni Fabio Fagnani. Wired Gli youtuber al cinema possono funzionare. È il primo pensiero che salta in mente appena ci sia alza dalla poltroncina della sala cinematografica dopo i titoli di coda di Si muore tutti democristiani, il primo film del gruppo Il Terzo segreto di satira. Far ridere sul web non è come far ridere al cinema. Cambia il media, cambia il linguaggio e quindi bisogna reinventarsi e in qualche modo cambiare e lo fa grazie anche

all appoggio di Ugo Chiti (Manuale d amore, Sms Sotto mentite spoglie, Gomorra, Il racconto dei racconti, per citarne alcuni) alla sceneggiatura e al soggetto mentre regia e montaggio sono di sola competenza del gruppo composto da Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Davide Rossi, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella. ( ) È una commedia sociale con una morale, o che per lo meno prova a tirarla fuori, e tenta di rappresentare le difficoltà di una generazione che si trova immersa tra dubbi, domande, valori ambigui e un futuro che è sempre più complicato da affrontare. Il gruppo di videomaker riesce a confezionare un prodotto del tutto godibile e divertente ma con un fil rouge malinconico che lega tutta la storia dei nostri protagonisti che dal successo, dalla copertina di un numero di Wired, incorniciato nello studio fotografico, alla disfatta, al fallimento e alla desolazione. Eccoci quindi arrivati alla trama. Fabrizio (Massimiliano Loizzi), Enrico (Walter Leonardi) e Stefano (Marco Ripoldi) sono amici da sempre e cercano di trasformare la loro attività di videomaker in un lavoro che possa, finalmente, permettergli di diventare economicamente indipendenti e di sentirsi, quantomeno, realizzati. Quel progetto che può cambiargli la vita sembra arrivare ma davanti a loro si pone un dubbio meglio fare cose pulite con soldi sporchi o cose sporche con soldi puliti?. L occasione che potrebbe rendergli economicamente indipendenti è la stessa che li pone davanti a un dilemma morale, che li porta a riconsiderare in tutto ciò che hanno creduto sino a quel momento. Con tutto ciò che ne comporta: Enrico sta per diventare papà e prende poche centinaia di euro per fare il professore all Università, Fabrizio viene deriso dalla famiglia della moglie mentre Stefano divide l affitto della casa con amici e ospiti indesiderati e campa facendo foto e video ai matrimoni. Che lavoro fai? Scrivo (recito, suono, disegno, ballo, faccio i video). No, intendo di lavoro. Lavoro vero. Cosa fai?. Tutti i giorni, in Italia, un artista muore moralmente e intellettualmente ogni volta che gli si presenta davanti questo tipo di scenario e Il terzo segreto di satira con questo primo lavoro cinematografico riesce a fotografare perfettamente uno spaccato dell Italia di oggi, ponendo una critica sociale al Paese. A un Paese che non reagisce, che affondo in un circolo vizioso tra moralità e potere, tra denaro e valori, tra rinunciare all indipendenza e trovare la serenità economica. Si muore tutti democristiani è un film che cerca e non trova i valori della sinistra più pura, quella vera, quella che ha perso alle ultime elezioni. È un film da vedere, da godersi, da ridere ma senza spegnere il cervello, a differenza di altri film youtubici. Nota positiva la prova attoriale dei protagonisti, il volto de Il Terzo Segreto di Satira, a tratti sembrava di assistere ai corti di Aldo, Giovanni e Giacomo in versione pop. Divertente il siparietti e i camei con Peter Gomez, Lilli Gruber, Andrea Scanzi e la performance di Francesco Mandelli e Paolo Rossi, perfetti nei loro ruoli. Un inizio promettente per il gruppo di videomaker che hanno intrapreso una strada sicuramente in salita ma piena di carte da giocare; e se è vero che si muore tutti democristiani a sto punto nella vita tanto vale provarci sempre.

Alice Catucci. Sentieriselvaggi ( ) Arriva al cinema Il Terzo Segreto di Satira, il collettivo milanese fondato da Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Davide Rossi, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella. I ragazzi sono amici di lunga data e un giorno decidono di scrivere e girare quello che gli passa per la testa ossia brevi sketch di satira politica che caricano sul web. Sarebbe erroneo definirli youtuber, perché salvo rari casi non appaiono mai sullo schermo, si rivolgono sempre ai loro attori del cuore, fra cui Walter Leonardi, Massimiliano Loizzi e Marco Ripoldi, i protagonisti di Si Muore Tutti Democristiani. I tre erano insieme nel video sulle primarie del 25 novembre 2012, quello in cui ci si chiedeva: conosciamo i candidati ma conosciamo anche gli elettori? L elettore di Bersani era quello che ha Vodafone ma continua a chiamarla Omnitel, il renziano alla pizzata con gli amici ordinava lo spaghetto allo scoglio e il vendoliano regalava i regoli al figlio e beveva solo ed esclusivamente coca cola equosolidale. Gli sketch funzionano sempre e sono intelligenti, acuti, colmi di riferimenti al quotidiano e alle piccole cose che odiamo e amiamo dell Italia. Raramente il collettivo ha perso colpi, sviscerando ogni volta la politica del Paese attraverso i grotteschi individui che lo abitano: gli italiani. Ora il grande passo e come succede ultimamente viene naturale chiedersi, con un po di timore, se il salto dal linguaggio del web a quello cinematografico (ben diverso davvero) riuscirà senza danni. E Il Terzo Segreto di Satira ci riesce con una commedia ben scritta, divertente e amara, sicuramente lontana dall essere una mera sequela di sketch cuciti insieme uno dopo l altro. D altronde a scrivere la sceneggiatura con il collettivo c è anche Ugo Chiti, in campo da tempo con i toscani Nuti, Pieraccioni e Veronesi. Anche se qui di toscano non c è niente, siamo a Milano e la città si sente, così come si sentono i riferimenti cinematografici che spesso l hanno raccontata: Aldo Giovanni e Giacomo ai loro tempi d oro. I rimandi all immaginario del trio sono espliciti ma mai sgradevoli, primo fra tutti il caratterista Augusto Zucchi, antipaticissimo come sempre. Gli spunti del web riescono anche sul grande schermo e vanno a formare un ottimo prodotto: la storia di tre giovani in un Italia allo sbando raccontata con cinismo, disillusione, occhi innamorati e soprattutto con armi comiche davvero ben impugnate. Marco Paiano. Cinematographe.it ( ) Da Game Therapy al recentissimo Addio fottuti musi verdi, negli ultimi anni il passaggio degli youtuber dal web al cinema ha riservato poche sorprese e diverse sonore delusioni. Il terzo segreto di satira inverte quella che sembrava una tendenza ormai consolidata, firmando una commedia schietta, intelligente e dal forte retrogusto malinconico, capace di fotografare i problemi e i dubbi di una generazione molto più lucidamente di tanti autori più esperti e quotati. Pur muovendo i propri

passi da quello che possiamo considerare come il vero e proprio cavallo di battaglia del collettivo, ovvero il progressivo imborghesimento e la perdita d identità della sinistra italiana, con il passare dei minuti Si muore tutti democristiani si rivela una toccante e mai banale riflessione su che cosa significa veramente crescere in questo Paese e su come sia sempre più necessario venire a patti con la propria coscienza per migliorare la propria condizione. I dubbi sulla capacità da parte de Il terzo segreto di satira di trasporre con successo il loro tipico pungente e disilluso umorismo in un lungometraggio vengono ben presto fugati da una messa in scena efficace e convincente, che, senza ricorrere a un grande budget e grazie alla verve del formidabile trio di protagonisti, riesce a mantenere sempre alto il ritmo e a garantire coesione e coerenza al film. Dalle scenografie alle musiche, passando per gli svariati camei (davvero spassoso e autoironico quello del co-fondatore de Il Fatto Quotidiano Peter Gomez), tutto è funzionale a catturare lo spirito e le incertezze di una generazione, cresciuta con il sogno di garantirsi sostentamento con un lavoro nobile ed appagante, ma costretta a fare i conti con una realtà cinica e amorale, che la obbliga a scendere a compromessi con la propria coscienza per pagare le bollette alla fine del mese. Si muore tutti democristiani è un cinema legittimo e necessario, che sfrutta piccoli dettagli e frammenti di vita, come il senso della morale del ricercatore universitario precario e futuro padre Enrico, l eterna e nostalgica insoddisfazione di Fabrizio o l atavica remissività di Stefano, per raccontare i cambiamenti politici e sociali degli ultimi decenni e il continuo mutamento di un ampia fetta di popolazione, in un arco narrativo che parte dal funesto G8 di Genova del 2001 per arrivare ad abbracciare scottanti temi dell attualità, come la dilagante corruzione all interno delle Ong incentrate su profughi e migranti o la sempre attuale battaglia contro la discriminazione della comunità LGBT. Fra disincanto, ironia e critica sociale, emerge l abilità da parte de Il terzo segreto di satira di tratteggiare ritratti umani veri e tridimensionali, afflitti da dilemmi tangibili e reali in cui chiunque si può riconoscere, come i ripieghi necessari per mantenere una famiglia, l incapacità di lasciarsi completamente alle spalle il proprio passato o le proprie radici o la necessità di prendere finalmente in mano la nostra vita, facendogli prendere una strada scelta e tracciata da noi stessi. Si muore tutti democristiani si trasforma così in un atipico e malinconico racconto di formazione, dove la democristianità diventa metafora di un preciso passaggio della vita, in cui ci si accorge bruscamente di aver lasciato la fazione dei ribelli e dei contestatori per diventare mestamente ma inevitabilmente parte del sistema e di tutte le sue contraddizioni. Un finale dolceamaro, accompagnato dalle musiche del cantore italiano per eccellenza del disagio esistenziale dei nati fra anni 80 e 90, ovvero Max Pezzali, chiude con una nota di tristezza e un pizzico di speranza una commedia disincantata

e densa di riflessioni e contenuti, che porta prepotentemente alla ribalta un gruppo di autori e di attori di grande talento, destinato a lasciare il segno non solo sul web e in TV, ma anche sul grande schermo. Federico Pontiggia. Cinematografo.it L eccezione che (non) invalida la regola. ( ) Il terzo segreto di satira sbarca sul grande schermo, e non è una cattiva notizia: Si muore tutti democristiani non delude. Per due motivi fondamentali: già i loro video hanno un minimo di drammaturgia, un tot di ariosità narrativa, poi, ed è il punto saliente, questo è un film-film, ovvero ha una sceneggiatura, vergata dal collettivo con l esperto Ugo Chiti. Nel senso, non dobbiamo ricrederci noi, si son ricreduti loro: il cinema è altra cosa, e bisogna fare un altra cosa, non esportare i clippini e suturare col montaggio. Di che parla? Con più di qualche spunto autobiografico, di tre videomaker (Marco Ripoldi, Massimiliano Loizzi e Walter Leonardi) che realizzano documentari a tema sociale. Faticosamente, provano ad arrivare a fine mese, finché non si palesa l occasione per svoltare o giù di lì: un doc per l onlus giudiziariamente chiacchierata Africando, che varrebbe un bel 150k. Che fare? Non c entra Lenin, ma l etica del lavoro sì: Meglio fare cose pulite con i soldi sporchi o cose sporche con soldi puliti?. Il basso continuo è l ironia, ironia, ehm, sociale: quello che ha sposato la pargola di un mobiliere, quello che si dibatte sulla liceità morale, quello che doveva andare al G8, ma si imboscò a La Spezia a fare il bagno. E, ancora, i sindacati che vorrebbero uno spot per il Primo Maggio innovativo, ma le coppie gay con figli anche no; e, ancora, incubi di matrice bergmaniana-kafkiana, innescati dall acquisto di un bell ombrello; e, ancora, la vita da coinquilini, con il subaffitto annesso e la maturità non concessa. Illustri cammei, da Paolo Rossi a Peter Gomez e Lilli Gruber, partecipazioni speciali, da Valentina Lodovini a Francesco Mandelli, Si muore tutti democristiani ha sprezzature arbasiniane, leggerezza Millennial e retrogusto da commedia all italiana riveduta e scorretta. Ma non troppo. Promossi. Soprattutto, per i momenti marginali, le interpunzioni: Oh, una mucca intravista sulla strada del G8, le parole dopo il sesso con la ex, il sushi per tornare dalla moglie. Sì, sono gli interstizi a dare nell occhio.