LA GLORIFICAZIONE DEL FIGLIO DELL UOMO

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Transcript:

LA GLORIFICAZIONE DEL FIGLIO DELL UOMO 1

Salmo 103 1 Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. 2 Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. 3 Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; 4 salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia; 5 egli sazia di beni i tuoi giorni e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza. 6 Il Signore compie gesti di salvezza e agli oppressi fa giustizia. 7 Ha rivelato a Mosè le sue vie, ai figli d'israele le sue opere. 8 Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore. 9 Egli non continua a contestare e non conserva per sempre il suo sdegno. 10 Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. 11 Come il cielo è alto sulla terra, così è grande il suo amore verso quanti lo temono; 12 come dista l'oriente dall'occidente, così allontana da noi le nostre colpe. 2

13 Come un padre è buono con i suoi figli, così il Signore è buono con quanti lo temono. 14 Perché egli sa che siamo stati plasmati dalla terra, ricorda che noi siamo polvere. 15 Come l'erba sono i giorni dell'uomo, come il fiore del campo, così egli fiorisce. 16 Lo investe il vento e più non esiste, e il luogo stesso in cui è sbocciato più non lo riconosce. 17 Ma la grazia del Signore è da sempre, dura in eterno per quanti lo temono; la sua giustizia per i figli dei figli, 18 per quanti custodiscono la sua alleanza e ricordano di osservare i suoi precetti. 19 Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono e il suo regno abbraccia l'universo. 20 Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola. 21 Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite il suo volere. 22 Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in ogni luogo del suo dominio. Benedici il Signore, anima mia. Gv 13,21-32 21 Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». 22 I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. 23 Ora, uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24 Simone Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di, chi è colui a cui si riferisce?». 25 Ed egli, reclinandosi semplicemente sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». 26 Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. 27 Allora, dopo quel boccone, Satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare, fallo al più presto». 28 Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; 29 alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30 Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. 31 Quand egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. 32 Se Dio è stato 3

glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Messaggio «Adesso fu glorificato il Figlio dell'uomo e Dio fu glorificato in lui», dice Gesù dopo aver dato il boccone a Giuda, che esce nella notte. Questo «adesso» segna l'inizio dell' «ora» della glorificazione del Figlio dell'uomo (12,23), nella quale è espulso il capo di questo mondo (12,31) e noi finalmente conosciamo Io-Sono. Il momento in cui le tenebre si impadroniscono della luce, è l'ora stessa in cui la luce entra nelle tenebre. Ed è la salvezza. Nel Vangelo si sottolinea che Giuda è «uno dei Dodici» (6,71), «uno di voi» (6,70), «uno dei discepoli» (12,4), «colui che mastica il mio pane» (v. 18), al quale Gesù dà il suo boccone. Proprio lui è il figlio della perdizione (17,12), il figlio perduto. Ma il Padre chi cerca se non il figlio perduto? Il suo tradimento è predetto perché, quando sarà avvenuto, «crediate che Io-Sono», ha appena detto Gesù (v. 19). Proprio in esso si rivela chi è Dio e che Gesù è Dio. In Giuda è rappresentato l'apice del mistero del male, tragedia dell'uomo e di Dio che lo ama: rifiutare l'amore del Figlio e del Padre significa perdere la propria essenza di figli e di fratelli. Il tradimento di Giuda fa pensare all'impotenza di Dio davanti alla libertà dell'uomo; suggerisce l'irreparabilità del male. Il bene perde davanti al male!? Ma Giovanni ci fa vedere che la luce vince le tenebre proprio lasciandosi prendere da esse. La debolezza di Dio è l'unica forza capace di liberare la libertà dell'uomo e riscattarlo dalla morte. A proposito di Giuda esce la domanda fondamentale che ciascuno si pone circa il proprio destino: sono perduto o salvato? Tale domanda suppone che ci sia un'alternativa tra salvezza e perdizione: o c'è l'una o c'è l'altra. Il Vangelo invece ci rivela che siamo perduti e salvati, salvati in quanto perduti. Giuda di Simone Iscariota rappresenta ogni uomo, inclusi i giudei e i discepoli. Non a caso il suo nome è Giuda, che richiama i giudei, e quello di suo padre è Simone, come quello di Pietro. Tutti siamo peccatori, privi della gloria di Dio, e giustificati gratuitamente per grazia. 4

La figura di Giuda ci impressiona perché rappresenta quell'ombra profonda che non vogliamo ammettere. E la condizione umana: da Adamo in poi, nessuno ha creduto all'amore del Padre, tutti abbiamo rinunciato alla nostra realtà di figli. Il rifiuto dell'amore è vero suicidio: distrugge l'essenza dell'uomo. È il peccato del mondo. del quale siamo tutti azionisti, con la nostra quota parte che ne accresce il capitale. Ma è proprio «questo» mondo perduto che Dio ha tanto amato da dare per esso il suo Figlio unigenito (3,16). Nel nostro male brilla così la nostra verità ineliminabile, che non è l'ombra minacciosa del nostro fallimento, ma la luce dell'amore infinito di Dio per noi. Ognuno di noi è sconcertato, come i discepoli che si guardano gli uni gli altri, chiedendo chi sia il traditore o domandandosi perplessi: Sono forse io?. Il Vangelo si preoccupa di mostrare che il tradimento, allora come adesso, non viene dall'esterno, ma sta all'interno dei discepoli, riuniti per celebrare la cena con il Signore. Gesù, svelando il tradimento, non intende denunciare il traditore; gli offre invece la sua amicizia, pur sapendo che la respinge. Mostra così la propria fedeltà all amico infedele, nella gratuità di un amore che non conosce condizioni né condizionamenti. Gesù ama Giuda e dà la vita per lui. Lo ama e non può non amarlo, perché l'amore: è Io-Sono. Se l'avesse rifiutato per il suo rifiuto, sarebbe uomo e non Dio: non sarebbe il Figlio del Padre, Io-Sono che salva. Per questo il tradimento di Giuda è la glorificazione del Figlio dell'uomo come Figlio di Dio; ed è insieme la glorificazione di Dio stesso, che in lui si rivela come amore. Il tradimento di «uno dei Dodici» fa uscire ogni discepolo dalla presunzione di salvarsi, ma anche dall'angoscia di perdersi. Fa capire che la salvezza è un amore che non si nega neppure a chi lo nega. Dio ama me e ogni uomo più di se stesso, perché è Dio! L'uccisione del Figlio è il massimo male che noi possiamo perpretare; Dio ne fa il massimo bene che lui ci possa offrire: il dono del Figlio. Il Signore dando la vita a chi gliela toglie, si rivela per quello che è. La scena è complessa, ci sono molti movimenti, ma quello più bello è presentato nella frase: Gesù, intinto il boccone, lo prese e lo offrì a Giuda. Perché è il gesto centrale di questa turbinosa scena? Gesù non lo ha compiuto come un gesto che fosse solo un segnale, data la domanda del suo discepolo. C è molto di più. Intanto era abitudine nelle cene importanti che il padrone di casa segnalasse la sua predilezione o il suo rispetto per un ospite compiendo precisamente questo gesto, intingere e offrire era perciò un segno di ossequio, ed è proprio questa la posizione che Gesù prende dinanzi a colui che sta per decidere di tradirlo. I Padri della Chiesa hanno spesso letto questa scena come una enorme espressione di amore, una raffigurazione della stessa eucaristia, perché in realtà è un gesto che allude al dono del proprio corpo e del proprio sangue come cibo e bevanda. La scena assume pertanto una tenera e forte connotazione positiva: è l amore di Gesù che splende in modo abbagliante, tutte le altre figure, anche lo stesso Giovanni che appoggia il capo sul petto di Gesù, diventano piccole in confronto alla grandezza di Gesù, amore fatto uomo che si comporta, in questa circostanza, affrontando l estrema inimicizia nel modo che solo l amore può affrontare: offrendosi. Qui non solo non c è nessuna accusa e nessuna rivelazione di chi tradirà, tutto rimane 5

nel segreto; c è un gesto che rimane nella profonda commozione di Gesù. Il turbamento non deriva dalla paura: Gesù non pensa a se stesso che tra poco verrà tradito e a ciò che ne seguirà, pensa, con estrema commozione, ad un cuore umano capace di tradirlo e si impietosisce su questo cuore e cerca di vincerlo soltanto con la potenza della commozione. Non ci riuscirà. La sua commozione è data ma non è accettata; anzi, nel mistero del cuore di Giuda, questo estremo dono che si concretizza nella sua decisione di tradire. Detto in maniera ebraica, satana entrò in lui, rendendo matura la decisione. Signore dacci un cuore che bruci per tutta la creazione, dacci occhi capaci di versare lacrime di compassione perché non sopportano di vedere e di udire la minima sofferenza o la minima tristezza nella creazione, rendici capaci di pregare per tutti quelli che ci fanno del male, perché siano custoditi e sia loro perdonato. Signore Gesù dacci il tuo cuore amante delle vittime, il tuo cuore vittima amante di chi ti uccide, dacci la consapevolezza che sia la vittima sia il carnefice hanno bisogno di una sola medicina: l amore. Si, la sola capace di alleviare chi soffre, la sola capace di sradicare la radice dell inimicizia, figlia dell idolatria di un io che smarrendo l altro perde anche se stesso, vedendo ovunque agguati alla sua vita e alle sue cose, nascosto a Dio, a sé e agli altri alla maniera di Giuda. Si, Signore questa sera ti vogliamo pregare di ricordarti non solo degli uomini di buona volontà, ma anche di quelli che hanno cattiva volontà. Non ricordarti di tutte le sofferenze che ci hanno inflitto. Ricordai invece dei frutti che noi abbiamo portato grazie al nostro soffrire: la nostra fraternità, la lealtà, l umiltà, il coraggio, la generosità, la grandezza di cuore, che sono fioriti qui da ciò che pativamo. E quando questi nostri nemici giungeranno al giudizio, fa che tutti questi frutti che noi abbiamo fatto nascere siano il loro perdono. Amen Richiesta di perdono per la Chiesa Perdona il tuo popolo, Signore, abbi compassione della tua Chiesa che riconosce le sue infedeltà al vangelo che le hai affidato. Donale il coraggio dello Spirito per vivere una nuova Pentecoste, per spogliarsi di ricchezze e potere, per essere un segno del Regno. La tua Chiesa confidi, Signore, nella sola forza dello Spirito e nelle scelte dettate dall'amore. Il mondo dovrà credere e tremare! La verità che porta alla libertà, la fede vissuta nella gioia, l'amore che diventa solidarietà sono 6

i prodigi della potenza di Dio. Perdona il tuo popolo, Signore, abbi compassione di tutti i credenti segnati da tanti dubbi e incertezze, così lenti nell'accogliere i tuoi doni. Perdona le grandezze e il potere che umiliano la Chiesa del tuo Figlio; fa' che torni a risplendere in pienezza della luce e della forza del Vangelo. Preghiamo Signore Gesù, sposo della Chiesa, tu la ami con tenerezza e pazienza. Per lei hai donato te stesso; hai pianto e pregato. Accogli il nostro atto penitenziale con l'impazienza e la gioia del padre della parabola, che aspettava da troppo tempo quel ritorno e quell' abbraccio. Finalmente, Signore, abbiamo trovato il coraggio di riconoscere i nostri errori e di tornare a te. L ombra di Giuda attraversa anche il nostro cuore. Lui è nostro fratello. Anche il nostro cuore si ottenebra. Aiutaci, con il tuo pane, a rimanere radicati e fondati nel tuo amore, nella fedeltà alla tua Parola. Fa' che il nostro cuore non venga ottenebrato dal male, ma illuminato dal tuo amore proclami al mondo la tua misericordia che guarisce, che salva riconciliandoci con il Padre e con tutti i fratelli. Amen. 7