LA PESCA MIRACOLOSA (Lc 5,1-11)

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LA PESCA MIRACOLOSA (Lc 5,1-11) Michelangelo Priotto Siamo di fronte a un brano proprio di Luca e perciò particolarmente interessante per conoscere il modo con cui egli si accosta alla tradizione evangelica e la rilegge. Infatti, se in tutto il c. 5 Luca segue il racconto di Marco (cf. 1,40-2,22), qui se ne stacca. Mentre Marco (1,16-20), e con lui anche Matteo (4,18-22), descrive l episodio della chiamata dei primi discepoli prima del ministero pubblico di Gesù, Luca situa questa chiamata dopo, quando Gesù ha ormai iniziato la sua attività di insegnamento e di guarigione (cf. 4,14-44). Egli già conosce Simone, essendosi recato a casa sua e avendone guarito la suocera (4,38-39) 1. Il testo 1 Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2 vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5 Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6 Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8 Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9 Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Contesto Il racconto di Luca costituisce un unità ben determinata; essa viene dopo il dittico Nàzaret-Cafarnao (4,14-44), inquadrato da due sommari del ministero iti- 1 Circa il commento a questo passo cf. in particolare: G. Rossé, Il Vangelo di Luca. Commento esegetico e teologico, Città Nuova Editrice, Roma 1992; S. Grasso, Luca. Traduzione e commento, Borla, Roma 1999; B. Maggioni, Il racconto di Luca, Cittadella, Assisi 2000; R. Lavatori - L. Sole, Ritratti dal Vangelo di Luca. Persone e relazioni, EDB, Bologna 2001; Y. Mathieu, La figure de Pierre dans l oevre de Luc (Évangile et Actes des Apôtres). Une approche synchronique, Gabalda, Paris 2004; F. Bovon, Vangelo di Luca I, Paideia, Brescia 2005 (or. ted. 1989). 21

nerante di Gesù (4,14; 4,44), ed è seguita da un nuovo episodio, la guarigione di un lebbroso (5,12-16). Il nostro brano appartiene a un ampia sezione (5,1-6,19), caratterizzata da alcune unità introdotte dalla forma tipica «e avvenne» (egheneto: 5,1.12.17; 6,1.6.12), con al centro la vocazione e il pranzo di Levi (5,27-39). In questa sezione si allarga l orizzonte del ministero di Gesù; finora infatti aveva operato da solo col suo insegnamento e la sua attività guaritrice, tanto che Luca aveva dovuto lasciare nell anonimato i primi discepoli. Ora però l uditorio si sta allargando; Gesù non parla soltanto più ai frequentatori delle sinagoghe, ma a una folla numerosa e ben disposta. Soprattutto nasce il gruppo dei discepoli, che lo seguono nel cammino missionario; all interno di questo gruppo si delinea poi quello che sarà il nucleo fondamentale della Chiesa, il gruppo apostolico. È in questo contesto che dobbiamo leggere il brano della pesca miracolosa con la chiamata di Pietro e dei suoi compagni. Struttura I primi tre versetti paiono un po staccati dalla narrazione successiva; in effetti con il v. 4 avviene uno stacco molto evidente, con un cambiamento di tempo («quando ebbe finito di parlare»), di luogo («prendi il largo»), di personaggi (le folle lasciano il posto a Simone e ai suoi compagni) e di programma narrativo (dall insegnamento della Parola alla pesca). Dunque, i primi tre versetti non erano indispensabili per la narrazione della pesca miracolosa, tuttavia nella disposizione attuale sono pienamente inseriti nella trama narrativa, infatti non costituiscono solo il quadro introduttivo a quanto segue, ma introducono, come si mostrerà fra poco, il tema fondamentale della Parola. La scena della pesca a sua volta è articolata in due momenti: la pesca miracolosa vera e propria (vv. 4-7) e la reazione di Pietro e dei compagni con la promessa di Gesù (vv. 8-11). Il racconto dunque è articolato in tre momenti: 1) vv. 1-3: il contesto della chiamata, con la folla che attornia il Maestro di Nàzaret, la menzione dei pescatori e l insegnamento di Gesù; 2) vv. 4-7: la pesca abbondantissima su indicazione di Gesù, in contrasto con la sterilità della notte; 3) vv. 8-11: la reazione di Pietro e lo stupore dei compagni, seguito dalla promessa del Maestro. Si tratta non soltanto di un articolazione letteraria, perché questi tre momenti rappresentano altrettante tappe di un itinerario di fede; questa infatti non è una realtà statica, ma dinamica, strettamente inerente alla vita. La trama della narrazione I commentatori discutono sul genere letterario della pericope, senza arrivare a risultati condivisi: racconto di vocazione, profezia e promessa, racconto di affidamento, ecc. Non è necessario inserire forzatamente questo racconto in uno schema prefissato, bensì rispettarne la libertà e l orizzonte; di conseguenza pos- 22

siamo dire che il tema vocazionale è certamente presente, ma nella forma di una promessa e di una profezia; infatti è la solenne promessa di Gesù che emerge in primo piano («Non temere; d ora in poi sarai pescatore di uomini»)! Colpisce nel racconto l alternanza tra singolare e plurale. Già all inizio si passa dalla folla del v. 1 alle folle del v. 3; ma è soprattutto a partire dal v. 4 che il fenomeno si accentua: dal «prendi il largo» si passa al «gettate le vostre reti»; dunque Simone non è solo nella barca con Gesù! Così nella sua risposta Simone dapprima afferma: «Abbiamo faticato...», ma poi passa al singolare: «Ma sulla tua parola getterò le reti». E se al v. 8 Simon Pietro domanda a Gesù: «Allontànati da me, perché sono un peccatore», la motivazione è costituita dallo stupore che aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui e in particolare Giacomo e Giovanni (vv. 9-10). Infine, Gesù si rivolge al solo Simone: «Non temere; d ora in poi sarai pescatore di uomini» (v. 10), ma subito dopo riappaiono i compagni di Simone: «E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono» (v. 11). Questa alternanza tra Simone e i suoi compagni non allude soltanto al fatto che la pesca esige più persone, ma sottolinea che Simone, oltre alla sua indiscutibile personalità, rappresenta pure un gruppo, quello dei pescatori che lasceranno tutto per diventare discepoli di Gesù. Un altro filo della trama di questo racconto è costituito dal gioco della distanza che separa i vari personaggi, configurando loro un rilievo particolare. La folla fa ressa attorno a Gesù per ascoltarne la Parola, allora lui sale sulla barca di Simone (non è detto, ma è implicito) e gli chiede di allontanarsi un po da terra. Paradossalmente questa presa di distanza avvicina Gesù alla folla, perché l eccessiva vicinanza impediva l annuncio della Parola, e avvicina anche Gesù a Pietro e ai suoi compagni, perché stanno sulla stessa barca col Maestro, diventando anch essi uditori della Parola. Il lago e la sua riva si trasformano così in un anfiteatro, di cui la barca di Simone costituisce il palcoscenico e la riva i gradini; in tal modo Gesù può rivolgersi non solo ai suoi vicini immediati, ma a tutta la folla. Il seguito della narrazione prospetta un nuovo movimento di distanziazione, che avviene però su due piani distinti: dapprima il comando di Gesù a Pietro («Prendi il largo») comporta una presa di distanza rispetto alla folla; ma nel medesimo tempo inizia anche un secondo movimento in senso verticale, una direzione che spinge verso il basso e che coinvolge a poco a poco anche Pietro. Il comando di Gesù letteralmente suona: «Allontànati in (acqua) profonda»; non si tratta soltanto di prendere il largo, ma anche di dirigersi verso la profondità del lago! Alcuni verbi confermano questo senso simbolico: «calate le reti» (v. 4), «calerò le reti» (v. 5), «le reti si rompevano» (v. 6), «fino a farle quasi affondare» (v. 7). Che non si tratti solo di un movimento fisico, legato necessariamente alla pesca, lo dimostra il gesto e la parola finale di Pietro: egli si getta alle ginocchia di Gesù ed esclama: «Allontànati da me...». Come si vede, la posta in gioco è il rapporto con Gesù, l aderire a lui o l allontanarsene! Al termine della narrazione, grazie alla parola di promessa, la temuta distanza fra Gesù e Pietro si ricompone e anche viene annullata la distanza con la folla, perché Pietro e i suoi compagni tirano le barche a terra dove c è la folla e seguono Gesù. L analisi della trama letteraria ci ha permesso di puntualizzare che dietro il gioco della distanza c è il tema della chiamata di Pietro e dei suoi compagni, chiamata 23

che significa precisamente avvinarsi a Gesù, colmando le distanze che separano da lui; è dunque l itinerario della fede. Ma questo non interessa soltanto i discepoli, bensì anche ogni futuro ascoltatore o lettore del Vangelo; di qui l alternanza fra singolare e plurale. Vediamo dunque come si svolge questo itinerario della fede lungo i tre momenti in cui è articolato il racconto evangelico. L ascolto della Parola Simone non compare subito al centro della narrazione, bensì la folla che fa ressa attorno a Gesù per ascoltarne la parola; non è soltanto l ascolto di una parola umana, ma, come precisa Luca, della «parola di Dio». Dopo l insuccesso di Nàzaret (4,16-30) Gesù trova qui al lago una folla disposta ad ascoltarlo, anzi, che fa ressa per ascoltarlo! Nell ottica dell evangelista questa folla prefigura già tutti coloro ai quali gli apostoli annunceranno il vangelo. È questo un tema particolarmente caro a Luca, perché lui è arrivato a Gesù grazie proprio a questo annuncio; non meraviglia dunque che per l evangelista il mondo sia in attesa di questa Parola. Appare anzitutto la generosità di Simone, che alla richiesta del Maestro cede volentieri la propria barca; con ciò Simone aiuta e favorisce l annuncio della Parola. Nell episodio della guarigione della suocera (4,38-39) Simone è un personaggio piatto: non dice né fa alcuna cosa! Qui emerge invece la sua generosità e prontezza, che fanno di lui un uditore privilegiato della Parola. Possiamo immaginare Simone sulla barca tutto proteso ad ascoltare il Maestro, con gli occhi rivolti verso la folla stipata sulla riva, pure essa con i volti attratti e diretti verso Gesù. Un giorno sarà lui a parlare alla folla a nome di Gesù, ma adesso non lo può ancora sapere. Per il momento è importante annotare che la fede inizia appunto e solo dall ascolto della Parola! L adesione credente alla Parola L ascolto della Parola non porta automaticamente alla fede; perché l ascolto sia vero, esso esige un adesione esistenziale alle esigenze della Parola: è quanto viene espresso dalla scena della pesca miracolosa. Finito di parlare alle folle, Gesù ora si rivolge direttamente a una persona, interpellandola nella sua esistenza concreta. Se prima egli aveva pregato Simone di fargli un favore, ora si indirizza a lui con autorità e determinazione: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Sebbene il racconto evangelico non si situi al livello della cronaca, non possiamo ignorare l arbitrarietà e l incongruenza del comando. Non conosciamo il contenuto della precedente predica alla folla, ma qui la parola di Gesù, collocandosi sullo stesso terreno professionale di Simone, pare provocatoria e perfino arrogante: dopo una nottata infruttuosa, quando già le reti sono lavate e riassettate e la stanchezza fisica si fa forte, Simone viene comandato di riprendere le reti e di ripartire al largo per una nuova pesca. Quella del montanaro di Nàzaret pare proprio una provocazione! Quella di Gesù, nella sua assolutezza, senza l accompagnamento di alcuna motivazione o chiarimento, si caratterizza come una parola carica di autorevolezza e lontana dal linguaggio tecnico dei pescatori. E infatti Luca precisa subito che 24

è sulla parola di Gesù che Simone prende il largo e cala le reti. Con ciò egli si affida al Maestro, perché così lo riconosce e così lo chiama. Il termine usato dall evangelista è epistatês, che etimologicamente significa «colui che sta sopra», «colui che presiede» 2. Dunque Simone riconosce in Gesù colui che guida e conduce; non è soltanto un insegnante, ma un maestro di vita! Qui non si tratta di aderire a un precetto della legge o di comprendere un insegnamento della medesima, ma di credere a una persona, di lasciarsi guidare da lei, senza controbattere o porre condizioni. Grazie alla sua risposta decisa e chiara Simone ottiene una pesca miracolosa, tanto che le reti minacciano di rompersi. È necessario l aiuto di un altra barca; è l altra barca menzionata all inizio (v. 2), di cui però non si era più detto niente. Ora tutte e due le imbarcazioni sono talmente cariche che quasi affondano. Dunque Simone non è solo; apprenderemo i nomi di questi compagni soltanto alla fine della narrazione: Giacomo e Giovanni, qualificati come figli di Zebedeo, ma soprattutto come soci (koinônoì) di Simone. Il termine greco è significativo! Infatti è vero che koinos in greco non può che descrivere la loro relazione professionale, cioè di associati al mestiere della pesca; tuttavia non si tratta di semplici associati, perché nel Nuovo Testamento gli autori fanno ricorso a questo termine e a quelli ad esso associati per indicare la comunione tra il gruppo dei credenti (cf. At 2,42.44; 4,32; Rm 12,13; 15,26.27, ecc.). Si sente qui la mano di Luca, che già pensa il fatto in prospettiva ecclesiale 3. È evidente il contrasto tra l inutile pesca precedente, condotta con le sole capacità umane, e la pesca abbondantissima compiuta in adesione alla parola di Gesù. Di per sé il racconto potrebbe terminare qui; Simone ha sperimentato quale sia l autorità e la forza della parola di questo profeta di Nàzaret; l intento del miracolo però è quello di interpellarlo sul suo rapporto personale con lui. È stato un incontro casuale oppure un incontro decisivo? Il pescatore di uomini La risposta di Simone al segno della pesca miracolosa è mirabile; non è soltanto uno stupore meravigliato e quasi incredulo di fronte a un fatto umanamente incomprensibile, ma un atto di fede autentica: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Emerge anzitutto la coscienza del proprio peccato; sulla scia del profeta Isaia al momento della vocazione (cf. Is 6,5), anche Simone riconosce la propria condizione di peccatore 4. Stando dinanzi a Gesù, Simone «sperimenta la prossimità di Dio. E tutto, il cadere in ginocchio davanti a Cristo, 2 Questo titolo nel Vangelo di Luca viene costantemente dato a Gesù dai discepoli, eccetto che in 17,13; implica perciò il riconoscimento della sua autorità su di essi. 3 Probabilmente gli ultimi due vv. 10 e 11 sono da considerarsi un aggiunta di Luca; l evangelista avrebbe agganciato al racconto della pesca miracolosa la vocazione di Pietro e dei due figli di Zebedeo. Di qui l interesse lucano a considerare questo primo gruppo di discepoli già nella prospettiva della koinônia ecclesiale. 4 Nel Vangelo di Luca il solo altro personaggio qualificato come «uomo peccatore» è Zaccheo (19,7), presso il quale Gesù va a mangiare e ad apportare la salvezza. 25

il titolo di Signore, l esclamazione di indegnità, sta a manifestare quest incontro col divino, un esperienza teofanica simile a quella di Mosè e di Isaia» 5. Dunque il riconoscimento del peccato di Pietro, ancor più che nel caso di Zaccheo, non è tanto da intendersi come la confessione di una vita peccaminosa, quanto piuttosto come l espressione della distanza tra l uomo e Dio. Qui per la prima e anche unica volta, accanto al nome usuale di Simone, compare anche quello di Pietro; potrebbe essere una velata allusione al futuro tradimento di Pietro. In realtà questo riconoscimento della propria condizione di peccato, posto prima della chiamata, mostra che il ministero di Pietro non riposa sulle sue qualità, quanto unicamente sulla gratuità di Dio! Le parole di Gesù chiudono il dialogo; sembra quasi che l evangelista abbia premura, perché è difficilmente comprensibile che la scena si sia svolta in una barca in mezzo al lago! Ma questo non è importante nell ottica di Luca; conta piuttosto la parola profetica di Gesù! L invito iniziale: «Non temere», testimonia che l intervento di Gesù assume l aspetto di una vera teofania; non si tratta di un ordine, bensì di una parola profetica che dice non solo una speranza, ma afferma una realtà. Il segno della pesca miracolosa ha mostrato la potenza efficace della parola di Gesù; altrettanto potente ed efficace sarà questa promessa, che fa di Pietro un pescatore di uomini 6. La parola profetica di Gesù è efficace fin da questo primo momento, come ci ricorda l espressione «d ora in poi». Per Pietro inizia un tempo nuovo; fin d ora comincia a essere con Gesù pescatore di uomini, condividendo con lui la missione. La barca non serve più; è stata utile lungo tutto il racconto, ma ora non ha più senso. Di essa si è servito Gesù, mentre ammaestrava; su di essa hanno riversato le reti piene di pesci per portarli a riva. Ora è ferma, adagiata sul litorale. Sarà necessaria un altra barca, quella di cui Pietro è il pilota, la Chiesa, per accogliere in essa gli uomini peccatori bisognosi di salvezza e dell amore di Gesù 7. La conclusione è concisa, ma forte: «Lasciarono tutto e lo seguirono». Sono i due verbi che descrivono la missione del discepolo; al centro infatti non c è una dottrina, ma una persona e un progetto di esistenza. Questa chiamata è nata non da un ordine, ma dall esperienza di una Parola forte e efficace, capace non solo di determinare una pesca straordinariamente abbondante, ma anche un sì proteso ad abbracciare tutta la vita! 5 Rossé, Il Vangelo di Luca, 173. 6 Il termine «pescatore» corrisponde al participio presente del verbo zôgreô, che significa non solo «catturare», ma anche «risparmiare la vita del prigioniero» oppure «rianimare, ridare la vita». La pesca simboleggia, dunque, una missione che avrà successo e che sarà orientata alla vita, sebbene qui le modalità rimangano ancora indefinite. Cf. Mathieu, La figure de Pierre, 75-76. 7 Lavatori - Sole, Ritratti, 41. 26