SCHEDA n 4. Dopo la raccolta delle preconoscenze si individuano collettivamente i temi da indagare.



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SCHEDA n 4 6) Individuazione dei temi da indagare per delineare i quadri di società relativi alle quattro generazioni: famiglia, lavoro, casa, cibo, abbigliamento, gioco, mezzi di trasporto, mezzi di comunicazione, scuola, tradizioni, medicina. Dopo la raccolta delle preconoscenze si individuano collettivamente i temi da indagare. Scopriamo insieme che le nostre conoscenze riguardano LA FAMIGLIA LE ABITAZIONI LA VITA QUOTIDIANA LA SCUOLA IL GIOCO E IL TEMPO LIBERO IL LAVORO L ALIMENTAZIONE LE TRADIZIONI E se di questi argomenti vogliamo saperne di più? Che fare? Possiamo fare un intervista ma a chi la facciamo? Ad un genitore, ad un nonno o ad un bisnonno? Considerato che quasi tutti i nostri bisnonni non sono più in vita il modo di vivere dei nostri genitori è abbastanza simile al nostro i nostri nonni hanno avuto un passato molto diverso dal nostro presente Abbiamo deciso di intervistare un nonno per soddisfare tutte le nostre curiosità!

7) Predisposizione del questionario per l intervista ad uno o più nonni/e invitati in classe. QUESTIONARIO per saperne di più sul passato familiare Intervistatore/trice... INTERVISTA A... Quando avevi 9 anni... COME SI VIVEVA? 1 - Dove vivevi? 2 - Era un periodo : O di pace O di guerra LAVORO 3 - Che lavoro facevano i tuoi genitori?...... FAMIGLIA 4 - Quante persone eravate in famiglia?... 5 - Chi erano queste persone?... CASA 6 - Abitavi : O in città O in campagna 7 - La tua casa era : O un condominio O unifamiliare 8 - Quante stanze aveva la tua casa?... 9 - Quali elettrodomestici avevate in casa?....... percorsididattici@jesicentro.i

10 - Quali scuole hai frequentato? O asilo nido O scuola materna O scuola elementare O scuola media O scuola superiore O università SCUOLA 11 - Ci racconti della tua scuola? n l aula...... n la/il maestra/o...... n i compagni...... n il materiale scolastico che usavi...... n le materie di studio...... GIOCO E TEMPO LIBERO 12 - Rispetto a me : O avevi più giocattoli O avevi meno giocattoli O avevi pressappoco gli stessi giocattoli 13 - Quale era il tuo giocattolo preferito?... 14 - Che giochi facevi con i tuoi amici?...... 15 - Oltre a giocare, quali attività facevi nel tuo tempo libero?... 16 - Andavi in vacanza con i tuoi genitori? SI NO 17 - Se si, dove andavate?.......

CIBO 18 - Ci sono differenze fra cosa si mangia oggi e cosa si mangiava quando eri piccolo/a? SI NO 19 - Se SI, quali sono?... 20 - Rispetto ad oggi avevate : O tanti abiti diversi come noi O di più O di meno MODA 21 - Come erano questi abiti?... MEZZI DI TRASPORTO 22 - Quali erano i mezzi di trasporto che si usavano di più?......... MEZZI DI COMUNICAZIONE 23 - I mezzi di comunicazione che si usavano a quei tempi erano : O il cellulare O il telefono in casa O il televisore O il computer O i giornali O lettere e cartoline TRADIZIONI 24 - C erano tradizioni che oggi sono scomparse? SI NO 25 - Se si, quali?...

26 - C erano feste particolari? SI NO 27 - Se si, come erano?......... 28 - Per il Natale addobbavate le case e le strade e ricevevate tanti doni come facciamo noi oggi?......... 29 - Come festeggiavate la Pasqua?... 30 - Rispetto ad oggi c erano: O tante medicine O di più O di meno MEDICINA 31 - Quali erano le malattie più diffuse?... 32 - Come vi curavate?...

8) Costruzione di un testo storico collettivo sul modo di vivere dei nonni. NONNO EMILIO RACCONTA... IL TESTO STORICO A 9 anni vivevo a Jesi. Era un periodo di pace. Mia madre lavorava alla Filanda. In questa fabbrica dai bozzoli dei bachi da seta si ricavava il filo che serviva per tessere le stoffe di seta. C erano molte Filande a Jesi a quel tempo. Mio padre faceva il giornaliero,cioè andava a lavorare dove serviva: faceva l operaio o il contadino... Il lavoro più diffuso a quel tempo era quello del contadino. Poi c erano gli artigiani (falegnami, fabbri, calzolai, sarti...) e gli operai che lavoravano soprattutto nelle filande e nelle fabbriche delle macchine agricole (SIMA e GUERRI). In famiglia eravamo 6 persone: mio padre, mia madre, una sorella, due fratelli ed io. La mia casa era in un condominio. Aveva 2 stanze e mezza. La mezza stanza era la cameretta dove dormivamo noi maschi. Non c erano elettrodomestici; si faceva tutto a mano. Ho frequentato la scuola elementare e il primo anno della scuola media, poi ho smesso perché a casa avevano bisogno di soldi e son dovuto andare a lavorare. Andavo a scuola a piedi, al Mestica in piazza del duomo (piazza Federico II). La mia aula era grande, ma spoglia. C erano i banchi di legno messi tutti in fila. In classe eravamo 25 alunni tutti maschi, perché a quel tempo le classi erano tutte maschili o tutte femminili. Il maestro che avevo era molto severo: non ti potevi alzare sennò ti dava le bacchettate sulle mani. Il materiale scolastico che avevamo era composto da: un quaderno a righe, un quaderno a quadretti, un Sillabario, cioè un libro in cui c erano tutte le materie che si studiavano allora e una penna con il pennino perché scrivevamo con l inchiostro che stava in un calamaio dentro il banco. Le nostre materie di studio erano: italiano, aritmetica, religione... Non avevo nessun giocattolo. Pochi bambini ne avevano. Quelli che c erano erano costruiti dai bambini stessi. Le femmine, ad esempio, facevano le bambole con un pezzo di stoffa che imbottivano con la semola. Con gli amici giocavo a pallone al Collegio Pergolesi oppure sulla strada davanti a casa, perché non c erano le macchine. Le femmine giocavano soprattutto a nascondino. Di tempo libero non ce n era. Io, a 7 anni, andavo a scuola e a lavorare, perciò di tempo libero non ne avevo. Ho lavorato prima nella bottega di un ciabattino, poi in quella di un falegname. Non andavo mai in vacanza con i miei genitori.

Mangiavo soprattutto legumi, polenta, verdure e pochissima carne. Avevo molti meno abiti di voi. Indossavo una maglietta, un paio di pantaloni corti, un paio di scarponi in inverno e andavo scalzo in estate. Gli abiti si passavano da un figlio all altro. C era chi aveva di più e chi non aveva niente. Quando avevo 9 anni ci si spostava a piedi dentro la città o con il carrettino trainato dal cavallo. Per andare fuori città c era il treno. Quando avevo 15 anni a Jesi c era il filobus. Si comunicava soprattutto con lettere e cartoline. Non c era la radio e i giornali erano pochi. C era qualche tradizione che oggi è scomparsa come quella della Festa di Mezza Quaresima. A metà della discesa di Borgo Garibaldi c erano due falegnami che ci ingegnavano a vestire una scopa come una donna. Era la Vecchia di Mezza Quaresima. Le mettevano una maschera brutta con il naso lungo e la portavano in piazza dell orologio ( piazza della Repubblica). Lassù le mettevano tante collane di lupini e si faceva una grande festa. Alle 8 della sera, finita la festa, la bruciavano. Ricordo che durante la dittatura fascista era proibito fare le feste. Il dittatore che governava l Italia si chiamava Benito Mussolini. Per Natale non si addobbavano le case e le strade. Non si ricevevano i giocattoli. Al massimo, alla sera della Vigilia, si ricevevano un mandarino, quattro castagne e, se c era, un pezzettino di dolce. Per Pasqua si dipingevano le uova con la carta colorata. Si avvolgevano nella carta colorata, si immergevano nell acqua e si facevano bollire, poi si mangiavano il giorno di Pasqua. In campagna si coloravano le uova mettendole a bollire insieme a dei fiorellini di campo blu detti, per questo, pingiova. Non c erano le uova di cioccolato. Rispetto ad oggi c erano meno medicine. La malattia più grave di allora era la tubercolosi. Una medicina molto usata era l olio di ricino, un purgante, che serviva per pulire l intestino. Era molto cattivo. Un altra medicina che si dava soprattutto ai bambini era l olio di fegato di merluzzo. Era un ricostituente e aiutava la crescita. La giornata di un bambino come me era pressappoco così. Alle 8 del mattino si partiva a piedi per andare a scuola al Duomo. Per passare sopra a quello che oggi è il viale della Vittoria, si passava sopra un ponte di mattoni. A mezzogiorno si andava a pranzo, al pappone, come dicevamo noi. Si tornava a scuola fino alle 4 e mezza, poi si giocava nella piazzetta del Duomo fino all ora di cena in cui si tornava a casa. Dopo cena, al massimo alle 9, si andava a dormire. Quando lavoravo, invece di fermarmi a giocare, andavo nella bottega a lavorare.